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LAVORI SUL “PONTE S.P. 105 PER BUGGERRU SEZ. 2. SUL RIO MANNU DI FLUMINIMAGGIORE” PROGETTO PRELIMINARE ALL. B – RELAZIONE GEOLOGICA

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LAVORI SUL “PONTE S.P. 105 PER BUGGERRU SEZ. 2.

SUL RIO MANNU DI FLUMINIMAGGIORE”

PROGETTO PRELIMINARE

ALL. B – RELAZIONE GEOLOGICA

Giugno 2015 IL GEOLOGO:

Dott.ssa Geol. Gisella Angius

(2)

Pag.

PREMESSA ...2

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO...2

NORMATIVA DI RIFERIMENTO...3

INQUADRAMENTO VINCOLISTICO...4

CARATTERISTICHE SISMICHE DEL SOTTOSUOLO AI SENSI DEL D.M. 14.01.2008 ……9

INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE ...12

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ...14

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA LOCALE...15

CARTA GEOLOGICA ...18

IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA GENERALE...18

IDROLOGIA...19

CONCLUSIONI ...20

ALLEGATI ...21

(3)

PREMESSA

La presente relazione riporta gli studi geologici preliminari relativi all’area interessata dal progetto: “Realizzazione ponte S.P. 105 per Buggerru sez.2 sul Rio Mannu di Fluminimaggiore”.

Lo studio è stato commissionato dalla Provincia di Carbonia-Iglesias con determina n° 51/DT del 25.03.2015.

Alla presente sono allegati:

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO IN SCALA 1: 10.000 - (ALL. 1);

INQUADRAMENTO GEOLOGICO IN SCALA 1: 10.000 - (ALL. 2);

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO

L’area di indagine è situata nel Comune di Fluminimaggiore (Prov. CI) presso il Rio Mannu di Fluminimaggiore, in prossimità della S.P. 105. È individuata nella carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 - SEZ. 546140 – Fuluminimaggiore Ovest (vedasi ALL.1) .

(4)

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Gli studi geologici sono stati eseguiti in conformità alla normativa vigente: D.M.

14.01.2008 “Norme Tecniche sulle Costruzioni”.

La presente relazione è stata redatta in conformità alla seguente normativa vigente:

- Legge n. 64 del 02.02.1974 «Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche», che prevede l’obbligatorietà dell’applicazione per tutte le opere, pubbliche e private, delle norme tecniche che saranno fissate con successivi decreti del Ministero LL.PP.;

- D.M. LL.PP. 11.03.1988 di applicazione della legge suddetta

«Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione» e relativa Circ. Min. LL.PP. n. 30483 del 24.09.1988

- Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003 «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica» e successive mm e ii;

- DM 14.01.2008 «Norme Tecniche per le costruzioni»;

- A.G.I. 1977 «Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche»;

- Piano Stralcio di Assetto idrogeologico della Sardegna (P.A.I.) – Interventi sulla rete idrografica e sui versanti – Legge 18 maggio 1989 n°

183, art. 17, comma 6 ter;

- Norme di Attuazione del P.A.I. – Aggiornamento alla circolare 1/2013

"Indirizzi interpretativi e procedurali relativi alle norme di attuazione del Piano stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)"

- D. Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”;

(5)

DPR n.207 del 5 ottobre 2010, recante "Regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs 12 aprile 2006, n.163"

INQUADRAMENTO VINCOLISTICO

Piano di assetto idrogeologico (PAI)

Il ponte oggetto di intervento ricade in una zona a pericolosità idraulica Hi1, a ridosso di un’area a pericolosità idraulica Hi4 e Hi3. Di seguito si riporta lo stralcio del PAI vigente (Parte idraulica): Tav Hi n° 18/29- sub-bacino Sulcis. Alla presente andrà allegato lo studio di compatibilità idraulica.

(6)

Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF)

Il ponte oggetto di intervento ricade in una zona a Fascia A_2 ed A_50, corrispondenti rispettivamente ad un tempo di ritorno di 2 anni e 50 anni. Di seguito si riporta lo stralcio della carta del PSFF vigente

(7)

Vincoli archeologici

L’area oggetto di studio non è interessata da vincoli archeologici.

