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«How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness» e da una subordinata soggettiva «of bidding them farewell».

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(1)

LI

4. DIFFICOLTÀ DI TRADUZIONE

4.1 Stile

Il racconto contiene una serie di elementi stilistici peculiari, che spesso ostacolano il lavoro di traduzione. A volte i periodi sono lunghi, composti da una lunga serie di proposizioni.

How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness of bidding them farewell, * lanes

and alley and back-yards where the mill-hands lodged, * noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness, the

pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, * with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there? (p.24)

Il periodo è una lunga domanda, ed è composta da una principale

«How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness» e da una subordinata soggettiva «of bidding them farewell».

Segue una coordinata

«

lanes and alley and back-yards where the mill-

hands lodged

»

e un’altra subordinata soggettiva che dipende dalla

principale «noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness,

the pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated,

pimpled women at the doors, »

(2)

LII

L’ultima subordinata che dipende dal verbo «noting», è una subordinata di secondo grado «with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there»

Altre volte i periodi pur essendo brevi, pongono un problema di interpretazione del significato

You see the error underlying its argument so crearly, * that to him a true life was one of full development rather self-restraint? That he was deaf to the higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony? (p.23)

L’ambiguità semantica è costituita da « higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», «higher tone» può avere vari significati:

«higher tone» può significare tono più alto o più acuto; «cry of voluntary suffering» la parola «cry» può significare tanto pianto di dolore quanto grido disperato ed entrambi sono perfettamente applicabili a questo contesto.

Per quanto riguarda «for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», l’uso di «than» in questo caso confonde perché non si riferisce a un comparativo di maggioranza «higher tone…than» ma viene utilizzato con il significato di «anziché», ma l’interpretazione viene resa più difficoltosa dall’assenza di «rather».

Inoltre spesso l’ordine all’interno degli enunciati è marcato, il

soggetto e il verbo vengono messi in seconda posizione. Rebecca

(3)

LIII

Harding Davis, in questo modo, enfatizza il rema, dando primaria all’aspetto di Deborah. Questo tipo di enunciato, che hanno lo spostamento a destra dell’oggetto sono molto utilizzate nel teatro, nella drammaturgia, attirano fin dall’inizio l’attenzione dello spettatore, o del lettore.

«Miserable enough she looked, lying on the ashes like a limp, dirty, fag,- yet not an unfitting figure to crown the scene of hopeless discomfort and veiled crime» (p.9)

«Not one of themselves, they felt that… » (p. 10)

«Then flashed before his vivid poetic sense the man who had left him» (p.20)

«After the trial, too, came the queerest dodge of any customer I ever had.» (p.26)

Una caratteristica peculiare di tutto il testo è la presenza di domande dirette, come abbiamo visto nel capitolo 2.2. che di solito hanno la funzione di stacco e di segnalare l’intervento del narratore, infatti la narrazione si interrompe e lascia il posto ai commenti del narratore, alle sue osservazione o al monologo del narratore stesso

A cloudy day: do you know what is in a tow of iron-works?» (p.3)

«You laugh at it?» (p.10)

«Do you remember rare moments when a sudden

light flashed over yourself, your world, your God?» (p.19)

«You laugh at the shallow temptation?» (p.23)

Ovviamente trattandosi di un racconto sulla fonderia, viene utilizzato

il linguaggio appartenente al campo semantico della fonderia, per

ovviare a questo problema e conoscere la realtà della fonderia mi sono

(4)

LIV

documentata, ho cercato informazioni sulla fonderie e i metodi di lavorazione del ferro. A questo proposito Internet è stato una preziosa fonte di informazione, ma anche i semplici dizionari monolingui sono stati molto utili :

«dragging masses of pig-iron» (p.3)

«the Welsh puddler» (p.4)

«lay great heaps of the refuse from the ore after the pig-metal is run. Korl we call it here.» (p.10)

Come già accennato il narratore riproduce la mimesi, riportando dei dialoghi tra i personaggi del racconto, in modo che la storia si racconti da sola. Gli interlocutori sono gli operai, manovali o raccoglitrici di cotone. Nel racconto gli operai sono emigranti irlandesi, scozzesi, gallesi, che nel Regno Unito già svolgevano lavori duri come il minatore, per esempio il padre di Hugh Wolfe lavorava come minatore in Cornovaglia. Arrivavano in America con la speranza di un lavoro e di una vita migliore. Venivano reclutati nel loro paese d’origine da imprenditori britannici che investivano in America e avevano bisogno di manodopera oppure erano gli immigrati stessi a partire alla ricerca di nuove speranze.

Harding Davis non specifica la provenienza dei borghesi, i quali vengono presentati come americani, non viene fatto nessun cenno alle eventuali origini britanniche. Questo particolare crea un’ulteriore differenza tra i due gruppi sociali, infatti i borghesi, già “americani”

vengono presentati come i padroni non solo delle fabbriche, ma anche

delle terre, mentre gli operai, immigrati, sono gli ultimi arrivati, e

devono sottostare alle loro leggi nelle fabbriche e al di fuori di esse.

