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2022_02_17_220214_Relazione verifica compensazione ambientale (9077 KB)

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Via Vittorio Veneto, 6 31027 Lovadina di Spresiano (TV)

REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE

DI BIOMETANO DELL’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI TREVIGNANO

Relazione di verifica di compensazione

ambientale prevista dall’Art. 44 del Regolamento del Verde del comune di Paese

REV. DATA DESCRIZIONE

REVISIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO

00 10/12/2021 Prima emissione Dott. for. Cesare Cariolato – Studio

PROGEA

Ing. A. Conte –

ambiente spa Ing. F. Seni – ambiente spa

(2)

Sommario

PREMESSA ... 3

INQUADRAMENTO ... 4

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ... 7

3.1. Tecniche di impianto ... 9

Filari arborei filtro ... 9

Siepe monofilare arboreo-arbustiva ... 10

Siepe monofilare arboreo-arbustiva ... 11

3.2. Materiale vivaistico ... 12

3.3. Cure colturali ... 12

VALUTAZIONE ... 13

4.1. Analisi dell’Indice di Biopotenzialità territoriale (BTC) ... 13

ALLEGATI ... 18

5.1. Allegato1: Schede degli alberi e degli arbusti impiegati per la fase di ripristino ambientale. 18 5.2. Allegato 2: Documentazione fotografica ... 18

5.3. Allegato 3: Computo metrico ... 33

5.4. Allegato 4: Tavole ... 34

Il presente documento è stato sviluppato da ambiente s.p.a. in base alle informazioni disponibili fornite dalla Committenza.

(3)

PREMESSA

Contarina S.p.A. gestisce attualmente un impianto di compostaggio nel Comune di Trevignano (TV).

La società ha intenzione di installare un impianto di trattamento delle matrici organiche dei Rifiuti Solidi Urbani Differenziati (FORSU e verde) mediante un processo di digestione anaerobica finalizzata alla produzione di biometano e successiva valorizzazione del biogas prodotto. Si tratta quindi di integrare l’attuale impianto di compostaggio con tre nuove sezioni tecnologiche di seguito riportate:

1. Sezione di digestione anaerobica della potenzialità di 50.000 t/anno di FORSU e scarti vegetali;

2. Sezione di upgrading in grado di produrre biometano per l’immissione in rete del gas metano esistente;

3. Sezione di misura e compressione del biometano per l’immissione in rete;

4. Liquefazione e distribuzione.

In data 26/10/2021 si è tenuta la Conferenza di Servizi decisoria in merito alle modifiche progettuali descritte sopra.

La presente relazione è finalizzata ad ottemperare a quanto prescritto dal comune di Paese in merito alle modifiche delle aree a verde ed alla necessità di una relazione di verifica di compensazione ambientale.

La relazione è accompagnata da una planimetria del verde ed una sezione con la specificazione delle tipologie degli impianti, delle specie da utilizzare e dei sesti di impianto, e da un computo metrico relativo alle opere a verde previste.

(4)

INQUADRAMENTO

L’area di progetto è ubicata nel settore Nord del territorio comunale di Paese. Nelle figure seguenti si riporta una corografia dell’area di intervento su base CTR.

Il progetto prevede l’ampliamento dell’impianto di compostaggio Contarina Spa, situato nel comune di Trevignano nonché la realizzazione di un nuovo canale, che vada a sostituire il tracciato esistente (riportato in Figura 2) interferente con il progetto edilizio.

Si rimanda agli elaborati predisposti dai progettisti.

Figura 1. Inquadramento dell’area di intervento su base C.T.R.

Allo stato attuale il corso d’acqua destinato ad essere deviato è un canale secondario di Postioma il cui tracciato è riportato nella successiva figura.

(5)

Figura 2. Estratto dell’area di interesse su Ortofoto con evidenze sui corsi d’acqua

Allo stato attuale il corso d’acqua è a fondo naturale, con sezione parabolica e sponde naturali incise nel terreno a matrice ghiaiosa. (Figura 3).

Figura 3 Particolare sul canale allo stato attuale (novembre 2021)

La vegetazione presente sulle sponde è strutturata in filare arboreo-arbustivo composta principalmente da uno strato arbustivo e da individui arborei di altezza massima di 7 m. In entrambe

(6)

in destra idrografica si ha attualmente un monofilare di profondità massima di 2,5 m, mentre la fascia in sinistra risulta più profondo e con piante di maggiori dimensioni.

Sulla base del sopralluogo effettuato si segnala la presenza delle seguenti specie:

Vegetazione erbacea Vegetazione arboreo-arbustivo Erigeron annuus (L.) Pers.

Phytolacca dioica L

Rubus spp. L.

Cornus sanguinea L.

Clematis vitalba L.

Juglans regia L.

Robinia pseudoacacia L.

Sambucus nigra L.

Morus alba L.

Ficus carica L.(sporadica) Populus nigra L.

Prunus avium L. (rinnovazione) Hedera helix L.

Figura 4. Estratto della planimetria dello stato attuale

Sulla base della Carta di copertura del suolo della Regione Veneto (2018), riportata di seguito per estratto, l’area interessata dal progetto presenta il codice Corine Land Cover 2.2.1 “Seminativi”. Dal sopralluogo effettuato si evince come la zona interessata da intervento sia investita dal ceraseto.

(7)

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

L’intervento che, come detto, prevede l’ampliamento del centro di compostaggio comporta la ricollocazione del tracciato del canale e, quali misure compensative, la realizzazione di due filari arborati a filtro dei nuovi edifici nonché l’impianto di un filare in destra idrografica del nuovo tracciato del canale. La planimetria dei progettisti, allegata di seguito propone quanto sopra descritto.

