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Il progetto Dall esperienza diretta di questi anni e dalle recenti ricerche, risulta che circa il 10% dei bambini in età scolare incontra difficoltà

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Academic year: 2022

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Il progetto

Dall’esperienza diretta di questi anni e dalle recenti ricerche, risulta che circa il 10% dei bambini in età scolare incontra difficoltà o rallentamenti nei processi di apprendimento, il fenomeno oggi è così palese da richiedere interventi personalizzati.

Le cause più comuni possono essere sintetizzate come segue:

 Difficoltà percettivo - motoria da cui possono derivare disturbi specifici dell’apprendimento (disgrafia, disortografia, dislessia, discalculia. )

 Difficoltà d’attenzione, concentrazione e memorizzazione con discontinuità di prestazione, esecuzioni incomplete e scarso mantenimento delle acquisizioni.

 Ritardo cognitivo con lentezza nei processi e difficoltà a trasferire, generalizzare e utilizzare le conoscenze con livelli di prestazione decisamente inferiori al gruppo classe.

 Difficoltà del linguaggio che interferiscono con la comprensione e produzione orale e scritta.

 Problemi relativi alla sfera emotivo – relazionale, da cui possono derivare scarsa autostima, senso di inadeguatezza e demotivazione, atteggiamenti e comportamenti inappropriati.

Con questo progetto si ha l’intenzione di individuare le difficoltà specifiche d’apprendimento, poiché la tempestività è una delle variabili più rilevanti per l’efficacia di un intervento di recupero.

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Le differenze nelle abilità scolastiche tendono, infatti, ad accentuarsi con il passare del tempo se non vengono messi in atto interventi compensatori.

Questo si verifica sia perché alcuni apprendimenti dipendono da altri precedenti sia per gli effetti negativi reciproci che si creano per gli insuccessi e le difficoltà nell’apprendimento da un lato e la motivazione e le aspettative di insegnanti e genitori dall’altro.

Le difficoltà d’apprendimento spesso comportano storie d’insuccesso nella scuola dell’obbligo che finiscono per compromettere non solo la carriera scolastica, ma anche lo sviluppo della personalità e un adattamento sociale equilibrato.

Finalità

Questo progetto è rivolto agli alunni del primo e secondo anno della scuola Primaria al fine di valorizzare l’intervento precoce, offrendo agli insegnanti consulenza,strumenti valutativi e d’intervento adeguati alle seguenti finalità:

 Analizzare le abilità di base mediante l’utilizzo di prove collettive e individuali, per una corretta valutazione iniziale che consenta di far emergere precocemente le eventuali difficoltà.

 Utilizzare strumenti e griglie che consentono di confrontare le performance di ogni alunno con quelle del gruppo classe di appartenenza e delle classi di pari livello.

 Stabilire delle soglie comuni sotto alle quali si rende necessario un ulteriore approfondimento individuale e un’indagine che coinvolga la famiglia.

 Progettare percorsi didattici mirati al superamento delle difficoltà evidenziate.

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 Monitorare le eventuali difficoltà di apprendimento in classe 1° e 2° per arrivare a distinguere le difficoltà generiche d’apprendimento dovute a ritardo di maturazione, scarso bagaglio di stimoli ed esperienze o scarso investimento emozionale da DSA.

 Contenere le implicazioni emotivo –relazionale conseguenti all’insuccesso scolastico.

 Prevenire le difficoltà d’apprendimento.

Obiettivi

 Supportare l’attività degli insegnanti.

 Ottimizzare la continuità tra i diversi ordini di scuola.

 Favorire la collaborazione scuola – famiglia – servizi.

Azioni

 Incontri di formazione con gli insegnanti per illustrare il corretto utilizzo del materiale proposto.

 Incontri con le famiglie degli alunni in difficoltà.

 Screening individualizzato sugli alunni che presentano difficoltà.

 Eventuale invio all’equipe socio – psico – pedagogica per ulteriori approfondimenti diagnostici.

 Screening delle capacità di letto scrittura per la rilevazione precoce di alunni a rischio di difficoltà d’apprendimento nelle prime due classi della scuola Primaria.

Con il termine screening s’intende una metodologia di rilevazione che è in grado di “predire” un disturbo sulla base della presenza di un segno critico individuato in precedenza.

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Lo screening è un “test” predittivo che misura un fattore di rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il risultato del test indica una condizione di rischio che potrebbe preludere al disturbo.

Per essere efficace uno screening deve essere:

 Semplice

 Rapido

 Poco costoso

Queste caratteristiche lo rendono di facile impiego e ne consentono la replicabilità nel corso degli anni.

Il test non pretende di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo, ma piuttosto di individuare con un buon livello di attendibilità i soggetti a rischio di un determinato disturbo.

Non si tratta di porre una diagnosi, ma di indirizzare eventualmente a uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti o a porre in essere strategie di recupero a scuola e a casa.

