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LAVORI SUL “PONTE S.P. 105 PER BUGGERRU SEZ. 2. SUL RIO MANNU DI FLUMINIMAGGIORE” PROGETTO PRELIMINARE

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EX PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

LAVORI SUL “PONTE S.P. 105 PER BUGGERRU SEZ. 2. SUL RIO MANNU DI FLUMINIMAGGIORE”

PROGETTO PRELIMINARE

ALL. G – STUDIO DI PREFATTIBILITÀ AMBIENTALE

Cagliari, 22 giugno 2015 PROGETTAZIONE:

TEC MED INGEGNERIA S.r.l.

Sede legale:

via Marche, 22 09127 CAGLIARI tel./fax. +39 070 480309 mail: info@tecmedingegneria.it

ARCHEOLOGIA:

dott.ssa Emanuela SOLINAS

COMMESSA TEC038/2015 TEAM PROJECT:

dott. ing. Giovanni OGGIANO Direttore Tecnico

ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI CAGLIARI N. 4898

dott. ing. Stefano PONTI Direttore Tecnico

ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI CAGLIARI N. 4899

dott. ing. Maurizio SASSU

ORDINE INGEGNERI PROVINCIA DI CAGLIARI N. 5984

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INDICE

1. PREMESSA ...2

2. ANALISI DELLO STATO DI FATTO ...3

2.1 Inquadramento territoriale del sito in studio ...3

2.2 Attuali componenti paesaggistiche...4

2.3 Indagini archeologiche ...4

2.4 Assetto geologico generale ...5

2.1 Idrografia e idrogeologia generale ...7

2.2 Contesto geomorfologico del tratto in studio ...7

2.3 Assetto ambientale ...10

3. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ...10

4. STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E VINCOLI ...14

4.1 Piano di assetto idrogeologico (PAI) ...14

4.2 Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) ...14

4.3 Vincoli archeologici ...16

4.4 Vincoli idrogeologici ...16

4.5 Piano paesaggistico regionale (PPR) ...16

4.6 Demanio Marittimo ...18

5. CONDIZIONI DI FATTIBILITÀ AMBIENTALE DELL’NTERVENTO ...19

5.1 Valutazione degli effetti sull’assetto geologico – idrogeologico ...19

5.2 Effetti degli interventi sull’ambiente fluviale e perifluviale ...20

5.3 Valutazione degli effetti sull’assetto paesistico - territoriale ...20

6. CONCLUSIONI ...21

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1. PREMESSA

Con la presente relazione si intende illustrare l’analisi di prefattibilità ambientale effettuata nell’ambito della progettazione preliminare dei lavori sul “Ponte S.P. 105 per Buggerru sez. 2. sul Rio Mannu di Fluminimaggiore”.

L’analisi prende in esame il sistema di pianificazione e vincoli esistente sull’area circostante il sito di interesse e individua i possibili impatti sulle varie componenti ambientali. L’area interessata dal progetto presenta rilevanti problematiche di carattere idraulico connesse al rischio di esondazione, ma anche elementi non meno significativi di interesse ambientale, in particolare nel tratto a valle del ponte in progetto, ricadente in zona SIC (Sito di Interesse Comunitario). Nell’ambito del contesto in cui le opere risultano inserite, il progetto, previa analisi delle componenti geologiche, idrologiche, idrauliche, ambientali e paesaggistiche dell’area in esame, individua e definisce interventi miranti alla riduzione del rischio idraulico dell’attraversamento stradale rispetto a eventi di piena con riferimento a differenti tempi di ritorno. Lo studio idraulico è stato infatti condotto per diversi scenari sia con tempo di ritorno di 200 anni che per portate corrispondenti a TR=500 anni.

L’obiettivo fondamentale del presente progetto è quello di individuare, compatibilmente con il rispetto dell’assetto ambientale e paesaggistico dell’area in cui le opere saranno inserite, gli elementi necessari all’adeguamento di un attraversamento stradale che consenta di raggiungere un adeguato livello di sicurezza nei confronti dello smaltimento delle portare relative ad un tempo di ritorno non inferiore a TR=200 anni (come da prescrizioni NTC 2008 e in base alle Norme di attuazione del PAI).

I contenuti della presente relazione sono integrati e completati dalla relazione idrologica (All. D), dalla relazione idraulica (All. E) e dalle relazioni geologica (All. B) e archeologica (All. F). La prefattibilità delle opere di progetto è stata valutata verificando l’eventuale interferenza con le componenti ambientali e con i vincoli esistenti, tenendo conto che le opere si riferiscono al rifacimento di un attraversamento già esistente e per il quale si definiscono gli aspetti progettuali finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico evidenziato dagli studi e dalla pianificazione esistente (rif. PAI e PSFF).

