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L'Indice dei libri del mese - A.12 (1995) n.11, dicembre

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(1)

DICEMBRE 1995 ANNO XII

I

DEI LIBRI DEL MESE

Cinema 100 Pagine di celluloide

Con la biblioteca ideale del cinefilo

e i migliorifilm tratti

d~

libri

(2)

ommarz

SEZIONE

RECENSORE

AUTORE

TITOLO

4

LETTERE

IL

LIBRO DEL MESE

6

Enrico Castelnuovo

Charles Dickens

Casa Desolata

FIABE

7

Gabriella Bosco

Basilio Luoni (a cura di)

li

salotto delle fate

CINEMA

100

PAGINE DI CELLULOIDE

10

12

50

libri per 100

anni di

Cinema,

a cura

di

Gianni

Rondolino

e

Dario Tomasi

Film che inventano

librt~

di Antonio

Costa

Il

caso

BIade Runner, di Gianni

Canova

13

Il primo

è stato Amleto, di Guido

Fink

15

Eravamo quattro amici al cinema, intervista

dei

"Cahiers

du

cinéma" con Antonio

Tabucchi

16

A

luci

spente. A occhi

chiust~

un

racconto

inedito

di Pino Cacucci

17

Il

più amato è

Barry

Lyndon,

il

giudizio dei critici sui capolavori

tratti dalla letteratura

~---~~-LETTERATURA

18

Carlo Lauro

François-René de Chateaubriand

Memorie dall' oltretomba

NARRATORI ITALIANI

POESIA

Francesco Orlando

19

Francesco Rognoni

Nathaniel Hawthorne

20

21

22

23

24

Domenico Mugnolo

Susanna Regazzoni

Dario Puccini

Anna Nadotti

Alberto Papuzzi

Gianni D'Elia

Edith Wharton

Christoph Hein

J aime Diaz Rozzotto

OsvaIdo Soriano

Robert OIen Butler

Jonathan Coe

Tiziano ScIavi

Filippo La Porta

Luca DonineIli

Doninelli

e i neoselvaggi,

di Pietro Spirito

Cosma Siani

Saverio Strati

Vittorio Coletti

Vittorio Russo

Gianni D'Elia

Giampaolo Pansa

Gabriele Frasca

Franco Scattaglini

---~---

25

ARTE

41

42

SEZIONE

Marco Collareta

Alberto Boatto

Laura D'Agostino

RECENSORE

INSERTO SCHEDE

Otto Pacht

Gilles Deleuze

Antonio Ria (a cura di)

AUTORE

EditorialE

Esce

il

catalogo di Feltrinelli: quarant'anni di

titolt; che ci obbligano a ripassare per

luoghi

aspri e vicende aggrovigliate

.

Esce

il

piccolo

ca-talogo di La Tartaruga: vent'anni di edizionz

;

inaugurate nel

19 75

sull' onda del femminismo.

Feltrinelli proprio allora stava pubblicando

Pa-dre padrone

nei "Franchi Narratori",

la

sua

col-lana di testi all

'

incrocio fra

letteratura

e reperto

socio logico, antropologico. (Toccò il successo al

pastore sardo divenuto glottologo, Gavino

Led-da; e subito dopo all'operaio del

Sud, poeta

e

ro-manziere, Tommaso

Di

Ciàula)' Vent'anni

dall'uccisione di Pasolini.

Dieci

dalla morte di

Elsa Morante.

I.:

anno che si chiude, visto

dalla

parte di critici e storici del Novecento

letterario,

è

un anno di ricorrenze e

revisionz~

di bilanci.

Viene modzfieato il canone della narrativa

italia-na. Ma la domanda è questa: a chi interessa il ca

-none? a quale cerchia di

lettori?

Visto dalla parte di giornalisti e cronistz;

è

stato l'anno dell'insorgenza dei giovani contro

i vecchi.

Il

giovane Cau/field, che ofa tutti

chia-mano solo per nome (tranne

lo

smaliziato

Briz-zz), apparso nel dopoguerra americano,

1951,

e

accolto in

Italia

con un certo

sospetto

e rari

giu-dizi

profetici (vedi

Claudio Gorlier),

a fine

se-colo

è il più

imitato e citato,

il

più

ingombrante

det' nostri personaggi

culto

Abbiamo, ritengo,

buone ragioni per

essere

irritati dal

rumore che

accompagna dispute generazionali e

opere

mi-•

Opere scelte

li

fauno di marmo

EthanFrome

Esecuzione di un vitello

El papel quemado

Pensare con i piedi

I

cento figli del drago

La famiglia

'

Winshaw

La

circolazione

del

sangue

La verità futile

Melina

Siamo stati così felici

Lime

El Sol

Metodo e prassi nella storia dell' arte

Francis Bacon. Logica d

,

ella sensazione

Lalla Romano. L'esercizio della pittura

TITOLO

(3)

comun-ommarz

SEZIONE

RECENSORE

AUTORE

TITOLO

LIBRI DELLA VITA

43

La

musica di

Pascoli

e i pensieri di

]oubert,

intervista a Lalla Romano di Camilla Valletti

MUSICA

44

Nicola Campogrande

Benoìt Duteurtre

Requiem pour une avant-garde

Emilio Ghezzi

Enzo Restagno (a cura di)

Berio

CINA

45

Edoarda Masi

Leone Nani

La Cina nelle lastre di Leone N ani

XuXing

Quel che resta

è

tuo

PSICOANALISI STORIA

RELIGIONI

47

Elisabetta Baldisserotto

William McGuire, R.Ee. Hull

J

ung parla. Interviste e incontri

48

Giuseppe Sergi

Ivan Djurié

il

crepuscolo di Bisanzio

49

Amos Luzzatto

Giulio Busi, Elena Loewenthal

Mistica

ebraica

(a cura di)

