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Academic year: 2022

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RELAZIONE TECNICA Premessa

Il progetto che presentiamo affronta una parte delle problematiche che la vasta area di intervento propone.

Si concentra, in particolare sulla Piazza del Mercatale e propone l’utilizzo di una piccola porzione del Colle Delle Vigne.

La complessiva sistemazione paesaggistica che vede oggi, sia il contrafforte di F. di Giorgio che la Collina Delle Vigne, aggrediti da una sovrabbondante vegetazione per la maggior parte senza qualità, ha bisogno di essere affrontata con un approccio “semplice” e poi, se necessario, proseguita con progetti mirati.

Si suggerisce dunque per iniziare, di effettuare una manutenzione straordinaria con disboscamenti controllati per rendere visibile e riportare “in misura” tutto il complesso delle aree.

L’aspetto ideale del paesaggio è infatti quello che appare dalle immagini e foto dell’inizio dello scorso secolo:

questa è una nostra prima indicazione progettuale.

Il progetto si occupa del borgo che si affaccia sulla piazza nella consapevolezza che anche la parte che prosegue lungo la Statale merita un intervento significativo.

Per questa, in futuro, si può

provvedere ad un

allargamento della strada che consenta di liberare tutto il fronte dei fabbricati dalla sosta delle auto, sostituendo l’attuale percorso pedonale a sbalzo che si snoda attualmente lungo tale accesso con un piccolo viadotto largo 4/6 mt.

Come si può immaginare, è necessario che le proposte progettuali abbiano una compiutezza che permetta una valutazione concreta, pertanto la nostra attenzione si è concentrata su un ambito e obbiettivi effettivamente perseguibili che seppur non esaustivi, descrivono possibilità di intervento di immediata praticabilità:

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2 La soluzione viabilistica alla base del progetto consente un uso completamente pedonale degli

oltre 10000 mq. della piazza.

La pavimentazione a prato della maggior parte della superficie pedonale rinnova in modo semplice, spontaneo e con caratteristiche di versatilità, l’utilizzo della grande corte del Mercatale.

Con la finalità che la ns. proposta venga valutata in un contesto di evoluzione complessiva, suggeriamo un orientamento per l’utilizzo degli spazi della data:

Urbino è un luogo di studio e di ricerca. Le giovani generazioni la frequentano soprattutto per conseguimento del diploma. In seguito, la lasciano per avviare le loro attività lavorative.

Università, Accademia, I.S.I.A., Itis, Scuola del Libro, sono luoghi di formazione, tutti ad alto livello. Università straniere hanno interscambi attivi con la città.

Nessun percorso lavorativo ha una sede praticabile immediatamente dopo la formazione

La Data può essere individuata ed orientata come un luogo dedicato alla progettazione della propria attività per tutti i giovani che vogliono iniziare una attività imprenditoriale in qualsiasi campo creativo.

I 2.000 mq. di spazio possono essere messi a disposizione ai soli costi di esercizio ed essere anche sede legale di singoli o di gruppi (40/50 società) per l’inizio della loro attività lavorativa sia artistica, sia di design, sia tecnica.

Le imprese del territorio possono trovare lì una base per le risorse umane.

Si parla oggi di Start Up. La Data potrebbe accogliere in maniera aperta, seppur debitamente organizzata, tutte le iniziative che praticano tale visione.

Diventerebbe importante quindi:

la sua veloce e pratica accessibilità veicolare, unico luogo della città adatto al rapido movimento necessario alle nuove realtà imprenditoriali; il borgo risulterebbe per la stessa un luogo di servizio in grado di trasformarsi ed adeguarsi a nuove richieste.

la accessibilità diretta dalla piazza, preferibilmente dall’ingresso centrale a quota terra munito di reception e di immediato uso dell’ascensore.