(5)

LV

Questa differenza è rispecchiata nella lingua utilizzata dai due gruppi sociali. Le varianti della lingua sono spesso espressione di contesti sociali, geografici, professionali diversi, come affermano Hatim e Mason, che devono essere considerati al momento di affrontare la loro traduzione.

1

I discorsi degli operai contengono variazioni geografiche, infatti la scrittrice tenta di riprodurre le parole e soprattutto la pronuncia del dialetto.

Qui di seguito si può osservare un esempio di dialetto irlandese;

Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her, we dud. An wid ye! Le Deb alone! It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

“Begorra” è un’intercalare irlandese arcaico, che si significa “By God”, è utilizzato come imprecazione non volgare, come “Accidenti, Accipicchia”.

Traduzione:

«Per Dio! Ancora al cotonificio. Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dare fastidio a una tranquilla.

Ci divertiremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!»

Questo è un esempio di variazione diatopica del Galles:

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night. Ye’d best

1 H.ALBIR, Traducción y Traductología, Cátedra, Madrid 2001, pp.579-597.

(6)

LVI

come. Inteet, Deb if hur ‘ll come, hur’ll hef fun.» (p.5)

Traduzione:

« C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

Nel caso dei borghesi in visita alla fonderia, invece la variazione non è diatopica, ma diastratica. La lingua è infatti caratteristica di una classe medio-alta, arricchita da francesismi o parole di origine latina che sono in corsivo nell’originale e citazioni colte. Infatti, come viene esplicitamente detto, gli operai stentano a capire i borghesi:

«Greek would not have been more unintellegiable (p.13)».

Francesismi:

«Study psycology in a lazy, dilettante way» (p.4)

«a patron, in a blasé way» (p.13)

«Ce n’est pas mon affaire [...] Liberté et Egalité» (p.16)

« De profundis clamavi», citazione del salmo 129 dell’Antico Testamento.

«Hungry and thirsty, his soul faints in him [...] I’m innocent of the blood of this man. See ye to it […] Inasmuch as ye did it unto one of the least of these, ye did unto me» (p.17) Citazione dal Vangelo di Matteo 25/40.

Ci sono riferimenti anche alla Divina Commedia di Dante, al canto decimo dell’Inferno, in particolare a Farinata degli Uberti.

«Yes. Yonder is Farinata himself in the burning tomb» (p.12)

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LI

4. DIFFICOLTÀ DI TRADUZIONE

4.1 Stile

Il racconto contiene una serie di elementi stilistici peculiari, che spesso ostacolano il lavoro di traduzione. A volte i periodi sono lunghi, composti da una lunga serie di proposizioni.

How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness of bidding them farewell, * lanes

and alley and back-yards where the mill-hands lodged, * noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness, the

pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, * with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there? (p.24)

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LII

Il periodo è una lunga domanda, ed è composta da una principale

«How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness» e da una subordinata soggettiva «of bidding them farewell».

Segue una coordinata

«

lanes and alley and back-yards where the mill- hands lodged

»

e un’altra subordinata soggettiva che dipende dalla principale «noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness, the pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, »

L’ultima subordinata che dipende dal verbo «noting», è una subordinata di secondo grado «with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there»

Altre volte i periodi pur essendo brevi, pongono un problema di interpretazione del significato

You see the error underlying its argument so crearly, * that to him a true life was one of full development rather self-restraint? That he was deaf to the higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony? (p.23)

L’ambiguità semantica è costituita da « higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», «higher tone» può avere vari significati:

«higher tone» può significare tono più alto o più acuto; «cry of

voluntary suffering» la parola «cry» può significare tanto pianto di

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LIII

dolore quanto grido disperato ed entrambi sono perfettamente applicabili a questo contesto.

Per quanto riguarda «for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», l’uso di «than» in questo caso confonde perché non si riferisce a un comparativo di maggioranza «higher tone…than» ma viene utilizzato con il significato di «anziché», ma l’interpretazione viene resa più difficoltosa dall’assenza di «rather».

Inoltre spesso l’ordine all’interno degli enunciati è marcato, il soggetto e il verbo vengono messi in seconda posizione. Rebecca Harding Davis, in questo modo, enfatizza il rema, dando primaria all’aspetto di Deborah. Questo tipo di enunciato, che hanno lo spostamento a destra dell’oggetto sono molto utilizzate nel teatro, nella drammaturgia, attirano fin dall’inizio l’attenzione dello spettatore, o del lettore.

«Miserable enough she looked, lying on the ashes like a limp, dirty, fag,- yet not an unfitting figure to crown the scene of hopeless discomfort and veiled crime» (p.9)

«Not one of themselves, they felt that… » (p. 10)

«Then flashed before his vivid poetic sense the man who had left him» (p.20)

«After the trial, too, came the queerest dodge of any customer I ever had.» (p.26)

Una caratteristica peculiare di tutto il testo è la presenza di domande

dirette, come abbiamo visto nel capitolo 2.2. che di solito hanno la

funzione di stacco e di segnalare l’intervento del narratore, infatti la

(10)

LIV

narrazione si interrompe e lascia il posto ai commenti del narratore, alle sue osservazione o al monologo del narratore stesso

A cloudy day: do you know what is in a tow of iron-works?» (p.3)

«You laugh at it?» (p.10)