50

Il

concilio tra due

fuochz~

di Giuseppe Battelli

---

DENTRO LO SPECCHIO

51

Sebastiano Maffettone

Stephen Shute, Susan Hurley

---

---

I diritti umani

---~---

FILOSOFIA

52

Tito Magri

---

Giuliano Pontara

Etica e generazioni future

53

Anna Elisabetta Galeotti

Stuart Hampshire

Innocenza

ed esperienza

---POLITICA

SOCIETÀ

54

Massimo Morisi

Gianfranco Pasquino (a cura di) Dizionario critico della politica italiana

Chiara Valentini

Ermanno Rea

Mistero napoletano

55

Stefano Rodotà

Pietro Ingrao, Rossana Rossanda

Appuntamenti di fine secolo

56

Fabrizio Tonello

Mario Maffi

New York. L'isola delle colline

Giovanni Mazzetti

Marco d'Eramo

Carla Ravaioli

il

maiale e il grattacielo

La crescita fredda

INTERVENTO LIBRI DI TESTO

57

Università

e concorsi. "Citation

Index))

contro

peso-carta,

di

Diego

Marconi

59

Adriano Colombo

Tullio De Mauro

Idee

per il governo. La scuola

Pietro Lucisano (a cura di)

Alfabetizzazione

e lettura in Italia

e nel mondo

Renato Pigliacampo

Barbara Ardito, Elena Mignosi Vivo una

favola e imparo le lingue

LIBRI ELETTRONICI

61

Marina D'Amato

Nicholas Negroponte

Essere digitali

Lo

scrittore

telematico, di Marina Leonardini

e Alessandro

De

Francesco

62

63

NOVITÀ DI DICEMBRE

RISVOLTI

&

DINTORNI

AGENDA

---SEZIONE

RECENSORE'

AUTORE

TITOLO

que,

di

nuovo un contatto diretto

con la

vita?

che

nel

racconto si

va

cercando

il punto di

fri-zione con il reale?

(E

i

lettori

meno

ingenuz~

che

cercano

una narratività complessa,

la

trova-no nei

libri

che raccontano

lunghe

esperienze e

memorie).

Visto

dalla

parte

di

quanti lavorano sugli

stru-menti

primari della

cultura scritta,

è

un anno di

progetti

e

interventi

che

hanno

riproposto i

pro-blemi dell'

analfabetismo.

Il libro, appena

pub-blicato dal Mulino,

di

Ester De Fort,

Scuola e

analfabetismo nell'Italia del '900,

ci ricorda,

con

la forza

delle

etfre

,

che

l'Italia

a metà secolo era

un paese di analfabeti

e

semialfabeti

.

Più

scri-ventz~ più scrittori. A cosa serve infatti il leggere

EditorialE

e scrivere, se non

è

possibile farne

un uso

pro-prio, dentro

o

fuori degli appositi spazi? Sembra

in aumento la

quantità,

o

forse

soltanto

la

visibi-lità, di scritture

non

professionistiche,

dissemi-nate anche

in

una

diffusione semiprivata,

anche

attraverso

le reti telematiche

.

Pare

che vacilli

l'apparato normativo,

l'equilibrio

di

controlli

e

divieti, connesso

da

sempre (e

questo

ce

lo

ripete

Armando

Petrucci

nella

Storia della lettura,

edi-ta

ora da

Laterza)

con

la parola scritta

.

Tendenza

all'

espressione;

soggettività dunque, bisogni

per-sonali

che

stentiamo

a chiamare

bisogni sociali

.

Chi scrive

,

vuoI

essere

letto

.

Cresce perciò la

fun-zione

dei

mediatori.

Nuove agenzie formative

e

informative

si autolegittimano nel compito di

correggere e migliorare (regolarizzare, adattare

alla comunicazione con lettoripresuntz~ alla

pub-blicazione).

Fenomeni

ambivalenti. Capita di

in-contrare amici pessimistz~ o

moralistz~

che

temo-no

la

debolezza intrinseca all' universo

composi-to

della narrativa e

la fatale

inclinazione italiana

verso

la

falsa buona

letteratura.

Meglio, secondo

me,

lasciare

aperte

le

domande sui futuri

svilup-pi

imprevedibili del sistema culturale

.

Meglio,

per

i

narratort~

il rimescolamento dei generi

e

(4)

DICEMBRE 1995

'INDie

N. 11, PAG. 4

Siate i nostri vampiri. Da questo numero i lettori trovano la rubrica delle lettere nella prima parte della rivista invece che nelle ultime pagi-ne; spostamento che rispecchia l'intenzione di dare impulso al col-loquio. Vorremmo pubblicare let-tere che in vario modo raccontino. il rapporto che i nostri lettori in-trattengono o hanno intrattenuto con i libri e la lettura (come quella di Francesca Rigotti in questa pa-gina). Vorremmo che i lettori, so-prattutto gli studenti, sfruttassero a più non posso le conclamate competenze del comitato di reda-zione per soddisfare curiosità, sia professionali sia estemporanee, e dirimere dubbi. Siate tranquilla-mente "i nostri vampiri" (come un personaggio di Calvino - quale? - dice dei suoi lettori).

Cerco Matticchio. Acquisto da sempre la vostra rivista (non oso abbonarmi, il servizio postale ha rivelato troppo spesso incredibili capacità "distruttive"!) e da sem-pre ne apsem-prezzo taglio intellettuale e onestà d'approccio. Ho faticato (forse più del dovuto) ad adeguar-mi ai recenti (e non) cambiamenti di inlpostazione, sia grafica che di settore, ma vi sono grata per lo sti-molo che sempre mi portate.

