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Un giorno pettinandosi, affermò di essere più bella delle Nereidi, le cinquanta ninfe del mare figlie di Nereo (divinità marina dell’antica Grecia figlio di Ponto e di Gea)

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(1)

Le stelle che fanno parte di una costellazione non hanno alcun legame di carattere fisico, non sono ossia “legate gravitazionalmente”.

Nell’antichità sono state assimilate a forme umane o animali e legate a miti.

Successivamente sono rimaste in uso nell’astronomia per permettere di localizzare facilmente oggetti nuovi, come le stelle Novae, o in movimento, come le comete e i pianeti.

Anche il Sole per effetto del moto di rivoluzione della Terra appare spostarsi in cielo da ovest verso est lungo un percorso, l’eclittica che rappresenta l’orbita della Terra attorno al Sole, lungo il quale i “babilonesi” identificarono 12

costellazioni (da cui sono derivate le nostre costellazioni dello zodiaco).

Le stelle e le costellazioni “circumpolari” sono sempre più rare col precedere dalle regioni polari verso quelle tropicali-equatoriali, ove si sono sviluppate le antiche civiltà e per questa ragione erano considerate “speciali” e oggetto di particolare venerazione.

(2)

ϕ

Il mito vuole che Cassiopea fosse la vanitosa moglie del re d'Etiopia Cefeo

(posto in cielo vicino alla moglie...unica coppia che vanta questo previlegio). Un giorno pettinandosi, affermò di essere più bella delle Nereidi, le cinquanta ninfe del mare figlie di Nereo (divinità marina dell’antica Grecia figlio di Ponto e di Gea). Una delle Nereidi, Anfitrite, era la moglie di Poseidone. Offesa per l'affronto, convinse il marito a punire Cassiopea. Poseidone inviò un mostro

marino, verso le coste del regno di Etiopia, a divorare tutti gli abitanti. Cassiopea e Cefeo, consultato un oracolo, dovettero sacrificare al mostro la figlia

Andromeda, fortunatamente Perseo, in groppa al cavallo alato Pegaso, riuscì a salvare Andromeda appena in tempo….

Cassiopea, @John Flamsteed Atlas Coelestis, London 1781. The Royal Observatory.

Cassiopea

(3)

Tre stelle in Cassiopea hanno nomi arabi che rimandano all’antico mito greco - Shedir (o Schedar) da al Sadr (“il petto”), alpha Cassiopeiae

Ruchbah da rukbat dhat al-kursiy ovvero “il ginocchio della signora della sedia”

(Cassiopea è sempre rappresentata seduta su una sedia) , delta Cassiopeiae e Marfak da mirfaq il gomito (in realtà sono 2 stelline molto vicine fra loro)

Shedir

Ruchbah

(4)

Una cosa è certa: gli antichi avevano una grande fantasia. Difficile immaginare l’eroe greco nell’insieme di linee spezzate (asterismo) che costituiscono la

costellazione.

Algol (Beta Persei) corrispondente all’occhio della Medusa, la cui variabilità (poco più di 1 magnitudine su un periodo di circa 3 giorni e con una durata di circa 10 ore) è osservabile anche ad occhio nudo, è la prima variabile ad eclisse che è stata scoperta.

Perseus Perseo

(5)

L’interpretazione corretta della variabilità di Algol, il cui nome deriva dall’arabo

“al-ghul” (ossia “lo spirito”) sarebbe stata data nel 1783 da un giovane inglese di soli diciannove anni, John Goodricke, che avrebbe ipotizzato l’appartenenza di Algol ad un sistema doppio, le cui due componenti si oscuravano a vicenda

provocando la variazione “regolare” di luminosità.

La conferma della correttezza della intuizione di Goodricke si sarebbe avuta nel 1881 da Edward Charles Pickering (direttore dell’Harvard Observatory college) che avrebbe dimostrato che Algol era una “binaria fotometrica”.

Otto anni dopo Herman Carl Vogel, direttore dell’Osservatorio di Postdam (30 km a sud-est di Berlino) avrebbe fatto di Algol la prima binaria spettroscopica ad essere identificata.

(6)

cefeo Cefeo

(7)

Mirach (Beta Andromedae) deriva dall’arabo al-maraqq che significa la schiena.

