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Va altresì chiarito come il Piano delle Regole, al di là dell’ambito territoriale di competenza, non rappresenti un piano autonomo a tutti gli effetti

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Piano delle Regole – Relazione Illustrativa

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PREMESSA

La nuova legge sul Governo del Territorio della regione Lombardia (l.r. n.12/2005) ha sensibilmente innovato la pianificazione urbanistica; numerose e sostanziali sono le modifiche introdotte anche in tema di disciplina per la componente insediativa.

La legge affida questo compito al Documento di Piano e al Piano delle Regole.

In particolare il Piano delle Regole si occupa della componente insediativa già consolidata, ovvero delle aree urbanizzate e di quei completamenti fisiologici che non assumono la dignità di un Ambito di Trasformazione (altrimenti collocato nella disciplina del Documento di Piano).

Va altresì chiarito come il Piano delle Regole, al di là dell’ambito territoriale di competenza, non rappresenti un piano autonomo a tutti gli effetti. La sua articolazione, i suoi obiettivi e i suoi fondamenti metodologici e disciplinari rinviano a Documento di Piano e, di conseguenza, non sono qui richiamati.

I capitoli successivi spiegano l’articolazione della disciplina per l’insediamento urbano ed agricolo esistente in Treviglio.

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LA STRUTTURA DEL PIANO

La struttura del Piano delle Regole richiama da vicino l’organizzazione del vigente Piano Regolatore Generale. Il territorio è stato suddiviso in categorie di uso del suolo e a ciascuna categoria è riferita una speciale norma urbanistica.

Le categorie di uso del suolo riguardano sia la componente insediativa urbana tradizionale, la cosiddetta area urbanizzata, che il territorio agricolo. Per ciascuna delle due macro aree territoriale è stato impostato un diverso set di classificazione dei suoli.

Il set di classificazione dei suoli deriva da una ricognizione puntuale delle situazioni riscontrabili sul territorio, ovvero mediante il rilievo sul luogo e la predisposizione di schede sintetiche più avanti descritte.

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LA RICOGNIZIONE DEI LUOGHI

Le categorie di utilizzazione dei suoli sono state individuate e singolarmente attribuite mediante

“un rilievo di campagna” e la compilazione di schede di rilievo predisposte in modo da comprendere dati:

- che permettano di individuare l’estensione dell’unità insediativa;

- che permettano di individuare la natura dell’unità insediativa, ovvero di stabilire il modello tipologico di riferimento e il rapporto instaurato dall’unità col contesto;

- dimensionali relativi allo spazio costruito e alle sue pertinenze;

- dati più descrittivi relativi alle caratteristiche ed alle funzioni degli spazi;

- immagini fotografiche.

Le schede sono articolate in più sezioni e già urbanizzato e da queste si è potuto ricavare una visione piuttosto precisa del contesto insediativo. Una specie di rilievo morfologico del tessuto urbano ed extraurbano.

Si è decisamente abbandonata la strada di una classificazione basata su criteri di natura funzionale o dimensionali (oppure, su criteri derivanti da una combinazione dei due elementi).

Figura 1: Brogliaccio di rilievo del tessuto periferico con individuazione delle unità urbanistiche e dell'impianto tipo-morfologico dei singoli edifici

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Figura 2: Carta definitiva del rilievo tipo-morfologico

IL NUCLEO ANTICO

Particolare cura è stata rivolta all’indagine per il nucleo antico. Qui gli elementi dell’indagine sono stati raccolti al più elevato grado di dettaglio.

L’indagine ha riguardato il nucleo antico vero e proprio (l’originale nucleo fortificato), i suoi borghi di espansione otto e novecentesca, le frazioni in territorio agricolo (Castel Cerreto e Battaglie), gli edifici isolati in ambito urbano e in ambito extra-urbano (le cascine).

Il nucleo antico vero e proprio è stato sottoposto ad un’indagine:

a) dapprima a tavolino sulla base delle carte catastali storiche, tesa ad individuare le unità edilizie storiche, i manufatti oggetto di ricostruzione o saturazione del tessuto, ecc.;

b) in seconda battuta, con un indagine sul campo che ha chiarito l’appartenenza tipologica di ciascun manufatto, la sua articolazione spaziale (androni, cortili, ecc.), gli elementi morfologici evidenti (apparati decorativi, limiti di facciata, ecc.).