«Do you remember rare moments when a sudden

light flashed over yourself, your world, your God?» (p.19)

«You laugh at the shallow temptation?» (p.23)

Ovviamente trattandosi di un racconto sulla fonderia, viene utilizzato il linguaggio appartenente al campo semantico della fonderia, per ovviare a questo problema e conoscere la realtà della fonderia mi sono documentata, ho cercato informazioni sulla fonderie e i metodi di lavorazione del ferro. A questo proposito Internet è stato una preziosa fonte di informazione, ma anche i semplici dizionari monolingui sono stati molto utili :

«dragging masses of pig-iron» (p.3)

«the Welsh puddler» (p.4)

«lay great heaps of the refuse from the ore after the pig-metal is run. Korl we call it here.» (p.10)

Come già accennato il narratore riproduce la mimesi, riportando dei

dialoghi tra i personaggi del racconto, in modo che la storia si racconti

da sola. Gli interlocutori sono gli operai, manovali o raccoglitrici di

cotone. Nel racconto gli operai sono emigranti irlandesi, scozzesi,

gallesi, che nel Regno Unito già svolgevano lavori duri come il

minatore, per esempio il padre di Hugh Wolfe lavorava come

minatore in Cornovaglia. Arrivavano in America con la speranza di un

lavoro e di una vita migliore. Venivano reclutati nel loro paese

(11)

LV

d’origine da imprenditori britannici che investivano in America e avevano bisogno di manodopera oppure erano gli immigrati stessi a partire alla ricerca di nuove speranze.

Harding Davis non specifica la provenienza dei borghesi, i quali vengono presentati come americani, non viene fatto nessun cenno alle eventuali origini britanniche. Questo particolare crea un’ulteriore differenza tra i due gruppi sociali, infatti i borghesi, già “americani”

vengono presentati come i padroni non solo delle fabbriche, ma anche delle terre, mentre gli operai, immigrati, sono gli ultimi arrivati, e devono sottostare alle loro leggi nelle fabbriche e al di fuori di esse.

Questa differenza è rispecchiata nella lingua utilizzata dai due gruppi sociali. Le varianti della lingua sono spesso espressione di contesti sociali, geografici, professionali diversi, come affermano Hatim e Mason, che devono essere considerati al momento di affrontare la loro traduzione.

1

I discorsi degli operai contengono variazioni geografiche, infatti la scrittrice tenta di riprodurre le parole e soprattutto la pronuncia del dialetto.

Qui di seguito si può osservare un esempio di dialetto irlandese;

Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her, we dud. An wid ye! Le Deb alone! It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

1 H.ALBIR, Traducción y Traductología, Cátedra, Madrid 2001, pp.579-597.

(12)

LVI

“Begorra” è un’intercalare irlandese arcaico, che si significa “By God”, è utilizzato come imprecazione non volgare, come “Accidenti, Accipicchia”.

Traduzione:

«Per Dio! Ancora al cotonificio. Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dare fastidio a una tranquilla.

Ci divertiremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!»

Questo è un esempio di variazione diatopica del Galles:

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night. Ye’d best

come. Inteet, Deb if hur ‘ll come, hur’ll hef fun.» (p.5)

Traduzione:

« C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

Nel caso dei borghesi in visita alla fonderia, invece la variazione non è diatopica, ma diastratica. La lingua è infatti caratteristica di una classe medio-alta, arricchita da francesismi o parole di origine latina che sono in corsivo nell’originale e citazioni colte. Infatti, come viene esplicitamente detto, gli operai stentano a capire i borghesi:

«Greek would not have been more unintellegiable (p.13)».

Francesismi:

«Study psycology in a lazy, dilettante way» (p.4)

«a patron, in a blasé way» (p.13)

(13)

LVII

«Ce n’est pas mon affaire [...] Liberté et Egalité» (p.16)

« De profundis clamavi», citazione del salmo 129 dell’Antico Testamento.

«Hungry and thirsty, his soul faints in him [...] I’m innocent of the blood of this man. See ye to it […] Inasmuch as ye did it unto one of the least of these, ye did unto me» (p.17) Citazione dal Vangelo di Matteo 25/40.

Ci sono riferimenti anche alla Divina Commedia di Dante, al canto decimo dell’Inferno, in particolare a Farinata degli Uberti.

«Yes. Yonder is Farinata himself in the burning tomb» (p.12)

(14)

XLVI

4. SULLA TRADUZIONE

4.1 Stile

Il racconto contiene una serie di elementi stilistici peculiari, che spesso ostacolano il lavoro di traduzione. A volte i periodi sono lunghi, composti da una lunga serie di proposizioni.

How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness of bidding them farewell, * lanes and alley and back-yards where the mill-hands lodged, * noting,

with a new eagerness, the filth and drunkenness, the

pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, * with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there? (p.24)

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XLVII

Il periodo è una lunga domanda, ed è composta da una principale

«How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness» e da una subordinata soggettiva «of bidding them farewell».

Segue una coordinata

«

lanes and alley and back-yards where the mill- hands lodged

»

e un’altra subordinata soggettiva che dipende dalla principale «noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness, the pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, »

L’ultima subordinata che dipende dal verbo «noting», è una subordinata di secondo grado «with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there».

