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Piano triennale dei fabbisogni di personale 2012-2014

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Il Piano triennale dei fabbisogni (PTF) di personale illustra le principali scelte organizzative e gestionali dell’ente nel triennio in esame, tenendo conto degli obiettivi che si intendono perseguire in relazione allo scenario economico e normativo in cui l’ente si troverà ad operare. Il Piano è impostato anche in base alle indicazioni fornite da ciascun dirigente – ai sensi dell’art. 33 del D. Lgs. n. 165/2001 e dell’art. 19 comma 2 lettera q) del Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi – in merito sia alle eventuali eccedenze di personale rinvenibili nella propria Area sia alle risorse e ai profili professionali ritenuti necessari per lo svolgimento delle attività istituzionali di competenza.

La ricognizione dirigenziale di cui agli articoli suddetti, con particolare riferimento alla rilevazione di eventuali eccedenze di personale, risulta, infatti, passaggio fondamentale ai fini dell’approvazione dei documenti di programmazione triennale e annuale dei fabbisogni di personale. L’inosservanza del suddetto articolo comporta sia l’impossibilità di effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato o di instaurare rapporti di lavoro con qualunque tipologia contrattuale – pena la nullità degli atti posti in essere – sia la responsabilità disciplinare a carico dei dirigenti inadempienti.

Il PTF si articola in Piani operativi annuali di attuazione ed è aggiornato annualmente per consentire la costante “visibilità” del triennio successivo e l’adeguamento delle esigenze organizzative a fronte dell’evoluzione dei fabbisogni di personale dell’ente nell’arco del triennio tenuto conto sia delle risorse disponibili sia degli impatti di carattere economico correlati.

Per quanto riguarda la programmazione dei fabbisogni del personale anche il triennio 2012-20141 (così come negli ultimi anni) e – nello specifico – l’anno 2012, vedono la Camera di commercio di Torino coinvolta nella difficile gestione di due fenomeni contemporaneamente presenti nel contesto generale del sistema camerale nazionale, nella specifica realtà economica torinese, e nel quadro generale normativo per la pubblica amministrazione.

La gestione critica riguarda:

- da un lato l’ampliamento delle competenze e delle attività affidate alle Camere di commercio

- d’altro lato i sempre maggiori vincoli che la norma prevede per la pubblica amministrazione in materia di reclutamento, gestione e sviluppo delle risorse umane2.

Rispetto al primo tema si possono citare, ad esempio:

1. con riferimento all’Area “Comunicazione, Sviluppo organizzativo e Personale”, i numerosi adempimenti derivanti dall’introduzione del D. Lgs. n. 150/2009 sia in materia di trasparenza, misurazione e rendicontazione della performance sia rispetto alla dirigenza con la previsione di un rafforzamento dei relativi poteri e responsabilità, nonché la necessità di garantire il miglioramento dell’interazione del sito istituzionale e della relativa usabilità da parte dell’utenza, tenuto anche conto delle indicazioni contenute nel Codice dell’amministrazione digitale e nelle leggi di semplificazione amministrativa

1 Tutti i dati e le informazioni riportati in questo Piano triennale dei fabbisogni di personale sono reperibili e consultabili presso il “Settore Personale e Relazioni sindacali”.

2 In materia, si sono susseguiti negli ultimi due anni provvedimenti normativi che hanno profondamente riformato il panorama normativo di riferimento. Sul tema si veda in particolare quanto riportato nell’allegato 1) di approfondimento della normativa in tema di reclutamento, gestione e sviluppo delle risorse umane.

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2. con riferimento all’Area ”Tutela del Mercato e della fede pubblica”, il notevole aumento di casi di ricorso alla mediazione determinato dall’entrata in vigore, a seguito dell’emanazione del D. Lgs. n. 28/2011, del tentativo di conciliazione obbligatoria

3. con riferimento all’Area “Anagrafe economica”, l’aggravio di responsabilità derivanti dall’introduzione del nuovo “pacchetto liberalizzazioni” approvato con il D.L. n.

1/2012 in materia di costituzione di imprese a responsabilità limitata non soggette agli attuali vincoli previsti a carico delle società di capitali e dalla prosecuzione delle attività mirate a dare completa attuazione allo Sportello Unico delle Attività Produttive

4. con riferimento all’Area “Risorse finanziarie e Provveditorato”, l’incremento di attività correlate alla previsione dell’obbligo sia di consolidamento del bilancio di ciascun ente con le proprie società ed enti controllati, corredato da opportuni indicatori di performance sia di trasmissione quotidiana dei dati concernenti incassi e pagamenti effettuati tramite i propri tesorieri in attuazione degli indirizzi di riforma contenuti nella L. n. 196/2009

5. con riferimento all’Area “Promozione e Sviluppo del territorio”, l’incremento di attività tese a favorire sia la promozione del territorio e delle economie locali attraverso la realizzazione di politiche idonee a garantire l’accesso al credito delle imprese in difficoltà sia l’elaborazione di nuove strategie in materia di rapporti con l’estero.

Rispetto al secondo tema si sottolinea come:

1. le Camere di commercio rientrano fra le amministrazioni pubbliche soggette a vincoli assunzionali3. Tali vincoli, peraltro, per le assunzioni a tempo indeterminato, sono definiti solo fino al 2012, quindi è al momento difficile ipotizzare l’evolvere della materia per gli anni successivi con conseguenti difficoltà nella definizione di una programmazione di medio-lungo termine in questa fase di indeterminatezza dello scenario futuro

2. con le recenti previsioni normative introdotte a fine 2011, nuovi e ulteriori vincoli sono stati previsti, a decorrere dal 2012, a carico delle Camere di commercio e delle loro Aziende speciali in materia di contratti flessibili (tempi determinati, contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato, rapporti formativi, ecc.)4.

Questo contesto rende particolarmente critica la possibilità di continuare a gestire con efficacia e qualità l’insieme di progetti, attività e investimenti che la Camera di commercio di Torino ogni anno sviluppa per supportare il mondo dell’economia torinese in questo delicato momento di crisi generale di tipo economico-finanziario5.

Processi come quello dello sviluppo dell’internazionalizzazione, i contributi verso le imprese in crisi, la gestione di progetti per la crescita delle imprese, la gestione e lo sviluppo dello sportello unico per le imprese e le correlate azioni di semplificazione amministrativa, i servizi di conciliazione/mediazione di competenza camerale e recentemente potenziati in

3 La legge finanziaria 2010 ribadisce i vincoli assunzionali specifici per le Camere di commercio già previsti dalla legge finanziaria 2008 e dal D.M. 8 febbraio 2006. Sul punto, si veda l’allegato 2) di approfondimento.

4 La “Legge di Stabilità 2012” – L. n. 183/2011 – ha modificato la legge n. 122/2010 inserendo anche le Camere di commercio fra gli enti che, dal 2012, dovranno garantire il rispetto di una spesa massima pari al 50% di quanto speso nel 2009 per assunzioni di personale con rapporto di lavoro flessibile.

5 Per avere informazioni più dettagliate rispetto al contesto economico nazionale e locale nonché sui possibili impatti a carico della Camera di commercio di Torino, si veda l’allegato 3).

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rapporto all’evoluzione normativa, necessitano infatti tutti di un numero di persone adeguato al modello organizzativo definito e in possesso di elevate competenze professionali.

Appare chiaro come invece il continuo accrescimento di tagli “lineari” verso le pubbliche amministrazioni in materia di “personale” possa mettere in crisi soprattutto quegli enti – come la Camera di commercio di Torino – che da sempre hanno sviluppato politiche di contenimento e razionalizzazione dei costi del personale ottenendo importanti e significativi risultati in termini di qualità di bilancio e dei relativi indicatori sul personale stesso.

