Questo libro di Serenella Iovino, che insegna filosofia morale all'Università di Torino, ha due meriti principali: introdurre il lettore italiano al dibattito sulla filosofia dell'ambiente e aggiornare il lettore committed sui suoi sviluppi più recenti.
Iovino fotografa lo stato dell'arte della riflessione filosofica intorno alle questioni ambientali. Dibattito che si è sviluppato a partire dalla rivoluzione industriale soprattutto nel mondo occidentale, dove più dolorosa appare oggi la frattura tra uomo e ambiente naturale: nell'arco di due secoli l'uomo ha profondamente modificato il territorio e ora non vi si riconosce più. Il recupero di un'identità ecologica è stata affidata a uomini e donne dotati di un'intensa empatia con la natura non addomesticata (wilderness) come R. W. Emerson, H. D. Thoreau, Aldo Leopold, Gary Snyder, Catriona Glazebrock negli Stati Uniti, Arne Naess in Scandinavia, precursori e teorici dell'ecologia profonda (deep ecology). In particolare, Iovino ricostruisce brevemente la biografia intellettuale di Arne Naess, autore poco noto in Italia (quasi introvabile la sua Ecosofia, pubblicata in italiano nel 1994 dalle Edizioni Gruppo Abele), che intorno all'antico frilutsliv – il camminare leggero dei norvegesi per evitare di danneggiare i prati sorti dopo lo scioglimento dei ghiacci in primavera – ha offerto una base teorica ai giovani ambientalisti capaci di azioni dolci e determinate come quelle di Julia "Butterfly" Hill in difesa di "Luna", un'antica sequoia, vicenda descritta nel magnifico La ragazza dell'albero (Corbaccio, 2001). Ed è nell'appassionata relazione con la wilderness, intesa come parte di un'impresa spirituale, che è oggi possibile fondare una nuova consapevolezza ecologica, una filosofia dell'ambiente adeguata ad affrontare le sfide poste dalla crisi ambientale globale nel nostro pianeta vivente.
Giuseppe Barbiero