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Fatto a Pisa, nella casa del notaio Pietro del fu Ammannato da Ghezzano, nella cappella di S.

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702, 1346 febbraio 20, 27 ind. XIV (1346) Venditio

Lupo vende un pezzo di terra a Puccino per il prezzo di 48 lire. Ghino del fu Bindo da Nodica sta come garante. Il 27 febbraio Puccino paga a Pacino di Cambio, soprastante della gabella maggiore, l'imposta dovuta per la vendita.

Fatto a Pisa, nella casa del notaio Pietro del fu Ammannato da Ghezzano, nella cappella di S.

Cecilia.

Notaio: Petrus f. qd. Admannati de Ghessano.

Regesti: ACP, n. 672.

Note dorsali: «Carta dela compera facta per Puccepto da Lupo denrico/diNicola d’uno pe[zzo] di tera in Nodica in luogo detto Borgogno».

Vecchia numerazione: 713.

Note: la pergamena è mutila, manca parte iniziale.

Provenienza: S. Nicola.

701, 1346 febbraio 23, ind. XIV (1346) Testamentum

Estratto del testamento di frate Bartolomeo di Dato della cappella di S. Pietro a Ischia dell'ordine della Milizia della Beata Maria sempre Vergine Gloriosa, nel quale il testatore, tra molti legati, dispone che il proprio corpo venga sepolto presso il convento di S. Nicola, al quale lascia anche un pezzo di terra parte a vigna e parte a campo posto nei confini di S.

Andrea a Ripoli, nel luogo detto la Colonna.

Fatto a Pisa, nel refettorio del convento dei frati di S. Maria del Monte Carmelo.

Notaio: Lante f. ol. ser Michaelis Lantis de Vico (da Tommaso qd. Salvionis de Montemagno).

Regesti: ACP, n. 673.

Vecchia numerazione: 712.

Provenienza: S. Nicola.

703, 1346 marzo 15, ind. XIV (1346) Solutio

Guerrone del fu Vanni di Ciguerra della cappella di S. Giorgio in Porta a Mare, per conto di Fanuccio di Monetto del comune di S. Benedetto a Settimo e coll'animo di riavere la cifra sborsata, paga 7 fiorini d'oro a Enrico di Ciano, esattore delle prestanze vecchie del Comune.

Fatto a Pisa, sotto la loggia della camera del Comune.

Notaio: Pierus Iohannis Lupi civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 675.

Vecchia numerazione: 714.

Provenienza: S. Nicola.

704, 1346 marzo 22, 28 ind. XIV (1346) Permutatio

Giovanni di Cecco, operaio dell'Opera di S. Maria Maggiore, con l'approvazione dei consigli del Senato e della Credenza degli Anziani del Popolo, per l'utilità e il miglioramento della stessa Opera, cede a Ricucco Ricucchi della cappella di S. Lucia dei Ricucchi del fu Giovanni Galvano, che riceve per sé e per il fratello Gualando, la quarta parte di un pezzo di terra con casa e chiostro, di proprietà dell'Opera, posta a Pisa, nella cappella di S. Lucia dei Ricucchi.

In cambio Giovanni riceve da Ricucco due pezzi di terra campia, uno posto nei confini del

comune di Rinonichi, nel luogo detto Chiasso Cavo, l'altro posto nel comune di Putignano,

nel luogo detto Ponte. Inoltre, in aggiunta alle terre suddette, Ricucco assegna a Giovanni 10

lire e 15 soldi. Il 28 marzo viene pagata l'imposta dovuta a Vanni di Nicoloso, soprastante

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della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella bottega del detto Giovanni operaio e dell'Opera, posta nella cappella di S.

Maria Maggiore.

Notaio: Franciscus Serellus qd. item Francisci Serelli not.

Note dorsali: «Primaziale Opera».

Note: la pergamena presenta rosure, lacerazioni e macchie di umidità; le condizioni del dorso uguali alla 707; v. anche 640.

Vecchia numerazione: 715 Provenienza: Opera del Duomo?

677, 1346[...], ind. XIII (1345 marzo 25/settembre 23) Donatio

Comuccia vedova di Bonvicino calzolaio e figlia del fu Buccio, dimorante a Pisa, nella cappella di S. Sisto, per l'affetto che nutre verso Stefano da Castellina del fu Lotto, frate di S.

Nicola, dona al detto convento 4 staiora e mezzo di un pezzo di terra campia posto a «villa» di San Ruffino, nel comune di Cevoli in Val di Cascina, nella capitania del piviere di Bagno ad Acqua, nel luogo detto alla Fonte, con la condizione che l'usufrutto del suddetto pezzo di terra resti a Comuccia per tutto il tempo della sua vita e che, dopo la morte di lei, passi al detto Stefano al quale resterà fino alla morte di lui.

Fatto a Pisa, nella chiesa di S. Nicola.

Notaio: Ildebrandus f. Iohannis Ildebrandi notarii Note dorsali: «78»; « n° 1».

Regesti: ACP, n. 655, 1346 giugno 10.

Vecchia numerazione: 728.

Note: il giorno e il mese sono illeggibili a causa di una rosura.

Provenienza: S. Nicola.

705, 1347 aprile 9, ind. XIV (1346) Mutuum

Baronto barbiere del fu Recabene della cappella di S. Cristoforo in Chinzica e Tommaso caseario suo figlio ricevono in mutuo da Beninsegna notaio da Cascina del fu Iacopo della cappella di S. Paolo all'Orto 50 fiorini d'oro, impegandosi a restituirli entro un anno.

Fatto a Pisa, nella cancelleria del Comune posta nel palazzo dove risiede il podestà, nella cappella di S. Ambrogio.

Notaio: Stefanus f. Andree Iohannis de Ripa Arni civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 676.

Vecchia numerazione: 731.

Provenienza: S. Nicola.

706, 1347 aprile 11, ind. XIV (1346) Venditio

Lippo e Davino vendono a Giovanni 20 carati e un quarto di un pezzo di terra con casa e un altro intero pezzo di terra con casa, per il prezzo di 235 lire.

Fatto a Pisa, nel capitolo di S. Nicola.

Notaio: Nicolus Camicionis f. qd. Iohannis Regesti: ACP, n. 677

Vecchia numerazione: 732.

Note: pergamena mutila, manca la parte iniziale; all'interno si conserva un piccolo regesto.

Provenienza: S. Nicola.

707, 1347 maggio 31, giugno 5, ind. XIV (1346)

Notificatio banni

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Per ordine del podestà di Pisa Senso da Perugia, il nunzio del Comune notifica a numerosi debitori dell'Opera di S. Maria Maggiore che saranno colpiti da bando se entro 6 giorni non consegneranno a Ranieri di Goro, procuratore di Giovanni Cocchi operaio dell'Opera di S.

Maria Maggiore, le pensioni spettanti all'Opera più il risarcimento per le spese processuali in forza di una precedente sentenza pronunciata dal giudice e assessore Bonaccorso da Sassoferrato, dottore di legge. Il 5 giugno il nunzio fa proclamazione davanti alle case degli insolventi di come essi siano stati banditi.

1)Fatto a Pisa, nella piazza pubblica di S. Ambrogio, davanti alla «Curia Assessoris»; 2) fatto davanti alle case dei suddetti banditi, nei rispettivi comuni.

Notaio: Ugolinus f. Bacciamei de Malaventre.

Note: rosure nella parte iniziale; v. anche 640, 704.

Vecchia numerazione: 733.

Provenienza: Opera del Duomo.

708, 1347 giugno 18, ind. XIV (1346) Procuratio

Frate Giovanni da Donoratico, priore di S. Nicola, nomina sindaci e procuratori del convento i frati Bandino di Albizzello, Enrico dal Pero, Matteo Carletti e Michele da San Sisto.

Fatto a Pisa, nella sagrestia della chiesa di S. Nicola.

Notaio: Noccus f. Lippi corassarii de cappella S. Nicoli (da Iohannes f. qd. Ildebrandi notarii).

Note dorsali: «Carta sindicatus dicti conventus tempore prioratus fratris Iohannis comes domini Tedicis de comitibus de Donoratico anno 1347».

Regesti: ACP, n. 679.

Vecchia numerazione: 734.

Provenienza: S. Nicola.

709, 1347 luglio 3, ind. XIV (1346) Locatio

Piero del fu Colo Adorno, sindaco e procuratore dell'Ospedale Nuovo della Misercordia di Pisa, dà in locazione a Tora vedova di Duccio <<de Amadoribus>> della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, che riceve per sé e per sua figlia Bacciamea, un pezzo di terra fertile posto nella detta cappella di S. Lucia, sopra il quale il detto Duccio aveva casa e muri, per 9 anni dalla festa di S. Maria nel mese di agosto prossimo, in cambio di una pensione di 30 soldi da pagare entro la fine di ogni anno.

