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CAPITOLO 6: PUNTI DI FORZA DEL DISTRETTO DI SANTA CROCE SULL’ARNO

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CAPITOLO 6:

PUNTI DI FORZA DEL DISTRETTO DI SANTA CROCE

SULL’ARNO

6.1. IL DISTRETTO INDUSTRIALE DI SANTA CROCE SULL’ARNO

Il distretto industriale di Santa Croce sull’Arno, situato nella Toscana centrale, si estende in un raggio di 10 km, e conta circa 90.000 abitanti.. Comprende i comuni di Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d’Arno, Bientina, Santa Maria a Monte e San Miniato, nella provincia di Pisa, e Fucecchio, nella provincia di Firenze. Il distretto presenta tre specifici settori produttivi: la concia di cuoio e pelle, la pelletteria ed il calzaturiero. Nel comprensorio si realizza circa il 98 % della produzione del nostro paese di “Vero cuoio italiano” da suola, ed il 70 % di quello dei Paesi dell’Unione Europea, nonché il 35 % della produzione nazionale di pelli per calzature, pelletteria abbigliamento. I principali prodotti del distretto sono la pelle e cuoio da suola per calzature, la pelletteria, l’abbigliamento, arredamento e altre produzioni. La leadership di questo comparto è riassunta nella capacità produttiva, nella portata dell’export, ma anche nei risultati in campo ambientale, poiché il 98 % del carico inquinante totale prodotto dalle aziende presenti sul territorio viene depurato. A livello territoriale le attività produttive legate al cuoio caratterizzano in modo netto i comuni di Santa Croce e San Miniato, le calzature rappresentano la peculiarità produttiva di Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte, Montopoli e Bientina. Il comune di Fucecchio ha invece una forte specializzazione nelle pelletterie di qualità.

6.2. DESCRIZIONE DEL DISTRETTO

Il distretto conciario di Santa Croce rappresenta una delle principali realtà nel campo della lavorazione conciaria a livello italiano ed internazionale, si presenta come un vero e proprio sistema di aziende integrate sia verticalmente che orizzontalmente. Le prime attività conciarie risalgono alla metà dell’800. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale si assiste all’espansione di questa attività, creando politiche di sviluppo fra amministrazioni pubbliche locali e imprese attraverso le associazione, che istituzionalmente le rappresentano. Il modello produttivo si caratterizza per una struttura

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estremamente frammentata di piccole e medie imprese, integrate con attività conto terzi specializzate in alcune fasi di lavorazione quali la produzione di tacchi, suole, tomaie ecc. Nel distretto sono presenti circa 800 aziende, con 10.000 addetti ed una dimensione media di circa 12 addetti. A complemento del distretto nel corso degli anni si sono affiancate attività direttamente o indirettamente collegate quali prodotti chimici, macchine per conceria, servizi, manifatture dell’abbigliamento, della pelletteria e delle calzature, dando origine ad un’importante fetta di occupazione, alcune di queste attività, infatti, rappresentano realtà importanti nel contesto nazionale, seppure all’interno di nicchie di mercato (il settore macchine per conceria presente nel distretto rappresenta il 30 % della produzione nazionale).

L’intera economia dell’area, con i suoi 90.000 abitanti, si regge sul settore e sulle attività direttamente o indirettamente collegate.

TAVOLA 1: I PRINCIPALI DATI DEL DISTRETTO (valori assoluti e percentuali 2007)

Concerie 400

Lavorazioni c.to terzi e altre aziende del settore 400

Numero di addetti 10.000

Movimentazione merci in ingresso e in uscita 250- 300 Tir/giorno Fatturato conciario complessivo del distretto 2.065.828.000 €

Incidenza delle esportazioni sul fatturato 40 %

Fonte: Associazione Conciatori- Consorzio Conciatori di Ponte a Egola

Relativamente ai flussi commerciali il 75 % delle materie prime, pelli grezze o semilavorate, provengono dal macello europeo e dall’Est- Europa, il 15 % da quello nazionale e il 10 % da altri mercati soprattutto dell’America del Nord e America Latina. Le esportazioni rappresentano circa il 40 % del fatturato e sono indirizzate prevalentemente al mercato europeo (50%), a quello asiatico e nord americano.