Il Progetto

LA TRAMA DELL’INTELLIGENZA Tre semplici mosse

1) Liberare completamente il Mercatale dal traffico veicolare mantenendone la funzionalità 2) Rendere la piazza il luogo dell’accoglienza della vitalità e dell’identità collettiva della città

come è sempre stata fino agli inizi del 900

3) Disegnare in essa la trama dell’intelligenza di Urbino città, in modo da rendere leggibile a tutti la storia affascinante e nuova della sua bellezza architettonica, urbanistica, umana.

Prima mossa

La quota di porta Valbona è di c.a. 2mt. inferiore a quella del complesso del Mercatale.

Questo dato ha suggerito di portare la viabilità in uscita dalla porta, con una leggera pendenza e deviazione, al primo livello interrato del parcheggio, e di coprirla con un solaio di 15mt.x30 che collega il borgo alla piazza senza soluzione di continuità.

Nel sottopasso viene intercettata l’uscita del parcheggio e quindi tutto il traffico veicolare proveniente da porta Valbona, dal Colle delle Vigne e dal parcheggio stesso.

Se si vuole consentire il passaggio di mezzi fino ad una altezza di 3,20 In sede esecutiva dovrà essere valutata la possibilità di dimensionare e posizionare in maniera ottimale la quota di percorrenza della strada ed il solaio di copertura.

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3 Da porta Valbona i pedoni salgono verso il borgo così come avviene oggi, protetti da un viale alberato pedonale che si collega senza soluzione di continuità allo spazio completamente pedonale della nuova piazza.

Il viale sarà utilizzato anche dai mezzi di servizio, quelli fuori sagoma e quelli di emergenza, con le regole delle isole pedonali (zona 30) completando tutto il sistema del traffico veicolare pubblico e privato che interessa il Mercatale, ad esclusione degli spazi manovra e sosta autobus descritti in seguito.

La risalita verso la statale avviene con una pendenza del 6% abbassando di c.a. 90 cm il livello della strada statale verso la connessione con la risalita stessa, in considerazione che successivi strati di asfalto ne hanno elevato la quota sul viadotto e che tale ribassamento sarà compensato da marciapiedi e da una lieve maggior pendenza verso il lato sud est in tutta la sua lunghezza lungo il viadotto.

La viabilità parzialmente interrata è una

“strada parcheggio” attrezzata con 45 posti auto, circa gli stessi che oggi sono utilizzati al servizio del borgo con disco orario.

Questa nuova sistemazione consentirà di dotare il parcheggio interrato di un ascensore che serve entrambi i livelli ed atterra sul nuovo solaio.

Il secondo intervento dedicato alla liberazione della piazza dai veicoli, riguarda gli autobus:

il nuovo punto per la fermata e la manovra, è localizzato interamente attorno alla rampa di accesso al parcheggio, sul lato sud est della piazza.

Lo spazio asfaltato è dimensionato per contenere in contemporanea fino a tre/quattro mezzi in sosta e consentire una agevole manovra dei bus migliorando nel complesso anche l’accesso delle auto al parcheggio interrato.

La porzione di piazza dedicata a questo uso, essendo già presente l’ingresso al parcheggio interrato, risulta quella di minor impatto e contemporaneamente la più comoda ed attrezzata per ogni tipo di visitatore, che trova, a pochi passi, l’ingresso alla Data e agli ascensori.

In considerazione del fatto che la maggior parte dei grandi autobus arrivano dalla direzione del bastione S. Caterina e verso la stessa direzione ripartono, la fermata e la manovra localizzata in tale angolo risulta la più funzionale e la meno invasiva sia per l’inquinamento ambientale che paesaggistico.

Sul perimetro della piazza, lungo le mura, viene conservata un’area pavimentata di larghezza minima 5mt. sempre utilizzabile come percorso per mezzi al servizio delle attività che si

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4 svolgeranno nella piazza. Le anse pavimentate create tra le superfici a prato, consentono la sosta di una decina di mezzi di servizio.

Tutto il perimetro della piazza resta quindi accessibile per qualsiasi mezzo di soccorso.