Premessa:

 L’apprendimento della letto scrittura (come del calcolo) si basa sull’automatizzazione di abilità che richiedono dei precisi prerequisiti che possono essere presenti in ogni individui al suo ingesso a scuola.

 Il ruolo dell’insegnante si configura come facilitatore e allenatore delle abilità, che per diventare tali devono diventare automatiche per non caricare il soggetto nei compiti d’apprendimento delle discipline.

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Perché lo screening:

 Prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi errati, inefficaci o poco economici.

 Limitare i danni derivati dalla frustrazione per l’insuccesso, quali:

 La perdita di motivazione all' apprendimento

 La chiusura in se stessi

 La bassa autostima

 Problemi relazionali Classi coinvolte:

 Classi prime scuola primaria:

Prova collettiva di dettato di parole in due fasi ( febbraio e maggio )

 Classi seconde scuola primaria:

Dettato di un brano alla fine dell’anno scolastico.

Perché il dettato:

 È una prova collettiva

 È una modalità di lavoro già nota agli alunni

 Coinvolge più processi relativi alla lettura e alla scrittura ( presuppone il raggiungimento della fase ortografica, in particolare l’abilità nell’analisi fonologica che elemento fondamentale sia della lettura che della scrittura )

In prima il dettato di 16 parole consente di verificare la prima acquisizione della fase alfabetica e l’inizio della fase ortografica dal punto di vista fonologico, escludendo in questa fase tutte le

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regole ortografiche relative alla punteggiatura, apostrofi, accenti, particolarità, doppie e divisioni in sillabe.

Tra la prima e la seconda fase è fondamentale un percorso didattico che preveda costanti esercitazioni a piccolo gruppo o a classe intera ) di fonologia e meta fonologia che consiste in giochi di parole, ricerca delle rime, segmentazione, fusione di sillabe e lettere.

I genitori degli alunni che risultano al di sotto di due deviazioni standard dalla media, vengono chiamati, avvertiti e insieme viene concordato il percorso da seguire.

Alcuni si rivolgono subito allo specialista per avere un parere esperto sul percorso evolutivo dei figli. Per altri si prendono misure “extra” nel lavoro di casa.

In seconda il dettato di un brano con la caratteristica di essere standardizzato.

Le parole devono essere dettate a una a una, una sola volta con intervalli lunghi ( 15 secondi c. a. ) per consentire a tutti il tempo di scrivere.

Dopo un confronto con i docenti della classe, i genitori degli alunni individuati a rischio vengono avvisati con comunicazione scritta e l’esperto è a disposizione per offrire una prima consulenza rispetto ad eventuali misure per approfondire la segnalazione di rischio.

E’ importante ricordare che:

Le cause delle difficoltà possono essere diverse (problemi di linguaggio, cognitivi o affettivi).

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Possono esserci alunni che presentano lievi difficoltà in prima e in seconda, ma che si accentuano con la complessità crescente del materiale che si affronta con lo studio.

E’ determinante l’intervento tempestivo, infatti, più è precoce più bassi sono i rischi di frustrazione del bambino e conseguenzialmente più facile sarà conservare una buona autostima e un’alta motivazione all’apprendimento, riducendo la possibilità di abbandono scolastico in futuro.

Conclusione

Il rinnovamento pedagogico della scuola dovrebbe andare nella direzione di diminuire e d arginare le difficoltà. Questo è possibile in un ambiente nel quale la relazione e la corresponsabilità nel processo di apprendimento fra studente e insegnante, sono alla base della costruzione di un percorso di apprendimento.

Da questa posizione di partenza, che è quella che permette di offrire cose diverse a persone diverse, si può dare spazio alla motivazione ad apprendere e incentivare la ricerca dei percorsi più adatti e funzionali senza rigidità, schematismi o preconcetti.

Con questo progetto si sono evidenziati almeno cinque piani d’intervento specifico che la figura del counselor potrebbe e dovrebbe gestire:

L’intervento psicologico di accompagnamento continuato del bambino e della sua famiglia, affinché possano tollerare i limiti derivanti dalla difficoltà e ritrovare l’equilibrio perduto.

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Il lavoro di comprensione delle competenze, possibilità e difficoltà reali della situazione scolastica, che da solo il bambino non riesce a percepire e per il quale si consiglia un’analisi metacognitiva.

La descrizione funzionale e il dialogo con il bambino relativamente alle sue difficoltà rendono meno

“pericoloso” il disturbo rispetto al caso in cui esso venga vissuto con negazione e conduca all’isolamento e all’incomprensione.

La valutazione dell’aspetto didattico della classe in cui il bambino è inserito: gli stili comunicativi adatti, il clima di classe, il lavoro di gruppo, l’integrazione, il tutoraggio, la didattica tutoriale.La valutazione degli interventi tecnici riabilitativi e la gestione degli strumenti compensativi e informatici.

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