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Abstract This thesis essentially consists of two parts. The first part contains the partial translation into Italian of the essay

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Academic year: 2021

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Abstract

This thesis essentially consists of two parts. The first part contains the partial translation into Italian of the essay Translation in the Digital Age by Michael Cronin. The second one includes a commentary on the translation and its contents (Chapter 1) and two more chapters (Chapter 2 and 3) where I introduce and analyse some selected topics from Cronin’s essay.

The aim of this work is to present a general view of the state of translation and languages in our age, starting from Michael Cronin’s suggestions. I especially consider phenomena such as the advent of the internet and information technology, globalization and multilingualism, and their influence on translation practice and global language questions.

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Introduzione

La presente tesi di laurea presenta la traduzione di alcuni capitoli del saggio di Michael Cronin, pubblicato da Routledge nel 2013, dal titolo Translation in the Digital Age.

Ho scelto di tradurre parti di questo testo in quanto, nell’ambito di alcune lezioni di traduzione, ho trovato particolare interesse nello studio delle modalità traduttive più moderne e legate all’uso del computer, da un lato, e alle esigenze del mondo in cui viviamo in continua evoluzione, dall’altro. Ho pensato, dunque, che la traduzione di un testo che parlasse proprio di traduzione e, in particolar modo, affrontasse la questione da un punto di vista contemporaneo e tecnologico potesse rappresentare una sorta di continuum con alcuni degli argomenti esposti dai docenti, soprattutto quelli incentrati sull’uso di strumenti tecnologici informatici e telematici, e una buona conclusione del mio percorso di studi magistrale. Inoltre, è da aggiungere il fattore della contemporaneità della pubblicazione del testo e del suo riferimento alle nuove forme della traduzione nel terzo millennio, ovvero come e quanto la tecnologia e internet abbiano influito sui cambiamenti del ruolo della traduzione nella cosiddetta era digitale e viceversa.

Se si volessero individuare oggi i campi di sviluppo del settore “industriale” delle lingue, ci si potrebbe riferire, certamente, alla realizzazione e alla commercializzazione di prodotti, strumenti, servizi e tecnologie per la traduzione, alla localizzazione di software, siti web e prodotti multimediali in genere, alla gestione terminologica. La diffusione delle tecnologie ha accresciuto l’importanza dei servizi linguistici nella comunicazione tra aziende e istituzioni di paesi diversi. Oggi con internet e i media digitali, il multilinguismo rappresenta un’esperienza quotidiana per milioni di persone. L’esempio di realtà multilingue a noi più vicina è senz’altro quello dell’Unione Europea.

Le situazioni di contatto tra persone di cultura e nazionalità diverse aumentano: basti pensare ai siti o alle applicazioni per smartphone che mettono a disposizione

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servizi di chat, al ruolo fondamentale assunto da siti di social network quali, per citare i più noti, Facebook e Twitter, o a quei programmi come Skype che permettono di videochiamare usufruendo di una connessione a internet. Una delle poche barriere rimaste è quella linguistica. Il multilinguismo e quindi la traduzione o la localizzazione hanno un’importanza strategica nel mondo in cui viviamo, in cui è necessario adattare i contenuti, specie quelli del web, a diverse esigenze e specificità linguistiche e culturali.

Nel suo saggio, Michael Cronin sottolinea più volte come l’epoca attuale possa addirittura essere definita l’era della traduzione, la cui presenza è diffusa in ogni ambito della quotidianità, come, per esempio nelle applicazioni per i moderni smartphone o nei documenti pubblicati dall’Unione europea, in un interessante contesto multilingue nel quale, tuttavia, avanza l’utilizzo dell’inglese come lingua franca.

Fino a questo momento, i saggi di Cronin non sono mai stati tradotti in Italia. Tuttavia, per essere più che certa che il mio lavoro di traduzione fosse vanificato dall’imminente pubblicazione del saggio in italiano, su suggerimento della mia relatrice ho scritto direttamente alla casa editrice inglese Routledge al fine di verificare che i diritti di traduzione non fossero già stati acquistati da qualche casa editrice italiana. Per fortuna, ho ricevuto risposte negative e ho potuto finalmente confermare il mio impegno nella traduzione del saggio. Ho, però, operato una selezione. Ho deciso di dedicarmi alla traduzione dei capitoli centrali, ovvero il secondo “Plain Speaking” (“Parlare chiaro”), il terzo “Translating Limits” (“Limiti traduttivi”) e il quarto “Everyware”. Del terzo e quarto capitolo ho selezionato solo alcuni paragrafi da tradurre.

Nella prima parte della tesi si trova la traduzione dei suddetti capitoli con testo a fronte. Successivamente, nel Capitolo 1, ho esposto una serie di osservazioni e di commenti personali: dubbi, problemi e considerazioni traduttologiche scaturite nel corso del lavoro.

Ho voluto dedicare, invece, la seconda parte dell’elaborato al ruolo in cui si situa la traduzione in seguito all’avvento delle nuove tecnologie dell’informatica,

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notamente il computer e i programmi applicativi, della comunicazione, di internet, e agli effetti della globalizzazione sulla traduzione.

Nel Capitolo 2, ho passato in rassegna alcune delle modalità traduttive più moderne e legate all’uso delle tecnologie infomatiche e telematiche, nello specifico la traduzione automatica e la traduzione assistita con il suo corollario di cosiddetti strumenti CAT. Inoltre, a conclusione del capitolo ho presentato la traduzione multimediale, di cui ho deciso di approfondire l’aspetto della traduzione audiovisiva, nella fattispecie il doppiaggio e la sottotitolazione, i quali giocano un ruolo significativo nella traduzione dei più moderni testi multimediali.

Nel Capitolo 3, invece, si rivolge l’attenzione al fenomeno della globalizzazione e alle sue conseguenze nel mondo della traduzione. In particolare si considerano: il concetto di localizzazione e le modalità di traduzione collettiva online; l’impero globale della lingua inglese e, nello specifico, il caso del multilinguismo e della traduzione nell’Unione Europea, nella quale l’inglese è sempre più utilizzato come “lingua franca”.

Sento la necessità di precisare che la suddivisione dei capitoli nasce dalla mera intenzione di organizzare gli argomenti nel modo più snello e fruibile possibile. Le questioni esposte sono molto legate tra di loro perché, ad esempio, sarebbe assurdo parlare di globalizzazione senza considerare l’avvento di internet e viceversa. Ho solo seguito un filo conduttore del tutto personale passando dai primi contatti della pratica traduttiva con il computer e con internet alla traduzione come strumento per la comunicazione e la diffusione di informazioni nel mondo globalizzato. Da un lato, l’espansione dell’informatica, che spinge a studiare e ad affinare modelli di traduzione artificiale, vista spesso con sospetto, e dall’altro, il fenomeno della globalizzazione, che mette sempre più in contatto reciproco gruppi e individui di lingue e culture diverse, contribuiscono a caratterizzare il ruolo della traduzione nell’era digitale.

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