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2. ANALISI DELLO STATO DI FATTO

2.1 Inquadramento territoriale del sito in studio

L’area interessata dal progetto riguarda il tratto del corso del Rio Mannu di Fluminimaggiore in corrispondenza del ponte S.P. 105 per Buggerru sez. 2.

L’area, situata nel Comune di Fluminimaggiore (ex Prov. CI) presso il Rio Mannu di Fluminimaggiore, in prossimità della S.P. 105., è individuata nella carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 - SEZ.

546140 – Fluminimaggiore Ovest (ved. Figura 1).

Figura 1 – Area interessata dal progetto (stralcio Carta Tecnica Regionale)

La sezione n° 2 cui si fa riferimento è quella indicata negli studi condotti nel Progetto di piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF), come riportato nello schema planimetrico della Figura 2 (rif. “01_ML_002”), coincidente appunto con l’attraversamento stradale nella S.P. 105 per Buggerru.

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Figura 2 – Sezioni topografiche lungo il Riu Mannu di Fluminimaggiore (fonte PSFF)

2.2 Attuali componenti paesaggistiche

L’inquadramento territoriale delineato per il sito in studio, e l’analisi visiva e fotografica del territorio, permettono di individuare ambiti paesistici riconducibili essenzialmente ad alveo fluviale e ambiti fluviali rurali, mentre al di fuori del tratto in studio, non interessato dal presente progetto, il Rio Mannu attraversa territori in ambito urbano e produttivo.

Il territorio circostante, al di fuori dell’area strettamente connessa agli interventi di demolizione del ponte esistente, al suo rifacimento e alla sistemazione e regolarizzazione dei tratti immediatamente a monte e a valle (per un tratto complessivo di lunghezza pari a 25 m), non risulta interessata direttamente dalle opere previste nel presente Progetto Preliminare.

2.3 Indagini archeologiche

Come spiegato anche nell’allegato F (Relazione archeologica), il ponte oggetto del lavoro è in sostituzione di quello esistente, si tratta sostanzialmente solo di un allargamento di una zona nella quale in passato sono stati eseguiti lavori di dragaggio e pulizia dell’alveo nonché realizzazione degli argini. La zona risulta quindi fortemente antropizzata di recente e da un esame visivo non risultano evidenze di natura archeologica.

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2.4 Assetto geologico generale

La zona oggetto di studio appartiene alla Provincia geopetrografica della Sardegna meridionale.

Quest’area è situata stratigraficamente a ridosso delle formazioni antiche di età cambrico–

ordoviciana, che caratterizzano la litologia della sub-zona geologica del Fluminese. La geologia del territorio oggetto di studio è schematizzata qui di seguito:

Paleozoico Cambriano

Partendo dal basso verso l’alto incontriamo:

Gruppo di Nebida (cambriano inferiore). Dal basso la successione inizia nel Cambriano inferiore con il Gruppo di Nebida costituito da due formazioni:

• alla base la Formazione di Matoppa costituita da sedimenti terrigeni ben stratificati con la presenza di lenti calcaree ad archeociatine ed alghe;

• nella parte alta dalla Formazione di Punta Manna costituita da silicoclastiti con alternanza di facies carbonatiche.

Gruppo di Gonnesa (cambriano inferiore)

E’ costituito da sedimenti carbonatici e al cui interno si possono individuare due formazioni:

• alla base la Formazione di Santa Barbara costituita dalla dolomia rigata e dalla dolomia grigia massiva.

• nella parte alta la Formazione di San Giovanni con sedimenti calcarei, massivi e compatti di colore bianco-ceruleo oppure grigio-bluastro.

Gruppo di Iglesias (cambriano medio)

questo presenta la seguente successione dal basso verso l’alto:

• Formazione di Campo Pisano costituita da una fitta alternanza di sottili livelli di argilloscisti più o meno siltosi con struttura nodulare;

• Formazione di Cabitza costituita essenzialmente da una sequenza formata da un’alternanza ritmica di lamine argillitiche e siltitiche varicolori anche carbonatiche con subordinati livelli di arenarie generalmente molto fini.

