• Non ci sono risultati.

1. IL DISTRETTO CONCIARIO DI SANTA CROCE SULL’ARNO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "1. IL DISTRETTO CONCIARIO DI SANTA CROCE SULL’ARNO"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

1. IL DISTRETTO CONCIARIO DI SANTA CROCE SULL’ARNO

1.1 IL DISTRETTO, IL CONTESTO TERRITORIALE E MACRO - ECONOMICO.

Il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno è, con Arzignano, il principale polo produttivo italiano ed europeo di cuoio ed è un riferimento mondiale nella produzione di pellame di alta qualità per pelletteria, calzatura, abbigliamento e arredamento, conciato al cromo e al vegetale.

Si estende sulla piana del Valdarno inferiore su un’area di 330,44 kmq con una popolazione residente di circa 93.600 abitanti e comprende i comuni di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli Val d'Arno, San Miniato, Santa Croce sull’Arno e Santa Maria a Monte.

Figura 1 Distretto Conciario di Santa Croce sull'Arno

Nel comprensorio si realizza circa il 98% della produzione del nostro Paese di “Vero Cuoio Italiano” da suola, il 70% della produzione europea del vero cuoio e il 35% della produzione italiana di pelli per calzatura, pelletteria e abbigliamento1.

L’anima è fondata su un’arte antica a cui si è aggiunto il concetto di sviluppo sostenibile, investendo idee ed energie nella salvaguardia dell’ambiente e nella crescita economica dell’area. La leadership di questo comparto è riassunta nella capacità produttiva, nella

1

(2)

portata dell’export (il 40% del fatturato complessivo della concia deriva dalla vendita degli articoli in paesi stranieri e il dato sale ancora se si va nella produzione calzaturiera il cui 60% circa è venduto all’estero), ma anche nei risultati nel campo ambientale (più del 98% del carico inquinante totale prodotto dalle aziende presenti sul territorio viene depurato). A livello territoriale le attività produttive legate al cuoio caratterizzano in modo netto i comuni di Santa Croce e San Miniato. Le calzature rappresentano invece la peculiarità produttiva di Castelfranco di Sotto, Santa Maria a Monte, Montopoli Val d’Arno. Il comune di Fucecchio ha invece una caratterizzazione produttiva più equilibrata e una forte specializzazione nella pelletteria di qualità.

Il Distretto si presenta come un vero e proprio sistema di aziende integrate sia verticalmente, sia orizzontalmente.

L’Arte della pelle in Toscana è una tradizione secolare che risale al Medioevo. Le prime attività risalgono ai primi del 1800. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale si assiste all’espansione dell’attività conciaria che va a collocarsi nel tessuto urbano esistente. Il processo di delocalizzazione degli insediamenti produttivi dai centri abitati alle zone industriali inizia nel 1970, quando nasce un percorso di industrializzazione caratterizzato dalla concentrazione delle politiche di sviluppo fra le amministrazioni pubbliche locali e le imprese, attraverso le proprie associazioni, che istituzionalmente le rappresentano. È in quel momento che la distrettualità comincia a prendere corpo, facendo nascere uno spirito unitario negli imprenditori nell’affrontare i temi più importanti della loro attività. Il distretto, infatti, istituito formalmente da un atto normativo regionale nel 1995, ha sin dal primo momento trovato nella forza imprenditoriale il suo momento aggregativo, al quale, più di recente, si è aggiunta un’ulteriore spinta allo sviluppo per opera del suo organo di gestione: il Comitato d’Area, composto da tutte le istituzioni pubbliche di riferimento, dalle associazioni di categoria, dalla rappresentanza sindacale, dai consorzi d’imprese settoriali, sotto la Presidenza dell’Assessore Provinciale allo Sviluppo Economico. Il Comitato d’Area, sulla scia del clima di collaborazione che si era creato attorno al Tavolo Provinciale della Moda, istituito dalla Provincia nel 2003, e rafforzato dalla condivisione delle strategie individuate nel Patto per il Rilascio del Conciario e del Calzaturiero sottoscritto dal Tavolo Provinciale il 12.11.2004, ha trovato nuovi stimoli e nuove modalità di governante del sistema socio-economico territoriale.

