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MOZZARELLA DI BUFALA È LA PIÙ AMATA DAGLI INFLUENCER IN USA, CANADA E MESSICO

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Academic year: 2022

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INDAGINE ASSOCAMERE: LA MOZZARELLA DI BUFALA È LA PIÙ AMATA DAGLI INFLUENCER IN USA, CANADA E MESSICO

I l n u o v o p r i m a t o ottenuto dalla mozzarella di bufala campana, risultata la più amata dagli influencer negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, è un riconoscimento non solo all’unicità del nostro prodotto, ma anche alle straordinarie potenzialità del Sud Italia e conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta, quella di promuovere congiuntamente la nostra eccellenza e il suo territorio, in chiave turistica e culturale”.

Il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, commenta con entusiasmo l’indagine sulle tendenze di consumo del Made in Italy agroalimentare, condotta da Assocamere Estero (l’Associazione che raggruppa le 78 Camere di Commercio Italiane all’Estero e Unioncamere), che ha coinvolto 550 influencer del food & wine

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in Usa, Canada e Messico nel progetto “True Italian Taste”.

La mozzarella di bufala campana Dop si aggiudica il primo posto nella classifica delle preferenze di chi fa tendenza e orienta i consumi in Nord America. Quasi uno su due ha scelto la bufala, per l’esattezza il 47,5% del campione totale: è il prodotto più apprezzato dai canadesi (57,3%) e dai messicani (48,4%), piazzandosi al secondo posto negli Stati Uniti (42,5%).

“Abbiamo accolto nella nostra sede un gruppo di questi influencer che hanno potuto conoscere da vicino la nostra realtà produttiva, per questo siamo ancora più orgogliosi del successo ottenuto dalla mozzarella Dop. Chi viene in Italia e assaggia il nostro prodotto, non lo dimentica più. Abbiamo bisogno di un nuovo storytelling dei tesori del nostro Paese, basato sulla conoscenza dell’autentico Made in Italy agroalimentare, la vera strada per raggiungere il consumatore finale”, sottolinea il direttore del Consorzio di Tutela, Pier Maria Saccani.

Secondo il rapporto di Assocamere Estero, le scelte operate dagli influencer sono spesso frutto proprio di una loro conoscenza diretta del nostro Paese: oltre l’87% del campione è stato in Italia almeno una volta e circa il 70% inoltre prepara più di 3 volte a settimana ricette della tradizione italiana.

La mozzarella di bufala campana vince anche la sfida tra i più giovani, conquistando il gusto dei Millennials, compresi tra i 18 e i 34 anni, rivelatisi veri intenditori del food tricolore.

Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo di 550 influencer del food & wine; il 23,5% degli intervistati appartiene alla fascia di età 18 – 34 anni mentre la maggior parte (62%) ha tra i 35 e 54 anni. Oltre la metà degli influencer, pari al 55%, opera nel settore food & wine, il

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27,7% si occupa di blog & journalism, il 13% svolge attività legate alla sfera del food e il restante 4% appartiene al settore travel.

MADE IN ITALY, APPELLO CONSORZIO CINTA SENESE:

OBIETTIVO CRESCITA

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C i r c a t r e n t

’ a n n i f a g l i s f o r zi comuni di tante componenti imprenditoriali, istituzionali e scientifiche hanno permesso di salvaguardare la biodiversità delle razze suine autoctone italiane evitando l’estinzione della Cinta Senese, un animale conosciuto fin dal Medioevo e probabilmente indietro ancora nel tempo. Da allora molti passi avanti sono stati compiuti con il moltiplicarsi degli allevamenti, la costituzione del Consorzio e il riconoscimento DOP per la carne, apprezzata per le sue caratteristiche in I t a l i a e n e l m o n d o . U n a v e r a e p r o p r i a e c c e l l e n z a dell’agroalimentare del nostro Paese.

Tale è l’apprezzamento per la Cinta Senese che l’offerta non riesce a far fronte alla domanda del mercato. Questo

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squilibrio non consente un’adeguata programmazione alle aziende distributrici e trasformatrici, non garantisce una stabilità nei prezzi e un adeguato livello remunerativo per gli allevatori. Indispensabile dunque far crescere il numero dei capi allevati (attualmente tra i 3.900-4.300 annui) fino a farli raddoppiare, ma anche triplicare. Il raggiungimento di tale obiettivo comporterà la creazione di un mercato solido, di un prezzo adeguato ai costi di allevamento.

Dunque promozione sì del prodotto, ma anche azioni che consentano il moltiplicarsi delle aziende e degli imprenditori agricoli e quindi nuovi allevamenti. Per questo occorre ancora una volta lo sforzo di tutti, come trent’anni fa quando le sinergie messe in campo consentirono di raggiungere un grande traguardo. Un altro traguardo ci attende: consolidare e dare certezze economiche a chi con tanta passione e dedizione alleva la Cinta Senese. Offrendo di pari passo nuove opportunità di lavoro per tanti giovani che guardano all’agricoltura e all’allevamento con rinnovato interesse, riscoprendo il valore inestimabile del legame con il territorio.

Il Consorzio da parte sua è disponibile ad impegnarsi come supporto tecnico per facilitare i contatti tra allevatori ed acquirenti, mettendo a disposizione l’esperienza dei propri soci e le opportunità commerciali che via via si presentano.

Ai destinatari di questa lettera aperta dunque rivolgiamo l’invito ad aiutarci a mettere in atto tutte quelle azioni, pronti al confronto, per individuare quali possano essere le più adeguate, affinché la storia della Cinta Senese continui e sia una storia di un’eccellenza italiana sempre più conosciuta e apprezzata nel mondo.

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CULTURA BALSAMICA, MUSICA LIVE ED AUTO D’EPOCA PER ACETAIE APERTE 2019

S a r à u n

’ e d i z i o n e r i cca di iniziative originali, quella di Acetaie Aperte 2019. La manifestazione organizzata dai Consorzi di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP per la giornata di domenica 29 settembre ha in serbo numerose sorprese, tutte da scoprire nelle 38 acetaie della provincia di Modena aderenti. Il programma, in continuo aggiornamento, sarà ricco di eventi incentrato sulla narrazione delle storie, dei personaggi e delle peculiarità del prodotto.

