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COMUNE DI VILLA COLLEMANDINA

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Academic year: 2022

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COMUNE DI VILLA COLLEMANDINA

PROVINCIA DI LUCCA

Il TECNICO:

Dott. Ing. Massimo Gardenato ingegnere minerario ESERCENTE:

SOCIETA’ APUANA MARMI s.r.l.

TITOLO:

RELAZIONE TECNICA PROGETTUALE

TAV.:

FILE:

RelTec_Colle19.doc

DATA:

APRILE 2020

PIANO DI COLTIVAZIONE DELLA CAVA DENOMINATA

“TRE VALLI” SITA IN LOCALITA’ SASSOROSSO

Redatto ai sensi della L.R. 10/10 e L.R. 35/15

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RELAZIONE TECNICA PROGETTUALE

Premessa

La presente relazione è stata redatta a supporto della domanda del Piano di coltivazione per la cava denominata “Tre Valli”, esercitata dalla ditta Società Apuana Marmi s.r.l. e situata nel comune di Villa Collemandina. La cava si raggiunge attraverso una strada di accesso che si diparte direttamente dall'abitato di Sassorosso dopo un percorso di circa 700 m.

La cava risulta al momento autorizzata Det. Dir n° 297 del 23/06/2015 e scadente il 17.05.2020 ed autorizzazione paesaggistica n° 1 del 03/03/2012 avente medesima data di scadenza.

Nelle pagine seguenti sono riportate le sezioni concernenti la scheda informativa, l’inquadramento territoriale, la relazione illustrativa del piano di coltivazione. Si allegano alla presente relazione la tavola di carta dei vincoli (Tav.1), la tavola di planimetria catastale (Tav.2), la tavola di planimetria attuale (Tav.3), la planimetria di progetto fase intermedia (Tav.4), planimetria di progetto fase finale (Tav.5), dettaglio strada di progetto (Tav.6), sezioni di progetto (Tav.7a-7b), le planimetrie di gestione acque di lavorazione ed infrastrutture di cava (Tavole 8a e 8b), la carta delle fratture (Tav.9), la planimetria di ipotesi di recupero ambientale e relative sezioni (Tav.10), studio dell’intervisibilità e fotosimulazione (Tav. 11).

Fanno parte del presente progetto la relazione di verifica di assoggettabilità di VIA, la relazione paesaggistica, la Valutazione di Incidenza, la relazione di stabilità, la relazione geologica e giacimentologica con tavole allegate, gli elaborati del piano di gestione delle AMD e la relativa relazione, la relazione del progetto di recupero ambientale ed infine le relazioni riguardanti il piano di gestione dei rifiuti estrattivi, il piano di gestione dei derivati da taglio ed il piano di gestione e mitigazione emissioni in atmosfera.

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SC

HEDA INFORMATIVA

a) Denominazione convenzionale della cava : cava “Tre Valli” sita in località Sassorosso nel Comune di Villa Collemandina

b) Estensione del complesso estratt ivo : il complesso estrattivo comprensivo anche dei piazzali di coltivazione e della viabilità di servizio interna si aggira sui 13.000 mq ca.

c) Anagrafica dell’azienda imprenditrice: S.A.M. (Società Apuana Marmi) s.r.l.

d) Finalità industriali e prodotti commerciali: marmo in blocchi per segagione, come sottoprodotto pietra da spacco.

e) Titoli di disponibilità delle aree interessate: concessione comunale. Le aree destinate alla coltivazione della cava “Tre Valli” sita nel comune di Villa Collemandina località Sassorosso sono distinte dalle particelle n. 3250 (parte) e 3077 al Foglio 18 Sez. B della Mappa del Catasto dei Terreni del Comune di Villa Collemandina (LU)

f) Durata della coltivazione: la durata prevista è di 20 anni articolata in due fasi.

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UBICAZIONE E DISPONIBILITÀ Ubicazione

La cava si raggiunge attraverso una strada di accesso che si diparte direttamente dall'abitato di Sassorosso dopo un percorso di circa 700 m.

Le aree in disponibilità alla Ditta sono ubicate nel Comune di Villa Collemandina; in particolare sono comprese nella tavoletta 96 I SE 1:25.000 della Carta d'Italia dell'I.G.M. (S.

Romano), zona 32T, quadrato di 100 Km di lato PP, alle coordinate chilometriche 11,500 (meridiana) e 93,050 (parallela) ed una altezza media di ca. 820 m.s.l.m..

La zona che è contraddistinta ai mappali nº 3250 e 3077 del foglio nº 18 Sez. B della Mappa del Catasto dei Terreni del Comune di Villa Collemandina (LU), è destinata, secondo gli strumenti urbanistici vigenti, ad area di cava esistente come da P.d. F. comunale adottato.

Le aree sono in disponibilità in virtù di titolo di proprietà e/o affitto.

Come individuato nella tavola di “Carta dei Vincoli” (Tav.1) le lavorazioni di progetto che riguarderanno la cava oggetto di studio ricadono parzialmente nel vincolo individuato alla lettera g della legge 42/2004, ovvero “territori coperti da foreste o da boschi, ancorché, percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento” e nell’area 6210, solo per una piccola parte interessata dalla realizzazione della strada di accesso ai piazzali di cava, ovvero“Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespuglio su substrato calcareo (Festuco-Brometea)” individuata nel progetto Hascitu con la D.G.R. n.505 del 17 Maggio 2018.

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DATI GENERALI

Impianti e mezzi meccanici

Le lavorazioni nella cava oggetto della presente relazione tecnica si avvalgono della tecnologia del taglio mediante filo diamantato e della tagliatrice a catena.

Il filo diamantato viene solitamente utilizzato per l’esecuzione di tagli al monte e per sezionare e distaccare le bancate sui piazzali nonché per la riquadratura dei blocchi informi.

La catena si può utilizzare per l’esecuzione dei tagli al monte sia orizzontali che verticali.

Il distacco delle porzioni di ammasso isolate con i suddetti metodi avviene mediante l’impiego di cuscini idraulici o pneumatici introdotti nel taglio tra monte e bancata. Altresì possono essere utilizzati martini oleodinamici quando le condizioni di impiego lo consentono.