6.3. LA QUALITÀ DEL MADE IN ITALY

Recentemente sia le concerie che le imprese calzaturiere hanno adeguato la propria competitività con l’introduzione di innovazioni di processo, consentendo una forte presenza del Distretto sui mercati esteri, verso cui è convogliata una consistente quota delle produzioni locali. Tutte le parti sociali e le istituzioni condividono la presenza di un elevato grado di professionalità delle forze lavorative ed imprenditoriali della Provincia di Pisa attive nei settori conciario- calzaturiero. La qualità delle lavorazioni

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del distretto in entrambi gli ambiti è riconosciuta a livello internazionale, come reso evidente dalla netta preferenza accordata da parte delle più importanti “firme” del “Made in Italy” ai prodotti del distretto ogni qual volta si perseguano obiettivi di qualità e unicità di risultato. L’interesse sempre maggiore che le grandi griffes della moda manifestano sulle lavorazioni nel distretto, con l’impiego diretto di propri capitali nelle aziende del territorio è sintomatico delle potenzialità delle produzioni di quest’area. La ricerca di una qualificazione sempre maggiore del personale impiegato, da parte delle imprese di settore, è sintomo della volontà di mantenere elevato il livello delle produzioni, anche in un clima di grande concorrenza dei competitors internazionali. In alcuni ambiti, poi, il grado di qualificazione delle forze professionali e progettuali del territorio provinciale si manifesta attraverso la richiesta dall’esterno di esportazione di skills specifici, che nel territorio distrettuale si sono consolidati con un’efficace ed efficienza rilevante. Si pensi al know how ambientale, relativo alle attività di depurazione, stoccaggio e riciclaggio dei materiali di scarto delle lavorazioni conciario- calzaturiere.

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TAVOLA 3: LA NAZIONE 19 SETTEMBRE 1997

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TAVOLA 5: IL TIRRENO 8 LUGLIO 1999

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TAVOLA 8: IL TIRRENO 8 LUGLIO 1999

6.4. LA GOVERNANCE DI DISTRETTO

Altra caratteristica vincente di questa zona è la distrettualità. Un concetto che si traduce nella gestione centralizzata di ogni tema del distretto: dall’organizzazione delle fiere alle iniziative promozionali e soprattutto la salvaguardia dell’impatto ambientale della produzione industriale. Il distretto, istituito nel 1995 ha, ha trovato nuovi stimoli e modalità di governance del sistema socio- economico territoriale. Intorno a progetti comuni, le diverse forze sociali ed economiche si sono riunite per dotare il distretto, ad esempio di un’area industriale, che diventasse area a servizio di tutto il sistema calzaturiero. Sempre con lo stesso intento collaborativo è stato istituito il Polo

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Tecnologico Conciario (PO.TE.CO.), che si occupa della ricerca e sviluppo di nuove tecnologie a servizio di tutto il comparto.

Questo sistema di governante cooperativa si è dimostrato decisamente premiante ed ha portato al riconoscimento di una valenza di integrazione anche da parte della Regione e dell’Unione Europea, che ha deliberato il cofinanziamento di molti progetti di distretto.

6.5. LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO

Il distretto, quindi, ha saputo diventare uno dei primi distretti al mondo nel campo della produzione e commercializzazione del pellame, del cuoio e della calzatura di qualità. L’oggetto moda prodotto ha già un suo riconoscimento di valore a livello internazionale, ma oggi la sfida è un’altra. Consci dell’impossibilità di vincere in termini di competitività attraverso l’agire sui costi di produzione e del lavoro, le forze locali, hanno deciso di rilanciare, non solo in termini di nuovi investimenti in innovazione e qualità, ma anche in termini di messaggio comunicazionale portato dai propri prodotti.