Tra le iniziative proposte per l’edizione 2019 dalle singole acetaie, si trovano visite guidate ai luoghi di produzione con illustrazione del ciclo produttivo, cottura del mosto ed escursioni nelle vigne insieme a degustazioni di Aceto

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Balsamico in purezza e in abbinamento con i prodotti tipici del territorio. Giochi per grandi e piccini, showcooking, musica live, visite ai musei del balsamico “di famiglia” con a n t i c h e s t r u m e n t a z i o n i d i l a v o r o i n e s p o s i z i o n e , intrattenimenti di “cultura balsamica”, esposizioni di auto d’epoca e test drive.

Un evento attraverso cui richiamare flussi turistici sul territorio, come ribadisce anche il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Mariangela Grosoli: “La ricaduta economica sul territorio delle attività legate al comparto food DOP e IGP– puntualizza –supera i 600 milioni di euro e comprende i consumi ma anche l’incoming turistico che quest’area è in grado di attirare per il suo immenso patrimonio agroalimentare, di cui l’Aceto Balsamico di Modena IGP e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP sono senza dubbio tra i massimi esponenti. In questo contesto, Acetaie Aperte si propone come uno dei più importanti appuntamenti di divulgazione rivolti al grande pubblico per l’enogastronomia del territorio e contribuisce a fare della nostra provincia una delle food destination più richieste”.

La buona riuscita di iniziative come Acetaie Aperte si basa sulla capacità di tutto il sistema – produttori e Consorzi– di lavorare coesi al fine di raggiungere un obiettivo comune, tuttavia “un plusvalore risiede soprattutto nell’occasione unica offerta dai produttori ai visitatori – aggiunge il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP Enrico Corsini – di conoscere attraverso i racconti delle storie di famiglia, a tratti secolari, quanto importante sia la tradizione legata all’Aceto Balsamico nel contesto dell’economia ma anche della società modenese”.

Un’edizione ricca di eventi e di sorprese dunque, che verrà ad arricchire ulteriormente l’anno della celebrazione del decennale dall’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta per l’Aceto Balsamico di Modena.

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MADE IN ITALY, SINGAPORE RICONOSCE IG PECORINO ROMANO.

PALITTA: PASSO FONDAMENTALE

S i n g a p o r e h a r i c o n o sciuto l”IG Pecorino Romano. Da quanto apprende AGRICOLAE – che pubblica il documento – il Consorzio ha ottenuto il riconoscimento superando l’opposizione intentata dal CCNF, il Consorzio dei nomi generici USA. “Questo riconoscimento è fondamentale per il percorso di difesa in altri Paesi come la Cina ed il Giappone dove sono in corso le registrazioni”, spiega ad AGRICOLAE il presidente del Consorzio Salvatore Palitta.

Ecco il documento:

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MADE IN ITALY, TURISTI AMANO IL PECORINO ROMANO NEL 34%

DEI CASI. SUPERATO SOLO DA PARMIGIANO, GRANA E MOZZARELLA

I turisti preferisco n o i l p e c o r i n o r o m a n o Dop. È uno d e i

f o r m a g g i p i ù

apprezzati (34%} dai vacanzieri c h e

a p p r o d a n o in Italia p e r i l s a p o r e forte e deciso che lo caratterizza. Questo nonostante da una recente indagine risulti che i turisti credono che i formaggi italiani siano grassi.

Il presidente della commissione agricoltura Filippo Gallinella assieme a Klaus Davi ha dato vita al movimento “io sto con il made in Italy” che ha fatto un’indagine svolta su 857 turisti

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provenienti da Germania Francia Inghilterra Benelux Svezia Giappone e Stati Uniti. I formaggi italiani vengono considerati

buoni ma ipercalorici nel 51% dei casi.

Ma i formaggi più apprezzati sono nell’ordine di parmigiano reggiano con il 53% il grana padano con il 49% la mozzarella di bufala con il 42% il pecorino romano con il 34%. In particolare quello prodotto in Sardegna. Prodotto reduce della profonda crisi dell’atte ovicaprino.

PECORINO ROMANO DOP, ECCO PIANO OFFERTA DEFINITIVO

P u b b l i c a t o s u l s i t o del consorzio di tutela per il pecorino romano dop il piano

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di regolazione dell’offerta 2019 2022 approvato nel corso dell’ultima assemblea.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta al link

https://www.pecorinoromano.com/pecorino-romano/piano-di-regola zione-dell-offerta/piano-di-regolazione-dellofferta-20192022

MOZZARELLA DOP, FIRMATO ACCORDO CON US DAIRY: PIU’

TUTELA NEGLI STATI UNITI

L a M o z z a r e l l a d i B ufala Campana Dop da oggi è più tutelata negli Stati Uniti e viene fatta chiarezza sul libero utilizzo del nome

“mozzarella” per indicare una tipologia di formaggio. Così si garantisce maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori.

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Il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, e il vice presidente del US Dairy, nonché direttore del Consorzio dei Nomi Comuni, Jaime Castaneda, hanno firmato a Caserta, nella sede del Consorzio, l’accordo sulla protezione della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop negli Usa.

Si tratta di un accordo storico che aprirà la strada a un nuovo dialogo sulla protezione dei prodotti di origine in America e anche nei mercati globali, nel rispetto dei diritti delle aziende di produrre prodotti generici.

I due enti riconoscono il carattere distintivo della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop e il documento congiunto stabilisce che qualsiasi richiamo, testuale o grafico, al territorio di produzione su un prodotto similare lede i diritti della Dop campana. Si concorda poi sul libero utilizzo del termine Mozzarella per definire un formaggio prodotto secondo quanto disposto dal Codex Alimentarius e dello standard Food and Drug Administration Usa.