Vincoli idrogeologici (legge 3267/1923)

L’area oggetto di studio non è interessata da vincoli idrogeologici, di cui al Regio Decreto n° 3267/1923.

Piano paesaggistico regionale (PPR)

Il territorio in esame ricade all’interno dei territori costieri, nell’ambito paesaggistico n° 7 – Bacino Metallifero, così, come classificato dal PPR adottato con D.G.R. del 24/05/2006 n. 22/3.

Il sito in questione interferisce con la seguente aree tematiche:

Componenti di paesaggio con valenza ambientale:

- aree agroforestali (colture erbacee specializzate);

- aree naturali e subnaturali (boschi e macchia mediterranea).

Il ponte in progetto si trova a ridosso di un’area costituita da campi e sistemi di spiaggia (Is Compinixius-campo dunale di Buggerru-Potixeddu), e un’area di interesse faunistico.

Il ponte in progetto si trova a ridosso di un’area di interesse comunitario , della di seguito si riporta un immagine.

(8)

Il territorio comunale di Fluminimaggiore rientra nella perimetrazione del sito di interesse nazionale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, secondo il Decreto Ministeriale del 12 marzo 2003.

Sito di interesse comunitario

(9)

Di seguito si riporta lo stralcio della cartografia del PPR.

(10)

CARATTERISTICHE SISMICHE DEL SOTTOSUOLO AI SENSI DEL D.M.

14.01.2008

Allo stato attuale l’attività tettonica nel settore in esame, come per tutta l’Isola, viene considerata molto bassa. Tuttavia dal 2003, con l’applicazione della normativa antisismica nella progettazione (Ordinanza PCM n. 3274 del 20 marzo 2003), tutto il territorio italiano è stato ripartito in 4 zone sismiche alle quali si applicano norme tecniche differenziate in relazione alla realizzazione di opere interagenti con il terreno. Così come nella precedente, anche nella più recente Ordinanza PCM del 28.04.2006 n. 3519 «Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone», la Sardegna ricade in Zona sismica IV (contraddistinta da un valore dell’accelerazione orizzontale massima su suolo di categoria A di 0,05 g), quella ritenuta meno pericolosa e alla quale corrisponde la normativa antisismica meno severa.

Non si esclude in ogni caso, stante la scarsa documentazione relativa a terremoti avvenuti in Sardegna in epoca storica, che eventi sismici di eccezionale intensità localizzati in vari settori dell'area tirrenica, possano indurre in alcuni areali dell'isola, compreso il territorio in esame vibrazioni i cui effetti sulle strutture in progetto sarebbero in ogni caso di trascurabile entità.

Ai fini della definizione delle azioni sismiche secondo le nuove “Norme Tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di sostegno dei terreni” il profilo stratigrafico dei terreni impone di classificare le zone oggetto d’indagine con l’appartenenza alle differenti categorie sismiche, ovvero:

Categoria A: formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori VS30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 3 metri;

Categoria B: depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento

(11)

delle proprietà meccaniche con la profondità e da VS30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT > 50, o cu > 250 kPa);

Categoria C: depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori VS30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15<NSPT<50, oppure 70<cu<250 kPa);

Categoria D: depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti, caratterizzati da valori VS30 < 180 m/s (NSPT <

15, oppure cu < 70 kPa);

Categoria E: profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di VS30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con VS30 > 800 m/s.

Sulla base delle risultanze degli studi geologici e della contestuale modellizzazione del sottosuolo, in assenza di indagini specifiche (prove penetrometriche dinamiche o riscontri di tipo geofisico) si ritiene che il suolo in esame possa essere classificato nella categoria D-E

FATTORI CLIMATICI

Temperature

Generalmente il mese più freddo è il mese di gennaio con temperature minime medie dell’ordine dei 5,7- 6,1 °C, mentre dicembre mostra una temperatura minima media compresa tra 7,2 e 7,5 °C. I mesi più caldi sono i mesi di agosto e luglio con valori medi rispettivamente compresi tra circa 28,5 e 28,8 e tra 28,4 e 28,8 °C. Il valore medio annuale della temperatura massima è compreso tra 19,8 e 20,0 °C, il valore medio annuale della temperatura media è compresa tra 15,8 e 16,2 °C, mentre quello della temperatura minima è tra 11,8 e 12,2 °C.