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TAVOLA 10: IL TIRRENO 25 OTTOBRE 1998

6.6. IL SEGRETO DEL SUCCESSO

La grande capacità produttiva delle aziende sta alla base del successo commerciale, la bravura degli imprenditori nel saper cogliere le opportunità del mercato e il sapersi adattare ai cambiamenti che la società impone hanno permesso di ottenere risultati eccezionali per un’area che conta aziende la cui dimensione media si aggira intorno ai dodici addetti per impresa. Le concerie hanno saputo trasformarsi da semplici aziende artigianali, in complesse industrie creative, in cui lavorano: personale specializzato, stilisti, maestri della chimica e addetti alle vendite con un’alta esperienza in materia. Gli elevati standard tecnologici delle imprese del settore hanno permesso di ampliare notevolmente sia la qualità che la gamma di prodotti offerti. Nel distretto si lavora qualsiasi tipo di materia prima proveniente da: bovini, ovini, rettili, struzzi, ed in pratica qualsiasi tipo di pellame. Dal distretto escono le tendenze che caratterizzano la pelle per la moda e che influenzano le scelte delle più grandi aziende del fashion mondiale. In questa realtà nascono idee creative e pelli che ritroviamo nelle più prestigiose boutique del mondo. La cura e la qualità che le singole imprese ricercano nella loro produzione comporta la verifica di ogni pelle con l’ausilio delle più moderne tecnologie produttive.

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Ma la base del successo sta nell’attenzione maniacale ad ogni singolo particolare. La struttura stessa del distretto ha saputo sviluppare al suo interno un’elasticità produttiva che gli ha consentito di sostenere forti accelerazioni e di assecondare le richieste dei mercati e delle mode, grazie ad un’altissima specializzazione ed una straordinaria capacità di integrazione delle singole unità produttive. Infatti il modello produttivo si caratterizza per una struttura frammentata di piccole e medie imprese, integrata da attività conto terzi specializzate in alcune fasi della lavorazione. Accanto al settore conciario si è sviluppato un importante tessuto di aziende di meccanica, impiantistica, logistica/ trasporti e più in generale di servizi alle imprese. Tali attività sono nate e cresciute insieme ai comparti conciario, calzaturiero e pellettiero, ed insieme rappresentano il segreto del successo del distretto: una filiera produttiva. Oggi è il distretto stesso ad anticipare le tendenze moda, coniugando esperienza secolare, ricerca, estro e creatività. Sono oltre 70 i paesi verso i quali sono rivolte fette significative della produzione conciaria, ai primi posti, oltre agli USA, ci sono la Cina e Hong Kong e poi paesi come la Romania e la Polonia, oltre agli storici paesi europei e al mercato nazionale. La quasi totalità della pelle prodotta è destinata al settore moda.

TABELLA 11: Numeri indicativi della potenzialità del settore pelli e cuoio del distretto

6.7. INDOTTO DISTRETTO CUOIO

Una delle specificità del distretto industriale di Santa Croce sull’Arno è il radicamento e la presenza di settori produttivi, tradizionali e non, sia nell’ambito dei confini territoriali del Distretto vero e proprio che nei suoi immediati dintorni. Come detto all’interno del distretto si trovano tutte quelle attività che direttamente o indirettamente sono coinvolte

Concerie 400 Aziende conto terzi 400 Addetti 10.000 Fatturato 2 miliardi di Euro

Produzione complessiva annua

65 milioni di mq di pellame 35 % della produzione nazionale 53 milioni di Kg di cuoio da suola

98% della produzione nazionale 40% export/ 60% mercato nazionale

10%5% 70% 15% Abbiglimento Arredamento Calzature Pelletteria

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nella filiera produttiva, sia in posizione di complementarietà verticale alla composizione della stessa filiera, sia di complementarietà orizzontale. Essa coinvolge tutte le attività tradizionali come meccanica, edilizia, trasporti e logistica ed anche innovative come la ricerca, l’informatica, le nuove tecnologie applicate ai processi produttivi e ai prodotti. In particolare ha assunto un’importanza crescente il sempre più solido comparto di Information & Communication Technology, che presenta, in provincia di Pisa dati di concentrazione e innovatività ai vertici delle statistiche nazionali e che ovviamente rappresenta già oggi un fattore competitivo di notevole impatto e per il futuro costituisce un’ulteriore garanzia di tutela della competitività distrettuale.