Altre volte i periodi pur essendo brevi, pongono un problema di interpretazione del significato

You see the error underlying its argument so crearly, * that to him a true life was one of full development rather self-restraint? That he was deaf to the higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony? (p.23)

L’ambiguità semantica è costituita da «higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», «higher tone» può avere vari significati:

«higher tone» può significare tono “più alto” o “più acuto”; «cry of

voluntary suffering» la parola «cry» può significare tanto “pianto di

dolore” quanto “grido disperato” ed entrambi sono perfettamente

applicabili a questo contesto.

(16)

XLVIII

Per quanto riguarda «for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», l’uso di «than» in questo caso confonde perché non si riferisce a un comparativo di maggioranza «higher tone…than» ma viene utilizzato con il significato di «anziché», ma l’interpretazione viene resa più difficoltosa dall’assenza di «rather».

Inoltre spesso l’ordine all’interno degli enunciati è marcato, il soggetto e il verbo vengono messi in seconda posizione. Rebecca Harding Davis, in questo modo, enfatizza il rema “miserabile enough she looked”. Questo tipo di enunciato, caratterizzato dallo spostamento a destra dell’oggetto è molto utilizzato nel teatro, nella drammaturgia, e ha lo scopo di attirare l’attenzione dello spettatore, o del lettore su un particolare elemento, in questo caso l’aspetto di Deborah.

«Miserable enough she looked, lying on the ashes like a limp, dirty, fag,- yet not an unfitting figure to crown the scene of hopeless discomfort and veiled crime» (p.9)

«Not one of themselves, they felt that… » (p. 10)

«Then flashed before his vivid poetic sense the man who had left him» (p.20)

«After the trial, too, came the queerest dodge of any customer I ever had.» (p.26)

Una caratteristica peculiare di tutto il testo è la presenza di domande dirette, rivolte al lettore:

«A cloudy day: do you know what is in a tow of ironworks?»(p.3)

«You laugh at it?» (p.10)

(17)

XLIX

«Do you remember rare moments when a sudden

light flashed over yourself, your world, your God?» (p.19)

«You laugh at the shallow temptation?» (p.23)

Queste domande sono sistemate in punti particolari del testo, delimitano la parte narrativo-descrittiva e segnalano l’inizio dell’intervento del narratore, del suo commento sulla vicenda appena raccontata.

Ovviamente trattandosi di un racconto sulla fonderia, viene utilizzato il linguaggio appartenente a quel campo semantico. Per ovviare a questo problema e conoscere la realtà della fonderia mi sono documentata, ho cercato informazioni sulla fonderie e i metodi di lavorazione del ferro. A questo proposito Internet è stato una preziosa fonte di informazione, ma anche i semplici dizionari monolingui sono stati molto utili:

«dragging masses of pig-iron» (p.3)

«the Welsh puddler» (p.4)

«lay great heaps of the refuse from the ore after the pig-metal is run. Korl we call it here.» (p.10)

Come già accennato in precedenza, il narratore riproduce la

mimesi, riportando dei dialoghi tra i personaggi del racconto, in modo

che la storia si racconti da sola. Gli interlocutori sono gli operai,

manovali o raccoglitrici di cotone. Nel racconto gli operai sono

emigranti irlandesi, scozzesi, gallesi, che nel Regno Unito già

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L

svolgevano lavori duri come il minatore, per esempio il padre di Hugh Wolfe lavorava come minatore in Cornovaglia. Arrivavano in America con la speranza di un lavoro e di una vita migliore. Venivano reclutati nel loro paese d’origine da imprenditori britannici che investivano in America e avevano bisogno di manodopera, oppure erano gli immigrati stessi a partite.

Harding Davis non specifica la provenienza dei borghesi, i quali vengono presentati come Americani, non viene fatto nessun cenno alle eventuali origini britanniche. Questo particolare crea un’ulteriore differenza tra i due gruppi sociali, infatti i borghesi, già “Americani”

vengono presentati come i padroni non solo delle fabbriche, ma anche delle terre; mentre gli operai, immigrati, sono gli ultimi arrivati, e devono sottostare alle loro leggi nelle fabbriche e al di fuori di esse.

Questa differenza è rispecchiata nella lingua utilizzata dai due gruppi sociali. Le varianti della lingua sono spesso espressione di contesti sociali, geografici, professionali diversi, come affermano Hatim e Mason, che devono essere considerati al momento di affrontare la loro traduzione.

1

I discorsi degli operai contengono variazioni geografiche, infatti la scrittrice tenta di riprodurre le parole e soprattutto la pronuncia del dialetto.

Qui di seguito si può osservare un esempio di dialetto irlandese;

Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her, we dud. An wid ye! Le Deb alone! It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

1 H.ALBIR, Traducción y Traductología, Cátedra, Madrid 2001, pp.579-597.

(19)

LI

“Begorra” è un’intercalare irlandese arcaico, che si significa “By God”, è utilizzato come imprecazione non volgare, come “Accidenti, Accipicchia”.

Traduzione:

«Per Dio! Ancora al cotonificio. Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dare fastidio a una tranquilla.

Ci divertiremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!»