Il distretto è un territorio che vive di pelle conciata e che ha saputo diventare, nel corso degli anni, tra i primi distretti al mondo nel campo della produzione e della

(3)

commercializzazione del pellame e del cuoio, tutto grazie ad una filosofia praticamente unica al mondo: la distrettualità.

Sul territorio provinciale pisano risultano registrate alla CCIAA più di 1.400 imprese rientranti nei settori cosiddetti moda. Il dato caratteristico del territorio, peraltro, è che circa il 70% delle aziende registrate alla CCIAA in questi settori è iscritta alla sezione artigiani. Osservando i dati riguardanti le dimensioni per numero di addetti delle unità locali del settore, in media circa 12 addetti, risulta evidente la netta predominanza della piccola impresa, se non della microimpresa. Questo ultimo dato caratterizza il distretto per una struttura estremamente frammentata di piccole e medie imprese, integrate con attività in conto terzi o specializzate in alcune fasi di lavorazione quali la produzione di tacchi, suole, tomaie. A completamento del Distretto, nel corso degli anni, si sono affiancate attività direttamente o indirette collegate, quali prodotti chimici, macchine per conceria, servizi, manifatture dell’abbigliamento, della pelletteria e delle calzature che, in alcuni casi, rappresentano realtà importanti nel contesto nazionale, seppure all’interno di nicchie di mercato.

Le concerie hanno saputo trasformarsi da semplici aziende artigianali in complesse industrie creative, in cui lavorano personale specializzato, stilisti, maestri della chimica e addetti alle vendite con alta esperienza in materia, derivata da anni passati a viaggiare per i più importanti paesi del mondo. Gli elevati standard tecnologici delle imprese del settore hanno permesso di ampliare notevolmente sia la qualità che la gamma dei prodotti offerti.

Nel distretto si lavora qualsiasi tipo di materia prima proveniente da bovini, ovini, rettili, struzzo e in pratica qualsiasi altro tipo di pellame. Dal distretto escono tendenze che caratterizzano la pelle per la moda e che influenzano le scelte delle più grandi aziende della fashion mondiale. La ricerca dei contenuti moda e le continue prove tecniche sui materiali rendono il territorio una vera e propria fucina di idee, con continue scoperte e frequenti invenzioni in campo stilistico. La cura e la qualità ricercata comportano la verifica maniacale di ogni pelle lavorata, ma anche del singolo particolare. La struttura stessa del distretto ha saputo sviluppare al suo interno un’elasticità produttiva che gli ha permesso di sostenere le richieste continue dei mercati e della moda. Infatti il modello produttivo si caratterizza per una struttura fortemente frammentata, piccole e medie imprese integrate con le attività conto terzi specializzate nelle lavorazioni meccaniche.

Quello del cuoio è un distretto che da’ lavoro a circa diecimila addetti occupati nelle oltre 800 aziende (di cui 400 concerie e oltre 400 aziende per conto terzi) che costituiscono la rete produttiva di questo sistema, con un fatturato annuo stimato in più di 2 miliardi di euro. Sono oltre settanta i paesi verso i quali sono rivolte fette significative della

(4)

produzione conciaria, tra cui USA, Cina, Hong Kong e gli storici paesi europei, ultimamente si sono aggiunti anche paesi come Romania e Polonia.