A supporto dei mezzi da taglio a filo diamantato si utilizzano una serie di perforatrici elettro- oleodinamiche che permettono l’esecuzione di fori complanari, e tra loro ortogonali, necessari al successivo passaggio del filo.

Tutte le operazioni di abbattimento descritte saranno assistite e seguite da macchine per la movimentazione, rappresentate essenzialmente da pale gommate e/o cingolate ed escavatori cingolati dotati di benna atta alla movimentazione del detrito e/o provvista di martello oleodinamico per la demolizione.

Tali mezzi vengono utilizzati per la preparazione delle rampe di accesso, per l’allestimento dei piazzali di lavoro, la movimentazione del detrito e delle macchine da taglio nonché per il caricamento dei blocchi estratti sui mezzi di trasporto.

In sintesi gli impianti ed i mezzi meccanici utilizzabili nel progetto risultano:

• Pala Hitachi FR 220.2 ;

• Escavatore Hitachi FH 400 con valvola di controllo discesa del cilindro idraulico;

• Generatore ME 580 I;

• Generatore Bertoli 1510;

• Motocompressore Doosan 7/73-10/53;

• Motocompressore Atlas Copco XAS55;

• Minipala Gehl SL 3635;

• Macchina perforante a mandrino Dazzini 60;

• Macchina perforante a catena Fabiani 90;

• Macchina Tagliatrice a catena CSM 962 _Benetti Macchine S.p.A.;

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• Tagliatrice a catena da galleria Fantini G 70;

• Tagliatrice a catena Fantini 50-81;

• Tagliatrice a filo diamantato Lochtmans Lgr4 HP 75;

• Tagliatrice a filo diamantato Lochtmans Lgr4;

Oltre ad utensili minuti vari e macchinari da officina per riparazioni di primo intervento.

Unità lavorative

Al momento sono impiegati 5 addetti che potranno essere adeguati in termini di numero e professionalità secondo le esigenze dell’attuale e futuro livello produttivo.

Strutture e servizi

Il presente progetto si inserisce all’interno di un complesso estrattivo già autorizzato per tanto, per tutto quel che concerne le strutture e i servizi della cava vale a dire energia elettrica, approvvigionamento idrico, edifici aziendali, olio gasolio e parti di ricambio, rifiuti, infrastrutture di collegamento ai pubblici servizi, ciclo delle acque di lavorazione, emissioni in atmosfera vibrazionali ed acustiche, si rimanda a quanto contenuto nel piano di coltivazione già autorizzato della cava. Saranno infatti utilizzate le medesime strutture e i servizi connessi della cava.

Per comodità di lettura si riporterà di seguito un sunto.

Energia elettrica

La cava è alimentata inizialmente mediante un gruppo elettrogeno di generazione diesel da 280 KVA, ampiamente sufficiente alle necessità di cava.

La potenza termica del generatore è quindi chiaramente inferiore ad 1 MW termico e pertanto non necessita di autorizzazione per l’emissione in atmosfera.

Sulla base di conoscenze empiriche relative a cave di dimensioni analoghe si può stimare complessivamente un consumo di energia elettrica pari a 20.000 – 30.000 Kwh.

In termini di rinnovabilità di detta risorsa, i fabbisogni energetici coinvolgono le modalità di produzione di energia dell’Italia tutta che, massimamente, dipende comunque da combustibili fossili.

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Approvvigionamento idrico

All'interno delle aree in disponibilità della ditta Società Apuana Marmi s.r.l. esercente il comprensorio estrattivo non sono presenti emergenze idriche naturali come indicato nella relazione geologica.

L’acqua come già attualmente succede viene recuperata dalle acque piovane stante la situazione morfologica e l’ampiezza dei piazzali realizzati nell’ambito del piano di lavoro in cui saranno collocate le vasche di raccolta (si vedano a tal proposito le planimetre di progetto allegate). Queste ultime com’è ovvio, oltre che permettere una regolare utilizzazione, fungeranno da riserva .

Il fabbisogno di acqua è costituito essenzialmente dai consumi delle tagliatrici, più avanti quantificati, mentre altri utilizzi, quali perforatrici o servizi di cava, hanno una rilevanza molto inferiore sui consumi complessivi. Sulla base di osservazioni empiriche appare lecito affermare come, nel caso specifico, il consumo derivante da altri utilizzi rappresenti circa un 20% dei consumi indicati per le tagliatrici. In termini di rinnovabilità delle risorse idriche, ovviamente, l’acqua è nello specifico un bene rinnovabile poiché recuperata e riutilizzata via via. I quantitativi del prelievo stimato per l’attività di progetto coincidono con quelli della tagliatrici funzionanti contemporaneamente a meno di un 20% stimato per gli altri tipi di prelievo. Nell’ottica di una maggiore attenzione verso i problemi della polluzione e dell’economia delle risorse idriche le lavorazioni sono state impostate sul concetto di ricircolo delle acque come descritto nelle relazioni allegate. Resta fermo il concetto del recupero e riciclo delle acque produttive che di fatto fa sì che il fabbisogno proveniente dall’esterno per le ovvie perdite del ciclo per evaporazione, umidità dei fanghi, ecc., sia ridotto al minimo. In questa sede è lecito affermare, sulla base dell’esperienza di altri siti di cava, di cui taluni privi di approvvigionamento esterno, come il fabbisogno reale ammonti a non oltre il 20-30% di detti quantitativi. Il recupero delle acque piovane è pertanto in grado di assicurare il fabbisogno idrico senza interferire con le acque superficiali e di fatto nemmeno si hanno interferenze realistiche con il bacino idrogeologico stante l’esiguità del prelievo, fatto che consente altresì di affermare come le acque meteoriche intercettate non comprometta una falda sotterranea che è sostanzialmente inesistente in relazione alla permeabilità dell’ammasso roccioso allo studio.

In definitiva il prelievo idrico conseguente al progetto è irrilevante rispetto alla disponibilità

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delle risorse idriche.

Edifici aziendali

Nell’area dove è impostata l’estrazione sono predisposti da oramai svariate decine di anni una serie di edifici adibiti a ricovero per gli operai, officina e magazzino (vedasi tavole di progetto). I box adibiti ad ufficio e ricovero addetti sono quasi tutti presenti all’ingresso della cava alla quota ca. 845 m s.l.m.