Seconda mossa

Restituire alla memoria ed all’uso moderno una grande infrastruttura come il “Campo Del Duca”:

il campo dal quale il Duca esplicava la sua importante attività imprenditoriale:

“prima e moderna fornitura professionale di servizi a tutta Italia”.

Federico, con gli attualissimi contratti di condotta per i servizi di difesa, ha svolto la sua attività imprenditoriale facendo la fortuna della sua comunità e rendendo la sua dimora uno dei luoghi più importanti del mondo dal punto di vista culturale e tecnico

Ha fornito tali servizi con una moderna ed efficiente dotazione di mezzi ed una logistica di cui il Mercatale è una realizzazione e testimonianza ancora oggi di importanza strategica per la città.

È stato e sarà l’unico luogo di immediata accessibilità dell’intera città, sia per i suoi abitanti, sia per i visitatori.

Solo oggi, in riposo e stesi sul prato, si può comprendere appieno il significato della DATA (grandi stalle e depositi pronti all’uso durante tutto l’anno giorno e notte) della RAMPA di salita al palazzo ed ai suoi SOTTERANEI che permettevano alla guardia scelta di essere sempre preparati alle loro attività contrattuali, muniti, secondo civiltà, di servizi e vettovagliamenti adeguati al servizio del PALAZZO, non fortezza, ma luogo di lavoro e di governo oltre che di splendida residenza.

Solo in epoca estremamente attuale si sono verificate situazioni similari di compendio di tante attività professionali, urbane e residenziali così ben declinate e solo in America al tempo dei primi grandi imprenditori tante funzioni civili, statali, imprenditoriali e culturali sono state raggruppate in uno spazio unico e controllato.

Dunque, per il campo del duca, è prevista una estesa pavimentazione a prato pensile, realizzato con le specifiche come descritte nella nota finale.

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5 Sarà una piazza “parco”, utilizzabile con libertà da tutti (come i parchi inglesi), e per Urbino un luogo di riposo della mente e del corpo non necessariamente da raggiugere con fatica come la quasi totalità degli altri splendidi luoghi.

Le aree completamente pedonalizzate, verdi e pavimentate di 10000 mq. di estensione, potranno ospitare tutti i tipi di manifestazioni restituendo allo spazio del Mercatale, il carattere di un teatro all’aperto unico, con gli spalti costituiti dalle mura, dalla data, dal palazzo e dal colle delle vigne che vi si affaccia. Allo stesso modo lo era per il duca Federico che vedeva lì schierate le “lance” (unità tattiche composte da uomini mezzi ed attrezzature al soldo delle attività di servizio del duca), le parate, le accoglienze e gli importantissimi mercati.

È la restituzione al mercatale del suo uso più antico e più sano ed il tempo ne consoliderà i vantaggi e l’efficacia per tutta la città.

Il borgo, anch’esso liberato dalle auto e dai bus, riconquisterà il suo ruolo di punto importante di incontro per tutta la città. Lo spazio pedonale davanti ai fabbricati è molto ampio e completamente concedibile ai bar o negozi all’aperto.

Nel progetto si intravede sul prato, davanti al borgo, una superficie dedicata all’acqua, non troppo grande né troppo piccola ma necessaria, come un tempo, a stabilire un rapporto completo con tutti gli elementi essenziali della vita.

Intorno a questa vasca fontana, a raso, potranno eventualmente trovare sede dei chioschi, attivi tutto l’anno o stagionali, anche questi necessari ad articolare un uso attivo dello spazio del lavoro e del tempo libero.

Ai lati sud e nord del campo, con un leggero rialzo del terreno sono messi a dimora alcuni esemplari di piante importanti.

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6 Terza mossa - Le trame dell’intelligenza

Quando si “prendono le misure” di Urbino ci si rende conto che la complessità, a cui è sottesa una intelligenza particolare come quella del duca e dei suoi artisti ed architetti, disegna infinite tracce che rilette oggi e sovrapposte rendono esplicita la loro essenza.