Alpheratz (Alpha Andromedae) da Surrat al-Faras ossia "l'ombelico del destriero". La stella è anche nota come delta Pegasi essendo in comune con l’altra costellazione.

(8)

Pegaso

Pegaso Andromeda

Alpheratz (Alpha

Andromedae e anche

Delta Pegasi)

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la Grande Nube di Magellano (LMC Large Magellanic Cloud) ha declinazione pari a -69° 45’e la Piccola Nube, SMC Small Magellanic Cloud ha dec -72° 49’

(10)

Rio de Janeiro (latitudine -23° ca) .

È circumpolare solo la SMC (freccia gialla) , la LMC (freccia viola) sorge e tramonta (nell’immagine sta sorgendo). Indicata con una freccia viola è anche la

posizione della Croce del Sud (declinazione pari a -60° ) che non è circumpolare e sta per tramontare

(11)

Tre ore dopo...

(12)

...5 ore dopo...(l’ora riportata in basso a destra è quella di Greenwich). Si noti a sinistra la Croce del Sud che sta

sorgendo

(13)

Un’ora dopo….la Croce è tutta visibile.

(14)

A Bogotà (lat 4° 36 N) le nubi non sono circumpolari.

Lasciamo le Nubi di Magellano e torniamo alle

“vaghe stelle dell’Orsa”

(15)

Orsa maggiore, Orsa minore, Drago e Cefeo alle 04:17 del 26 sett 2018 da Bologna.

I Greci chiamavano la costellazione árktos da cui derivano i termini artico e

antartico (anti árktos , ovvero opposto all’ Orsa). I romani chiamavano le 7 stelle più luminose dell’ Orsa septem triones i 7 buoi perché il loro incedere lento

durante la notte attorno al Polo della sfera celeste ricordava loro i buoi che aravano i campi. Da septem triones deriva il termine settentrione.

(16)

Sono passati 2000 anni (26 sett del 4018) l’ora è la stessa, l’Orsa maggiore non è più circumpolare a Bologna.

(17)

Sono passati altri 2000 anni (26 sett 6018) l’Orsa maggiore non si vede più, l’Orsa Minore si è abbassata, in alto a sinistra si vede una parte del Cigno e in alto verso destra è ben visibile Cassiopea. La stella polare….non è più il centro della rotazione (apparente) delle stelle a Nord…..

(18)

….come confermato da questa immagine relativa allo stesso giorno (26 sett 6018) ma a 4 ore prima….(mezzanotte e mezza). A destra in basso si vede una parte di Andromeda.

(19)

Se arretriamo di 2000 anni nel tempo rispetto al 26 settembre 2018 (andiamo cioè al 26 settembre del 18) le stelle si spostano in direzione inversa (alla precedente) e sulla destra entrano 3 “nuove” costellazioni.

(20)
(21)

Qui ci siamo spostati di altri 2000 anni a ritroso (26 sett -2018) .

(22)

Il cielo stellato muta nei secoli per effetto della precessione dell’asse terrestre che ha un periodo di circa 26 000 anni.

(23)

Definizioni:

Anno sidereo → intervallo di tempo fra 2 passaggi del sole sullo stesso punto dell'eclittica (riferito a 1 stella) 365 giorni 6 ore 9 min 10 sec.

Anno solare (o tropico) →intervallo di tempo fra 2 passaggi del sole al punto gamma 365 g 5 h 48 m 46 s

Poichè il punto gamma recede (si muove in direzione opposta a quella del sole) l’anno solare è più corto dell’anno sidereo.

(24)

L’anno sidereo è 20m e 24s più lungo dell’anno solare (365 g 5 h 68 m 70 s - 365 g 5h 48m 46s) poiché il punto gamma recede di 50,29”/

anno. (La relazione fra differenza temporale e angolare si può trovare così 24h : (360°/365) = 0.34h: x , (360°/365) sono i gradi di cui si sposta la terra in 1 giorno. Il valore angolare della precessione risulta pari a 50.30” /anno)

50.30” /anno → circa 1° ogni 71.6 anni (pari a circa 1 giorno) –> circa 1 costellazione ogni 2150 anni pari a circa 1 mese

(25)

L'anno sidereo non contempla la precessione l'anno solare sì e per mantenere fissa, nel tempo, la data degli equinozi e dei solstizi si è scelto di utilizzare l'anno solare.