La Camera di commercio di Torino ha una dotazione organica di 388 posti, definita in conseguenza di continue analisi organizzative e in linea con l’effettiva esigenza per garantire la massima qualità dei servizi da erogare e la correttezza delle funzioni assegnate alle Camere di commercio.

Proprio a fronte del processo di razionalizzazione organizzativa e della contestuale fase di terziarizzazione delle attività marginali, il numero dei posti in dotazione organica si è progressivamente ridotto negli ultimi anni passando dai 393 posti del 2006 agli attuali 388.

Al 1° gennaio 2012, i dipendenti a tempo indeterminato in forza sono solo 320, alcuni di essi con rapporto di lavoro a tempo parziale e, quindi, con un numero complessivo fte (full time equivalent) pari a 306,98. Il numero comprende anche le sette recenti assunzioni avvenute lo scorso mese di dicembre e previste dal piano dei fabbisogni 2011.

Emerge pertanto subito un dato importante: sono 68 i posti vacanti – circa il 18% – rispetto alla dotazione organica e agli effettivi fabbisogni. Sessantotto posti rispetto all’effettivo fabbisogno, che – anche con questo documento – viene riconfermato quale reale e indispensabile numero di persone necessarie all’ente per il buon funzionamento della propria organizzazione.

In base a quanto delineato da ciascun dirigente di Area nell’ambito delle specifiche responsabilità previste dall’art. 33 del D. Lgs. n. 165/2001, dall’art. 19 comma 2 lett. q) del ROUS e in relazione anche alle criticità organizzative ed alla carenza strutturale di organico in rapporto alla dotazione organica dell’ente, non risultano eccedenze di personale in nessuna Area della struttura organizzativa della Camera di commercio di Torino. Il dettaglio dell’analisi con le schede di ciascun dirigente di Area viene riportato in allegato al Piano operativo annuale 2012.

Analizzando i dati di preconsuntivo (il bilancio consuntivo 2011 verrà infatti formalizzato nel mese di aprile) il costo del personale a tempo indeterminato nel 2011 è stato pari a 13.166.0006 euro. Una voce di spesa che rappresenta solo il 18,77% delle spese correnti7 e il 26,78% delle entrate correnti8.

6Tale importo si riferisce al dato da rilevare ai fini assunzionali, così come definito annualmente da Unioncamere, ed è conteggiato considerando la retribuzione ordinaria, accessoria (al netto dei risparmi degli anni precedenti), lo straordinario, le indennità varie, i contributi previdenziali, gli interventi assistenziali, le altre spese del personale, il rimborso spese personale distaccato, i buoni pasto, la formazione, i rimborsi spese di trasferta e le borse di studio. Non sono considerati né l’Irap né l’accantonamento al Tfr/Ifr.

7 Con il termine “spese correnti” si intende il totale delle spese di personale, di funzionamento, degli interventi economici e degli ammortamenti e accantonamenti.

8 Nelle “entrate correnti” rientrano i proventi correnti (diritto annuale, diritti di segreteria, contributi, trasferimenti ed altre entrate, proventi da gestione di servizi e variazione delle rimanenze) al netto dell’accantonamento al fondo svalutazione diritto annuale, degli oneri per la riscossione delle entrate, dei contributi da fondo perequativo e dei contributi in conto esercizio e i proventi finanziari al netto degli oneri finanziari.

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Se si passa ad analizzare il totale del costo del personale nel 2011 – comprensivo quindi di tutti i tipi di contratti presenti e quindi anche dei rapporti flessibili – passa a 13.840.000 euro, rispettivamente il 19,74% e il 28,15% delle uscite e delle entrate dell’ente.

I dati sopra riportati confermano il trend degli ultimi anni per quanto concerne i costi dei dipendenti a tempo indeterminato. Essi evidenziano un importante risultato relativo agli indici di equilibrio economico-finanziario calcolati ai fini assunzionali.

Nel 2011, l’indice di equilibrio economico-finanziario è stato pari a 26,31 ed ha consentito di collocare la Camera di commercio di Torino fra le Camere di commercio particolarmente “virtuose”, autorizzate all’assunzione di personale per un importo complessivo pari al 70% del costo degli usciti del 20109.

E’ importante sottolineare come, se l’analisi si estendesse a tutto il personale in forza (quindi anche ai contratti flessibili10), tale indice passerebbe solo a 29,76.

Lo stesso dicasi della fotografia del dato se – in via puramente teorica, ma in linea con le effettive esigenze della Camera di commercio di Torino – si riuscisse a “coprire” tutti i posti previsti in dotazione organica: l’indicatore passerebbe a 33,48, di fatto mantenendo l’ente in una posizione di totale virtuosità che consentirebbe, in ogni caso, di continuare ad

9 In base alle leggi finanziarie 2007 e 2010 e al conseguente DM 8 febbraio 2006 le Camere di commercio, in rapporto a quanto risulta dall’indice di equilibrio economico-finanziario, possono assumere fino al 2012 per un importo complessivo annuo pari al 70%, 50%, 25% del costo degli usciti dell’anno precedente. Per l’analisi dettagliata degli indici e dell’evoluzione della normativa si veda l’allegato 2).

10 Tale tipo di analisi è applicata dalla Camera di commercio di Torino nel Piano performance per individuare uno degli indicatori di “salute organizzativa” individuati per misurare la “qualità complessiva” della gestione dell’ente. Nel Piano Performance il principio adottato per l’indice delle assunzioni viene applicato considerando anche tutto il personale con contratto flessibile.

INDICE DI EQUILIBRIO – ECONOMICO-FINANZIARIO

L’indice di equilibrio economico-finanziario, così come stabilito dalla Legge Finanziaria 2010 – che ha ribadito quanto previsto in precedenza dalla Legge Finanziaria 2008 e dal D.M. 8 febbraio 2006 – è il parametro in relazione al quale è possibile prevedere la collocazione di una Camera di commercio all’interno di una determinata fascia assunzionale (alta, media, bassa).

L’indice di equilibrio economico-finanziario si calcola sommando:

- l’indice medio di equilibrio dimensionale (personale in servizio a tempo indeterminato moltiplicato per mille/imprese attive)

- l’indice economico strutturale (costo personale a tempo indeterminato/entrate correnti)

prendendo in considerazione, a tal fine, i dati relativi al triennio precedente all’anno di riferimento e non considerando l’anno immediatamente precedente a quello di calcolo (a titolo esemplificativo, l’indice di equilibrio economico-finanziario 2012 è calcolato prendendo in considerazione i dati del triennio 2008- 2010).

La spesa per nuove assunzioni nelle Camere di commercio, in osservanza di quanto stabilito dai provvedimenti legislativi sopra citati, si calcola combinando tra loro due diverse voci di calcolo, ossia l’indice di equilibrio economico-finanziario e la spesa dei cessati nell’anno precedente a quello di riferimento. Essa risulta pertanto pari a:

- 70% del costo delle cessazioni intervenute nell’anno precedente se l’indice di equilibrio economico – finanziario risulta inferiore a 35

- 35% del costo delle cessazioni intervenute nell’anno precedente se l’indice di equilibrio economico – finanziario risulta compreso tra 36 e 45

- 25% del costo delle cessazioni intervenute nell’anno precedente se l’indice di equilibrio economico – finanziario risulta superiore a 45.

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assumere ogni anno per un costo complessivo fino al 70% di quello degli usciti dell’anno precedente.