Come già detto, una delle specificità del distretto industriale di Santa Croce sull’Arno è il radicamento e la presenza di settori produttivi tradizionali e non, sia all’interno dei confini distrettuali sia nei suoi immediati dintorni. Quindi il distretto si presenta come un insieme di attività direttamente e indirettamente coinvolte nella filiera produttiva, sia in posizione di complementarietà verticale, sia orizzontale. Infatti, il distretto richiede tutte le attività tradizionali come meccanica, edilizia, trasporti, logistica e anche innovative come ricerca, informatica e tutte le nuove realtà applicate all’innovazione dei processi produttivi e agli stessi prodotti. Negli anni ha assunto un’importanza crescente il comparto dell’Information

Communication Technology, che presenta in provincia di Pisa dati di concentrazione e di

innovazione ai vertici delle statistiche nazionali e che ovviamente rappresenta già oggi un fattore competitivo di notevole impatto, e per il futuro costituisce un’ulteriore garanzia di tenuta della competitività distrettuale.

Ulteriore fattore di deciso impatto sulla vita economica del distretto è la massiccia presenza di una rete di istituti bancari. Nel distretto industriale di Santa Croce sull’Arno sono presenti tutte le maggiori banche nazionali, un fitto reticolo di istituti di credito locali e sono in costante aumento gli sportelli dei gruppi europei e internazionali.

Quindi, con un forte legame alla tradizione locale, unita ad altrettanta energica spinta verso i mercati internazionali e la competitività globale, tutto l’Indotto dell’area distrettuale è costituito da aziende che formano una sorta di rete elastica inevitabilmente legata anche ad altri settori ed altre filiere produttive. Tale rete trova un suo forte radicamento all’interno dei confini del distretto ma presenta importanti estensioni anche nelle aree limitrofe sia verso il capoluogo provinciale, passando per Pontedera, che verso l’area fiorentina. Quindi, nella parola “Indotto” sono compresi tutti i servizi diretti e indiretti che fanno funzionare il distretto e non solo: edilizia, impiantistica, realizzazione e manutenzione di macchinari e di componenti tecnici e meccanici, ristoranti, mense, trasporti di persone, trasporti pesanti ed ogni altra attività possibile che si possa immaginare nel contesto di un’area industriale. Fondamentali, specialmente oggi, sono le attività del settore terziario di maggiore contenuto tecnologico come informatica, elettronica, robotica, oltre che comunicazione, marketing, servizi di progettazione, di studio, di grafica, di consulenza. Si tratta di attività e figure professionali che nascono dalle esigenze espresse dal mercato e che sono reperite e formate grazie soprattutto alla presenza di importanti centri di formazione superiore come le Università, i centri di ricerca pubblici e privati presenti nel territorio.

(5)

1.2 LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Il distretto si caratterizza per un forte sviluppo del modello organizzativo fondato su soluzioni di tipo associativo. La partecipazione integrata degli attori economici e istituzionali è una condizione favorevole per affrontare e risolvere le difficoltà dello sviluppo locale. Il forte senso di appartenenza e d’identità e i valori comuni entrano nelle istituzioni associative determinandone una notevole capacità di coordinamento attorno ad obiettivi comuni.

Associazioni Conciatori di Santa Croce sull’Arno e Consorzio Conciatori di Ponte a Egola

rappresentano quindi il braccio politico e logistico delle aziende conciarie e svolgono l’importante ruolo di accompagnamento allo sviluppo industriale del distretto.

L'Associazione Conciatori, società senza scopo di lucro, nasce a Santa Croce sull'Arno nel 1976, come sodalizio di categoria delle aziende conciarie. Attualmente sono associate circa 260 concerie specializzate in particolare nella concia al cromo, nella concia al vegetale e nella produzione del cuoio da suola.

Al Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, nato nel 1967, aderiscono circa 100 concerie del Comune di San Miniato, che producono prevalentemente cuoio da suola e pellami conciati al vegetale.

Oltre alle associazioni per i conciatori, nel distretto è presente l’A.S.S.A. Associazione

Lavorazione Conto Terzi, che raggruppa oltre 200 terzisti e rappresenta oggi un punto di

riferimento sia per gli associati, sia per tutti gli stakeholders del distretto.

