Analisi
Venerdì 20 novembre, alla Camera, è stata presentata una mozione a prima firma dell’On.
Mariastella Gelmini (FI) in merito all’attuazione immediata di tutte le garanzie e misure necessarie per contrastare la seconda ondata di COVID-19.
L’atto ha messo in luce la presunta superficialità del Governo nell’approcciare questa seconda ondata epidemica, anticipata da tutti gli studi e gli esperti. Stando alla nostra Costituzione, infatti, all’esecutivo dovrebbe spettare il compito di definire le norme generali e coordinare l’azione delle Regioni, sostituendosi anche a esse qualora la tutela
dell’incolumità e della sicurezza pubblica lo esiga.
La deputata ha poi esposto un elenco di fallimenti e ritardi di cui il Governo si sarebbe reso colpevole in questi mesi e che includerebbero:
• il potenziamento delle terapie intensive;
• la separazione dei percorsi nelle strutture sanitarie per dividere i pazienti positivi, o sospetti, dagli altri malati;
• la creazione di 3.500 nuovi letti di terapia intensiva, in quanto a oggi saremmo a meno della metà di quelli previsti a maggio 2020;
• l’efficientamento del sistema di tracciamento, in quanto i cittadini sono costretti a interminabili file e attese prima di avere un tampone;
• il rafforzamento della medicina territoriale, con i MMG ancora non in condizione di visitare i positivi a domicilio senza mettere a rischio la loro incolumità;
• l’estensione e implementazione delle Usca;
• l’analisi e raccolta dei microdati, ossia i dati individuali dei singoli cittadini anziché solamente quelli aggregati per coorte o categoria sociale;
• il sistema di tracciamento dei contatti, in quanto sarebbe avvenuto attraverso l’esperimento dell’App Immuni che si sarebbe rivelata un insuccesso su tutti i fronti.
I proponenti della mozione hanno sostenuto che tali ritardi e inadempienze non andranno più commessi nel caso dell’organizzazione per la somministrazione delle prime dosi di vaccino anti COVID che, stando alle notizie stampa, potrebbero giungere nei primi mesi del 2021. Hanno infatti aggiunto che sarà fondamentale formulare un piano subito e individuare al più presto le categorie di persone al quale inocularlo per prime.
Un altro problema messo in luce dall’Onorevole è quello della continuità assistenziale ai pazienti fragili, in quanto si rischia di aumentare la mortalità per altre patologie che non vengono più curate o trattate. Sono infatti stati riportati i dati raccolti da Nomisma, i quali evidenziano che, dal primo lockdown in poi, in Italia sono stati rimandati 410mila interventi chirurgici, ossia il 75% dei ricoveri in regime ordinario, e circa un 1.400.000 screening per i tumori.
L’atto ha dunque ricordato come la pandemia stia costituendo uno stress test per il nostro SSN, mettendone a nudo le fragilità, l’insufficienza di risorse e la penuria di medici e personale socio-sanitario, individuata come la vera e propria piaga del sistema dal momento che la Commissione europea ha stimato la necessità di 230mila medici
aggiuntivi entro il 2023 per il nostro Paese. Un problema analogo riportato dalla deputata è quello degli infermieri, visto che in Italia ve ne sarebbero meno rispetto alla media degli altri Paesi Ocse.
Di conseguenza, l’atto impegna il Governo ad agire su più fronti per fronteggiare
l’epidemia:
• assunzione personale: avviare iniziative per assumere medici, infermieri, farmacisti e operatori sanitari, procedere alla stabilizzazione dei precari, finanziare nuove borse di specializzazione per neolaureati e permettere a medici e farmacisti specializzandi del terzo e quarto anno di completare la loro formazione sul campo;
• medicina territoriale: potenziare la medicina del territorio e la prossimità col paziente, rafforzando il ruolo dei medici, farmacisti e infermieri anche attraverso l'utilizzo diffuso della telemedicina;
• finanziamenti per la sanità: avviare un grande programma di investimenti nel settore sanitario, anche sfruttando le risorse che perverranno attraverso il Next Generation Europe ed
eventualmente richiedendo il Mes, e ammodernare le strutture regionali;
• recupero liste d’attesa: predisporre misure per recuperare gli interventi e gli screening anti- tumorali sospesi;
• infermieri: predisporre il superamento del vincolo di esclusività per gli infermieri pubblici e
permettere loro la intramoenia infermieristica per consentire loro di prestare servizio anche in altri contesti come le Rsa e le case di riposo;
• contrasto della seconda ondata di COVID-19: adottare iniziative per ovviare ai ritardi e implementare i programmi fondamentali per sconfiggere il virus, tra cui:
o miglioramento della sorveglianza attiva con test sierologici e tamponi di massa, anche nelle farmacie che abbiano i requisiti;
o attivazione del fascicolo sanitario elettronico;
o ampliamento i posti letto in terapia intensiva;
o garanzia di distanziamento reale sui mezzi di trasporto;
o svolgimento lineare della campagna anti influenzale, anche con il contributo delle farmacie;
o predisposizione immediata di un piano per la distribuzione dei vaccini anti COVID e anche per l’acquisto di nuovi anticorpi monoclonali;
o valorizzazione medicina del territorio e telemedicina;
o installazione di presidi sanitari nelle scuole;
o accesso alle risorse del Mes;
o utilizzo dei COVID hotel per la quarantena scongiurando il rischio di contagio di famigliari;
o rafforzare la rete delle Rsa e intrattenere costanti scambi con il Comitato tecnico- scientifico, il Ministero della salute, la Società italiana Sistema 118 e rappresentanti di medici e personale sanitario.