Fatto a Pisa, nella cancelleria dell’Ospedale Nuovo posta nel chiostro del detto Ospedale.

Notaio: Donatus f. qd. Martini de cappella sancti Cosme et Damiani de Pisis.

Note dorsali: «27».

Vecchia numerazione: 735.

Provenienza: [S. Nicola.].

711, 1347 luglio 26, ind. XIV (1346) Locatio

Enrico di Vanni da Avane della cappella di S. Casciano in Chinzica dà in locazione a Viviano di Togo del comune di Avane un pezzo di terra campia con alberi posta nei confini del detto comune, nel luogo detto Capo d’Avane per tre anni a partire dalla festa di S. Michele nel settembre prossimo per un affitto consistente in 10 staia e una quarra di grano carvellino da pagare ogni anno in occasione della festa dell'Assunzione

Fatto a Pisa, nella bottega della casa del notaio Pietro da Avane del fu maestro Nocco da Avane, posta nella cappella di S. Maria Maggiore.

Notaio: Mattheus f. qd. ser Guelfi de S. Eufraxia (dagli atti di Petro de Avane qd. magistri Nocchi de Avane).

Note dorsali: «Non fa per noi»; «n° 158»; «A. 1347»; «n. 265».

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Vecchia numerazione: 737.

Provenienza: S. Antonio.

712, 1347 agosto 22, settembre 5 ind. XIV (1346) Permutatio et venditio

Cilla vedova di Bacciameo «Massufari» del fu Gerardo della cappella di S. Lucia dei Ricucchi e figlia del fu Cenno campanaro permuta con Cecca, moglie di Nerio cuoiaio della detta cappella di S. Lucia del fu Dato da Caprona e figlia del fu Cennino cordovaniere, una parte di un pezzo di terra con casa solariata ed ogni sua pertinenza posto a Pisa nella detta cappella di S. Lucia dei Ricucchi, vendendo la restante parte a Nerio cuoiaio del fu Dato da Caprona, marito della detta Cecca. Per questa terra, in parte permutata e in parte venduta, Cecca cede a Cilla un pezzo di terra con casa solariata posto accanto al terreno permutato, mentre Nerio le cede 135 lire, nelle quali è compreso un debito di 121 lire ricevute in mutuo da Nerio che ora viene cassato. Luca sellaio del fu Tommaso della cappella di S. Cosimo fa da garante. Il 5 settembre viene pagata l'imposta dovuta per la permuta e la vendita suddette a Bacciameo di Sismondello soprastante della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella detta casa data da Cilla a Ghecca

Notaio: Fidansa f. qd. Michaelis de Schutaria (da B.artolomeus Clari f. qd. Simonis Clari notarii)

Regesti: ACP, n. 661, alla data 1346.

Vecchia numerazione: 738.

Provenienza: S. Nicola.

713, 1347 agosto 28, ind. XIV (1346) Venditio

Franchino del fu Ceo di Lanfranchino del comune di San Prospero in Via Cava vende a ser Francesco del fu ser Ranieri Ferrante della cappella di S. Martino in Chinzica due pezzi di terra campia posti nei confini del comune di Celaiano, ne luogo detto «le Presule» per il prezzo di 50 lire. Guido del fu Coscio e Pasquale del fu Nuto del detto comune di San Prospero stanno come garanti

Fatto a Pisa, nella bottega della casa di Vanni di Nicoloso, posta nella cappella di S. Martino Notaio: Mactheus qd. Bonaiuncte de Pectori

Regesti: ACP, n. 680.

Vecchia numerazione: 739.

Provenienza: S. Nicola.

714, 1347 settembre 26, ind. XV (1346) Positio ad standum

Simone arcario del fu Conforto della cappella di S. Iacopo degli Speronari promette a Leone maestro d'ascia della cappella di S. Nicola. del fu Braccio di lavorare per sei mesi solo nella sua bottega.

Fatto a Pisa, nella bottega del cantone della torre dei Gaddubbi, posta nella cappella di S.

Donato.

Notaio: Bartolomeus Clari f. qd. Simonis Clari.

Regesti: ACP, n. 684.

Vecchia numerazione: 740.

Provenienza: S. Nicola.

715, 1347 ottobre 4, ind. XV (1346) Procuratio

Cilla del fu Iacopo Bocci della cappella di S. Nicola. nomina suo procuratore Matteo del fu

Sardo della stessa cappella, promettendo di ratificare tutto ciò che egli farà per lei come

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procuratore e liberandolo sin da ora da ogni responsabilità personale.

Fatto nel comune Capannoli, nel chiostro della casa del detto Matteo.

Notaio: Colus f. qd. Iohannis notarii de Capannoli.

Regesti: ACP, n. 682, ottobre 3.

Vecchia numerazione: 741.

Provenienza: S. Nicola.

716, 1347 ottobre 24, ind. XV (1346) Locatio

Frate Pietro di Compagno di Banco, procuratore di S. Nicola, dà in locazione a Guido di Bacciameo da Putignano un pezzo di terra campia posto nei confini del comune di Putignano, nel luogo detto Ponte, per 10 anni a partire dalla festa di S. Michele nel mese di settembre per un affitto di 7 staia di grano da consegnare al convento di S. Nicola. ogni anno in occasione della festa dell'Assunta. Lo stesso giorno Pietro dà in locazone a Enrico del fu Fazio da Putignano la quarta parte di un pezzo di terra con casa solariata e casalino posta nel comune di Putignano, nel luogo detto Capiteto per 10 anni a partire dalla suddetta festa di S. Michele per un affitto di 2 staia di buon frumento da consegnare annualmente al convento di S. Nicola. in occasione della festa dell'Assunta.

Fatto a Pisa, nel capitolo nuovo del convento di S. Nicola.

Notaio: Bindus Clari qd. Nicoli Clari notarii civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 683.

Vecchia numerazione: 742.

Provenienza: S. Nicola.

717, 1347 dicembre 8, ind. XV (1346) Mutuum

Matteo del fu Guccio della cappella di S. Maria Maddalena, interrogato da Giovanni di Gaddo del fu Ugolino erovario della stessa cappella confessa di aver ricevuto in mutuo 18 lire dal detto Giovanni e s'impegna a restituirle entro un anno in denari d'oro o d'argento.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa della chiesa di S. Maria Maddalena in Chinzica, nella quale dimora Lolo barbiere del fu Guido della detta cappella.

Notaio: Bonaiuncta Corassa qd. Parelli civ. Pis.

Vecchia numerazione: 743.

Note dorsali: «Denari prestati, Inpertinens»; «n° 79»; «36»; «31».

Provenienza: [S. Nicola].

718, 1347 dicembre 10, ind. XV (1346) Venditio

Manfredino del fu Casino della Seta della cappella di S. Lorenzo in Chinzica vende a Davino setaiolo di Puccino della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, che compra per sé e per Lippo suo fratello, un pezzo di terra campia posta nei confini del comune di Putignano, nel luogo detto «Codra», per il prezzo di 210 lire. Andrea del fu Casino Della Seta della cappella di S. Sebastiano in Chinzica e Casuccio, figlio del detto Manfredino, stanno come garanti.

Fatto a Pisa, nella bottega del Comune che il notaio Iacopo da Peccioli e i suoi soci hanno in affitto dal Comune, posta nella cappella di S. Felice.

Notaio: Ciale f. Guidonis Megliorati (da Iohannes qd. Nelli de Ceuli).

Regesti: ACP, n. 685.

Vecchia numerazione: 744.

Provenienza: S. Nicola.

720, 1347 dicembre 18, ind. XV (1346)

Venditio

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Rinonico del fu Nino del comune dei Santi Filippo e Michele a Vecchializia vende a Davino setaiolo di Puccino della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, che compra per sé e per il fratello Lippo, un pezzo di terra campia posta nei confini del comune di Sant'Andrea in Pescaiola nel Valdiserchio, nel luogo detto «Salceto», per il prezzo di 56 lire. Rovuccio del fu Vanni da Pontasserchio sta come garante.

Fatto a Pisa, nella bottega del Comune che ser Iacopo del fu Nicola da Peccioli conduce per conto del Comune, nella cappella di S. Felice.

Notaio: Iacobus f. qd. Benis de Calci notarii (da Iohannes not. qd. Nelli de Ceuli).

Regesti: ACP, n. 686.

Vecchia numerazione: 745.

Provenienza: S. Nicola.

721, 1347 dicembre 20, ind. XV (1346) Donatio et ratificatio

Giovanni vinaio del fu Giordano della cappella di S. Sebastiano in Chinzica dona ai frati Enrico dal Pero e Giovanni di Enrico da Donoratico, che ricevono per il convento di S.

Nicola, due pezzi di terra campia posti nella guardia di Scorno nei confini di Visignano, il primo nel luogo detto Giuncheta, il secondo nel luogo detto Cannetello. Lo stesso giorno Giovanni di Enrico da Donoratico, priore di S. Nicola, conferma e ratifica l'atto.