Ordoviciano

Le rocce attribuibili all’Ordoviciano autoctono, sono suddivisibili in due sequenze principali, le quali sono separate da una discordanza angolare:

la sequenza inferiore, la quale è formata dalla parte più alta della formazione di Cabitza, e la sequenza superiore la quale inizia con la “Puddinga” e finisce, senza apparenti discordanze con l’inizio delle litologie Siluriane.

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Puddinga (Ordoviciano medio e superiore)

E’ caratterizzata da una grande eterogeneità, sono infatti, riscontrabili conglomerati con clasti appartenenti a tutti i gruppi sottostanti, a spigoli vivi o arrotondati e di dimensioni variabili, con alternanze di siltiti e arenarie. La matrice arrossata dalla presenza di ossidi di ferro, testimonia la presenza di una terra emersa notevolmente evoluta dal punto di vista pedogenetico, caratterizzata da clima variabile da quello intertropicale del Cambriano a quello periglaciale del Caradociano.

Postgotlandiano

Il Postgotlandiano è costituito da una formazione terrigena discordante sul siluriano, di ambiente continentale o di estuario a testimoniare una trasgressione carbonifera.

Ancora di notevole importanza è la cosiddetta successione clastica del “Postgotlandiano” auct.

costituita prevalentemente da un’alternanza monotona di arenarie, siltiti e argilliti anchimetamorfiche, di colore grigio-verdastro e nerastro, con abbondanti e tipiche strutture sedimentarie (laminazioni, slumping, canali, ecc.) riferibili a sistemi deposizionali di conoide e piana di bacino.

La successione, inizia con arenarie e conglomerati poco potenti (da qualche metro a poche decine di metri), cui seguono alternanze ritmiche arenaceo-pelitiche molto spesse, di evidente deposizione torbiditica, con associazioni di facies tipiche di conoide esterna (torbiditi arenaceo-pelitiche, torbiditi pelitico-arenacee), con tendenza a piana di bacino nella porzione terminale della successione.

I limiti occidentali degli affioramenti postgotlandiani, costituirebbero il fronte di accavallamento di una unità di traslazione verso ovest sud ovest e questa unità tettonica postgotlandiana viene denominata Unità dell’Arburese.

Quaternario

Olocene: è rappresentato da depositi alluvionali, depositi alluvionali terrazzati e depositi eolici. Sono costituiti da sabbie, ghiaie, limi e argille sabbiose. La formazione sabbiosa si è depositata nell’ultima fase di continentalità del complesso carbonatico-scistoso, di cui si è detto in precedenza, ad opera di venti. I venti, orientati prevalentemente dai quadranti settentrionali, hanno rimosso e ridepositato sotto vento particelle provenienti dal disfacimento degli altopiani granitici, immediatamente limitrofi nella zona a nord est alle formazioni suddette. La forma dei granuli è generalmente arrotondata, la dimensione degli stessi è prevalentemente equigranulare, per cui si ritiene che siano di origine fluvio- deltizia.

L’area interessata dal progetto ricade interamente su depositi quaternari dell’olocene, costituiti da sedimenti alluvionali sabbiosi-ghiaiosi. Da un punto di vista fisiografico, l’area ricade su un contesto morfologico pianeggiante tipico delle piane alluvionali. Vista la natura geomorfologica dell’area, non

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sono presenti situazioni di dissesto potenziale o in atto, come ad esempio zone di frana. Per quanto concerne invece il rischio di esondazione, gli studi effettuati hanno messo in evidenza una zona di potenziale esondazione lungo il corso del Rio Mannu.

2.1 Idrografia e idrogeologia generale

Di seguito vengono descritte le unità idrogeologiche presenti nel territorio esaminato. Sono state individuate due distinte unità che vengono qui di seguito descritte.

Complesso terrigeno

E’ rappresentato da un conglomerato poligenici, argilloscisti arenacei, argille siltose, argilliti e siltiti con localmente masse calcaree inglobate. E’ un complesso dotato di scarsa o nulla permeabilità.

Complesso recente

E’ costituito dalle sabbie del quaternario. Tale complesso, dotato di permeabilità elevata, raramente diventa sede di acquifero e nel caso in cui si riescano ad immagazzinare le acque, tali serbatoi sono limitati sia per estensione areale sia per capacità. La loro esistenza è sempre legata alla presenza di soglie di permeabilità per la presenza verso il basso di zone impermeabili consistenti in argille o lenti di materiale ghiaioso conglomeratico ad elevata cementazione.