Le tre principali trame sono:

1) L’arrivo alla città dai luoghi di maggior interesse del ducato: l’Umbria e la Toscana (sud ovest) Da qui due linee tra loro ortogonali:

- il contrafforte, viadotto e contenimento del mercatale di Francesco di Giorgio - il viale di porta Valbona, principale accesso alla città.

2) La linea che congiunge i due bastioni prossimi al palazzo ducale, S. Caterina e Frati,

(La linea di tiro più importante per la difesa, quella del principale accesso alla città) si incrocia ortogonalmente con l’orientamento della visuale dai Torricini e dalle logge del palazzo, quasi come un arco teso verso Città di Castello, Arezzo e Firenze. Da quel luogo si controlla tutto.

3) l’orientamento perfetto in linea con i 4 punti cardinali delle corti del palazzo, piazza grande, giardino pensile, corte ducale e corte del Pasquino.

Il progetto della piazza suggerisce l’uso di queste tracce e ne propone una lettura a diversi strati di interesse.

I percorsi sul prato indicano direzioni già presenti nelle scelte urbanistiche ed architettoniche dei progettisti che si sono succeduti nella città di Urbino:

La direzione nord, sud, est, ovest, esatto orientamento dei cortili del palazzo ducale, determina la partitura base della piazza verde.

La corte della piazza di ingresso, la corte del giardino pensile, la corte del palazzo, la corte del Pasquino sono come proiettate a terra dalla conformazione della geometria già presente in queste.

I percorsi e i gradi spazi a prato ne raccontano i riferimenti.

Sul lato sud e sul lato nord è prevista la messa a dimora di alcune piante importanti realizzando, su questi lati, due terrapieni fino all’altezza di 1 mt dalla quota del prato pensile e raccordati dolcemente allo stesso.

Si ottiene così una sorta di disegno di giardino all’italiana per corti di prato e alberi segnati da percorsi in piano costituiti, in parte dalle griglie del parcheggio e in parte dai nuovi camminamenti realizzati con semplici lastre di pietra inserite a raso sul prato.

La direzione della linea di tiro dei bastioni S. Caterina e dei Frati si incrocia ortogonalmente con il perfetto orientamento e la linea visuale dei Torricini verso la miglior esposizione ambientale degli alloggi (sud ovest verso Città di Castello, verso la via di accesso e uscita delle attività imprenditoriali del Duca. Il mercatale infatti costituiva il luogo di adunata di tutte le sue lance in costante e perfetta attività e preparazione, costituiva la base logistica della sua moderna ed efficace attività imprenditoriale nel settore dei servizi).

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7 Il progetto ne propone una percorrenza che, passando per il fabbricato oggi in uso alla polizia trasformato luogo di accoglienza e informazione per i visitatori, prosegue con una scalinata rettilinea verso il bastione dei Frati fino alla parte pianeggiante al contorno della fortezza Albornoz.

Si completa in tal modo la praticabilità di tutto il percorso esterno delle mura di Urbino. Questo è l’unico intervento proposto sulla Collina delle Vigne.

Il percorso rettilineo della Scala delle Vigne è realizzato con un modulo di 15 gradini (lunghezza del modulo 6 mt. larg. 1.80 dislivello coperto mt. 2.5) costruito con le stesse caratteristiche di una rampa oggi presente nella collina a sud al servizio della casa del parco, realizzata in mattoni pieni.

Venti moduli si adattano, con lievi modifiche al profilo del terreno, a percorrere lungo la linea di tiro tra i bastioni, il dislivello di 52 mt. esistente tra la piazzola in essere sulla collina alle spalle della stazione di polizia ed il pianoro sul retro del bastione dei Frati.

