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1 IL COMPRENSORIO DEL CUOIO

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Academic year: 2021

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1.1 Individuazione dell’ambito territoriale di riferimento

L’area interessata dalla realizzazione della nuova viabilità comprende il comune di Castelfranco di Sotto facente parte della Provincia di Pisa, e il comune di Altopascio localizzato in Provincia di Lucca. La viabilità prevista si propone di collegare il Comprensorio del Cuoio con l'Autostrada A11 ”Firenze Mare”. Oltre al comune di Castelfranco di Sotto il Comprensorio del Cuoio comprende anche i comuni di Santa Croce e San Miniato.

Il Comprensorio interessato dall’intervento ha una superficie territoriale e una densità pari a:

Comune Superficie (kmq) Densità (abit./kmq)

Santa Croce 16,92 737

San Miniato 102,56 257

Castelfranco di Sotto 48,32 235

e la popolazione residente (dati ufficiali censimento ISTAT) è così ripartita:

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Comune 1951 1961 1971 1981 1994 2005

Santa Croce 7627 8952 11107 12529 12334 12472 San Miniato 21391 22091 22310 25052 25690 26353 Castelfranco di Sotto 7130 8090 10359 10783 11095 11395

E’ evidente come la popolazione abbia avuto sempre un andamento crescente, ma nel trentennio che va dal 1951 al 1981 si può notare il maggior incremento demografico pari a 12216 abitanti considerando il totale dei tre comuni. La densità abitativa è di circa 300 abitanti per kmq considerando l’intera area comprensoriale, ma il valore massimo di 737 abitanti per kmq è relativo al comune di Santa Croce sull’Arno. Le caratteristiche occupazionali dell’intero distretto dell’area del cuoio, che interessa i tre Comuni, sono legate ad un tessuto produttivo fittamente radicato nel territorio e fortemente interconnesso con il sistema degli insediamenti residenziali. L’occupazione dell’area è dunque legata alle caratteristiche del sistema produttivo stesso, nel quale prevale la piccola impresa. Gli addetti dichiarati alla fine del 1995 sono 33.730 di cui il 46,5% nel settore delle pelli, del cuoio e delle calzature. Sono proprio questi ultimi i settori che creano le maggiori direttrici di spostamento casa-lavoro tra i comuni appartenenti al comprensorio;

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infatti a Castelfranco di Sotto e a Santa Croce c’è una notevole differenza tra il numero degli addetti al secondario residenti e quello degli addetti complessivi impegnati nello stesso settore. Ciò rende più che plausibile ritenere che dai comuni limitrofi vi sia quotidianamente uno spostamento in massa degli addetti al secondario, per raggiungere il posto di lavoro situato nei comuni su indicati.

L’assetto urbanistico attuale dell’area interessata vede le industrie estendersi lungo il fiume Arno e lungo le strade che collegano tra di loro i centri maggiori, inserendosi talvolta anche nel tessuto residenziale fino alla sua periferia, a dimostrazione della delocalizzazione degli insediamenti produttivi dai centri abitati alle zone industriali, avvenuta nel corso degli anni settanta. La maggiore concentrazione di tali attività si ha lungo la S.P. 5 “Francesca” che collega Castelfranco di Sotto, Santa Croce e Fucecchio, la S.P. 34 Castelfranco Staffoli e lungo la S.S. 67 “Tosco Romagnola” fra San Romano, Ponte a Egola e San Miniato.

In particolare l’industria conciaria è concentrata intorno a Santa Croce, mentre il settore calzaturiero è distribuito più uniformemente

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anche se prevale nei comuni di Castelfranco, Santa Maria a Monte e Montopoli.

Il distretto Conciario rappresenta una delle principali realtà nel campo della lavorazione conciaria a livello italiano ed internazionale. La specializzazione produttiva del distretto è rappresentata dalle industrie delle pelli, del cuoio e delle calzature, che occupano l'82% del totale degli addetti nelle attività manifatturiere.

Nel distretto è concentrato circa il 35% della produzione nazionale di pelli per calzature, pelletteria e abbigliamento ed il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola, per un fatturato di circa 2 miliardi di euro.

Il modello produttivo si caratterizza per una struttura estremamente frammentata di piccole imprese e micro imprese, integrate con attività conto terzi specializzate in alcune fasi della lavorazione, per un totale di circa 900 aziende con 10.000 addetti ed una dimensione media di circa 12 addetti.

A complemento del distretto nel corso degli anni si sono affiancate attività direttamente o indirettamente collegate quali prodotti

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chimici, macchine per conceria, servizi, manifatture dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature, dando origine ad un'altra importante fetta di occupazione. Alcune di queste attività infatti rappresentano realtà importanti nel contesto nazionale, seppure all’interno di nicchie di mercato. (Il settore macchine per conceria presente nel distretto rappresenta il 30% della produzione nazionale)

L’intera economia dell’area, con i suoi 90.000 abitanti, si regge su questo settore e sulle attività direttamente o indirettamente collegate come si evince dalla figura 1.1

Figura 1.1 - fonte: Associazione Conciatori – Consorzio Conciatori Ponte a Egola

Nell'area del distretto di Santa Croce e Ponte a Egola, a fianco del

Concerie 400

Lavorazioni c.to terzi e altre aziende del settore 500

Numero di addetti 10.000

Movimentazione merci in ingresso ed in uscita 250-300Tir/giorno Fatturato conciario complessivo del distretto 2.065.828.000 euro Incidenza delle esportazioni sul fatturato 40%