Le analisi svolte in questi ultimi mesi hanno voluto allargare il monitoraggio della situazione del costo del personale alle Aziende speciali della Camera di commercio di Torino: il Centro Congressi Torino Incontra e il Laboratorio Chimico.

In questo caso, durante il 2011, sono state affrontate simulazioni ed analisi con riferimento ai dati consuntivi già certificati, e quindi all’anno 2010.

Tali simulazioni hanno chiarito come le Aziende speciali della Camera di commercio di Torino hanno una forza pari, rispettivamente, a 14 – Centro Congressi Torino Incontra – e 31 – Laboratorio Chimico – dipendenti a tempo indeterminato, con un relativo costo del personale pari, rispettivamente, a 813.000 euro e 1.700.000 euro.

L’aggregazione di tali dati a quelli del personale in forza presso la Camera di commercio di Torino portano alle seguenti importanti considerazioni:

- l’indice di equilibrio economico-finanziario calcolato sulla base dei dati del solo anno 2010 risulta pari a 30,26 e continua a permanere ampiamente al di sotto della soglia di “35” prevista per rientrare nella fascia più virtuosa ai fini delle assunzioni

- il rapporto spese di personale su spese correnti è pari a 20,91% e sulla base della disciplina generale applicabile a tutti gli altri enti pubblici per le assunzioni, escluse le Camere di commercio fino a tutto l’anno 2012, risulta ampiamente inferiore alla soglia del 40% prevista per poter procedere ad assunzioni di personale nel limite del 20% della spesa corrispondente alle cessazioni dell’anno precedente

- il rapporto spese di personale su entrate correnti è pari a 33,20%.

Se si passa ad analizzare quanto si potrà fare in tema di assunzioni a tempo indeterminato nel corso del 2012, i dati relativi all’indice di equilibrio economico-finanziario 2012 sono già consuntivati11.

Essi consentono di affermare con assoluta certezza che, per quanto concerne tutti gli indici di equilibrio economico-finanziario correlati al piano assunzionale 2012, la situazione finale porta al permanere – con un ampio margine – della Camera di commercio di Torino all’interno degli enti che potranno assumere per il 70% del costo degli usciti del 2011.

L’indice di equilibrio economico-finanziario 2012 risulta infatti pari a 26,83, sostanzialmente in linea con quello degli anni precedenti e ampiamente inferiore al punteggio “35”, soglia fino alla quale la Camera di commercio di Torino può assumere per un importo pari al 70% del costo degli usciti dell’anno precedente.

Tale importo è di 221.233,72 euro (pari al 70% di 316.048,17 euro). Entrambi gli importi, in linea con la normativa e le circolari in materia, non tengono in considerazione gli usciti verso enti soggetti a vincoli assunzionali e i dipendenti appartenenti alle categorie protette laddove rientranti nella cosiddetta “quota di riserva”.

Per quanto concerne le assunzioni a tempo indeterminato, è importante sottolineare quale priorità d’azione quella di garantire – possibilmente già nel 2012 e nell’ambito dei vincoli citati – una copertura stabile delle posizioni vacanti relative al management camerale con

11 Per il 2012 l’indice di equilibrio economico-finanziario è calcolato infatti sulla media del triennio 2008-2009-2010 e pertanto con dati già ad oggi consuntivati che dovranno solo più essere confermati allo specifico tavolo di lavoro di Unioncamere.

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elevata competenza e professionalità, individuando adeguata soluzione alla situazione particolarmente critica venutasi a creare con riferimento alla dirigenza dell’ente.

Delle sette posizioni previste in dotazione organica, infatti, nel 2011, due risultavano vacanti ed una – relativa all’Area ”Comunicazione, Sviluppo organizzativo e Personale” – occupata con incarico dirigenziale a termine fino al 2014.

Una delle due vacanze è intervenuta, a fine 2011, a seguito delle dimissioni del dirigente dell’Area ”Promozione e Sviluppo del territorio”.

Queste dimissioni – peraltro – sono dovute all’incarico ottenuto dal dirigente in posizione di Segretario Generale presso altra Camera di commercio, con conseguente possibilità prevista dalla legge di “rientro negli organici” al termine dell’incarico.

Di fatto tale situazione prevede ad oggi su 7 posizioni dirigenziali – strategiche per l’efficacia e l’efficienza generale dell’ente – ben 2 posizioni vacanti ed una occupata con incarico a termine. A questo si deve aggiungere la previsione che, fra la fine del 2014 – terzo anno di riferimento del presente piano pluriennale – e i primi mesi del 2015, si renderà vacante un’ulteriore posizione dirigenziale – quella relativa all’Area ”Anagrafe economica” – per l’uscita per pensionamento dell’attuale dirigente incaricato.

Si ritiene pertanto che, già dal 2012, si debbano individuare le azioni prioritarie per ridurre tale anomalia e programmare nel breve/medio periodo soluzioni adeguate alla copertura delle varie posizioni dirigenziali attualmente scoperte o che si renderanno scoperte nei prossimi anni.

Pertanto – in linea con le possibilità assunzionali e con i contratti individuali in essere – il Piano operativo annuale 2012 dovrà ipotizzare, ove possibile, le soluzioni e le alternative più adeguate.

A titolo d’indirizzo e programmazione, questo Piano pluriennale individua la copertura con assunzione a tempo indeterminato nella posizione di un dirigente con profilo professionale di “Dirigente dei processi amministrativi, istituzionali e organizzativi”.

Ove la situazione assunzionale in rapporto ai vincoli definiti dal D. Lgs. n. 165/2001 (assunzioni di dirigenza a tempo determinato) lo consentisse12, si ipotizza di assumere nel 2012 un dirigente a tempo determinato con profilo professionale “Dirigente di sviluppo economico locale” che vada a ricoprire un incarico relativo a tutta o – nel caso la Giunta volesse modificare parte della macro-organizzazione dell’ente – parte dell’attuale Area

“Promozione e Sviluppo del territorio”. Ciò permetterebbe all’ente di valutare nel tempo varie ipotesi di scelte organizzative, verificando contestualmente l’evoluzione professionale del dirigente uscito nel 2011 e mantenendo quindi aperta la possibilità e la soluzione gestionale-organizzativa ad un suo eventuale rientro nei prossimi anni.

Ove subentrassero nuove e diverse specifiche esigenze organizzative al momento non prevedibili, il Piano operativo annuale potrà ipotizzare eventuali aggiornamenti per il 2012 o da proporre per il PTF dei prossimi anni.

12 Si fa riferimento in particolare all’art. 19 comma 6 e 6 bis del D Lgs. n. 165/2001, così come modificato dal D. Lgs. n.

150/2009. Rispetto al tema dei contratti a tempo determinato della dirigenza, si deve, infatti, precisare che i nuovi vincoli posti alle pubbliche amministrazioni dalla legge permettono di coprire con tale modalità al massimo l’8% dei posti in dotazione organica, con arrotondamento all’unità inferiore se il primo decimale risulti inferiore a 5 o all’unità superiore se risulti uguale o superiore a 5.

A fronte dei 7 posti in dotazione organica, la percentuale dell’8% porta per la Camera di commercio di Torino il dato a 0,56, quindi arrotondabile a n. 1 dirigente. Oltre tale numero, però, questa Camera di commercio con gli attuali vincoli normativi non potrà assumere ulteriori dirigenti con contratto a tempo determinato.

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A fronte delle previsioni di spesa possibile per il 2012, il Piano operativo annuale individua le eventuali ulteriori assunzioni a tempo indeterminato precisando categoria d’inserimento, profilo professionale e, ove possibile, l’Area di prima collocazione.