Tutte le infrastrutture presenti rimarranno, a meno dell'aggiunta di qualche box mobile, immutate nel corso dell'esecuzione del progetto.

Nei piazzali di cava sono, invece, solamente presenti dei serbatoi di accumulo delle acque recuperate e dei box metallici per il deposito degli utensili e strumenti di cava.

Non è prevista la realizzazione di nuovi edifici o strutture.

Servizi igienici

Come ormai uso e consuetudine in tutte le cave delle Apuane e della Garfagnana, stante anche la scarsa praticabilità di uno scarico di reflui nello specifico ambito di suolo/sottosuolo, non verrà richiesta alcuna autorizzazione allo scarico e quindi nulla varierà rispetto a quanto già presente in cava e autorizzato in fase di progetto.

Ricambi e mezzi meccanici

Le parti di ricambio saranno alloggiate all’interno dei magazzini adibiti a deposito materiali e/

o attrezzature.

La sostituzione di parti per manutenzione, sarà effettuata solitamente tramite società esterna autorizzata, che recupera anche, a propria cura, le parti sostituite.

I pneumatici verranno forniti e montati da società esterna incaricata, che recupera o smaltisce a propria cura a norma di legge, quelli oggetto di sostituzione. Considerato che la loro sostituzione non avviene ogni anno, è possibile stimare in alcune centinaia di Kg medi annui il quantitativo di “pneumatici usurati” conferiti a rifiuto, anche se direttamente dalla società incaricata alla fornitura e sostituzione e quindi produttrice.

La stima del quantitativo di materiali di ricambio (filtri vari, ecc.) esausti prodotti è di difficile quantificazione (fino ad oggi viene fatta direttamente dalle ditte di manutenzione incaricate

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contrattualmente) ed a grandi linee si può stimare in alcune decine di Kg annui seppur non direttamente prodotte e smaltite dalla società esercente.

I materiali di questo tipo che eventualmente dovessero essere prodotti sono tenuti in stoccaggio temporaneo presso il cantiere in coltivazione nell’area servizi in locale coperto in

“ammassi temporanei” distinti, divisi per tipologia di rifiuto, con proprio codice CER e conferiti a norma di legge per lo smaltimento o recupero.

Infrastrutture di collegamento

La cava, troverà accesso diretto alla viabilità sterrata già esistente da tempo, senza la necessità di realizzare collegamenti supplementari.

Carburanti

Il deposito di cava del carburante per macchinari e mezzi continuerà ad essere posizionato a norma di legge, in un’area servizi di quota 841 m ca. e consisterà in una cisterna di gasolio, con pistola erogatrice, della capacità max di 5 mc, dotata di certificazione di rispondenza CE e di tipo omologato dal Ministero degli Interni.

Le caratteristiche della cisterna, i dispositivi di sicurezza ed il posizionamento della stessa è altresì rispondente a quanto indicato dalla normativa di prevenzione incendi per i contenitori distributori rimovibili, dall’apposito DM 19 marzo 1990 (“Norme per il rifornimento di carburanti, a mezzo di contenitori – distributori mobili, per macchine in uso presso aziende agricole, cave e cantieri”).

In particolare:

- il contenitore ha capacità geometriche non superiore a 9.000 litri;

- il contenitore - distributore è di tipo approvato dal Ministero dell'interno ai sensi di quanto previsto dal titolo I, n. XVII, del decreto del Ministro dell'interno 31 luglio 1934;

- il contenitore - distributore è provvisto di bacino di contenimento di capacità secondo la norma, di protezione dagli agenti atmosferici realizzata in materiale non combustibile e di idonea messa a terra;

- il contenitore - distributore è contornato da un'area, avente una profondità non minore di

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3 m, completamente sgombra e priva di vegetazione che possa costituire pericolo di incendio; sono osservati i divieti e le limitazioni previsti dal decreto del Ministro dell'interno 31 luglio 1934 citate in premessa; in prossimità dell'impianto sono installati almeno tre estintori portatili di tipo approvato dal Ministero dell'interno, per classi di fuochi A-B-C con capacità estinguente non inferiore a 39A 144BC, idonei anche all'utilizzo su apparecchi sotto tensione elettrica; gli impianti e le apparecchiature elettriche sono realizzate in conformità di quanto stabilito dalla legge 1 marzo 1968, n. 186.

Inoltre durante eventuali trasporti il contenitore/distributore viene e sarà trasportato scarico.

Come noto il rifornimento avviene a mezzo di pompa direttamente collegata al serbatoio del gasolio.

Sulla base di conoscenze empiriche relative a cave di dimensioni analoghe si può stimare complessivamente un consumo energetico annuo di circa 12.000-15.000 litri di gasolio.

Area di deposito detriti/derivati di taglio

Non esiste area di discarica in senso storico del termine. Il materiale detritico (vedasi capitolo specifico) verrà posizionato in un’area di cava prossima all’ingresso in modo da non creare intralcio alle lavorazioni, da dove viene selezionato e ceduto come derivato di taglio a tassazione comunale per essere commercializzato per usi industriali (l’ubicazione di tali depositi indicata nelle tavole di progetto è approssimativa). Dato il ridotto spazio a disposizione il volume di stoccaggio temporaneo sarà minimo. Nel corso dell'esecuzione del progetto, anche al fine di realizzare la strada su masso necessaria al raggiungimento delle quote inferiore, sarà asportata l'attuale discarica ancora, per il momento, funzionante come da progetto approvato.

Rifiuti

In generale il raggruppamento dei rifiuti pericolosi e non avviene per tipologie omogenee distinte, con propri depositi temporanei, “controllati”, separati così come previsto dalla vigente normativa e nel rispetto delle relative norme tecniche, afferenti alla stessa tipologia.

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I rifiuti pericolosi anche se divisi nelle diverse categorie non sono miscelati con i rifiuti non pericolosi, in ottemperanza al relativo divieto di legge. Ciascun rifiuto viene raccolto per tipologia ed avviato periodicamente ai luoghi autorizzati, ove avvengono le operazioni di recupero o di smaltimento, a mezzo di soggetti regolarmente autorizzati.

