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ASP, Comune di Pisa div. F, n° 941: Un pacco contenente diverse relazioni di chiese dal 1834 al 1850, Perizie per i restauri da farsi alla chiesa e canonica di S. Sepolcro di Pisa compilata dall’Ingegnere di Circondario di Pisa alle richieste dell’Ill. Sig. Cav. Operajo della Primaziale Pisana, 23 luglio 1846, c. 70 e segg.

INTITOLAZIONE

Perizie per i restauri da farsi alla Chiesa e Canonica di S. Sepolcro di Pisa compilata dall’Ingegnere del Circondario di Pisa alle richieste dell’Illustrissimo Sig.ᵉ Cav.ᵉ Operajo della Primaziale Pisana TITOLO I

Fino del 31 Novembre 1838 che per la prima volta per ordine dell’Illustrissimo Sig.re Auditore del Governo visitai la Chiesa e Canonica di S. Sepolcro conobbi che lo stato nel quale trovavasi quest’ultima sia per lo spostamento delle stanze e dei piani sia per la vetustà dei muri, solaj, serrature non ammetteva parziali restauri, ma conveniva forzatamente ricorrere ad un generale e sostanziale riordinamento, e fui sollecito fino d’allora di renderne intesa quell’Autorità Governativa. […] quanto sopra nelle successive visite fattevi per ordine dello stesso funzionario nel 13 Marzo 1840 e 4 Ottobre 1842 e più chiaramente lo dissi nella Relazione del 31 Ottobre 1844 con la quale previddi la spesa occorrente per alcuni parziali lavori da farsi alla Chiesa e loggiato che la circonda ed in quanto alla Canonica mi limitai alla rivista del tetto e alla permuta di pochi travicelli nei solaj reputando denaro gettato tutto quello speso in parziale acconcini. Anche il Sig.re Ing.ᵉ Puccioni nel compilare la Relazione del 4 Marzo 1835 accennò che la Canonica era in uno stato tale da non poterne trarre partito e disse che conservandogli la forma attuale non avrebbe potuto essere mai una decente abitazione per un Parroco. Oggi pertanto che con officiale di VS. Illustrissima del 6 Luglio corrente vengo chiamato ad indicare non solo i lavori occorrenti per resarcire la Chiesa e Loggiato; ma anche quelli necessari per formare una decente abitazione al Parroco ed al Cappellano dopo avere formata la pianta geometrica di quella […] e fatti gli studj necessari per il disbrigo della Commissione passo a dare dispaccio delle mie osservazioni nel modo seguente.

L’attuale spartito della Canonica consiste in 7 stanze terrene umidissime con servite di passo l’una con l’altra, la massima parte senza impiantito e se vi esiste trovasi mal concio da non potersi rattoppare. Una ripidissima ristretta e mal disposta scala conduce al 1° piano composto parimente di 7 stanze, 4 delle quali e precisamente quelle segnate in pianta 1, 2, 6, 7 in un livello due B.a più basso dell’altro e conduce parimenti al 2° piano composto di 5 stanze ancor esso in due separati livelli, tali che chi vi abita è costretto a scendere e salire per passare da una stanza all’altra. Oltre di ciò l’esistenza di una loggia coperta che abbraccia tutta la fronte della Chiesa e della Canonica impedisce a quest’ultima la visuale e la luce per la parte che guarda la pubblica Via e le stanze tutte vengono illuminate dalla parte dell’Orto assai esteso per essere circondato da Fabbriche. Da fin qui detto e dalla pianta che abbiamo sott’occhio si rileva la necessità in cui siamo di formare una nuova scala per dare un comodo accesso alle stanze del 1° e 2° piano formando un andito nel tergo del fabbricato per liberare la medesima dalla servita del passo, giacché attualmente una serve all’altra e nessuna resta libera. Per eseguire quanto sopra si rende necessario di sopprimere il tetto che cuopre il loggiato e formare in luogo di esso un paramento di mezzane arrotate preceduto da uno strato di smalto per ridurre a terrazzo scoperto la loggia per il doppio oggetto di dare luce alle stanze del primo piano dalla parte della Via pubblica non potendo altrimenti prendere luce dall’orto per l’esistenza dell’andito e per rendere un accesso non disgradevole al Parroco quale è quello di un terrazzo, sopprimendo una mostruosa tettoja. Non propongo di aumentare il fabbricato elevando delle stanze sopra il loggiato perché credo sia sufficiente l’attuale spartito e per non portare innovazione in quel punto da far nascere critiche, mentre formando un attico sopra gli archi della loggia che serva di parapetto al terrazzo credo di migliorare quella località. Portando ad esecuzione il proposto lavoro potrà servirsi il Parroco del pian terreno (che non è abitabile prendendo luce di sotto il loggiato) per stanze ove riporre gli arredi Sacri; del primo piano per abitarvi il quale si compone di 6 stanze e la cucina. Il 2° piano di d. stanze credo sarà sufficiente per il Cappellano. Ciò premesso passo al dettaglio del lavoro e della spesa relativa.

