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...Come la coda nel Grande Raccordo Anulare

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Academic year: 2022

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Questa volta vi scriviamo dai banchi di scuola, con le mascherine sul volto e gli stessi sguardi di sempre, con la consape- volezza di essere tornati nelle nostre aule per riannodare quei fili che sem- bravano essersi spezzati nella chiusura dello scorso anno. E’ stata ed è ancora una prova difficile che stiamo superan- do con la consapevolezza di dover accet- tare i cambiamenti che la vita ci pone di fronte. Stiamo imparando a muoverci dentro spazi limitati che, però, possiamo superare con i voli della fantasia e del- l’immaginazione. Mai come in questo periodo la “siepe” che limita la vista del- l’orizzonte nell’ “Infinito” di Leopardi, è il simbolo della nostra quotidianità. Se non possiamo spostarla, possiamo immaginare cosa ci sia oltre e confron- tarlo con quello che abbiamo. Solo così impariamo a scoprire, tra un filo spina- to, uno stop, una distanza da mantenere, che i momenti felici ci sono sempre e che vanno scoperti con lo stupore dei bam- bini. Sono proprio loro che ci insegnano a trovare, in quello che è più vicino, un’occasione per sorridere. Dedichiamo questo numero a tutti gli alunni e le alunne che con il loro sguardo, oltre la mascherina, continuano a guardare il mondo con curiosità e con la voglia di ricominciare.

Periodico dell’Istituto Scolastico Comprensivo “Via Ceneda”- Anno V - N. 7- settembre 2020-marzo 2021

EDITORIALE

...Come la coda

nel Grande Raccordo Anulare

Lo so, lo so. Diciamo che questo periodo ci sembra un po’ come la coda nel Grande Raccordo Anulare in orario di punta: lungo, infinito, senza via d’uscita. E quindi ci risulta difficile cercare di vedere gli aspetti positivi di questi tempi. Ci verrebbe da pensare che di positivo c’è solo il tampone. Che di “aspetto”

c’è solo il colore della propria regione.

Qualche volta può sembrare che la situazione stia migliorando, ma spesso quel miglioramen- to si rivela solo un miraggio, una luce lontana e irraggiungibile (per riprendere la metafora di prima, l’inizio della fila e la fine dell’attesa in macchina). Insomma, non si può negare il fatto che il livello della nostra positività e della nostra fiducia nel futuro è sceso come un sasso del peso di un quintale buttato nella fossa delle Marianne. Tutti (e con tutti intendo gli adulti) dicono che la nostra generazione è stata la più colpita dal punto di vista psicologico da questa pandemia. Ed è vero, è inutile negarlo. Dire che la nostra vita non è stata sconvolta da tutta questa situazione è assolutamente sbagliato.

Ovviamente, il contesto cambia da persona a persona.

C’è chi aveva una vita sociale ricca e ora è costretto a rimanere in casa e, per dimostrare che non è cambiato nulla dice di fare le call su Zoom (nonostante poi non sappia nemmeno come è scritta la parola “computer”). C’è chi non aveva una vita sociale prima e non ce l’ha adesso, ma (forse come conseguenza di una mistica conversione o forse colto da un primi-

tivo istinto primordiale) si lamenta di non avere amici e di non aver sfruttato le occasioni di incontrarli.

C’è anche chi, in uno scatto di coraggio, esce tutti i giorni dalla mattina alla sera, per poi ritrovarsi da solo come un cane e rimuginare sul fatto di aver sprecato tempo buono per (boh? Che ne so...) stare con la propria fami- glia. Ma tutti siamo accomunati dal fatto che la nostra vita è cambiata. Sta a noi decidere se in male o in peggio. Sta a noi decidere se vedere gli aspetti belli di questa situazione. Perché, se ci si riflette sopra, ogni cosa cambia in base alla prospettiva da cui la vediamo.

Prendiamo il lockdown, per esempio. Sono stati giorni difficili. Siamo rimasti chiusi in casa mentre fuori il mondo cadeva a pezzi. Di quei giorni, i momenti bui sono tanti, ma se c’è una cosa che abbiamo imparato e che, in un certo senso ci ha migliorato, è il fatto di apprezzare i momenti quotidiani. Azioni che prima ci sembravano scontate, oggi ci appaio- no come un’evasione da questa realtà che è un po’ opprimente. E questa è una cosa che ci rimarrà per sempre. Quindi, se non è un aspet- to posi… ah, no, non se ne può più di questo aggettivo! Se il guardare il mondo con occhi diversi e pieni di gioia non è un aspetto favo- revole (diciamo così), non so proprio cosa possa essere chiamato tale.

Maria Vittoria Bonacasata III A plesso Camilla

Chiara Chisena III F, plesso Camilla

Un anno speciale

Questo è stato un anno speciale e a tutti ci ha fatto volare;

con la fantasia abbiamo scacciato la malinconia.

La Dad abbiamo affrontato e tutto abbiamo superato.

Siamo una classe più “forte”

e le medie sono alle porte.

Insieme ce la faremo e il Covid scacceremo.

Il 2020 è passato

e il mio abbraccio non l’ho dato.

Giorgio Camilli V C

plesso “Garibaldi”

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Diritti Diritti

N. 7 settembre-marzo 2021

I I b b a a m m b b i i n n i i n n a a s s c c o o n n o o p p e e r r e e s s s s e e r r e e f f e e l l i i c c i i

I bambini hanno diritto di studiare per- chè tutti i bambini devono imparare a leggere e scrivere e

devono imparare ad avere le proprie idee e non devono dipendere da quelle degli altri.

Arianna

Chi comanda i paesi dovrebbe evitare la povertà così tutti i bambini potrebbe- ro vivere bene. Ci sono paesi dove la povertà comanda perchè ci sono guerre quindi i bambini si ammalano molto, non possono vivere e non possono cre- scere bene

Gloria

IO SONO FELICE....

Oggi sono felice perchè oggi ritorno a scuola dopo cinque giorni e appena mi sono svegliata ero già felice! Io mi sento una bambina fortunata perchè vado a scuola ho una famiglia che mi cura e dei genitori fantastici e il fratello migliore di tutti.

Alice

Oggi sono felice perchè c’è il sole, per- chè domani è venerdì, perchè siamo andati a fare alternativa e perchè quan- do sto al secondo piano della scuola c’è una bella vista e perchè c’è la tranquil- lità. Tutti rispettano i miei diritti di mangiare, di studiare, di giocare e di avere una famiglia, quindi io sono una bambina fortunata.

Gloria

Oggi sono felice perchè ho aiutato Alice e un po’ mi sono divertita con Dario, ieri ero super felice perchè è venuta a casa mia, per la prima volta, una mia compagna di classe di nome Diana. Mi sento molto fortunata perchè ho tanti amici che mi vogliono bene e ho una famiglia che mi vuole

bene.

Arianna

I pensieri dei bambini dopo la lettura di filastrocche inerenti ai diritti dei bambini.

In un luogo che vogliamo immaginare c’è un’asta magica che serve a misurare

quanto ciascuno dei bambini cresca se non gli manca per bere l’acqua fresca se ha cibo sufficiente e se va a scuola la freccia in sogno assai rapida vola sull’asta magica e sotto i nostri sguardi risale fino ai massimi traguardi.

In un luogo che vogliamo immaginare

Dal libro “I bambini nascono per essere felici”

classe II D metodo Montessori, plesso “Garibaldi”

Evviva si ritorna a scuola! Ecco cosa ci è mancato...

Evviva si ritorna a scuola! Ecco cosa ci è mancato...

Ecco cosa ci è mancato: i compagni, le maestre, studiare.

Chiacchierare con i miei compagni durante la ricreazione ed entrare fisi- camente nella scuola-

Scrivere sui quaderni posati sul banco, la lavagna

Un desiderio per questo nuovo anno scolastico…

Che il coronavirus muoia.

Divertirci anche a un metro di distanza con gli altri.

Poterci dare la mano in fila con i compagni.

Continuare questo anno senza mascherine.

Che tutti rispettino le regole e così il coronavirus se ne andrà.

Che tutti diano un po' più di ricono- scenza a tutti i medici che combatto- no il coronavirus.

Dei cappelli con due stecche lunghe un metro per la sicurezza.

Che il virus sparisca dalla faccia del- l'universo.