La frequenza di dette operazioni di trasferimento è:

a) per i rifiuti pericolosi almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito, oppure in alternativa, quando il quantitativo di rifiuti pericolosi in deposito raggiunge i 10 mc, mentre potrà essere di un anno se il quantitativo di rifiuti pericolosi in deposito non supera i 10 mc;

b) per i rifiuti non pericolosi almeno semestrale, indipendentemente dalla quantità in deposito, oppure, in alternativa, quando il quantitativo dei rifiuti non pericolosi in deposito raggiunge i 20 mc, mentre potrà essere di un anno se il quantitativo di rifiuti non pericolosi in deposito non supera i 20 mc.

Oli e lubrificanti

Non è semplice stimare in percentuale gli oli esausti generalmente prodotti rispetto a quelli lubrificanti acquistati in quanto i mezzi e le attrezzature consumano olio lubrificante in modo più o meno variabile e rilevante a seconda del tipo, dello stato d’uso e delle condizioni esterne. Tanto è vero che facendo una statistica sull’attività di escavazione in generale le percentuali, incostanti, di olio esausto prodotto in generale si può arrivare anche al 60-70%

degli oli acquistati.

La presunzione circa i quantitativi deriva dall’osservazione eseguita in altre attività similari per quantitativo di mezzi presenti in occasione di presentazione MUD annuale.

Il consumo dipende dal mezzo singolo e non necessariamente direttamente dalle volumetrie produttive in quanto i cambi d’olio sono comunque periodici ed in genere affidati contrattualmente ad apposita società di manutenzione, indipendentemente dalla volumetria utile, quanto meno sino a che queste non richiedano l’utilizzo di maggiori o diversi mezzi.

Per la cava in oggetto sia l’acquisto che il recupero degli oli esausti viene affidato contrattualmente a società di manutenzione che recuperano direttamente i rifiuti da loro prodotti. Si può pertanto stimare, un consumo annuo medio di circa 1000 Kg di oli lubrificanti vari e conseguentemente una produzione media annua di oli esausti di circa 700-800 Kg.

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Comunque per qualsiasi bisogno, nel caso si producesse la cava sarà dotata di apposito contenitore chiuso tenuto al coperto, con propria vasca di contenimento per il magazzinaggio degli olii lubrificanti esausti posizionato all’interno dell’area servizi. Tale contenitore è di tipo mobile, facilmente trasportabile e non prevede una postazione fissa, in esso staziona protetto, coperto dalle intemperie e accuratamente isolato dal terreno, come previsto dalle norme, il serbatoio di stoccaggio temporaneo degli oli esausti sarà inferiore ai 500 kg.

Come è ampiamente descritto anche nel piano di gestione delle AMD (allegato alla presente documentazione), si indicano di seguito i provvedimenti complementari in atto per contenere eventuali inquinamenti accidentali connessi allo svolgimento delle attività produttive svolte all'interno della cava:

1.Intensificazione della frequenza dei controlli e manutenzione dei macchinari, al fine di eliminare o quantomeno ridurre al massimo perdite di sostanze oleose provenienti da macchinari quali: mezzi meccanici, centraline per attrezzature e macchinari che impiegano olio idraulico (già in atto).

2. Dotazione di materiali oleoassorbenti (già in atto).

Lo sversamento accidentale di olio o carburante all’interno dell’area di cava rappresenta infatti l’unico incidente possibile e può avvenire solo nel caso di rottura grave ed imprevista del mezzo meccanico o parti di esso.

Sui mezzi in possesso della ditta viene effettuata la prevista manutenzione periodica al fine di prevenire qualsiasi tipo di rottura accidentale.

Nel caso di rottura accidentale sarà immediatamente ricoperta l’area in cui è avvenuto lo sversamento con prodotti oleoassorbenti che vengono detenuti presso la cava a tale scopo così da evitare l’infiltrazione dello stesso od il suo trasporto solido.

Non appena assorbito il materiale così imbevuto di olio sarà asportato, stoccato in big bag e conferito a ditta esterna per lo smaltimento con procedure secondo normativa. Attualmente la ditta ha in essere un contratto di manutenzione con ditte esterne che provvedono a smaltire tutto l'olio esausto proveniente dalle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria.

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Ubicazione oli esausti

Gli oli esausti saranno ubicati in apposito contenitore in un area protetta, coperta dalle intemperie e accuratamente isolata dal terreno come previsto dalle norme, mentre successivamente potrà essere spostato ed ubicato in aree più facilmente accessibili alla ditta esterna che provvede allo smaltimento e in aree in cui nel tempo, in funzione delle lavorazioni. Lo smaltimento oli avverrà quindi in conformità alla normativa vigente.

Attualmente la ditta ha sottoscritto specifico contratto di manutenzione con ditte esterne che provvedono direttamente allo smaltimento degli oli esausti derivanti dalle operazioni di manuenzione ordinaria e straordinaria.

Rottami ferrosi

I rottami ferrosi (cuscini, attrezzature varie danneggiate, chiodi, fioretti, ecc.), sempre sulla base di analogie empiriche in quanto non è possibile stabilire un consumo unitario o altro, possono essere stimati in quantitativi compresi tra i 500 ed i 1.000 Kg annui. Anche questi materiali saranno conferiti per l’avvio a riutilizzo.

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PIANO DI COLTIVAZIONE

Il rilievo topografico di dettaglio della cava “Tre Valli” è stato realizzato mediante Laser Scanner al fine di ottenere una corretta rappresentazione del monte vergine in cui si svolgeranno le coltivazioni di progetto. Il rilievo è stato esteso a tutta l’area ed è aggiornato al 31/12/2019.

Stato attuale

La cava è oggi interessata dalle lavorazioni che si svolgono principalmente a cielo aperto, mentre il sotterraneo sarà interessato solamente dalla lavorazione per la prima parte della galleria dello sbasso di quota ca. 826 m s.l.m. in modo da isolare il pilastro. All’interno del sotterraneo è presente un bacino di calma e decantazione per l’accumulo delle acque recuperate, nel dettaglio si rimanda alla relazione allegata del piano di gestione e mitigazione delle AMD. Ad oggi le lavorazioni si svolgono secondo i limiti e le direzioni previste nel progetto autorizzato.