Per la progettazione del verde si è fatto riferimento al Prontuario del Piano del verde comunale (anno 2009).

Il progetto specificativo è finalizzato ad aumentare il pregio ecologico della vegetazione lungo il nuovo tratto di canale.

Per tale motivo si sono scelte specie autoctone sia arboree che arbustive ad alto valore-funzionalità ecologica e buona amplitudine ecologica, in grado di produrre fruttificazione abbondante e costituire a maturità rifugio e luogo di nidificazione per l’avifauna e la micromammalofauna.

Si sono alternate specie arboree di prima e seconda grandezza e specie arbustive di differenti altezze in modo fa agevolare l’attività di manutenzione.

Filari arborei filtro

Questi due filari hanno funzione di filtro tra l’edificato e l’intorno agricolo, essi sono costituiti da Carpinus betulus allevato a ceppaia con distanza tra le piante di 3 m.

Filari a corredo del canale di nuovo tracciato

In destra idrografica è previsto l’inserimento di una siepe monofilare arbustiva, seguita da una siepe monofilare arboreo-arbustiva, come riportato di seguito.

La distanza dal ciglio del canale della siepe monofilare arbustiva che si affaccia sullo stesso è pari a 1,5 m, come previsto dal prontuario del comune di Paese. D’altro canto, la manutenzione del canale può essere agevolmente eseguita dalla sponda opposta. Inoltre, la distanza tra il filare arboreo- arbustivo e quello arbustivo consente agevolmente il passaggio di un mezzo meccanico per la potatura e/o il taglio di entrambe le formazioni lineari (filare arboreo e filare arboreo-arbustivo). Si osserva inoltre che il filare arbustivo può essere normalmente ceduato con frequenza di 5 anni.

Qualora si dovesse intervenire sulla ponda del canale sarà sempre possibile operare il taglio raso del filare arbustivo.

(8)

Figura 5 Sezione tipo del nuovo tratto di canale

Le specie scelte per il primo filare arbustivo sono le seguenti:

− Cornus sanguinea L.

− Rhamnus frangula L.

− Ligustrum vulgare L.

− Viburnum opulus L.

− Euonymus europaeus L.

Il secondo filare sarà posizionato a 3 m dal primo e sarà composto da una alternanza di arbusti ed alberi di prima e seconda grandezza, seguendo la scheda del prontuario 4A SIEPE MONOFILARE arboreo-arbustiva planiziale.

Gli arbusti saranno appartenenti alle medesime specie utilizzate nel primo filare, mentre la componente arborea sarà così costituita:

− Acer campestre L.

− Quercus robur L.

− Prunus avium L.

(9)

Figura 6 Planimetria stato di progetto

3.1. Tecniche di impianto

Per la realizzazione della sistemazione a verde è previsto l’impiego di tre differenti tipologie di impianto. Gli schemi tipologici sono riportati negli allegati grafici (Allegato 4)

Filari arborei filtro

La prima tipologia di impianto presenta le seguenti caratteristiche:

Tipo filare con funzione protettiva e

schermante

Ubicazione fasce perimetrale

Terreno aiuola

Specie arboree Carpinus betulus L.

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Questi filari costeggeranno il lato est e parte del lato sud del nuovo perimetro del centro di compostaggio.

Tipologicamente si tratta di un frangivento medio, formato da alberi di 2a grandezza; il carpino bianco sarà governato a ceppaia.

In allegato (Allegato 4) viene riportato lo schema d’impianto del filare, mentre per le caratteristiche delle specie si rimanda alle specifiche schede, allegate alla presente relazione.

Le tecniche d’impianto prevedono le seguenti sequenze operative:

− ripuntatura profonda del terreno per rompere l’eventuale soletta di lavorazione;

− aratura profonda e fresatura o altre lavorazioni superficiali, con lo scopo di affinare e livellare il substrato;

− scavo manuale o meccanico della buca;

− riporto di concime organo-minerale sul fondo della buca;

− stesura di disco pacciamante in cocco avente diametro di 80cm e suo fissaggio con picchetti in legno o ferro;

− impianto delle piantine e apposizione del collare in EVA (quadrato di 30 cm x 30 cm).

Il materiale vivaistico sarà costituito da piantine giovani (s1, s1t1,) allevate in fitocella.

Siepe monofilare arboreo-arbustiva

Tipo Siepe monofilare arboreo-arbustiva

Ubicazione lungo canale di nuovo tracciato

Terreno terreno naturale

Specie arboree

Acer campestre L.

Quercus robur L.

Prunus avium L.

Specie arbustive

Cornus sanguinea L.

Rhamnus frangula L.

Ligustrum vulgare L.

Viburnum opulus L.

Euonymus europaeus L.

Questa tipologia di impianto interesserà la sponda ovest del nuovo tratto di canale, a 3 m dalla siepe monofilare arbustiva posta a ridosso delle sponde.

La costituzione di questo filare prevede:

− Farnia ogni 12 m

− Ciliegio posto nel filare a 6 m da ogni farnia;

− Acero a 3 m

− Posizionamento di arbusti ad ogni metro

In allegato viene riportato lo schema d’impianto del gruppo base, mentre per le caratteristiche delle specie si rimanda alle specifiche schede.

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Per questa tipologia la composizione specifica assicura una fioritura scalare per tutta la stagione primaverile e la presenza di bacche colorate persistenti dalla tarda estate all’inverno inoltrato.