La ragione di questa nuova traccia è dettata dal fatto che tale scalinata, se percorsa in discesa dal bastione e dalla fortezza, offre una vista ed una descrizione della città e del raffinato controllo che ne esercitava il Duca dalla sua residenza, in termini progettuali e strategici, e del lavoro che hanno compiuto nel tempo i migliori progettisti di opere civili e militari di cui per fortuna abbiamo conservato quasi integre le testimonianze.

La verifica sulla sezione del terreno della scala proposta ci fa ritenere questo tipo di intervento come non invasivo. Qualora la Sovrintendenza lo ritenesse non realizzabile la stessa operazione potrebbe essere effettuata con materiali leggeri tipo acciaio corten e lastre in pietra.

Nella immagine del Mingucci si vede chiaramente un sentiero che effettua un percorso similare a testimonianza della funzionalità dello stesso.

Il progetto suggerisce la possibilità di un recupero formale e funzionale della stazione di polizia verso un utilizzo di casa di accoglienza urbana, anche piccolo albergo, con all’interno un pubblico esercizio ed un ascensore collegato a ponte con la piazzola esistente sul retro nella collina.

La piccola casa albergo può ospitare tutto il materiale informativo sulla città, potrà essere il luogo di accesso - uscita in grado di completare le visite e con un piccolo shop, distribuire i primi e gli ultimi ricordi.

La scuola del nord Europa insegna che tali luoghi, ben gestiti privatamente, possono risultare di estremo interesse per i visitatori.

Diventano infatti punti di riferimento facilmente accessibili in auto e a piedi per iniziare o concludere una visita proprio in città “impervie” come Urbino.

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8 Ultima trama, il viale di ingresso e uscita da porta Valbona, interamente pedonalizzato e utilizzato solo da i mezzi autorizzati che non entrano nel sottopasso, conserva e ritrova lo splendore del suo carattere di ingresso alla città come avveniva fino agli inizi del secolo.

Questa direzione è perfettamente ortogonale al viadotto di F. Di Giorgio, opera di mirabile ingegneria che è assolutamente necessario liberare dalle troppe piante che la soffocano prendendo spunto dalle foto di inizio 900 che la raccontano molto ben curata.

Le trame o tracce a terra che disegnano i percorsi della piazza costituiscono una lettura che sarà raccontata da alcune scritte presenti nei percorsi stessi che consentiranno, a chi ha interesse, di riflettere e ripercorrere con una sorta di “guida” la struttura profonda della città, dei suoi palazzi, della sua architettura militare, del suo impianto urbano, rendendo più ricco e stabile il ricordo della complessità sottesa alla sua storia.

NOTE TECNICHE SUL PRATO PENSILE

Per la maggior parte della superficie della piazza pedonale è prevista una pavimentazione a prato pensile.

Il progetto è quindi stato redatto con la consulenza della più esperta azienda nazionale che ha referenze adeguate per realizzazioni simili.

La pavimentazione a verde proposta è infatti in grado di resistere a percorrenze intensive ed è strutturata per rispondere adeguatamente alle varie condizioni climatiche ed a tutti gli avvenimenti atmosferici.

Qui di seguito proponiamo in sintesi le voci principali di capitolato e le verifiche che sono state effettuate sulla capacità drenante per le condizioni climatiche di Urbino.

VERIFICA SULLA CAPACITA’ DRENANTE PREMESSA

I moderni approcci alla pianificazione tendono a promuovere l’adozione di diverse strategie di gestione delle acque in funzione delle diverse grandezze che può assumere l’evento meteorico.

È ormai accettata una suddivisione in piccoli temporali (frequenti), medi temporali (infrequenti) e temporali estremi (rari). I primi sono di solito i più rilevanti dal punto di vista volumetrico visto che comprendono circa il 90% dell’acqua scaricata in un anno ma sono anche poco intensi. Per questi eventi è possibile e vantaggioso utilizzare sistemi di ritenzione, in grado cioè di accumulare stabilmente l’acqua piovuta e riutilizzarla o restituirla lentamente in atmosfera.