(12)

Venti

Le caratteristiche della zona, sono rappresentate dalla predominanza dei venti occidentali in tutte le stagioni.

La gran parte delle osservazioni annue sono riferibili a venti provenienti da direzione ovest e nord-ovest. Per quanto riguarda la distribuzione del vento nelle fasce di velocità nei vari mesi dell’anno, si è notata la seguente distribuzione:

• il vento di intensità elevata con velocità maggiore di 13,5 m/sec è più frequente nei mesi invernali (dicembre-marzo) rispetto a quelli estivi, con un marcato cambio di stagione fra aprile e maggio ed un altro più diluito fra settembre e novembre;

• il vento di intensità intermedia con velocità compresa tra 8 e 13,5 m/sec, mostra una quasi totale assenza di stagionalità;

• il vento di intensità moderata con velocità compresa tra 1,5 e 8 m/sec evidenzia un massimo in estate (giugno-agosto).

Precipitazioni

La fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno (prima fase) e la fine dell’inverno e il principio della primavera (seconda fase) sono i momenti principali in cui s’instaurano le piogge cicloniche dovute al passaggio delle depressioni barometriche.

Il regime pluviometrico della zona è piuttosto irregolare, si assiste spesso ad un dimezzamento o raddoppiamento dei valori confrontando annate differenti. Le precipitazioni in relazione con il forte freddo, assumono carattere temporalesco e durata generalmente breve facendo sì che l’intensità oraria delle precipitazioni raggiunga ovunque dei valori elevatissimi. L’intensità oraria delle precipitazioni, raggiunge ovunque delle punte fortissime per cui anche le medie mensili e quelle annue, si mantengono su valori elevati. Considerando l’intervallo che va dal 1951 al 1980, si osserva che il mese più piovoso è quello di novembre (media compresa tra 110 e 120 mm), seguito da dicembre (media compresa tra circa 100 e 110 mm), gennaio (media compresa tra 90 e 100 mm) con un buon apporto anche nel mese di febbraio (media compresa tra 75 e 90 mm). I mesi successivi a febbraio, sono

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caratterizzati da valori di precipitazioni inferiori ed il mese meno piovoso è rappresentato dal mese di luglio (media inferiore a 10 mm). Il clima si può definire del tipo semi-arido subtropicale.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE

La zona oggetto di studio appartiene alla Provincia geopetrografica della Sardegna meridionale.

Quest’area è situata stratigraficamente a ridosso delle formazioni antiche di età cambrico–ordoviciana, che caratterizzano la litogia della sub-zona geologica del Fluminese.

La geologia del territorio oggetto di studio è schematizzata qui di seguito:

Paleozoico Cambriano

Partendo dal basso verso l’alto incontriamo:

Gruppo di Nebida (cambriano inferiore). Dal basso la successione inizia nel Cambriano inferiore con il Gruppo di Nebida costituito da due formazioni:

• alla base la Formazione di Matoppa costituita da sedimenti terrigeni ben stratificati con la presenza di lenti calcaree ad archeociatine ed alghe;

• nella parte alta dalla Formazione di Punta Manna costituita da silicoclastiti con alternanza di facies carbonatiche.

Gruppo di Gonnesa (cambriano inferiore)

E’ costituito da sedimenti carbonatici e al cui interno si possono individuare due formazioni:

• alla base la Formazione di Santa Barbara costituita dalla dolomia rigata e dalla dolomia grigia massiva.

• nella parte alta la Formazione di San Giovanni con sedimenti calcarei, massivi e compatti di colore bianco-ceruleo oppure grigio-bluastro.