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Figura 3: Carta di sintesi de rilievo del nucleo antico

Le famiglie tipologiche di riferimento per la gamma edilizia indagate hanno riguardato: i palazzi (nelle sue forme più auliche e meno rappresentative), gli edifici speciali e l’edilizia minore

LA PERIFERIA DI ORIGINE MODERNA

L’indagine ha seguito qui i medesimi criteri utilizzati per la compagine di origine storica, ma in modo più sintetico. Sono state individuate 5 tipologie di tessuto urbano secondo un modello di lettura già enucleato nel Documento di Piano e qui ripreso e perfezionato:

- città 1: la città cresciuta immediatamente all’esterno del perimetro antico, basata prevalentemente sul principio dell’edificio a cortina stradale e, comunque, sull’aderenza rispetto ai tracciati stradali;

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- città 2: l’espansione settentrionale dell’abitato, oltre il tracciato della nuova ss11, fortemente condizionato dalla presenza di interventi residenziali pubblici e, comunque, della relazione forte tra compagine insediativa e dotazione di servizi e infrastrutture;

- città 3: la città cresciuta nelle sue frange più periferiche in cui esiste un rapporto di precarietà (ma anche di sostegno) nei confronti del limitrofo territorio agricolo;

- città 4: la città prevalentemente non residenziale cresciuta a sud del fascio di binari;

- città 5: la città sparsa nel territorio agricolo

Figura 4: Carta di uso del suolo per la compagine periferica settentrionale ricavata dal rilievo tipo- morfologico

All’interno di ciascuna città gli edifici sono stati suddivisi in base alla loro natura e/o alla loro interazione con il contesto: edifici singoli, a blocco, appartenenti ad un complesso omogeneo, con tipologia non residenziale, ecc.

IL TERRITORIO AGRICOLO

L’indagine per il territorio extraurbano agricolo ha seguito le indicazioni derivanti dal Documento di Piano, in 4 grandi macro aree:

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1. un territorio agricolo orientale ad elevata produttività agricola e ad altrettanto elevata compromissione dei suoli per la presenza di manufatti edilizi ad uso agricolo e non;

2. un territorio agricolo occidentale, ad alta produttività agricola che si svolge in presenza di elementi di forte connotazione ambientale e paesistica particolare dalla componente d’indagine di natura agronomica;

3. un territorio agricolo perturbano a modesta produttività agricola (AGR 3, aree di prossimità urbana);

4. un territorio agricolo settentrionale ad elevata produttività agricola e ad elevato valore ambientale e paesaggistico (AGR 4, aree di riqualificazione agricola).

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LA DISCIPLINA URBANISTICA

CAPO I – AMBITI AGRICOLI

Il Piano, partendo dall’individuazione di distinte zona agricole di cui sopra, distingue il territorio in:

- AGR1: Aree produttive specializzate, ovvero il distretto agricolo orientale

- AGR1/a: Aree produttive specializzate con limitazioni, ovvero il distretto agricolo a sud e il distretto agricolo posto in adiacenza all’Ambito di Trasformazione AT1.

- AGR2: Aree di prossimità urbana

I distretti agricoli occidentali e settentrionali, stante la loro forte concentrazione di elementi di valore paesaggistico e ambientale, sono stati inclusi nella speciale disciplina di parco territoriale (PLIS) e trattati all’interno del Piano dei Servizi.

La disciplina agricola, con sfumature diverse da una classe all’altra, fornisce disposizioni:

1. per l’intervento edilizio e non a fini agricoli, con particolare riferimento alla salvaguardia degli elementi superstiti di connotazione del paesaggio (rogge, vegetazione isolata, filari, ecc.);

2. per l’intervento su edifici non più utilizzati a fini agricoli, senza più obbligo di avvenuta pluriennale dismissione

3. sulle destinazioni d’uso.

Per le aree di prossimità urbana gli interventi di manutenzione agricola sono in parte finanziati e/o realizzati per intervento dell’A.C.

Chiude una specifica disciplina per gli insediamenti produttivo-agricoli (allevamenti intensivi) con sostanziale equiparazione di questi agli stabilimenti secondari in genere.

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Figura 5: Carta sintetica di uso del suolo per l'intera compagine urbana

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CAPO II – AMBITI DI VALORE STORICO

Il Piano stabilisce alcune norme di carattere generale che si applicano alla totalità degli edifici di valore storico: nel nucleo antico, nelle frazioni e isolati, che mirano a salvaguardare la struttura urbana e/o edilizia in generale. Per tali edifici il piano assegna una modalità d’intervento snella, comune a tutti, nei casi di interventi manutentivi e comunque di lieve entità.