Le Associazioni rappresentano i propri associati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, di enti e organizzazioni economiche. Tra i principali temi affrontati dalle Associazioni, si ricordano:

• Le grandi questioni ambientali, la costruzione e la gestione degli impianti centralizzati di depurazione, degli impianti di recupero dei sottoprodotti e la realizzazione di moderne aree industriali.

• Attività di promozione attraverso l’organizzazione di manifestazioni fieristiche, missioni economiche e ricerche di mercato, anche in collaborazione con gli enti a ciò istituzionalmente preposti.

• Puntuale informazione su tutto ciò che è oggetto di leggi, che in qualche modo influiscono nelle attività delle imprese.

• Impegno particolare nel problema della sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, che ha portato alla nascita nel 1997 del “Gruppo tecnico sicurezza macchine per

(6)

conceria”, di cui fanno parte l’AUSL, le OO SS, le associazioni conciarie stesse e le associazioni costruttori di macchine, con lo scopo di sviluppare e diffondere linee di buona tecnica per la gestione di varie macchine o specifiche fasi della lavorazione conciaria.

• Assistenza alle aziende associate in materia di agevolazioni finanziarie, ricerca, formazione professionale, contrattualistica, assicurativa, assistenza nell’acquisto di energia elettrica e gas metano, certificazione ambientale, di qualità e di prodotto.

Il territorio esprime inoltre due importanti consorzi di promozione, Vero Cuoio Italiano e

Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale, che agiscono con iniziative a livello

internazionale per far conoscere le qualità dei prodotti della concia al vegetale. Per partecipare a questi consorzi, il primo specializzato nel cuoio da suola e il secondo nella pelle al vegetale per pelletteria, gli imprenditori sottoscrivono una vera e propria “carta dei lavori”. Il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale ha creato, inoltre, un nuovo marchio di qualità a garanzia dei pellami prodotti dalle concerie associate: Pelle Conciata

al Vegetale in Toscana. Il marchio viene promosso tramite un certificato di garanzia che si

propone in una nuova veste grafica corredata di sistemi anticontraffazione e di una numerazione progressiva e registrata che permette la rintracciabilità sia della conceria fornitrice del pellame che del produttore del manufatto. Il marchio, di proprietà del Consorzio, può essere utilizzato solo dalle concerie associate che rispettino il regolamento interno e gli standard tecnici di produzione fissati dal Consorzio stesso e può essere concesso in uso solo a quei clienti che acquistino il pellame dalle concerie associate2.

Il rispetto dell’ambiente, riducendo al minimo l’impatto ambientale sul territorio e conciliando le esigenze produttive dei singoli imprenditori, è l’obiettivo prioritario affrontato su base consorziale. Con un’azione unitaria, attraverso programmi concordati, è stato possibile sostenere investimenti che rendono il distretto industriale all’avanguardia in campo ambientale. La filosofia distrettuale ha suggerito di creare apposite soluzioni per ogni tipo di problematica proposta dalla produzione conciaria: per questa ragione all’interno del territorio esistono tre depuratori centralizzati che ricevono ogni giorno i liquami di tutte le concerie, trattandoli come se fosse un unico scarico, oltre a due società consortili senza scopo di lucro addette al recupero e allo smaltimento dei cosiddetti “sottoprodotti” dell’industria conciaria. La creazione di questa rete di aziende specializzate

(7)

nel disinquinamento è la massima espressione dei risultati ottenuti dalla concertazione tra istituzioni pubbliche, imprenditoria e le loro associazioni.