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questo presenta la seguente successione dal basso verso l’alto:

• Formazione di Campo Pisano costituita da una fitta alternanza di sottili livelli di argilloscisti più o meno siltosi con struttura nodulare;

• Formazione di Cabitza costituita essenzialmente da una sequenza formata da un’alternanza ritmica di lamine argillitiche e siltitiche varicolori anche carbonatiche con subordinati livelli di arenarie generalmente molto fini.

Ordoviciano

Le rocce attribuibili all’Ordoviciano autoctono, sono suddivisibili in due sequenze principali, le quali sono separate da una discordanza angolare:

la sequenza inferiore, la quale è formata dalla parte più alta della formazione di Cabitza, e la sequenza superiore la quale inizia con la “Puddinga” e finisce, senza apparenti discordanze con l’inizio delle litologie Siluriane.

Puddinga (Ordoviciano medio e superiore)

E’ caratterizzata da una grande eterogeneità, sono infatti, riscontrabili conglomerati con clasti appartenenti a tutti i gruppi sottostanti, a spigoli vivi o arrotondati e di dimensioni variabili, con alternanze di siltiti e arenarie. La matrice arrossata dalla presenza di ossidi di ferro, testimonia la presenza di una terra emersa notevolmente evoluta dal punto di vista pedogenetico, caratterizzata da clima variabile da quello intertropicale del Cambriano a quello periglaciale del Caradociano.

Postgotlandiano.

Il Postgotlandiano è costituito da una formazione terrigena discordante sul siluriano, di ambiente continentale o di estuario a testimoniare una trasgressione carbonifera.

Ancora di notevole importanza è la cosiddetta successione clastica del

“Postgotlandiano” auct. costituita prevalentemente da un’alternanza monotona di arenarie, siltiti e argilliti anchimetamorfiche, di colore grigio-verdastro e nerastro, con abbondanti e tipiche strutture sedimentarie (laminazioni, slumping, canali, ecc.) riferibili a sistemi deposizionali di conoide e piana di bacino.

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La successione, inizia con arenarie e conglomerati poco potenti (da qualche metro a poche decine di metri), cui seguono alternanze ritmiche arenaceo-pelitiche molto spesse, di evidente deposizione torbiditica, con associazioni di facies tipiche di conoide esterna (torbiditi arenaceo-pelitiche, torbiditi pelitico-arenacee), con tendenza a piana di bacino nella porzione terminale della successione.

I limiti occidentali degli affioramenti postgotlandiani, costituirebbero il fronte di accavallamento di una unità di traslazione verso ovest sud ovest e questa unità tettonica postgotlandiana viene denominata Unità dell’Arburese.

Quaternario

Olocene: è rappresentato da depositi alluvionali, depositi alluvionali terrazzati e depositi eolici. Sono costituiti da sabbie, ghiaie, limi e argille sabbiose. La formazione sabbiosa si è depositata nell’ultima fase di continentalità del complesso carbonatico- scistoso, di cui si è detto in precedenza, ad opera di venti. I venti, orientati prevalentemente dai quadranti settentrionali, hanno rimosso e ridepositato sotto vento particelle provenienti dal disfacimento degli altopiani granitici, immediatamente limitrofi nella zona a nord est alle formazioni suddette. La forma dei granuli è generalmente arrotondata, la dimensione degli stessi è prevalentemente equigranulare, per cui si ritiene che siano di origine fluvio-deltizia.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

L’area in esame è situata nella zona centro meridionale della Sardegna ed è situata nell’area dell’Iglesiente.

Il paesaggio si caratterizza per la presenza di superfici arrotondate, creste ripide con presenza di numerosi ed in molti casi rotture di pendio nette e con versanti in cui è evidente la presenza di detriti di falda.

(16)

Il paesaggio è, inoltre, caratterizzato dalle evidenze antropiche legate alle pregresse attività minerarie che hanno lasciato in eredità i segni evidenti del loro operato:

scavi, detriti, residui delle laverie e vecchi ruderi.

Le montagne dell’Iglesiente, nel loro complesso si mostrano con forme regolari e poco differenziate.

L’area del Fluminese, presenta da Buggerru fino al Monte Linas, una serie di creste impostate su litologie sedimentarie, metamorfiche ed eruttive in cui il paesaggio mostra zone estremamente aspre alternate ad aree depresse con forme poco movimentate.