Per interventi più in profondità il piano distingue il caso degli edifici compresi nel nucleo storico principale (Intra-moenia) e nelle frazioni di Castel Cerreto e Battaglie, da tutti gli altri.

Per i primi, il piano declina le modalità d’intervento in relazione alla tipologia edilizia di appartenenza. E’ ammessa la possibilità di dimostrare, attraverso l’intervento edilizio proposto, di insussistenza di elementi tali da far ricomprendere il manufatto tra gli edifici con valore storico e anche di ricomprenderlo in una diversa categoria tipologica.

Le categorie tipologiche relative al nucleo antico e alle frazioni sono le seguenti:

- SP, Edifici Speciali - CHI, Chiese - PAL, Palazzi - PZT, Palazzetti

- COR, Edifici con preminenza di caratteri a corte - RIF, Edifici di rifusione

- VIL, Ville

- RUR, Edifici di origine rurale

- MCO, Edifici moderni con caratteri conformi - MDI, Edifici moderni con caratteri difformi

Si aggiungono a queste tipologie le “Zone di sostituzione edilizia”, ovvero quelle porzioni del nucleo antico principale in cui un’intera porzione del tessuto è stata sostituita o radicalmente alterata.

Ogni categoria tipologica ha una propria modalità d’intervento con norma assai specifiche che riguardano:

o gli elementi strutturali;

o gli elementi distributivi;

o gli elementi architettonici e le finiture.

Per gli edifici del secondo tipo, isolati, raggruppati o in territorio agricolo (cascine), il Piano prescrive una modalità d’intervento di risanamento conservativo definita in generale, pur inserendo speciali precisazioni con riferimento alla tipologia di appartenenza per le cascine in territorio agricolo e per le case operaie in Via Portaluppi.

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Chiude l’apparato disciplinare un Manuale del Restauro, in allegato alla normativa tecnica che indica il corretto modo di avvicinare quelle scelte progettuali non aventi propriamente rilevanza urbanistica, ma comunque importanti in un contesto storico: colorature, apparati ornamentali, scelta dei materiali, installazioni tecnologiche moderne, ecc.

Figura 6: Il nucleo antico, in fondo bianco, e gli edifici isolati esterni, in fondo grigio, nelle carte di uso del suolo

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CAPO III - AMBITI DI PROGETTAZIONE UNITARIA

Il Piano stabilisce alcune limitate aree di completamento con lo scopo di meglio concludere l’episodio urbano, di stabilire una connessione meno problematica e definitiva tra città e campagna.

Tali aree prendono il nome di ambiti di progettazione unitaria e sono sottoposte ad una speciale scheda di progetto che ne chiarisce l’utilizzazione sotto il profilo plani volumetrico. Questi interventi marginali riguardano 9 luoghi diversi:

Ambito 1: SAME Ambito 2: GEROMINA Ambito 3: VIA VERRAZZANO Ambito 4: VIA BRIGNANO NORD Ambito 5: VIA BRIGNANO SUD Ambito 6: STADIO ZANCONTI Ambito 7: VIA DEL BOSCO Ambito 8: VIALE ALDO MORO Ambito 9: BIANCHI

Gli schemi progettuali da seguire:

1. hanno prevalentemente destinazione residenziale (tranne A8, Viale Aldo Moro a destinazione produttiva e A9, Bianchi a destinazione mista);

2. mettono in pratica il concetto di décalage, già richiamato dal DDP;

3. si appoggiano quasi sempre alla rete infrastrutturale esistente, senza prevedere dotazioni di standard significative. In alcuni casi comportano la cessione di aree per la futura individuazione di un servizio. A5, Via Brignano sud provvede alla realizzazione di un asilo.