A tali fabbisogni assunzionali, si devono aggiungere i dati complessivi relativi alle esigenze di risorse finanziarie in tema di gestione del personale.

A questo proposito i dati possono essere così riassunti:

- 13.800.000 euro di risorse complessive necessarie a bilancio (retribuzione, oneri, ecc.)13

- di cui circa 3.000.000 euro rappresentano l’importo relativo alle risorse decentrate per il personale dirigente (745.000 euro circa di media annua nel triennio) e non dirigente (2.225.000 euro circa di media annua nel triennio).14

Con specifico riferimento al rispetto dell’obbligo del “principio di invarianza della spesa”15 – in base al quale le amministrazioni pubbliche non possono sostenere un costo complessivo per il personale superiore a quello del 2002 – la Camera di commercio di Torino ha definito e quantificato tale tetto teorico massimo di spesa con deliberazione della Giunta Camerale n. 68 del 3 maggio 2006 in 10.257.327,08 euro comprensivi di contributi ed oneri fiscali provvedendo, nel 2011, ad una ridefinizione di tale importo in massimi 9.708.510,32 euro in seguito alla riduzione e alla relativa ridefinizione della dotazione organica intervenuta con deliberazione n. 23 del 14 febbraio 2011.

Nel corso degli anni, il principio di invarianza della spesa è stato ampiamente rispettato registrandosi una costante riduzione del costo del personale calcolato in osservanza del suddetto principio.16

Per quanto concerne la programmazione degli anni 2013 e 2014, essa è subordinata all’eventuale evoluzione della normativa e dei vincoli assunzionali futuri.

In tal senso, attraverso il presente Piano triennale dei fabbisogni si può esclusivamente ipotizzare l’evoluzione delle risorse necessarie e delle assunzioni prioritarie a fronte dell’attuale contesto normativo. Chiaramente tali previsioni dovrebbero essere riviste ed aggiornate ove andasse a mutare il contesto attuale.

La priorità assunzionale continuerà a permanere nel senso di favorire l’inserimento di competenze professionali alte e medio-alte.

In sostanza, ciò si tradurrà in assunzioni nel campo della dirigenza e nei posti vacanti di categoria D e C della dotazione organica e nella trasformazione a tempo pieno delle persone assunte con contratto part-time. In particolare, massima attenzione dovrà essere

13 Tale importo comprende la retribuzione ordinaria, accessoria (inclusi i risparmi degli anni precedenti), lo straordinario, i contributi previdenziali, l’irap, l’accantonamento al tfr/ifr, e non considera né le altre spese del personale (interventi assistenziali, borse di studio, rimborso spese personale distaccato) né le voci di spesa del personale rilevate all’interno delle spese di funzionamento del bilancio camerale (buoni, formazione, trasferte).

14 Si tenga presente che tali risorse, nel tempo, dovranno ridursi ed essere ridefinite al variare della forza in organico, così come previsto dall’art. 9 comma 2 bis del D.L. n. 78/2010 convertito nella legge n. 122/2010.

15 Il “principio di invarianza della spesa” è stato introdotto dall’art. 34 legge n. 289/2002 (legge finanziaria 2003).

16Tale costo è stato calcolato tenendo conto della sola retribuzione tabellare calcolata su 13 mensilità con riferimento al biennio economico 2002-2003 dal CCNL 22/01/2004: non si tiene conto ai fini del calcolo dei rapporti di lavoro a tempo parziale e dei periodi di servizio inferiori all’anno in relazione a cessazioni/assunzioni intervenute in corsi d’anno (cfr. deliberazione di Giunta n. 68 del 3 maggio 2006). Per le analisi di dettaglio dei fabbisogni economico-finanziari nella gestione del personale si vedano in particolare gli allegati di approfondimento relativi al costo complessivo del personale, anche con riferimento al rispetto del “principio di invarianza della spesa” (allegato 4) e alle risorse decentrate (allegato 5).

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data verso quei profili professionali e verso quelle competenze relative a processi innovativi e di moderna evoluzione del sistema camerale.

In base al trend degli ultimi anni, ad oggi, si può prevedere il mantenimento degli indici di equilibrio economico-finanziario dell’ente nell’alveo della virtuosità e della possibilità di copertura del 70% del costo degli usciti dell’anno precedente. Ciò sarà consentito ove permanessero gli attuali parametri e l’attuale normativa in materia assunzionale per le Camere di commercio.

In base al trend degli usciti del triennio 2009-2010-2011 si può ipotizzare una spesa complessiva per assunzioni pari a circa 175.000 euro l’anno, pari al 70% del costo medio annuo degli usciti (250.000 euro), come si evince dalla seguente tabella17:

Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011 Media triennio

Cat. N. Costo Cat. N. Costo Cat. N. Costo Cat. N. Costo

D3 1 35.013,68 D1 2 60.902,30 DIR 1 162.620,79

D1 - - C 6 167.924,43 D1 2 79.177,44

C 4 104.952,77 B1 2 37.213,25 C 2 74.249,94

B1 1 24.808,83 B1 - -

Totale 6 164.775,28 Totale 10 266.039,98 Totale 5 316.048,17 Totale 7 248.954,48 70% spesa

cessati 115.342,70 70% spesa cessati 186.227,99 70% spesa cessati 221.233,72 70% spesa cessati 174.268,13

A fronte di tali importi si riconferma anche per gli anni 2013-2014 quanto indicativamente possibile già nel 2012 per le assunzioni di contratti flessibili per una spesa totale di 402.676,03 euro e quindi:

- attivare fino ad un costo massimo di 253.260,86 euro e di 149.415,17 euro rispettivamente contratti a tempo determinato/co.co.co e contratti di somministrazione a tempo determinato/rapporti formativi, per esigenze eccezionali e temporanee ai sensi dell’art. 36 del D. Lgs. n. 165/2001 e rispettando, quindi, il tetto di spesa pari al 50% dello speso per le medesime finalità nel 2009 così come stabilito nell’art. 4 comma 102 della Legge di Stabilità 2012.

A titolo d’informazione sui contratti flessibili si precisa che – ove non subentrassero novità normative e parziali esclusioni ai vincoli assunzionali – mediamente ogni anno risultano n.

8 maternità con assenza media correlata a ciascuna di circa 150 giornate all’anno. Da ciò deriva un costo medio complessivo annuo, ove si andassero a sostituire tutte le assenze per maternità pari a circa 100.000 euro, con conseguente forte impatto sui già pesanti vincoli relativi ad assunzioni con contratto flessibile.

Tale dato dovrà essere preso in considerazione per valutare ogni anno, attraverso il Piano operativo annuale, con estrema attenzione e cautela dove andare a sostituire effettivamente le assenze per maternità e dove invece valutare di assumere per altre esigenze eccezionali, temporanee e non prevedibili personale per la gestione di progetti/attività particolarmente rilevanti per l’ente.

17 Il costo degli usciti è stato calcolato considerando la retribuzione base mensile in godimento alla data di cessazione moltiplicata per 13 mensilità, la quota media di trattamento economico accessorio limitatamente all’anno 2011 così come precisato, rispettivamente, dalla circolare 11786 del 22 febbraio 2011 del Dipartimento della Funzione Pubblica e dalla circolare n. 12 del 15 aprile 2011 della Ragioneria Generale dello Stato e gli oneri riflessi.

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Un ultimo cenno meritano i tirocini formativi.