Come si può vedere dalla Tav. 3 (planimetria Attuale) le coltivazioni riguardano il piano di quota ca. 816 m ca. I piazzali alle quote superiori (819 m ca. e 826,20 m ca.) sono raggiungibili attraverso delle rampe interne formate con materiale detritico ricavato durante i tagli. Gli sbassi saranno portati nelle direzioni previste dal progetto sino alla parete e verranno lasciati in posto dei gradoni di spessori idoneo a garantire la stabilità. L’area adibita al ricovero addetti, insieme al generatore utilizzato per alimentare elettricamente i servizi di cava, è ubicata alla quota 845 m ca., mentre 4 m ca. più in basso è situata l’area impianti (cisterna di gasolio).

Lavori di progetto Fase intermedia

Il progetto sarà suddiviso in due fasi successive di tempi e volumi scavati simili, come si può osservare dalla tabella riportata nel paragrafo successivo “Tempi e Volumi”.

Nella fase intermedia le maggior parte delle coltivazioni si svolgeranno a cielo aperto e per sbassi successivi di altezza ca. 7 m, lavorati in direzione N-S. Infatti, le lavorazioni in sotterraneo riguarderanno esclusivamente il completamento dello sbasso 826 m ca. già

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autorizzato nella galleria attuale, al fine di isolare il pilastro. Verranno completati gli sbassi di quote di progetto 826 m, 819 m ca..

La strada di accesso alle quote inferiori di progetto partirà dal tornate di quota ca. 832 m ca. e raggiungerà le varie quote di progetto attraverso una serie di tornanti, in particolare l’accesso ai piazzali di cava potrà avvenire dalla quota di 812 m ca., che attraverso una rampa interna consentirà di scendere al piano di quota ca. 805 ca., ed alla quota di ca. 798 m, che verrà aperto nell’area NE della cava. Le lavorazioni per questa fase prevedono anche la coltivazione dello sbasso di quota ca. 812 m, mentre il piano 805 m ca. si fermerà ad una distanza adeguata dal gradone 819 m ca. tale da permettere le manovre dei mezzi sul piano 812 m ca. in corrispondenza della strada di accesso ai piazzali (vedi Tav. 4 “Planimetria di progetto fase intermedia”).

Gli avanzamenti procederanno in tutte le direzioni di progetto sino a lasciare dei gradoni in corrispondenza delle pareti, di volume congruo ai fini della stabilità.

La strada di accesso ai piazzali di cava sarà costruita in una zona oggi occupata da “ravaneto”

e quindi da materale detritico che dovrà essere rimosso man mano che procedono le lavorazioni di estrazione della pietra ornamentale.

L’area impianti e le zone adibite a ricovero addetti non cambieranno di posizione rispetto allo stato attuale e quindi saranno posizionati rispettivamente alle quote ca. 841 m e 845 m s.l.m.

L’attuale generatore sarà ubicato alla quota di 841 m e basterà ad alimentare elettricamente tutti i servizi di cava.

Fase finale

Le lavorazioni di progetto nello stato di fase finale saranno la logica prosecuzione delle lavorazioni descritte nella scheda precedente e si svolgeranno sia a cielo aperto sia in sotterraneo.

Per quanto riguarda il cantiere a cielo aperto, le lavorazioni prevederanno l’avanzamento degli dello sbasso di quota ca. 798 m ca in direzione N-S lasciando dei gradoni di opportuno spessore di materiale.

In direzione S, in corrispondenza dell’ingresso della galleria, verrà lasciato un volume maggiore di materiale in posto, al fine di poter preparare il giusto appoggio per l’ingresso in

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galleria. La galleria avrà un’altezza di ca. 6 m e avanzerà in direzione sia W e che E, seguendo le direzioni dell’attuale galleria.

Edifici e box adibiti a ricovero addetti non mutueranno in numero e sopratutto verranno lasciati nella stessa posizione della fase precedente, così come l’area impianti costituita dalla cisterna di gasolio.

Tolleranze progettuali

Appare sin da subito opportuno evidenziare come le quote medie delle bancate siano da intendersi con valenza relativa in quanto gli sbassi di lavorazione non sono mai realizzati con riferimento alle quote assolute, ma presi per multipli legati alla ottimale altezza di lavorazione, tipica per ogni cava in funzione delle scelte degli operatori rispetto alla possibilità di ottimizzare la resa in blocchi, differente talvolta da cava a cava. L’altezza delle bancate nelle cave di ornamentali dipende cava per cava dal materiale e dai macchinari utilizzati. In genere rimane costante durante lo sviluppo della bancata cosicchè, per effetto del sistema di lavorazione che determina uno scalino a salire di alcuni centimetri per ogni bancata, le quote progressivamente variano in leggero aumento nella direzione di avanzamento delle bancate. Questa cosa si ripete per ogni sbasso a seguire ed è facile comprendere come allora l’altezza relativa della bancata rimanga la medesima anche se localmente le quote “assolute” cambiano.

Lo scalino realizzato dalle macchine tagliatrici a catena è mediamente di 3-5 cm ogni avanzamento di 3 m ca. Quindi ogni 30 avanzamenti si può ottenere un dislivello di ca. 1 m.

La direzione degli avanzamenti non è però preventivabile in quanto non è prevedibile a priori la direzione di sviluppo delle bancate all’interno del piazzale lungo la quale potrà essere ampliato uno sbasso o se la direzione sia sempre la stessa o muti durante l'esecuzione dello stesso. Per questo motivo le quote medie delle bancate sono sempre da ritenersi come medie indicative di tutto il piano di lavoro e non come valori assoluti dello specifico punto. I valori assoluti potranno invece mutare di più o meno un metro rispetto alla quota media avendo un margine di tolleranza rispetto alla quota media stessa. Questa tolleranza non porta a mutare i volumi in quanto l'altezza media dello sbasso, per la cava in oggetto, sarà sempre di 7 m ca..