Questo è un esempio di variazione diatopica del Galles:

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night. Ye’d best

come. Inteet, Deb if hur ‘ll come, hur’ll hef fun.» (p.5)

Traduzione:

« C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

Nel caso dei borghesi in visita alla fonderia, invece la variazione non è diatopica, ma diastratica. La lingua è infatti caratteristica di una classe medio-alta, arricchita da francesismi o parole di origine latina che sono in corsivo nell’originale e citazioni colte. Infatti, come viene esplicitamente detto, gli operai stentano a capire i borghesi:

«Greek would not have been more unintellegiable (p.13)».

Francesismi:

«Study psycology in a lazy, dilettante way» (p.4)

(20)

LII

«a patron, in a blasé way» (p.13)

«Ce n’est pas mon affaire [...] Liberté et Egalité» (p.16)

«De profundis clamavi», citazione del salmo 129 dell’AnticoTestamento.

«Hungry and thirsty, his soul faints in him [...] I’m innocent of the blood of this man. See ye to it […] Inasmuch as ye did it unto one of the least of these, ye did unto me» (p.17) Citazione dal Vangelo di Matteo 25/40.

Ci sono riferimenti anche alla Divina Commedia di Dante, al canto decimo dell’Inferno, in particolare a Farinata degli Uberti.

«Yes. Yonder is Farinata himself in the burning tomb» (p.12)

4.2 Approccio traduttivo

La principale scelta che un traduttore si trova a dover affrontare quando inizia a tradurre qualsiasi testo è l’approccio traduttivo. In tutte le traduzione sono presenti riferimenti storici, culturali propri della cultura delle lingua di partenza. Possono essere presenti varianti geografiche, idioletto dei personaggi o dello scrittore, stile dello scrittore, ogni elemento deve essere osservato all’interno del testo e all’interno dell’epoca in cui il testo è stato composto. Come si può notare dal paragrafo precedente, gli elementi da considerare al momento della traduzione erano molti.

Lo stile della scrittrice poneva il primo quesito, rendere il testo

godibile senza stravolgere lo stile originale. Ho scelto di utilizzare un

approccio traduttivo più orientato al testo di arrivo, target oriented ,

2

(21)

2

(22)

LIII

ovvero ho dato la precedenza al pubblico italiano che leggerà il racconto. Cercando di trasmettere il senso, anche se ciò a volte ha

“tradito” lo stile originale della scrittrice.

I will tell you plainly that I have a great hope; and I bring it to you to be tested. It is this: that this terrible question is its own reply; that it is not the sentence of death we think it, but, from the very extremity of its darkness, the most solemn prophecy which the world has known of hope to come (p.5)

Ti dirò sinceramente che nutro una grande speranza; e te la espongo: che la terribile e indicibile domanda contenga la risposta; che non è la sentenza di morte che pensiamo, ma, dalla oscurità più buia, rappresenti, la profezia più solenne dell’avvento della Speranza che il mondo abbia mai ricevuto. (p.5 traduzione)

Qualche problema ulteriore si è presentato nei dialoghi in cui la

scrittrice introduceva delle varianti irlandesi e gallesi. Comprendere la

funzione del dialetto era fondamentale per tradurlo in maniera

efficace,

3

le varianti geografiche appaiono in momenti ben precisi,

quando gli operai o le raccoglitrici dialogano. L’inserimento dei

dialetti ha lo scopo di connotare ancora di più la classe operaia e di

distinguerla da quella borghese. Nel caso degli scambi di battute tra i

due protagonisti di origine gallesi, non è sempre presente l’uso del

dialetto, a volte, semplicemente le frasi contengono delle parole

mozzate, degli errori grammaticali.

(23)

LIV

«God forgi’ me woman! Things go harder wi’ you nor me. It's a worse share.»

(p. 20)

«Che Dio mi perdoni, donna! Le cose sono più dure per te che per me. Mal comune.» (p.31 traduzione)

Anche in questo caso, il mio atteggiamento è stato più orientato al testo di arrivo, target-oriented, cioè considerando che la funzione del dialetto era quella di sottolineare le distinzioni di ceto sociale tra manovali e borghesi, ho scelto di riprodurli con una lingua più colloquiale, meno formale, rispetto a quella utilizzata dai borghesi.

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night.

Ye’d best come.» «Inteet, Deb if hur

‘ll come, hur’ll hef fun. »

«No. Where is Kit Small, then?»

«Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her,

we dud. An wid ye! Le Deb alone!

It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

«C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

«No? Ma dove si è cacciata Kit Small, allora?»

«Per Dio! Ancora al cotonificio.

Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dar fastidio a una tranquilla. Ce la spasseremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!» (p.7-8 traduzione)

(24)

LV

Nei dialoghi tra i visitatori della fonderia, si capisce la scarto sociale anche per i riferimenti colti: Dante e la Bibbia. Inoltre ho scelto di utilizzare il “Lei” per il dialogo tra i borghesi, mentre ho mantenuto il

“tu” quando questi si rivolgono a Hugh, per differenziare.