Inoltre, Raimondo e Castaneda hanno inviato una lettera congiunta alla Commissione europea e ai governi degli Stati Uniti e dell’Italia chiedendo di condividere questo accordo e di sostenere gli sforzi per proteggere sia la denominazione Mozzarella di Bufala Campana sia l’uso libero del termine mozzarella nei mercati di tutto il mondo.

Per l’export della Bufala Campana gli Stati Uniti sono il primo Paese extra Ue, con una quota pari al 7% e grandi potenzialità, vista la richiesta crescente di prodotto certificato.

“Questo accordo porterà chiarezza ai consumatori americani e globali, proteggendo al contempo la loro capacità di scegliere tra un’ampia selezione di prodotti alimentari di alta qualità”, sottolinea Castaneda. “Si tratta di un passo importante – aggiunge – sulla strada del dialogo per proteggere i diritti dei produttori di nomi generici e dei

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titolari di indicazioni geografiche. Non vediamo l’ora di continuare a lavorare con i nostri colleghi italiani per costruire il futuro su queste fondamenta di rispetto reciproco per le nostre rispettive industrie alimentari e vinicole”.

“Abbiamo intrapreso la via del confronto con le principali organizzazioni del settore negli Usa, con l’obiettivo di ascoltare le reciproche esigenze e affrontarle in maniera operativa, pragmatica, senza atteggiamenti pregiudiziali”, commenta Raimondo, che è anche presidente dell’Associazione dei formaggi italiani Dop (Afidop), e poi spiega: “Abbiamo incontrato interlocutori seri e preparati e questo accordo è il primo frutto di una collaborazione che ci auguriamo possa estendersi ad altri formaggi e portare alla risoluzione di annosi problemi. Abbiamo lanciato un messaggio alla politica:

da questo dialogo si deve partire, è il punto di inizio per distendere i rapporti. Solo così si possono evitare chiusure e politiche protezionistiche”.

All’incontro con l’Us Diary hanno partecipato i vertici di Assolatte, e del Consorzio dei Nomi Comuni.

AL VIA A SETTEMBRE IL

FESTIVAL DEL PROSCIUTTO DI

PARMA DOP

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D a l 6 a l l

8 s e t t e m b r e , a Langhirano, sulle colline parmensi, una tre giorni per scoprire la DOP Prosciutto di Parma e il territorio che le dà i natali. Sarà attiva una Cittadella del Prosciutto di Parma, animata da 18 produttori: previste degustazioni, cooking lesson a cura degli chef di Parma Quality Restaurants, wine pairing, esibizioni di taglio a mano. Da segnalare anche il convegno “DOP Economy” e il live di Edoardo Bennato. Momento clou del Festival del Prosciutto di Parma sarà “Finestre Aperte”: grazie a questa iniziativa, per quattro weekend consecutivi (7-8, 14-15, 21-22, 28-29 settembre), foodie e turisti potranno scoprire i segreti della lavorazione della DOP visitando i prosciuttifici della zona di produzione. Dal 9 al 15 settembre, il Prosciutto di Parma sarà poi protagonista assoluto al Bistrot allestito in piazza Garibaldi a Parma, nell’ambito di “Settembre Gastronomico”.

Langhirano (Parma), 5 agosto 2019 – Si aprirà venerdì 6 settembre a Langhirano la XXII edizione del Festival del Prosciutto di Parma: una tre giorni per parlare di una DOP

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simbolo dell’eccellenza del made-in-Italy alimentare nel mondo, per promuovere antiche tradizioni e un saper fare che si tramandano di generazione in generazione e per scoprire un territorio ancora poco conosciuto, ma che ospita bellezze come il Castello di Torrechiara, con la straordinaria Camera d’Oro, completamente affrescata, e come l’abbazia benedettina rinascimentale nota come Badia di Santa Maria della Neve. Il tutto nel contesto della Riserva MAB UNESCO dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il programma dell’edizione 2019 del Festival del Prosciutto di Parma, promosso dal Comune di Langhirano in collaborazione con il Consorzio del Prosciutto di Parma, è estremamente ricco: ecco alcuni highlight.

FINESTRE APERTE

Vero momento clou del Festival del Prosciutto di Parma è

“Finestre Aperte” che nel 2019 e raddoppia, passando da due a quattro weekend, a copertura di tutto il mese di settembre:

l’appuntamento è per il 7-8, il 14-15, il 21-22 e il 28-29 settembre. “Finestre Aperte” è un modo originale per portare alla conoscenza del largo pubblico le antiche tradizioni e il saper fare che si celano dietro il Prosciutto di Parma: le radici storiche dei primi antenati della DOP risalgono infatti al III secolo a.C. Già nel “De Rustica”, Catone il Censore descriveva una ghiotta conservazione delle cosce di suino, ottenuta con la salatura e la successiva asciugatura; unte poi con un po’ di olio, le cosce affrontavano il periodo di stagionatura. In occasione di “Finestre Aperte”, ogni weekend di settembre, i prosciuttifici del territorio parmense accoglieranno turisti e food lover, offrendo loro la possibilità di assistere al ciclo di lavorazione. A fare da guide saranno eccezionalmente gli stessi produttori, che racconteranno e mostreranno come le cosce di suino, grazie a una particolarissima combinazione di clima, tradizione e passione, diventino Prosciutto di Parma DOP. L’elenco dei prosciuttifici aderenti a “Finestre Aperte” e tutte le informazioni utili per prenotare e organizzare le visite

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s a r a n n o d i s p o n i b i l i s u l s i t o W e b : www.festivaldelprosciuttodiparma.com.

CITTADELLA DEL PROSCIUTTO

Dal 6 all’8 settembre, Langhirano ospiterà la Cittadella del Prosciutto: un’area dove 18 produttori della DOP racconteranno la propria storia e organizzeranno degustazioni di Prosciutto di Parma DOP, offerto in varie stagionature, a partire dai 12 ai 24 mesi, per arrivare anche ai 36 e più mesi. Questi i prosciuttifici coinvolti: Bedogni Egidio, Fratelli Canetti, Conti, Fontana & Anghinetti, Fratelli Galloni, Ghirardi Onesto, Leporati, Monica & Grossi, Piazza, Ravanetti, Ruliano, San Nicola, S. Ilario, Simonini, Slega, Tanara Giancarlo, San Michele e Simonini & Mariani. Previste anche esibizioni di taglio a mano del Prosciutto di Parma DOP: una vera e propria arte, che richiede un esercizio costante nel tempo per essere padroneggiata, e che è un mix tra rapidità, precisione e coreografia nella presentazione delle fette sul piatto.

