09/01/2020
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI “A. MORO”
Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione
Pedagogia della marginalità a.a. 2019/2020
Convivere a scuola Gli stili educativi
dei docenti e il clima di classe Valeria Rossini
LA QUALITÀ DELL’INSEGNAMENTO:
UNA QUESTIONE DI STILE
Gli stili educativi si riferiscono a un ampio campo semantico che ingloba gli stili di insegnamento, la cui variabilità spiega più di ogni altra variabile relativa alle caratteristiche della classe e della scuola le diversità nel rendimento degli alunni e nella coesione del gruppo.
Stili di insegnamento
centrato sul docente intermedio
centrato sullo studente
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LO STILE PEDAGOGICO
Per stile pedagogico intendiamo l’insieme delle condotte cognitive, emotive e relazionali utilizzate dal
docente nella
gestione del gruppo classe in dipendenza della funzione di insegnamento
personalmente svolta . L. Valle
IL “PEDAGOGICAL CARING”
Quattro caratteristiche del docente che sa prendersi cura dell’allievo (Wentzel, 1997, 2002):
- coinvolgimento positivo dell’insegnante nella propria professione;
- aspettative di successo nei confronti degli alunni;
- capacità di ascolto;
- restituzione di adeguati feedback.
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GLI STILI EDUCATIVI
Stile educativo Concezione dell’
insegnamento
Atteggiamento del docente
Effetti sugli studenti Autoritario
alto controllo bassa affettività
trasmissiva direttività obbedienza frustrazione Lassista
basso controllo alta affettività
spontaneistica disimpegno insicurezzaanarchia
Autorevole
alto controllo
alta affettività costruttivista facilitazione collaborazione responsabilità
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COMUNICARE E/È AIUTARE
relazione educativa
ricettività:
fare posto all’altro
responsività:
saper rispondere all'altro
Per esserti d’aiuto metterò da parte me stesso – il sé dell’interazione ordinaria – ed entrerò nel mondo della tua percezione nel modo più completo di cui sia capace.
Diventerò, in un certo senso, un altro sé per te – un alter ego per i tuoi stessi atteggiamenti e sentimenti – una sicura occasione per te di esaminarti con maggior chiarezza, di viverti con maggiore profondità e verità, di prendere decisioni più importanti».
C. Rogers
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4 LA RELAZIONE INSEGNANTE-ALUNNO
COME RELAZIONE DI AIUTO
Congruenza: nel rapporto con i miei alunni riesco a essere autentico e trasparente?
Accettazione positiva incondizionata: accetto i miei alunni per come sono e non per come vorrei che fossero?
Comprensione empatica: mi sforzo di comprendere i sentimenti e i vissuti dei miei alunni e di comunicare loro questa comprensione?
I LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE
verbale (parole e frasi)
7%
paraverbale (tono, volume, ritmo
della voce) 38%
non verbale
(postura, mimica facciale, gestualità, prossemica)
55%
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PER ASCOLTARE SERVONO SEI ORECCHIE
1. CONTENUTO: cosa vuole dirmi?
2. AUTOPRESENTAZIONE:
cosa vuole dirmi di sé?
3. RICHIESTA: cosa vuole da me?
4. RELAZIONE: come mi sta parlando?
5. EMOZIONE: quali emozioni sta provando?
6. AUTOASCOLTO: quali emozioni sto provando?
…LA PAURA DEL CONFLITTO…
Liberarsi dall’obbligo di essere sempre d’accordo significa avere il coraggio di muovere critiche, dissociarsi e fare opposizione. E questo è possibile anche tra docenti e alunni, in quanto parte attiva del gruppo classe, seppure con ruoli e compiti diversi.
Un gruppo è tale non quando lavora all’unisono, ma quando raggiunge l’armonia. In questa accezione, l’unione non implica tanto una perfetta identità di vedute, quanto un perfetto accordo tra prospettive diverse.
In una classe, l’insegnante si aspetta di essere
ascoltato.
Lo studente pure.
E. Abbè
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IL GRUPPO
• Etimologia: da nodo o tondo, indica «una quantità di persone unite insieme, in modo da potersi abbracciare coll’occhio e considerare quasi un sol tutto».
• Definizione: entità sociale che accoglie un insieme
di individui che
interagiscono con regolarità.
finalità:
condivisione e coerenza degli
scopi
organizzazione:
rappresentazione unitaria
dinamiche evolutive:
impegno attivo e cooperativo
PROPRIETÀ DEL GRUPPO
• Vincoli: insieme degli elementi che si accumulano nel tempo (norme, risorse, storia);
• Confine: grado di separazione o di connessione degli elementi.
• Struttura:
- gruppo di lavoro: orientato all’apprendimento e centrato sul compito;
- gruppo di base: orientato alla comunicazione e centrato sugli scambi relazionali.
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LA GESTIONE DEL CONFINE
Disimpegno:
impermeabilità
Adattamento:
flessibilità
Invischiamento:
iperreattività
LA GESTIONE DELLE RELAZIONI
strutture strategie suggerimenti potere responsabilizzazione distribuire la leadership
comunicazione partecipazione controllare i flussi comunicativi ruoli riconoscimento decostruire pregiudizi e
stereotipi dinamiche
socio-affettive prosocialità favorire la conoscenza e il supporto reciproco
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LA LEADERSHIP: NASTRO ADESIVO DELLE RELAZIONI
Processo d'influenza sui membri del gruppo per il perseguimento degli scopi comuni:
- qualità individuali;
- identità del gruppo;
- differenze di genere.
COSTRUIRE IL GRUPPO:
DUE EQUIVOCI
1. Omogeneità/ eterogeneità:
• attività cooperative;
• pratiche discorsive.
2. Gestione del conflitto:
• controversia;
• conflitto intellettuale;
• conflitto di interessi;
• conflitto di sviluppo.
Capacità
di discutere Decision making
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SCHOOL BONDING
Senso di appartenenza, legame di connessione alla scuola.
Ha effetti positivi su:
- relazioni con pari e docenti;
- impegno e rendimento ; - partecipazione alle attività;
- prevenzione della dispersione;
- prevenzione del bullismo.
LA CLASSE COME SPAZIO EDUCATIVO
RELAZIONI IN CLASSE
Rapporti associativi
empatia
cooperazione
Legami affettivi e spontanei
affiliazione
attrazione
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