Detto questo, forse vi stupirò ma vi sottopongo una curiosità che da tanto, troppo tempo, mi frulla per la testa ogni volta che apro il vostro giornale: conosco Matticchio per altri (molti) suoi lavori, ma non riesco a recuperare notizie su libri stampati e pubbli -cati contenenti i suoi disegni (che - io trovo - sono bellissimi e si-gnificativi e sono stati il veicolo principale per avvicinare mio fi-glio (che ora ha 17 anni) all'Indi-ce!) ma solo quelli prodotti per voi (oggi forse troppo pochi, e an-che ripetitivi, a volte!). Esiste que -sta pubblicazione? La acquisterei immediatamente!

Neviana Nironi, Reggio Emilia

Hanno collaborato

. Elisabetta Baldisserotto: psicologa del Centro Italiano di Psicologia Ana-litica.

Elisabetta Bartuli: laureanda in lingua e letteratura orientale all'Uni -versità di Venezia.

Giuseppe Battelli: insegna storia della Chiesa all'Università di Trieste. Mariolina Bertini: insegna lingua e letteratura francese all'Università di Parma.

Alberto Boatto: saggista e critico d'arte (Della guerra

'e

dell'aria, Costa & Nolan, 1992).

Gabriella Bosco: corrispondente culturale di "La Stampa" da Parigi (Tra mito e storia, Dell'Orso, 1991).

Pino Cacucci: vive a Bologna ma trascorre frequenti periodi in Messi-co, dove ha ambientato buona parte dei suoi libri (In ogni caso nessun ri-morso, Longanesi, 1994).

Nicola Campogrande: composito-re, ha pubblicato il CD Mosorrofa o dell' ottimismo. Melologo con can-zoni, DDT 19301.

Gianni Canova: direttore del mensile di cinema "Duel", ha curato il volume sulla trilogia della vita di Pasolini, in uscita da Garzanti. . Enrico Castelnuovo: insegna

sto-ria dell'arte medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Vittorio Coletti: insegna storia della lingua italiana all'Università di Genova.

Marco Collareta: ricercatore alla

Matticchio ringrazia dell'affet-tuosa predilezione e informa che da Milano Libri nel 1994 è uscito Sensa senso (non è un refuso), che ha venduto 864 copie su 3000 di

ti-ratura (865 non appena la lettrice Nironi sarà approdata a una libre-ria ad hoc). Nello stesso anno Nua-ges di Milano ha pubblicato il libro Nella foresta di cartone. Le Edi-zioni del Grifo hanno in cantiere una nuova raccolta, che ha già un titolo, Il prontuario dell'immagi -nazione, ma non ancora, ahino/~ una data di uscita. Chissà che que-sta lettera non valga ad accelerare i

tempi. (a.p.)

DEI LIBRI DEL MESE

Non vi so dire come abbia comin-ciato a tenerlo, giacché in casa mia libri non c'erano e non se ne leg -gevano, a parte mia sorella e me. Solo al ginnasio la professoressa di lettere ci esortò a scrivere i tito-li dei tito-libri che leggevamo, ma io lo facevo già da un pezzo. Leggevo di tutto, dal Mago di Oz ai catalo-ghi (!) di libri, ritenendo titoli che mi attraevano e che magari avrei letto solo venti o trenta anni dopo. Tenete presente che nel mio elen-co rientrano per consuetudine che s'è fatta diritto solo libri letti per intero. Questo giustifica la "scar-sa" cifra (intorno al migliaio e

celli nel suo articolo "Sfidare Stif-ter" - apparso sull'"Indice" di giugno - in cui viene recensita, tra le altre, anche la mia traduzio-ne delle Pietre colorate (Aktis, Piombino 1989). Concordo pie-namente con la sua autrice nel giudicare "vigorosa ed efficace" ma "qualche volta imprecisa" quella prima fatica di un tradutto -re, all'epoca, ancora studente (benché di quel lavoro continui a piacermi il tentativo, qua e là riu-scito, di evocare nella nostra lin -gua le suggestioni della prosa stif-teriana). D'altra parte, nel suo ar-ticolo la stessa Fancelli parla di

Le immagini di questo numero

meno la consolante conclusione che le difficoltà di cui il mio lavo -ro reca le tracce sono oggettive, e non dovute esclusivamente a gio-vanile imperizia. Sbaglia però la

professoressa Fancelli allorché se-gnala un'imprecisione nella mia prefazione, ave "si dice che i ra-gazzi di Bergkristall vanno in visi-ta alla madre (e non alla nonna, com'è ben noto)". lo non ho mai scritto che j ragazzi vanno in visita alla madre: nella prefazione dico

testualmente che "due bambini si recano dalla madre e scompaio -no"; il che è esattamente quello che accade, giacché è ugualmente

ben noto che i due protagonisti di

Cristallo di rocca si smarriscono

non nel viaggio di andata alla fat-toria della nonna, dove arrivano sani e salvi, ma tornando daJla madre; fatto tutt'altro che irrile-vante, come sa chi conosce la pro -blematica di questa e delle altre novelle della raccolta.

Gianni Bertocchini

Per celebrare i cento anni del cinema ab-biamo scelto di illustrare le pagine di dicem-bre con immagini che ritraggono personaggi del cinema alle prese con i libri (con qualche eccezione .. .) sul set o fuori dal set.

Tra le fotografie segnaliamo: a p.

6

Julie Christie in Fahrenheit 451 di François Truf faut,' a p. 7 Brigitte Bardot in Le mépris di Jean-Luc Codardi alle pp. 10,

11

e

14

Alfred Hitchcock a p.