Ulteriore fattore di decisivo impatto sulla vita economica del distretto è la presenza di una radicata e multiforme rete di istituti bancari. Nel distretto industriale di Santa Croce sull’Arno sono presenti tutte le maggiori banche nazionali, un fitto reticolo di istituti locali e sono in costante crescita gli sportelli di gruppi europei ed internazionali. Tutti insieme, con varietà di ruoli e di tempi , stanno li a confermare la forza economica del distretto e la sua autentica vocazione che ne determina poi i successi: forte legame con i valori, con la sapienza e la tradizione locale, unita ad un’altrettanto energica spinta verso i mercati internazionali e la competizione globale. In questa chiave di lettura, tutto l’indotto dell’area distrettuale, è costituito da aziende che formano una sorta di rete elastica inevitabilmente legata anche ad altri settori ed altre filiere produttive. Tale rete trova un suo forte radicamento all’interno dei confini del distretto industriale di Santa Croce ma presenta importanti estensioni anche nelle aree limitrofe. Nella parola indotto sono compresi tutti i servizi diretti e indiretti che fanno poi funzionare il distretto industriale. Sono da considerarsi nell’indotto: edilizia, impiantistica, ideazione, realizzazione e manutenzione di macchinari, componenti tecnici e meccanici, ristoranti, mense, trasporti di persone, trasporti pesanti ed ogni altra possibile attività che si possa immaginare nel conteso di un’area industriale.

Di assoluto rilievo per la funzionalità e il successo del distretto sono anche tutte quelle funzioni del settore terziario di maggiore contenuto tecnologico come l’informatica, l’elettronica, la meccatronica, la robotica oltre che la comunicazione, il marketing, i servizi di progettazione, di studio, la grafica, l’editoria e la consulenza. Si tratta di attività e di figure professionali che nascono dalle esigenze espresse dalle aziende del distretto e che sono reperite e formate grazie soprattutto alla presenza di importanti centri di formazione superiore, come le università di Pisa, i centri di ricerca pubblici e privati. Le attività dell’indotto, intese come servizi, sono quelle attività che in generale

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prestano offerte commerciali e tecniche di sopporto logistico e consulenzale alla vocazione principale dell’area industriale. A titolo solo esemplificativo, nell’area del cuoio insistono aziende che si occupano di edilizia, di impiantistica, di trasporto, aziende metalmeccaniche e aziende del terziario avanzato, come robotica, meccatronica, ICT.

I settori produttivi che ruotano intorno al comparto dell’edilizia rappresentano una delle componenti economiche principali dell’economia del distretto, sia in termini di occupazione che di imprenditorialità. Particolarmente competenti risultano gli innumerevoli studi tecnici che si occupano delle fasi di progettazione e direzione lavori presenti sull’intero territorio del distretto.

Il processo di globalizzazione, in cui le relazioni economiche, politiche, e sociali si estendono in un ambito geografico sempre più vasto, ha modificato l’intera catena di fornitura (supply chain), che è stata riorganizzata passando da una configurazione “locale” ad una “globale”.

La logistica e quindi tutte le problematiche di movimentazione e di approvvigionamento merci, materia prime, semilavorati e prodotti si è particolarmente sviluppata nell’area distrettuale e si configura ormai come uno strumento caratterizzato da una notevole flessibilità in grado di governare il flusso dei materiali per far arrivare il prodotto giusto, nella quantità giusta, al costo giusto, nel luogo giusto e al cliente giusto. La forte presenza di aziende di trasporto nell’area rende questo mercato di servizi logistici e di trasporto particolarmente professionale, trasparente e competitivo. La corretta gestione della catena logistica, pertanto, rappresenta in questo distretto, uno dei momenti di maggior importanza e rilevanza. Da segnalare anche che la realizzazione di una nuova piattaforma logistica che integra le esigenze di intermodalità fra treno e gomma, segnala l’avvicinarsi di ulteriori progressi nel conseguimento di un livello di efficienza ottimale per il sistema locale. Sono presenti sul territorio aziende di trasporti nazionali ed internazionali e centri doganali, specializzate nel trasporto di pellami grezzi, lavorati e prodotti finiti nel pieno rispetto di normative igienico-sanitarie.