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Figura 7: Ambito speciale Bianchi

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CAPO IV – AMBITI URBANI CONSOLIDATI

Il Piano, come detto, distingue il territorio in:

- AMBITI CENTRALI, a sua volta suddivisi in BL1, Tessuto con prevalenza di edifici a blocco, IS1, Tessuto con prevalenza di edifici isolati, UN1, Tessuto con caratteri architettonici uniformi, NR1, Tessuto non residenziale;

- AMBITI DELLA CORONA PERIFERICA, a sua volta suddivisi in BL2, Tessuto con prevalenza di edifici a blocco, IS2, Tessuto con prevalenza di edifici isolati, UN2, Tessuto con caratteri architettonici uniformi, NR2, Tessuto non residenziale;

- AMBITI URBANI IN RELAZIONE CON IL TERRITORIO RURALE, a sua volta suddivisi in BL3, Tessuto con prevalenza di edifici a blocco, IS3, Tessuto con prevalenza di edifici isolati, UN3, Tessuto con caratteri architettonici uniformi, NR3, Tessuto non residenziale;

- AMBITO PRODUTTIVO A SUD, a sua volta suddivisi in PI4, Tessuto produttivo isolato, PO4, Tessuto produttivo omogeneo, PT4, Aree produttivo terziarie, RS4, Aree residenziali;

- INSEDIAMENTI NON RURALI IN AMBITO AGRICOLO, a sua volta suddivisi in PI5, Tessuto produttivo isolato, RS5, Aree residenziali;

La norma mira a salvaguardare l’appartenenza delle singole unità urbanistiche al proprio tessuto urbano si riferimento. Gli indici sono differenziati in ragione delle diverse situazioni, più bassi per interventi diretti, più alti qualora si decisa di procedere mediante piano attuativo.

Le aree non residenziali hanno la doppia possibilità di procedere con le destinazioni non residenziali in essere o di riconvertire in funzioni residenziali e terziarie mediante un piano attuativo.

Sono specificatamente salvaguardati gli edifici di origine post-industriale (non inseriti tra gli edifici di origine storica) e le resedi contenenti giardini di pregio.

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Figura 8: Carta di uso del suolo per gli ambiti occidentali. Si noti in azzurro le aree agricole perimetrali, in tratteggio arancio il perimetro del PLIS e in altre tonalità di verde gli Ambiti urbani in relazione al territorio agricolo (BL3, IS3, UN3, NR3)

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RIEPILOGO ANALITICO DELLE QUANTITA’

L’offerta di aree residenziali all’interno del tessuto consolidato per azione della norma del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi è già stata quantificata come dimensionamento di massima all’interno del DdP (F7_Relazione Illustrativa); nel presente elaborato sono analizzate le singole voci in dettaglio, valutando, sulla base della norma applicata per la zona, i possibili interventi e il conseguente incremento di superficie (di seguito Sup) e le quote spettanti alle diverse destinazioni, residenziale, terziaria e produttiva.

Di seguito verrà data quantificazione dettagliata delle aree conteggiate ai fini del calcolo del consumo di suolo.

1. AMBITI URBANI CONSOLIDATI

La norma prevede quattro ambiti distinti ambiti: ambiti centrali, della corona periferica, urbani in relazione con il territorio rurale, produttivo a sud all’interno dei quali vengono riconosciuti quattro diversi tessuti. Il PdR prevede la possibilità sia di interventi diretti (interventi manutentivi, di recupero, di ampliamento e/o di ristrutturazione edilizia), che interventi estesi all’intera unità urbanistica; è altresì consentito un intervento di sostituzione edilizia, (quando riguardino l’interno isolato o comunque una superficie territoriale minima definita). Per ogni zona, a seconda della norma, sono state considerate, ove presenti, le due possibilità: nel primo caso si è stimata un indice medio fondiario esistente, un indice residuo, una percentuale di utilizzo effettivo dell’intervento ed una percentuale di reale applicabilità dell’intervento stesso, tenuto conto dei parametri fissati (indice, altezza, distanze, ecc..) ( tabella 1); nel secondo, definita una dimensione media del lotto ,si è ipotizzato un numero di casi in cui si presuppone che la norma verrà effettivamente applicata (sempre piuttosto basso, trattandosi appunto di interventi di sostituzione edilizia)(tabella 2). Ai fini del calcolo si è considerata poi una percentuale di presenza di funzioni non residenziali comunque connesse alla residenza, a seconda della norma considerata.

Diverso il caso dei tessuti non residenziali NR1, NR2, NR3 dove la norma di zona oltre a consentire interventi manutentivi, di recupero e/o di ristrutturazione edilizia, nel rispetto dei parametri edilizi ed urbanistici esistenti, prevede la possibilità di un cambio all’interno della destinazione artigianale produttiva, subordinandola alla formazione di uno specifico piano attuativo; le SUP nuove realizzabili vanno quindi sottratte alla destinazione produttiva esistente. Anche in questo caso, si è ipotizzato un numero di casi di effettivo utilizzo della norma e quindi conteggiate le Sup risultanti ripartite tra destinazioni residenziali ed altre (tabella 3). (Nel computo delle superfici fondiarie non è stata computata l’area dello stabilimento SAME, che si presume continui con la propria attività produttiva).