Fatto a Pisa, in casa Burdonesi, accanto alla piazza di S. Eufrasia.

Notaio: Petrus f. qd. Iohannis Benvenuti (da Ranieri not. qd. Andree de Peccioli).

Vecchia numerazione: 329.

Regesti: ACP, n. 687.

Vecchia numerazione: 746.

Provenienza: S. Nicola.

722, 1347 gennaio 14, ind. XV (1347) Venditio

Francesco notaio del fu Simone di Soldano da Vico, come procuratore della moglie Francesca del fu Ugolino pellaio da Vico vende a Nuovo del fu Coscio del comune di Pozzale un pezzo di terra posto nel detto Comune, nel luogo detto «la Forre» per il prezzo di 4 lire. Cecco del fu Cambino da Vico sta come garante.

Fatto a Vico, nella via pubblica davanti alla casa di Vanni di Simone da Vico.

Notaio: Benevenius qd. Iohannis de Vico.

Note dorsali: «n° 98», «A. 1347»; «n. 21».

Vecchia numerazione: 729.

Provenienza: S. Antonio.

726, 1348 marzo 29, ind. XV (1347) Venditio

Bellina vedova di Lemmo di Giusto della cappella di S. Pietro in Vincoli e figlia del fu ser Giovanni di Sardo vende a Francesco del fu Ranieri Ferrante della cappella di S. Martino in Chinzica un pezzo di terra campia posto nei confini di Visignano, nel luogo detto Giuncheta, per il prezzo di 80 lire. Giusto figlio della detta Bellina e del detto Lemmo sta come garante.

Fatto a Pisa, sulla soglia della casa della detta Bellina, posta nella cappella di S. Pietro in Vincoli.

Notaio: Matheus ol. f. Bonaiuncte de Pettori.

Regesti: ACP, n. 690.

Note dorsali: «Compra facta da monna Bellina moglie che fu di lemmo di Iusto da Santo

Pietroa Vincula per Francesco de Ranieri Ferrante d'uno peço di terra in Visignano in luogo

detto Giuncheta».

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Vecchia numerazione: 754.

Provenienza: S. Nicola.

727, 1348 maggio 5, ind. XV (1347) Mutuum

Giovanni spadaio del fu Giunta di Rainaldo detto Palla della cappella di S. Cosimo, interrogato da ser Boninsegna notaio della cappella di S. Paolo all'Orto del fu Iacopo da Cascina, confessa di aver ricevuto in mutuo 100 lire dal detto notaio e s'impegna a restituirle entro un anno. Baronto barbiere del fu Recabene della cappella di S. Cristoforo in Chinzica, Salvuccio del fu Puccio e Cecco del fu Cellino dal comune di San Giovanni di Ghezzano, Giovanni spadaio del fu Giunta Serello della cappella di S. Matteo e Puccino sarto del fu Gerardo della cappella di S. Leonardo in Pratuscello stanno come garanti.

Fatto a Pisa, in casa Burdonesi, accanto alla piazza di S. Eufrasia.

Notaio: Iacobus f. qd. Fei de Campo (da Ranieri not. qd. Andree de Peccioli).

Regesti: ACP, n. 691.

Vecchia numerazione: 755.

Provenienza: S. Nicola.

728, 1348 maggio 23, ind. XV (1347) Venditio

Rigo del fu Pardo da Treggiaia vende a frate Michele da San Sisto, che riceve a nome del convento di S. Nicola, 8 staiora di un pezzo di terra parte a vigna, parte boscata e parte laborativa, con fichi e altri alberi, posto nei confini del comune di Treggiaia, nel luogo detto alla Fonte Nuova, per il prezzo di 60 lire. Martino del fu Cione, Piero del fu Guiscardo, Scello del fu Baccone e Mannuo del fu Paganello da Treggiaia stanno come garanti.

Fatto a Treggiaia, nella casa del detto Rigo.

Notaio: Luparellus qd. Ticis de Montecastello.

Regesti: ACP, n. 692 Vecchia numerazione: 756.

Provenienza: S. Nicola.

729, 1348 maggio 28 e 30, luglio 1, ind. XV (1347) Venditio

Bettino del fu Pardo del comune di Avane vende a ser Bernotto del fu ser Enrico del Grillo della cappella di S. Casciano in Chinzica un pezzo di terra campia posto nei confini del detto comune, nel luogo detto Ghiandeto per il prezzo di 33 lire, 6 soldi e 8 denari. Moruccio del comune di Avane, figlio del fu Pardo suddetto e fratello di Bettino, sta come garante. Il 30 luglio viene pagata l'imposta dovuta per la detta vendita a Nesone genovese soprastante della gabella maggiore. Il primo luglio Bettino riceve da ser Bernotto altri 2 lire, 4 soldi e 5 denari, in quanto la terra venduta era maggiore di quanto stimato di un panoro e un terzo.

Fatto a Pisa, in Chinzica, nella bottega del notaio Bartolomeo del fu Gerardo di Parello posta

«in capite Pontis Novi».

Notaio: Bartolomeus qd. Gerardi Parelli.

Note dorsali: «Carta apartenente a nostra posessione d'Avane»; «n° 24».

Vecchia numerazione: 757.

Provenienza: ––

730, 1348 giugno 1, ind. XV (1347) Confessio debiti

Vanni di Falcone mercante e cittadino [… procuratore di] Bartolomeo di Falcone mercante di

Pisa e cittadino di Palermo, come procuratore del padre, interrogato da Riccomo del fu

Giovanni Riccomo della cappella di S. Giorgio in Porta a Mare confessa di aver ricevuto

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1600 fiorini d'oro, promettendo di resituirli entro […] mesi.

Fatto a Pisa, sotto al portico della casa di Giovanni di Riccomo suddetto, nella cappella di S.

Giorgio in Porta a Mare.

Notaio: […] f. qd. d. Iacobi del Pattieri iurisp. Civ. Pis. (da ser Iacobo [filio] qd. Ferrantis de Vettula civ. Pis.).

Regesti: ACP, n. 1120, 1408 giugno 1.

Vecchia numerazione: 758.

Note: pergamena danneggiata sul lato sinistro.

Provenienza: S. Nicola.

731, 1348 giugno 19, ind. XV (1347) Solutio

Ghecca vedova di Colo arcario e figlia del fu Meuccio da Vico riceve 100 lire in alfonsini minuti da Leonardo di Pietro, fidecommissario di Giovanni del fu Meuccio suddetto, secondo quanto stabilito dal detto Giovanni nel suo testamento.

Fatto a «villa» di Stampace, in casa di Cecco di Gonario.

Notaio: Naddi Clari.

Regesti: ACP, n. 695.

Vecchia numerazione: 759.

Provenienza: S. Nicola.

732, 1348 giugno 29, ind. XV (1347) Mutuum

Nerio del fu Vanni di Ranieri da Cortona, dimorante a Pisa, nella cappella di S. Martino in Chinzica, interrogato da [Getta] vedova di Luparino della cappella di S. Donato confessa di aver ricevuto in mutuo dalla donna 50 lire e s'impegna a restituirle entro due mesi.

Fatto a Pisa, nella casa del detto Nerio, posta nella detta cappella.

Notaio: Bectus f. qd. Fatii de Pontehere civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 696 . Vecchia numerazione: 760.

Provenienza: S. Nicola.

733, 1348 luglio 8, ind. XV (1347) Testamentum

Piero del fu Leopardo notaio da Santo Pietro fa testamento e tra molti legati stabilisce che vengano assegnati 40 soldi l'anno per i prossimi 5 anni alla chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno per la celebrazione delle messe.

Fatto in S. Pietro, nella casa del detto Piero e dei suoi fratelli.

Notaio: Bartholomeus f. qd. Vannuccii de Santo Petro Vallis Here (da Enrico not. qd.

Francisci de suprascripto loco).

Regesti: ACP, n. 697 .

Note dorsali: «Testamento di Pero da Santo Pietro» ; «Nobis impertinens nisi aliud appareat».

Vecchia numerazione: 761.

Provenienza: S. Nicola.

734, 1348 luglio 23 e 24, ind. XV (1347) Testamentum et codicillum

Puccetto del fu Lippo della cappella di S. Cecilia fa testamento e tra molti legati stabilisce che

il proprio corpo venga sepolto nel camposanto della cattedrale e che siano assegnati 40 soldi

l'anno alla chiesa di S. Caterina, nella quale ogni anno si dovrà celebrare una messa per

l'anniversario della morte del suddetto. Nel codicillo Puccetto dispone che la moglie

Giovanna, figlia di Nuto sellaio, diventi erede della metà tutti i suoi beni nel caso in cui il

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figlio Lippo non raggiunga la maggiore età, a patto che la donna non si risposi; lascia inoltre metà dei suoi beni ai poveri dell'Ospedale Nuovo della Misericordia. Nel caso in cui Giovanna dovesse risposarsi, la metà a lei spettante dovrà essere assegnata alle figlie di Gottulo sensale per costituirsi la dote.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella casa del detto Puccetto e della moglie Giovanna, posta nella cappella di S. Cecilia.