I bambini della IV D - plesso Garibaldi

I nostri poteri

Il coronavirus ha messo la scuola di fronte ad una difficile sfida che stiamo affrontando tutti insieme.

Attraverso storie e giochi noi insegnanti abbia- mo cercato di rendere le giornate dei piccoli serene e gioiose con l’obiettivo primario di consapevolizzare i bambini rispetto la gravità del virus ma nello stesso tempo rassicurarli spiegando loro che con le dovute attenzioni il virus si può combattere.

I bambini hanno imparato nuovi modi per salu- tarsi, tossire, starnutire, giocare insieme rispet- tando le distanze.

Abbiamo definito questi comportamenti “ i nostri poteri” e che insieme al “potere delle mani pulite” ci rende forti e invincibili contro il virus.

I bambini hanno risposto positivamente e vivo- no le giornate scolastiche con serenità, con la stessa voglia di fare e imparare, riuscendo sem- pre a sorprenderci con la loro capacità di adat- tarsi alle difficoltà che

la vita ci pone.

Scuola dell’Infanzia Montessori

“ Lorenzo Cuneo”.

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MondoScuola MondoScuola

N. 7 settembre-marzo 2021

La sfida della pizza La sfida della pizza

I

eri mattina la maestra è arrivata in classe con una sfida per noi...prima di tutto dovevamo risolvere quattro indovinelli per scoprire qualco- sa di segreto nasco- sto da qualche parte...

Di tutti gli indovi- nelli il più bello, secondo noi, era:

Vendo bibite fumanti

Dietro me che si nasconde?

Sta nel mare e nelle onde!

Abbiamo trovato: farina, zucchero, acqua, lievito, sale e olio!

A questo punto era chiaro che dovevamo preparare qualcosa, infatti la maestra ci ha dato queste quantità per una ricetta segreta:

1/4 di confezione di farina, 1/5 di litro di acqua,1/8 di panet- to di lievito, 1/2 cucchiaino di zucchero, 1 pizzico di sale, 1 cucchiaino di olio e...OLIO DI GOMITO!

Non avevamo la bilancia! Ognuno di noi aveva contenitori e bicchieri a disposizione. Ci siamo rimboccati le maniche!

Non era, però, una cosa facile! Come dice Roshini: “la cosa più divertente che è successa era misurare perché non ci capi- vamo niente! Era un pasticcio!Alla fine però ci siamo riusci- ti!”Ognuno di noi si è inventato un modo particolare o utiliz- zando i contenitori o utilizzando i bicchieri.

Infatti non era semplice dividere la farina perché scivolava da tutte le parti, allora abbiamo usato i contenitori e i bicchieri per confrontare le quantità e capire se erano uguali.

Ecco ad esempio il ragionamento di Federica, Diego, Irene e Valerio Lennon:

Prima abbiamo provato a dividere i pacchi di farina facendo delle tacche ma non ci siamo riusciti. Quindi abbiamo cam- biato strada e abbiamo diviso un pacco in 8 bicchieri e mezzo.

Poi abbiamo diviso i bicchieri in 4 bacinelle e il mezzo bic- chiere lo abbiamo diviso in 4. Francesco, Greta, Simone e Alyssa hanno ragionato in modo completamente diverso!

Ecco come:

Dovevamo prendere un quarto di un pacchetto di farina.

All’inizio abbiamo provato ad intrappolare i tre quarti e a far cadere nel recipiente il quarto che ci serviva...ma poi aveva- mo capito che era troppo difficile e così abbiamo messo tutto il sacco nel contenitore. Infilando una squadra nel contenito- re abbiamo diviso a metà e con un cucchiaio abbiamo messo l’altra metà in un altro contenitore. E poi abbiamo fatto di nuovo la stessa cosa e così abbiamo diviso il sacco in 4 parti.

Ma non era finita qui!Dovevamo dividere anche l’acqua e il lievito!Dopo aver diviso la farina, però, eravamo più esperti.

Dopo aver diviso tutto dovevamo impastare gli ingredienti nel nostro contenitore usando tanto olio di gomito!

Creare una palla non è stato per nulla facile.

Abbiamo messo il nostro impasto in un sacchetto. Gli impa- sti hanno riposato al calduccio vicino al nostro termosifone. A casa l’abbiamo steso, condito e...mangiato!

Ci siamo intervistati a vicenda...ecco qui una serie di nostri pensieri liberi sull’esperienza:

Ho imparato molte cose ma soprattutto ho imparato a colla- borare...a casa lo rifarò ma sicuro sporcherò tutta la cucina!

Roshini. La cosa più difficile è stata dividere la farina in 4/4!

Clara. La cosa più divertente è stata la stesura dell’impasto perché mi ritornava indietro. Irene

Mi è piaciuto fare la pizza perché la pizza mi rende tanto feli- ce! Valerio Lennon. Mi sono sentita fortunata a stare in una classe così divertente. Gaia

La cosa più divertente è stata che tutti ridevamo perché l’im- pasto era appiccicoso. Diego

Secondo me gli argomenti che abbiamo trattato sono la divi- sione e l’ad-

d i z i o n e . Luca

A b b i a m o imparato a calcolare le q u a n t i t à . Viola

Ho imparato a mettere lo zucchero per far lievitare la pizza più velocemen- te. Luigi Filippo

Secondo me abbiamo fatto anche italiano perché abbiamo raccontato questa esperienza. Valerio S

La mia pizza alla fine è venuta buonissima e morbida. Nicole C. Le mie emozioni sono state felicità e euforia. Alyssa Faith Abbiamo fatto la divisione degli ingredienti senza bilancia e senza caraffa graduata! Simone

Ho imparato ad aspettare che lievitava l’impasto perché prima lo tiravo fuori troppo presto e la pizza non veniva buona. Quando abbiamo diviso il lievito abbiamo usato la geometria. Nicole F.

Ho imparato a divertirmi e soprattutto a fare la pizza.

Federica

Mi sono sentita soddisfatta e felice perché sono riuscita a dividere la farina in quattro parti e non era facile. Rebecca Mi è piaciuto tanto stendere la pizza con i miei genitori.

Abbiamo riso tanto. Angelica

La cosa più strana è stata dare le istruzioni alla maestra per tagliare il lievito. Era come parlare ad un robot. Francesco Mi sono sentita felice e contenta perché abbiamo fatto una cosa che non mi aspettavo. Greta

Classe III A, plesso Bobbio

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Piccoli grandi poeti Piccoli grandi poeti

N. 7 settembre-marzo 2021

IL SOLE Il Sole, illumina tutto il giorno e gira un po’ su tutto il mondo.

È impossibile guardarlo per qualche ora,

e nemmeno per mezz’ora.

La sua luce è affascinante, ma anche un po’ accecante.

Beh, amici questo è il sole, onorato di mandar calore.

Beatrice Ciaffi

RICORDI

Con i ricordi riconosci il tuo passato

come nelle foto appese al muro o messe in un album.

Puoi ricordare la tua famiglia, i tuoi parenti.

Ricordi quando eri piccolo, ricordi la gioia,

la tristezza, la rabbia, i tuoi amici.

Puoi ricordare tutto.

Perché?

Perché sono ricordi.

Maria Conciatore

Il vento

Il vento che soffia , il vento che spinge,

il vento che fa venire i brividi come un film di paura .

Quando il vento è forte, tutto si piega .

Il suo sibilo è un ululato , che improvvisamente ti toglie il fiato.

Flavio Persico

GATTO Il gatto, nullafa- cente.

E’ una specie impertinente.

Sul divano a dormire e poltrisce a non finire.

E’ amorevole, fa le fusa, ma è una razza un poco ottu- sa.

Nonostante qualche difetto, la mia gatta è un vero confetto.

E’ dolce, è carina E si chiama Timmyna.

Arianna Baglioni

L’Italia

L’Italia con Roma capitale in mezzo allo stiva- le.

Al mare devi andare perché è spettacolare.

Sulle Alpi puoi sciare, invece a Sud ti godi il mare.

A Napoli puoi andare e la pizza più

buona al mondo puoi mangiare.

L’Italia da Francia, Austria, Svizzera e

Slovenia è circon- data.

Dal Trentino alla Sicilia resti mera- vigliata .

L’Italia di stivale ha la forma Vieni a cantare “nessun dorma”.

Adriano Savastano

Mezzanotte

Mezzanotte è la parte più buia del giorno che puntuale se ne va e puntuale fa ritorno.