Questo però (analogamente all’anno siderale) non contiene un numero esatto di giorni e pertanto Giulio Cesare stabilì (calendario giuliano) di inserire un anno da 366 giorni ogni tre anni da 365.

La correzione sarebbe stata perfetta se la durata dell’anno solare fosse stata pari a 365g 6h, ma poiché l'anno solare conta 365g 5h 48m 46s, ogni anno risulta di 11m e 14s più corto della durata che gli viene

attribuita.

Una differenza che in 4 anni raggiunge quasi i 45 m e in 1200 anni supera i 9 giorni

(1200/4)*(45/(60*24)) =9.3 giorni

(26)

Fu proprio per sanare questa differenza che stava spostando progressivamente all’indietro la data della Pasqua

che Gregorio XIII (il cardinale Ugo Boncompagni di Bologna) con la sua bolla papale Inter gravissimas del 24 febbraio 1582 stabilì che

dovessero essere cancellati i giorni dal 5 al 14 ottobre compresi (la mattina dopo il 4 ottobre fu il 15 ottobre) e che non si dovessero più considerare bisestili gli anni centenari le cui prime 2 cifre non fossero divisibili per 4 (es. 1700, 1800, 1900).

È la riforma gregoriana del calendario non adottata dalla chiesa ortodossa che continua a seguire il calendario giuliano.

Questa è la ragione della differenza di 13 giorni fra le festività religiose nostre (e dei luterani) e le loro (gli ortodossi celebrano il Natale il 6 gennaio).

(27)

Il calendario giuliano sostituì il calendario di Numa (Numa Pompilio, II re di Roma).

Il primo calendario dei romani è attribuito a Romolo (753 a.C.) ma le informazioni su di esso sono incerte.

Pare avesse soltanto 10 mesi di 30 o 31 giorni per un totale di 304 giorni.

61 giorni (d'inverno) non erano assegnati ad alcun mese e non venivano contati....

Il primo mese era marzo (Martius) seguito da Aprilis, Maius, Junus 4 mesi dedicati alle 4 principali divinità legate ad attività umane

Marte (la guerra), Afrodite (divenuta Apro in Etrusco l'amore), Maia (la fertilità della terra), Giunone (la maternità e la procreazione)

i nomi dei 6 mesi successivi Quintilius, Sextilis, September, October, November e December indicavano semplicemente la posizione nel calendario.

(28)

Il calendario di Numa aveva 12 mesi (7 di 29 giorni 4 di 31 e 1, febbraio, di 28) per un totale di 355 giorni.

Le none e le idi cadevano il 5 e il 13 nei mesi da 28 e 29 giorni, il 7 e il 15 in quelli da 31 giorni (le calendae indicavano sempre il primo giorno del mese).

Da calendae (Kalendae nel latino arcaico) deriva il termine calendarium che indicava il registro delle tasse che venivano riscosse il primo giorno del mese).

Per compensare la differenza con l'anno solare ogni 2 anni veniva inserito un mese complementare di 22 o 23 giorni chiamato

Mercedonio.

Numa introdusse dopo il mese di dicembre, gennaio (dedicato al dio Giano) e febbraio (dal latino februare purificare). In febbraio si

tenevano i riti di purificazione in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris (associata alla guarigione della malaria).

Gennaio e febbraio furono posti all'inzio del calendario nel 153 a.C.

(29)

Nel 46 a C Giulio Cesare riformò il calendario:

- 12 mesi di 30 o 31 giorni - abolizione del Mercedonio

- introduzione di un giorno extra ogni 4 anni L'anno giuliano durava quindi 365 o 366 giorni

poichè il giorno extra era introdotto dopo il 24 febbraio (dies sextus ante calendas Martias) veniva chiamato dies bis-sextus ante calendas Martias da cui deriva il temine bisestile.