13

Catherine Deneuve e François Truflaut sul set diLa Sirène du Mis -sissipi,' a p.

16

Julie Christie e Oskar Werner .

in Fahrenheit 451i a p. J

7

Harrison Ford in Biade Runner di Rtdley Scott,' alle pp. 50 e 51

Jeanne Moreau in La notte di Michelangelo Antoniom;' a p.

53

Anna Karina in Alphaville

di Codardi a p. 57 Catherine Deneuve e

Heinz Bennent in Le dernier métro di Truf faut,' a

p.

59 François Truflaut nel suo studio.

Apprendo dalla lettera di Gianni

Bertocchini che la traduzione di Pietre colorate è stato il suo primo lavoro, fatto quando era ancora

stu-dente. Questa notizia mi sembra una ragione in più per rinnovare l'apprezzamento per il risultato da lui ottenuto e da me d'altronde

lar-gamente riconosciuto. Ma, nono-stante la sua replica, confermo senz'altro le mie osservazioni. A proposito delle imprecisioni di cui ho fatto' cenno, mi pare sufficiente riportare per esteso una /rase (pp.

106-7), a mio parere assai indicati-va: "Questo racconto proviene da un'amica, che ha conosciuto bene

l'artista e che aveva saputo da altri

della vera relazione di quello con la

famiglia del Rentherr dagli amici di

Lui)). Per quanto, infine, riguarda il caso relativo a Bergkristall, a mio

parere il Bertocchini avrebbe

dovu-to scrivere "ritorno dalla madre)) perché il lettore potesse capire il suo

ragionamento.

Libri della vita. Non essendo Norberto Bobbio non pretendo certo che si parli dei libri della mia formazione. Volevo solo farvi sa-pere che io ho un elenco dei libri da me letti che comincia nel 1957 (io sono nata nel 1951) e continua fino a oggi senza interruzioni. Scuola Normale Superiore di Pisa.

Adriano Colombo: si occupa di educazione linguistica e letteraria. Con Guido Armellini ha pubblicato Guida alla letteratura italiana, Zani-chelli, 1995).

Sara Cortellazzo: responsabile del settore cinema e scuola dell' Aiace di Torino.

Antonio Costa: insegna storia del cinema all'Università di Bologna ed è condirettore della rivista interna-zionale "Fotogenia" (Carlo L. Rag-ghianti: i critofilm d'arte, Campanot-to,1995).

Laura D'Agostino: storico dell' ar-te, lavora presso il Ministero per i Beni Culturali e Anlbientali.

Marina D'Amato: insegna teorie-tecniche delle comunicazioni di massa all'Università di Napoli (In-fanzia e pregiudizio, Eri, 1993).

Gianni D'Elia: poeta e narratore

(Notte privata, Einaudi, 1993; Gli anni giovani, Transeuropa, 1995).

Guido Fink: insegna letteratura inglese all'Università di Firenze.

Anna Elisabetta Galeotti: ricerca-trice di filosofia politica all'Univer-sità di Vercelli (La tolleranza. Una proposta pluralista, Liguori, 1994).

Emilio Ghezzi: compositore, inse-gna composizione al Conservatorio di Parma (Cantiones duarum vocum di Orlando di Lasso, Guerini e Asso-ciati,1991).

Filippo La Porta: collaboratore del "Manifesto" e dell"'Unità" e re-dattore di "Linea d'Ombra".

Carlo Lauro: dottore di ricerca in

mezzo), mentre le pagine che leg-go per lavoro, per diletto, per ca-so, per passione, sono molte molte di più.

Francesca Rigott/~ Princeton

Tradurre Stifter. Gradirei repli-care a quanto scrive Maria Fan-letterature comparate.

Amos Luzzatto: studioso di ebrai-stica.

Sebastiano Maffettone: insegna filosofia politica all'Università di Pa-lermo (Le ragioni degli altri, TI Sag-giatore, 1992).

Tito Magri: insegna filosofia della storia all'Università di Bari (Saggio su Thomas Hobbes, TI Saggia~ore, 1989).

Diego Marconi: insegna filosofia del linguaggio all'Università di Ver-celli.

Edoarda Masi: studiosa di storia c letteratura della Cina (Ritorno a

Pe-chino, Feltrinelli, 1993).

Giovanni Mazzetti: insegna eco-nomia manasta e teoria dello svilup-po economIco.

Massimo Morisi: insegna scienza della politica all'Università di Firen-ze.

Domenico Mugnolo: insegna lin-gua e letteratura tedesca all'Univer-sità di Macerata (Gunter de Bruyn

narratore, Trento 1992).

Anna Nadotti: traduttrice e colla-boratrice editoriale. Si occupa di scrittura delle donne.

Francesco Orlando: insegna lin-gua e letteratura francese

all'Univer-sità di Pisa.

Renato Pigliacampo: insegna psi-cologia dell'età evolutiva ed educa-zione linguistica nelle scuole per la formazione degli insegnanti dei sor-di.

Dario Puccini: insegna letteratura

ispanoamericana all'Università La

due fondamentali difficoltà con le quali deve fare i conti un tradutto-re di Stifter: la complessità dell'i -potassi e l'ambiguità del preteri-to; ossia le medesime due di cui parlo io nella prefazione alla tra -duzione in questione. Da tale coincidenza si deve trarre quanto-Sapienza di Roma. Dirige la rivista "Letterature d'America".

Susanna Regazzoni: insegna lin -gue e letterature ispanoamericane all'Università di Venezia.

Stefano Rodotà: insegna diritto civile all'Università La Sapienza di Roma (Tecnologia e diritti, TI Muli -no, 1995).