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Rimane da considerare il caso dei lotti interstiziali ad oggi ancora inedificati; in questo caso si è considerato in utilizzo totale della possibilità edificatoria, in quanto ipotesi più verosimile nel caso di lotti liberi residui (tabella 4.)

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Tabella 1 residenzaaltro Articolo normativoSf interessata dall'intervento (mq) applicabilità % Utilizzo %Sf (mq) If di zona (mq/mq) If residuo (mq/mq)

Sup residua realizzabile (mq) %(mq) %(mq) BL1, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI A BLOCCO288.58620%25%14.4290,650,182.59765%1.68835%908 IS1, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO225.68725%25%14.1050,500,172.39780%1.91720%479 UN1, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 186.43025%25%11.651O,550,182.09765%1.36335%733 BL2, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI A BLOCCO229.99530%25%17.2490,550,183.10465%2.01735%1.086 IS2, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO166.75730%25%12.5070,500,202.50280%2.00220%500 UN2, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 239.01520%25%11.9510,650,161.91265%1.24335%669 BL3, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI A BLOCCO97.15225%25%6.0720,400,181.09265%70935%382 IS3, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO262.15320%25%13.1070,400,202.62180%2.09620%524 UN3, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 81.11340%25%8.1110,550,161.29765%84335%453 RS4, AREE RESIDENZIALI 67.93835%25%5.9450,400,201.18880%95220%238 RS5, AREE RESIDENZIALI 290.14040%25%29.0140,250,164.64280%3.71320%928 25.44918.5436.900

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Tabella 2 piano attuativo residenzaaltroarticolo normativosuperficie territoriale (mq) dimensioni lotto medio (mq) n. lotti Ipotesi n. lotti St interessata dall’intervento If di zona (mq/mq) If residuo (mq/mq)

Sup totale residua realizzabile (mq) %(mq) %(mq) 2701010.0000,800,252.50065%1.62535%875BL1, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI A BLOCCO288.5861.000 10033.0000,900,351.05080%84020%210 IS1, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO225.6871.00026933.0000,600,2781065%52635%283 UN1, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 186.4302.50077410.0000,700,252.50065%1.62535%875 UN2, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 239.0154.00050312.0000,780,253.00065%1.95035%1.050 UN3, TESSUTO CON CARATTERI ARCHITETTONICI UNIFORMI 81.1133.0002513.0000,660,2575065%48735%262 BL2, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI A BLOCCO229.9951.60013946.4000,660,27172865%1.12335%604 IS2, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO166.7571.00015911.0000,600,2727065%17535%94 IS3, TESSUTO CON PREVALENZA DI EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO262.1531.00027655.0000,480,1575065%48735%262 53.40013.3588.8384.515

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Tabella 3 residenzaaltrosuperficie territoriale (mq) dimensioni lotto medio (mq)

n. lotti

Ipotesi n. lotti St interessata dall’intervento If di zona (mq/mq)

Sup totale residua realizzabile (mq) %(mq) %(mq) 34.5000,602.70065%1.75535%945 NR1, TESSUTO NON RESIDENZIALE39.2701.5002516.0000,72432065%2.80835%1.512 824.0000,7016.80065%10.92035%5.880 NR2, TESSUTO NON RESIDENZIALE151.9613.00040412.0000,8410.08065%6.55235%5.005 414.0000,557.70035%2.69535%2.502 NR3, TESSUTO NON RESIDENZIALE113.5913.5003027.0000,664.62035%1.61765%3.003 304.82267.50046.22026.34718.847

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22 Tabella 4

residenza altro articolo normativo superfici If di zona

(mq/mq)

Sup mq

% (mq) % (mq)

BL1, TESSUTO CON PREVALENZA DI

EDIFICI A BLOCCO 679 0,65 441 65% 287 35% 154

IS1, TESSUTO CON PREVALENZA DI

EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO 3.092 0,50 1.546 80% 1.236 20% 309

IS2, TESSUTO CON PREVALENZA DI

EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO 3.822 0,50 1.911 80% 1.528 20% 382

UN2, TESSUTO CON CARATTERI

ARCHITETTONICI UNIFORMI 1.845 0,65 1.199 65% 779 35% 419

BL3, TESSUTO CON PREVALENZA DI

EDIFICI A BLOCCO 2.193 0,40 877 65% 570 35% 307

IS3, TESSUTO CON PREVALENZA DI

EDIFICI ISOLATI SUL LOTTO 7.125 0,40 2.850 80% 2.280 20% 570

8.824 6.680 2.141

Rimane il caso disciplinato dall’art. 32 comma 2.3 del PdR, dove la norma porta a considerare ulteriori 5.330 mq a destinazione residenziale e altri 1.470 mq commerciali.

2. AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE

Il PdS individua per ambiti di riqualificazione le aree già destinate a servizi dedicate alla formazione di uno specifico piano attuativo (PUA) finalizzato all’individuazione di nuove utilizzazioni a servizio e alla ricucitura del tessuto consolidato. Alcuni di questi portano alla realizzazione di superfici a destinazione residenziale e/o terziaria oltre che a servizi. La tabella seguente rende conto di tali superfici, là dove la norma lo prevede.

Tabella 5

numero

ambito denominazione

superficie territoriale

(mq) SUP (mq)

Sup residenziale (mq)

Sup altra (mq)

1 ENEL 11.146 10.000 3.700 6.300

3 ISTITUTO COMMERCIALE 2.391 2.150 1.720 430

4 ISTITUTO AGRARIO 2.880 2.600 2.080 520

5 VIA VESPUCCI 2.160 1.950 1.560 390

16.700 9.060 7.640

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23 3. AMBITI DI PROGETTAZIONE UNITARIA

Il piano individua 9 ambiti d’intervento unitario, riferiti ai margini dell’area urbanizzata al fine di consolidarne la forma migliorando il rapporto con il territorio agricolo. Tali ambiti d’intervento sono subordinati alla predisposizione di un piano urbanistico attuativo (PUA) di iniziativa pubblica o privata. Applicando le superfici previste dalle norme otteniamo:

Tabella 6

Numero ambito

Denominazione Superficie territoriale mq

SUP mq Sup

residenziale mq

Sup altra mq

1 SAME 28.885 7.850 6.280 1.570

2 GEROMINA 2.360 800 640 160

3 VIA VERRAZZANO 33.790 7.800 3.312 828

4 VIA BRIGNANO NORD 3.740 2.340 0 0

5 VIA BRIGNANO SUD 10.050 1.600 1.280 320

6 STADIO ZANCONTI 10.560 5.150 4.120 1.030

7 VIA DEL BOSCO 9.250 3.500 2.800 700

8 VIA ALDO MORO 66.120 38.500 0 38.500

9 BIANCHI 101.300 50.650 5.065 45.585

23.497 88.693

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24 La ripartizione per settori funzionale delle quantità sopra descritte è la seguente:

RESIDENZA

Il totale delle sup a destinazione residenziale per i casi considerati è:

ad indice residuo 18.467

per sostituzione edilizia 8.838

lotti liberi 6.680

tessuto non residenziale 26.347

ambiti urbani consolidati litolatta 5.330

ambiti di riqualificazione 9.060

ambiti di margine 23.497

98.219

A questo dato aggiungiamo una quota derivante dai procedimenti in corso, principalmente piani di recupero, residui di attuazione del Prg vigente, che interessano il tessuto in questione: si tratta di 20.000 mq di Sup corrispondenti ai 240 alloggi stimati riportati nella relazione illustrativa del DdP.

Sommando i dati otteniamo una Sup totale di 118.219, contro i 117.850 stimati nella Relazione Illustrativa del DdP, di cui riportiamo di seguito la tabella riepilogativa dell’offerta di aree residenziali, con evidenziate le voci corrispondenti al presente conteggio.

SUP totali residenziali (mq)

134.000 in PA approvati

19.320 aree di stabilizzazione del margine urbano (puntuali: AT1) 23.500 aree di stabilizzazione del margine urbano (lineari) . 94.350 interventi nel tessuto residenziale consolidato . 271.170 totali

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25 TERZIARIO

Per quanto riguarda il terziario, il DdP stimava 79.000 mq di Sup all’interno del tessuto consolidato:

in PA approvati 30.000

ambiti di trasformazione (AT1) 12.835

interventi nel tessuto consolidato . 79.000

totale 121.835

Dalle tabelle precedenti otteniamo:

ad indice residuo 6.900

per sostituzione edilizia 4.515

lotti liberi 2141

tessuto non residenziale 18.847

ambiti urbani consolidati litolatta 1.465

ambiti di riqualificazione 7.640

ambiti di margine 39.141

80.649

Occorre precisare che, per la quota relativa agli ambiti di margine:

• non sono stati conteggiati gli 38.500 mq di sup dell’ambito 8, considerati tutti a destinazione produttiva.