Le tecniche d’impianto prevedono le seguenti sequenze operative:

− ripuntatura profonda del terreno per rompere l’eventuale soletta di lavorazione;

− aratura profonda e fresatura o altre lavorazioni superficiali, con lo scopo di affinare e livellare il substrato;

− scavo manuale o meccanico della buca;

− riporto di concime organo-minerale sul fondo della buca;

− stesura di disco pacciamante in cocco avente diametro di 60cm e suo fissaggio con picchetti in legno o ferro;

− impianto, con bastone piantatore, delle piantine.

Il materiale vivaistico sarà costituito da piantine giovani (s1, s1t1,) allevate in fitocella.

Siepe monofilare arboreo-arbustiva

Tipo siepe monofilare arbustiva

Ubicazione lungo canale di nuovo tracciato

Terreno di riporto

Specie arbustive

Cornus sanguinea L.

Rhamnus frangula L.

Ligustrum vulgare L.

Viburnum opulus L.

Euonymus europaeus L.

All’interno della siepe le piante verranno messe a dimora ogni 1m.

Le tecniche d’impianto prevedono le seguenti sequenze operative:

− ripuntatura profonda del terreno per rompere l’eventuale soletta di lavorazione;

− aratura profonda e fresatura o altre lavorazioni superficiali, con lo scopo di affinare e livellare il substrato;

− scavo manuale o meccanico della buca;

− riporto di concime organo-minerale sul fondo della buca;

− stesura di disco pacciamante in cocco avente diametro di 60cm e suo fissaggio con picchetti in legno o ferro;

− impianto, con bastone piantatore, delle piantine.

Il materiale vivaistico sarà costituito da piantine giovani (s1, s1t1,) allevate in fitocella.

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3.2. Materiale vivaistico

Nella scelta del materiale vivaistico si è privilegiato, piuttosto che l'impiego di materiale con più anni di età, l'impiego di materiale giovane di 1 o due anni allevato in fitocella.

Tale scelta è motivata dai vantaggi che il materiale vivaistico giovane assicura, quali:

− facilità di attecchimento (le piantine allevate in contenitore, ad esclusione del noce che deve essere fornito a radice nuda, hanno un apparato radicale giovane e tale da poter superare prontamente la fase del trapianto);

− costo contenuto;

− possibilità di impiego di tecniche di impianto speditivo;

− ridotte esigenze di manutenzione e soprattutto di irrigazione.

Nelle tecniche tradizionali vengono infatti impiegate piante di più anni d'età allevate a terra in vivaio e trapiantate per anni successivi per poter consentire un corretto sviluppo della chioma e dell'apparato radicale.

Tali operazioni non sempre vengono effettuate con la necessaria periodicità compromettendo quindi l'armonioso sviluppo della chioma e dell'apparato radicale.

Quando le piante di qualche anno, ancorché correttamente allevate in vivaio, vengono piantate risentono anche per più anni delle mutate condizioni stazionali (apporti idrici, luce, suolo) e riprendono pertanto in tempi più o meno lunghi la normale crescita.

Tutte le piante dovranno avere provenienza autoctona a partire da popolamenti naturali localizzati nella nostra regione o nell'Italia settentrionale a garanzia del patrimonio genetico naturale e della buona riuscita degli impianti.

3.3. Cure colturali

Per tutti gli impianti si renderanno necessarie nei primi anni, fino ad affermazione delle piantine, irrigazioni di soccorso, che dovranno essere evidentemente più puntuali per l’impianto di arboricoltura da legno e solo se strettamente necessarie per gli altri impianti.

Nell’anno successivo l’impianto, si procederà alla sostituzione delle piante morte, qualora il numero delle fallanze superi il 5% di quelle poste a dimora.

Dopo il primo anno si provvederà alla prima ceduazione.

Dopo tre anni, si provvederà a potature di allevamento degli alberi, alla ceduazione di quelli allevati a ceppaia e a potature di formazione degli arbusti.

Alla fine del terzo anno si potrà procedere alla rimozione dei dischi pacciamanti.

Per quanto attiene i tagli successivi, questi possono essere graduati in funzione delle esigenze di gestione: in particolare, la siepe arbustiva può essere normalmente ceduata ogni 5 anni, intervenendo con trattore doto di braccio trinciasementi

.

(13)

VALUTAZIONE

Per valutare l’idoneità ambientale dell’intervento si è utilizzata la biopotenzialità territoriale come previsto dalle norme tecniche del citato regolamento.

4.1. Analisi dell’Indice di Biopotenzialità territoriale (BTC)

L’analisi delle caratteristiche funzionali del mosaico territoriale è stata indagata mediante l’attribuzione dell’indice di Biopotenzialità Territoriale (BTC) (Ingegnoli, 1993). Il BTC è un indicatore dello stato del metabolismo energetico dei sistemi vegetali ed è in grado di restituire una lettura delle trasformazioni del territorio ed in particolare dello stato di antropizzazione dello stesso.

Ad ogni ambito omogeneo è stata attribuita una classe di Biopotenzialità Territoriale, sulla base della carta dell’uso del suolo, delle foto aeree e, ove utile, dei dati ottenuti da rilevamenti di campagna.

L’indice di Biopotenzialità Territoriale viene restituito utilizzando le Classi Standard di BTC nella loro forma più aggiornata. Tali classi sono efficaci a scopo diagnostico e consentono di analizzare efficacemente le trasformazioni dell’ecotessuto: rappresentano infatti una normalizzazione del range dei valori misurabili nei tipi di ecosistemi presenti nell’area di studio e sono di ampiezza non omogenea poiché corrispondente a un preciso significato ecologico (Ingegnoli, 2002; 2005; 2015).

I valori di BTC e le relative classi per ciascuna unità ecosistemica sono riportate nella seguente Tabella.