Francesco Rognoni: ricercatore di letteratura angloamericana all'Uni -versità di Udine.

Gianni Rondolino: storico del ci-nema, insegna all'Università di Tori-no.

Vittorio Russo: insegna lettera-tura italiana all'Università di Napo-li (Il romanzo teologico. Sondaggi sulla Commedia di Dante, Liguori, 1985).

Maria Fancelli

Gabriele Salari: giornalista pub-blicista, si occupa di natura ed ecolo -gia su riviste specializzate. Collabora all'''Unità" .

Cosma Siani: insegnante, si occu -pa di didattica della letteratura

(Lingua e letteratura. Esplorazioni e percorsi nell'insegnamento delle

lin-gue straniere, La Nuova Italia, 1992).

Pietro Spirito: giornalista al "Pic-colo" di Trieste, collabora al mensile "Alp".

Dario Tomasi: ricercatore di storia del cinema all'Università di Torino.

Fabrizio Tonello: giornalista e saggista (Progetto Babilonia, Gar-zanti,1993).

Chiara Valentini: inviato speciale dell'''Espresso'' .

roma nel rinascimento

Roma nel Rinascimento, Piazza dell'Orologio, 4

00186 Roma Te!. 06 / 6832038 Fax. 06 / 6877059

novità:

Marco Antonio Altieri, Li Nuptiali.

Edizione anastatica con introduzione di M. Miglio, appendice docu-mentarià e indice ragionato dei nomi a cura di A. Modigliani. il libro d'oro dei gentiluomini romani, fondanlentale per capire Roma, dal

Medioevo al Rinascimento, edito da E. Narducci nel 1873. Una città racconta-ta nelle sue abitudini quotidiane, nelle famiglie e negli uomini, fra rimpianto e nostalgia del passato e rivendicazione del presente

(5)

Apollodoro

BIBLIOTECA

Alberto Arbasino

PARIGI O CARA

*

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

Rudolph Borehardt

L'AMANTE INDEGNO

E.M. Cioran

LA CADUTA NEL TEMPO

Riehard Cobb

TOUR DE FRANCE

Antonio R. Damasio

L'ERRORE DI CARTESIO

Edgardo Franzosini

RAYMOND ISIDORE E LA SUA CATTEDRALE

/

Mare Fumaroli

LA SCUOLA DEL SILENZIO

Cesare Garboli

IL GIOCO SEGRETO

NOVE IMMAGINI DI ELSA MORANTE

Louis Ginzberg

LE LEGGENDE DEGLI EBREI

1. DALLA CREAZIONE AL DILUVIO

Zellig Harris

LINGUAGGIO E INFORMAZIONE

Yakup Kadri Karaosmanoglu

NURBABA

Tommaso Landolfi

LA PIETRA LUNARE

Giorgio Manganelli

CENTURIA

Louis Massignon

PAROLA DATA

Vladimir Nabokov

COSE TRASPARENTI

v.

S.

Naipaul

UNA VIA NEL MONDO

Alberto Savinio

HERMAPHRODITO

E ALTRI ROMANZI

Helga Sehneider

IL ROGO DI BERLINO

/

Emanuele Severino

TAUTOTES

Madame de Staal-Delaunay

MEMORIE

Vidyiira"ya

'

LA LIBERAZIONE IN VITA

Serena Vitale

v

IL BOTTONE DI PUSKIN

Elémire Zolla

LE TRE VIE

«gli

AdelPhi»

Thomas Bernhard

PERTURBAMENTO

Elias Canetti

IL GIOCO DEGLI OCCHI

Bruee Chatwin

LE VIE DEI CANTI

I CHING

Il Libro dei Mutamenti

,

Robert Hughes

LA RIVA FATALE

Aldous Huxley

LA FILOSOFIA PERENNE

Immanuel Kant

CRITICA DELLA RAGIONE PURA

.losePh Roth

FUGA SENZA FINE

Oliver Saeks

RISVEGLI

Emanuele Severino

ESSENZA DEL NICHILISMO

LE INCHIESTE DI MAIGRET

Georges $imenon

IL CANE GIALLO

IL PAZZO DI BERGERAC

UNA TESTA IN GIOCO

LA BALERA DA DUE SOLDI

(6)