• per l’ambito 9, si sono considerati solo i 34.533 mq di Sup, secondo la seguente ripartizione ipotizzata:

residenza 5.065

commerciale 34.533

Servizi 2.532

Industriale 8.520

50.650

(27)

26 PRODUTTIVO

Nella tabella 3 si ipotizza che 67. 500 mq di superficie territoriale siano interessati da interventi di dismissione; a questa voce aggiungiamo i 6.000 della litolatta e gli 81.000 circa dell’ambito di margine Bianchi (non conteggiati in totale, in quanto una parte del comparto rimane a destinazione produttiva) per un totale di 154.500 in dismissione. A questa quota sommiamo algebricamente la superficie territoriale dell’ambito di margine 8, la superficie del Produttivo Isolato (PI) aggiunto in accoglimento delle osservazioni e la superficie confermata dell’ex ambito AT3c - 154.500 + 66.210 + 15.000 + 15.000 = - 58.290 mq

Per le stesse voci il DdP stimava:

-140.000 mq, da riconversioni in ambito urbano

+95.000 mq, quota derivante da possibili interventi all’ interno delle aree di stabilizzazione del margine urbano (lineari) a destinazione specificatamente produttiva

Per un totale di – 45.000 mq.

CONSUMO DI SUOLO

Le aree di espansione considerate al fine della quantificazione del consumo di suolo sono:

denominazione superfici territoriali (mq)

DDP AT1 110.803

SAME 28.887 GEROMINA 2.363 VIA VERRAZZANO 33.791 VIA BRIGNANO NORD 3.739 VIA BRIGNANO SUD 10.052

PDS NUOVO POLO OVEST 41.702

231.337 PDR

Dal conteggio sono esclusi:

• interventi da PdS, riguardanti il tessuto consolidato;

• tutti gli interventi in città Sud (comparto Aldo Moro), visto che tali aree insistono su di una porzione di territorio già “consumato”, in quanto interessato dalle nuove previsioni sovraordinate per la mobilità (BreBeMi, AV/AC), come pure il comparto di margine 7 di via del Bosco, intercluso tra i tracciati ferroviari esistenti.

Relativamente al consumo di suolo il DdP si poneva come obiettivo:

(28)

27 “..di mantenere ai livelli esistenti la percentuale di consumo di suolo necessario a corrispondere in termini di espansione urbana alla domanda endogena: tra il 2008 ed il 2018 si prevede un incremento delle Aree Urbanizzate pari all’1%, portando quindi la percentuale del consumo di suolo al 24,7%, con un incremento annuo dello 0,10%.”

Il consumo di suolo quantificato era quindi nell’ordine dei 33 ha, contro i 24 ha circa risultanti, in linea con l’obiettivo prefissato.

Le aree, così come conteggiate, sono visualizzate nella figura seguente:

Superficie comunale

Superficie urbanizzata al 2010

Superficie aggiuntiva urbanizzata al 2020

(29)

28 SOMMARIO:

PREMESSA ... 2

LA STRUTTURA DEL PIANO ... 3

LA RICOGNIZIONE DEI LUOGHI ... 4

Il nucleo antico ... 5

La periferia di origine moderna... 6

Il territorio agricolo ... 7

LA DISCIPLINA URBANISTICA ... 9

CAPO I – AMBITI AGRICOLI... 9

CAPO II – AMBITI DI VALORE STORICO ... 11

CAPO III - AMBITI DI PROGETTAZIONE UNITARIA ... 13

CAPO IV – AMBITI URBANI CONSOLIDATI ... 15

RIEPILOGO ANALITICO DELLE QUANTITA’ ... 17

1. AMBITI URBANI CONSOLIDATI ... 17

2. AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE... 22

3. AMBITI DI PROGETTAZIONE UNITARIA ... 23

RESIDENZA ... 24

TERZIARIO ... 25

PRODUTTIVO... 26

CONSUMO DI SUOLO ... 26

SOMMARIO:... 28

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