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Bertini, che permette di calcolare l’indice di Controllo e Compensazione (CCI, Control and Compensation Index), tramite cui dare una misura numerica del ritmo di un’espressione linguistica

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Academic year: 2021

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Introduzione

La presente ricerca riporta i risultati di un lavoro sperimentale in cui è stato applicato ad un corpus di una varietà settentrionale della lingua tedesca il modello del ritmo elaborato da Bertinetto & Bertini, che permette di calcolare l’indice di Controllo e Compensazione (CCI, Control and Compensation Index), tramite cui dare una misura numerica del ritmo di un’espressione linguistica.

Come è noto la lingua è una struttura complessa, che può essere studiata su più livelli e, per ogni livello, è possibile considerare sia la struttura astratta (la langue di Saussurre) che la forma concreta (la parole), le quali sono praticamente due facce di una medesima medaglia. La lingua, inoltre, permette di costruire espressioni che possono essere considerate anche solamente per la loro forma fonica, con una propria musicalità.

Quest’ultima, che per la lingua è chiamata ‘prosodia’, è composta, per quanto riguarda i singoli segmenti, dal tono, dall’intensità e dalla durata, i quali formano ciascuno un proprio ‘contorno’. Per quanto riguarda le durate, il contorno costituisce la componente primaria del ritmo, nel quale convergono, però, anche aspetti del tono e dell’intensità.

Nell’ambito più ampio degli studi di fonetica e fonologia soprasegmentale, l’analisi del ritmo delle lingue permette di comprendere più chiaramente diverse questioni fonetiche, ed una migliore comprensione può essere anche d’aiuto in attività come la riabilitazione delle persone con disturbi del linguaggio, l’insegnamento della dizione e la didattica delle lingue straniere.

È inoltre possibile studiare il ritmo per individuare una tipologia linguistica, definendo alcuni tipi che contraddistinguerebbero ciascuno un gruppo di lingue. Comparare i diversi tipi costituisce l’obiettivo di un’ampia parte degli studi sul ritmo da quando la dicotomia stress-timing/syllable-timing fu proposta, poco prima della metà del XX secolo, dallo studioso americano Kenneth Lee Pike e riformulata da David Abercrombie in termini di isocronia, secondo la quale le unità dell’intervallo interaccentuale, nel primo tipo, o della sillaba, nel secondo, manterrebbero una durata costante. Questa

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teoria è entrata in crisi quando, in seguito allo sviluppo di metodi acustici per l’analisi del linguaggio, non ha ricevuto una conferma oggettiva; tuttavia, il periodo di crisi ha permesso di ricercare più in profondità gli aspetti della struttura fonetica che fanno sì che la lingua abbia un certo ritmo. Così, verso l’inizio del decennio scorso, gli studi sul ritmo hanno preso la direzione della ricerca di correlati acustici che potessero spiegare le diversità percepite.

La ricerca di correlati acustici è stata per lo più di tipo computazionale, in quanto l’obiettivo che si è posta è quello di rappresentare la tendenza ritmica di ciascuna lingua in termini quantitativi, tramite l’impiego di formule che, a partire dalle durate, calcolassero delle coordinate da assegnare alla lingua sul piano bidimensionale.

Chiaramente, spiegare il ritmo tramite l’impiego di metriche ne dà un’immagine in lontananza, la quale, tuttavia, è utile sia ai fini della tipologia che per la comprensione della ritmicità della lingua con uno sguardo maggiormente ravvicinato.

Tra gli indici elaborati dai modelli quantitativi del ritmo, l’indice di Controllo e Compensazione pare per alcuni aspetti migliore degli altri, in quanto considera le durate dei singoli segmenti, riportando la facies ritmica di una lingua al tipo di compressione che possono ricevere o meno i diversi foni. Fino ad ora questo indice è stato applicato a brani letti in diverse lingue da parlanti nativi ed alla varietà pisana dell’italiano, impiegando un corpus assai ampio di parlato semi-spontaneo. Nell’esperimento qui descritto viene applicato l’indice CC ad un corpus di parlato spontaneo in una varietà settentrionale della lingua tedesca; questa lingua presenta caratteristiche fonetiche tipicamente stress-timed ed è pertanto utile applicare ad essa l’indice di Controllo e Compensazione anche per un confronto con l’italiano, in modo da vedere come il modello rispecchi le differenze ritmiche tra le due lingue. È noto infatti anche a livello d’impressione come il tedesco e l’italiano abbiano due diversi ritmi, che appartengono rispettivamente al gruppo stress-timed ed al gruppo syllable-timed.

Il primo capitolo di questo lavoro introduce alcuni concetti chiave che verranno poi impiegati in seguito per descrivere il modello di Bertinetto & Bertini, come la ritmicità, la fonotassi e la coarticolazione e a compiere una panoramica della ritmicità nei diversi ambiti della fonetica e della fonologia. Vengono infine descritti in maniera riassuntiva i diversi modelli di produzione del parlato, tramite i quali si cerca di spiegare la struttura

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temporale dell’enunciato, come anche alcuni fenomeni che sono da essa dipendenti, ad esempio il ritmo.

Nel secondo capitolo viene descritta la storia degli studi sul ritmo e delle teorie nate da essi, partendo dalle prime osservazioni, in cui veniva confrontato il ritmo dell’inglese con quello del francese e dello spagnolo, fino alla ricerca di correlati acustici ed ai modelli tramite i quali viene spiegato il ritmo in termini quantitativi, concludendo con l’indice di controllo e compensazione.

La parte sperimentale viene descritta nel terzo capitolo, preceduta da una panoramica su alcuni aspetti della fonetica e fonologia della lingua tedesca che sono rilevanti per la presente ricerca, come ad esempio il trattamento di certe elisioni, la quantità delle vocali ed altri aspetti della prosodia. Viene poi descritto l’esperimento, le diverse criticità incontrate strada facendo e il modo in cui sono state risolte. Il capitolo termina con il commento ai risultati ed il paragone con quelli della ricerca svolta sull’italiano.

Con le conclusioni vengono tirate le fila di tutto il lavoro, e proposti possibili ulteriori sviluppi degli studi sul ritmo, particolarmente per la ricerca di metriche acustiche.

 

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