PARMA QUALITY RESTAURANTS E ALTRE COLLABORAZIONI

Il Festival del Prosciutto di Parma vivrà anche di scambi e collaborazioni. Sul piano gastronomico, sarà coinvolto Parma Quality Restaurants, il Consorzio – riunisce 28 ristoratori del territorio – che rappresenta la più alta espressione della cucina parmense. Sabato 7 e domenica 8 settembre, gli chef Maria Amalia Anedda (Ristorante “Les Caves”, a Sala Baganza), Filippo Cavalli (Ristorante “Osteria dei Mascalzoni”, a Parma), Mariano Chiarelli (Ristorante “I Du Matt”, a Parma) e Nico Tamani (Ristorante “Vecchia Fucina”, a Traversetolo) animeranno due cooking lesson: appassionati di cucina e foodie potranno così apprendere alcuni segreti per valorizzare in cucina, in modo originale, il Prosciutto di Parma DOP.

L’attività è a pagamento ed esclusivamente su prenotazione, sul sito Web del Festival. In collaborazione con il Consorzio di Tutela dei Vini Colli di Parma, sono previsti momenti di wine pairing: a suggerire quali sono i migliori vini del

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territorio da abbinare al Prosciutto di Parma DOP sarà Maura Gigatti, sommelier del Ristorante “I Du Matt”, che proprio pochi giorni fa è stata insignita da AIS Emilia del premio come Miglior Sommelier dell’Emilia. Il Festival del Prosciutto di Parma proporrà poi ricercati abbinamenti tra gelato salato e Prosciutto di Parma DOP: a firmarli sarà la gelateria Ciacco, del maestro gelatiere Stefano Guizzetti, strenuo fautore del metodo artigianale, apprezzato in tutta Italia per la creazione di gusti di gelato inconsueti, ottenuti senza alcun tipo di additivo.

CONVEGNO SULLA DOP ECONOMY

Il Festival del Prosciutto di Parma DOP è anche sinonimo di convegni. L’appuntamento più importante è quello in programma nella mattinata di sabato 7 settembre, a titolo “DOP Economy”.

Il tema è la centralità, per l’economia italiana, del settore agroalimentare: come certificato dal Rapporto Ismea – Qualivita 2018, il segmento dei prodotti di qualità certificata DOP, IGP e STG genera alla produzione un valore di 15,2 miliardi di euro, con una crescita annuale del 2,6%. Se si considera l’area dell’Emilia-Romagna, che detiene, con 44 prodotti, il record europeo di certificazioni alimentari DOP e IGP, la filiera agroalimentare, dai campi alla tavola, garantisce lavoro a 70.000 addetti e produce reddito, come dimostrano la produzione lorda vendibile vicina ai 5 miliardi di euro e un export che vale 6,5 miliardi di euro, pari al 10%

delle esportazioni delle imprese del territorio. Il convegno

“DOP Economy” vedrà intervenire in qualità di relatori, tra gli altri: Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna; Leo Bertozzi, Direttore di Origin Italia; Vittorio Capanna, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma; Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Saranno presenti anche rappresentanti delle Regioni dell’Istria (Croazia), della Corsica (Francia), di Alentejo (Portogallo) e dell’Extremadura (Spagna), che porteranno i loro prosciutti: nell’area della

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Cittadella del Prosciutto sarà quindi possibile degustare DOP come Presunto de Barrancos, Prosciutto Crudo di Dalmazia, Prosciutto Crudo d’Istria e Dehesa de Extremadura. A moderare l’incontro sarà Mauro Rosati, Direttore Generale della Fondazione Qualivita. Tra gli altri convegni in programma, da segnalare quello a tema packaging, in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma e con la SSICA – Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari, di Parma.

EDOARDO BENNATO LIVE

Sabato 7 settembre, a partire dalle h 21:30, a Langhirano, sul palco allestito in Piazzale Celso Melli si esibirà il cantautore Edoardo Bennato, tra le voci rock più apprezzate dal pubblico italiano. L’autore di hit come “L’isola che non c’è”, “Un giorno credi”, “Il gatto e la volpe”, “Viva la mamma”, “Il rock di Capitan Uncino” sarà protagonista di un live di due ore. Già attiva la prevendita, con biglietti a partire da 19 euro, sui circuiti TicketOne e VivaTicket.

BISTROT AI PORTICI DEL GRANO

Il Festival del Prosciutto di Parma vero e proprio vivrà poi un’appendice “cittadina” da lunedì 9 a domenica 15 settembre:

l’appuntamento è a Parma, in Piazza Garibaldi, sotto i Portici del Grano, dove, nell’ambito di “Settembre Gastronomico”, sarà allestito un Bistrot. Da segnalare, tra le varie iniziative:

giovedì 12 settembre, dalle h 18:30, l’appuntamento con Bruno Vanzan, campione mondiale di flair bartending e mixology, che proporrà i cocktail dell’estate 2019 in abbinamento a finger food a base di Prosciutto di Parma DOP; venerdì 13 settembre, dalle h 12:30, l’abbinamento con la Mozzarella di Bufala Campana DOP, con proposte gastronomiche; domenica 15 settembre, dalle h 19:00, le pizze gourmet proposte dal neonato Gruppo Parmense Pizzerie di Qualità, che riunisce 9 professionisti dell’arte della pizza accomunati dalla scelta di materie prime di eccellenza, preferibilmente locali, e dal ricorso a metodi di lavorazione artigianali.