La Camera di commercio di Torino ha da anni sviluppato con il mondo delle università e quello delle imprese momenti di alternanza “scuola-lavoro”. Ciò al fine di favorire l’arricchimento curriculare dei neolaureati effettuando quindi investimenti che dessero beneficio al mondo delle imprese della provincia torinese, sviluppando iniziative per la crescita delle competenze professionali dei giovani al loro primo inserimento nel mondo del lavoro. In tal senso ogni anno sono previsti a bilancio investimenti di carattere

“promozionale” per le imprese e sono annualmente avviati specifici progetti di tirocinio formativo non solo presso le imprese ma anche all’interno dell’ente.

Per tali motivi sino ad oggi i tirocini formativi non sono mai stati presi in considerazione dai precedenti Piani dei fabbisogni di personale adottati da questa Camera di commercio. I tirocini infatti non rappresentano un “fabbisogno” per l’ente, non costituiscono in alcun modo rapporti di lavoro subordinato e non rientrano, pertanto, tra i costi del personale.

A decorrere dal 1° gennaio 2012, i “rapporti formativi” risultano però sottoposti ai medesimi vincoli previsti per i contratti di lavoro flessibile potendo essere attivati esclusivamente nel rispetto del limite di spesa del 50% di quella sostenuta per gli stessi fini nel 2009.18

Secondo la citata norma, deriva che il calcolo della spesa massima relativa al personale flessibile dovrà essere effettuato prendendo in considerazione due grandi categorie contrattuali:

- da un lato, il costo complessivo determinato dalla somma di contratti di lavoro a tempo determinato e di co.co.co

- d’altro lato, il costo complessivo determinato dalla somma di contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato e di “rapporti formativi”.

Ad oggi non è chiaro se la norma, nel citare altri “rapporti formativi” accanto ai contratti di formazione lavoro” intendesse comprendere anche i “tirocini”. Volendo continuare nei rapporti di collaborazione fra mondo della scuola e mondo del lavoro e sempre nell’ottica di investire in iniziative correlate allo sviluppo del territorio, vista l’evoluzione della normativa la Camera di commercio di Torino, nel triennio 2012-2014, si atterrà cautelativamente agli eventuali vincoli. L’ente continuerà, pertanto, ad attivare tirocini e progetti di alternanza scuola-lavoro, limitandone però il numero, la durata e gli eventuali rimborsi spese ad essi correlati nell’ambito dell’importo massimo complessivo calcolato in base ai dettati normativi con riferimento a “contratti di somministrazione di lavoro e rapporti formativi” pari ad 149.415,10 euro: un importo – cioè – pari al 50% della spesa sostenuta per le medesime finalità nel 2009.

18 Sul punto si veda l’art. 4 comma 102 Legge di Stabilità 2012, che ha modificato l’art. 9 comma 28 D.L. n. 78/2010 convertito in L. n. 122/2010.

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Contesto normativo generale e approfondimento della normativa in tema di reclutamento, gestione e sviluppo delle

risorse umane

Il piano triennale dei fabbisogni di personale 2012-2014 si sviluppa in un periodo di profonda evoluzione del quadro normativo in cui si muovono le pubbliche amministrazioni.

Rappresenta un momento particolarmente importante poiché viene approvato dopo l’adeguamento, da parte della Camera di commercio di Torino, dei modelli di gestione e valutazione del personale dell’ente sulla base delle disposizioni contenute nel D. Lgs. 27 ottobre 2009 n. 150 (Decreto Brunetta) in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.

Oltre al decreto Brunetta (approvato nell’ottobre 2009, ma pienamente operativo dal 2010 per le amministrazioni dello Stato e dal 2011 per le altre amministrazioni), diversi sono stati gli interventi normativi di particolare rilevanza che si sono susseguiti negli ultimi due anni.

Nel 2010, interventi normativi fondamentali sono stati il D. Lgs. 15 febbraio 2010 n. 23 – Legge di riforma delle Camere di commercio – il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 convertito nella legge n. 122 del 30 luglio 2010 e in ultimo la legge 4 novembre 2010 n.

183 – cosiddetto “Collegato lavoro”.

Nel 2011, accanto alle numerose “Manovre estive” che hanno tentato di introdurre misure idonee a fronteggiare l’incalzante crisi economica e a ridurre il debito pubblico, gli impatti di maggiore rilevanza sulle pubbliche amministrazioni si sono riscontrati attraverso gli interventi legislativi di fine anno.

A questo proposito, merita soffermarsi brevemente sulla cosiddetta “Legge di Stabilità 2012” – legge 12 novembre 2011 n. 183 – che, all’art. 4, comma 102, lett. a) e b), ha introdotto forti vincoli a carico delle Camere di commercio.

Nello specifico:

- la lett. a) ha previsto, a decorrere dal 1° gennaio 2012, l’estensione alle Camere di commercio di quanto già stabilito a carico di numerose altre amministrazioni (amministrazioni dello Stato, Agenzie, enti pubblici non economici, università ed enti di ricerca) in materia di lavoro flessibile, ossia la possibilità di attivazione di tale tipologia rapporti di lavoro (ad esempio, rapporti di lavoro a tempo determinato, di somministrazione di lavoro a tempo determinato e rapporti formativi in genere) nel limite del 50% della spesa sostenuta per le medesime finalità nell’anno 2009

- la lett. b) ha stabilito che le Aziende speciali delle Camere di commercio siano soggette ai medesimi vincoli in materia di assunzioni previsti dalla normativa vigente nei confronti delle Camere di commercio prevedendo, altresì, che gli atti di assunzione di personale delle Aziende speciali sia a tempo indeterminato sia con rapporto di lavoro flessibile siano, in ogni caso, asseverati e autorizzati dalle rispettive Camere di commercio.

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Accanto alla “Legge di Stabilità 2012”, altri provvedimenti normativi che hanno inciso fortemente in tema di reclutamento, gestione e sviluppo delle risorse umane risultano:

- il decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 convertito nella legge 22 dicembre 2011 n.

214 – cosiddetto Decreto “Salva Italia” – che ha, tra i numerosi interventi, dato corso alla riforma previdenziale modificando drasticamente i requisiti di accesso al trattamento pensionistico

- il decreto legge 29 dicembre 2011 n. 216 – cosiddetto “Decreto Milleproroghe 2012”

– il cui art. 1 ha esteso al 31 dicembre 2012 l’efficacia delle graduatorie degli enti soggetti a vincoli assunzionali diretti e specifici purché approvate in data successiva al 31 dicembre 2005.

Accanto a queste misure ne permangono contestualmente altre finalizzate anch’esse al contenimento della spesa pubblica quali, ad esempio, il cosiddetto blocco degli stipendi (il trattamento economico ordinariamente spettante ai dipendenti pubblici – anche di livello dirigenziale – che, nel triennio 2011-2013, non potrà superare quello del 2010), il contenimento delle risorse da destinarsi al trattamento accessorio (sul punto, oltre all’art. 9 comma 2 bis della legge 30 luglio 2010 n. 122 si sono ampiamente espressi la Ragioneria Generale dello Stato con le circolari n. 40 del 23 dicembre 2010 e n. 12 del 15 aprile 2011, il Dipartimento della Funzione Pubblica con la circolare n. 11786 del 22 febbraio 2011, Unioncamere con la circolare di commento all’art. 9 comma 2 bis e la circolare dell’8 settembre 2011), l’introduzione di vincoli più forti in materia di assunzioni a carico delle amministrazioni statali e degli enti di ricerca, la riduzione delle spese per incarichi di consulenza a pubblici dipendenti, per la formazione nonché di quelle per il noleggio e la gestione di auto di servizio.

A queste limitazioni si aggiungono, poi, quelle previste a carico delle spese di formazione.