Gli elevati livelli di investimento che hanno caratterizzato l’evoluzione dei processi produttivi del distretto si Santa Croce sull’Arno hanno favorito anche il consolidamento del tessuto locale e provinciale di imprese metal meccaniche impegnate nella realizzazione di macchine utensili e di componentistica e ricambi per gli stessi impianti. Molte di queste aziende hanno sviluppato anche una forte propensione all’export affermandosi sui mercati internazionali.

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Le specificità del territorio del Valdarno inferiore permette di poter operare per mettere in rete le molteplici risorse presenti, accrescendo cosi la qualità complessiva dell’offerta di accoglienza. In particolare sono presenti innumerevoli ristoranti e trattorie che hanno sviluppato un’integrazione tra produzioni agroalimentari tipiche del territorio per valorizzare tradizione e cultura toscana.

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TAVOLA 13: IL TIRRENO 1 FEBBRAIO 2002

6.8. IL POLO TECNOLOGICO CONCIARIO (PO.TE.CO.)

Il PO.TE.CO. è una società consortile a responsabilità limitata senza scopo di lucro che opera dal 2002 del Distretto di Santa Croce. È una società mista pubblico-privata e vi partecipano l’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno, il Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, il Comune di Santa Croce sull’Arno, il Comune di San Miniato, il Comune di Montopoli Valdarno, il Comune di Castefranco di Sotto, il Comune di Fucecchio e la Provincia di Pisa. È il centro Distrettuale per la Ricerca e la Formazione e fornisce assistenza e servizi alle aziende del distretto. Nella sua struttura il Polo Tecnologico Conciario, dispone di: una conceria sperimentale, dotata delle principali apparecchiature per la sperimentazione su scala di laboratorio sia per quanto riguarda il reparto umido (bottalini in acciaio e polipropilene, giragiare) che per la rifinizione delle pelli (macchina per spruzzatura manuale); un laboratorio per l’analisi fisico meccanica del prodotto finito, dotato dei principali macchinari per la valutazione merceologica dei pellami (dinamometro per le prove di resistenza allo strappo e alla

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trazione della pelle, lastrometro per le prove di elasticità del fiore, plessimetro, per la simulazione della piegatura della pelle, resistenza allo strofinio a secco e ad umido, prove di resistenza dinamica all’acqua, test di abrasione per cuoio e suola); un attrezzato laboratorio per analisi chimiche su pellami e su prodotti chimici; una biblioteca specializzata sul Settore Conciario, uffici ed aule per la didattica. È una struttura certificata ISO 9001:2000 per l’attività di produzione ed erogazione di attività di formazione professionale e non formale, ed uno strumento al servizio di tutto il distretto industriale conciario toscano, dalla conceria a tutte le aziende dell’indotto.

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TAVOLA 14: IL TIRRENO 6 SETTEMBRE 2002

6.9. LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

Un processo di forte industrializzazione, come quello avvenuto nell’area del Distretto nel dopoguerra, ha comportato, in analogia a qualsiasi processo di questo genere, un forte impatto ambientale. L’attività della concia della pelle è contraddistinta da una serie di impatti ambientali:

− Una forte idroesigenza;

− La conseguente produzione di grandi quantitativi di acque reflue inquinate; − Lo sviluppo di sostanze maleodoranti;

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− Un rapporto tra prodotto finito e materia prima altamente sbilanciato da cui derivano una serie di sottoprodotti secondari di scarto.