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VOCE AI PROTAGONISTI

Così Giordano Bricoli, Sindaco di Langhirano, commenta il Festival del Prosciutto di Parma: «Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, solamente in Europa sono circa 600mila le vacanze all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni i viaggi che includono attività enogastronomiche. Dalla nascita, oltre vent’anni fa, abbiamo concepito il Festival del Prosciutto di Parma come una leva di marketing territoriale:

la DOP Prosciutto di Parma è per noi la porta di accesso a un territorio rinomato anche per la sua produzione vinicola e che offre attrazioni culturali come il Castello di Torrechiara e la Badia di Santa Maria della Neve, nonché possibilità di escursioni naturalistiche, grazie alla vicinanza con il Parco dei Cento Laghi».

Secondo Vittorio Capanna, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, «Il Festival sarà l’occasione per celebrare il Prosciutto di Parma e il suo legame con il territorio di origine. Oggi, grazie alla collaborazione delle diverse realtà coinvolte, abbiamo molti più momenti dedicati alla conoscenza e alla degustazione del nostro prodotto, a partire da Finestre Aperte che offre la fotografia migliore del Prosciutto di Parma e delle sue qualità organolettiche e nutrizionali».

MIPAAFT, FIRMATO DECRETO PER

DESTINARE 14 MILIONI AD

ACQUISTO PECORINO DOP PER

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INDIGENTI

I l M i p a a f t h a d e s t i n ato 14 milioni di euro all’acquisto di formaggio pecorino DOP per le Organizzazioni caritative, iscritte all’apposito albo, che si occupano della distribuzione gratuita di derrate alimentari alle persone in condizioni di indigenza, nell’ambito delle attività del Fondo nazionale istituito a questo scopo presso il Mipaaft. Un provvedimento attuato grazie alla firma del decreto interministeriale del Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

“Questa misura era stata introdotta con il decreto-legge

“emergenze agricole” – dichiara il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Sen. Gian Marco Centinaio – “Grazie ad un impegno assiduo, abbiamo concluso in tempi rapidi le procedure necessarie per ottenere l’autorizzazione della Commissione europea, richiesta dal

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medesimo decreto-legge. Quindi, abbiamo potuto procedere a firmare il decreto e a stanziare la somma per l’acquisto e la distribuzione dei formaggi DOP da parte degli Enti caritatevoli”.

L’acquisto del pecorino DOP avverrà tramite procedure di gara.

Sarà l’AGEA, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, a farsi carico dell’emanazione del bando, da suddividere in più lotti, e dell’espletamento delle successive procedure per l’assegnazione definitiva dei fondi.

MADE IN ITALY, BRILLA EXPORT

ASIAGO DOP: +6,4% DA GENNAIO

AD APRILE 2019

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Ottimi risultati, nei primi quattro mesi del 2019, per l’export dell’Asiago DOP che cresce, rispetto agli stessi mesi del 2018, del 6,4% confermando il primato degli Stati Uniti e segnando buone performace nel Regno Unito, in Messico e Brasile. Prospettive positive si aprono a Singapore, dopo l’inserimento della tipicità veneto-trentina tra le denominazioni d’origine riconosciute nell’accordo tra la UE e il Paese.

Da gennaio ad aprile 2019, le esportazioni di Asiago DOP negli Stati Uniti raggiungono una crescita del 34,7% a quantità e un aumento del prezzo medio del 2,2%. A concorrere al risultato, tra gli altri, anche il progetto triennale europeo “Uncommon Flavors of Europe” coi Consorzi di Tutela Speck Alto Adige e P e c o r i n o R o m a n o . I l p i a n o p u n t a a r a f f o r z a r e l a r i c o n o s c i b i l i t à , d a p a r t e d e l c o n s u m a t o r e , d e l l e

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caratteristiche distintive del prodotto d’origine, in contrapposizione con quelli denominati “comuni”, ovvero generici. Sostenuto da un programma molto articolato, con a z i o n i d i r e t t e s u p i ù d i t r e c e n t o p u n t i v e n d i t a e un’apprezzata formazione digitale dedicata agli operatori della GDO, il progetto ha confermato il grande interesse per il cibo testimone di una storia autentica e tradizione millenaria che contraddistingue l’Asiago DOP.

Positivi esiti sono stati raggiunti anche nel Regno Unito:

l’export cresce del 17% in quantità e del 15% a valore mentre ottime prospettive si aprono a Singapore, dopo l’inserimento dell’Asiago DOP tra le denominazioni d’origine riconosciute nell’accordo tra la UE e il Paese.

Un successo degno di nota è quello del Messico. Qui, la pluriennale azione proattiva del Consorzio unita alla piena tutela nell’ambito degli accordi internazionali, ha messo a segno un +162% a quantità. Confermano la vitalità del continente americano anche i buoni risultati del Brasile, nazione a forte presenza di oriundi italiani, dove l’aumento è stato del 25% a quantità e del 6,3% a volume, risultato che dimostra lo stretto legame tra tradizione, tutela e promozione.

“Le performance dei primi mesi del 2019 – afferma il Presidente del Consorzio, Fiorenzo Rigoni – testimoniano l’efficacia del ruolo dinamico del Consorzio e dei soci che sono impegnati a cogliere le opportunità ovunque esse siano.

Il nostro compito, come istituzione, sarà sempre quello di sostenere e tutelare la conoscenza e diffusione di questo inimitabile prodotto permettendo a tutti i consumatori di conoscere ed apprezzare la grande tradizione e le peculiarità dell’Asiago DOP”.

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DAZI, MISSIONE NEGLI USA DEL CONSORZIO DI TUTELA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP

D a z i e t u t e l a d e l l

’ e ccellenza made in Italy, missione americana per la mozzarella di bufala campana Dop. Il Consorzio di Tutela lancia il pressing istituzionale contro i dazi aggiuntivi ventilati da Trump sui formaggi made in italy, che penalizzerebbero fortemente l’export della bufala campana.

Per questo il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani, è volato a Washington per una serie di incontri bilaterali e un obiettivo chiaro: far capire quanto sia dannosa la scelta di

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ulteriori gabelle su un’eccellenza che piace molto ai consumatori Usa.