TITOLO II

Primieramente si porranno tre catene di ferro a tre arcate del loggiato che ne sono mancanti, quindi si toglierà la tettoja che lo cuopre per renderla a terrazzo scoperto come sopra fu detto formando

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poco sopra gli archi una piccola cornice della quale sarà dato il modulo nell’atto della esecuzione e quindi un parapetto alle B.a 1 ½ non solo per quanto si estende la fronte della Canonica, ma per quanto è lungo il loggiato anche di fronte alla Chiesa. Si formerà una nuova scala a due branche larga nel vuoto B.a 2 1/3 nel punto ove vedesi segnata in pianta entrando nell’orto per ottenere lo sdrajo necessario dovendo avere i pianerottoli larghi quanto la scala e la pedata degli scalini di soldi 11 di Braccio compreso il bastone e listello. In linea della detta scala si formerà un andito per liberare le stanze largo B. 2 1/3, e di fianco a questo un casotto per i vostri comodi dovendo necessariamente sopprimere gli attuali i quali per essere a contatto del muro della Chiesa hanno corroso l’intonaco nell’interno della medesima, e rovinato il quadro del vicino altare. Si passerà di poi all’alzamento dei muri attuali per ottenere alle stanze del primo piano un altezza nel […] non minore di B. 6 coprendole quindi con soffitta morta, ampie quelle del secondo piano di B. 5 ½ coprendole quindi con soffitta morta e tettoja. Le finestre da aprirsi nei punti segnati in pianta avranno un altezza di B.a 3 ed una larghezza di B.a 4 e 18 e saranno munite di soglie e stipiti di pietra larghi un ¼ di Braccio. Anche gli usci saranno formati con soglie simili alle suddette, ed avranno l’altezza di B.a

3. 12 e B.ᵃ 1 ¾ in larghezza. Le serrature degli uni e degli altri saranno fatte con abeto tirate a regola d’arte, tinte con due buone mani di vernice a corpo colore giallo Oro fatta con olio di lino ed i ferramenti saranno di ferro nostrale. Anche i palchi si faranno con abeti di Moscovia e le travi ed i travicelli si tireranno regolari colla pialla e lasceranno grosse le prime non meno di ½ B.ᵒ ed i secondi di 8 quattrini. Il legname per la tettoja sarà quello stesso che la compone attualmente supplendo alla mancanza e prendendo il migliore. La cucina del primo piano sarà posta nel punto ove vedesi segnato in pianta e quella del secondo piano nella stanza di N.° 1. I pavimenti tutti saranno fatti con mezzane arrotate e squadrate, e quelle del pian terreno saranno precedute da uno strato di pietre messe per ritto a guisa di vespajo.

Loggiato

Eseguito che sia il lavoro nel modo sopra proposto si farà nuovo tutto l’intonaco interno ed esterno, come pure il pavimento di mezzane arrotate squadrate, alzandosi quanto lo permettono le soglie delle porte della Chiesa dandogli una regolare inclinazione verso le colonne formando ½ B.ᵒ dalla base di esse una contropendenza a guisa di zanna per farvi correre l’acqua che il vento porta sotto il loggiato, la quale mediante alcuni fori da lasciarsi sul pavimento possa intrare in una fogna sottoposta da farsi nuova per dargli sfogo nella parte più bassa della circostante strada; tal fogna sarà larga soldi 8 alta un 1/3 di B.ᵒ coperta e pavimentata con mattoni. Oltre di ciò sarebbe necessario di restaurare la base ed il capitello di varie colonne; ma siccome un tal lavoro non è di stretta urgenza come gli altri proposti, porrò per capo separato nel Titolo III la somma relativa qualora l’I. e R. Governo stimasse opportuno di fare un generale restauro di quelle Fabbriche. Chiesa