2.2 Contesto geomorfologico del tratto in studio

Il territorio dell’ambito è caratterizzato dalla presenza del Rio Mannu di Fluminimaggiore. L’area interessata dal progetto ricade interamente su depositi quaternari dell’olocene, costituiti da sedimenti alluvionali sabbiosi-ghiaiosi. Da un punto di vista fisiografico, l’area ricade su un contesto morfologico pianeggiante tipico delle piane alluvionali. Vista la natura geomorfologica dell’area, non sono presenti situazioni di dissesto potenziale o in atto, come ad esempio zone di frana. Per quanto concerne invece il rischio di esondazione, gli studi effettuati hanno messo in evidenza una zona di potenziale esondazione lungo il corso del Rio Mannu. Le caratteristiche geomorfologiche del Rio Mannu di Fluminimaggiore sono così sintetizzate nel Progetto di piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF):

“Il Rio Mannu presenta due tratti ben distinti, posti rispettivamente a monte e a valle del centro abitato di Fluminimaggiore: nel tratto di monte l’alveo si sviluppa vincolato in un fondovalle stretto, inciso tra ripidi versanti rocciosi, con pendenze di fondo elevate e palesa un comportamento tipicamente torrentizio; a valle della confluenza del Riu Bau Porcus (abitato di Fluminimaggiore), l’ambito fluviale si amplia, la pendenza diminuisce, i depositi di materiale si fanno via via più fini,

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tuttavia l’alveo si mantiene morfologicamente stabile anche se una serie di interventi di regimazione testimoniano la crescente pressione antropica lungo le sponde (centri abitati e reti stradali).”

Sempre nel medesimo documento si legge:

“In corrispondenza del centro abitato di Fluminimaggiore si alternano opere di protezione delle sponde da fenomeni erosivi e di contenimento dei livelli idrici (difese longitudinali in muratura, in gabbioni e in massi e muro arginale), con opere di controllo del trasporto di fondo (briglie e/o soglie).

Tali opere non sembrano però garantire una buona efficacia contro gli effetti provocati da fenomeni alluvionali intensi in quanto, realizzate in tempi e modi diversi, sono disomogenee, discontinue e localmente dissestate.

Tra le difese longitudinali censite, numerose hanno la funzione di protezione dei rilevati stradali della statale SS 126 e della provinciale SP 83 da fenomeni erosivi: prima l’una e poi l’altra strada, infatti, percorrono la vallata affiancando alveo e aree golenali del riu Mannu. Tali opere, prevalentemente in massi di cava intasati, sono state realizzate a difesa del rilevato stradale: in particolar modo a monte di Fluminimaggiore, dove la valle è incisa e stretta, il rilevato stradale ha fondazioni in alveo ed è esposto direttamente all’azione della corrente nel corso degli eventi alluvionali più intensi.

A valle della confluenza col rio Bega l’alveo appare, a tratti, regimato: la sezione di deflusso è stata risagomata ed allargata e il profilo di fondo controllato con briglie. La discontinuità e la disomogeneità degli interventi riducono l’efficacia idraulica delle opere realizzate: in particolar modo le difese longitudinali, in massi di cava sciolti, appaiono già fortemente dissestate.

Anche gli argini censiti, realizzati a difesa di aree agricole recuperate all’alveo di piena, appaiono generalmente dissestati, spesso erosi al piede e ricoperti da una rigogliosa vegetazione arbustiva.

Le uniche due traverse esistenti hanno scopo irriguo e sono entrambe in calcestruzzo e senza paratoie mobili: la prima, circa 800 m a monte di Fluminimaggiore, determina un piccolo bacino idrico, mentre la seconda, ubicata nei pressi dell’azienda Petromili, adduce acqua ad un canale di derivazione in destra. (…omissis…) Il corso d’acqua, nel tratto focivo a valle dell’ultimo attraversamento stradale che porta a Portixeddu, oltrepassa le alte dune di sabbia con andamento sinuoso e sfocia in mare tagliando la lunga spiaggia di sabbia bianca. Nel tratto la vegetazione della fascia fluviale è classificata dunale-marina, con rada presenza di arbusti (prevalentemente lentisco e ginepro)”.

Il tratto preso in studio, interessante una porzione a monte del suddetto attraversamento stradale e la porzione fluviale a valle del ponte fino al termine dell’arginatura esistente, è risultato caratterizzato, nei rilievi svolti nell’ambito della presente progettazione, da aspetti analoghi a quelli descritti nel PSFF per il tratto a valle della confluenza del Riu Bau Porcus. Nelle fotografie mostrate di

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seguito, scattate durante i sopralluoghi e i rilievi, si evince il contesto morfologico dell’area di intervento.