Per far fronte alla domanda di disinquinamento delle acque si realizzarono, negli anni settanta, quattro centri per la depurazione delle acque. La scelta vincente operata nel distretto del cuoio fu quella di realizzare strutture centralizzate di depurazione, quali impianti a servizio di aree industriali. Questa soluzione, diversamente dall’esasperazione dei trattamenti a piè di fabbrica, ha consentito una serie di vantaggi in relazione: alla continuità ed affidabilità di esercizio, alla possibilità di impiegare tecnologie di tipo avanzato insostenibili dai singoli insediamenti, alla sensibile riduzione dei costi unitari di trattamento, alla migliore trattabilità dello scarico complessivo, alle maggiori garanzie di controllo e minor impatto ambientale globale. L’adeguamento degli impianti, dal punto di vista idraulico, gestionale ed ambientale, è continuato fino ai nostri giorni e, negli ultimi anni, si sono incentrate maggiormente nella ricerca di soluzioni per il riutilizzo dei fanghi prodotti dalla depurazione, evitando lo smaltimento in discarica. Per questo motivo è stato realizzato un impianto innovativo denominato Ecoespanso, che provvede al trattamento dei fanghi da depurazione per ottenere non più un rifiuto, bensì un prodotto da commercializzare. I fanghi, opportunamente disidratati mediante centrifughe, vengono sottoposti ad un particolare trattamento termico (essiccamento, pirolisi e sinterizzazione) dal quale si ottiene un granulato inerte. Successivamente il granulato, miscelato con materiali silico- calcarei, viene trasformato in un prodotto denominato Plastofill, che viene utilizzato come additivo nell’industria dei calcestruzzi e conglomerati bituminosi. Diversamente, presso l’impianto Cuoiodepur si sono attivate tre linee di essiccazione che permettono la miscelazione dei fanghi prodotti dal depuratore con sottoprodotti della lavorazione conciaria ai fini dell’ottenimento di fertilizzanti con caratteristiche di concimi organo- azotati.

Il recupero dei sottoprodotti derivati dalla produzione conciaria è completato da due ulteriori impianti consortili: il Consorzio SGS ed il Consorzio Recupero Cromo (CRC). Il consorzio SGS è una società privata senza scopo di lucro a cui aderiscono 230 concerie produttrici di carniccio. Svolge l’importante funzione di ritirare e trattare questo sottoprodotto (80.000 tonnellate/anno), estraendone grassi e proteine che provvede a commercializzare. Questo consorzio ha anche ottenuto, per la linea dei prodotti fertilizzanti, la certificazione dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB). Il processo industriale che origina i prodotti è totalmente

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automatizzato e tecnologicamente all’avanguardia. Il Consorzio è inoltre impegnato in programmi di ricerca nel campo della nutrizione della piante e della fertilità dei terreni. In particolare, la Divisione Agricoltura dell’azienda, oltre a garantire la qualità dei fertilizzanti prodotti, è in grado di fornire assistenza tecnica agronomica e di eseguire analisi dei terreni nel proprio laboratorio.

Il Consorzio Recupero Cromo è una società privata senza scopo di lucro, a cui aderiscono 240 aziende conciarie di tutto il Distretto. Le concerie conferiscono all’impianto consortile, tramite autocisterne, i bagni esausti della fase della concia al cromo trivalente, ai fini dell’estrazione del cromo dagli stessi. Il cromo, così recuperato viene restituito ai con feritori, i quali lo riutilizzano direttamente nel processo di concia. Questo consorzio svolge una funzione dalla duplice valenza: economica, per il recupero di un prodotto importante e strategico come il cromo; ecologica, per l’eliminazione di questo metallo dai fanghi di resulta della depurazione.

Lo scopo principale di questi impianti è la minimizzazione degli impatti ambientali. Gli impianti di depurazione delle acque reflue industriali, insieme agli altri impianti consortili, garantiscono alle aree produttive ad essi collegate, una posizione di assoluta eccellenza in termini di sostenibilità della produzione industriale e di rispetto dell’ambiente.

PELLAME GREZZO Soluzioni esauste di

cromo

Cromo rigenerato

“carniccio” PRODOTTO FINITO

fertilizzanti

Acque reflue industriali

Scarico nel corpo idrico ricettore

Concimi per agricoltura Fanghi ispessiti Acque di ritorno dalla centrifugazione Produzione calcestruzzi e conglomerati bituminosi

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TAVOLA 16: LA NAZIONE 27 GENNAIO 2001

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TAVOLA 18: IL TIRRENO 21 MARZO 2002

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TAVOLA 20: IL TIRRENO 26 GENNAIO 2002

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Figura

TABELLA 11: Numeri indicativi della potenzialità del settore pelli e cuoio del distretto

Riferimenti

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