Sebbene nella precedente Relazione io proponessi di rattoppare il pavimento interno di quella Chiesa, oggi in vista dell’aumentato deperimento, e di conservare il lustro e decoro di quell’antico Tempio propongo di farlo tutto nuovo (escluso il Tempietto interno nel quale esiste di marmette) formandolo di quadroni arrotati e squadrati come pure propongo che siano imbiancate le pareti ove non sono pitture. La tettoja che cuopre la parte più bassa trovasi in sì cattivo stato da doverla tutta riordinare. I suoi difetti guastano le volte l’intonachi interni e le pitture.

Campanile

Saranno resarciti gli intavolati dei ripiani che sono per salire alle campane e ripreso il muro cadente presso i finestroni nel modo il più regolare.

Titolo IV

Modo di esecuzione

In qualunque parte si faccia il muramento sarà eseguito con calcina forte e pietre di Oliveto a riserva delle pareti che dovranno farsi con mattoni. Il legname per i palchi e per le serrature sarà di abeto di Moscovia ben lavorato. Ogni serrature di finestra si comporrà di 4 paia di […] due a T e due a squadra, 6 pure a coda di rondine per l’imposte, un paletto tutto intero per serrare le vetrate in tre punti, 2 braccialetti per tenerla aperta e 6 grappe per fermarla. Le serrature per le bussole si comporranno di due scana ma stretti a T, una toppa con chiave e contraforte due maniglie d’ottone e sei grappe. Il lavoro sarà dato in cottimo a persona dell’orto, eseguito nel corso di mesi 5 ma non sarà sceso in consegna che un anno dopo la sua ultimazione, e sarà pagato a un tanto il braccio con i prezzi sopra stabiliti. Nel prezzo dato ai muri si intende compreso anche l’intonaco da ambe le

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parti tirato a regola, ed il nolo dei legnami. Prima di formare il pavimento della terrazza sarà fatto uno strato di smalto sopra la volta reale alto due soldi di B.ᵒ. Nessun ritratto o la più meschinissimo può farsi dalle serrature vecchie e dai legnami dei palchi interni, e qualora possa ricavarsi qualche cosa starà a compensare la mancanza del legname della tettoja per la quale nulla è stato preveduto. E sembrandomi con quanto sopra di avere dato sfogo alla ricevuta commissione passo all’onore di rispettosamente segnarmi.

Pisa li 23 Luglio 1846

ASP, Comune di Pisa div. F, n° 941: Un pacco contenente diverse relazioni di chiese dal 1834 al 1850, Lettera 20 aprile 1847, c. 113

Illustrissimo Sig. Sig. Provveditore Colendissimo [Urgente]

Riferisce il Sig. Priore della Parrocchia di S. Sepolcro che le volte sovrapposte al Portico della sua Chiesa hanno manifestato dei movimenti denotanti pericolo. Prego la di Lei bontà a volervi portare immediatamente la sua attenzione per riferire sulla importanza del caso, e sopra i rimedi adottabili. Ed in attenzione di riscontro passo a ripetermi

Di VS. Illustrissima

Pisa, dall’ Uff.o dell’Auditore del Governo

Li 20 Aprile 1847

[Gaetano Becherucci Ingegnere del Circondario di Pisa]

Devotissimo Servitore G. Mori

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 20 aprile 1847 Illustrissimo Sig. Auditore del Governo di Pisa

Appena ricevuta l’Oficiale di V. S. Illustrissima segnata di questo stesso giorno, ho tralasciato tutte le altre incombenze inerenti al servizi, e mi sono portato a visitare le Fabbriche spettanti alla Chiesa di S. Sepolcro di questa Città, ove ho riscontrato essere caduta una porzione della tettoja che cuopre il Loggiato esterno i di cui rottami attualmente gravitano sulla volta sottoposta, motivo per cui si è formata in quel punto una conserva d’acque molto dannosa alla volta stessa in modo, da non potersene trascurare il restauro.