«But the walk is worth the trouble. If it were not that you must have heard it so often, Kirby, I would tell you that your works look like Dante’s Inferno.» «Yes. Yonder is Farinata himself burning tomb,» * pointing to some figure in the shimmering shadows.» «Judging from some of the faces of your men they bid fair to try the reality of Dante’s visions, some day» (p.12)

«Ma la passeggiata vale la pena. Se non glielo l’avessero già detto tante volte, Kirby, direi che le sue

industrie sembrano l’Inferno di Dante.» «Sì quello là è Farinata nella sua tomba infuocata,» indicando delle ombre tremolanti.

«A giudicare dai volti degli operai»

disse l’altro, «sembra che si aspettino di vivere le visioni di Dante, prima o poi.» (p. 18)

(25)

LVI

Ovviamente utilizzando questo metodo si perde il riferimento linguistico alle varianti geografiche, ma in questo modo non si creano effetti grotteschi che sarebbero derivati dal tradurre i dialetti britannici con dialetti italiani.

Questione particolare è stata quella della parola Korl, lo scarto della lavorazione del ferro, un materiale duttile, color carne, con cui il protagonista intaglia e scolpisce le proprie opere. È stato difficile capire se in italiano esistesse una parola equivalente, nel corso delle mie ricerche, ho trovato solo una parola: “ganga”, l'insieme dei materiali inutilizzabili che si trovano associati ai minerali utili di un giacimento minerario e che vengono eliminati col procedimento dell'arricchimento

4

. Nonostante ciò ho preferito mantenere la parola nella lingua originale, per ragioni stilistiche e di suono: la parola ganga richiama altri significati e ha un suono sgradevole. Inoltre la parola korl, all’interno del racconto è importante perché rappresenta un mondo, un contesto lavorativo, un momento preciso della storia dell’industrializzazione, traducendola mi sembrava di snaturare

“l’essenza” stessa della sostanza della statua e di situarla in un

contesto non appropriato.

(26)

XLVI

4. SULLA TRADUZIONE

4.1 Stile

Il racconto contiene una serie di elementi stilistici peculiari, che spesso ostacolano il lavoro di traduzione. A volte i periodi sono lunghi, composti da una lunga serie di proposizioni.

How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness of bidding them farewell, * lanes and alley and back-yards where the mill-hands lodged, * noting,

with a new eagerness, the filth and drunkenness, the

pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, * with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there? (p.24)

(27)

XLVII

Il periodo è una lunga domanda, ed è composta da una principale

«How the man wandered from one to another of his old haunts, with a half consciousness» e da una subordinata soggettiva «of bidding them farewell».

Segue una coordinata

«

lanes and alley and back-yards where the mill- hands lodged

»

e un’altra subordinata soggettiva che dipende dalla principale «noting, with a new eagerness, the filth and drunkenness, the pig-pens, the ash-heaps covered with potato-skins, the bloated, pimpled women at the doors, »

L’ultima subordinata che dipende dal verbo «noting», è una subordinata di secondo grado «with new disgust, a new sense of sudden triumph, and, under all, a new, vague dread, unknown before, smothered down, kept under, but still there».

Altre volte i periodi pur essendo brevi, pongono un problema di interpretazione del significato

You see the error underlying its argument so crearly, * that to him a true life was one of full development rather self-restraint? That he was deaf to the higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony? (p.23)

L’ambiguità semantica è costituita da «higher tone in a cry of voluntary suffering for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», «higher tone» può avere vari significati:

«higher tone» può significare tono “più alto” o “più acuto”; «cry of

voluntary suffering» la parola «cry» può significare tanto “pianto di

dolore” quanto “grido disperato” ed entrambi sono perfettamente

applicabili a questo contesto.

(28)

XLVIII

Per quanto riguarda «for truth’s sake than in the fullest low of spontaneous harmony», l’uso di «than» in questo caso confonde perché non si riferisce a un comparativo di maggioranza «higher tone…than» ma viene utilizzato con il significato di «anziché», ma l’interpretazione viene resa più difficoltosa dall’assenza di «rather».

Inoltre spesso l’ordine all’interno degli enunciati è marcato, il soggetto e il verbo vengono messi in seconda posizione. Rebecca Harding Davis, in questo modo, enfatizza il rema “miserabile enough she looked”. Questo tipo di enunciato, caratterizzato dallo spostamento a destra dell’oggetto è molto utilizzato nel teatro, nella drammaturgia, e ha lo scopo di attirare l’attenzione dello spettatore, o del lettore su un particolare elemento, in questo caso l’aspetto di Deborah.

«Miserable enough she looked, lying on the ashes like a limp, dirty, fag,- yet not an unfitting figure to crown the scene of hopeless discomfort and veiled crime» (p.9)

«Not one of themselves, they felt that… » (p. 10)

«Then flashed before his vivid poetic sense the man who had left him» (p.20)

«After the trial, too, came the queerest dodge of any customer I ever had.» (p.26)

Una caratteristica peculiare di tutto il testo è la presenza di domande dirette, rivolte al lettore:

«A cloudy day: do you know what is in a tow of ironworks?»(p.3)

«You laugh at it?» (p.10)

(29)

XLIX

«Do you remember rare moments when a sudden

light flashed over yourself, your world, your God?» (p.19)

«You laugh at the shallow temptation?» (p.23)

Queste domande sono sistemate in punti particolari del testo, delimitano la parte narrativo-descrittiva e segnalano l’inizio dell’intervento del narratore, del suo commento sulla vicenda appena raccontata.