Proprio gli Stati Uniti rappresentano infatti il primo Paese extra Ue per le esportazioni della mozzarella Dop, con una quota pari al 7%. Ma si tratta di un mercato dalle grandi potenzialità, con una crescente richiesta di prodotto certificato.

Oltre a sostenere le iniziative istituzionali in corso, il Consorzio ha avviato un filo diretto negli Stati Uniti per approfondire la problematica. Il direttore Saccani è stato a colloquio con il Consigliere economico dell’Ambasciata italiana a Washington, Lamberto Moruzzi. Durante l’incontro sono stati trattati i temi legati alla delicata situazione attuale dopo la minaccia di introduzione di dazi da parte del governo americano. Piena sintonia con l’ambasciata, che ha raccolto l’allarme del settore della Mozzarella di Bufala Campana Dop e si conferma importante punto di riferimento anche per le esigenze del comparto produttivo italiano.

Inoltre Saccani ha incontrato Jaime Castaneda, vice presidente del US Dairy per definire i termini di un accordo tra l’ente americano e il Consorzio in merito alla protezione della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop in diversi Paesi.

Gerardo Spera

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MOZZARELLA DOP, IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO INCONTRO IL NUOVO DIRETTORE DELLA REGGIA DI CASERTA

Il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, ha incontrato il nuovo direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei.

Raimondo è stato accolto nell’ufficio del sovrintendente per un colloquio cordiale e proficuo, che ha rafforzato il rapporto di collaborazione già esistente tra i due enti. Dal 2016, infatti, la sede del Consorzio di Tutela si trova all’interno del Palazzo Reale, nelle Regie Cavallerizze, grazie a un progetto pilota in Italia.

Proprio il rapporto tra beni culturali ed eccellenze produttive è stata al centro dell’incontro, durante il quale è stato pienamente condiviso l’obiettivo strategico di incrementare la sinergia.

“Ringrazio il direttore Maffei per la sensibilità mostrata e la grande disponibilità. La sua preparazione e il suo entusiasmo sono il miglior viatico per la Reggia e per Caserta. Noi siamo convinti che l’alleanza tra il patrimonio storico-artistico e quello enogastronomico sia la chiave di volta per incentivare lo sviluppo del nostro territorio, anche in chiave turistica”, commenta Raimondo.

Il presidente del Consorzio aggiunge: “Come la Reggia rappresenta la storia del territorio, così la mozzarella di bufala campana Dop è parte integrante della tradizione. I turisti interessati ai beni culturali sono anche il potenziale

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target di nostri consumatori. I visitatori prestano particolare attenzione a tutto ciò che rappresenta la cultura di un luogo e in special modo al cibo, tanto che oggi oltre uno su tre va via con un gadget enogastronomico. Viceversa, i prodotti agroalimentari devono essere narrati in ogni dettaglio, soprattutto all’estero. La descrizione dei territori di provenienza e della loro storia rappresenta l’unicità delle nostre eccellenze. Su questa strada e su questo nuovo storytelling vogliamo pertanto continuare a investire, in piena sintonia con il direttore Maffei”.

MADE IN ITALY, PROSCIUTTO

PARMA: ECCO IL NUOVO PIANO

STRATEGICO IN 4 PUNTI

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I l C o n s o r z i o d e l P r o s c iutto di Parma e i suoi produttori ridefiniscono la strategia per rilanciare il comparto puntando su quattro pilastri:

assoluta terzietà dei controlli, task force di esperti dedicata alla certificazione, modifica e rafforzamento del sistema dei controlli, revisione del disciplinare di produzione. Quattro scelte strategiche che il consiglio di amministrazione del Consorzio ha deliberato in data 4 luglio, con l’obiettivo di migliorare l’identità e la qualità del Prosciutto di Parma DOP a tutela del prodotto stesso e dei consumatori.

Dopo vent’anni di collaborazione con l’Istituto Parma Qualità ( I P Q ) , i l C o n s o r z i o v o l t a p a g i n a e a f f i d a a C S Q A Certificazioni il sistema di certificazione e controlli della DOP Prosciutto di Parma. CSQA è un ente leader del settore, di comprovata esperienza e professionalità, in grado di assicurare assoluta terzietà e imparzialità ponendo fine alle criticità emerse recentemente all’interno del sistema di

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certificazione e sul possibile conflitto di interessi. Le ampie ed indiscusse competenze del nuovo organismo – sia nel comparto DOP IGP che nelle certificazioni in ambito volontario – stimoleranno inoltre il settore a definire strategie di rafforzamento della denominazione anche attraverso lo sviluppo di iniziative sui temi di maggiore attualità: ambiente, benessere animale, sostenibilità.

In questo periodo transitorio, l’IPQ continuerà a svolgere il suo incarico di controllo e certificazione sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo. CSQA – attraverso una task force di esperti dedicata – avvierà immediatamente i lavori per la definizione del nuovo piano di controllo nell’attesa dell’autorizzazione ufficiale da parte dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaft (ICQRF).

Dopo un lungo lavoro di preparazione durato diversi mesi, il Consorzio ha formalmente avviato anche l’iter di modifica del Disciplinare che prevede nei prossimi giorni la consultazione di tutta la filiera produttiva. Le modifiche riguarderanno tutti gli anelli della produzione, dalle caratteristiche della materia prima – tra cui genetica, peso e alimentazione dei suini, benessere animale, peso e caratteristiche delle cosce fresche – fino al prodotto finito come metodo di lavorazione, peso e stagionatura del prosciutto, modalità di vendita, prodotto pre-affettato, ecc.

Ma non solo. Al fine di rafforzare ulteriormente il sistema di prevenzione delle frodi e garantire al consumatore un prodotto più sicuro, il nuovo Disciplinare conterrà anche specifici elementi per la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera produttiva.

Terzietà, controlli più efficaci, distintività del prodotto e maggiori garanzie per i consumatori, sono questi i pilastri fondamentali su cui poggia il piano di rilancio del Prosciutto

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di Parma DOP che guarda al futuro con ottimismo e con azioni concrete per continuare a sostenere l’intera filiera suinicola nazionale e dare lavoro ad oltre 50.000 persone.