Nel 1838, nel 1840, nel 1844 ed in ultimo nel 23 Luglio 1846 indicai a V. S. Illustrissima con apposite Relazioni il pessimo stato di quelle Fabbriche, ed ora mi prendo la libertà di ricordarle, che la tettoja che cuopre la parte bassa della Chiesa e quella del Loggiato, sono in uno stato da non potersi trascurare ulteriormente il loro riordinamento senza andare incontro ad una generale rovina: che dando esempio ai lavori progettati colla mia Relazione del 23 Luglio 1846, si rimedia a tutti gli sconcerti presentati da quelle Fabbriche: che sebbene non presentino oggi il pericolo d’imminente rovina le volte del Loggiato esterno, può questa verificarsi quanto prima se non si pone riparo alla tettoja con riordinarla tutta mutandovi il legname marcito, che infine se non si pongono le catene indicate in detta Relazione per assicurare gli archi dalla spinta delle volte, qualunque parziale rattoppo sarà insufficiente.

Mi credo in dovere altresì di render conto a V. S. Illustrissima, che le volte della Chiesa soffrono notabilmente per la filtrazione delle acque piovane cagionata dal pessimo stato della tettoja, e che in alcuni punti si vedono gl’intonachi staccati affatto con pericolo di cadere sopra i ricorrenti alle Sacre Funzioni.

Cesserò con rispettosamente indicare a V. S. Illustrissima, esser necessario o di riparare prontamente ai bisogni di quelle Fabbriche, o di abbandonarle ordinandone la chiusura.

Frattanto che si attendono le Sovrane veneratissime disposizioni in proposito, crederei necessario di far rimettere provvisoriamente al suo posto la porzione di tetto caduta, e di gettare a terra l’intonaco staccato dalle volte della Chiesa per i quali lavori potrà occorrere la spesa di circa £ 80.

Intanto passo all’onore di rispettosamente segnarmi Di V. S. Illustrissima

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Devotissimo Obbligatissimo Servitore G. Becherucci Ing.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 21 aprile 1847

[Urgente]

R. Diritto

21 Aprile 47

Mentre da tempo non breve si sta attendendo una Superiore Risoluzione sopra i restauri di cui sono bisognose le Fabbriche Parrocchiali di S. Sepolcro nuovi guasti si sono in esse recentissimamente manifestati, e sono così imponenti da compromettere la pubblica sicurezza.

L’indole di questi vien dettagliata dall’accluso Rapporto dell’Ingegnere di questo Circondario il quale conclude essere urgente l’ordinare o il pronto riparo, o la chiusura della Chiesa.

Ed intanto rappresenta necessario il far riassettare provvisoriamente la porzione del tetto caduta, e gettare a terra l’intonaco staccatosi dalle pareti della volta della Chiesa per i quali lavori occorre approssimativamente la spesa di £ 80.

Non potendo io che dividere l’opinione dell’Arte faccio presente questo sopra alla saviezza di V. S. Illustrissima con calda preghiera di un pronto riscontro, qualunque siasi, che possa servire di norma alle disposizioni adottabili dall’Autorità Governativa.

E col più distinto ossequio ho l’onore di ripetermi. ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 22 aprile 1847 Illustrissimo Signore

Nel tempo che autorizzo V. S. Illustrissima a dare le necessarie disposizioni per la immediata esecuzione dei lavori proposti con l’ingiunto Rapporto dei 20 stante per riparare l’avvenuta rovina di una parte del tetto della Chiesa di S. Sepolcro di codesta Città, debbo significarli che è stato opportunamente scritto a codesto Economo dei Vacanti onde cogl’assegnamenti generali di quell’Azienda venga pagata alla Persona che sarà da V. S. Illustrissima indicata la somma di £ 80, spesa presagita per la effettuazione di detti lavori.

Nella veduta di procurare poi sollecitamente il riordinamento delle Fabbriche Parrocchiali di detta Chiesa, debbo pregare la di Lei compiacenza a prendere in esame il progetto avanzato recentemente dal Parroco e fatto da esso eseguire sotto il trentun Marzo ora passato dal Maestro Muratore Fabio Genovesi dal quale sarebbe prevista la spesa occorrente in somma minore di quella designata dalla Perizia Storni redatta dietro commissione di codesto Economo dei Vacanti e dalla Relazione e Perizia dell’Ing. Di Circondario, fatta d’ordine di codesto Governo.