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Nella planimetria di progetto è inoltre riportata con campitura verde un'area nell'intorno dello sviluppo del sotterraneo che rappresenta quello ideale tracciato sulle previsioni geologiche e di fratturazione riscontrate nell'area. E' ovvio che i tracciamenti dovranno essere condotti lungo tutto lo sviluppo mantenendo lo stesso concetto, vale a dire eseguendo i tagli cercando di massimare la resa sia in termini merceologici che in termini di blocchi. Durante lo sviluppo potrà quindi essere necessario modificare leggermente le direzioni o anche che le stesse non possano essere mantenute costanti. Su sviluppi lineari di svariate decine di metri come nel caso in esame è possibile che soli pochi grado ad avanzamento portino al termine del previsto sviluppo di progetto a determinare uno sviluppo del sotterraneo con un allineamento leggermente ruotato a quello previsto di progetto.

Allo stesso tempo le condizioni strutturali del cielo del sotterraneo potranno richiedere la necessità cambiare momentaneamente direzione per poi riprendere quella prevista qualche avanzamento dopo.

Pertanto nella planimetria è stata indicata una fascia di tolleranza entro la quale lo sviluppo del progetto potrà variare da quello previsto, mantenendone le caratteristiche e nel rispetto delle volumetrie autorizzate.

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Volumi e tempi delle operazioni previste

Nella tabella successiva sono presenti le volumetrie di scavo (ca. 60.000 mc) e i tempi previsti al completamento delle lavorazioni.

Sulla volumetria di scavo di coltivazione è lecito attendersi una ragionevole resa di materiale di almeno ca. il 30% classificabile come blocchi, semiblocchi o uniformi per complessivi mc 18.000 ca. (vedasi tabella), ovvero ca. 2.430 t annue medie di lapideo ornamentale in entrambe le fasi di progetto.

Cava “Tre Valli” - Volumetrie di coltivazione utili Stato di progetto Scavo

(mc)

Utili (mc)

Utili (t)

Derivati di taglio (mc)

Durata (anni)

Fase Intermedia 30.000 9.000 24.300 21.000 10

Fase Finale 30.000 9.000 24.300 21.000 10

Totali 60.000 18.000 48.600 42.000 20

I tempi debbono altresì intendersi come orientativi. Per poter quantificare il transito medio di automezzi bisogna ricorrere alla quantità di materiale commerciale estratto annualmente stimabile in ca. 2.430 t/anno in cifra tonda.

Considerando un carico medio di 28-30 t per camion si ottiene circa 81 passaggi all’anno che, in 180 giorni lavorativi effettivi, comportano circa 1 passaggio ogni due giorni lavorativi. A questi si sommano i circa 189 viaggi per l’asportazione del detrito, ovvero un ulteriore viaggio giornaliero per il trasporto del derivato di taglio detritico.

Quindi, con massimo due viaggi giornalieri sarà possibile trasportare tutto il materiale scavato (detrito più blocco commerciabile). A questi, si devono aggiungere i viaggi per l’asportazione del detrito (ravaneto) necessaria per la costruzione della strada di progetto per i primi 12 anni di delle lavorazioni. Il detrito che si trova al di sopra del substrato è stimato intorno ai 23.000 mc e quindi saranno necessari ca. 2.070 viaggi in totale per l’asportazione dell’intero ravaneto. Considerando sempre 180 giorni lavorativi all’anno e che l’asportazione riguarderà i primi 12 anni della coltivazioni di progetto abbiamo ca. 1 passaggio ogni giorno lavorativo.

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ASPETTI AMBIENTALI

Gestione delle acque meteoriche superficiali

In merito a questo punto, si rimanda al piano di gestione delle AMD allegato alla presente documentazione.

Emissioni

Emissioni in atmosfera

In merito a questo aspetto si rimanda alla specifica relazione tecnica allegata.

Emissioni acustiche

In merito a questo aspetto si rimanda integralmente alla relazione tecnica allegata.

Acque di lavorazione

Come è noto nell'attività estrattiva le operazioni di taglio al monte vengono eseguite con macchinari ed utensili che esplicano la loro azione abrasiva con uso o in assenza di acqua.

I macchinari da taglio comunemente usati nell'attività estrattiva sono principalmente rappresentati da:

- Macchine tagliatrici a filo diamantato;

- Macchine tagliatrici a catena da bancata;

- Macchine perforanti.

Le macchine tagliatrici a filo diamantato lavorano in esclusiva presenza di acqua e di conseguenza, nelle acque provenienti dalle lavorazioni non sono presenti olii e grassi ma esclusivamente carbonato di calcio.

La maggior parte delle lavorazioni avviene sul piano di cava, dove non sono presenti fratture connesse con acque sotterranee. Nelle lavorazioni con esclusivo uso di tagliatrici a filo diamantato tracce di olii e grassi possono eventualmente rilevarsi solo in caso di piccole, occasionali perdite provenienti dai mezzi meccanici mobili, fenomeno che non è sempre totalmente eliminabile e comunque, come descritto nell'apposito paragrafo, si mettono in opera una serie di precauzioni atte a prevenire gli sversamenti. Inoltre i macchinari sono periodicamente sottoposti a manutenzione e gli olii esausti sono raccolti in appositi contenitori e conferiti al Consorzio Nazionale degli Olii Usati (in genere a carico del

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manutentore stesso).

Ciclo delle acque di lavorazione

Nel comprensorio estrattivo la coltivazione si svolge sia a cielo aperto, a differenti quote morfologiche mediante successivi avanzamenti e progressivi sbassi eseguiti con la tagliatrice a catena e con il filo diamantato, sia in sotterraneo dove sarà coltivato in parte lo sbasso di quota ca. 826 m. s.l.m..

Alla luce di quanto sopra esposto, al fine di recuperare le acque di lavorazione, tutte le bancate in lavorazione (cantieri attivi) su cui operano le tagliatrici a catena e le macchinette a filo diamantato saranno di norma delimitate mediante dossi di contenimento (Tav. 8a – Tav.

8b – Tav.8c). Come visibile nella tavola specifica allegata alla presente i dossi vengono realizzati con materiale inerte di cava non sciolto a componente coesiva e consentono di delimitare un'area entro la quale vengono mantenute le acque di lavorazione.

All’interno di tale area viene posizionata una pompa ad immersione (PC) e le acque di lavorazione sono da questa posizione pompate verso l'interno della galleria in cui vi è una vasca di decantazione in cui decanta la marmettola che viene poi periodicamente smaltita.