Relativamente alla Tutela Ambientale, le vaste e complesse iniziative sono state di volta in volta affidate ai seguenti organismi:

Consorzio Aquarno, impianto centralizzato di depurazione con sede a Santa Croce sull’Arno a servizio dei comuni di Santa Croce, Castelfranco e Fucecchio

Consorzio Conciatori di Fucecchio, impianto centralizzato di depurazione a servizio delle aziende conciarie di Ponte a Cappiano (frazione del comune di Fucecchio)

Consorzio Cuoiodepur, impianto centralizzato di depurazione a servizio delle concerie di Ponte a Egola e di San Romano. Presso il depuratore è ubicato l’impianto di essicazione dei fanghi reflui della depurazione finalizzata al riutilizzo in altri cicli produttivi

Consorzio Recupero Cromo, impianto per il recupero del cromo presente nei liquami di conceria. Le concerie associate conferiscono i liquori di cromo, che viene recuperato e restituito ai conferitori che li riutilizzano direttamente nel processo di concia

Consorzio S.G.S., società senza scopo di lucro avente come obiettivo ritirare e trattare il carniccio (materia prima secondaria, sottoprodotto della pelle) estraendone i grassi e le proteine inviati alla commercializzazione

Ecoespanso srl, impianto di trattamento dei fanghi prodotti dai depuratori comprensoriali Aquarno e Ponte a Cappiano. I fanghi trattati vengono trasformati in materiale inerte.

Oltre al tema ambientale, anche la formazione, la qualificazione del personale e la ricerca di soluzioni tecniche e problematiche produttive o legate alla qualità dei prodotti sono temi che hanno creato la necessità della costituzione del Polo Tecnologico Conciario (Po.Te.Co.) che si occupa di promuovere la specializzazione del personale tecnico e di intraprendere attività di formazione professionale e di ricerca applicata. Inoltre, Po.Te.Co. ha come obiettivo quello di offrire servizi a tutte le aziende per il controllo e la verifica dei principali parametri caratterizzanti l’intero processo conciario.

1.3 LA PELLE E IL PROCESSO CONCIARIO

La pelle è il tessuto costituente il rivestimento esterno del corpo degli animali vertebrati ed è di fondamentale importanza poiché deve proteggere il corpo dell’animale stesso da agenti esterni di ogni tipo: calore, pressione, attrito, agenti patogeni. Nonostante ciò la

(8)

pelle è un tessuto morbido e traspirante, poiché permette all’animale stesso la percezione di sensazioni esterne e la secrezione delle sostanze indesiderate dal corpo. Proprio per queste sue caratteristiche e per la sua resistenza a numerosi agenti chimici e fisici, è la materia prima ideale per ottenere innumerevoli prodotti che possono essere utilizzati nei settori più vari, dall’abbigliamento alla calzatura, dalla pelletteria al duro cuoio da suola. E’ importante impedire la putrefazione della stessa pelle dopo la morte dell’animale e per fare questo occorre trattarla con sostanze particolari, chiamate appunto “concianti”, in grado di stabilizzare la struttura fibrosa interna così da renderla resistente all’idrolisi acida ed all’attacco idrolitico dei batteri. In questo modo si ha la trasformazione della pelle in un nuovo substrato chiamato “cuoio”. Il processo di concia delle pelli, conosciuto dall’uomo fin dai tempi antichi (preistoria e Antico Egitto), è stato sempre migliorato e oggi è costituito da numerose lavorazioni chimiche e meccaniche con lo scopo di ottenere da pelli grezze un prodotto finito imputrescibile e adatto per ottenere una grande varietà di articoli.

L’attività di concia, fin dai tempi più remoti, per le sue caratteristiche, non è sempre stata vista di buon occhio. E’ infatti una lavorazione che si effettua su un materiale organico facilmente degradabile, per cui è accompagnata da odori insopportabili, da bagni di lavorazione putridi e da grezzi di partenza sporchi e inguardabili. Proprio per questo a volte è stata spesso relegata all’esterno delle comunità umane, in luoghi sporchi e malsani, anche se per importanza non è inferiore a molti altri tipi di attività. Oggi la conceria, grazie all’avvento di nuovi prodotti e di nuove tecnologie, ha migliorato molto le sue caratteristiche, anche se il fatto di lavorare su materiale organico in degradazione rende inevitabile la presenza di sporco e cattivi odori.