Quando arriva la mezzanotte, tutti vanno a dormire

perché a quell’ ora il giorno è sul finire.

Illuminata dalla Luna e dalle stelle splendenti, che in tutto quel buio sembrano diamanti.

E’ una meraviglia per gli occhi e per il cuore Che ogni volta all’alba muore.

Ma che nessuno si preoccupi quando scompare perché dodici ore dopo, puntuale riappare.

Ernesto Ciappetta Pescetti Viva Halloween!

La strega entra nel castello e inizia a cercare il suo cappello.

Frankenstein

esce dalla tomba e fa scoppiare una grande bomba.

il diavolo prende il suo forcone e comincia a mescolare

nel pentolone.

un fantasma gioca a

nascondino

ma si distrae con un gatto

carino.

alla fine le zucche fanno una festa ma la mummia sbatte la testa!

Classe IV D plesso “Garibaldi”

Classe IV C

plesso Garibaldi”

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Piccoli grandi scrittori Piccoli grandi scrittori

N.7 settembre-marzo 2021

LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA: IO ACQUA LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA: IO ACQUA

GOCCIA DI FIUME

Io sono una goccia di fiume,sono amico con goccia di onde, con goc- cia di mare e goccia di oceano.

Ogni giorno andiamo in superficie con il sole caldo ma dobbiamo stare attente perchè possiamo eva- porare da un momento all'altro.

Jonas

IO ACQUA

Sono acqua di mare. Arriva una nuvola e cadono delle gocce di acqua. C'è il vento,anzi un ventac- cio. Mi muovo, mi alzo e mi riabbasso sulla sab- bia. Qualcuno passeggia aspettando il sole.

Leonardo

IO ACQUA DI MARE

Io acqua del mare, alcune volte mi incavolo. E sbatto contro gli scogli. I pesci sono i miei bam- bini. Alcune volte sono calmo ma quando mi incavolo sono guai

Massimo IO ACQUA

Sono un'onda dell'oceano. Bagno la sabbia ogni giorno. Brillo al sole. Evaporo le mie gocce:

Qualche volta mi infrango sugli scogli. Porto nel mio viaggio alghe, conchiglie, sabbia e qualche volta pesci. I bambini corrono verso di me e mi pestano, fa un po' male. Qualche bimbo un po' più piccolo mi vede e scappa. Distruggo castelli di sabbia. Nei miei viaggi ho visto molte cose.

Viaggio nell'oceano. Ho visto spiagge lontane, squali pericolosi e barche.

Leda

Classe III C metodo Montessori, plesso “Garibaldi”

IO ACQUA DI MARE

Mare. Onde azzurre come il cielo.

Sono fredda, rumorosa e salata.

Pulita come le nuvole.

Trasparente come il vetro. Bella e brillante. Quasi indispensabile.

Mi scontro con gli scogli e schiz- zo squillante.

Martina

Il ragazzo che sa impugnare una matita

Caro diario,

sono un ragazzino qualunque che come dono ha “il saper

impugnare una matita.” Sin da piccolo mi chiedevano di fare

disegni tipo Spider-man o Capitan America, io non ho mai detto di no; non per paura, ma per non causare problemi, però, con delle doti del genere, non può non saltare all’occhio che a me piace disegnare. Quindi alle elementari diventai “famoso.”

Per me era strano quando tutti mi chiedevano se un disegno fosse bello o di spiegare qualche tecnica che avevo imparato.

In terza elementare iniziai a perfezionarmi di più, ma anche a diventare ossessionato, senza volerlo, dalle immagini. Per esempio quando inizio a sognare vedo tutto nero e poi inizia- no a formarsi delle linee bianche che, mano a mano, creano un’ immagine, che inizia muoversi. Io disegno direttamente a penna e riesco meglio a disegnare stile giapponese, (manga), infatti voglio imparare a scrivere ed a a parlare in giapponese, per poi scappare da qui e fare la cosa per cui secondo me sono nato, ovvero disegnare.

Una volta una persona mi disse che tutti abbiamo uno scopo nella vita, secondo me io sono nato per dare colore al bianco e creare un mondo diverso, migliore, un mondo dove tutto esi- ste, ma tutto però è falso o almeno non è reale. Un giorno un mio amico mi consigliò un “anime” e da lì partì il mio mondo.

Qualche volta mi ricordo che nulla nella mia testa esiste real-

mente, se penso alle immagini che ho in mente, però penso anche che noi potremmo cercare di realizzare l’irrealizzabile.

forse l’arte serve a questo. Io ho un motto ed è “svegliati! Il mondo è intorno a te! Vivilo perché la vita è una sola!”

Io, ogni tanto, ho problemi con la mia “rabbia”, una volta mi sono morso la mano per il nervoso e devo imparare a gestire meglio questi momenti. Spesso, in passato, mi sono trovato in mezzo a persone che erano un po’ “manesche”, aggressive, per esempio davano delle pacche quando salutavano, ma adesso, sempre più spesso, resto a sangue freddo e penso che il dolo- re sia solo una “cosa mentale”. Mi ha insegnato molto prati- care il karate, perché, per esempio, quando proviamo dolore durante l’incontro, il maestro ci dice di soffrire in silenzio per- ché questo sport, che è un’arte marziale, non è uno sfogo, ma un modo per mante-

nere la calma. Ecco perché la chiamano anche “disciplina”.

Lorenzo Casaula, classe I F, plesso

“Camilla”

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Piccoli grandi scrittori Piccoli grandi scrittori

N.7 settembre-marzo 2021

Viaggio intorno alle emozioni Viaggio intorno alle emozioni

Circa un anno fa...

Circa un'anno fa, tutto il mondo si fermò a causa di un virus che ha tolto e che, ancora oggi, toglie la vita a tante persone. E che a tutti noi ha tolto libertà, tempo, possibilità.

Se ripenso a quando hanno chiuso la scuola, mi viene molta rabbia perché tutti noi ragazzi e ragaz- ze, all’inizio, eravamo felici di non andare a scuola e di prenderci una "vacanza", ma in fondo non sape- vamo cosa sarebbe successo in futuro.

Dopo poco tempo, mi sono resa conto di cosa stesse accadendo realmente nel mondo, ma anche dentro e fuori di me: mi sono anche sentita chiusa in gabbia, senza poter più uscire con i miei amici, vedere i miei parenti soprattutto quelli più anziani anziani.

E nonostante tutto cio' che sta accadendo ancora oggi, dopo un anno, penso che questa esprienza bruttissima ci cambierà tutti e che noi stiamo com- prendendo che non dobbiamo pretendere sempre di più, chiedere sempre di più, essere sempre alla ricer- ca di altro, ma farci bastare cio' che gia abbiamo. Ci sono piccole forme di felicità anche in questo momento così difficile.

L’ essenziale e' invisibile agli occhi, come questo virus che toglie la vita a tante persone, ma anche ciò che ci rende felici a volte è invisibile ai nostri occhi.

E’ il momento di scoprirlo e goderselo. La vita è fatta di tanti momenti, a noi il compito di riconosce- re quelli felici.

Patrizia Graziani, classe III F, plesso Camilla

Il paesaggio dentro di me

Pioggia

Per te, che scendi e sui vetri ti posi, nulla è gentile, nulla è sereno.

Piange il tuo cuore, per la triste lagu- na, in cui finisti a sfortuna.

Piange il tuo viso, che muta anche il mio.

Piange l’anima di chi ti ascolterà Ed il piacere di pensare a te avrà.

Dolce dir nulla che sei tu, ripensa alle mie parole e fattene una ragione.

Alla sera

La sera dovrebbe incutere paura del buio alle persone, cioè la paura di quello che non si vede o di quello che può nascondere, io non ho que- sti “problemi”.

La sera mi sento benissimo, quasi mi com- muovo, scoprire che tra il giorno e la notte ci sono quei pochi minuti che impiega il sole a tramontare, con quei suoi colori forti che vanno via via lasciando posto a quello stupendo colore oscuro che riveste tutto il cielo, per poi ritrovarmi in giro a ridere con gli amici o a casa in pan- tofole a mangiare un bel piatto caldo e rilassarmi un po’ insieme alla mia famiglia.