Tabella 1: Classi dell'indice di biopotenzialità territoriale (BTC)

Classi Descrizione BTC

[Mcal/m2/anno]

I (Bassa) Prevalenza di sistemi con sussidio di energia (industrie e infrastrutture, edificato) o a bassa metastabilità (aree nude, affioramenti rocciosi). < 0,5

II (medio- bassa)

Prevalenza di sistemi agricoli-tecnologici (prati e seminativi, edificato sparso), ecotopi naturali degradati o dotati di media resilienza (incolti erbacei, arbusteti radi, corridoi fluviali privi di vegetazione arborea).

0,5 – 1,5

III (media)

Prevalenza di sistemi agricoli seminaturali (seminativi Arborati, frutteti,

vigneti, siepi) a media resistenza di metastabilità. 1,5 – 2,5

IV (medio- alta)

Prevalenza di ecotopi naturali a media resistenza e metastabilità (arbusteti paraclimatici, vegetazione pioniera), filari, verde urbano, rimboschimenti, impianti da arboricoltura da legno, pioppeti.

2,5 – 3,5

V (alta)

Prevalenza di ecotopi senza sussidio di energia, seminaturali (boschi cedui) o naturali ad alta resistenza e metastabilità: boschi del piano basale e submontano, zone umide.

> 3,5

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Per associare ad ogni categoria di uso del suolo un valore di biopotenzialità si è scelto di effettuare l’analisi in un ambito compreso nei 300 m di distanza dall’attuale centro di compostaggio, per apprezzarne maggiormente il dettaglio.

Di seguito si riporta un estratto dell’uso del suolo per l’area di indagine.

Tabella 2 Estratto uso del suolo nell’area di indgine allo stato attuale e di progetto (elaborazione del dato ricavato dal Geoportale della Regione Veneto)

Ante opera Post opera

La biopotenzialità territoriale è stata stimata attribuendo a ciascuna tipologia di uso del suolo individuata gli indici descritti. I risultati sono riportati nelle figure e nelle tabelle seguenti.

Legenda Usosuolo CODICE

1.1.2.2 Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente residenziale 1.1.3.2 Strutture residenziali isolate

1.2.1.1 Aree industriali e spazi annessi 1.2.2.2 Altre strade e spazi accessori 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.2.1 Vigneti

2.2.2 Frutteti e frutti minori

2.3.1 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione 3.1.1.5.2 Robinieto

3.2.4 Vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 5.1.1.1 Fiumi, torrenti e fossi

5.1.1.2 Canali e idrovie

(15)

Tabella 3 Classi BTC per tipologie di uso del suolo

Tipologia Classe

BTC Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente residenziale (Sup. Art. 30%-50%) 0,35 Strutture residenziali isolate (discrimina le residenze isolate evidenziando il fatto che sono

distaccate da un contesto territoriale di tipo urbano) 0,9

Aree destinate ad attività industriali e spazi annessi 0,1

Rete stradale principale e superfici annesse (strade statali) 0,1

Terreni arabili in aree irrigue 1,5

Vigneti 2

Frutteti 2

Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione 0,75

Robinieto 4

Canali rivestiti e idrovie 0,35

Fiumi, torrenti, fossi 5

In Tabella 4 ed in Tabella 3 viene rappresentata la distribuzione della biopotenzialità nella situazione attuale.

Tabella 4 Distribuzione valori BTC nello stato attuale

Codice Legenda Superficie

[ha] % BTC

1.1.2.2 Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente

residenziale (Sup. Art. 30%-50%) 4,25 7,35% 0,35

1.1.3.2

Strutture residenziali isolate (discrimina le residenze isolate evidenziando il fatto che sono distaccate da un contesto territoriale di tipo urbano)

0,05 0,08% 0,9

1.2.1.1 Aree destinate ad attivita industriali e spazi annessi 7,49 12,97% 0,1

1.2.2.2 Rete stradale principale e superfici annesse (strade

statali) 1,34 2,32% 0,1

2.1.2 Terreni arabili in aree irrigue 35,39 61,27% 1,5

2.2.1 Vigneti 0,75 1,29% 2

2.2.2 Frutteti 1,83 3,17% 2

2.3.1 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette

a rotazione 4,73 8,19% 0,75

3.1.1.5.2 Robinieto 0,49 0,85% 4

5.1.1.2 Fiumi, torrenti, fossi 1,45 2,51% 5

57,758 100,00% 1,27

(16)

pari a 1,27, corrispondente ad una classe di qualità medio-bassa. Si osserva come il filare esistente venga ricompreso nella categoria del robinieto: questa attribuzione risulta coerente in considerazione della povertà floristico vegetazionale della siepe.

L’attribuzione della biopotenzialità nello stato di progetto deriva dalle tavole di progetto. Nella successiva tabella vengono riepilogati i relativi valori.

Tabella 5 Distribuzione valori BTC nello stato di progetto

Codice Legenda Superfici

e [ha] % BTC

1.1.2.2 Tessuto urbano discontinuo medio, principalmente residenziale

(Sup. Art. 30%-50%) 4,25 7,35% 0,35

1.1.3.2

Strutture residenziali isolate (discrimina le residenze isolate evidenziando il fatto che sono distaccate da un contesto territoriale di tipo urbano)

0,05 0,08% 0,9

1.2.1.1 Aree destinate ad attivita industriali e spazi annessi 8,24 14,26% 0,1 1.2.2.2 Rete stradale principale e superfici annesse (strade statali) 1,34 2,32% 0,1

2.1.2 Terreni arabili in aree irrigue 35,35 61,20% 1,5

2.2.1 Vigneti 0,75 1,29% 2

2.2.2 Frutteti 1,07 1,86% 2

2.3.1 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a

rotazione 4,73 8,19% 0,75

3.1.1.5.