La conceria è divisa in vari reparti, in ognuno dei quali si effettuano specifiche lavorazioni. Capita spesso che tali suddivisioni corrispondano a diverse collocazioni sul territorio, in modo da separare quelle meno edificanti da altre invece più pulite. L’intero processo comprende una fase iniziale a “umido”, dove le pelli vengono trattate in soluzioni acquose con numerosi prodotti chimici e una finale a “secco”, dove invece le pelli già conciate (cuoio) vengono lavorate con appositi macchinari e utilizzando minime quantità di acqua. Nel processo della concia delle pelli si possono distinguere quattro macro – fasi:

1. Riviera 2. Concia

3. Lavorazioni meccaniche 4. Rifinizione.

(9)

Figura 2 Processo conciario. In maiuscolo le lavorazioni conto terzi

Le fasi di riviera riguardano tutti quei trattamenti aventi la funzione di predisporre la pelle nelle condizioni opportune per ricevere le sostanze concianti. Le operazioni sono molteplici e comprendono trattamenti di tipo meccanico, chimico, fisico.

Le attività di questa fase sono:

• Rinverdimento: effettuato sulle pelli grezze, per asportare la sporcizia presente in superficie, unitamente al sale con cui le pelli sono state conservate e per riportare la pelle all’originale grado di umidità e rigonfiamento. L’operazione consiste nel lavare le pelli con molta acqua a 25° in bottale.

• Calcinazione – Depilazione: con la prima vengono modificate le fibre dermiche, in modo da prepararle a ricevere le sostanze concianti. La seconda ha lo scopo di solubilizzare l’epidermide e il pelo in modo da poterli separare facilmente dal derma3.

• Scarnatura – Spaccatura: la prima asporta lo strato sottocutaneo del derma, mediante un’apposita macchina chiamata scarnatrice. Con la spaccatura si seziona lo spessore in due parti, da una parte il fiore (la parte più pregiata) e dall’altra la crosta.

3

(10)

• Decalcinazione – Macerazione: si completa la pulizia della pelle dai resti di epidermide, peli e grassi che non siano stati ancora eliminati.

Le fasi di concia costituiscono l’insieme di operazioni chimiche e meccaniche che servono per rendere la pelle imputrescibile e resistente all’attacco di svariate sostanze chimiche. Le attività di questa fase sono:

• Piciclaggio, fase preliminare per la concia utile ad eliminare gli ultimi residui di calce e favorire la successiva penetrazione del derma dell’agente conciante. Di solito, il nickel si effettua con soluzioni di cloruro di sodio e acido solforico.

• Concia, operazione che permette di trasformare il substrato pelle, destinato alla putrefazione e non lavorabile, in un materiale denominato cuoio che invece può essere lavorato per l’ottenimento di una vastissima varietà di prodotti. Avviene grazie all’impiego di particolari prodotti, chiamati appunto “concianti”, che, fissandosi irreversibilmente alla struttura dermica le conferiscono stabilità termica ed elevate resistenze agli agenti chimici e batterici. Con la concia si ha la formazione di legami trasversali irreversibili tra le fibre collageniche, i veri responsabili della stabilizzazione strutturale. Esistono vari tipi di concia.

Legame di coordinazione Legame covalente Legame idrogeno o dipolare

Concia con sali di cromo (III) Concia con formaldeide Concia con tannini vegetali Concia con sali di zirconio (IV) Concia con glutaraldeide Concia con tannini sintetici Concia con sali di alluminio (III) Concia con altre aldeidi

Concia con sali di titanio (IV) Concia all’olio Concia con sali di ferro (III)

Conce minerali in genere

Figura 3 Varie tipologie di concia. Fonte: Corso Tecnologia Conciaria Po.Te.Co.

Successivamente alla fase di concia avvengono delle operazioni meccaniche utili a eliminare il contenuto di acqua assorbita dalla pelle e a renderla uniforme.