Marco Antonio fece dedicare a Giulio Cesare il mese di luglio (julius precedentemente quintilius). Augusto si autodedicò il mese

successivo e poiché il mese avrebbe avuto 30 giorni (contro i 31 di luglio) aggiunse un giorno ad agosto e cambiò anche il numero di giorni di

alcuni altri mesi in modo che la sua azione fosse “cammuffata”.

(30)

Il calendario di Augusto.

(31)

Un calendario di 365/366 giorni è detto solare in quanto è legato al ciclo di rivoluzione della terra attorno al sole.

Esiste in cielo un altro “orologio” naturale su cui si sono basati/si basano tuttora molti calendari : la luna (la divisione del mese in settimane è molto probabilmente legata alle fasi della luna).

Non solo...avete mai notato che in inglese Luna (moon) e mese (month) sono molto simili? Lo stesso vale per il tedesco, l’olandese e le lingue

scandinave. In effetti la durata di un “mese” è molto simile al periodo della Luna (29 giorni e mezzo circa) ossia il periodo tra il ripetersi di una stessa fase.

Grazie a Beatrice Bersani sappiamo che la nostra parola “mese” deriva dal latino ”mēnsis” che deriva a sua volta da un termine indoeuropeo che era lo stesso per Luna e per mese.

I romani invece, e di conseguenza anche tutti noi “latini” (italiani, francesi, spagnoli, portoghesi) persero l’associazione tra la Luna e il mese

attribuendo al nostro satellite naturale un nome che trae probabilmente origine (Grazie Beatrice per averlo cercato) da lux (luce)

Ho fatto poi una piccola digressione sul mito “nordico” di Sol (il Sole) e Mani (la Luna) facendovi notare che Sol era una “donna” e Mani un uomo

(32)

Anche l’utilizzo di un calendario lunare non è privo di problemi…

La Luna compie un orbita attorno alla Terra in 27.5 giorni circa (mese siderale riferimento le stelle fisse), ma impiega 29.5 giorni

circa ( 29 g 12h 44m 3s) per tornare nella stessa posizione rispetto al sole (mese sinodico)

Il calendario lunare

è costituito da 12 mesi di 29 e 30 giorni

corrispondenti all'incirca a 12 “lunazioni”.

(33)

12 mesi (6 di 29 e 6 di 30 giorni) fanno un totale di 354 giorni.

Ne risulta che il calendario lunare non è “allineato” col calendario solare.

Gli islamici utilizzano tuttora un calendario lunare (e fanno cominciare ciascun mese al termine della luna nuova quando in cielo dopo il

tramonto appare la “falcetta” della luna crescente).

Questo è il motivo per cui il Ramadan (nono mese del loro calendario) si

“sposta” attraverso le stagioni.

Anche il capodanno (primo giorno del primo mese dell'anno) degli

islamici si sposta (rispetto alle stagioni) ed essendo il loro anno più corto del nostro può accadere che nel corso del nostro anno cadano 2

capodanni islamici.

(34)

Ma anche il calendario lunare ha i suoi problemi perchè il

mese lunare è un po' più lungo di 29.5 giorni , per cui in ciascun

trentennio 11 anni prestabiliti (2,5,7,10...) detti abbondanti i musulmani aggiungono un giorno all'ultimo mese.

resta comunque un piccolo errore 30 anni →(354x30+11)= 10631 giorni 12 lunazioni x 30 anni= 360 lunazioni

ossia 360 x (29+ 0.5+ 44/(24*60) + 3/(24*3600)

il risultato dipende dall’approssimazione che fate sulle cifre decimali nel senso che se vi fermate a 29.5306 moltiplicando per 360 ottenete 10631.016

ma se invece tenete 29.53059 ottenete 10631.0124 e se prendete 29.5305903 ottenete 10631.0125

Quest’ultimo risultato dà una differenza pari a 0.0125 e poiché 1/0.0125

=80 ne risulta che la differenza ammonta ad un giorno ogni 2400 anni (80x30)

(35)

Il calendario ebraico invece è lunisolare composto da 12 o 13 mesi di 29 o 30 giorni

12 anni da 12 mesi e 7 anni (il 3,6,8...) da 13 mesi.

Secondo il calendario ebraico e l'ebraismo il giorno inizia la sera.