2 Robinieto 0,28 0,48% 4

3.2.4 Vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione 0,17 0,30% 5

5.1.1.1 Fiumi, torrenti, fossi 1,40 2,43% 5

5.1.1.2 Canali e idrovie 0,14 0,25% 0,35

57,76 100,00

% 1,24

Dalla tabella emerge che nell’area di indagine oltre il 64% della superficie appartiene alla classe media, circa il 24% della superficie ricade in classe bassa. Il valore medio ponderato risulta pari a 1,24, corrispondente alla classe medio-bassa.

So osserva come i nuovi impianti arboreo-arbustivi siano ricompresi nella categoria vegetazione boschiva-arbustiva in evoluzione, tale classificazione è coerente in quanto si introduce una compagine vegetazionale di pregio floristico e vegetazionale coerente con la flora autoctona planiziale.

Dall’analisi della biopotenzialità territoriale emerge come vi sia una riduzione del valore medio ponderato di 0,03, percentualmente pari allo 2,36%, principalmente dovuto al passaggio di una porzione di territorio da ceraseto a zona produttiva. La classe BTC di appartenenza dell’area di

(17)

Pertanto, se la BTC complessiva ha un leggero decremento, peraltro trascurabile in termini percentuali, il progetto consente di migliorare la qualità della vegetazione arboreo arbustiva del sito ottemperando alla richiesta di “compensazione, intesa quale misura atta a controbilanciare gli effetti negativi generati da un progetto/intervento”.

(18)

5. ALLEGATI

5.1. Allegato1: Schede degli alberi e degli arbusti impiegati per la fase di ripristino ambientale

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ACERO CAMPESTRE Acer campestre L.

Famiglia: Aceraceae

MORFOLOGIA: È un albero caducifoglio di modeste dimensioni (può raggiungere i 18-20 metri di altezza come massimo), il fusto non è molto alto, con tronco spesso contorto e ramificato; chioma rotondeggiante lassa. La corteccia è bruna e fessurata in placche rettangolari, i rami si caratterizzano perché sono sottili e ricoperti da una peluria.

Le foglie sono semplici, dotate di un lungo picciolo. La lamina è palmata-palmatolobata e presenta 3-5 lobi smussati, di cui i due inferiori più piccoli. Sono di colore verde opaco nella pagina superiore e verde più chiaro in quella inferiore.

Presenta fiori giallo-verdi, bisessuali e unisessuali maschili, riuniti in infiorescenze a corimbo eretti o reclinati, ciascuno formato da 10 fiori.

I frutti sono sincarpici, si tratta di samare doppie con ali allungate opposte che divergono di 180°.

SCHEDA 1

COROLOGIA: è diffuso nella maggior parte dell’Europa centrale e meridionale, ad est raggiunge la Vistola e il Don, al nord la Scozia e l’Irlanda, manca nella Finnoscandia, a ovest si rarefà nella penisola Iberica, ma lo troviamo poi nelle zone più fresche dell’Africa settentrionale, dell’Anatolia pontica (Mar nero), raggiunge il Caucaso e i monti dell’Iran. Presente in tutte le regioni italiane. In Italia è molto comune dal livello del mare fino all’inizio della faggeta.

ECOLOGIA: Il suo Habitat è quello dei boschi meso-termofili ma non eccessivamente xerici, soprattutto nei querceti a foglia caduca, dal Lauretum freddo al Castanetum freddo al limite del Fagetum. Preferisce suoli abbastanza ricchi, anche di matrice argilloso-limosi, trova meno concorrenza nei suoli debolmente carbonatici.

IMPIEGO: è una pianta molto usata nel verde pubblico come singola pianta o a gruppi nei parchi, come alberatura nei viali, ad alberello per i parcheggi; nei giardini si può utilizzare come pianta singola, a gruppi, molto adatta per siepi formali o per siepi miste campestri.

Essendo una pianta mellifera, risulta molto visitata dalle api per il polline ed il nettare

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU: È specie ideale per la costituzione di siepi campestri.

La facilità d’attecchimento ed il rapido sviluppo della pianta consentono di abbreviare i tempi necessari a raggiungere la fisionomia definitiva della formazione lineare.

La fioritura e la fruttificazione incrementano il valore paesaggistico e faunistico delle formazioni lineari.

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CARPINO BIANCO Carpinus betulus L.

Famiglia: Corylaceae

MORFOLOGIA: albero di 2° grandezza che raggiunge i 25 m di altezza. Tronco costolato con corteccia grigia e liscia.

Foglie lunghe 4-10 cm, ellittiche od obovate, acuminate, doppiamente seghettate,

arrotondate o quasi cordate alla base, di colore verde tenero.

Fiori monoici con fiori raggruppati in amenti penduli. Il frutto è un amento costituito da involucri verdi a tre lobi di cui quello mediano molto più lungo di quelli laterali.

SCHEDA 2

COROLOGIA: specie la cui distribuzione comprende l’Europa centrale e sud-orientale sino al Caucaso.

In Italia è presenta in tutta la penisola specialmente nelle stazioni montane delle regioni settentrionali e centro meridionali, è assente sulle isole.

ECOLOGIA: partecipa alla costituzione dei boschi a latifoglie miste mesofile insieme alla farnia nelle regioni di pianura e pedecollinari ove va a costituire il querco-carpineto, mentre si accompagna al cerro, alla rovere ed al castagno nelle formazioni collinari su suoli freschi e profondi. È anche presenti negli ostrieti e nelle faggete più termofile. È specie sciafila indicatrice di stazioni mesiche Predilige i terreni calcarei.