Tra queste aree occorre citare per la loro peculiare caratterizzazione le creste calcaree del Monte Serrau allineate secondo la direttrice est ovest e quelle presenti tra la valle di Fluminimaggiore ed il mare con la presenza in alcuni punti di una stratificazione quasi verticale.

L’area a sud del centro di Fluminimaggiore è caratterizzato da valli strette e profonde che isolano dei rilievi spesso singoli. Le litologie su cui si è modellato il paesaggio sono rappresentate da arenarie, dolomie e calcari. Su questi ultimi si sono modellate delle forme aspre e irregolari, mentre, sulle dolomie le forme sono più morbide e regolari.

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA LOCALE

L’area interessata dal progetto ricade interamente su depositi quaternari dell’olocene, costituiti da sedimenti alluvionali sabbiosi-ghiaiosi (vedasi all. 2).

Questi sedimenti poggiano su una successione di metasilititi e metarenarie con intercalazioni di metavulcaniti basiche e metatufi.

(17)

Da un punto di vista fisiografico, l’area ricade su un contesto morfologico pianeggiante tipico delle piane alluvionali.

Vista la natura geomorfologica dell’area, non sono presenti situazioni di dissesto potenziale o in atto, come ad esempio zone di frana.

Per quanto concerne invece il rischio di esondazione, gli studi effettuati hanno messo in evidenza una zona di potenziale esondazione lungo il corso del rio Mannu.

Qui di seguito sono riportate alcune fotografie che mostrano il contesto morfologico dell’area oggetto di intervento.

Foto n° 1: veduta del ponte esistente

(18)

Foto n°2: veduta a valle del ponte

Foto n°3: veduta a monte del ponte

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CARTA GEOLOGICA

La carta geologica di inquadramento, allegata alla presente relazione (vedasi All. 2) è stata realizzata in base ai riferimenti della geologia ufficiale ed integrata da un rilevamento di superficie. Le litologie sono state riportate su base topografica in scala 1:10.000. Nella legenda della carta sono riportate le diverse litologie rappresentate con cromatismi differenti.

Dall’esame di questo elaborato si evince che l’area interessata dall’intervento è attestata su alluvionali del quaternario.

IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA GENERALE

Di seguito vengono descritte le unità idrogeologiche presenti nel territorio esaminato. Sono state individuate due distinte unità che vengono qui di seguito descritte.

Complesso terrigeno

E’ rappresentato da un conglomerato poligenici, argilloscisti arenacei, argille siltose, argilliti e siltiti con localmente masse calcaree inglobate. E’ un complesso dotato di scarsa o nulla permeabilità.

Complesso recente

E’ costituito dalle sabbie del quaternario. Tale complesso, dotato di permeabilità elevata, raramente diventa sede di acquifero e nel caso in cui si riescano ad immagazzinare le acque, tali serbatoi sono limitati sia per estensione areale sia per capacità. La loro esistenza è sempre legata alla presenza di soglie di permeabilità per la presenza verso il basso di zone impermeabili consistenti in argille o lenti

(20)

IDROLOGIA

Il bacino idrografico in cui ricade l’area di studio è quello del Flumini Mannu di

“Pabillonis-Mogoro”, che ha una superficie di circa 1710 km quadrati.

Comprende oltre ai due bacini principali, quello del Flumini Mannu di Pabillonis e quello del Riu Mogoro Diversivo, una serie di bacini costieri che interessano la costa sud -occidentale della Sardegna a partire dal Golfo di Oristano sino ad arrivare a Capo Pecora, nel comune di Buggerru.

Questo bacino è delimitato a sud dalle pendici settentrionali del massiccio del Linas-Marganai, a nord e ad est dalla fossa del Campidano, mentre ad ovest troviamo la fascia costiera.

Il corso d’acqua principale è il Flumini Mannu di Pabillonis, che ha origine sulle colline ad est di Sardara e sfocia nello stagno di S. Giovanni. I suoi affluenti principali sono il Rio Bellu e il Rio Sitzerri che drenano tutta la parte orientale del massiccio dell’Arburese.