I giorni della settimana sono indicati con un numero (1 domenica che inizia col tramonto del sabato, 2 lunedì …) a parte il sabato

(Shabbat “[giorno di] riposo”).

L'anno degli ebrei inizia fra settembre e ottobre (il capodanno non ha una data fissa)

Ogni 7 anni c'è l'anno sabbatico: in cui i campi devono essere lasciati a riposo, crediti e debiti sono annullati e gli schiavi recuperano la libertà (leggi di Mosè).

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Il calendario ebraico invece è lunisolare composto da 12 o 13 mesi di 29 o 30 giorni

12 anni da 12 mesi e 7 anni (il 3,6,8...) da 13 mesi.

Secondo il calendario ebraico e l'ebraismo il giorno inizia la sera.

I giorni della settimana sono indicati con un numero (1 domenica che inizia col tramonto del sabato, 2 lunedì …) a parte il sabato

(Shabbat “[giorno di] riposo”).

L'anno degli ebrei inizia fra settembre e ottobre (il capodanno non ha una data fissa)

Ogni 7 anni c'è l'anno sabbatico: in cui i campi devono essere lasciati a riposo, crediti e debiti sono annullati e gli schiavi recuperano la libertà (leggi di Mosè).

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Ogni popolo conta gli anni a partire da una data significativa - per noi è la nascita di Cristo

-per i romani era la fondazione di Roma (ab urbe condita 753 a.C.)

anche se questa numerazione fu introdotta nel I secolo a.C perchè prima gli anni erano nominati col nome dei consoli la cui carica durava un anno e comunque in età imperiale si usava contare gli anni dall'inizio di ogni impero.

- per gli islamici è l' Egira (622 d.C.)

-per gli ebrei il 3761 a.C. (l'anno della creazione del mondo secondo la Bibbia)

- per gli astronomi l' 1 gennaio del 4713 a.C. (JD)

(38)

La suddivisione del mese in settimane ha origini babilonesi.

Gli stessi babilonesi dedicarono i giorni della settimana a 7 divinità identificate nei 7 astri maggiori (Sole, Luna e i 5 pianeti visibili).

Questa denominazione è ancora presente nella nostro modo di indicare i giorni fatta eccezione per il sabato e per la domenica

che invece conservano in inglese (tedesco e nelle altre lingue del nord Europa) traccia della loro origine: Saturday e Sunday.

Il sabato (che deriva dallo Shabbat ebraico) era dies Saturni per i

romani (che avevano “ereditato” la settimana babilonese) e la domenica (con cui iniziava la settimana) era dies Solis.

Fu l'imperatore Teodosio a mutare nel 380 d.C. quest'ultimo nome nel più cristiano Domini dies (da cui deriva domenica).

(39)

Per tornare agli inglesi e ai popoli del nord è interessante notare come i nomi dei giorni della settimana siano legati, come i nostri, a divinità che in alcuni casi hanno caratteristiche in comune con le nostre.

Tuesday in inglese arcaico era Tiwesdæg, il giorno di Tiw (o Tiwaz), nomi con cui veniva indicato il dio Tyr, guerriero

valoroso.

Wednesday invece è la contrazione moderna di

Wōdnesdæg, il giorno di Wodan, (uno dei molti nomi con cui era chiamato Odino).

Thursday e Donnerstag (tedesco) rimandano a Thor o Donar, il

possente dio dei fulmini e delle tempeste.

Friday (freitag in tedesco) rimandano a Freya (o Frigga) la bellissima moglie di Odino.

(40)

Il vostro collega Gianmarco Guaita, mi fece notare, a suo tempo che Freya e Frigg (che io ho chiamato Frigga!) non sono la stessa dea. Quello che segue è un suo approfondimento sul tema.

Freya e Frigg sono spesso confuse perché hanno entrambe ruoli legati all’amore:

Frigg era la sposa di Odino e quindi la dea dell’amore coniugale ed eterno (ricorda Era con Zeus) mentre Freya era la dea dell’amore carnale e selvaggio ed era una divinità più naturale e legata ai boschi che ne enfatizzavano la natura selvaggia.