Figura 3 – Ponte S.P. 105 per Buggerru

Figura 4 – Fotografie del tratto fluviale in studio a monte dell’attraversamento

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Figura 5 – Fotografie del tratto fluviale in studio a valle dell’attraversamento

Figura 6 – Fotografie tratto terminale sbocco a mare (non interessato dagli interventi previsti in progetto)

2.3 Assetto ambientale

In tutto il tratto interessato dai lavori previsti nel presente progetto risultano già esistenti opere di infrastrutturazione (ponte da demolire e ricostruire) e opere di arginatura artificiali (rialzi spondali a monte e valle del ponte), ricoperti di vegetazione spontanea in particolare sulle sponde. Durante il primo sopralluogo effettuato nell’area in studio, in data 31/03/2015, una parte del tratto fluviale risultata ripulita da tale vegetazione (ved. Figura 3 e parte superiore Figura 4), mentre in occasione del secondo sopralluogo, avvenuto il 09/06/2015, buona parte della vegetazione risultava essere ricresciuta (ved. parte inferiore Figura 4).

3. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Nell’ambito del presente Progetto Preliminare si è proceduto alle verifiche idrauliche necessarie al dimensionamento del ponte per eventi di piena corrispondenti ad un TR=200 anni, congruentemente con le normative vigenti (rif. NTC 2008 di cui al D.M. 14/01/2008). Tale analisi ha portato a stabilire la quota minima dell’intradosso dell’opera di attraversamento a +6.00 m l.m.m., corrispondente ad un

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franco di sicurezza superiore ad 1 m e comunque superiore all’altezza cinetica della corrente, come richiesto dall’art. 21 delle Norme di attuazione del PAI. In Figura 7 è mostrata una sezione tipo del ponte lungo l’asse stradale (asse longitudinale), che mostra lo schema adottato.

Figura 7 – Sezione tipo longitudinale ponte (sezione 1-1)

Il ponte (L  30 m) è costituito da un impalcato, realizzato con travi prefabbricate in cemento armato precompresso e con una soletta di completamento gettata in opera dello spessore di 25 cm, e da una struttura portante trasversale (le due spalle) così composte:

 pali di fondazione

 piastra di fondazione

 setti in calcestruzzo

 trave a cuscino

 paraghiaia

 soletta di transizione

In Figura 8 è mostrato lo schema planimetrico del ponte, mentre in Figura 9 è mostrata la sezione tipo di progetto.

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Figura 8 – Schema planimetrico impalcato

Figura 9 – Sezione tipo di progetto ponte (sezione trasversale)\

Per via degli elevati valori di velocità della corrente in condizioni di piena si prevede una rettifica e una protezione spondale nella porzione d’alveo in corrispondenza dell’opera strutturale per un tratto di lunghezza complessiva pari a 25 m. Tale protezione localizzata (ved. Figura 10) sarà realizzata mediante l’impiego di massi ciclopici di caratteristiche dimensionali adeguate alle condizioni di deflusso della corrente durante la piena di progetto (TR=200 anni) e di caratteristiche estetiche adeguate all’inserimento dell’opera nel contesto ambientale e paesaggistico in modo da non creare alcuna soluzione di continuità nella percezione visiva del contesto stesso. Entrambe le sponde del tratto regolarizzato avranno pendenza massima pari a 2 su 3, e il rilevato arginale esistente dovrà

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essere ricaricato in modo da raggiungere una quota in sommità non inferiore a +6.50 m da quota fondo alveo in tutti i punti del medesimo tratto, ed una larghezza in testa non inferiore a 4.00 m.

Figura 10 – Sezione tipo regolarizzazione alveo (tratto L=25 m in corrispondenza del ponte)

Ai fini della demolizione e ricostruzione del nuovo ponte occorrerà provvedere preliminarmente alla demolizione e totale e asportazione della pavimentazione stradale di un tratto della SP105, necessaria per consentire il raccordo della strada al nuovo ponte in progetto. Successivamente alla realizzazione del nuovo ponte secondo le caratteristiche descritte sopra, si procederà alla realizzazione della nuova sede stradale per una lunghezza complessiva pari a circa 100 m, comprendente il ponte e i tratti di raccordo a monte e valle. Il tutto sarà completato dal fissaggio di barriere in acciaio e di guard rail rispondenti ai requisiti imposti dalla normativa vigente, e dalla realizzazione di adeguata segnaletica stradale (orizzontale e verticale), con l’impiego di vernice spartitraffico rifrangente di colore bianco, e da cartellonistica posizionata su tubolari di sostegno.