I temporali medi invece sono troppo intensi e non abbastanza frequenti da giustificare l’accumulo di tutto il volume piovuto. La strategia più sostenibile per gestire precipitazioni di questo tipo è di trattenere temporaneamente l’acqua in modo da ritardare il picco di scarico e contribuire così alla decongestione dell’impianto di smaltimento.

I temporali estremi presentano invece intensità troppo elevate perché qualunque forma di accumulo, seppur temporaneo, sia realizzabile: l’unica strategia attuabile consiste nel prevedere tali eventi ed adottare tutte le strategie possibili per convogliare e rapidamente allontanare l’acqua prima che questa possa causare danni. I sistemi 000 contribuiscono a gestire correttamente gli eventi meteorici in tutti i casi enumerati, tuttavia riteniamo che nel caso specifico sia opportuno

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9 approfondire solo il comportamento nel caso di temporali estremi, cioè quelli che se mal gestiti possono portare all’allagamento del tetto. EVENTI RARI – TEMPORALI ESTREMI

L’intensità di pioggia con durata 15 minuti e tempo di ritorno 20 anni per Urbino è pari a 105 mm/h

= 0.029 l/(m² * s). Il dato è stato reperito da una relazione geologica commissionata dalla riserva naturale statale “Gola del Furlo” nel 2011. Segnaliamo che in base alla norma UNI EN12056-3, al punto 4.2.1, disponendo di dati statistici affidabili, non è necessario ricorrere ad ulteriori coefficienti di rischio. È dunque necessario che il sistema a verde pensile non opponga ostacolo al deflusso delle acque in nessuno dei seguenti comparti: infiltrazione verticale nel sistema, scorrimento orizzontale all’interno dell’elemento drenante, smaltimento attraverso gli scarichi. Infiltrazione verticale nel sistema. La prima semplice ma necessaria verifica riguarda il complesso substrato- filtro, infatti è necessario assicurarsi che il sistema a verde pensile non costituisca ostacolo al flusso verticale di infiltrazione dalla superficie del substrato all’elemento drenante.

Questa verifica può essere effettuata sperimentalmente in quanto la scala di laboratorio è identica alla scala reale. L’elevata permeabilità del complesso Terra Mediterranea - MediFilter è stata confermata da simulazioni presso l’università di Genova, dove con intensità pluviometriche notevolmente superiori (superiori a 190 mm/h), l’intensità del deflusso in uscita non risultava attenuata e il sistema dimostrava di convogliare efficacemente l’acqua agli scarichi durante i temporali estremi. Si segnala inoltre l’importanza, conformemente alle indicazioni della norma UNI 11235, di utilizzare un elemento filtrante con l’apertura dei pori compresa tra 0,1 e 0,2 mm ed un substrato con fuso granulometrico adeguato, poiché queste accortezze riducono sostanzialmente il rischio di intasamento del filtro. Nei sistemi 000, addirittura, all’interno dei range normati, si è individuato un rapporto ottimale tra apertura del filtro e granulometria della Terra Mediterranea, in modo da offrire le migliori garanzie di durabilità nel tempo delle caratteristiche idrauliche.

Numero degli scarichi.

Per individuare le caratteristiche degli scarichi utili a smaltire efficacemente simili eventi, si applica il metodo razionale riportato nella norma UNI EN 12056-3. È opportuno sottolineare che qualora l’oggetto della verifica idraulica sia la “portata”, cioè l’espressione numerica del flusso istantaneo di acqua attraverso un pluviale o un elemento drenante, deve essere utilizzato il coefficiente di afflusso Φ, non il coefficiente di deflusso ψ. Il primo infatti esprime la riduzione che il verde pensile induce sulla portata massima di scarico, mentre il coefficiente di deflusso descrive l’effetto del verde pensile sullo scarico da un punto di vista volumetrico, cioè l’integrale della portata in un dato intervallo di tempo.