t~

E

~~~ç;E

DICEMBRE 1995

7J

t

~i6-':.-c-

del/7\e-6e-

N. 11, PAG. 6

Dietro la ruota dei misteri, un Dickens turbinoso e leggero

CHARLES DICKENS, Casa

Deso-lata,

con

un saggio di Vladimir

Nabokov,

Einaudz

;

Torino

1995,

trad. dall'inglese

diAnge-la

Negro, pp.

824,

Lit

28.000.

"Londra. Sessione autunnale da poco conclusa e il Lord Cancelliere tiene udienza a Lincoln's 1nn Hall. Implacabile clima di Novembre. Tanto fango nelle vie ... fumo che scende dai comignoli come una soffice acquerugiola nera con fioc-chi di fuliggine grandi come fiocchi di neve vestiti a lutto, si potrebbe immaginare, per la morte del ole. Cani che si distinguono appena nella mota... Nebbia ovunque ... Jarndyce contro Jarndyce si

trasci-na da anni. Questo processo spau-racchio è diventato col tempo così complicato che nessuno sa più cosa significhi. Innumerevoli bambini sono nati nel corso della causa ... in-numerevoli giovani si sono sposati, innumerevoli vecchi sono morti ...

n

piccolo attore o convenuto, al quale fu promesso un cavallo a dondolo, quando si fosse conclusa la causaJarndyce contro J arndyce è cresciuto, è diventato padrone di un cavallo vero e se ne è andato al galoppo all'altro mondo".

Questo l'attacco di Casa Desolata (Bleak House) , il romanzo che viene ora proposta in un'ottima traduzio-ne di Angela Negro. Dickens lo scrive a quarant'anni tra 1851 e 1853, dopo David Copper/ield che è del '49-50 e prima di Tempi dilfictli che è del '54. Un tale titolo non in-troduce a un testo cupo, triste o l a-crimoso. La Casa Desolata che dà nome al romanzo (si chiama così perché un suo proprietario si era fatto saltare le cervella nei turbini della causa) è al contrario il luogo della serenità in una vicenda frene-ticamente ingarbugliata, in una tra -ma, per dirla con Peter Brooks, lun -ga, complessa e arabescata.

La giovane Esther, che è il perso-naggio principale e a tratti la narra-trice, è orfana (o almeno passa per essere tale ma un oscuro mistero plana sulla sua origine), e dopo es-sere stata allevata con grande seve-rità dalla madrina viene presa sotto la sua protezione da un personag-gio delizioso e leggermente eccen-trico: John Jarndyce divenuto pa-drone di Casa Desolata e coinvolto suo malgrado nella celebre causa ("un processo che è in se stesso un monumento all'attività della corte" come afferma 'apprezzativamente l'avvocato Kenge detto il Conversa-tore), di cui però' non vuole sapere nulla. A lui il tribunale affida due giovani pupilli della corte, due lon-tani cugini, orfani di qualche de-funto attore della causa, Ada - di cui Esther sarà la compagna e l'ami-ca - e Richard che sposerà Ada, ma che sarà via via travolto dal gor-go diJarndyce contro Jarndyce.

Accanto alle campagne di St. Al -bans dove sorge Casa Desolata un altro polo del romanzo è Chesne}' W old, antica dimora della famiglia Dedlock nel piovosissimo Lin-colnshire. Signore del castello è Sir Leicester sposato a una donna splendida e altera assai più giovane di lui e perpetuamente annoiata. Le-vicende di questi due piccoli mondi, quello di Casa Desolata e quello di Chesney Wold, verranno gradatamente intrecciandosi in un

moltiplicarsi frenetico di situazio-ni e di personaggi, che trovano i lo-ro sbocchi a Londra - il terzo po-lo della narrazione - , una Londra che oppone il quartiere degli avvo-cati, Lincoln's 1nn Fields o Chan-cery Lane, alla desolazione totale della viuzza nera, squallida e de -crepita chiamata Tom all Alone's.

il denaro, l'attrazione del denaro, il vortice del denaro è al centro del

libro. La corte del Lord Cancelliere ne consuma una montagna, settan-ta-ottantamila sterline mentre tutto ~ttorno, alla sua periferia, si affan-nano canaglie e profittatori, strozzi-ni, ricattatori, legulei pronti a strap -pare quanto ne resta. J arndyce con -tro J arndyce è la ruota che fa girare il tutto, che fa incontrare e separare i personaggi, che ne intreccia le vi-cende: "Abbiamo messo le nostre spalle alla ruota .... e la ruota gira" afferma il magro, nerovestito, pu -stoloso e rispettabile avvocato Vho -leso Ma la ruota J arndyce contro J arndyce è la ruota fatidica di 1ssio -ne e ci vorranno ottocento pagine perché la causa arrivi a conclusione

di

Enrico Castelnuovo

per autoesaurimento, l'intero patri-monio in palio essendo stato assor-bito dalle spese. Ottocento pagine dopo le nebbie dell'inizio "ci fu un sussUlto nella folla e tutti comincia-rono a uscire a fiotti trasportando un odore di chiuso ... subito mucchi di carte iniziarono a essere portati via - mucchi in sacchi, mucchi troppo grossi per entrare nei sacchi, immense masse di carte di tutte le

forme e senza forme sotto le quali i portatori vacillavano ... domandam-mo a una persona in toga se la causa si fosse conclusa; - Sì, disse, - è terminata finalmente! - e scoppiò a ridere anche lui".

In queste ottocento pagine av-viene di tutto, impazza una crisi politica che oppone Lord Doodle, Sir Thomas Coodle, il duca di Foodle, con Koodle e Poodle, all'onorevole William Buffy e al suo partito che è quello dei Cuffy, dei Duffy, dei Guffy, si muovono i più singolari personaggi, prendono forma paesaggi, ambienti, situazio-ni,' strade, case, castelli, vicoli, quartieri. Chesney Wold sembra

F avole

di Natale

Interlinea pubblica tre deliziosi librettini natalizi:

Charles Dickens,

Le campane,

con illustrazioni

ori-ginali della prima

edizione

(1844), traduzione

di

Marina Vaggi, pp. 133, Lit 10.000; Anna Lavatelli,

I

racconti dei Re Magi,

pp. 28, Lit 8.000; e una

riedi-zione

della filastrocca Il mago di Natale

di

Gianni

Rodari, con disegni

di

Bruno Munari, già apparsa

da Einaudi (Lit 5.000).

nascondere qualche enigma e sem-pre più frequentemente si sentono passi misteriosi risuonare sulle la-stre di quella che da tempi imme-morabili è chiamata la Passeggiata dello Spettro. L'altera castellana, Lady Dedlock, spinta da un'irresi-stibile noia, si sposta continuamen-te a Londra se non addirittura a Pa-rigi e sembra anche lei nascondere qualcosa. L'oscuro copista che si

cela sotto il nome di Nemo viene trovato morto nella sua stanzaccia londinese per eccesso di oppio, e il

suo padrone di casa, l'alcolizzato straccivendolo Krook, dopo aver sottratto al defunto un misteriosis-simo pacco di vecchie lettere d'amore, muore sorprendente-mente di autocombustione antici-pando in modo metaforico l'esito della causa J arndyce contro Jarndyce e proiettando terrorizzati fuori della casa Guppy e Weewle che ne hanno scoperto la bizzarra e terribile fine: "Ecco un piccolo tratto di pavimento bruciato; ecco i resti di un pacchetto di carte bru-ciate, non leggeri come al solito perché sembrano inzuppati; ed ec-co il tizzone di un picec-colo ceppo carbonizzato e rotto coperto di ce-nere bianca. O si tratta di un pezzo di carbone? Orrore! è lui! Krook. E quello da cui fuggiamo facendo spengere la candela e spingendoci fuori è tutto ciò che resta di lui. Aiuto, aiuto, aiuto! Correte in que-sta casa per l'amor del ciclo!".

Chi sa ~ai perché Lady Dedlock si interessa a queste preoccupanti vicende? L'avvocato Tulkinghorn, "l'intendente dei misteri legali, il cantiniere della cantina legale dei

Dedlock. .. un'ostrica della vecchia scuola che nessuno può&prire", vie-ne inopinatamente colpito da un