Notaio: Petrus f. qd. Admannati de Ghessano.

Regesti: ACP, n. 698.

Vecchia numerazione: 762.

Provenienza: S. Nicola.

735, 1348 agosto 10, ind. XV (1347) Locatio

Giovanni da Campo, frate del convento dell'ordine degli Eremiti di S. Agostino, a nome del convento di S. Nicola, dà in locazione a Monte del fu Pardo del comune di Cornazzano tre pezzi di terra posti nei confini di Cornazzano per due anni a partire dalla festa di S. Michele in settembre in cambio di un affitto corrispondente a 13 quarre di grano da consegnare ogni anno in occasione della festa dell'Assunta. I tre pezzi di terra sono di proprietà del convento, ma l'usufrutto degli stessi è stato assegnato a Giovanni.

Fatto a Pisa, nel capitolo nuovo del convento di S. Nicola.

Notaio: Noccus f. ol. item Nocchi de S. Simone Porte maris Pis. civ. (da Tedicis not. qd. Fatii Adorni).

Regesti: ACP, n. 699.

Vecchia numerazione: 763.

Provenienza: S. Nicola.

736, 1348 agosto 31 e settembre 3, ind. XV (1347) Sententia iudicum Curiae Arbitrorum et relatio

I giudici della Curia degli Arbitri, accogliendo la richiesta Meo sarto del fu Simone della cappella di S. Lorenzo alla Rivolta, gli assegnano 6 carati e un quarto di un pezzo di terra con casa solariata, cucina, chiostro, pozzo e pergolato, posto a Pisa, nella detta cappella di S.

Lorenzo, contro gli eredi di Mico tavernaio del fu Pardo della detta cappella, dopo averlo fatto stimare, in assenza del convenuto contumace e di un perito di parte, da due uomini esperti del luogo. Questo come rivalsa di un mutuo non soluto dal detto Mico.

Il 3 settembre il nunzio del comune fa proclamazione della sentenza davanti alla casa dove il detto Mico tavernaio dimorò fino alla sua morte.

1), 2) Fatto a Pisa, nella Curia degli Arbitri, posta nel chiostro delle Sei Curie.

Notaio: Simon f. Iohannis Conradi civ. Pis.

Note dorsali: «n° 208 . f .»; «308»; «n. 191 alias 308».

Vecchia numerazione: 764.

Provenienza: S. Antonio?

737, 1348 settembre 25, ind. I (1347) Confessio mutui

I fratelli Gerardo e Bernabò, conti di Donoratico e figli del fu Ranieri, interrogati dal notaio Ildebrando del fu Giovanni di Ildebrando, che agisce a nome di Guido del Tignoso della cappella di S. Martino in Chinzica confessano di aver ricevuto in mutuo dal detto Guido 400 fiorini d'oro e s'impegnano a restituirli entro 4 mesi. Gualando Ricucchi della cappella di S.

Lucia dei Ricucchi e Colo del fu ser Ciolo della cappella di S. Pietro in Padule stanno come garanti.

Fatto a Pisa, nel ballatoio della casa dei suddetti Gerardo e Bernabò, posta nella cappella di S.

Lorenzo alla Rivolta.

(10)

Notaio: Ildebrandus f. qd. Iohannis Ildebrandi notarii.

Regesti: ACP, n. 700.

Vecchia numerazione: 765.

Provenienza: S. Nicola.

738, 1348 ottobre 1, ind. I (1347) Venditio

[Matteo del fu] Guccio erovario della cappella di S. Maria Maddalena vende a [Giovanni]

erovario della detta cappella 5 carati e […] di un altro carato su 24 totali di un pezzo di terra con casa solariata posto a Pisa, nella cappella di […] per il prezzo di 60 lire.

Fatto a Pisa, nella casa del notaio Orlando del fu Urso e di Betto suo fratello, posta nella cappella di S. Felice.

Notaio: Landus qd. ser Becti Ursi not. de S. Felice Pis. civ. (da Orlando not. qd. Ursi de S.

Felice).

Regesti: ACP, n. 701.

Vecchia numerazione: 766.

Note: pergamena rosa sul lato sinistro.

Provenienza: S. Nicola.

739, 1348 ottobre 23, ind. I (1347) Confessio mutui

Tinuccio della Rocca [del fu Lemmo] della cappella di S Cristoforo in Chinzica, interrogato da Gualando Ricucchi del fu Giovanni Galvano, confessa di aver ricevuto in mutuo 250 fiorini d'oro del detto Gualando e s'impegna a restituirli entro il primo gennaio alla pena del doppio, più le eventuali spese. Il conte Bernabò del fu Ranieri conte di Donoratico sta come garante.

Fatto a Pisa, nella casa degli eredi di Gerardo della [Rocca], dove abita il detto Tinuccio, nella cappella di S. Cristoforo in Chinzica.

Notaio: Nocchus ser Bon[oncontri] notarii de Lavaiano (da Ugolino not. f. ser Michaelis de Lavaiano).

Regesti: ACP, n. 705.

Vecchia numerazione: 767.

Note dorsali: pergamena rosa sul lato destro . Provenienza: S. Nicola.

740, 1348 novembre 11, ind. I (1347) Locatio

Vanni farsettaio del fu Danino della cappella di S. Sisto dà in locazione a Monte del fu Pardo del comune di Cornazzano un pezzo di terra campia posto nei confini del comune di Cornazzano, nel luogo detto «Catalecto», e un altro pezzo di terra campia posto lì vicino per un anno a partire dalla festa di S. Michele nel settembre scorso, in cambio di un affitto di 3 staia di grano da consegnare in occasione della festa dell'Assunta.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa dei fratelli Betto e Lando figli del fu Urso «in qua tenentur prospere notariorum», nella cappella di S. Felice.

Notaio: Landus qd. ser Netti Ursi notarii Pis. (da Leopardo f. ol. Orlandi Ursi).

Regesti: ACP, n. 707.

Vecchia numerazione: 768.

Provenienza: S. Nicola.

724, 1347 gennaio 13, secondo il corso dei Catalani (1348)

Testamentum

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Giovanni da Putignano del fu ser Puccio da Putignano della cappella di S. Cristoforo in Chinzica fa testamento e, tra molti legati, nomina suo fidecommissario Ricucco Ricucchi del fu ser Giovanni Galvano, cittadino pisano.

Fatto a «villa» di Sarroch di Cagliari, nella camera della casa del detto Giovanni.

Notaio: Iacobus f. qd. Pieri de Pisis.

Regesti: ACP, n. XXI.

Vecchia numerazione: 730.

Provenienza: S. Nicola.

723, 1347 gennaio 14, ind. I (1348) Locatio

Ser Bonaventura. rettore della chiesa di S. Andrea di Monteverdi nel distretto di Volterra, allivella a Bindo del fu ser Ianni del detto luogo un pezzo di terra in parte a vigna posto nei confini del castello di Monteverdi, nel luogo detto a San Martino, per una pensione di 12 soldi l'anno.

Fatto nel castello Monteverdi, nella chiesa di S. Andrea.

Notaio: Potente ol. Cecchi de Lustingnano (da Iohannes [...] de Monteviridi) Note dorsali: «n° 15»; «n° 8».

Vecchia numerazione: 1195.

Note: sono presenti piccole rosure.

Provenienza: S. Pietro di Monteverdi.

741, 1348 gennaio 16, ind. I (1348) Venditio

Ceo del fu Pierino del comune di San Martino di Bagno a Carcaiola di Pedemonte vende a Tingo del fu Mone da Cucigliana della cappella di S. Paolo all'Orto due pezzi di terra con vigna posti nel detto comune di San Martino, nel luogo detto Croce di Via, per il prezzo di 50 lire.

Fatto a Pisa, nella [bottega] della torre degli eredi di Lotto Taccoli e consorti posta «in capite Pontis Veteris».

Notaio: Bonaccursus f. ol. Benvenuti Ciampuli civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 711.

Vecchia numerazione: 747.

Note dorsali: pergamena in pessimo stato di conservazione, lacerazioni e muffe su tutto il margine destro.

Provenienza: S. Nicola.

742, 1348 febbraio 9, ind. I (1348) Testamentum

Nerio del fu Nino dei Ciccioni da San Miniato fa testamento e, tra molti legati, dispone di essere seppellito presso la chiesa di S. Francesco di San Miniato.

Fatto a S. Miniato, nella chiesa dei frati Minori.