Ogni volta mi sento accolto e mi tocca dentro, qualsiasi sia il mio umore, mi sento cullato dalla sera e mi fa star bene, ed è sempre lì a qualsiasi ora, ogni giorno sempre ad aspettarmi, sempre magnifica, la sera.

Diego De Marino Avila classe III A, plesso Ceneda

Notte stellata

Nella notte stellata ti troverò, bello e sincero,

come nessuno mai.

Mi parlerai con il tuo dolce E leggero canto.

Fammi librare sulle candide nuvole, portami con te, lontano da tutto ciò, che mi rende così.

Ti loderò

E per sempre in te resterò.

Giulia Marino,

classe II A, plesso Camilla

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Scrittura creativa Scrittura creativa

N.7 settembre-marzo 2021

Una storia normalissima

Quella che sto per raccontare è la storia di una comitiva di tre nor- malissimi ragazzi americani che riuscirono per la prima volta a vedere la scuola con occhi diversi. Era un giorno come gli altri quando Tommaso, Ginevra e Marcello si incamminarono verso la scuola media Hedmilthon.

Prima dell’inizio delle lezioni, gli studenti di tutte le classi furono convocati dal preside nella grande sala per comunicare la presenza di nuovi arrivati: un ragazzo ed una ragazza dall’aspetto assai miste- rioso. Nei giorni seguenti Ginevra guardò quei due ragazzi con sospetto, perché, fin dal primo momento non avevano detto una sola parola; ma quando notò che i suoi amici non erano affatto preoccu- pati, li dimenticò.

A pochissimi giorni dal ballo di fine anno, tra gli studenti si iniziò a discutere dell’organizzazione della festa e stranamente, come addobbatori, si proposero i ragazzi nuovi…questo fatto meravigliò tutti ma al suono della campanella l’assemblea si sciolse…

ma, il giorno dopo, finite le lezioni i tre adolescenti seguirono la coppia nel giardino alle spalle dell’istituto scolastico.

Appostati dietro il muro, lì notarono mentre passavano attraverso la parete per entrare direttamente nell’aula di musica...Erano senza parole da ciò che era appena successo, ma quando i due uscirono, si rintanarono dietro il cancello per non farsi vedere.

Mancava solo una settimana al grande giorno e il piccolo gruppo occupò ogni secondo di tempo libero a tenere d’occhio quelli che ormai erano chiaramente fantasmi.

Durante la prima ora, Ginevra chiese il permesso di andare in bagno e nel breve tragitto da percorrere incontrò la ragazza nuova che

dopo averla fermata si presentó a lei; disse di chiamarsi Sara, la mise al corrente anche del nome del suo ragazzo: Federico.

Si congratuló con Ginevra per l’ottimo voto preso in una verifica di tecnica pochi giorni prima, poi sorrise e se ne andò.

Era sorpresa ma non lo diede a vedere, dopo aver usato rapidamen- te i servizi tornò in classe. Quando la settimana fini, tutti gli studenti si affrettarono per recarsi nella sala da ballo.

Tommaso , Marcello e Ginevra si guardarono intorno nel tentativo di vedere la coppia di ragazzi, e, improvvisamente , come apparsi dal nulla, eccoli alle loro spalle. Erano vestiti in modo molto ele- gante e raffinato. Quando iniziarono tutti a ballare, anche i due fantasmi, le luci nella sala si spensero lasciando illuminato solo il palco: lì si trovava solo un foglio con su scritta una frase d’addio da parte della coppia.

Quando le luci si riaccesero, loro due non c’erano piú . Tutti pensarono che

avessero solo cambiato scuola, e in effetti era così e solo i tre amici sapevano quale fosse la verità…

Sabrina Giarratana 2B, plesso Ceneda

La rivolta dei robot

La prima legge della robotica dice che nessun robot può recare danno agli esse- ri umani e fu sempre così finché il robot Ikon-19 non si ribellò alla specie umana, mettendo a rischio se stesso e i suoi compagni Lika-2 e C17.

Nell’astronave Fratm: Karim, Giorgia e Franco dirigevano un esercito di robot, tra cui Ikon-19, Lika-2 e C17: i nuovi robot da battaglia.

Questi nuovi robot, appena fabbricati, si adattarono alle rigide regole dei 3 Fratm, ma qualche anno dopo, non si sa come, Ikon-19 si ribellò agli umani e infranse la prima regola della robotica. Voleva distruggere i 3 Fratm e condur- re lui stesso l’esercito di robot; ovviamente gli altri robot non accettarono e cre- devano fosse un pazzo a rischiare così, tutti tranne Lika-2 e C17, i due robot fabbricati insieme a lui. All’inizio erano molto spaventati, ma per Ikon-19 sem- brava tutto così facile. Nella notte, mentre i 3 Fratm dormivano e gli altri robot erano in modalità riposo, ne approfittarono e presero il comando dell’astronave. In un momento di distrazione, però, Lika-2 non vide che Franco era uscito dalla sua stanza. Mentre si dirigeva verso l’area comandi, C17 lo fermò e chiese a Ikon-19:”

Signore lo devo uccidere?” Ikon-19 si avvicinò lentamente a Franco e capì che era sonnambulo. Ikon-19 ordinò a C17 di ripor- tare indietro Franco, perché i Fratm andavano uccisi insieme, ma proprio mentre stava per uscire dalla stanza Karim e Giorgia che si erano ormai svegliati, scollegarono dei cavi speciali e improvvisamente i 3 robot si spensero. Nel frattempo, Franco si svegliò, ma non aveva la minima idea di cosa fosse successo; alla fine i robot Ikon-19, Lika2 e C17 non vennero, mai più fab- bricati e furono dati al governo spaziale che li mise in archivio. Da allora i 3 Fratm si trasferirono sulla Terra e cambiarono completamente identità. Oggi li conosciamo come: Giorgia Caroletta, Karim Abdelhadi e Franco Kunzi, tre studenti della scuo- la Carlo Urbani.

Giorgia Caroletta, classe III A, plesso Ceneda

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N.7 settembre - marzo 2021

Memoria Memoria

Per non dimenticare

In classe abbiamo discusso e parlato insieme della Giornata della Memoria, per ricordare e non dimenticare l’importanza di questo giorno, abbiamo letto la poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi

PARAFRASI

Ditemi voi che vivete al caldo, nelle vostre case, dove nessuno vi è nemico, circondati dall’affetto dei vostri cari, ditemi se colui, che lavora nel fango, che lotta per un pezzo di pane, che muore per la volontà degli altri è un uomo.

Guardate se questa è una donna, senza capelli e senza nome (sco- nosciuta), senza ricordare chi sia, con gli occhi vuoti che vedono

“senza vedere”, con il grembo freddo, vuoto come una rana d’in- verno perché nessun bambino lo riempirà.

Noi non siamo più uomini, ma VOI avete il DOVERE di ricordare ciò che ci è stato fatto. SCOLPITELO nel vostro cuore e non dimenticatelo mai. Ma se lo dimenticherete che vi colpisca ogni sciagura.

Dopo aver letto attentamente la poesia abbiamo risposto alle seguenti domande:

1. A chi sono dirette le parole di Primo Levi?

2. Che cosa chiede Primo Levi a chi legge la poesia e perché?

3. Qual è la parte più cruda della poesia e perché?

4. Quale altro paragone fa il poeta con colui che viveva nel fango?

Risposte:

1. Le parole di Primo Levi sono dirette a noi che leggiamo la poesia e che non abbiamo vissuto la guerra e i suoi orrori.

2. Primo Levi chiede a chi legge la poesia di non dimenticare quello che hanno fatto a lui e a tutti gli Ebrei, di scolpire le sue parole nel nostro cuore e di trasmetterle per non dimenticarle mai.

3. Secondo me la parte più cruda della poesia è la parte in cui descrive la donna, perché immaginandola seguendo la descrizione del poeta appare una figura allucinante e spaventosa. La donna descritta è distrutta fisicamente e mentalmente.

4. L’uomo è paragonato a un animale che vive nel fango e che lotta per vivere, la donna è paragonata a una rana d’inverno.

Chiara

1. Le parole di Primo Levi sono per tutti noi 2. Chiede di non dimenticare quello che è accaduto per non rifare lo stesso errore

3. La parte più cruda è quella dove parla delle donne e degli uomini perché sono trattati malissimo.

Matilde 1. Le parole di Primo Levi sono dirette a tutti noi.