La quantità drenata dall’intera copertura risulta pertanto: Q = 0,029 * 5020 * 0.9 = 131 l/s circa Secondo UNI EN 12056-3, un pluviale verticale di dimensione nominale 100 mm può smaltire 10,7 l/s con un grado di riempimento di 0,33. L’intera copertura richiederebbe dunque almeno 13 scarichi con diametro nominale 100 mm.

Verifica sull’elemento drenante. Abbiamo ipotizzato che possano venir collocati allineati su una linea di impluvio collocata in corrispondenza della linea blu nell’immagine a fianco, in modo da favorire la successiva immissione nei serbatoi d’accumulo indicati dai cerchi rossi. In tal caso sarebbe necessario che lo strato di drenaggio del sistema a verde pensile sia in grado di accompagnare le portate di deflusso generate fino agli scarichi, lungo tutta la copertura, senza andare in crisi. Lo strato drenante deve infatti garantire che l’acqua di deflusso possa raggiungere gli scarichi senza che il livello di falda si sollevi fino ad interessare il substrato o l’elemento filtrante. L’adeguatezza di un elemento drenante

dipende oltre che dall’intensità di pioggia considerata anche dal coefficiente di afflusso del sistema a verde pensile e dalla geometria della copertura. Per tenerne conto bisogna ricorrere nuovamente ad una procedura di calcolo. La proposta a verde pensile 000 prevede il pannello drenante MediDrain MD 40 A gradiente idraulico i=0.01 il pannello garantisce la seguente portata certificata:

QMD40 = 1.5 l/(s*m). Pertanto L = 1.5/(0.029 *0.9) = 57 m circa. Nell’ipotesi di posizionamento degli scarichi, rappresentata precedentemente, localmente, si potrebbe dover drenare lunghezze superiori, stimate fino a 64 m. La soluzione a questo inconveniente consiste nell’adottare un pannello con maggiore capacità drenante per gestire la lunghezza di falda rimanente a valle. Il pannello drenante MediDrain MD 40 Quad a gradiente idraulico i=0.01 garantisce la portata certificata. Sulla copertura, sarà quindi necessario realizzare lo strato drenante con Medidrain MD40 nella parte a monte, per una lunghezza di falda non superiore a 56.6 m a partire dal colmo, i metri di falda restanti potranno essere realizzati con il pannello MediDrain MD40 Quad, garantendo in tal modo la piena funzionalità dello strato drenante anche sotto precipitazioni estreme.

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10 In seguito a tali considerazioni affermiamo che è possibile realizzare il sistema tetto, comprensivo del verde pensile, in modo da convogliare in maniera rapida, efficace e sicura anche eventi di estrema violenza, senza comportare ostacoli al deflusso delle acque ed evitando allagamenti e carichi sul solaio imprevisti.

VOCI DI CAPITOLATO - SISTEMI PER VERDE PENSILE intensivo leggero prato. La descrizione seguente si riferisce ai punti da 2 a 5

Fornitura e posa in opera del sistema tipo 000 verde pensile intensivo leggero RIC (risparmio idrico controllato) a tappeto erboso o equivalente, costituito da feltro ritentore e di protezione meccanica, elemento di accumulo drenaggio aerazione e controllo del flusso di vapore, telo filtrante e substrato, interamente a norma UNI 11235:2015.

Caratteristiche del sistema:spessore totale del sistema pari a 25 cm ± 5% con spessore di substrato a compattazione avvenuta pari a 20 cm; peso a massima ritenzione idrica, esclusa vegetazione, non superiore a 310 kg/m²; a PF1 volume d’aria ≥ 76 l/m²; massima acqua trattenuta MT ≥ 108 l/m², acqua totale disponibile ATD ≥ 90 l/m², rapporto di utilizzabilità UT ≥ 0.82, rapporto di efficienza EF ≥ 0.58. Il coefficiente di deflusso del sistema certificato da istituti indipendenti deve essere C ≤ 0,19. La resistenza termica del sistema a massima ritenzione idrica è R ≥ 0.60 (m2K)/W secondo rapporto di istituto indipendente.