Notaio: Petrus ol. Guccii de S. Miniate (da ser Melgli ol. Pucciori de S. Miniate)

Note dorsali: «B»; «41»; «-3-»; «Testamentum Neri qd. Nini de Ciccionibus de S. Miniate».

Vecchia numerazione: 748.

Provenienza: S. Francesco di S. Miniato.

743, 1348 febbraio 12, ind. I (1348) Testamentum

Estratto del testamento di Cia vedova di Rovo candelaio della cappella di S. Nicola. e figlia

del fu Lone da Pontasserchio, nel quale la donna dispone di essere sepolta nel cimitero della

chiesa di S. Nicola. e nomina suo fidecommissario, nonché erede di una parte delle sue

(12)

proprietà, il frate agostiniano Francesco da Santa Maria a Monte, con la condizione che alla morte di lui i beni ereditati siano assegnati al detto convento e che, nel caso in cui Francesco morisse prima di Cia, sia nominato fidecommissario della donna il priore di S. Nicola.

[Fatto a Pisa]

Notaio: Albertus f. ol. ser Iacobi notarii de Spina qd. ser Betti de Spina not. Pis. Civ. (dagli atti di ser Donato notario qd Martini de cappella S. Gosme et Dagmiani).

Regesti: ACP, n. 713.

Vecchia numerazione: 749.

Provenienza: S. Nicola.

744, 1348 febbraio 22 e marzo 15, ind. I (1348) Apprehensio possessionis et relatio

Gualando Ricucchi del fu Giovanni Galvano della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, come risarcimento di un mutuo non soluto da Tinuccio della Rocca del fu Lemmo della cappella di S. Cristoforo in Chinzica, prende possesso dei diritti su 524 fiorini e 36 soldi che il detto Tinuccio doveva avere dal Comune per le prestanze del 1343, la prima di 40.000 fiorini imposta ad aprile, la seconda di 10.000 fiorini imposta a maggio, nonché per altre prestanze, per le quali è stato assegnato l'introito della dogana del sale di Pisa, di Castiglione della Pescaia e di Piombino. Il 15 marzo il nunzio del Comune fa proclamazione davanti alla casa di Tinuccio dell'avvenuta presa di possesso.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella bottega del ballatoio della torre degli eredi di Lotto Taccoli, posta

«in capite Pontis Veteris»

Notaio: Bonaccursus f. ol. Benvenuti Ciampuli civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 714.

Vecchia numerazione: 750.

Provenienza: S. Nicola.

745, 1348 febbraio 28 (segnata 7), ind. I (1348) Venditio

Enrico notaio del fu ser Guido da Vico della cappella di S. Pietro a Ischia vende a ser Francesco del fu Ranieri Ferrante della cappella di S. Martino in Chinzica, un pezzo di terra con casa terrestre e portico posta a Pisa, nella cappella di S. Cecilia, per il prezzo di 900 lire.

Fatto a Pisa, in Chinzica, nella bottega della casa del detto ser Francesco posta nella cappella di S. Martino in Chinzica.

Notaio: Mactheus f. qd. Bonaiuncte de Pectori.

Regesti: ACP, n. 715.

Vecchia numerazione: 751.

Provenienza: S. Nicola.

746, 1348 marzo 10, ind. I (1348) Venditio

Michele del fu Gano di Opezzino della cappella di S. Pietro in Padule vende a Bacciameo del fu Gardo del comune di Lugnano della capitania di Pedemonte un pezzo di terra campia posto nel comune di Pisciuli di Cascina, nel luogo detto «Petruto», per il prezzo di 8 lire. Giovanni del fu Bernardo da Cascina della cappella di S. Cecilia sta come garante.

Fatto nella via pubblica per la quale si va a Ghezzano, posta davanti al detto pezzo di terra nel luogo detto Campo di Fame.

Notaio: Advenutus qd. Guidonis Advenuti de Campo.

Note dorsali: «n° 79»; «n° 1»; «n. 111».

Vecchia numerazione: 752.

Provenienza: S. Antonio.

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747, 1348 marzo 19, ind. XV (sic) (1348?) Testamentum

Estratto del testamento di frate Ranieri del fu Mone fornaio, nel quale viene assegnato a Taddea del fu Ciale della cappella di S. Clemente un pezzo di terra posta a Calci, per la quale ogni anno il conduttore Bartalo da Calci paga una pensione pari ad uno staio ed un quarto di grano, con la condizione che alla morte della detta Taddea, il possesso della terra passi al convento di S. Nicola. Vengono inoltre nominati fidecommissari Guido del fu Cetto vinaio della cappella di S. Clemente, il presbitero Giovanni del fu Oddo, dimorante «in loco disciplinatorum» di S. Giovanni di Spazzavento, e Bonuccia sorella del detto Ranieri e vedova di Grazia fabbro.

Fatto a Pisa, «in loco disciplinatorum» di San Giovanni Battista di Spazzavento

Notaio: Simon f. qd. Nicoli Ciaffuli de Podio civ. Pis. (da Bartolomeo not. qd. Nicolini de Balneo civ. Pis.).

Regesti: ACP, n. 716.

Vecchia numerazione: 800.

Provenienza: S. Nicola.

725, 1348

1

marzo 25, ind. I (1348) Testamentum

Giovanna del fu Simone di ser Ranieri da Tabbiano, dimorante a Pisa, nella cappella di S.

Cosimo, fa testamento e dispone di essere seppellita nel cimitero della chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno. Lascia inoltre alla detta chiesa 2 lire, più una quantità di denaro che verrà decisa dallo zio materno Piero del fu Pinello patterio, fidecommissario ed erede per i restanti beni della detta Giovanna.

Fatto a Pisa, nel solaio della casa della testatrice, nella cappella di S. Cosimo.

Notaio: Arfonsus f. qd. Ugolini notarii de Camuliano de cappella S. Pauli ad Ortum (da Obizzo qd. Bettini)

Regesti: ACP, n. 689, 1347 Vecchia numerazione: 753.

Provenienza: S. Nicola.

748, 1349 aprile 1, ind. I (1348) Testamentum

Estratto del testamento di Villana, moglie di Donato di Cavallo notaio da Calci della cappella di S. Cecilia e figlia del fu Vanni di Bindo da Pontasserchio della cappella di S. Sisto, col quale la donna assegna 5 lire al frate Michele da Pontasserchio del convento di S. Nicols e nomina eredi per i restanti beni i suoi fratelli Michele e Giovanni, figli del fu Vanni suddetto.

Fatto a Pisa, nel secondo solaio della casa di Gaddo di Teperto da Asciano della cappella di S.

Silvestro.

Notaio: Mactheus f. qd. ser Stefani notarii ol. Bonaiuti de Spina.

Regesti: ACP, n. XXIII.

Vecchia numerazione: 775.

Provenienza: S. Nicola.

749, 1349 aprile 19, ind. I (1348) Testamentum

Estratto del testamento di Francesca, moglie di Iacopo di Falcone del fu ser Giovanni di Falcone, nel quale la donna dispone di essere seppellita nel cimitero della chiesa di S. Nicola, assegnando al convento 10 lire per celebrare le messe, 30 lire per l'infermeria per comprare

«duo lecta fornita», 500 lire per far costruire un altare nella detta chiesa un altare consacrato a S. Caterina, con la condizione che ogni anno vi sia celebrata una messa per la testatrice e una

1 Scrive 1349 poi corregge in 1348.

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per la famiglia di lei, aggiungendo che, se così non sarà fatto, questo lascito sia assegnato all'Ospedale Nuovo. Assegna inoltre a Giovanni, frate del cinvento di S. Nicola, l'usufrutto di 200 lire che, dopo la morte di lui, verranno assegnate come aumento della dote dell'altare suddetto.

Fatto a Pisa, nella camera della casa della detta Francesca.

Notaio: Bonaccursus f. qd. Vannis Helie de Lari de cappella SS. Gosme et Dagmiani (da Ildebrandus dictus Bindus f. Michaelis Geppi).

Regesti: ACP, n. 717.

Vecchia numerazione: 776.

Provenienza: S. Nicola.

750, 1349 aprile 24, ind. I (1348) Testamentum

Estratto del testamento di Lotto del fu Giovanni di Falcone della cappella di S. Nicola, il quale dispone di essere seppellito nel cimitero della chiesa di S. Nicola. e assegna 3 lire a frate Francesco sagrestano della chiesa di S. Nicola, affinché questi celebri messe gregoriane per l'anima del detto Lotto, con la condizione che, nel caso in cui il detto Francesco non fosse più in vita, le 3 lire siano assegnate ad un altro frate secondo l'arbitrio del suo fidecommissario.

Istituisce erede per i suoi restanti beni il figlio Giovanni, con la condizione che, nel caso lui morisse prima dell'età legittima e non avesse figli, siano assegnati 50 fiorini d'oro alla chiesa di S. Nicola. Infine nomina suo fratello Piero come fidecommissario.