LE DICHIARAZIONI

Vittorio Capanna, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma

È il primo forte segnale di rinnovamento che parte da uno degli ambiti più importanti per una DOP, il sistema dei controlli, nell’ottica di offrire una maggiore trasparenza e la massima garanzia ai consumatori, assicurando la qualità che si aspettano dal Prosciutto di Parma. Abbiamo scelto un ente i n d i p e n d e n t e i n g r a d o d i a s s i c u r a r e u n a s t r u t t u r a organizzativa fondata sulla cultura della certificazione di prodotto e su consolidati principi di imparzialità e terzietà.

Pietro Bonato, CSQA Certificazioni

CSQA raccoglie una sfida importante mettendo a disposizione tutte le professionalità e competenze di un organismo terzo, indipendente che da oltre 30 anni ha puntato sulla certificazione dell’agroalimentare di qualità italiano come volano di sviluppo di imprese e territori nel mondo. Il nostro obiettivo è fare le cose nella maniera migliore, in modo tempestivo, dedicando una task force che si occupi del tema in via esclusiva e immediata.

PECORINO ROMANO, PUBBLICATO

PIANO REGOLAZIONE OFFERTA

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E ’ s t a t a p u b b l i c a t o s u l sito istituzionale d e l C o n s o r z i o Pecorino Romano al l i n k

https://www.pecori noromano.com/pecor ino-romano/piano- d i - r e g o l a z i o n e - dell-offerta la bozza del nuovo P i a n o d i Regolazione dell’Offerta del formaggio Pecorino Romano DOP 2019-2022, al fine di rendere trasparente il processo di informazione sul percorso di condivisione del piano, fino all’

eventuale approvazione.

Attraverso la procedura di registrazione al sito web del Consorzio, la bozza del Piano, visionabile per tutti, consentirà ai portatori di interesse di inoltrare commenti e suggerimenti, che verranno tenuti nel debito conto. Il Piano già presentato e discusso durante l’Assemblea dei soci del Consorzi, aperta per l’occasione ai componenti del Tavolo istituzionale della Prefettura di Sassari ed alla presenza dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia, troverà più ampia condivisione attraverso la pubblicazione nel sito istituzionale.

Come previsto dal DM 1813 del 15 febbraio 2019 la bozza pubblicata presenta un’analisi sul contesto lattiero- caseario riferita ad un periodo di 5 anni, con elaborazione dei dati di mercato disponibili e da una previsione sulla possibile evoluzione delle condizioni dell’offerta e della domanda, sia sul mercato interno che sul mercato internazionale. L’analisi di mercato contiene tutte le indicazioni utili per consentire una oggettiva valutazione sugli effetti di un Piano

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produttivo, con particolare riferimento al mercato del latte nella zona interessata Sardegna, Lazio e Provincia di Grosseto, alle destinazioni alternative del latte, al mercato dei formaggi, ed alle prospettive per lo sviluppo di nuovi mercati, tenuto conto dell’attuale piano e delle criticità

emerse.

In dettaglio l’analisi riguarda:

• Il Contesto Internazionale del settore lattiero caseario

• Consumi in Europa e sviluppo economico

• Il mercato Nazionale

• Il mercato del Pecorino Romano DOP

• Il latte nella zona di produzione del Pecorino Romano DOP A seguire viene presentata la proposta tecnico-operativa del Piano contenente tutti gli elementi innovativi che sono stati oggetto di discussione e condivisione sia da parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio che da altri portatori di interesse.

Il Piano, che ha durata triennale, prevede l’individuazione di un tetto produttivo (punto di equilibrio) annuale, indicato dal Consorzio come livello di produzione ottimale basato sulla reale capacità di assorbimento del mercato di Pecorino Romano DOP.

Il Consorzio conta di poter utilizzare lo strumento per rafforzare il continuo miglioramento qualitativo del prodotto e per consolidare una politica di orientamento all’export del surplus di formaggio.

Elementi distintivo della bozza proposta sono :

il cosiddetto incentivo alla diversificazione produttiva del latte, che attraverso la destinazione del “latte atto a

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divenire” a produzioni diverse dalla trasformazione in Pecorino Romano, escludendo i prodotti similari, potrà

generare percorsi virtuosi utili a tutta la filiera;

l’introduzione di un blocco sull’utilizzo delle deroghe sulla contribuzione aggiuntiva mediante l’utilizzo di una % massima di sforamento, oltre la quale verrà addebitata per intero la contribuzione aggiuntiva (che è stata indicata pari a

€0,64/kg, ovvero 4 volte tanto la contribuzione prevista per il Piano in corso.

Questa previsione sarà oggetto di discussione in quanto non è stata ancora trovata una posizione comune.

Grazie alla contribuzione aggiuntiva differenziata, data dalla quota versata dal socio in caso di superamento della soglia produttiva assegnata, si potranno programmare nuove risorse promozionali per l’espansione sia nei mercati di riferimento, che in nuovi mercati.

Il Presidente del Consorzio, Salvatore Palitta, sottolinea come “Il Piano di regolazione dell’offerta del Pecorino Romano DOP, cosi come gli altri Piani degli altri formaggi DOP (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Asiago) risultano essere uno strumento con valenza programmatoria, avendo caratteristiche di orientamento delle produzioni, mai deve rappresentare un vincolo alla dinamicità ed allo sviluppo della libertà di impresa. Rappresenta uno strumento fondamentale per ridare stabilità al sistema, evitando l’eccessiva volatilità del mercato, con l’obiettivo finale di garantire un adeguato livello di reddito ai produttori.”

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RAPPORTO SVIMEZ: LA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP CORRE COME UN BRAND AUTO

La Mozzarella di Bufala Campana Dop corre alla stessa velocità di un brand premium del settore automobilistico, generando un giro di affari di 1 miliardo e 218 milioni di euro. È quanto emerge dallo studio di Svimez sull’impatto socio- economico della filiera bufalina. Si tratta della prima analisi nel Mezzogiorno sul valore di un prodotto a denominazione di origine, realizzata per il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop e presentata oggi in conferenza stampa al Palazzo della Borsa di Milano, con la partecipazione del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.