2. Primo Levi chiede di ricordare le sue parole perché è molto importante ricordare il passato che ha vissuto tanta gente e perché così lo raccontiamo ai nostri figli e così in futuro nessuno ucciderà le persone.

3. La parte brutta è che i nazisti prendono le persone e le portano nel campo di concentramento.

4. Il poeta fa un paragone con il suo vivere nel fango e la rana d'inverno

Anthony

Commenti personali alla poesia:

Le parole di Primo Levi mi hanno provocato la tristezza e anche la rabbia perché i nazisti durante la seconda guerra mondiale hanno obbligato gli ebrei a lasciare le loro case e li hanno portati nei campi di concentramento dove tante persone sono morte nelle camere a gas.

Beati noi che viviamo in un Paese senza le guerre dove sono rico- nosciuti i diritti alle persone.

Anthony

In questa poesia l’autore vuole far capire al lettore l’importanza di essere un uomo.

Molte persone innocenti non avevano la fortuna di vivere nelle loro tiepide case, o di trovare tornando a sera cibo caldo e visi amici, ma erano costretti a lavorare duro senza la loro identità.

Primo Levi scrive questa poesia per non far dimenticare agli uomi- ni quello che è successo affinché questo non possa più ripetersi.

Leggendola penso a tutta la forza che hanno avuto gli uomini per superare un momento così difficile.

Miriam Questa poesia ci obbliga a ricordare l’ORRORE di quello che è successo nei campi di concentramento per non permettere a nessu- no di ripetere quegli avvenimenti.

La poesia fa un CONFRONTO tra la vita di ogni essere umano e la “NON-VITA” degli Ebrei nei campi di sterminio, che erano pri- vati di tutto: del NOME, di un LAVORO DIGNITOSO, del CIBO, degli AMICI, dei RICORDI, dei FIGLI, dei VESTITI, della LIBERTA’, della VITA e del

DIRITTO di essere ricono- sciuti come ESSERI UMANI.

Daria

La poesia mi è piaciuta molto.

Racconta di ciò che hanno subito milioni di persone nei campi di concentramento.

Ci fa capire che non dobbiamo dimenticare quello che è successo per non farlo riaccadere.

Bisogna tramandare in ogni generazione la memoria di quell’orro- re accaduto , attraverso racconti e poesie come questa.Anche l’au- tore ha subito questa ingiustizia e quindi per lui è molto importan- te ricordarlo e maledice chi non lo fa.

Chiara

Classe V C, plesso “Garibaldi”, metodo Montessori

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Memoria Memoria

N.7 settembre-marzo 2021

Oltre il filo spinato Oltre il filo spinato

Immagina e disegna due bambini quando pensano ciò che faranno dopo aver abbandonato il campo di concen- tramento.

Matilde Dario

Classe V C plesso

“Garibaldi”

Giulia

La memoria intorno a noi

Liliana Segre, oggi senatrice a vita, a 13 anni (un po' più grande di me) fu deportata assieme alla sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, partendo da Milano, dal famigerato binario 21.

La Giornata della memoria è una ricorrenza internazio- nale celebrata il 27 gennaio di ogni anno, la data in cui furono aperti i cancelli del campo di sterminio e il mondo conobbe l'orrore di quel luogo. Va ricordata sem- pre perché lì dentro sono morte molte persone, bambini e ragazzi soprattutto, e solo chi ci è passato può capire quanto sia stato brutto.

In classe abbiamo parlato di questo argomento e abbia- mo ascoltato il racconto di L. Segre da una sua intervi- sta. Mi ha colpito quando ha detto che nel 1938 fu cac- ciata dalla scuola perché ebrea, a me sembra assurdo che si possa cacciare un' alunna dalla scuola per questi moti- vi, come se essere ebreo fosse una colpa. La professo- ressa ci ha raccontato che questo è accaduto anche nel nostro quartiere, proprio nella nostra scuola primaria

“Garibaldi”, da cui molti bambini ebrei furono cacciati dal 1938. Di questo è rimasta testimonianza nei registri della scuola che ancora sono conservati nell'archivio come testimo-

nianza. Secondo me quello che i nazisti hanno fatto a queste persone poteva- no farlo ad altri italiani, perché volevano elimi- nare la diversità dai popoli.

Dobbiamo ricordare questi eventi per evitare che si ripe- tano. Propongo di rispettarci l’uno con l’altro, proprio perché diversi e quindi tutti abbiamo gli stessi diritti!

Gaia Marchegiani, classe I F, plesso Camilla

La farfalla gialla...

Tante volte mi sono ritrovata a sognare ad occhi aperti guardando volare una sempli- ce farfalla in giardino o dalla finestra, pensando a quanto sarebbe stato bello trasfor- marmi in quest’ultima. Poter volare senza pensieri, posarmi sui fiori, andare oltre le siepi e i più alti muri, cercando di farmi acchiappare dagli altri, riuscendo sempre a fuggire pochi secondi prima. Per Liliana Segre, però, questa farfalla ha qualcosa di diverso. È gialla, il colore più luminoso, più acceso e vivace, che supera il buio del filo spinato e dell’orrore nascosto dietro esso. Ho interpretato questa farfalla come la libertà oltre l’ignoranza, indicata dal filo spinato. Proprio perché, come dice Liliana Segre, le generazioni future dovranno essere in grado di eseguire la scelta giusta, senza cadere nuovamente nell’oblio del nazifascismo. Personalmente per me quella farfalla rappresenta la felicità, la gioia che supera l’ansia e le paure, i pregiudizi e le insicurezze. Ciò che più mi ha colpito nel discorso di Liliana Segre, è sicuramente il racconto della marcia della morte, ma in particolare come avevano ridotto le ragazze, le donne, le bambine.

Quando mi preparo, penso come tutte le ragazze, cerco di nascondere le mie insicu- rezze e imperfezioni, con il trucco e gli abiti; oppure , insoddisfatti del proprio fisico, si cerca magari di arrivare allo stremo o persino a non mangiare, solo per raggiunge- re quell’ideale di perfezione. Le ragazze dei campi di concentramento non sembra- vano neanche tali, non pensavano a piacere, ma a sopravvivere, cercando di pensare a quando sarebbero e se sarebbero, uscite da quell’Inferno di umiliazione, paura e ansia della morte. Invece di sognare l’amore o la fama, coltivavano la speranza di abbracciare nuovamente la loro famiglia, e nel frattempo immaginare le fredde assi di legno o duro e sporco pavimento come un soffice letto, la sgualcita e malconcia veste a righe come una coperta calda. Il solo pensiero poi di non ritrovare più le mie compagne, le mie amiche davanti al cancello della scuola o ad un negozio per uscire, mi distruggerebbe, e non potrei mai pensare a quante lacrime verserei o quanti urli uscirebbero da me stessa. Per Liliana Segre l’amicizia non poteva esistere.

L’amicizia era lo sguardo fuggente che conferiva speranza e forza. Il racconto della marcia della morte, mi ha fatto riflettere molto. Liliana Segre è stata una dei pochi sopravvissuti alla shoah, che grazie alla speranza e alla voglia di vivere, che oggi diciamo di non avere più per cose anche insulse, le hanno permesso di vedere la luce alla fine di un buio tunnel. Lei, nonna di tutti, come una normale nonna, ci racconta una fiaba dell’orrore, e ci prega di non cadere nuovamente in quell’oblio di meschi- nità, cattiveria, egoismo, umiliazione, supremazia e ignoranza di quel buio periodo dietro quel filo nero spinato elettrificato, mentre si sognava stremati di essere quella libera farfalla.

Alessia Cau classe III F, plesso Camilla

Dora

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MondoScuola MondoScuola

N.7 settembre -marzo 2021

Creature mostruose ed esseri fantastici Creature mostruose ed esseri fantastici

dal mito il vero volto della natura dal mito il vero volto della natura

Conoscete lo stretto di Messina, le sue acque color del vino e le forti correnti? Omero immagina che proprio qui vivessero i due mostri che terrorizzavano i naviganti: Scilla e Cariddi! La prima aveva dodici zampe e sei fameliche teste , pronte ad affer- rare e divorare chi passava vicino alla costa della Calabria. Cariddi, invece, sulla costa siciliana , stava nascosta sotto un albe- ro di fico e tre volte al giorno inghiottiva le acque dello stretto rigettandole poi in mare!