La pompa di aspirazione è collegata ad una tubazione mobile in gomma avente Φ = 3". Le acque decantate sono poi rilanciate alle lavorazioni. I fanghi di risulta del processo di taglio, dopo aver subito il processo di addensamento descritto verranno conferiti a ditta specializzata per l’avvio a riutilizzo e comunque, nel caso di “marmettola” da taglio con filo, possono in linea di principio essere riutilizzati in cava, previa sottoposizione a test di cessione, nelle opere finali di recupero ambientale miscelandoli con detrito più grossolano.

Durante il processo sono inevitabili perdite di acqua quale quella contenuta nei fanghi estratti, evaporazioni ecc. (il bilancio è infatti sempre negativo) e quindi al fine di reintegrare il ciclo chiuso si alimenterà lo stesso, per la quantità necessaria, con acqua proveniente dalla vasca della galleria. Per le situazioni sopra descritte, non è praticamente presente un punto di scarico di acque produttive.

Le acque di lavorazione dei cantieri attivi non si mescolano mai con le acque superficiali esterne ad essi, ma solo con quelle di prima pioggia eventualmente su di essi direttamente insistenti, che vengono mantenute al loro interno e comunque recuperate attraverso l’impianto di chiarificazione esistente.

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E’ inoltre da evidenziare che ai fini della sicurezza degli addetti è prassi, in tutte le industrie estrattive ornamentali, in particolar modo per quelle a cielo aperto quali la cava in esame, sospendere le lavorazioni in caso di eventi piovosi. E’ dunque evidente come, in caso di pioggia, il cantiere di lavorazione non sia mai di fatto attivo.

A seguire si riporta lo schema a blocchi di funzionamento del ciclo nella configurazione di progetto (allo sto attuale lo schema è il medesimo, cambia solo la dimensione della vasca di decantazione VA).

Schema a blocchi configurazione di progetto (coincidenti le due fasi intermedia e finale)

Nel diagramma sono state inserite le dimensioni della VA che soddisfano la dimensione minima delle vasche nelle due configurazioni di progetto.

Acque da taglio con filo diamantato

L'azione di taglio delle macchine a filo diamantato avviene in presenza di sola acqua, pertanto le acque di lavorazione, contenute da cordoli-dossi di materiale inerte di cava non sciolto a componente coesiva, risultano miste a materiali con granulometria fine. Il materiale con granulometria fine recuperato, a seguito di opportuna chiarificazione/decantazione o mediante

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altro sistema, verrà raccolto temporaneamente in appositi contenitori e avviato a smaltimento con il relativo codice CER qualora non possa trovare altra destinazione come prodotto derivato di taglio. Si precisa che i materiali derivati dall’attività estrattiva sono normalmente impiegati nel ciclo produttivo e quando in eccesso o non più necessari in tal senso sono trasferiti a valle per essere commercializzati, per usi industriali.

Si precisa altresì che i materiali detritici di cui si intende disfarsi sono avviati a rifiuto, ai sensi dell’art. 183, comma 1, lettera b) del D.Lgs 152/2006, nei modi e nei termini di legge.

Il taglio prodotto dalla macchina ha una larghezza di circa 10 mm e tenuto conto che le rese medie nel taglio è di circa 6 mq/h si hanno i seguenti consumi e prodotti:

CONSUMO DI ACQUA 20 lt/min = 1,2 mc/h

QUANTITA' DI SOLIDO ASPORTATO 1,00 lt/min = 0,060 mc/h

Mediamente nell'arco di una giornata lavorativa di 8 h il tempo di funzionamento può essere stimata in 4 h tenuto conto dei tempi di posizionamento e spostamento.

Pertanto per ciascuna tagliatrice a filo diamantato nel corso di una giornata si produce una quantità di acqua mista a solido di carbonato di calcio pari a:

CTFD = 5,04 mc (21,00 lt/min)

distinti in:

acqua CtH = 4,80 mc solido CaCo3 = 0,24 mc

che in rapporto percentuale si traduce in 95,5% di acqua e 4,5% di solido, nella realtà il rapporto tra parte solida e parte liquida sarà superiore in quanto va tenuto conto dell’effetto di nebulizzazione dell’acqua dovuto al moto della catena.

Acque da taglio con catena

L'azione di taglio effettuate con macchina a catena, ovviamente per quelle che non operano a secco, avviene in presenza di sola acqua, oltre a grasso biodegradabile lubrificante, pertanto le

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acque di lavorazione sono esclusivamente costituite da acqua mista a materiali con granulometria da grossolana a fine di marmo con tracce di grasso biodegradabile.

Le caratteristiche di taglio di queste macchine rispondono in generale a quanto di seguito indicato:

LARGHEZZA DI TAGLIO mm 38

VELOCITA' DI AVANZAMENTO cm/min 5

CONSUMO DI ACQUA PER IL TAGLIO lt/min 35

GRASSO VEGETALE g/min 5

Pertanto si avranno i seguenti consumi e prodotti orari:

ACQUA mc/h 2,100 (35 lt/min)

SOLIDI DI CaCo3 mc/h 0,114 (1,9 lt/min)

GRASSI mc/h 0,0003 (143 mg/lt)

Per un totale di mc/h 2,21 (36,9 lt/min)

Mediamente nell'arco di una giornata lavorativa di 8 h il tempo di funzionamento può essere stimata in 4 h tenuto conto dei tempi di posizionamento e spostamento.

Pertanto per ciascuna tagliatrice a catena nel corso di una giornata si produce una quantità di acqua mista a solido di carbonato di calcio e grasso pari a:

QTC = 8,84 mc distinti in:

acqua CtH = 8,400 mc

solido CaCo3 = 0,456 mc grassi vegetali = 0,0012 mc

Che in rapporto percentuale si traduce in 92,5 % di acqua e 7,5 % di solido, essendo la quantità di grasso trascurabile. Va evidenziato come in realtà, la maggior parte del solido asportato dalla tagliatrice a catena è composto da piccole scaglie e in quanto tale non costituisce marmettola in senso stretto, vale a dire fango di marmo.

