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UN ESEMPIO DI ANALISI DEGLI ERRORI DEL TIPO “ MOTORIO ”

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UN ESEMPIO DI ANALISI DEGLI ERRORI DEL TIPO

“ MOTORIO ”

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Ora, scendendo nell’ordine dell’operatività pratica , per dimostrare la validità di quanto detto teoricamente nei riguardi delle ricadute applicative (tecniche) inerenti gli errori del tipo Motorio, illustrerò brevemente un’analisi funzionale di tipo motorio riguardante un comune e frequente errore che implica una corretta esecuzione della motilità fine della mano.

Errato legamento vocale - consonante

Questo errore è singolare perché sembra seguire una particolare logica infantile che considera la correttezza come un fatto puramente intenzionale.

Cercherò di spiegarmi meglio.

Sopra è riportato un esempio tipico in cui il collegamento tra una vocale ed una consonante è compiuto tracciando due segmenti successivi.

Il primo collegamento parte dalla “o” e va verso il basso.

La “o” viene così a trasformarsi in una “a”.

Il secondo segmento incrocia il primo che di per sé è costitutivo della lettera “l”.

La logica soggiacente porterebbe a considerare il fatto che il bambino la “o” l’ha pur scritta.

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Ora il fatto che nel collegare la “o” alla “l” sia portato a prolungare il “ricciolino” della

“o”, per il soggetto non costituirebbe un cambiamento concreto della “o” in “a”, dal momento che lui l’aveva scritta giusta.

La maggior parte di questi errori comunque non illustra con chiarezza il quadro interpretativo sopra descritto, bensì il tutto viene eseguito con la massima disinvoltura come se il prolungamento di “o” fosse logico farlo comunque, anche se trasforma la “o” in una “a”.

A quanto pare, per il bambino quello che conta è l’intenzione.

Tutto sta forse, nel far acquisire al bimbo una direzionalità di collegamento diversa da quella obliqua verso il basso, e quindi più adeguata, ovvero orizzontale e di estensione più breve.

Tutto questo può essere compreso tramite un esempio di esecuzione ludica?

Un tentativo si può fare.

Lo farò qui ora sottoforma di ipotesi operativa facendo riferimento a quel diffusissimo gioco che va sotto il nome di “girotondo”.

In forma colloquiale potrebbe essere detto così:

Quando fai il girotondo per prendere la mano del compagno allunghi il braccio? Lo allunghi verso il basso? O verso di lui?

Non ti accorgi che allungando verso il basso il braccino della “o” hai eseguito una strada più lunga di quanto occorra, trasformando quindi la “o”in “a” ?

La direzione quindi che percorre la strada più breve e non deformante non è l’obliqua verso il basso ma quella orizzontale.

In tal modo la “o” resta “o” e la distanza si abbrevia.

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