Ovviamente trattandosi di un racconto sulla fonderia, viene utilizzato il linguaggio appartenente a quel campo semantico. Per ovviare a questo problema e conoscere la realtà della fonderia mi sono documentata, ho cercato informazioni sulla fonderie e i metodi di lavorazione del ferro. A questo proposito Internet è stato una preziosa fonte di informazione, ma anche i semplici dizionari monolingui sono stati molto utili:

«dragging masses of pig-iron» (p.3)

«the Welsh puddler» (p.4)

«lay great heaps of the refuse from the ore after the pig-metal is run. Korl we call it here.» (p.10)

Come già accennato in precedenza, il narratore riproduce la

mimesi, riportando dei dialoghi tra i personaggi del racconto, in modo

che la storia si racconti da sola. Gli interlocutori sono gli operai,

manovali o raccoglitrici di cotone. Nel racconto gli operai sono

emigranti irlandesi, scozzesi, gallesi, che nel Regno Unito già

(30)

L

svolgevano lavori duri come il minatore, per esempio il padre di Hugh Wolfe lavorava come minatore in Cornovaglia. Arrivavano in America con la speranza di un lavoro e di una vita migliore. Venivano reclutati nel loro paese d’origine da imprenditori britannici che investivano in America e avevano bisogno di manodopera, oppure erano gli immigrati stessi a partite.

Harding Davis non specifica la provenienza dei borghesi, i quali vengono presentati come Americani, non viene fatto nessun cenno alle eventuali origini britanniche. Questo particolare crea un’ulteriore differenza tra i due gruppi sociali, infatti i borghesi, già “Americani”

vengono presentati come i padroni non solo delle fabbriche, ma anche delle terre; mentre gli operai, immigrati, sono gli ultimi arrivati, e devono sottostare alle loro leggi nelle fabbriche e al di fuori di esse.

Questa differenza è rispecchiata nella lingua utilizzata dai due gruppi sociali. Le varianti della lingua sono spesso espressione di contesti sociali, geografici, professionali diversi, come affermano Hatim e Mason, che devono essere considerati al momento di affrontare la loro traduzione.

1

I discorsi degli operai contengono variazioni geografiche, infatti la scrittrice tenta di riprodurre le parole e soprattutto la pronuncia del dialetto.

Qui di seguito si può osservare un esempio di dialetto irlandese;

Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her, we dud. An wid ye! Le Deb alone! It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

1 H.ALBIR, Traducción y Traductología, Cátedra, Madrid 2001, pp.579-597.

(31)

LI

“Begorra” è un’intercalare irlandese arcaico, che si significa “By God”, è utilizzato come imprecazione non volgare, come “Accidenti, Accipicchia”.

Traduzione:

«Per Dio! Ancora al cotonificio. Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dare fastidio a una tranquilla.

Ci divertiremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!»

Questo è un esempio di variazione diatopica del Galles:

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night. Ye’d best

come. Inteet, Deb if hur ‘ll come, hur’ll hef fun.» (p.5)

Traduzione:

« C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

Nel caso dei borghesi in visita alla fonderia, invece la variazione non è diatopica, ma diastratica. La lingua è infatti caratteristica di una classe medio-alta, arricchita da francesismi o parole di origine latina che sono in corsivo nell’originale e citazioni colte. Infatti, come viene esplicitamente detto, gli operai stentano a capire i borghesi:

«Greek would not have been more unintellegiable (p.13)».

Francesismi:

«Study psycology in a lazy, dilettante way» (p.4)

(32)

LII

«a patron, in a blasé way» (p.13)

«Ce n’est pas mon affaire [...] Liberté et Egalité» (p.16)

«De profundis clamavi», citazione del salmo 129 dell’AnticoTestamento.

«Hungry and thirsty, his soul faints in him [...] I’m innocent of the blood of this man. See ye to it […] Inasmuch as ye did it unto one of the least of these, ye did unto me» (p.17) Citazione dal Vangelo di Matteo 25/40.

Ci sono riferimenti anche alla Divina Commedia di Dante, al canto decimo dell’Inferno, in particolare a Farinata degli Uberti.

«Yes. Yonder is Farinata himself in the burning tomb» (p.12)

4.2 Approccio traduttivo

La principale scelta che un traduttore si trova a dover affrontare quando inizia a tradurre qualsiasi testo è l’approccio traduttivo. In tutte le traduzione sono presenti riferimenti storici, culturali propri della cultura delle lingua di partenza. Possono essere presenti varianti geografiche, idioletto dei personaggi o dello scrittore, stile dello scrittore, ogni elemento deve essere osservato all’interno del testo e all’interno dell’epoca in cui il testo è stato composto. Come si può notare dal paragrafo precedente, gli elementi da considerare al momento della traduzione erano molti.

Lo stile della scrittrice poneva il primo quesito, rendere il testo

godibile senza stravolgere lo stile originale. Ho scelto di utilizzare un

approccio traduttivo più orientato al testo di arrivo, target oriented ,

2

(33)

2

(34)

LIII

ovvero ho dato la precedenza al pubblico italiano che leggerà il racconto. Cercando di trasmettere il senso, anche se ciò a volte ha

“tradito” lo stile originale della scrittrice.