E se ci fosse qualcosa di vero? Guardate lo Stretto di Messina: un vortice di correnti incessante che fa venire i brividi!

Pare che Ulisse sia passato proprio da qui...

Le correnti della vera Cariddi

Scilla e Cariddi dall’alto

Ed ecco a voi la spaventosa Chimera!

S. Martorelli, E. Mauceri, F. Piersanti

Classe I D, plesso Camilla

Tra arte ed arte: un viaggio nella cultura classica ...

con lo sguardo di oggi

Attraverso lo studio dell'arte etrusca abbiamo analizza- to le antefisse per prenderne spunto e realizzarne di moderne e personali come questa "Manga"

L’arte greca e lo studio degli ordini architettonici hanno dato un originale spunto per la realizzazione di questi fantasiosi e coloratissimi capitelli

Classe I F plesso Camilla

Classe I C plesso Camilla

Ecco un altro disegno sul-

l’antefissa etrusca molto

originale

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Intercultura Intercultura

N. 7 settembre-marzo 2021

La geometria del faraone

Abbiamo letto la storia “La geometria del Faraone”, riflettuto sulle origini della geometria, delle tecniche arcaiche di misurazione e di costruzione. Dopo la lettura del racconto i bambini hanno partecipato ad un laboratorio per rivivere l’esperienza vissuta dai personaggi, per fare ciò hanno utilizzato un filo per for- mare alcune figure geometriche. Successivamente ogni bambino ha illustrato la parte della storia che gli è piaciuta di più.

Questi di seguito sono alcuni dei disegni che riper- corrono i fatti più importanti del racconto.

Ames è in camera sua e sogna di essere un domatore di coccodrilli.

Matteo

Il contadino rimprovera i bambini perché non hanno realizzato un qua- drato per il suo orto, ma un rombo.

Leonardo

Ames e i fratelli vanno in barca in cerca del papà.

Tommaso Finalmente riescono a formare un qua-

drato.

Rachele

Ames insieme ai fratelli vincono lo scarabeo d’oro per l’aiuto nella costru- zione della piramide. Mia

Classe II C metodo Montessori, plesso “Garibaldi”

UNA DONNA

Lei è una vasaia e si chiama KANI.

E' alta, ha i capelli ricci e gli occhi neri.E' brava e simpatica. Indossa un foulard sulla testa e dei vestiti di colore fucsia. La sua passione è fare i vasi. Ama molto sua figlia Temby che vive in AFRICA con lei e le fa compagnia.

Bien

UN VILLAGGIO DEL SUDAFRICA

C'è un villaggio al centro dell'Africa che è molto tranquillo.

C'è molta sabbia che si alza verso il cielo,tante capanne con

delle candele accese. Ci sono parchi, alberi e qualche fiore, si vedono dei gabbiani che svolazzano. Il sole è molto caldo e un vaso si trova a terra: lei scotta talmente tanto che quasi scioglie il vaso.

Flavio D

Classe III C , metodo Montessori, plesso “Garibaldi”

I vasi di Mamma Khnyi

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N. 7 settembre-marzo 2021

CivicaMente CivicaMente

LA RECOGIDA SECTIVA Y CÓMO AHORRAR AGUA Y ENERGÍA ELÉCTRICA

Un po' di giorni fa con la professoressa di spagnolo abbiamo fatto delle lezioni di educazione civica nelle quali abbiamo parlato del riciclaggio e del risparmio dell’acqua e dell’energia elettrica.

Tutelare l’ambiente è molto importante poiché dobbiamo soddisfare i nostri bisogni ma anche lasciare che le genera- zioni future possano soddisfare i loro.

Per fare questo ci serviamo di diversi mezzi come la raccolta differenziata:

anziché buttare subito una bottiglia di plastica o una lattina, possiamo buttarli in u apposito contenitore per dare la pos- sibilità a questi rifiuti di essere riutilizza- ti per un nuovo scopo.

Nonostante la raccolta differenziata aiuti molto l’ambiente, non tutti i rifiuti pos- sono essere riciclati ed è per questo che vanno portati in discarica o come lo chiamano in Spagna “Punto Limpio”.

Anche a casa però, nel nostro piccolo, possiamo stare attenti ad alcune azioni che facciamo per esempio ricordarci di spegnere la luce quando usciamo da una stanza oppure chiudere il rubinetto quan- do ci laviamo i denti.

Personalmente credo che non ci voglia un impegno enorme, ma si tratta solo di fare piccole cose o piccole azioni, che se facciamo tutti insieme salveranno il Pianeta.

Ovviamente ci sono persone che si rifiu- tano o non hanno voglia di fare questo, ma io penso che il nostro compito sia questo: mostrare alle persone tutte le cose meravigliose della Terra e far capi- re loro che aiutando a tutelare l’ambien- te riusciremo a salvare il Mondo.

Daria Valora 2 A plesso Ceneda

Mi sono piaciuti molto gli argomenti di educazione civica, li ho trovati molto interessanti e utili per il futuro e nel corso della vita. Secondo me è importantissimo avere informazioni sulla raccolta differenziata e rispar- miare l’acqua. Grazie a questi consigli per diminuire l’inquinamento sulla Terra, ho iniziato ad applicarli nella vita di tutti i giorni ed ho capito l’importanza e il problema dell’inquinamento svolgendo ogni giorno pic- coli gesti che possono aiutare nel mio piccolo questo problema.

Ad esempio due mesi fa per me era indifferente buttare la carta nella pla- stica, il vetro nella carta ma adesso ho capito che è importantissimo e sono felice di aiutare il pianeta facendo piccoli gesti. Quest’anno grazie alle lezioni di educazione civica mi sono appassionata tanto al punto che

è diventata la mia materia preferita. Spero che pian piano il mondo diventi un posto migliore e spero soprattutto che tutti capiscano l’importanza di queste semplici regole.

Viola Saracini 2 D plesso Camilla

Quest'anno lo studio dell'articolo 9 della Costituzione italiana, analizzato in Educazione Civica, ci ha fatto riflettere molto sulla grandiosità e unicità del nostro patrimo- nio artistico e culturale, abbiamo dunque rea- lizzato un disegno/slogan rivolto alla tutela, al rispetto e alla promozione di tale ricchez- za.

Un patrimonio di tutti

Este tema me ha gustado mucho porque nos ha enseñado a como cuidar la ciudad para una mejor calidad de vida, a como cuidar el medio ambiente que es muy importante, y también a separar y reciclar la basura porque cada cosa tiene su contenedor.

Tenemos que cumplir con la secuencia de estos contenedores.

¿Qué podemos hacer para cuidar el medio ambiente?

El medio ambiente se puede cuidar desde casa porque en casa tenemos que ahorrar agua y si lo hacemos también podemos ahorrar dinero. Para ahorrar agua no tenemos que bañarnos sino ducharnos, así duramos menos tiempo y además con esta agua podemos regar una planta durante un año. También hemos hablado de usar bombil- las de bajo consumo y que duran más.

Es muy importante ahorrar y reciclar para tener una mejor calidad de vida y en un futuro no tener problemas de contaminación. El trabajo que hemos hecho en clase nos ayuda a entender un poco más de como ahorrar y reciclar en casa y afuera en las calles de las ciudades.

Sharit Nicol Beltran Suarez 2 F plesso Camilla

In classe abbiamo affrontato delle lezioni di edu- cazione civica con la nostra insegnante di spa- gnolo, in cui si è parlato di argomenti importanti, come la raccolta differenziata o il risparmio di energia elettrica.

Un altro tema, che è stato discusso in queste lezioni, è il risparmio dell’acqua; riguardo questi argomenti, abbiamo realizzato alcuni disegni ispirati alle frasi scritte sui nostri quaderni. Si tratta di questioni importanti e che bisogna appli- care ovunque; tutto ciò è stato anche un esercizio utile per imparare nuove parole e nuovi verbi in lingua spagnola. Abbiamo notato le differenze tra la raccolta differenziata fatta in Spagna e quella fatta in Italia e abbiamo trovato soluzioni utili, per risparmiare acqua ed energia elettrica.

E’ stata un’attività interessante che ha coinvolto con partecipazione tutti i compagni di classe.

Abbiamo realizzato schemi e disegni alla lava- gna, sul registro elettronico la professoressa ha caricato molto materiale di studio ed abbiamo anche preparato mappe e schede riassuntive sugli argomenti tratta

ti.