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settore conciario, è presente anche l'attività produttiva legata al calzaturificio e alla pelletteria, che assume una grande importanza soprattutto nel territorio dei comuni di Castelfranco di Sotto e di Fucecchio. Il calzaturiero è il secondo insediamento produttivo forte della zona; la produzione di questo polo riguarda principalmente le scarpe. Nel distretto locale sono in attività circa 600 aziende, di cui circa la metà artigiane (200 i calzaturifici in senso stretto, 400 gli accessoristi). Il fatturato complessivo è stimato in 400 milioni di euro (solo per il prodotto finito), mentre l'export (che si riferisce al 70% di quanto prodotto) ha toccato i 250 milioni di euro.

Relativamente ai flussi commerciali il 75% delle materie prime, pelli grezze o semilavorate, provengono dal macello europeo e dall’Est- Europa, il 15% da quello nazionale e il 10% da altri mercati soprattutto dell'America del Nord e America Latina. Quest'ultima quota è in continuo aumento.

Le esportazioni rappresentano circa il 40% del fatturato totale. Di questo, il 25% è riservato al mercato comunitario, il 25% a Russia ed altri mercati europei, e il 50% ai mercati extraeuropei con Hong Kong, Cina e USA ai primi posti. Pelle e cuoio da suola per calzature

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rappresentano il 70% della produzione complessiva, la pelletteria il 20%, mentre il restante 10% è destinato ad abbigliamento, arredamento ed altre produzioni.

I rapporti con i mercati esteri (America e Paesi della Unione Europea) sono favoriti dalla presenza di una buona rete viaria inserita nelle direttrici internazionali e dalla vicinanza, da un lato dell'aeroporto internazionale di Pisa e dall'altro del porto di Livorno. Particolare attenzione viene dedicata da tempo ai problemi dell'ambiente: l'area è munita di idonei depuratori, sono state installate delle centraline di monitoraggio dell'inquinamento acustico, sono in atto progetti destinati allo smaltimento dei fanghi conciari prodotti dagli impianti di depurazione. Negli ultimi anni, i consumi sono calati in tutto il Sud-Est asiatico, e in particolare ad Hong Kong dove era diretto il 20% dell'export del distretto. Risultano in calo anche Medio Oriente e Sudafrica, mentre hanno retto Stati Uniti ed Inghilterra senza considerare che l'attuale crisi internazionale a fortemente ridotto le esportazioni.

A soffrire di più sono le aziende (soprattutto quelle piccole) specializzate nella lavorazione delle pelli, che denunciano cali

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produttivi. Va meglio per il comparto del cuoio da suola, meno legato alle tendenze della moda, e per i pellami conciati al vegetale, dove le contrazioni di produzione e fatturato si fermano al 3-4%. I gruppi più grandi e strutturati hanno retto meglio, riuscendo a diversificare le esportazioni (puntando su Stati Uniti, Est Europa e Nord Africa). I gruppi più importanti rappresentano il 40-50% della produzione totale del distretto e sono delle vere e proprie costellazioni di imprese collegate tra loro anche sul piano delle partecipazioni finanziarie e societarie. Il distretto è un forte collante che crea energie e sinergie, ma i rapporti interni tra le imprese committenti e quelle conto terziste si stanno modificando. Sino a pochi anni fa il conto terzi era una naturale continuazione della conceria. Oggi, le imprese maggiori hanno deciso di verticalizzare la produzione, riportando in azienda molte fasi della produzione. I motivi sono i costi del conto terzismo, diventati più alti, e la necessità di un maggiore controllo sulla qualità. La necessità, inoltre, di dover fare fronte a elevati investimenti per lo smaltimento rifiuti, la depurazione delle acque, il rispetto ambientale, etc., compatta le diverse aziende, creando una forte coesione. L'area di Santa Croce

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sull'Arno gode perciò di queste fitte trame di rapporti tra imprese, che costituiscono la linfa vitale sia della singola azienda che di tutta l'area. Il rilancio del polo del cuoio è affidato anche all'innovazione e alla ricerca avanzata sui materiali, come nel caso del progetto "Dresswear", in grado di rivoluzionare alcune applicazioni dei prodotti conciari, in settori come l'auto, le calzature e perfino nello sport, e nel quale sono coinvolti l'Università di Pisa, il Centro ricerche della Fiat e perfino alcuni ingegneri della Ferrari. L'idea è di mettere a punto un tipo di pelle in grado di riconoscere i corpi con cui viene a contatto.

L'utilizzo più immediato riguarda i rivestimenti per i sedili delle automobili: il materiale, sensorizzato attraverso l'impiego di polimeri, trasmette le informazioni a un software che adegua automaticamente le funzioni di comfort e di sicurezza della vettura. La "pelle intelligente" può inoltre trovare un utilizzo importante nel settore delle calzature e dell'abbigliamento, con probabili applicazioni di tipo sportivo e medico curativo, come una scarpa capace di dare indicazioni sulla salute del piede.

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delocalizzazione produttiva. Finora, alcuni episodi hanno interessato solo alcuni segmenti del ciclo produttivo.

Figura

Figura 1.1 - fonte: Associazione Conciatori – Consorzio Conciatori Ponte a Egola

Riferimenti

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