I will tell you plainly that I have a great hope; and I bring it to you to be tested. It is this: that this terrible question is its own reply; that it is not the sentence of death we think it, but, from the very extremity of its darkness, the most solemn prophecy which the world has known of hope to come (p.5)

Ti dirò sinceramente che nutro una grande speranza; e te la espongo: che la terribile e indicibile domanda contenga la risposta; che non è la sentenza di morte che pensiamo, ma, dalla oscurità più buia, rappresenti, la profezia più solenne dell’avvento della Speranza che il mondo abbia mai ricevuto. (p.5 traduzione)

Qualche problema ulteriore si è presentato nei dialoghi in cui la

scrittrice introduceva delle varianti irlandesi e gallesi. Comprendere la

funzione del dialetto era fondamentale per tradurlo in maniera

efficace,

3

le varianti geografiche appaiono in momenti ben precisi,

quando gli operai o le raccoglitrici dialogano. L’inserimento dei

dialetti ha lo scopo di connotare ancora di più la classe operaia e di

distinguerla da quella borghese. Nel caso degli scambi di battute tra i

due protagonisti di origine gallesi, non è sempre presente l’uso del

dialetto, a volte, semplicemente le frasi contengono delle parole

mozzate, degli errori grammaticali.

(35)

LIV

«God forgi’ me woman! Things go harder wi’ you nor me. It's a worse share.»

(p. 20)

«Che Dio mi perdoni, donna! Le cose sono più dure per te che per me. Mal comune.» (p.31 traduzione)

Anche in questo caso, il mio atteggiamento è stato più orientato al testo di arrivo, target-oriented, cioè considerando che la funzione del dialetto era quella di sottolineare le distinzioni di ceto sociale tra manovali e borghesi, ho scelto di riprodurli con una lingua più colloquiale, meno formale, rispetto a quella utilizzata dai borghesi.

«Da’s a ball to Miss Potts’ to-night.

Ye’d best come.» «Inteet, Deb if hur

‘ll come, hur’ll hef fun. »

«No. Where is Kit Small, then?»

«Begorra! On the spools. Alley behint, though we helped her,

we dud. An wid ye! Le Deb alone!

It’s ondacent frettin’a quite body. Be the powers, ah we’ll have a night of it! There’ll be lashin’s o’ drink,- the Vargent be blessed and praised for ’t.

(p. 6)

«C’è un ballo per Potts stasera. Devi venire.»

«Vero, Deb, se ci vieni, ti diverti.»

«No? Ma dove si è cacciata Kit Small, allora?»

«Per Dio! Ancora al cotonificio.

Sempre indietro, l’abbiamo pure aiutata. Che stupide! Lasciate stare Deb! Non è giusto dar fastidio a una tranquilla. Ce la spasseremo tutta la notte! Ci sarà un sacco da bere, grazie a Dio!» (p.7-8 traduzione)

(36)

LV

Nei dialoghi tra i visitatori della fonderia, si capisce la scarto sociale anche per i riferimenti colti: Dante e la Bibbia. Inoltre ho scelto di utilizzare il “Lei” per il dialogo tra i borghesi, mentre ho mantenuto il

“tu” quando questi si rivolgono a Hugh, per differenziare.

«But the walk is worth the trouble. If it were not that you must have heard it so often, Kirby, I would tell you that your works look like Dante’s Inferno.» «Yes. Yonder is Farinata himself burning tomb,» * pointing to some figure in the shimmering shadows.» «Judging from some of the faces of your men they bid fair to try the reality of Dante’s visions, some day» (p.12)

«Ma la passeggiata vale la pena. Se non glielo l’avessero già detto tante volte, Kirby, direi che le sue

industrie sembrano l’Inferno di Dante.» «Sì quello là è Farinata nella sua tomba infuocata,» indicando delle ombre tremolanti.

«A giudicare dai volti degli operai»

disse l’altro, «sembra che si aspettino di vivere le visioni di Dante, prima o poi.» (p. 18)

(37)

LVI

Ovviamente utilizzando questo metodo si perde il riferimento linguistico alle varianti geografiche, ma in questo modo non si creano effetti grotteschi che sarebbero derivati dal tradurre i dialetti britannici con dialetti italiani.

Questione particolare è stata quella della parola Korl, lo scarto della lavorazione del ferro, un materiale duttile, color carne, con cui il protagonista intaglia e scolpisce le proprie opere. È stato difficile capire se in italiano esistesse una parola equivalente, nel corso delle mie ricerche, ho trovato solo una parola: “ganga”, l'insieme dei materiali inutilizzabili che si trovano associati ai minerali utili di un giacimento minerario e che vengono eliminati col procedimento dell'arricchimento

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. Nonostante ciò ho preferito mantenere la parola nella lingua originale, per ragioni stilistiche e di suono: la parola ganga richiama altri significati e ha un suono sgradevole. Inoltre la parola korl, all’interno del racconto è importante perché rappresenta un mondo, un contesto lavorativo, un momento preciso della storia dell’industrializzazione, traducendola mi sembrava di snaturare

“l’essenza” stessa della sostanza della statua e di situarla in un

contesto non appropriato.

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