colpo di pistola sotto il soffitto affre-scato del suo studio dove" Allegoria in elmetto romano e vesti celestiali si contorce fra balaustrate, fiori e putti dalle gambe tonde ... ". L'antico guerriero ha ostinatamente puntato l'indice per decenni "senza alcun particolare significato", ma ora il delitto cambia tutto e quell'indice puntato diviene un segno del desti-no, una profezia, un misterioso atto d'accusa: "Tutti gli occhi guardano

il romano e tutte le voci mormorano 'Se soltanto potesse dire ciò che ha visto'. il romano indica una tavola con una bottiglia (quasi piena di vi-no) un bicchiere e due candele che furono subito spente appena

acce-se. Indica una sedia vuota e una macchia sul pavimento che potreb-be essere coperta con una mano.

otto il suo sguardo si trovano que -sti oggetti. Un'immaginazione

esal-tata potrebbe supporre che ci sia in essi qualcosa di così terrificante da fare impazzire tutto il dipinto, non soltanto i putti con le gambe tonde, ma anche le nuvole, i fiori, le colon-ne in una- parola l'anima e il corpo dell' allegoria e tutto il suo cervello ... Infatti l'epoca di Mr Tulkinghorn è finita per sempre e il romano ha in-dicato la mano che si è levata ad uc-ciderlo; e dalla sera alla mattina ha indicato disperatamente il corpo prono a terra, colpito al cuore".

Tra gli avvocati e i loro giovani di studio, i cartolai e i copisti loro affe-zionati fornitori, tra le filantrope monomaniache come Mrs Jellyby che, impegnata nell'utopistico e fal-limentare progetto africano del Borrioboola-Gha trascura per que -sto i suoi figli che a intervalli sempre più frequenti cadono per le scale, o Mrs Pardiggle "dagli occhi soffo -canti" che confisca tutto l'argent de

poche della propria prole per desti-narlo alle più bizzarre sottoscrizio-ni, predicatori ipocriti come Mr Chadband, gentiluomini vanesi co-me Mr Turneydrop che per curare il proprio portamento - un tempo rimarcato a Bath dal principe reg-gente - fa morire di lavoro moglie e figlio, tra parassiti amabili quanto irresponsabili come Harold Skim-pole, strozzini di pessimo carattere, vecchiette bizzarre e infelicissimi ragazzi come il povero J o costretto a circolare senza requie, si muovo-no i personaggi positivi del roman-zo, la narratrice Esther, il suo tutore John Jarndyce, il giovane medico Alan Woodcourt, la piccola Ada, e la straordinaria Mrs Bagnet che al seguito del marito soldato percorre gli avamposti dell'impero con il suo mantello grigio e il suo ombrello.

I personaggi sono caricati, bidi-mensionali per certi aspetti; già George Eliot nel 1857, pochi anni dopo l'uscita di Bleak House, aveva rimproverato Dickens di non saper passare dall'umoristico ed esterno all' emozione e alla tragedia e più

(7)

DICEMBRE 1995

non inferiori di quelli della tridi-mensionalità. La grandezza di Dickens sta nell'accumularsi frene-tico dei tipi, nel viavai dei perso-naggi, nell'accostarsi dei colori e delle luci, nel ritmo, nella passione, nella declamazione, nella satira.

Atmosfera e contesto del

roman-zo - anche se è stato scritto negli anni cinquanta - sono quelli degli anni trenta; i suoi bersagli: l'iniquo comportamento della corte di giu-stizia, la miseria assoluta dei meno abbienti, l'infelice situazione dei bambini, appartengono agli anni trenta ai tempi del giovane Dickens; al tempo in cui scriveva Casa Desolata la situazione si era in molti punti modificata (anche se nel '51 il "Times" aveva comincia -to una campagna per la riforma della Corte di Giustizia). Appar-tiene agli anni trenta anche la na-scita del nuovo habitat dell'indu-stria, la violenza esercitata sui cam-pi e i boschi per lasciar passare la ferrovia: "Si fanno preparativi, si misura il terreno, si piantano qua e là dei picchetti. Si sono iniziati dei ponti e i loro piloni non ancora riu-niti si guardano desolantemente a vicenda sopra le strade e i fiumi ... parti di terrapieni sono stati ab-bandonati ... con torrenti di cavi ar-rugginiti e di carriole rovesciate; tripodi di alti pali spuntano sulle cime delle colline dove si parla di gallerie ... ". In forma sintetica que-sto è un parallelo del "grande ter-remoto" prodotto a Camden Town dai lavori della Londra-Bir-mingham che Dickens aveva de-scritto anni prima in Dombey e fi-glio (1846-48). O ancora: "Miniere di carbone e cenere, camini alti e mattoni rossi, prati secchi, fiamme abbaglianti e pesanti nuvole di fu-mo diventano le principali caratte-ristiche del paesaggio", che è poi il nero paesaggio del "grim

Wolwerhampton" dove si erano svolti gli ultimi capitoli di The Old Curiosity Shop (1840).

Cos'è dunque questo libro, un attacco alle crudeli e irresponsabili inettitudini della giustizia inglese? Una requisitoria contro le abissali differenze sociali della società bri-tannica? Un' apostrofe contro gli assurdi obiettivi del movimento fi-lantropico c<{n qualche puntata contro il nascente femminismo? Una satira della politica inglese stretta nella camicia di forza del bi-partitismo (" come il paese vada al-la rovina seguendo Booclle e non Buffy o sia salvo seguendo Buffy e non Booclle - deve essere uno dei due: di qui non si scappa"), un'vettiva contro i danni e le ferite in-ferte all'Inghilterra, al suo paesag-gio, alle sue città, ai suoi figli dalla rivoluzione industriale?

O ancora un protopoliziesco vi-sto che nella seconda parte del libro l'ispettore Bucket prende un ruolo sempre crescente dipanando i vari

misteri che si erano accumulati? Casa Desolata è certo tutto questo, ma è anche molto di più, è un gran-de Dickens, un Dickens turbinoso e leggero, travolgente, esaltato e

ir-refrenabile, bizzarro e romantico, da leggere, come Calvino racco-mandava al proprio lettore,

"sedu-to, sdraia"sedu-to, raggomitola"sedu-to, corica-to ... In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf ... " e lasciando, co-me consiglia Nabokov nelle pagine qui premesse a mo' di introduzio-ne, "che sia la spina dorsale a pren-dere il sopravvento".

Le fate

in salotto

di Gabriella Bosco

Il salotto delle fate. Racconti

fantastici francesi del XVII e del XVIII secolo,

a

cura di Basi-lio Luoni, introd. di Raymonde Robert, Rizzoti, Milano 1995, pp. 896, Lit 98.000.

Arthur Conan Doyle credeva

all'esistenza delle fate. Così rigoro-so nelle sue investigazioni scientifi-che, razionalissimo nella scrittura legata a Sherlock Holmes, non volle saperne di mettere in dubbio il rac-conto di due bambine di Cottingley che nel 1917 sostennero di aver spesso visto le regine del piccolo popolo, e gnomi e folletti, nel prato dietro casa. Elsie, sedici anni, e la cugina Frances di nove, non solo

avevano più e più volte incontrato le fate: con la macchina fotografica del padre di Elsie le avevano persi-no immortalate. Quelle immagini, pubblicate dallo "Strand Magazi-ne", furono per Sir Conan Doyle la prova inconfutabile della veridicità di quanto le due bambine sostene-vano. Due le fotografie più

interes-santi: una in cui una bimba con co-rona di fiori sorride a un gruppo di piccole donne alate e saltellanti, l'altra che mostra un'adolescente dai lunghi capelli biondi seduta in

mezzo al prato e china su uno gno-mo.

Conan Doyle sottopose i clichés a esperti di fama internazionale per avere conferma che non ci fosse stata contraffazione. Quello che gli sembrava essere l'ombeli-co dello gnomo, lo indusse a ela-borare una singolare teoria sulla riproduzione degli spiriti della na-tura. E tanta convinzione

accu-t~

E