In base all’art. 6 comma 13 della legge 30 luglio 2010 n. 122, a decorrere dall'anno 2011, la spesa annua sostenuta dalle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, incluse le autorità indipendenti, per attività esclusivamente di formazione non può essere superiore al 50% della spesa sostenuta nell'anno 2009 determinando, tra l’altro, l’impossibilità di ricorrere alla formazione quale strumento attraverso cui sviluppare competenze particolarmente elevate necessarie all’ente, che sarà, quindi, costretto a reperirle dall’esterno.

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Vincoli assunzionali nelle Camere di commercio

Nel 2012 continueranno a valere per le Camere di commercio i vincoli assunzionali previsti dall’art. 22 della Legge Finanziaria 2010 (legge 23 dicembre 2009 n. 191) che si è limitato a ribadire quanto già previsto, per gli anni 2008 e 2009, dalla Legge Finanziaria 2008 e dal D.M. 8 febbraio 2006.

Si tratta di vincoli diretti e specifici la cui vigenza risulta ad oggi limitata sino al 31 dicembre 2012.

Al momento, è pertanto difficile fare previsioni in ordine alla loro riconferma o meno anche per il biennio 2013-2014, periodo di riferimento dell’attuale Piano programmatico dei fabbisogni di personale.

In ogni caso, sino al 31 dicembre 2012, le assunzioni di personale a tempo indeterminato continueranno ad essere effettuate dalle Camere di commercio sulla base dei seguenti due parametri:

- costo del personale a tempo indeterminato cessato nell’anno precedente a quello di riferimento

- indice di equilibrio economico–finanziario annuo

nella misura del 70%, 35% ovvero 25% del costo del personale cessato nell’anno precedente tenuto conto dell’indice di equilibrio economico–finanziario di ciascuna Camera di commercio.

Per calcolare correttamente il costo del personale cessato, è importante precisare che non qualsiasi “uscita” di un dipendente dall’ente può essere considerata come cessazione utile ai fini della determinazione del costo massimo annuo per assunzioni dell’anno successivo.

Infatti, ai sensi delle circolari n. 4 del 18 aprile 2008 e n. 3858 del 20 gennaio 2009 del Dipartimento della Funzione Pubblica, le cosiddette “mobilità libere”, ossia le mobilità volontarie effettuate tra enti soggetti a vincoli assunzionali diretti e specifici, non devono essere considerate né come cessazioni per l’ente di provenienza né come assunzioni per l’ente di destinazione.

In applicazione delle circolari n. 4 del 18 aprile 2008 e n. 46078 del 18 ottobre 2010 del Dipartimento della Funzione Pubblica, non rientra inoltre nel calcolo del costo dei cessati e, conseguentemente, nella spesa per nuove assunzioni il personale appartenente alle categorie protette laddove si tratti di cessazioni che si sono verificate ovvero di assunzioni che si realizzeranno nei limiti della copertura della “quota di riserva”.

Inoltre, per effetto delle previsioni contenute nell’art. 9 comma 2 bis della legge 30 luglio 2010 n. 122, nel triennio 2011-2013, si registrerà una revisione delle modalità sia di computo delle economie relative al personale cessato nell’anno precedente a quello di riferimento e, conseguentemente, sia di quantificazione degli oneri relativi a nuove assunzioni di personale in sede di programmazione dei fabbisogni.

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In sostanza, sia le economie derivanti da intervenute cessazioni sia gli oneri correlati a nuove assunzioni dovranno essere calcolati tenuto conto del trattamento economico complessivo, compreso pertanto il trattamento accessorio (per i dirigenti: retribuzione di posizione parte fissa e variabile e retribuzione di risultato).

Sulla base delle premesse considerazioni, malgrado la Camera di commercio di Torino risulti particolarmente “virtuosa” con un indice di equilibrio economico – finanziario di gran lunga inferiore a 35, il numero di assunzioni a tempo indeterminato che si potranno realizzare nel triennio 2012–2014 – fermo restando il permanere degli attuali vincoli assunzionali anche successivamente al 31 dicembre 2012 – continuerà a risultare particolarmente esiguo e tale pertanto da non soddisfare le esigenze organizzative della Camera di commercio di Torino.

La particolare virtuosità della Camera di commercio di Torino, peraltro, risulta confermata dal fatto che il suo indice di equilibrio economico-finanziario continuerebbe a risultare inferiore a 35 anche in caso di totale copertura della dotazione organica.

Di fronte ad una situazione di forte criticità quale quella attuale, è di fondamentale importanza effettuare scelte ponderate in ordine alle priorità di assunzione da realizzarsi nelle diverse Aree/Settori provvedendo in primo luogo alla copertura dei soli posti di categoria C e D ovvero di qualifica dirigenziale ritenuti di particolare rilevanza ai fini del buon funzionamento dell’ente.

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Il contesto economico generale e i possibili impatti sulla Camera di commercio di Torino

Anche se a partire dal primo trimestre del 2010 la produzione industriale piemontese è tornata a crescere, mettendo le basi per un inizio di ripresa, la crisi che ha colpito l’intero sistema economico internazionale a partire dal 2009, non può essere ancora considerata un lontano ricordo, soprattutto alla luce delle recenti vicende, comunitarie e internazionali, che pongono molti interrogativi sul nostro futuro, così come su quello dell’intero sistema Europa.

Le previsioni per il 2012, infatti, preannunciano un nuovo rallentamento dell’economia mondiale destinato a coinvolgere non soltanto i Paesi avanzati, ma anche le economie emergenti. In particolare si evidenzia una sempre maggiore volatilità dei mercati finanziari dovuta sia all’acuirsi della crisi dei debiti sovrani dei Paesi periferici dell’area euro sia ad una decelerazione degli scambi internazionali. L’aumento dei prezzi delle materie prime (in particolare del petrolio) sulla domanda interna dei Paesi trasformatori, l’inasprimento nelle economie emergenti delle politiche monetarie per fronteggiare l’inflazione e le recenti politiche di bilancio di rientro del debito pubblico – attuate in quasi tutti i Paesi europei e negli Stati Uniti – hanno portato il Fondo Monetario Internazionale a rivedere al ribasso le stime di crescita per il biennio 2011-2012 rispetto ai dati forniti nel mese di giugno 2011.

Ecco che la crescita economica mondiale rallenterà dal 5,1% del 2010 al 4,0% del 2011 e del 2012.

A livello nazionale, il Pil dovrebbe aumentare nel prossimo biennio rispettivamente dello 0,6%, dello 0,9% e dell’1,2%, mentre in Piemonte la crescita dovrebbe attestarsi ad un ritmo del +0,9% nel 2012 e del +0,8% nell’anno successivo. La ripresa del sistema economico regionale interesserà anche la domanda interna prevista in crescita del +1,0%

nel 2012 e su tassi lievemente inferiori nel 2013 (+0,6%) e nel 2014 (+0,8%).

Anche sul fronte delle esportazioni si attendono dei miglioramenti. In base al nono Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, vero e proprio monitoraggio dello sviluppo regionale sui mercati esteri, presentato il 20 dicembre scorso da Unioncamere Piemonte, l’indice socio-economico dell’internazionalizzazione della nostra regione registra una performance positiva e nei primi 9 mesi del 2011 l’export è aumentato del 13,6%

Secondo le stime di Prometeia sul fronte dell’occupazione, il numero delle persone in cerca di lavoro, a livello regionale, ha subito una diminuzione nel 2011 (-3,0%) mentre si prevede un aumento nel 2012 (+5,0%) e nuovamente una diminuzione nel 2013 (-1,0%). Il tasso di disoccupazione regionale si attesterà su livelli superiori a sette punti percentuali nel 2012 (7,7%) e nel 2013 (7,6%). Si assisterà parallelamente ad una lievissima contrazione del numero di occupati nel 2012 (-0,2%) ed un ritorno ad un segno positivo nel 2013 (+0,13%).