Ognuno di noi ha riflettuto ed imparato tali argo- menti; è stato istruttivo!

Sabrina Giarratana 2 B plesso Ceneda

Classe I D plesso Camilla

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N. 7 settembre - marzo 2021

MondoLibri MondoLibri

Dantedì: “...

Dantedì: “... e quindi uscimmo a riveder le stelle” e quindi uscimmo a riveder le stelle”

Caro Dante, quest’anno ho avuto il piacere, attraverso lo studio, di conoscere te e la tua meravigliosa opera chiamata “Divina Commedia” anche se è un po' compli- cata da capire a causa della lingua: il volgare fiorentino.

So che sei stato un grande studioso, una persona colta, ma nonostante questo penso che tu sia stato davvero geniale nello scrivere quest’opera così ricca di partico- lari con cui hai descritto i vari personaggi che hai incontrato. Ti confesso che a volte mi veniva l’ansia nell’immaginare la sofferenza dei dannati nei vari giro-

ni a cui venivano inflitte le punizioni più angoscianti.

In questo lungo viaggio, che mi hai raccontato, mi sono rimasti impressi due persone in particolare che sono state importanti per te: Virgilio, il caro amico che tu chiami maestro o duca e che ti ha aiutato e Beatrice, la donna che hai tanto amato.

Quest’opera mi ha affascinato tantissimo e l’ho trovata molto coinvolgente tanto da non stancarmi mai di leg- gere, anzi di canto in canto la mia curiosità cresce sem- pre di più.

Sono contento di aver letto questo pilastro della lettera- tura italiana e ti ringrazio per averlo scritto.

Un caro saluto.

Alessio Brozzesi, classe II B, plesso Ceneda

Libri, che passione!

Recensioni

“Il barone Rampante”

Pensate sia impossibile vivere su di un albero? Se non conoscete Cosimo Piovasco di Rondò allora lo credete IMPOSSIBILE. Cosimo è un ragazzo che fa questa folle scelta...e il resto lo scoprirete solo leggendo il libro Il Barone Rampante!

Giorgia Checola

Avete mai litigato con i vostri genitori? Vi siete rifugiati da qualche parte per non vederli e non sentirli più? Beh in effetti questo può capitare, ma di solito non riusciamo a stargli lontano più di tanto.

Cosimo non ha intenzione di tornare a casa dopo il litigio che ha avuto con il padre e decide di andare a vivere su un albero ! Riesce a sentirsi più libero senza le regole e i rimproveri dei genitori. Le mitiche avventure di Cosimo Piovasco di Rondò sono avvincenti, avventurose e coinvolgenti... "Ognuno di noi si rifugia alle volte, ma spesso non è la cosa migliore".

Maddalena Villani

“L’inventore di sogni”

Quante volte sogni solo nell’ arco della giornata?

Tutti pensiamo che ciò avvenga solo di notte ma … i sogni miglio- ri si fanno di giorno! Vi capita ogni tanto di sognare a occhi aperti e magari di ritrovarvi distratti oppure totalmente “sconnessi” da ciò

che succede realmente? Questo è quel che accade a Peter: un ragaz- zo di dodici anni che, in un libro pazzo, fantasioso e divertente ci racconta alcuni dei suoi sogni.

Il titolo di questo libro magico è , infatti “L’inventore di sogni”.

Il libro è scorrevole, “fluido” e riesce benissimo a trasmettere le emozioni del protagonista e non mancano momenti di suspence.

Io, da ragazzo molto simile a Peter, lo consiglio a chiunque ami per- dersi nel magico mondo dei sogni… a occhi aperti!

Valerio Pasquazzi

L'inventore dei sogni è Peter Fortune, un bambino di dieci anni che viene giudicato difficile dagli adulti per il suo carattere complicato, ma in realtà è pieno di immaginazione. Infatti capita spesso che Peter si escluda dal mondo in cui vive per farsi coinvolgere dal suo mondo fantastico ricco di avventure. Tra queste quella di entrare per qualche giorno nel corpo del suo gatto, avere una pomata chiamata svanillina in grado di cancellare la sua fami- glia, oppure di sognare che le bambole della sorellina Kate lo aggre- discano .... I sogni di Peater quindi sono super immaginari, fantasti- ci, astratti .... Sogni che farebbero interessare qualsiasi ragazzo.

Spero davvero che questo libro di McEWAN pieno di sogni ricchi di immaginazione vi conquisti e vi coinvolga anche solo per un po' facendovi sognare ad occhi aperti come ha fatto con me.

Beatrice Parmentola

Classe I D plesso Camilla Caro Dante, dopo la lettera che hai rice-

vuto dal Santo Padre Francesco, in occa- sione del settimo centenario della tua morte, eccoti arrivare la mia (sicuramente sarà più breve).

Devo essere sincero; all’inizio non ti sopportavo, come non sopporto tutte quelle letture che sono obbligato a leggere…poi dopo un po’ mi sono appassionato ed incuriosito a quel tuo viaggio ultraterreno che nessuno conosce con certezza.

Nella Divina Commedia descrivi personaggi e luoghi molto bene, racconti storie ed eventi con uno stile unico, anche se il linguaggio è molto difficile, ma la mia professoressa è brava a spiegarlo!

Nel tuo fantastico viaggio hai incontrato persone che ti hanno aiutato come Virgilio, chi non ti ha aiutato come le tre belve e altri personaggi della mitologia, e così via, ma alla fine hai incontrato la donna da te amata, da sempre, la tua Beatrice Portinari, con la quale non sei riuscito a realizzare il tuo sogno d’amore, ma da te chiamata “ la mia donna ”.

La parte da brivido è quando Virgilio ti ha lasciato alle porte del Paradiso e ti sei messo a piangere perché avevi perso la tua guida e avevi paura di restare solo.

Ma in tutto ciò…Tu in quale girone sei finito? Hai poi ritrovato Beatrice?

Ora torno a leggere altri canti…sono tantissimi!

A presto! Non sono una leggenda come te Tommaso Mauro, classe II B, plesso Ceneda

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ImmaginArte ImmaginArte

N.7 settembre-marzo 2021

Uno sguardo su Mone Uno sguardo su Mone t t

Attraverso lo studio dell’Impressionismo gli alunni e le alun- ne hanno realizzato dei disegni con la tecnica dell’acquerello e dei pastelli ad olio molto suggestivi, dove le vibrazioni della luce li differen- zia l’uno dal- l’altro

Classe III F plesso Camilla

Le “Ninfee” di Monet sono state interpretate dagli alunni e dalle alunne attraverso colori caldi e freddi unendo le tecni- che dell’acquerello e dei pastelli ad olio.

Classe III D plesso Camilla

A lezione da... Brunelleschi A lezione da... Brunelleschi

Classe III C plesso Camilla

Disegno “Trasformazione Cupola del Brunelleschi”

Dopo esserci soffermati sullo studio della Cupola del Brunelleschi gli studenti si sono cimentati nella realizzazione di un disegno trasformando la famosa Cupola in un oggetto d'uso quotidiano, sono uscite fuori bellissime idee originali: gioielli, gio- cattoli e questa bellissima fruttiera.

Alessia Cau classe III F plesso Camilla

Street Art

Gli alunni si sono messi alla prova con uno stile molto attua- le e metropolitano, hanno realizzato i loro nomi prendendo spunto dalla Street-Art e sono uscite fuori creazioni davvero originali e coloratissime come questa il cui nome è un augu- rio per superare que- sto difficile periodo

“Vittoria!”

Victoria Doni, classe III  F plesso Camilla

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Speciale Covid Speciale Covid

N.7 settembre-marzo 2021

Nel cassetto delle avventure...

L’anno 2020 è iniziato come tutti gli altri anni. Ero dai miei parenti per le feste di Natale con luci e addobbi luminosi per le strade, dolci tipici tradizionali, tanti bei regali e l’armonia di stare tutti insieme. Poi anco- ra insieme ai miei cugini a passeggiare sul lungomare di Salerno e finalmente è arrivato il Carnevale con travestimenti allegri e colorati a divertirsi per le strade del centro di Roma. A fine febbraio, nella Piazza Grande di Arezzo, a rincorrere, entusiasta, le bolle di sapone saltellan- do avanti e indietro sul pavimento inclinato pieno di coriandoli. E in un baleno siamo già ai preparativi per il mio compleanno: sereno e diver- tente come sempre! Mercoledì 4 marzo la maestra Loredana ci comu- nica che la scuola sarebbe stata chiusa per qualche giorno: ma in quel momento non sapevamo che non sarebbe stato proprio così!