Le principali fasi costruttive previste per la realizzazione degli interventi compresi nel presente progetto sono:

1. demolizione stradale per tutto il tratto di raccordo a monte e a valle dell’opera;

2. demolizione del ponte esistente in modo controllato;

3. realizzazione degli scavi per le opere di fondazione e sostegno del nuovo ponte;

4. realizzazione delle fondazioni indirette delle spalle di appoggio (pali trivellati);

5. realizzazione delle due spalle in conglomerato cementizio armato;

6. sistemazione alveo in corrispondenza dell’opera strutturale per un tratto di lunghezza pari a circa 25 m;

7. posa in opera delle travi prefabbricate;

8. getto dei traversi;

9. getto della soletta;

10. realizzazione delle finiture e ultimazione della sede stradale.

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4. STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E VINCOLI

Per valutare la compatibilità degli interventi previsti con i piani relativi all’area in cui ricade il ponte in oggetto, e per individuare l’esistenza di eventuali vincoli, sono stati presi in esame principalmente il Piano per l’Assetto Idrogeologico della Regione Sardegna (PAI), il Progetto di piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) e il Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

4.1 Piano di assetto idrogeologico (PAI)

In Figura 11 si riporta lo stralcio del PAI vigente che rappresenta la carta delle aree inondabili relativa all’area in studio. Tale carta definisce la perimetrazione delle aree a rischio idraulico.

Figura 11 – Stralcio PAI (Tav Hi n° 18/29- sub-bacino Sulcis)

4.2 Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF)

Il sito di interesse rientra, con riferimento al Progetto di piano stralcio delle fasce fluviali, nel Sub Bacino 1 – Sulcis (rif. Figura 12).

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Figura 12 – Sub Bacino 1 – Sulcis (fonte: PSFF e cartografia RAS)

Il ponte oggetto di intervento ricade in una zona a Fascia A_2 ed A_50, corrispondenti rispettivamente ad un tempo di ritorno di 2 anni e 50 anni. Di seguito si riporta lo stralcio della carta del PSFF vigente relativa alla zona in studio.

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Figura 13 – Stralcio carta PSFF

4.3 Vincoli archeologici

Come riportato nell’All. F (Relazione archeologica) l’area oggetto di studio non è interessata da vincoli archeologici.

4.4 Vincoli idrogeologici

L’area oggetto di studio non è interessata da vincoli idrogeologici, di cui al Regio Decreto n°

3267/1923.

4.5 Piano paesaggistico regionale (PPR)

Il territorio in esame ricade all’interno dei territori costieri, nell’ambito paesaggistico n° 7 – Bacino Metallifero, così come classificato dal PPR adottato con D.G.R. del 24/05/2006 n. 22/3.

Il sito in questione interferisce con la seguente aree tematiche. Componenti di paesaggio con valenza ambientale:

- aree agroforestali (colture erbacee specializzate);

- aree naturali e subnaturali (boschi e macchia mediterranea).

Il ponte in progetto si trova a ridosso di un’area costituita da campi e sistemi di spiaggia (Is Compinixius - campo dunale di Buggerru - Portixeddu), e un’area di interesse faunistico.

Il ponte in progetto si trova a ridosso di un’area di interesse comunitario (ved. Figura 14)

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Figura 14 – Sito di Interesse Comunitario ITB042247

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Il territorio comunale di Fluminimaggiore rientra nella perimetrazione del sito di interesse nazionale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, secondo il Decreto Ministeriale del 12 marzo 2003. In Figura 15 si riporta lo stralcio della cartografia del PPR.

Figura 15 – Stralcio cartografia PPR (rif. PPR - Ambito n°7 – Bacino Metallifero – 546 III)

4.6 Demanio Marittimo

L’area oggetto dello studio è situata ad otre 300 metri in linea d’aria dalla linea di costa. Dall’analisi delle carte del Demanio marittimo essa non ricade nella fascia di sua competenza. Infatti l’area interessata dall’intervento coinvolge le seguenti Particelle catastali:

Foglio 2 Particella 198 Foglio 2 Particella 199 Foglio 24 Particella 229 Foglio 24 Particella 231 Foglio 24 Particella 232

Come si evince dallo stralcio del S.I.D. (Sistema Informativo Demanio marittimo) e dall’estratto di mappa riportato nell’Allegato H – Piano particellare – la particella più prossima alle aree demaniali

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catastali è la n. 91, unica particella attraversata dalla SP 105 indicata sul S.I.D., in ogni caso non appartenente al Demanio marittimo e non interessata dai lavori.