IMPIEGO: è specie largamente impiegata nei parchi e nei giardini nonché nelle alberature stradali. È particolarmente impiegato nella costituzione di siepi alte formali in quanto sopporta bene le potature e mantiene a lungo il fogliame anche durante l’inverno inoltrato.

Per le sue caratteristiche ben si presta a formare siepi e barriere vegetali nelle quali può consociarsi a specie arboree ed arbustive.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

Lungo i confini della nuova area produttiva risulta specie oltremodo indicata per formare una barriera vegetale ad elevato valore paesaggistico e schermante.

Le piante si adattano bene al governo a ceduo ed alla potatura anche meccanizzata.

La legna da ardere può costituire un prodotto di elevato interesse economico.

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CILIEGIO SELVATICO Prunus avium L.

Famiglia: Rosacee

MORFOLOGIA: albero di 2° grandezza che raggiunge i 20-35 m di altezza. Corteccia sottile, bruno rossastra con lenticelle che tendono a formare deglianelli orizzontale.

sgrigio-argentea liscia che si fessura con l’età.

Foglie alterne, pendule, con picciolo scanalato lungo sino a 5 cm, di forma ovato oblunga, acuminata all’apice e con margine doppiamente dentato.

Fiori ermafroditi riuniti in gruppetti da 2 a 6; i 5 petali sono bianchi.

Il frutto è una drupa globosa rosso scura o nero purpureo a maturità.

SCHEDA 3

COROLOGIA: specie la cui distribuzione originaria comprende l’Europa centrale ove raggiunge il 52° parallelo, l’Italia settentrionale, il nord della Spagna ed i Balcani, con disgiunzioni nell’Asia minore, nel Caucaso e nell’Africa settentrionale.

ECOLOGIA: è specie pioniera, eliofila, che predilige terreni di medio impasto, neutri, freschi anche se episodicamente secchi, sopportando infatti i periodi di siccità estiva, mentre non tollera i ristagni d’acqua.

Non ha particolari esigenze per quanto attiene il pH e si adatta anche a terreni acidi o alcalini.

IMPIEGO: è specie largamente impiegata nell’arboricoltura da legno, il legno è molto richiesto sia per trinciatura che per segagione, il ciclo produttivo necessario per ottenere piante di almeno 30 cm di diametro dovrebbe attestarsi intorno ai 25-30 anni. La specie può essere impiegata in consociazione con il noce, i frassini, il pioppo e le querce nonché con alberi ed arbusti secondari. Necessita di limitate potature di formazione mentre risulta delicata la riprese della dominanza apicale nei soggetti che abbiano subito la perdita del getto terminale.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

La presenza di questa specie nelle aree limitrofe a quella di intervento e la presenza di rinnovazione allo stato attuale hanno favorito la scelta di questa specie. Risulta specie di pregio per l’avifauna.

Non va inoltre trascurato l’interesse estetico

e paesaggistico del ciliegio sia per

l’abbondante fioritura che per il valore

cromatico del fogliame autunnale.

(22)

FARNIA

Quercus robur L.

Famiglia: Fagaceae Famiglia: Cornaceae

MORFOLOGIA:

Albero che può raggiungere i 30-35 m di altezza, con chioma ampia, globosa. Fusto diritto e ramificato nella parte medio-alta.

Scorza grigiastra, intensamente solcata e incisa longitudinalmente.

Foglie decidue, semplici e di forma obovata- oblunga con apice più espanso e lamina più stretta presso l’inserzione sul ramo che avviene in modo quasi sessile, con un breve picciolo appena percettibile. Pianta monoica con fiori unisessuali riuniti in infiorescenze. Fioritura:

aprile-maggio

SCHEDA 4

COROLOGIA: Specie autoctona, originaria dell’Europa centro-settentrionale (dall’Italia alla fascia settentrionale della Penisola Iberica, fino alle regioni meridionali della Scandinavia).

ECOLOGIA: componente delle grandi foreste planiziali tendenzialmente continentali dell'Europa centrale e orientale, eliofila.

Predilige i terreni profondi, freschi, fertili con buona disponibilità idrica per tutto l'anno, anche con falda freatica superficiale ma rifugge quelli troppo compatti.

In pianura, forma querco-carpineti planiziali con il carpino bianco. Nelle alte pianure e zone collinari forma Querco-Carpineti collinari, con partecipazione di Frassino maggiore, Castagno, Acero di monte e Acero riccio, Olmo montano, Ciliegio selvatico e il Pado.

IMPIEGO: Il legno, bruno-scuro, resistente, durevole e di facile lavorazione, è usato per mobili, parquets, compensati; molto ricercato per doghe di botti, destinate all’invecchiamento di vini pregiati e del cognac. Dalla scorza si estrae tannino.

Molto importante il suo utilizzo nel settore paesaggistico-ornamentale; si ricorda che per l’attecchimento, dopo la messa a dimora e nei primi anni successivi, necessita di irrigazioni o comunque di un terreno abbastanza umido.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

Lungo i confini della nuova area produttiva risulta specie oltremodo indicata per formare una barriera vegetale ad elevato valore paesaggistico e schermante.

(23)

SANGUINELLO Cornus sanguinea L.

Famiglia: Cornaceae

MORFOLOGIA: è un arbusto che può crescere fino ad un massimo di 5 m.

Le foglie sono ovali e possono raggiungere una lunghezza di dieci centimetri, con nervatura ricurva e piccioli che non presentano peluria.