Il weekend sono stata al mare a Santa Severa, quella è stata l’ultima volta in cui sono uscita. È arrivato lui: un essere invisibile e terribile, chiamato Coronavirus e da quel momento l’anno è inaspettatamente cambiato. Tutti chiusi in casa, canti dai balconi, comunicare con le per- sone solo da uno schermo, giocare da soli in una stanza, studiare senza andare a scuola, interrompere qualsiasi attività pomeridiana, inventarsi altre attività da fare senza poter uscire, imparare parole nuove mai sen- tite prima: mascherina, amuchina, lockdown, distanziamento, corona- virus, quarantena, pandemia, didattica a distanza.

Tante feste le abbiamo trascorse in lockdown senza amici né parenti e il giorno della festa della MAMMA, il regalo più bello è stato quello di

poter finalmente uscire, anche se con la mascherina. È stato un momento molto atteso anche se ero un po’ spaesata: mi sembrava strano uscire di nuovo ed alcuni posti era come se li vedessi per la prima volta. Ho ricominciato a vedere qualche mia amica, fare qualche gita fuori Roma e rivedere i miei parenti durante le vacanze estive. È stato davvero bello poterli riabbracciare!

Ma le vacanze, anche se fantastiche, purtroppo finiscono e si deve ritor- nare a scuola, per fortuna tutti insieme in classe!

Ora sono ritornate le vacanze di Natale e sto pensando a quest’anno tra- scorso in modo così strano. Sono felice che il 2020 sia finito, ma credo che il virus non pensi di dover sparire insieme a quest’anno!

Ora siamo nel 2021 e spero che le cose successe quest’anno non si ripe- tano mai più! Da quest’anno ho imparato che tutto può cambiare in qualsiasi momento e che anche noi dobbiamo essere capaci di cambia- re e adattarci alle diverse situazioni e difenderci e combattere contro le cose brutte della vita.

Daria Marbello classe V C, metodo Montessori plesso “Garibaldi”

T T u u t t t t o o p p u u ò ò c c a a m m b b i i a a r r e e

Era l’11 Novembre 2020, era una giornata normalissima e tran- quilla apparentemente, non mi sarei mai aspettata la fine di quel giorno e che piega poi avrebbero preso i giorni seguenti.

Appena tornata a casa vidi i miei genitori con la mascherina e mio fratello che mangiava in camera sua con la porta chiusa. Avevo intuito che qualcosa non andava, pensavo che fosse successo qual- cosa, speravo di sbagliarmi ma non era quello il caso. Non mi sba- gliavo, qualcosa non andava veramente.

Spaventata ed intimorita chiesi cosa stesse succedendo, lo sguardo di mia madre verso mio padre non lo scorderò mai, come non dimenticherò mai la frase che mi disse mio padre per spiegarmi:

“mamma è risultata positiva al tampone rapido, siamo in quarante- na”. Non ci volevo credere, mi era crollato totalmente il mondo addosso, pensavo fosse tutto uno scherzo, volevo con tutta me stes- sa che fosse tutto finto, ma non era così, mia mamma era veramen- te positiva e da quel momento iniziò uno dei periodi più brutti che io abbia mai vissuto. Dopo aver ricevuto questa terribile notizia, sono andata in camera mia piangendo, non pranzai e subito dopo scrissi alla mia migliore amica e le dissi che non potevo andare a scuola, piansi tantissimo con lei. La domenica andammo a fare il tampone molecolare tutti insieme, sperando di essere tutti negativi, non immaginavamo minimamente che poi quella positiva e special- mente l’unica fossi proprio io. Ci rimasi davvero male, non avevo mangiato per tutto il giorno, piangevo e basta. Tutto stava andando male. L’unica cosa “positiva” era che stavo bene, ero asintomatica, però ero lo stesso molto preoccupata per la mia famiglia e per i miei compagni di classe, avevo i sensi di colpa.

Passavo le mie giornate in camera da sola, mamma mi portava da mangiare e parlavo tutto il giorno con i miei amici, i quali mi sono stati vicini in quel momento così difficile per me. Parlavo ogni gior- no con un altro mio compagno di classe, anche lui era nella mia stes- sa situazione e ci facevamo coraggio a vicenda. Oltre a lui parlavo

molto anche con i miei altri migliori amici,che mi hanno sopporta- to ogni giorno.Penso che se non avessi avuto i miei amici vicino non ce l’avrei fatta.

Per parlare con la mia famiglia facevamo le videochiamate ed era davvero brutto, perché eravamo nella stessa casa e non potevamo vederci o abbracciarci. Mi sono resa conto, in quel periodo, che la mia famiglia per me è molto importante, più di ogni altra cosa ed il mio amore per loro è aumentato grazie a quest’esperienza.

Poi dopo un po’ di giorni andai a fare un altro tampone, ho sperato con tutta me stessa che fosse negativo ed infatti fu così. E’ stata la notizia più bella che mi potesse arrivare, era finalmente finito tutto, potevo uscire e tornare a scuola, che mi era mancata molto. Non era lo stesso sentire i racconti dei miei compagni, è molto meglio viver- le determinate cose invece di sentirsele raccontare.

Quel giorno, appena i miei compagni di classe tornarono a casa da scuola gli scrissi che potevo tornarci anche io, ma dopo qualche giorno. Il rientro a scuola fu bellissimo: avevo un po’di paura di essere giudicata e di essere presa in giro. Poi però ho capito che non c’era nulla da preoccuparsi e che finalmente era finito tutto e pote- vo tornare a vivere normalmente.

Se dovessi fare un paragone tra questo tipo di quarantena e quella che abbiamo vissuto l’anno scorso, senza dubbio sceglierei di rivi- vere quella di marzo, poiché almeno stavo bene e tutti eravamo a casa, non ero io il problema.

Sono felice che sia tutto finito, che ora quello sia solo un ricordo e che ne possa parlare tranquillamente senza avere paura di essere giudicata, sono cose che capitano. Anche quest’esperienza l’ho vis- suta pienamente e va aggiunta nel “cassetto delle avventure” che non avrei mai pensato di vivere.

Cristina Crisafi classe III F plesso Camilla

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16 16 Spazio libero Spazio libero

Plesso scuola secondaria I grado plesso “Ceneda”

Via Ceneda, 26

Plesso scuola secondaria I grado plesso “Camilla”

Via Camilla, 75

Plesso scuola primaria “G. Garibaldi”

Via Mondovì, 16

Plesso scuola primaria“Via Bobbio”

Via Bobbio, 3

Plesso Scuola dell’Infanzia “G. Garibaldi”

Via Mondovì, 16

Plesso Scuola dell’Infanzia Montessori

“Lorenzo “Cuneo”

Via Cerveteri, 59

Uffici di Segreteria e Dirigenza Via Ceneda, 26

Un ringraziamento particolare:

ai docenti del comitato di redazione che hanno lavorato insieme con passione e uniti,

superando le difficoltà insieme

a Maurizio per il sostegno e i tempestivi interventi a tutti i docenti e agli alunni dell’Istituto che hanno collaborato alla pubblicazione del giornale

Grazie!

torneremo presto anche in formato cartaceo, nelle nostre scuole!

Istituto Scolastico Comprensivo

“Via Ceneda”

sede: via Ceneda, 26 Roma

N. 7 settembre - marzo 2021

SENZA OFFESA

I NOSTRI GRANDI EROI - Indovinate chi sono?

Te lo dico così... con i numeri

Tabellina del 3 in festa 3x0=0.... Io da sola ero..

3x1=3... Ora siamo io e te..

3x2=6...Ecco che arriva lei 3x3=9...al parco ora piove..

3x4=12...Siamo tutti fradici..

3x5=15...Andiamo sotto l'albero, che dici?..

3x6=18...Indossiamo un bel giubbotto..

3x7=21...E'arrivato pure Bruno...

3x8=24...Con la torta sul piatto..

3x9=27... La mangiamo tutta a fette 3x10=30...Adesso sono proprio contenta...

Classe II D metodo Montessori, plesso “Garibaldi”

Lorenzo Casaula classe I F

plesso Camilla

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