Caratteristiche del feltro ritentore: Tipo Idromant 4 o equivalente con accumulo di acqua disponibile (a potenziale compreso tra 0 e -1.5 MPa) non inferiore a 14 l/m². L’acqua disponibile, se trasferita teoricamente nel substrato secco (al punto di appassimento permanente), deve essere sufficiente a reidratarlo ad un potenziale idrico non inferiore a -0,5 MPa.

Caratteristiche dell’elemento drenante: Tipo MediDrain MD 40 o equivalente, deve avere una conducibilità idraulica totale a 20kPa (secondo norma EN ISO 12958) a gradiente idraulico i = 0,01 non inferiore a 1,5 l/sm e ad i = 0,1 non inferiore a 4,6 l/sm.

Caratteristiche del substrato: Substrato tipo Terra Mediterranea TMI o equivalente, con le seguenti caratteristiche: massa di particelle con granulometria <0,05mm inferiore al 5%, velocità di infiltrazione compresa tra 10 e 60 mm/min, capacità di scambio cationico1 superiore a 18 meq/100g, sostanza organica2 inferiore al 8% in massa, porosità tra 60 e 70%. Al punto di appassimento permanente (-1,5 MPa), il contenuto d’acqua3 deve essere non superiore all’12%

v/v. La quantità d’acqua disponibile per le piante non deve essere inferiore al 30% v/v. Peso a massima saturazione 1400 kg/mc.

1.La CSC indica la capacità del substrato di trattenere e rendere disponibili i principali nutrienti.

Valori elevati indicano una buona fertilità.

2.La sostanza organica in un terreno svolge importanti funzioni: dà struttura, aumenta la CSC, nutre i microrganismi. Tuttavia, l’eccesso di sostanza organica favorisce le piante infestanti, perde progressivamente volume e si compatta. Terra Mediterranea mantiene ottime caratteristiche strutturali e di CSC nel tempo grazie alle componenti minerali di alta qualità. La sostanza organica è ridotta al minimo indispensabile per i microrganismi ed è paragonabile a quella presente nei terreni naturali.

3.Un buon substrato deve avere contenuto idrico basso al punto di appassimento ed elevato a capacità di campo, il che si traduce in molta acqua disponibile. La sola informazione del massimo contenuto idrico infatti non dice nulla sulla reale disponibilità dell’acqua accumulata sul tetto.

VEGETAZIONE-Fornitura e posa in opera di vegetazione di tipo intensivo leggero 100% della superficie totale trattata a prato (tappeto erboso polifitico) adatto all’uso della superficie e dell’esposizione.

IMPIANTO DI IRRIGAZIONE-Per la superficie a prato il sistema prevede la fornitura e posa in opera di impianto di irrigazione statico e/o dinamico formato da: collettori di distribuzione con elettrovalvole autopulenti, antiusura con controllo di flusso, filtro sulla membrana e dispositivo di apertura e chiusura lenta; collettori dotati di microsfera per lo scarico invernale dell’impianto e alloggiati in appositi pozzetti di ispezione; centralina elettronica programmata a tempo e con inclusa batteria ricaricabile per la riserva della memoria; dispositivo “Rein Check” per l’interruzione dei cicli irrigui in caso di pioggia ed il ripristino del programma ad evaporazione avvenuta dei mm d’acqua dovuti alla precipitazione; tubazioni di alimentazione e di adduzione ai vari settori con diametri variabili, inattaccabili agli agenti del sottosuolo e provviste di apposite valvole di drenaggio automatiche; irrigatori dinamici a turbina a cerchio intero e/o a settore variabile, con gittata regolabile e ugelli intercambiabili; irrigatori statici antiurto e anticorrosione con ugello ad angolo di lavoro regolabile, frizione per la regolazione della direzione del getto dopo l'installazione, con molla di richiamo pistone.

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