Fatto a Pisa, nella casa del detto Lotto.

Notaio: Bonaccursus f. qd. Vannis Helie de Lari de cappella SS. Gosme et Dagmiani (da Andreas f. Michaelis Geppi).

Regesti: ACP, n. 718.

Vecchia numerazione: 777.

Provenienza: S. Nicola.

751, 1349 aprile 24, ind. I (1348) Testamentum

Leone maestro d'ascia del fu Bertuccio della cappella di S. Concordio fa testamento disponendo di essere seppellito nel Camposanto e nominando fidecommissari Vannuccio farsettaio del fu Danino della cappella di S. Sisto e frate Iacopo, priore di S. Paolo all'Orto.

Tra molti legati assegna 10 lire alla Società della Disciplina di S. Ranieri, e stabisce che i fidecommissari designati vendano una casa da lui posseduta posta nella cappella di S. Matteo Fuoriporta, tutto il legname conservato nella bottega dove il testatore esercitava la sua arte, nonché diversi vestiti e corredi, affinché i proventi siano distribuiti ai poveri di Cristo ed ai luoghi pii. Lascia due mantelle di sargia alle chiese di S. Concordio e di S.Paolo all'Orto per fare due paramenti da mettere nelle chiese suddette. Lascia ai frati di S. Paolo all'Orto la propria abitazione, posta nella cappella di S. Concordio ed istuisce erede per i restanti beni il figlio Giovanni aggiungendo che, nel caso in cui il figlio dovesse morire, siano istituiti eredi i poveri di Cristo.

Fatto a Pisa, nella casa del detto maestro Leone, nella cappella di S. Concordio.

Notaio: Ugolinus f. Nerii de Vecchiano civ. Pis.

Regesti: ACP, n. 719.

Vecchia numerazione: 778.

Provenienza: S. Nicola.

752, 1349 maggio 19, ind. I (1348) Testamentum

Estratto del testamento di Bernardo di Casciano del fu Iacopo della cappella di S. Lorenzo in

Chinzica, nel quale si assegnano ai frati di S. Nicola. 10 fiorini d'oro che il detto Bernardo

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deve ricevere da Vanni di Riccio da S. Giorgio. Vengono nominati eredi per i restanti beni i poveri di Cristo.

[Fatto a Pisa].

Notaio: Mactheus qd. Bonaiuncte de Pectori (da Galganus not. qd. Iohannis de Pectori).

Regesti: ACP, n. 720.

Vecchia numerazione: 922.

Provenienza: S. Nicola.

753, 1349 maggio 26, ind. I (1348) Testamentum

Colo di Giovanni di Gone di Bergo da Vico fa testamento e dispone di essere seppellito presso la pieve di S. Maria di Vico alla quale lascia anche 30 lire «et plures vel pauciores» secondo la volontà dei suoi fidecommissari. Lascia inoltre un cero del valore di 3 lire alla detta pieve e un'altro cero dello stesso valore alla chiesa di S. Stefano di Vico.

Fatto a Vico, nella casa del detto Colo.

Notaio: Iohannes f. qd. Nicoli Testaceppi de Vico.

Regesti: ACP, n. 722.

Vecchia numerazione: 779.

Provenienza: S. Nicola.

754, 1349 giugno 4, ind. I (1348) Codicillum

Codicillo di Guerrone del fu Vanni di Ciguerra della cappella di S. Giorgio in Porta a Mare, col quale si stabilisce che, nel caso in cui Pucciarello figlio ed erede del detto Guerrone muoia prima dell'età legittima, siano istituiti eredi i poveri di Cristo.

[Fatto a Pisa].

Notaio: [Franciscus] Cavalca not. de Vico . Vecchia numerazione: 780.

Note: sono presenti ampie rosure sul margine sinistro e macchie di umidità.

Provenienza: S. Nicola?

755, 1349 giugno 6, ind. I (1348) Testamentum

Terio del fu Puccio di Uberto da Vico fa testamento e nomina come fidecommissari ser Nardo di Albergatore notaio, Colo del fu Gogno da Vico e Francesco di Oliviero notaio da Vico.

Dispone inoltre di essere seppellito presso la pieve di S. Maria di Vico, alla quale lascia anche 20 lire «plures vel pauciores» secondo la volontà dei suoi fidecommissari, un mantello di sargia che fu della moglie Bandecca e un cero del valore di 40 soldi. Lascia un cero simile alla chiesa di S. Francesco di Vico, 30 soldi al convento di S. Maria Maddalena di Vico per le preghiere per la sua anima e 20 lire da distribuire ai poveri e ai luoghi pii secondo l'arbitrio dei fidecommissari. Istituisce eredi per i restanti beni le figlie Nella e Giovanna, stabilendo che, nel caso in cui le figlie dovessero morire prima dell'età legittima, siano assegnate 50 lire a Tora del detto ser Nardo, mentro il resto dell'eredità sia distribuito ai poveri e ai luoghi pii secondo l'arbitrio dei fidecommissari.

Fatto a Vico, nella camera del testatore.

Notaio: Iohannes f. qd. Nicoli notarii Testaceppi de Vico.

Regesti: ACP, n. 724.

Vecchia numerazione: 781.

Provenienza: S. Nicola.

756, 1349 agosto 3, ind. I (1348)

Donatio propter nuptias

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Neruccio fornaio del fu Bonaccorso della cappella di S. Cristoforo in Chinzica, come antefatto della moglie Simona del fu Ricovero di Lupo maestro d'ascia della cappella di S. Vito, dona 65 lire a Ristoro del fu Piero maestro d'ascia della detta cappella di S. Vito, che riceve per la detta Simona. In cambio Neruccio riceve da Ristoro 130 lire, metà in denari, metà in corredi.

Fatto a Pisa, nella cappella di S. Vito, nella casa del monastero di S. Vito nella quale dimora il rettore Iacopo.

Notaio: Iohannes f. ol. ser Nicoli notarii qd. Iohannis Aldigerii civ. Pis. (da Alessandro not. f.

qd. Bartolomei Settemasse notarii de Vecchiano).

Regesti: ACP, n. 728.

Vecchia numerazione: 782.

Provenienza: S. Nicola.

758, 1349 ottobre 15, ind. II (1348) Venditio

Iacopo del fu Bacciameo Pandolfini della cappella di S. Cosimo vende a Gualando Ricucchi del fu ser Giovanni Galvano della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, la terza parte di due pezzi di terra campia posti nei confini di Vignale Marittimo, nel luogo detto «Ondi» e di un pezzo di terra con casa solariata e due solai posto nella terra e nel castello di Piombino, nel luogo detto Fossato, per il prezzo di 33 lire, 6 soldi e 8 denari. Puccio del fu Parazzone della cappella di S.

Biagio in Ponte sta come garante.

Fatto a Pisa, nel solaio della casa detta dei Galli, posta «in capite Pontis Novi».

Notaio: Iacopinus voc. Pinus f. ser Iohannis ol. ser Bononcontri notarii de Ripa Arni Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 732.

Vecchia numerazione: 783.

Provenienza: S. Nicola.

761, 1349 dicembre 23, ind. II (1348) Promissio

Tora figlia di Gaddo di Mettefuoco notaio della cappella dei SS. Cosimo e Damiano, come erede di sua madre Bacciamea, moglie del detto Gaddo, promette al padre di non molestarlo nel possesso di 80 lire tra denari e corredi facenti parte della dote della madre, alla pena di 80 lire. Inoltre Giovanna, nonna di Tora e vedova di Colo di Riccio tavernaio della cappella di S.

Simone in Porta a Mare, promette di far ratificare la promessa a Tora quando questa compirà 20 anni.

Fatto a Pisa, nella camera della casa della detta Giovanna, nella cappella di S. Simone in Porta a Mare

Notaio: Andreas f. qd. Rainerii Andree Testarii notarii Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 733.

Vecchia numerazione: 784.

Provenienza: S. Nicola.

762, 1349 dicembre 31, ind. II (1348) Transactio

Domenico della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, figlio del fu Puccino sarto del fu Gerardo della detta cappella, e Puccinello del fu Gerardo del fu Puccino, eredi per due parti su tre del detto Puccino, padre di Domenico e nonno di Puccinello, erede universale del figlio Lippo setaiolo, fanno transazione con Davino setaiolo, fratello di Domenico, zio paterno di Puccinello nonché figlio ed erede per la terza parte del fu Puccino, riconoscendo a Davino il possesso dell'intera eredità del detto Puccino. Per questa transazione Domenico e Puccinello ricevono 550 lire.

Fatto a Pisa, nella bottega del ballatoio della torre degli eredi di Lotto Taccoli e consorti posta

«in capite Pontis Veteris»

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Notaio: Ciale f. Guidonis Megliorati civ. Pis. (da Bonaccorso not. qd. Benvenuti Ciampuli civ.

Pis.)