Ed accompagnandoli in quanto possano occorrergli le citate Relazioni Storni e Becherucci passo a confermarmi con perfetta stima in attenzione di analogo di Lei riscontro

Di V. S. Illustrissima

Dalla Segreteria del R. Diritto Firenze 22 Aprile 1847

Devotissimo Obbligatissimo Servitore V. Bani

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 28 aprile 1847

R. Diritto 28 Aprile 47

Per i restauri occorrenti a questa Parrocchia di S. Sepolcro la compiegata Perizia del Maestro Muratore Fabio Genovesi presagisce una spesa molto inferiore a quella indicata dalle due perizie precedenti che parimente Le respingo.

Importa però moltissimo il notare che il Genovesi prende unicamente di mira le riparazioni della Canonica senza far caso dei bisogni della Chiesa, che non sono minori.

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Prescindendo da queste osservazioni che presentasi la prima l’Ingegnere di questo Circondario per mezzo dell’ingiusto Rapporto ha espresso contro il progetto del detto Genovesi anche altri rilievi di fatto che a me non sembrano disprezzabili.

Ed assicurandole essere stata data le disposizioni perché senza indugio fossero eseguiti i lavori urgentissimi a forma dell’autorizzazioni che Ella si compiaceva darmene con la pregiatissima sua di 22 cadente ho l’onore di ripetermi col più distinto ossequio. ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 23 maggio 1847

R. Diritto 23 Maggio 47

Perché sia dato l’ordine del pagamento inoltro a V. S. Illustrissima la nota dei provvisori ed urgenti restauri approvati per questa Chiesa di S. Sepolcro dalla pregiata sua di 22 Agosto caduto per la somma di £ 80. Essi ammontano solamente a £ 55.1.4 dalla Officiale che parimenti compiego dell’Ingegnere di questo Circondario Ella ritrarrà che fatti staccare dall’interno della Chiesa diversi pezzi d’intonaco cadente si è potuto osservare che la volta aperta in più e diversi punti è scollegata nelli spigoli in modo da far temere la caduta parziale della medesima, e specialmente di alcuni mattoni rimasti pendenti per lo che esso resultava prudente partito il far serrare la Chiesa a sconto d’inconvenienti.

Significo a V. S. Illustrissima che in conseguenza dell’affacciato pericolo confermato più ampiamente da un Rapporto speciale del detto Ingegnere questo Governo si è adoperato perché questo Monsignore Arcivescovo ordinasse, conforme la ordinata chiusura di detta Chiesa, essendo il Parroco andato ad ufiziare quella di S. Giovannino. Per riparare ai guasti della rammentata volta si presagisce per approssimazione necessaria la spesa di Lire quattrocento, secondoché può giudicarsi prima di aver formato il palco per avvicinarvisi.

Mentre […] il progetto dei restauri generali io non starò a parlare della convenienza del detto lavoro a parte. Faccio presente alla di Lei saviezza essere nello stato delle cose divenuto urgentissimo il decidersi per un provvedimento che restituisca al più presto possibile al Culto la Chiesa Parrocchiale di cui si tratta.

E col più distinto ossequio mi confermo.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 31 maggio 1847

Illustrissimo Signore

Debbo significare a V. S. Illustrissima in riscontro alla di Lei Officiale dei 23 stante che da questa Real Segreteria è stato opportunamente scritto a codesto Economo dei Vacanti onde sia pagata al Maestro Muratore Michele Ciancolini la somma di £ 55.1.4 in rimborso della spesa occorsa nella esecuzione delle urgenti riparazioni approvate per la fabbrica della Chiesa di S. Sepolcro di codesta Città.