In base ai dati Svimez, per ogni euro di prodotto fatturato dai soci del Consorzio di Tutela, se ne creano 2,1 nel sistema economico locale. Il fatturato delle imprese della filiera bufalina è stato pari, nel 2017, a 577 milioni di euro.

Complessivamente la filiera dà lavoro a 11.200 addetti, pari all’1,5% dell’occupazione totale delle province di Caserta e Salerno, le due aree storicamente vocate alla bufala in Campania. Notevole anche il peso economico del comparto, composto da “appena” 90 aziende, che però incidono per l’1,4%

sul Pil totale delle due province. Inoltre il valore aggiunto della filiera, rapportata all’industria manifatturiera delle due province, è pari al 13,4% in termini di numero di imprese.

Redditività e propensione all’export completano la fotografia di un settore in controtendenza rispetto alle difficoltà del Sud Italia: quello della Mozzarella Dop si presenta come il primo distretto agroalimentare del Mezzogiorno.

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I bilanci delle aziende

Svimez ha analizzato i bilanci di un campione di imprese appartenenti al Consorzio, pari a circa il 90% del fatturato d e l l a m o z z a r e l l a D o p . E m e r g o n o u n a s e r i e d i d a t i significativi: innanzitutto, il livello medio del margine d’impresa, calcolato rapportando il risultato prima delle imposte al volume del fatturato, risulta pari al 6,3%, che sale al 6,8% al lordo della gestione finanziaria. Valori più che soddisfacenti se paragonati con quelli relativi al sistema produttivo meridionale. Il paragone regge anche in confronto con le unità produttive che sono divenute il benchmark per definizione del sistema produttivo nazionale, le “Medie imprese industriali”, le quali, nel 2016, presentavano nel Sud un valore del margine d’impresa pari al 4,9%, che scende al 3,4% nel settore alimentare.

Complessivamente, nel 2017, il risultato prima delle imposte delle imprese prese in esame iscritte al Consorzio di tutela è stato pari a 36,6 milioni di euro, circa 590 mila euro per impresa. Inoltre, nel 2017, il fatturato complessivo delle stesse imprese considerate è stato pari a 577 milioni di euro, cui corrisponde una media di 9,3 milioni di euro per impresa:

fatturato medio nettamente superiore a quello del sistema produttivo nazionale, pari a 654 mila euro, e ancor più rispetto al fatturato medio dell’apparato produttivo meridionale, che supera di poco i 390 mila euro. Per il totale delle imprese del Consorzio, il 93,2% del fatturato serve a coprire i costi di produzione.

L’export della filiera bufalina

Svimez ha rilevato una forte vocazione all’export dei produttori di mozzarella di bufala. In base ai dati del Consorzio, nel 2018, le vendite in Italia sono state pari al 67,29% e all’estero al 32,75%. In Italia la crescita dei consumi ha riguardato soprattutto il Nord Ovest, con un +3%.

All’estero, i mercati di sbocco principali sono: Germania,

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Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Svizzera, con un recente forte incremento nei Paesi Bassi, ai quali si aggiunge un nuovo interesse da parte di mercati emergenti dell’Est, come Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Romania e, soprattutto, Polonia. Secondo l’ultima pubblicazione del “Monitor dei Distretti” elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo di maggio 2018, il valore delle esportazioni di mozzarella di bufala campana nel 2017 è stato pari a 262 milioni di euro, con una crescita quasi del 9% rispetto ai 241 milioni dell’anno precedente.

In base ai dati del Consorzio, in 25 anni, la produzione di mozzarella di bufala campana Dop è più che quadruplicata, passando da 115 mila a 494 mila tonnellate, con una crescita media annua del 6%. La produzione è fortemente concentrata nelle province di Caserta (circa il 62% nel 2018) e Salerno (circa il 30%), con quantità residuali prodotte nel Basso Lazio (5%) e nelle province di Napoli (2%) e Foggia (1%). Va tenuto presente, come rimarcato da Svimez, che i benefici economici riflessi nel territorio circostante non si limitano alle sole imprese attive nella produzione della mozzarella di bufala, ma riguardano, con intensità differente, l’intera filiera, per la maggior parte localizzata in prossimità delle imprese aderenti al Consorzio.

In Italia 400.792 capi bufalini

A fine 2017, in Italia si contavano 400.792 capi bufalini:

quasi i tre quarti dei capi bufalini sono allevati in Campania, circa il 18% nel Lazio e un ulteriore 2,6% nella Puglia. Campania e Lazio, dunque, insieme coprono circa il 93%

dei capi bufalini presenti in Italia. Nel 2017 nel nostro Paese la produzione di latte di bufala ha superato i due milioni di quintali. La quota percentuale della Campania è di poco inferiore all’85%, mentre il Lazio è attestato al 12,2%.

In rapporto al totale della produzione di latte di vacca e di bufala, quella di bufala è pari a circa il 48% in Campania e al 6,4% nel Lazio.

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La composizione della filiera bufalina

La filiera della mozzarella di bufala campana Dop è costituita da 1.267 allevatori, cui fanno capo 1.274 allevamenti, per un totale di circa 270 mila capi bufalini. Considerando i soli capi con la certificazione Dop, oltre 210 mila, pari al 78,4%

del totale, sono allevati in Campania, in massima parte concentrati nelle province di Caserta, con quasi 139 mila capi, e Salerno, con oltre 67 mila. Nel Lazio sono invece allevati circa 52 mila capi, pari al 19% del totale, quasi tutti dislocati nelle province di Latina (oltre 34 mila capi) e Frosinone (circa 17 mila). Complessivamente, quindi, le quattro province di Caserta, Salerno, Latina e Frosinone rappresentano oltre il 95% dei capi bufalini che fanno parte della filiera della mozzarella di bufala campana Dop.

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