Figura 16 – Stralcio cartografia del Sistema Informativo Demanio marittimo

5. CONDIZIONI DI FATTIBILITÀ AMBIENTALE DELL’NTERVENTO

5.1 Valutazione degli effetti sull’assetto geologico – idrogeologico

L’area in studio, come evidenziato dalla pianificazione territoriale vigente, di cui sono stati riportati alcuni stralci nel paragrafo precedente, è classificata come area a rischio idraulico ed è nello specifico interessata dalla presenza di un attraversamento stradale con sezione idraulica insufficiente, oltre che di un complesso arginale a monte e a valle del ponte non adeguato al contenimento delle portate per tempi di ritorno pari a TR=50 anni.

Come evidenziato nello studio idraulico allegato al presente progetto, la realizzazione del ponte contribuisce a migliorare significativamente le condizioni di deflusso di portate con TR=200 e TR=500 anni. Tale aspetto rende l’intervento in progetto un elemento di mitigazione che non solo non determina effetti negativi sull’assetto geologico-idrogeologico, ma contribuisce a migliorare e in parte superare le criticità idrauliche messe in risalto dalla pianificazione territoriale vigente.

Si precisa che l’intervento proposto nel presente Progetto Preliminare, per la limitatezza dei fondi a disposizione, non comprende la regolarizzazione e la sistemazione dell’intera porzione di arginatura a monte e valle dell’opera che risulta insufficiente allo smaltimento delle piene. L’intervento,

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localizzato in corrispondenza del ponte, interessa una porzione di alveo di lunghezza pari a 25 metri, come descritto in dettaglio negli elaborati grafici di progetto. Nel progetto sono comunque descritte due ipotesi di regolarizzazione della sezione dell’alveo nei tratti a monte e a valle del ponte, non previste nel progetto stesso. Negli scenari simulati nelle verifiche idrauliche si è dunque anche tenuto conto di una situazione “di sviluppo futuro”, con le sezioni dell’alveo a monte e valle regolarizzate per un tratto di lunghezza pari a circa 150 a monte e circa 50 metri a valle del ponte. Tali scenari, e le verifiche positive, contribuiscono a confermare l’adeguatezza idraulica del ponte in progetto anche alla luce di un eventuale futuro intervento di sistemazione sugli argini. Per dettagli sulle modellazioni svolte e sui risultati delle analisi idrologiche ed idrauliche si rimanda rispettivamente all’allegato D e all’allegato E.

5.2 Effetti degli interventi sull’ambiente fluviale e perifluviale

In questa prima fase vengono identificati i potenziali impatti del progetto sull’area individuata, con particolare attenzione alle eventuali interazioni tra le strutture previste e le diverse componenti degli ambienti fluviali e perifluviali, per poter poi considerare quali di questi impatti potrebbero essere significativi. In tale fase risulta dunque necessario distinguere anche quelli definibili come potenziali impatti diretti, indiretti e associati e distinguere altresì gli impatti potenziali registrabili nelle fasi di cantiere da quelli che potrebbero osservarsi dopo la realizzazione delle opere.

In considerazione delle caratteristiche del contesto in cui le opere risultano inserite e della tipologia stessa degli interventi di mitigazione previsti si osserva come le opere previste dovrebbero non solo costituire elementi di impatto minimo o nullo, ma rappresentare occasione di riqualificazione.

5.3 Valutazione degli effetti sull’assetto paesistico - territoriale

Indipendentemente dall’ampiezza del modello di calcolo idraulico, che comprende un tratto di circa 150 m a monte del ponte e il tratto di valle fino al termine dell’arginatura esistente, i lavori previsti nel presente Progetto Preliminare interessano nello specifico una limitata porzione di alveo, essendo finalizzati alla demolizione e ricostruzione del ponte e alla regolarizzazione e sistemazione della sezione dell’alveo per un tratto complessivamente lungo circa 25 metri in corrispondenza del ponte stesso. In tale porzione di territorio non sussistono elementi che possano portare ad ipotizzare interferenze dell’opera stessa sulla componente ambientale e paesistico-territoriale. Al di sotto della S.P. 105 si trova un Sito di Interesse Comunitario, che arriva fino al tratto di valle in studio nel presente progetto. Tale sito si estende fino alla foce (ved. Figura 6) e comprende un complesso dunale e altri elementi di valenza ambientale e paesistico-territoriale, ma non interessa in alcun