.

Altri corsi d’acqua del 1° ordine abbastanza rilevanti sono: il Rio Mannu di Fluminimaggiore, il Rio Naracauli, il Rio Piscinas e il Riu Merd’e Cani.

(21)

CONCLUSIONI

Dalle indagini geologiche effettuate si evince che le opere in progetto saranno attestate su litotipi alluvionali con probabile sede di falda acquifera superficiale.

Per la determinazione della stratigrafia e delle caratteristiche geomeccaniche dei terreni interessati dalle opere in progetto è stato predisposto un piano di indagini dettagliato riportato nell’apposita relazione geotecnica.

Le indagini verranno eseguite in sede degli studi geologici definitivi/esecutivi.

Nella stesura degli studi definitivi/esecutivi verrà ricostruito il modello geologico del sottosuolo, così come indicato dalla normativa vigente “D.M. 14.01.2008”. La caratterizzazione e la modellazione geologica del sito consisterà nella ricostruzione dei caratteri litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici.

Giugno 2015 IL PROFESSIONISTA

Dott.ssa Geol. Gisella Angius

(22)

ALLEGATI

- INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO IN SCALA 1: 10.000 - (ALL. 1);

- INQUADRAMENTO GEOLOGICO IN SCALA 1: 10.000 - (ALL. 2);

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50 100

150 200

Riu

Mannu ARCU SA CRUXI

M.za Zuvada

Portixeddu Perdas A

rbas

Bau

SAR AN

GIU PERDISCXEDDA

MITZA ZUVADA

Com.le Strada

2.35

3.70

9.15

7.85

7.70 6.60 38.30

19.15

11.00

15.90

14.10 1.10

47.60

33.95 54.05

88.95

89.15

105.25

23.80 237.75

97.90 158.70

113.50 139.40

96.90

0.70

88.25

100 50

Riu Mannu

Strada

Buggerru

Portixeddu Strada

Portixeddu Riu

la

Strada Ponte su Amadori C. Cuccu

Azienda Petromili

C. Arrius

C. Pilloni

C. Deschino C. Mura

C. Deschino

Magazzeno

A R E N A D E P O R T I X E D D U

Fabbr.to Rimboschimento

I S C O M P I N X I U S S

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A N

D I R

I M

A R

R U S A C OL O M BE RA

O R

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D E

S U

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S A G

K 6

K 5

4 366 000 4 366 000

51.05

8.35

5.00 10.90

7.60

16.75 12.90

30.50

11.40

21.90

61.30

33.40

33.45

123.35

57.30

69.40 53.75

53.60

65.25

78.65

130.90 73.00

99.60 0.85

3.90

6.25 3.00

4.35

4.75

5.30

6.70 0.40

14.00

18.45

8.50

45.75 84.15

28.75 38.60

25.90

67.30

18.90

11.30

8.30

12.80

5.35

5.75

7.20

8.00

7.55

14.35

11.95

34.90 48.55

11.00

35.15

.

1:10.000

ALL. 1

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50 100

150 200

Riu

Mannu M.za Zuvada

Portixeddu Perdas A

rbas

Bau

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Com.le

2.35

3.70

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20.90 6.60 38.30

19.15

11.00

15.90

14.10 1.10

47.60

33.95 54.05

88.95

89.15

23.80

97.90 Riu

C. Cuccu

Azienda Petromili

C. Arrius

C. Pilloni

C. Deschino C. Mura

C. Deschino

Magazzeno

A R E N A D E P O R T I X E

Fabbr.to Rimboschimento

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62.60 58.45

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11.40

21.90

61.30

33.40

33.45

126.50 71.70

112.95 0.85

3.90

6.25 3.00

4.35

4.75

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6.70 0.40

14.00

18.45

8.50

28.75 38.60

25.90

67.30

11.30

8.30

12.80

5.35

5.75

7.20

.

1:10.000

LEGENDA

Depositi eolici. Sabbie di duna ben classate. OLOCENE

Riferimenti

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