I fiori che si formano dopo la fogliazione, sono ermafroditi, peduncolati, di colore bianco-crema, formano ombrelle apicali piatte di 4÷5 cm di diametro; la corolla è composta da 4 petali liberi, lineari, pelosi inferiormente. Presentano 4 stami, lunghi quanto la corolla. Hanno odore sgradevole, ma che attrae molto alcuni insetti.

Il frutto è una drupa sferica non commestibile, che contiene 2 semi.

SCHEDA 5

COROLOGIA: è una pianta con una distribuzione che comprende l’Europa e l’Asia Minore. È diffusa ampiamente nell’Europa Centrale ed in Italia è presente su tutto il territorio.

ECOLOGIA: l’habitat di questa pianta è quello cha va dal piano sino a 1.300 m s.l.m tra i filari degli alberi, nei boschi misti di latifoglie, al margine dei prati, nelle macchie in riva all’acqua.

Predilige terreni fertili e freschi; pioniera che compare tra le prime legnose nei terreni abbandonati e, soprattutto calcarei, dove forma facilmente delle associazioni con altre specie autoctone.

IMPIEGO: si tratta di una pianta molto usata per il rinverdimento e riforestazione, nonché per la creazione di siepi perché non richiede potature.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

E’ specie ideale per la costituzione di siepi campestri.

La facilità d’attecchimento ed il rapido sviluppo della pianta consentono di abbreviare i tempi necessari a raggiungere la fisionomia definitiva della formazione lineare.

La fioritura e la fruttificazione incrementano il valore paesaggistico e faunistico delle formazioni lineari.

(24)

BERRETTA DEL PRETE Euonymus europaeus Famiglia: Celastraceae

MORFOLOGIA: si tratta di un arbusto autoctono raramente superiore ai 3/4 m. Le foglie sono caduche, lanceolate, acute, con margine finemente dentellato.

La fioritura avviene ad aprile-luglio, con produzione di fiori bianco-giallastri, a quattro petali, ai quali seguono, in autunno, frutti di colore rosso intenso che a maturità si aprono in quattro lobi dalla curiosa forma simile al cappello usato dai sacerdoti cattolici (da cui prende il nome comune).

SCHEDA 6

COROLOGIA: specie Euro-asiatica ed in Italia è presente su tutto il territorio nazionale.

ECOLOGIA: è un arbusto che cresce nei boschi misti di latifoglie, in zone di mezz'ombra. È una specie nitrofila, non tollera i ristagni idrici, vegeta dalla pianura fino a 800 m.

IMPIEGO: insieme ad altre specie viene impiegata nella costituzione di siepi campestri e siepi frangirumore lungo le strade; è una specie usata anche a scopo ornamentale, per interventi di riqualificazione ambientale.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

Il portamento arbustivo, le fitte ramificazioni, la buona resistenza a ripetute potature rendono l'Euonymus europaeus una interessante essenza autoctona impiegabile per la realizzazione di siepi rustiche, siepi di inserimento paesaggistico, siepi di mitigazione ambientale.

(25)

LIGUSTRO

Ligustrum vulgare L.

Famiglia: Oleacee

MORFOLOGIA: arbusto alto 2-3 m con corteccia scura e rami lisci e flessibili.

Le foglie opposte sono intere con forma ellittica o lanceolata e sono persistenti.

Lamina fogliare verde, più chiara nella pagina inferiore.

Fiori ermafroditi bianchi, riuniti in pannocchie compatte, profumati.

Il frutto è una bacca nera rotonda persistente tutto l’inverno ed apprezzata dall’avifauna.

SCHEDA 7

COROLOGIA: specie europea con areale diffuso dalla Penisola Iberica al Caucaso e dal Nordafrica alla Gran Bretagna ed alla Scandinavia

In Italia è comune in tutta la penisola ad eccezione delle isole.

ECOLOGIA: è specie eliofila e calciofila, rifugge i terreni più aridi o con falda affiorante.

È specie di corteggio delle formazioni boscate mesofile dalle quali colonizza gli incolti e le aree marginali.

IMPIEGO: è specie largamente impiegata nella costituzione di siepi campestri o formali nei giardini, sopporta ottimamente la potatura.

La fioritura profumata richiama gli insetti impollinatori ed i frutti eduli sono appetiti dagli uccelli.

È sovente impiegata nella ricostituzione delle siepi ed alberate campestri nonché nei rimboschimenti nei quali si introducono gli arbusti.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

Sui suoli ai bordi del nuovo canale risulta essere una specie oltremodo indicata per arricchire il piano arbustivo, per la sua fioritura e fruttificazione arricchisce il valore biologico e naturalistico della siepe.

La persistenza delle foglie concorre ad aumentare l’effetto schermante della barriera vegetale anche durante la stagione invernale.

(26)

FRANGOLA Rhamnus frangula Famiglia: Rhamnaceae

MORFOLOGIA: è una pianta dal portamento arbustivo che è alta in media 2-3 m. ma può raggiungere anche i 5 m. La corteccia è di colore grigio violacea o grigio piombo, con numerose lenticelle bianco grigiastre e rotonde nei rami giovani, le foglie sono portate in modo alterno e sono caduche; presentano un picciolo lungo e la lamina è ovato ellittica, ottusa o più spesso acuminata, con 8 nervi per lato e margine intero.

Adulte sono glabre da giovani leggermente pelose

I fiori sono piccoli e raccolti in fascetti ascellari di 2-6, ermafroditi e piccoli 3–4 mm. Hanno 5 petali di colore biancastro.