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I fanghi non subiscono alcuna ulteriore trasformazione, ma vengono allontanati nelle medesime condizioni fisiche e chimiche con le quali vengono raccolti. I sacchi nei quali i fanghi vengono accumulati vengono periodicamente affidati a ditta esterna per lo smaltimento. Tutte le operazioni di carico (cambio sacco dalla vasca ) e scarico (affidamento a ditta esterna) vengono annotate su apposito registro dei rifiuti e annualmente viene fatta l’apposita dichiarazione M.U.D..

Descrizione delle modalità di raccolta convogliamento, depurazione e addensamento fanghi delle acque provenienti dalle lavorazioni di taglio.

Nel comprensorio estrattivo la coltivazione si svolge essenzialmente su piazzali costituiti dal piano segato, a differenti quote morfologiche, mediante avanzamenti e successivi sbassi eseguiti con la tagliatrice a catena e la tagliatrice a filo diamantato.

Le lavorazioni sui piazzali esterni procedono con estrazione per bancate; vengono cioè tagliate dal monte delle porzioni di pietra, successivamente distaccate mediante l’impiego di martinetti idraulici e/o cuscini idraulici e pneumatici, quindi ribaltate e sezionate in blocchi. Il distacco della porzione isolata avviene con le medesime modalità viste in precedenza. Con riferimento alla tavola allegata (Tav. 8a, 8b e 8c) le acque ed i fanghi provenienti dalle macchine da taglio (tagliatrici a catena e macchinette a filo diamantato) saranno contenuti entro un’area opportunamente delimitata mediante dosso di protezione, convogliati in opportune zone di raccolta localizzate in vicinanza dei macchinari e da qui trasferite, dove necessario a mezzo pompe immerse, nel bacino di decantazione e raccolta posta in galleria (vedasi Tav.8a, 8b e 8c) oppure riutilizzate nuovamente nella lavorazione.

Tale vasca sarà dotata di pompe immerse per acque luride al fine di raccogliere i fanghi addensati depositati e consentire il loro invio verso l’apparecchiatura a sacchi drenanti che saranno poi riposti in cassone metallico scarrabile.

Le acque trafilanti l’impianto di addensamento a sacchi, sono condotte naturalmente alla vasca adiacente senza compiere lunghi tragitti. Le acque raccolte nelle suddette vasche sono reimmesse nel ciclo a mezzo pompa immersa transitando per vasche/serbatoi di stoccaggio.

Durante il processo sono inevitabili perdite di acqua quale quella contenuta nei fanghi estratti,

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evaporazioni ecc. (il bilancio è infatti sempre negativo) e quindi al fine di reintegrare il ciclo chiuso si alimenterà lo stesso, per la quantità necessaria, con acqua proveniente dai serbatoi di accumulo in cava.

Per le situazioni sopra descritte, non è praticamente presente un punto di scarico di acque produttive.

I fanghi di risulta del processo di taglio, dopo aver subito il processo di addensamento saranno, in caso di eccesso, conferiti a ditta specializzata per l’avvio a riutilizzo e comunque, qualora non si ritenesse possibile destinare ad utilizzo parte del materiale, questo potrà essere accumulato in apposito cassone scarrabile per essere successivamente destinato a recupero come rifiuto con codice CER 010413.

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PERIZIA DI STIMA OPERE ART. 26 L.R. 35/2015

La cava è autorizzata da anni secondo un progetto di coltivazione che prevedeva gli interventi di recupero ambientale sommariamente già descritti ed in relazione ai quali è depositata una polizza fidejussoria a garanzia dei punti di cui all’art. 26.

Poiché l’attività è in essere da diverso tempo, tutte le opere di urbanizzazione primaria sono già state realizzate (viabilità di accesso da viabilità pubblica, allacciamenti, impianto trattamento acque ecc.) e non saranno necessarie ulteriori opere di questo tipo, la perizia di stima si è incentrata sul punto d) dell’art. 26.

Riprendendo quindi il vigente progetto, sulla base delle considerazioni sopra riportate, è possibile determinare i costi riportati nel prospetto aggiornato di pagina seguente.

COMPUTO METRICO STIMA OPERE DI RISISTEMAZIONE DELL’AREA

Carrara, Aprile 2020

Il Tecnico Dott. Ing. Massimo Gardenato

lavoro unità di misura quantità

a corpo 1,00 3.000,00 3.000,00

mc 8.000,00 3,00 24.000,00

Formazione di canalette di regimazione idraulica ml 160,00 5,50 880,00

ml 24,00 17,00 408,00

pulizia piazzali da rottami ferrosi a corpo 1,00 450,00 450,00

n 250,00 35,00 8.750,00

mq 5.000,00 0,54 2.700,00

sommatoria 40.188,00

totale 40.188,00

costo unitario

costo complessivo

Ripulitura dei piazzali di lavorazione da massi, attrezzature, impianti, cavi o altro

Deposizione e regolarizzazione superficiale di detrito medio fine precedentemente accantonato sul piazzale residuo di cava

Apposizione di recinzione di sicurezza costituita da paletti lignei dell’altezza fuori terra di almeno 1,2 m come da tavole allegate e rete metallica plastificata a maglie romboidali di altezza 1 m

Acquisto e messa a dimora di specie arbustive ed arboree autoctene di piccole dimensioni (altezza inferiore a 80 cm), a radice nuda e/o con pane di terra o in contenitore, consistente nell’esecuzione della buca, impianto, concimazione e bagnatura d’impianto, potature di formazione e sostituzione delle fallanze nel primo anno dopo l’impianto.

Opere di consolidamento per il drenaggio, sostegno, reinverdimento dell’area con tecniche di ingegneria naturalistica, ovvero opere di ingegneria che utilizzano materiali costruttivi vivi (piante e parti di esse), da soli o in combinazione con materiale inerti, finalizzate alla riduzione della pericolosità geomorfologica e idraulica.

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ALLEGATO 1 Documentazione fotografica

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Foto 1 – Panoramica del cantiere a cielo aperto allo stato attuale

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Foto 2 – Dettaglio del cantiere a cielo aperto dove è possibile apprezzare la differenza dei due materiali ornamentali presenti nel sito.

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Foto 3 – Cantiere sotterraneo attualmente non interessato dalle lavorazioni di estrazione del materiale.

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Foto 4 – Panoramica del sito estrattivo da punto panoramico ubicato nel paese di Corfino.

Riferimenti

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