La ricchezza prodotta dalla provincia di Torino dovrebbe aumentare, dell’1,6% nel 2012 e dell’1,2% nel 2013.

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Da un punto di vista settoriale, nel 2012 le costruzioni subiranno un aumento del valore aggiunto del +0,8% e del +0,5% nel 2013. Per il biennio 2012-2013 anche per l’agricoltura e il comparto dei servizi si prospettano ritmi di crescita poco brillanti, mentre il settore dell’industria dovrebbe manifestare incrementi percentuali via via decrescenti.

Per quanto riguarda la provincia di Torino, si segnalano tassi di disoccupazione particolarmente elevati. Sempre sulla base delle indicazioni fornite da Prometeia, infatti, il tasso di disoccupazione si attesterà su livelli superiori al 9% e addirittura in crescita (9,3%

nel 2012, 9,2% nel 2013). Il numero degli occupati è destinato, infine, ad aumentare in misura più consistente soltanto a partire dal 2013.

A fronte di questa situazione, la Camera di commercio di Torino dovrà necessariamente rafforzare il suo ruolo di sostegno all’economia provinciale e, per tale ragione, in fase di elaborazione del bilancio preventivo, si sono stimati costi per oltre 74.000,00 euro, in linea con il pre-consuntivo del 2011 rettificato dall’accantonamento del fondo svalutazione crediti relativo al recupero coattivo dei diritti annuali pregressi contabilizzati tra le sopravvenienze attive. Anche i proventi, in linea con le previsioni di chiusura del 2011, sono stati inseriti in via prudenziale per un importo pari a € 57.800.000,00.

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Il costo complessivo del personale nella Camera di commercio di Torino

La legge finanziaria per l’anno 2003 ha introdotto l’obbligo del rispetto del c.d. principio di

“invarianza della spesa”: le amministrazioni pubbliche non possono pertanto sostenere un costo complessivo per il personale superiore a quello relativo all’anno 2002.

Il legislatore, in sostanza, ha imposto agli enti – anche al fine di concorrere al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica – una corretta gestione delle risorse finanziarie attraverso il generale contenimento della spesa per il personale nel novero della quale occorre considerare anche gli oneri derivanti dalle assunzioni con forme di lavoro flessibile e dalle collaborazioni coordinate e continuative.

Pur potendo cambiare il mix delle tipologie di contratto cui si fa annualmente ricorso sulla base delle esigenze cui di volta in volta occorre far fronte (copertura di posti vacanti in dotazione organica o ricorso a forme flessibili di lavoro), l’attenzione dell’ente deve essere quella di non eccedere mai, nei singoli anni, il limite massimo di spesa rappresentato dal costo complessivo per il personale relativo all’anno 2002 che, nel caso della Camera di commercio di Torino, è pari a 7.724.065,36 euro, cui si aggiungono contributi e oneri fiscali pari a 2.533.261,72 euro per un totale complessivo di 10.257.327,08 euro.

La Camera di commercio di Torino ha definito e quantificato tale tetto teorico massimo di spesa con deliberazione della Giunta Camerale n. 68 del 3 maggio 2006.

Al fine di creare un parametro stabile, che consentisse di effettuare un confronto uniforme della spesa del personale nel tempo, si è ritenuto opportuno utilizzare esclusivamente quale base di calcolo gli importi della sola retribuzione tabellare riferibili all’anno 2002 secondo quanto previsto per il biennio economico 2002–2003 dal CCNL Regioni e Autonomie Locali 22.01.2004 per il personale non dirigente e dal CCNL Regioni e Autonomie Locali 12.02.2002 per il personale dirigente; il calcolo è stato effettuato tenendo conto della dotazione organica teorica vigente alla data del 29 settembre 2002 e delle forme di lavoro flessibile cui si è ricorso nel 2002 per fronteggiare esigenze straordinarie e eccezionali di personale.

Tale base di calcolo viene mantenuta costante anche per realizzare il monitoraggio degli anni successivi al 2002; ciò garantisce che, i maggiori oneri derivanti dagli incrementi retributivi disposti con i rinnovi contrattuali a livello nazionale, non influenzino il rispetto del principio di invarianza della spesa in quanto estranei e non direttamente collegabili alle politiche retributive discrezionali dell’ente.

Trattandosi di un costo teorico “di struttura”, slegato pertanto dalle singole esigenze o peculiarità del dipendente in servizio, dai vincoli collegati alle assunzioni, al collocamento a riposo o a situazioni particolari, per ciascun anno oggetto di monitoraggio esso è il costo del personale in servizio nell’anno calcolato su base annua per 13 mensilità; non si tiene conto, ai soli fini del calcolo, dei rapporti di lavoro a tempo parziale, delle assenze dal

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servizio e dei congedi, dei periodi di servizio prestati inferiori all’anno in relazione a cessazioni e/o assunzioni intervenute in corso d’anno. I lavoratori con rapporto di lavoro flessibile vengono anch’essi rapportati su base annua (contingente full time equivalent derivante dalla somma dei singoli periodi effettivamente prestati nell'anno o previsionali annui).

Le proiezioni di costo complessivo teorico del personale effettuate con riferimento al triennio 2012–2014 e calcolate utilizzando le voci retributive sopra indicate – cui si aggiungono i contributi e gli oneri fiscali connessi – vengono riportate nel sottostante prospetto da cui si evince sia il rispetto del principio dell’invarianza della spesa sia una progressiva riduzione del costo del personale.

Il costo del personale con rapporto di lavoro flessibile risulta viceversa di gran lunga inferiore a quello del triennio precedente per effetto di quanto previsto dalla recente Legge di Stabilità 2012, fermo restando in ogni caso il ricorso a questa tipologia di personale alla dovuta verifica della sussistenza di esigenze temporanee ed eccezionali sulla base di quanto stabilito dall’art. 36 del D. Lgs. 30 marzo 2001 n. 165.

La tabella seguente riporta i costi complessivi del personale relativi al triennio 2012-2014:

ANNO TIPOLOGIA

COSTO TEORICO TOTALE retribuzione 2002 per 13

mensilità compresi contributi e oneri fiscali Personale a tempo indeterminato 8.190.208,76 Personale con rapporto di lavoro

flessibile 491.238,69

2012

Totale 8.681.447,45 Personale a tempo indeterminato 8.118.893,88

Personale con rapporto di lavoro

flessibile 491.238,67

2013

Totale 8.610.132,55 Personale a tempo indeterminato 8.047.578,98

Personale con rapporto di lavoro

flessibile 491.238,67

2014

Totale 8.538.817,65 Accanto all’indicazione del costo complessivo teorico utile ai fini della verifica del rispetto

del principio di invarianza della spesa, la Camera di commercio di Torino ritiene necessario monitorare anche l’evoluzione del costo previsionale effettivo del personale.

Al riguardo l’ente intende perseguire come ulteriore vincolo, in linea con l’evoluzione tendenziale della normativa riguardante l’intero sistema delle pubbliche amministrazioni, anche se non prescritto in modo diretto alle Camere di commercio da una disposizione di legge, quello di registrare ogni anno una riduzione, o quanto meno l’invarianza, del costo del personale rispetto all’anno precedente.

Il riferimento al concetto di costo effettivo del personale risulta pertanto un ulteriore aggregato di spesa, oltre a quello teorico illustrato in precedenza, utile per monitorare

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l’andamento complessivo dei costi ed assumere adeguate politiche retributive all’interno dell’ente.