I frutti sono delle drupe subsferiche di 6-8 mm, dapprima verdi, poi rosse e infine nere -violacee a maturità, portate su un peduncolo di 7-10 mm, con 2 – 3 semi lenticolari, ognuno del diametro di 5 mm, di colore bruno-pallido.

SCHEDA 8

COROLOGIA: è una specie originaria di un areale compreso tra l’Europa e l’Asia ma con centro nella regione Attica della Grecia.

ECOLOGIA: il suo habitat è quello dei terreni umidi e sabbiosi, nei boschi di pianura o di montagna, lungo le rive dei fiumi o delle paludi.

IMPIEGO: è indicata per siepi e giardini spontanei o a bosco. Viene utilizzato anche in ripristini ambientali. E’ una pianta mellifera.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

Fa parte delle specie autoctone o naturalizzate previste nel PSR 2014-2020 della Regione Veneto per la costituzione di siepi campestri, fasce tampone o boschetti.

Adatta per aumentare la biodiversità nei

corridoi ecologici.

(27)

PALLA DI NEVE Viburnum opulus

Famiglia: Caprifoliaceae

MORFOLOGIA: arbusto cespuglioso caducifoglio, alto 2÷4 metri, molto longevo, con corteccia bruno grigiastra chiara a grandi lenticelle, con fenditure verticali, con rami giovani irregolarmente tetragonali, glabri, lucidi e flessibili. Talvolta diviene un piccolo albero.

Le foglie sono opposte e munite di picciolo lungo 2÷3 cm, lamina a contorno largamente triangolare con 3÷5 lobi irregolari acuti e sinuato- dentati sul bordo, la pagina inferiore leggermente pubescente.

Le infiorescenze, in corimbi ombrelliformi di 8÷12 cm di Ø, densi, piani, peduncolati e posti all'apice dei rami, presentano un dimorfismo caratteristico: sono formate da un anello di fiori periferici, bianchi, sterili e molto appariscenti, che attirano gli insetti pronubi che impollineranno i fiori fertili di colore bianco- rossiccio che sono raggruppati al centro del corimbo.

I frutti sono drupe succose, lucenti e globose, leggermente schiacciate a un'estremità dal Ø di 6÷8mm, di un bel rosso brillante a maturità, spesso persistenti anche dopo la caduta delle foglie. Le drupe, appetite dall'avifauna, contengono un solo seme, piatto e cuoriforme.

SCHEDA 9

COROLOGIA: specie euroasiatica in senso stretto, dall'Europa al Giappone.

La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio salvo che sul Carso triestino.

ECOLOGIA: specie che predilige suoli calcari, ricchi di sali minerali; presente in boschi igrofili, zone umide dei sottoboschi e delle pinete areate, in boschi umidi alveali, pioppete, siepi, sia in pianura che in montagna fino a 1100 m s.l.m.

IMPIEGO: È una pianta rustica e facile da coltivare, molto utilizzata per la formazione di siepi in interventi di rinaturalizzazione e per scopi ornamentali.

MOTIVAZIONI DELL’IMPIEGO IN SITU:

E’ specie ideale per la costituzione di siepi campestri.

La facilità d’attecchimento ed il rapido sviluppo della pianta consentono di abbreviare i tempi necessari a raggiungere la fisionomia definitiva della formazione lineare.

La fioritura e la fruttificazione incrementano il valore paesaggistico e faunistico delle formazioni lineari.

(28)

5.2. Allegato 2: Documentazione fotografica

(29)

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-7Vista del filare allo stato attuale (novembre 2021)

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-8 Vista dell'attuale canale (novembre 2021)

(30)

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-9 Particolare su rovo presente allo stato attuale

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-10 Vista siepe in destra idrografica, stato attuale

(31)

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-11 Particolare su edera sotto copertura

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-12 Canale porzione nord

(32)

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-13 Particolare ceppaia

Figura Errore. Nel documento non esiste testo dello stile specificato.-14 Vista siepe sinistra idrografica

(33)

5.3. Allegato 3: Computo metrico

(34)

5.4. Allegato 4: Tavole

(35)

RECINZIONE METALLICA MURO IN CLS CON SOVRASTANTE RECINZIONE METALLICA

LIMITE AREA DI PERTINENZA IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO - STATO ATTUALE

RECINZIONE METALLICA PUNTO INCISO CORDONATA

PUNTO INCISO CORDONATA

LIMITE AREA DI PERTINENZA IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO - STATO ATTUALE

CORDOLO

CORDOLO

CORDOLO CORDOLO

GUARD RAIL

CANCELLO D'ACCESSO CANCELLO D'ACCESSO CANCELLO

D'ACCESSO

+68.95 +68.95 +68.95

+68.50 +68.50

+68.50

+68.50

+68.50 +68.50

+68.65

+68.28 +68.32

+68.39 +68.47

+68.56 +68.73

CANCELLINO PEDONALE

RECINZIONE METALLICA TIPO

"ORSOGRILL" SU CORDOLO IN CLS ARMATO

RECINZIONE IN PANNELLI PREFABBRICATI RECINZIONE

METALLICA TIPO BEARGRILL SU CORDOLO IN CLS ARMATO

RECINZIONE METALLICA TIPO BEARGRILL SU CORDOLO IN CLS ARMATO

RECINZIONE METALLICA TIPO BEARGRILL SU CORDOLO IN CLS ARMATO +68.98

+76.46 CORDOLO AIUOLA

CANCELLINO PEDONALE

STRADA

PARAPETTO

IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO ALIMENTAZIONE DEL CANALE TERZIARIO FAVERO (RAMO 1)

Canaletta Lucchese C70

Canaletta Lucchese C70

(36)

2,00 mt 135°

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