Regesti: ACP, n. 734

Note dorsali: «Carta dei denari che Davino diede a Domenico e a Puccinello per la redità di Lippo».

Vecchia numerazione: 786.

Provenienza: S. Nicola.

763, 1349 dicembre 31, ind. II (1348) Confessio

Domenico e Davino, figli ed eredi per due parti su tre di Puccino sarto del fu Gerardo della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, insieme a Puccinello della cappella di S. Vito, figlio del fu Gerardo, a sua volta figlio ed erede per la restante terza parte del detto Puccino, confessano che per ogni quantità di denaro che Puccino doveva ricevere dal Comune per prestanze o altre imposizioni, ne debba spettare metà a Davino e un quarto a Domenico, in quanto Puccino pagò metà della somma coi soldi di Davino e un quarto con quelli di Domenico, sebbene ciò non appaia in nessun documento. La restante parte fu pagata di tasca propria dal detto Puccino e quindi viene divisa in tre parti fra Domenico, Davino e Puccinello.

Fatto a Pisa, nella bottega del ballatoio della torre degli eredi di Lotto Taccoli, posta «in capite Pontis Veteris».

Notaio: Ciale f. Guidonis Megliorati civ Pis. (da Bonaccorso not. qd. Benvenuti Ciampuli civ.

Pis.).

Regesti: ACP, n. 735.

Vecchia numerazione: 785.

Provenienza: S. Nicola.

764, 1349 febbraio 9, ind. II (1349) Venditio

I fratelli Nocco e Vannuccio del fu Giovanni di Martino del comune di Appiano vendono ai fratelli Betto e Pantonerio del fu Guccio di Pantoniero degli Uppezzinghi della cappella di S.

Margherita un pezzo di terra con casa, fichi e altri alberi posto fuori dalle mura, nella cappella di S. Martino in Chinzica, nella via di S. Giusto in Canniccio, per il prezzo di 350 lire. Lo stesso giorno Betto e Pantonerio promettono al detto Nocco, a ser Dino notaio del fu Lando d'Appiano e a Francesco del fu Vanni d'Appiano della cappella di S. Andrea in Chinzica di non molestarli, né di citarli in giudizio a causa di un mutuo di 40 fiorini d'oro che Nocco ricevette da Feo, fratello dei suddetti Nocco e Vannuccio e figlio del fu Ianni, nel quale i detti Dino e Francesco fecero da garanti.

Fatto a Pisa, nella bottega del detto notaio Orlando, nella cappella di S. Felice.

Notaio: [Landus] Becti Ursi notarii civ. Pis. (da Orlando not. qd. Ursi de S. Felice).

Regesti: ACP, n. 738.

Vecchia numerazione: 769.

Provenienza: S. Nicola.

765, 1349 febbraio 21, ind. II (1349)

Praeceptum conservatoris boni et pacifici status Pisani Communis et Populi

Il conservatore del pacifico stato Ranieri da Metula ingiunge ai fratelli Gualando e Ricucco Ricucchi di tornare a Pisa entro tre mesi per restituire la somma di 930 fiorini d'oro e 122 scudi d'oro ricevuti in deposito o in altro modo in Sardegna dagli ufficiali di Mariano giudice d'Arborea per Gerardo e Bernabò conti di Donoratico, per gli eredi di Iacopo degli Erizzi o per Betto degli Erizzi.

[Fatto a Pisa].

(18)

Notaio: Mactheus f. ser Iohannis Lippi de Piscia.

Regesti: ACP, n. 739.

Vecchia numerazione: 770.

Provenienza: S. Nicola.

766, 1349 febbraio 21 e marzo 2, ind. II (1349) Sententia iudicum Curiae Arbitrorum

A causa di un mutuo non soluto da Tinuccio della Rocca del fu Lemmo della cappella di S. Cristoforo in Chinzica, i pubblici giudici della Curia degli Arbitri, Giovanni di Ranieri Damiani e Lotario Dell'Agnello, assegnano a Gualando Ricucchi del fu Giovanni Galvano della cappella di S. Lucia dei Ricucchi la somma di 657 fiorini d'oro 40 soldi e 5 denari che Tinuccio doveva ricevere dal Comune pisano nella cappella di S. Sebastiano in Chinzica per la prestanza di 45.000 fiorini d'oro e la somma di 524 fiorini d'oro e 36 soldi che Tinuccio doveva ricevere dal Comune per le prestanze imposte a Pisa e nei suoi sobborghi nell'anno 1343, cioè di 40.000 fiorini d'oro nel mese di aprile e di altri 10.000 nel mese di maggio, per le quali era stato assegnato l'introito della dogana del sale a Pisa, a Piombino e a Castiglione della Pescaia. Il 2 marzo il nunzio del Comune fa proclamazione della sentenza davanti alla casa dove dimorava il detto Tinuccio, nella cappella di S. Sebastiano.

1) e 2) Fatto a Pisa, nella Curia degli arbitri posta nel chiostro delle Sei Curie del Comune di Pisa.

Notaio: Alifonsus f. qd. Ugolini notarii de Camuliano (dagli atti di Diede not. f. qd. magistri Rainerii de Marti)

Note dorsali: «Ricucchi»; «Sentenza a favore di Gualando Ricucchi riguardante la eredità di Tinuccio della Rocca»; «n° 4 «; «50»; «44».

Vecchia numerazione: 771.

Provenienza: [S. Nicola].

767, 1349 febbraio 25, ind. II (1349) Testamentum

Ser Mazzeo del fu Guglielmo Spadalunga da San Miniato fa testamento e tra diversi legati lascia 100 fiorini d'oro al convento dei frati predicatori di San Miniato per costruire la cappella maggiore, con l'obbligo che vi si celebrino in perpetuo le messe in memoria della propria famiglia. Stabilisce inoltre di essere seppellito nel detto convento, «in monumento suo novo quod fieri fecit in loco fratrum predicatorum de Sancto Miniate».

Fatto a San Miniato, nella chiesa dei frati predicatori.

Notaio: Franciscus f. ser Alcheruoli ol. Tani de S. Miniate

Note dorsali: «C»; «27»; «-5-»; «Testamentum ser Mazzei qd. Guillielmi Spadalunga de S.

Miniate 1349: 25: Februarii reliquit centum Florenos de auro pro costruenda cappella maiori, cum onere ibi celebrandi pro se et suorum in perpetuum»; «Lascito per la costruzione della cappella Maggiore», «S. Miniato».

Vecchia numerazione: 772.

Provenienza: S. Francesco di S. Miniato.

768, 1349 febbraio 25, ind. II (1349) Testamentum

Ser Mazzeo del fu Guglielmo Spadalunga da S. Miniato fa testamento e tra diversi legati lascia 100 fiorini d'oro al convento dei frati predicatori di S. Miniato per costruire la cappella maggiore, coll'obbligo che vi si celebrino in perpetuo le messe in memoria della propria famiglia. Stabilisce inoltre di essere seppellito nel detto convento, «in monumento suo novo quod fieri fecit in loco fratrum predicatorum de Sancto Miniate».

Fatto a S. Miniato, nella chiesa dei frati predicatori.

(19)

Notaio: Franciscus f. ol. ser Alcheruoli ol. Tani de S. Miniate.

Note dorsali: «-4-»; «Testamentum ser Mazzei. Replicatum eodem anno 1349 25 februarii, idem continet»; «S. Miniato C».

Vecchia numerazione: 773.

Provenienza: S. Francesco di S. Miniato.

769, 1349 febbraio 28, ind. II (1349) Venditio

Iacopo [P]andolfini della cappella dei SS. [Cosimo e Damiano] vende a Gualando [Ricucchi del fu Giovanni Galvano], che compra per sé e per il fratello Ricucco, la terza parte di un pezzo di terra con casa solariata a due solai posta nella terra di Piombino, nel luogo detto Fossato, e la terza parte di due pezzi di terra campia posti nel piano di Vignale Marittimo, nel luogo detto «Ondi», per il prezzo di 66 lire, 13 soldi e 4 denari.

Fatto a Pisa, nel solaio della casa detta dei Galli, posta «in capite Pontis Novi».

Notaio: Filippus f. ser Iohannis de S. Clemente Pis. civitatis (da Ildebrando f. qd. Iohannis Ildebrandi notarii).

Regesti: ACP, n. 740.

Vecchia numerazione: 774.

Note: pergamena in cattivo stato di conservazione, presenta rosure e macchie.

Provenienza: S. Nicola.

770, 1350 aprile 28, ind. II (1349) Curatio

I pubblici giudici della Curia nuova dei Pupilli nominano Nato sellaio del fu Strenna della cappella di S. Iacopo degli Speronari curatore speciale di Agostina, infante, figlia e erede di Gadduccio di Ciolo calzolaio della cappella di S. Marco in Chinzica.

Fatto a Pisa, nella Curia nuova dei Pupilli, posta nel chiostro delle Sei Curie.