Per il resto erano molto diverse tra loro a cominciare dal loro aspetto “medio”, perché come tutti gli dei potevano trasformarsi e mutare di aspetto. Frigg era piuttosto anziana, coi capelli bianchi e vestita di lunghe pelli grigie come le

nuvole mentre Freya era giovane, bellissima, bionda, capace di piangere lacrime dorate ma soprattutto muscolosa.

Diversissimo era anche il loro carattere: la prima era calma, silenziosa, astuta e calcolatrice e si presume tenesse insieme il potere del marito Odino che era molto più saggio ma meno capace di astuzie e sotterfugi. Freya invece era una vera forza naturale: impetuosa, gelosa, bellicosa al massimo ma anche capace di grande dolcezza con chi prendeva sotto la sua ala. Freya era una specie di

comandante delle valchirie e aveva quel ruolo in virtù della sua enorme forza.

L’animale sacro di Freya era il gatto mentre quello di Frigg era il Falco.

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In merito alla famiglia, il pantheon di queste divinità nordiche non appartiene ad un'unica famiglia, seppur immortale, ma a 3 gruppi distinti: giganti, Asi o Aesir e Vani.

Non esiste una vera distinzione tra giganti e dei quindi si ritiene non fossero come i Titani e gli dei greci che avevano avuto una guerra di successione ma semplicemente diverse formazioni contemporanee (dall’albero della vita e da un gigante primordiale) che iniziarono una guerra tra loro.

Gli Asi sono divinità più umane e rappresentano caratteristiche o proiezioni umane (Odino è la saggezza, Tyr il coraggio, Thor la forza distruttrice e inarrestabile e Frigg la fedeltà).

I Vani sono tutte divinità legate alla natura (Njord, padre dei gemelli Freya e

Freyr, era il Dio del mare e della navigazione, Freyr era il dio della natura e della guarigione e dell’orientamento probabilmente per via dell’associazione stelle-punti cardinali) e questi 2 gruppi si cimentarono in una battaglia che rischiava di

distruggere Midgard (la Terra) e altri mondi per poi fare una tregua e combattere i giganti. (non solo i romani erano pazzi quindi)

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Ai babilonesi dobbiamo oltre alla settimana, probabilmente anche la suddivisione dei gradi in 60 parti (gradi sessagesimali) perchè il loro metodo di numerazione era a base 60.

A proposito di gradi non si può non notare che il valore dell'angolo giro (360°) è molto simile al periodo di rivoluzione della Terra attorno al Sole (365/366 giorni).

È molto probabile che da esso sia derivata la convenzione di assegnare il valore di 360° all'angolo giro.

Perchè 12 mesi?

La risposta non è univoca:

La durata del mese è legata sia al periodo della Luna (rivoluzione sinodica un po' più di 29.5 giorni) sia all'apparente localizzazione del Sole entro le costellazioni (12 lungo l'eclittica). Il Sole percorre circa 1°

al giorno e ciascuna costellazione occupa circa 30° per cui il Sole resta 1 mese (30 giorni) in ogni costellazione.

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La regolarità del moto annuale (apparente) del Sole era considerata dai popoli antichi indice di perfezione.

Non possiamo fare a meno di notare l'importanza dei numeri 7 e 12 nelle varie culture.

La divisione del giorno in 12 parti risale probabilmente ai Caldei, ma la

documentazione permette di affermare che nel VII secolo a.C. i babilonesi avevano diviso il giorno in 12 ore utilizzando le clessidre. Non si sa il motivo di tale divisione (potrebbe derivare dall’ analogia con le 12 lunazioni in un anno).

La suddivisione del giorno in 24 ore risale invece agli Egizi: che erano soliti dividerlo in 10 ore diurne, un'ora corrispondente all'alba, un'ora al tramonto e 12 ore notturne. Naturalmente la durata di queste ore variava con la

stagione ed era uguale soltanto agli equinozi.

Anche i romani avevano ore più corte in estate e più lunghe in inverno. Il loro giorno (dall’alba al tramonto) era diviso in 12 ore (hora prima, hora

secunda....hora duodecima). La notte invece era divisa in 4 periodi di 3 ore detti vigiliae (prima vigilia, secunda vigilia…) perchè corrispondevano ai turni delle sentinelle (vigiliae-arum).

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