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modo il tratto a monte del ponte in progetto e si estende verso la porzione di valle interessata dai lavori di ricostruzione e sistemazione senza peraltro evidenziare elementi di rilievo, essendo tale tratto interessato prevalentemente da un’arginatura artificiale e da vegetazione spontanea. Nel presente progetto in ogni caso non si prevede un intervento di regolarizzazione su tutto il tratto di valle ricadente in zona SIC, ma semplicemente dei lavori di scavo per un tratto di lunghezza sufficiente alla realizzazione delle strutture di fondazione e appoggio dell’impalcato del ponte e dei lavori di sistemazione nel tratto immediatamente a valle dell’opera per un tratto di estensione molto limitata (25 metri totali in asse con il ponte), che termina molto prima della fine della stessa arginatura artificiale. Proprio per tale motivo, per l’attuale presenza di un ponte idraulicamente inadeguato allo smaltimento di portate con TR=50 anni e per la presenza di un contesto ambientale e paesaggistico caratterizzato da arginature artificiali, si ritiene che gli interventi di ricostruzione del ponte e di sistemazione e regolarizzazione del tratto fluviale in corrispondenza dello stesso attraversamento non costituiscano alcuna modifica o alterazione dell’attuale assetto e anzi, contribuendo significativamente alla mitigazione del rischio idraulico, comportino un elemento di riqualificazione del territorio.

6. CONCLUSIONI

Dall’analisi delle criticità del territorio in cui è compresa l’area in esame, e degli elementi progettuali proposti, si può desumere come non siano rilevabili significativi fattori di potenziale impatto sull’ambiente, a meno delle operazioni di scavo, demolizione del ponte esistente, ricostruzione del nuovo ponte e sistemazione dell’alveo limitatamente al tratto in corrispondenza dell’opera di attraversamento. Le lavorazioni previste risultano localizzate e interessanti una porzione del territorio in cui sono già presenti opere di infrastrutturazione e arginature artificiali. Tali eventuali modesti impatti risultano transitori e non associabili ad alcun tipo di interferenza di medio o lungo termine.

I potenziali impatti a carico dell’assetto idrogeologico derivanti dalla realizzazione del progetto e di ipotesi di intervento futuro sono stati presi in considerazione durante lo sviluppo della progettazione ed analizzati con l’ausilio di specifica modellistica numerica, in modo da verificare che il layout proposto non determini impatti negativi ma anzi una notevole mitigazione del rischio idraulico riscontrata nell’analisi dello stato di fatto. Nello sviluppo dei layout progettuali si è tenuto conto delle considerazioni svolte negli strumenti di pianificazione territoriale. La verifica della compatibilità ambientale degli interventi proposti, nel caso del sito in studio, è riconducibile ad un raffronto tra interventi previsti e stato attuale, considerando che in relazione a tale aspetto le uniche modifiche

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dello stato di progetto nei confronti dell’assetto attuale sono rappresentate dall’ampliamento del ponte, dal suo innalzamento rispetto al livello stradale attuale e dalla sistemazione e regolarizzazione delle sezioni dell’alveo nei tratti immediatamente a monte e a valle dell’attraversamento. Tale soluzione è in linea con quanto previsto nella pianificazione territoriale consultata, dove si fa preciso riferimento all’inadeguatezza idraulica dell’opera. Il progetto non si discosta in termini paesaggistici dallo stato attuale, non comportando modifiche dell’assetto ambientale dirette o indirette in un adeguato intorno dell’area.

Nel caso in studio non si individuano inoltre modificazioni dell’assetto percettivo, scenico e panoramico, né modificazioni della morfologia territoriale. Le modificazioni relative alla struttura del ponte e ai tratti fluviali a monte e valle costituiscono un elemento di riqualificazione paesaggistica, ambientale e di riassetto dell’area oggetto di studio. Si prevede infatti un ampliamento della sezione idraulica disponibile, con l’inserimento delle spalle di sostegno nella parte interna degli argini, non più a vista, e con l’innalzamento dell’impalcato per il raggiungimento dei livelli di sicurezza idraulica richiesti dalla Normativa vigente. La sistemazione della sezione dell’alveo a monte e valle è anch’essa finalizzata al miglioramento delle condizioni di deflusso ed è prevista con caratteristiche tali da garantire continuità con le componenti paesaggistiche e ambientali del contesto in cui l’opera è inserita.

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