Notaio: Francischus qd. Petri notarii qd. Lupi notarii de Boctano (da [Iacobus] not. qd.

Vinecti de Carraria).

Regesti: ACP, n. 741.

Note dorsali: «Carta Nati sellarii quondam Strenne de cappella Sancti Iacobi Speronariorum».

Vecchia numerazione: 788.

Provenienza: S. Nicola.

771, 1350 aprile 28, maggio 6, ind. II (1349) Venditio

Bindo del fu Piero di Benetto della cappella di S. Pietro a Ischia vende ai fratelli Benedetto e Cione figli del fu Puccio di Benetto della cappella di S. Pietro a Ischia la metà di un pezzo di terra parte campia e parte a vigna posta nel comune di Bottano nel Valdozeri, per il prezzo di 200 lire. Il 6 maggio viene pagata l'imposta dovuta a Bacciameo di Sismondello, soprastante della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa del notaio Andrea Testari, nella cappella di S. Pietro ad Ischia.

Notaio: Andreas qd. Rainerii Andree Testarii notarii Pis. civ.

Note dorsali: «Non fa per noi»; «n° 68, A. 1350»; «Comune de Boctano n° 1»; «n. 29».

Vecchia numerazione: 789.

Provenienza: S. Antonio.

772, 1350 maggio 4 e 7, ind. II (1349) Venditio et ratificatio

Lemmo del fu Bartolomeo da Pistoia della cappella di S. Martino in Chinzica, curatore

speciale di Colo, figlio ed erede di Mannuccio del fu ser Ghello paccerio della cappella di S.

(20)

Lucia dei Ricucchi, vende a Davino del fu Puccino della cappella di S. Leonardo in Pratuscello un pezzo di terra con casa solariata, tre solai, chiostro, pozzo e pergolato posto nella detta cappella di S. Lucia, per il prezzo di 300 lire. Lo stesso giorno i pubblici giudici della Curia nuova dei Pupilli ratificano la vendita e Davino consegna le 300 lire direttamente a Giovanni notaio del fu ser Cecco di Cesto della cappella di S. Andrea in Chinzica, futuro marito di Ghecca figlia del fu Manuccio suddetto e sorella del detto Colo, come pagamento della dote della donna promessa da Lemmo a Giovanni. Il 7 maggio Davino paga l'imposta dovuta a Bacciameo di Sismondello, soprastante della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella Curia nuova dei Pupilli, posta nel chiostro del palazzo nuovo delle Sei Curie.

Notaio: Iacobus qd. Vinecti notarii de Carraria Vallis Sercli Pis. civ.

Regesti: ACP, n. 742.

Vecchia numerazione: 790.

Provenienza: S. Nicola.

773, 1350 maggio 14, ind. II (1349) Procuratio

I fratelli Domenico e Davino figli del fu Puccino sarto del fu Gerardo, una volta della cappella di S. Nicola. e ora della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, insieme a Puccinello del fu Gerardo di Puccino sarto suddetto della cappella di S. Vito, nominano loro procuratore ser Bartolomeo notaio del fu Pietro della cappella di S. Pietro in Vincoli per riscuotere ciò che spetta loro come eredi del detto Puccino.

Fatto a Pisa, nella Curia della Legge, posta nel chiostro del palazzo delle Sei Curie del Comune piano, nella cappella di S. Ambrogio.

Notaio: Alifonsus f. qd. Ugolini notarii de Camuliano.

Regesti: ACP, n. 744.

Vecchia numerazione: 791.

Provenienza: S. Nicola.

774, 1350 maggio 19 e 26, ind. II (1349)

Apprehensio corporalis possessionis et relatio

Pandolfo del fu Giovanni di Pandolfo dei Lanfranchi, come procuratore di sua sorella Corradina, figlia del fu Giovanni suddetto e vedova di Ugo del fu Guccio da Prato, prende possesso della terza parte di un un pezzo di terra con tre case posto nella cappella di S. Cecilia a lei spettante per certi suoi diritti dotali, contro gli eredi del detto Ugo. Il [...] prende possesso di 2 pezzi di terra con case e frutti posti nel comune del piviere di Calci e di altri 11 posti nel comune di Montemagno. Il 26 maggio Pandolfo fa proclamazione dell'avvenuta presa di possesso davanti alla casa dove Ugo abitò fino al tempo della sua morte, nella cappella di S.

Sisto.

1) Fatti a Pisa, nel suddetto pezzo di terra posto nella cappella di S. Cecilia; 2) […]; 3) fatto a Pisa, nella via pubblica, davanti alla casa del detto Ugo.

Notaio: Iohannes f. qd. Ildebrandini de Gello Putido.

Regesti: ACP, n. 745.

Vecchia numerazione: 792.

Note: sono presenti macchie nella parte centrale del documento.

Provenienza: S. Nicola.

775, 1350 giugno 1, ind. II (1349) Cessio iurium

Pagano del fu Vignano Niffi cittadino lucchese, rettore dell'ospedale di S. Luca della

Misericordia di Lucca ed erede col beneficio d'inventario di Gherardo del fu Gherino da

Batoni nel distretto di Pistoia, una volta dimorante a Lucchio nel distretto di Lucca, cede a

(21)

Francesco cuoiaio, figlio ed erede del fu Puccino cuoiaio del fu Balduccio di Manno della cappella di S. Silvestro della città di Pisa, tutti i diritti contro gli eredi di Lippo del fu Francesco caseario della detta cappella di S. Silvestro su 100 fiorini d'oro di capitale, sulla loro pena del doppio, sulle spese, sui beni obbligati della somma e quantità di 175 fiorini d'oro restanti da dare al detto ospedale dagli eredi del detto Lippo, che li aveva ricevuti in mutuo da Gherardo, nonché su altri 80 fiorini d'oro sulla somma di 150 che Lippo aveva ricevuto in mutuo sempre da Gherardo. Per questa cessione Pagano riceve da Francesco 180 fiorini d'oro.

Fatto a Lucca, nella casa dell'ospedale della Misericordia, posta presso la porta di S. Donato.

Notaio: Franciscus f. qd. Nicoli notarii de Cisanello.

Regesti: ACP, n. 746, maggio 31.

Vecchia numerazione: 794.

Provenienza: S. Nicola.

777, 1350 giugno 23, maggio 4, ind. II (1349) Donatio propter nuptias

Simone del fu Vito della cappella di S. Leonardo in Pratuscello, come antefatto della moglie Giovanna del fu Coscio di Savarigio della detta cappella, dona 100 lire a Iacopo del fu Bianco di Bondie della cappella di S. Nicola. e a Ciolo del fu Colo di Bondie della detta cappella, che ricevono per la donna In cambio Simone riceve 500 lire metà in denari, metà in corredi, come dote della donna. Il 4 maggio viene pagata l'imposta dovuta a Cione di Puccio di Benetto, soprastante della gabella maggiore.

Fatto a Pisa, nella bottega del cantone della torre dei Gaddubi, posta nella cappella di S.

Donato.

Notaio: Simon Clari qd. Nicoli Clari notarii qd. Bindi Clari notarii civ. Pis. (dagli atti di Nicolo suddetto).

Regesti: ACP, n. 747.

Vecchia numerazione: 796.

Provenienza: S. Nicola.

778, 1350 giugno 26, ind. II (1349) Procuratio

Giovanni detto Vannuccio del fu Danino farsettaio della cappella di S. Sisto nomina suo procuratore Bacciarello del fu Guido del comune di Marciana Minore promettendo di ratificare tutto ciò che egli farà per lui come procuratore e liberandolo sin da ora da ogni responsabilità personale.

Fatto a Pisa, nella bottega della casa del notaio Orlando del fu Urso della cappella di S. Felice.

Notaio: Orlandus f. qd. Ursi de S. Felice.

Regesti: ACP, n. 748, giugno 27.

Vecchia numerazione: 797.

Provenienza: S. Nicola.

779, 1350 settembre 5 e 15, ind. II (1349) Sententia iudicis et assessoris

Ciano Scorcialupi giudice e assessore del comune di Piombino per conto del comune di Pisa,

nonché arbitro dell'omonima Curia di Pisa, accoglie la richiesta di Paolo del fu ser Nuccio da

Piombino, procuratore di Gualando Ricucchi della cappella di S. Lucia dei Ricucchi, e lo

mette in possesso di numerose masserizie e di due pezzi di terra con case solariate e frutti

posti nella terra di Piombino contro gli eredi di Berto del fu Corso da Suvereto dimorante in

quel tempo a Piombino, secondo la penale di una società stipulata col detto Berto. Il 15

settembre il nunzio del Comune di Piombino fa proclamazione del contenuto della sentenza a

Piombino, davanti alla casa dove abitò il detto Berto fino al tempo della sua morte, davanti

alla chiesa di S. Lorenzo e alla Curia del comune.

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