Il costo effettivo del personale viene calcolato considerando:

 la retribuzione ordinaria, composta dallo stipendio tabellare, dalla progressione economica orizzontale acquisita e dalle altre voci stipendiali varie ed eventuali, quali ad esempio retribuzione individuale di anzianità e assegni personali, ferie ed ex festività non godute, assegni per il nucleo familiare, trattenute per sciopero o per ore/giorni non lavorati, indennità sostitutiva del preavviso

 la retribuzione straordinaria

 la retribuzione accessoria, composta dalla retribuzione di posizione e di risultato dirigenti, posizioni organizzative e alte professionalità, dall’indennità di comparto, dalle indennità varie (per specifiche responsabilità; disagio; cassa e rischio) e dal compenso incentivante la produttività collettiva e occasionale

 gli oneri previdenziali e assistenziali

 gli oneri fiscali (IRAP)

 gli accantonamenti TFR/IFR

 gli incrementi stipendiali dovuti al CCNL ipotizzati nella misura dell’indennità di vacanza contrattuale corrisposta nel 2010

 il costo per il servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato comprensivo del costo del servizio da versare alla società di somministrazione + IVA Rimangono esclusi i costi relativi a buoni pasto, formazione e rimborsi spese per trasferte così come stabilito dalla circolare del Ministero dello Sviluppo Economico n. 3612/C del 26 luglio 2007, nonché gli arretrati contrattuali.

Tale parametro risulta influenzato da tutti i fattori variabili che incidono a livello retributivo (part–time, assenze, congedi, straordinario,…), dalla decorrenza effettiva delle cessazioni/assunzioni che genera un disallineamento dei costi gravanti soltanto per una quota proporzionata al periodo sul primo anno e successivamente in misura intera a partire dal secondo anno a regime, dall’applicazione a regime del CCNL che determina nell’anno in cui viene sottoscritto, pur non considerando gli arretrati contrattuali relativi ad anni precedenti, un incremento di costo svincolato dalle politiche retributive adottate dall’ente.

Le previsioni di massima del costo effettivo del personale per il triennio 2012–2014, quantificate tenendo conto per ciascun anno delle previsioni di cessazione, di assunzione e di mobilità che emergono dal presente piano dei fabbisogni, confermano un leggero decremento dei costi (che passano nel triennio di riferimento, rispetto al dato di pre- consuntivo 2011 da euro 14.410.000,001 a euro 14.350.000,00).

1 Tale importo si riferisce ai dipendenti a tempo indeterminato, determinato e al personale somministrato e comprende la retribuzione ordinaria, accessoria (inclusi i risparmi degli anni precedenti), lo straordinario, i contributi previdenziali, l’irap, l’accantonamento al tfr/ifr, non considera nè le altre spese del personale (interventi assistenziali, borse di studio, rimborso spese personale distaccato) né le voci di spesa del personale rilevate all’interno delle spese di funzionamento del bilancio camerale (buoni, formazione, trasferte).

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Le risorse decentrate

Le risorse decentrate devono essere quantificate annualmente da ciascuna amministrazione a livello locale e in piena autonomia, nel rispetto delle regole e dei limiti previsti dalla normativa, dai CCNL nonché dei vincoli di bilancio.

Con l’evoluzione normativa degli ultimi anni che ha introdotto principi riformatori di grande portata unita anche alle manovre economiche intervenute nel tentativo di regolarizzare i conti pubblici del Paese con relativo impatto sulle retribuzioni, esse costituiscono sempre più una leva strategica fondamentale per garantire un’equa politica di gestione del personale, finalizzata alla valorizzazione del merito e all’incentivazione delle perfomance organizzative ed individuali. Pertanto, un’attenta programmazione del fabbisogno di personale non può prescindere dalla trattazione della materia, ed in particolare della consistenza e dell’evoluzione delle risorse complessivamente a disposizione nel breve e medio periodo oggetto di analisi.

La Camera di commercio di Torino ha da tempo introdotto modelli di gestione e di valutazione orientati alla selettività, alla valorizzazione delle competenze e della meritocrazia, alla differenziazione della valutazione e all’individuazione di specifiche responsabilità. Tutto ciò per garantire sia coerenza con l’impostazione di modelli organizzativi orientati alla flessibilità e alla velocità d’azione, sia adeguate risposte alle esigenze di un’amministrazione pubblica moderna ed efficiente sia alle esigenze dell’utenza camerale e delle imprese del territorio della provincia torinese.

Nel seguente prospetto è contenuto il dettaglio delle risorse decentrate, sia per il personale dirigente sia per il personale non dirigente, per l’ultimo biennio appena concluso e la previsione per il triennio 2012–2014, dal quale si evince un trend decrescente dell’ammontare a disposizione:

TIPOLOGIA 2010 2011 2012 2013 2014 Media

2012-2014 Risorse decentrate 3.082.000 3.012.500 2.965.000 2.955.000 2.924.000 2.970.000 personale dirigente 800.000 797.000 755.000 750.000 735.000 745.000 personale non dirigente 2.282.000 2.240.000 2.235.500 2.230.000 2.214.000 2.225.000

Le risorse decentrate si intendono composte dalle risorse stabili, al netto di quelle già attribuite e utilizzate per l’erogazione delle progressioni economiche orizzontali fatte confluire tra le voci del trattamento economico stipendiale, e dalle risorse variabili, comprensive dei risparmi di pagamento derivanti dall’anno precedente. Inoltre sono comprensive di contributi ed oneri fiscali.

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La previsione per il triennio 2012-2014 dell’ammontare di risorse decentrate, sia per il personale dirigente sia per il personale non dirigente, registra una sostanziale diminuzione rispetto al biennio precedente 2010-2011 tenuto conto dei pesanti vincoli previsti dal decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 convertito nella legge 30 luglio 2010 n. 122:

 trattamento economico non superiore a quello ordinariamente spettante per l’anno 2010, con conseguente blocco di nuovi e maggiori interventi retributivi di natura accessoria (art. 9 comma 1)

 ammontare complessivo delle risorse decentrate non superiore a quello dell’anno 2010 ed automatica riduzione in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio (art. 9 comma 2-bis)

 blocco della contrattazione nazionale per l’intero triennio, fatta salva soltanto l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale (art. 9 comma 17).

Considerato il limite alla consistenza delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale, le risorse discrezionali e aggiuntive della Giunta camerale, previste ai sensi dell’art. 15 c. 5 del CCNL 1°.4.1999 per il personale non dirigente e ai sensi dell’art. 26 c.

3 del CCNL 23.12.1999 per il personale dirigente, sono state ipotizzate in misura inferiore rispetto al medesimo ammontare definito per l’anno 2010.

In ogni caso si evidenzia che la conferma dell’ammontare di risorse aggiuntive e discrezionali rese disponibili di anno in anno è subordinata alla verifica dell’ufficio “Progetti direzionali, controllo strategico e di gestione” sui requisiti di virtuosità, di capacità di bilancio e di attivazione di nuovi servizi e/o di miglioramento qualitativo di quelli esistenti, e conseguentemente all’autonomo e distinto apprezzamento della Giunta medesima.

Sulla base dei risultati ottenuti e consuntivati, coerentemente alla Relazione sulla performance, redatta dall’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), che consente di verificare i risultati ottenuti nel corso dell’anno precedente dall’ente, dalle unità organizzative, dalla dirigenza, ecc. in relazione agli obiettivi individuati, e dei miglioramenti qualitativi e quantitativi dei servizi erogati, la Giunta ha facoltà di confermare, ma anche di diminuire o aumentare, l’ammontare di risorse discrezionali per la retribuzione accessoria del personale.

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