Và poi a rassegnarsi al Regio Trono l’affare concernente il riordinamento, e completo restauro di quelle Fabbriche Parrocchiali. E con distinto ossequio mi confermo

Di vostra Signoria Illustrissima Dalla Segreteria del R. Diritto Firenze 31 Maggio 1847

Sig. Auditore del Governo di Pisa Devotissimo Obbligatissimo Servitore V. Bani

ASP, Comune di Pisa div. F, n° 941: Un pacco contenente diverse relazioni di chiese dal 1834 al 1850, Lettera 29 settembre 1849, c. 97

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Corrispondo con questa mia alla domanda verbalmente fattami da VS. Illustrissima circa la differenza che passa, per rispetto alla spesa, nel costruire l’impiantito della Chiesa di S. Sepolcro di questa Città di quadrelle di terra cotta invece che di mezzane. Gli impiantiti a quadrelle sono si può dire propri delle Chiese, quasi in tutte vi si riscontrano, oltre a ciò il lato delle medesime essendo di 1/3 B.° presentano un poco più di resistenza alla rottura, per cui sia per proprietà, sia per un beninteso lusso giacché non è una Chiesa da potersi mettere fra le ultime per [Sig.ᵉ Prefetto del

Compartimento di Pisa] bellezza, sia infine per una benché piccola pur nonostante maggior

resistenza credo sia conveniente impiegar le quadrelle. Ora per rapporto alla spesa un impiantito di mezzane arrotate su un vespajo alto un terzo di braccio può farsi con la spesa di £ 1,50 il B.° quadro mentre un impiantito di quadrelle di lato un terzo di braccio fatto sul medesimo vespajo costa £ 1,60 il braccio quadro vi si riscontra così una differenza fra il primo e secondo lavoro di £ 0,10 per unità di misura superficiale, e siccome l’impiantito da ricostruirsi sotto la navata di detta Chiesa riquadra B.a 937, 24 così fatto a mezzane costa £ 1405,86 e fatto con quadrelle di un terzo di braccio di lato costa £ 1499,58 con un aumento per conseguenza di spesa di £ 93,72 da capo corrisposto così alla domanda di VS. Illustrissima mi permetta Signor Prefetto di farle osservare che con la probabilità che vi è che il Lung’Arno in quel punto, finito che sia il lavoro che va facendosi per la rettificazione della spalletta, venga rialzato, il lasciare il pavimento di quella Chiesa così basso, la ridurrà ben presto in uno stato assai peggiore di prima, e mi pare che un rialzamento anche piccolo dell’impiantito medesimo ora che questo va ricostruito anche nel caso che il Lung’Arno non subisse alterazione veruna per rapporto al piano stradale non sia da non considerarsi; l’architettura interna della Chiesa, quando questo non ecceda un terzo di braccio, a mio giudizio non ne soffrirebbe e per la Chiesa sarebbe un vantaggio grandissimo. L’altezza del vespajo sotto la navata sarebbe in questa ipotesi 2/3 di braccio, si aumenterebbe di più 1/3 di B.° di vespajo sotto la cuspide della Chiesa medesima. In questo caso io calcolo che il lavoro con un aumento di seicento lire alla somma prevista possa farsi così che decidendosi per l’impiantito a quadrelle, tutto il lavoro costerebbe £ 2099,58. Ho l’onore frattanto di confermarmi colla più distinta stima

Di VS. Illustrissima

Pisa, dall’Uffizio d’Acque e Strade Li 29 Settembre 1849

Devotissimo Servitore

D. F.° Sbragia Ing.re Interno del Circondario di Pisa

ASoP, F 125, M. E. F. G., Pratica n° 7039: S. Sepolcro. Campanile, riparazione dei danni provocati dal fulmine al campanile della chiesa e installazione di un parafulmine 1942, Lettera 20 luglio 1942

Alla R. Questura di Pisa Urgente

Il campanile della chiesa del S. Sepolcro è stato colpito dal fulmine. Questa mattina prima il Genio Civile, poi il Priore, hanno avvertito di quanto sopra l’Ufficio della Soprintendenza ai monumenti. Subito si è provveduto a portare sul posto il materiale per il puntellamento e per le riparazioni, ma data la difficoltà di accesso alla cella campanaria non si è potuto terminare il lavoro. I due appartamenti sottostanti sono quindi in grave pericolo e occorre vengano sgombrati finché non siano assicurati i pezzi di muratura in bilico. Sono già stati a voce avvertiti gli abitanti, i vigili comunali, il comando della R. Guardia di Finanza.