Possono avvenire ulteriori fasi utili a migliorare le caratteristiche del prodotto finito:

• Riconcia, ulteriore trattamento con concianti per dare pienezza al cuoio e migliorare la qualità del prodotto finale.

• Tintura, processo di applicazione sostanze coloranti sulla pelle, allo scopo di migliorare l’aspetto e aumentarne il pregio. In genere, in questa fase, le tinture avvengono anche in sezione.

(11)

• Ingrasso, attività con lo scopo di impartire al cuoio svariate caratteristiche, tra cui morbidezza. Si impiegano oli e grassi di origine animale, vegetale o sintetica, in emulsione acquosa con l’ausilio di tensioattivi.

Con le lavorazioni meccaniche e la rifinizione si vuole migliorare l’aspetto del pellame, conferendogli le caratteristiche desiderate; le fasi possono essere differenti nel caso si voglia realizzare pelle o cuoio. Le fasi saranno presentate successivamente.

L’industria conciaria, pur non essendo peggiore di molte altre attività industriale, è considerata altamente inquinante. Ciò è dovuto principalmente al fatto che il materiale grezzo di partenza è essenzialmente sostanza organica putrescibile. Questo rende sicuramente la conceria un ambiente di lavoro non proprio “pulito”. Questo non vuol dire necessariamente “inquinamento”, anzi bisogna ammettere che da questo punto di vista, la conceria è un’attività che riduce l’inquinamento, trasformando una grandissima quantità di materiale grezzo destinato alla putrefazione, e quindi alla discarica, in prodotto finito utilizzabile per una gran varietà di articoli.

Altro aspetto da considerare è che, al contrario di molte altre attività industriali, la conceria produce inquinamento ben “visibile”, costituito da reflui colorati (derivati dalle tinture, dalla concia ecc …), da sottoprodotti di aspetto sgradevole e da cattivi odori. L’inquinamento in conceria si traduce in tre principali categorie di inquinanti:

Reflui, prodotti in tutte le operazioni in bottale e nelle operazioni di lavaggio dei vari macchinari (spruzzi, sottovuoti, messa al vento …);

Scarti solidi, prodotti in quasi tutte le operazioni meccaniche (scarnatura, rasatura, sforbiciatura, smerigliatura …) e nella depurazione dei reflui conciari (fanghi);

Emissioni, prodotte in parte nelle operazioni di rifinizione e in parte nelle operazioni in botte con sviluppo di gas tossici.

Figura

Figura 1 Distretto Conciario di Santa Croce sull'Arno
Figura 2 Processo conciario. In maiuscolo le lavorazioni conto terzi

Riferimenti

Documenti correlati

Individuata nella misura del 15% l’aumento da applicare alle vigenti tariffe della tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche, con l'unica eccezione

Incarico: Progettazione urbanistica - progetto preliminare, definitivo ed esecutivo e Direzione dei lavori delle opere di urbanizzazione primaria (‘) Committenza: Consorzio

e) il consenso al trattamento dei dati personali. La domanda è finalizzata alla candidatura del potenziale beneficiario alla progettualità di cui al presente avviso pubblico e

In caso di Fibra Ottica Simmetrica Dedicata l’addebito per la fattispecie sarà pari a Euro 390,00 (trecentonovanta/00). Qualora, per cause imputabili a EXCON, la

 il preventivo della spesa, suddiviso nelle seguenti voci: costi della docenza in aula, costi dei tutor, altri costi per l’erogazione della formazione, spese di viaggio relative

Benedetto è il Signore, solo sulla croce, che non si dimentica degli uomini e fa trovare una madre e una casa nel suo amore e nella sua misericordia.. Inno

- al comma 753, che per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D l'aliquota di base è pari allo 0,86 per cento, di cui la quota pari allo 0,76

Tenuto conto dei pareri favorevoli espressi, ai sensi dell'Art. 267 e dal vigente Regolamento Comunale di Contabilità, dal Dirigente del Servizio e dal Dirigente del