Si prega codesta R. Questura di voler ratificare legalmente quanto sopra agli interessati rivestendo la cosa carattere di urgenza.

Pisa 20 luglio 1942 XX Il Soprintendente Riccardo Pacini

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ASoP, F 125, M. E. F. G., Pratica n° 7039: S. Sepolcro. Campanile, riparazione dei danni provocati dal fulmine al campanile della chiesa e installazione di un parafulmine 1942, Lettera 31 luglio 1942

31 luglio 1942

Pisa, campanile Chiesa del Santo Sepolcro Al Ministero dell’Educazione Nazionale Direzione Generale delle Arti

Div. III ROMA

Un fulmine, durante un recente temporale, ha colpito la cella campanaria del Campanile della Chiesa di S. Sepolcro.

Tutta una spalla d’uno dei quattro archi è stata spezzata e grossi blocchi di muratura hanno ruotato mettendo in gravissimo pericolo gli abitanti della Casa sottostante.

Questa Soprintendenza, prontamente intervenuta, dopo aver fatto sgomberare le abitazioni, ha provveduto a puntellare d’urgenza le murature pericolanti.

Occorre ora procedere alle riparazioni per le quali occorrono ponteggi, demolizioni e ricostruzioni. La spesa necessaria è quella specificata nell’unito preventivo ed ammonta a Lire tremilacinquecento. Occorrerà però prevenire altri danni del genere in avvenire (non è la prima volta che il medesimo campanile viene danneggiato dal fulmine) anche per riguardo alla sottostante importantissima Chiesa di S. Sepolcro.

Sarà quindi necessario di provvedere all’impianto di un parafulmine che preservi l’intero complesso monumentale.

La spesa per tale impianto si aggirerà sulle 6000 lire adottando il tipo radioattivo Helita che già ha dato ottimi risultati.

Si prega pertanto codesto Ministero di voler mettere a disposizione di questa Soprintendenza la globale somma di lire 9500 occorrenti per i lavori di cui trattasi.

IL R. SOPRINTENDENTE (Dott. Arch. Riccardo Pacini)

ASoP, F 125, M. E. F. G., Pratica n° 7039: S. Sepolcro. Campanile, riparazione dei danni provocati dal fulmine al campanile della chiesa e installazione di un parafulmine 1942, Lettera 20 ottobre 1942

20 Ottobre 1942 XX

Pisa: Chiesa del Santo Sepolcro. Parafulmine

Ministero dell’Educaz. Naz. Direz. Gen. Art. Div. III Roma

Facendo seguito alla nota del 31 luglio 1942 n° di Prot. 965/500, si informa che i lavori di restauro al Campanile della Chiesa del Santo Sepolcro, sono terminati per quanto attiene alla muratura; manca però l’impianto del parafulmine, come già richiesto con la suindicata, ritenuto indispensabile. Si prega quindi di volere dare disposizioni necessarie per provvedere a tale installazione, che dovrà preservare l’intero complesso monumentale da ogni pericolo, inviando alla Soprintendenza la somma richiesta.

Il Soprintendente

ASoP, F 125, M. E. F. G., Pratica n° 7040: Restauro dei danni di guerra, 1945-1946, Lettera 14 gennaio 1946

14. 1. 946

Pisa: Chiesa di S. Sepolcro. Invio perizia

MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE Direzione Generale Antichità e Belle Arti

ROMA

La Chiesa di S. Sepolcro ha subito a causa della guerra un grave danneggiamento alla copertura ed al paramento esterno delle strutture perimetrali. I lavori già eseguiti hanno permesso la riapertura al

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culto della Chiesa con la sistemazione totale del tetto. Al finanziamento già concesso dall’A. M. G. per i suddetti lavori, non ha permesso il totale pagamento di quanto già eseguito.

Si acclude pertanto una perizia per l’importo di £ 16.500 corrispondenti a lavori eseguiti e da pagare da parte della Soprintendenza.

L’altra perizia prevede, a completamento dei lavori una spesa di £ 85.000,00 per le riparazioni alla copertura ed ai muri del Campanile.

Si prega pertanto codesto Ministero di voler disporre per l’accreditamento della somma corrispondente ai lavori eseguiti e da eseguire.

IL SOPRINTENDENTE Sanpaolesi

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