~~~çE

-"i~t,.e-mulò, che nel 1922 pubbliCÒ un li-bro intitolato The Coming of the Fairies (tradotto in Italia per la pri-ma volta nel '94 da SugarCo, a cu-ra di Massimo Introvigne e Mi-chael W. Homer, completo delle fotografie misteriose). Conan Doy-le vi descrisse Doy-le fate, quelDoy-le in cui

non poteva più non credere, ne dettagliò misure e caratteristiche, ma basando la sua convinzione essenzialmente su immagini, equivocò sulla facoltà primaria delle alate creature e negò che fossero dotate di parola. Avrebbe molto desiderato entrare in contat-to diretcontat-to con loro, pensò che

fos-se la sua età a rendere difficile l'evenienza. Credette comunque. Non seppe mai dell'inganno.

Le fate esistono. Ma Conan Doyle sbagliò nel volerle individuare fuori dal loro habitat naturale, le fiabe, in cui dalla notte dei tempi agiscono e, soprattutto, si esprimono. Nelle fiabe le fate parlano, a lungo, ed è da questo fatto prima di tutto che dipendono il loro potere e in ultima analisi la loro esistenza stessa. Lo dice il nome. Fata è colei che parla. La radice del termine, fa, è quella del verbo deponente latino fari, di-re. La Fata latina era la dea dei de-stini, femminile di fatum, destino in quanto enunciazione divina. Nelle fiabe, è colei che detiene il potere attraverso la parola. Quello che lei

dice, nel racconto feerico che è ori-ginariamente orale; diventa legge, orienta la vicenda, salva o condan-na principi e re.

Il salotto delle fate. Racconti fan-tastici francesi del XVII e del XVIII secolo che esce per Rizzoli con un testo introduttivo di Raymonde Ro-bert e ottime traduzioni, a cura di Basilio Luoni, oltre a essere un libro da degustare la sera con parsimo-nia perché non finisca troppo pre-sto, è il luogo privilegiato per pren-dere confidenza con il piccolo po-polo. Il salotto dove ascoltare le

"chiacchiere" delle fate. E dove

as-sistere al loro progressivo trasfor-marsi tra Sei e Settecento, i due se-coli in cui in terra di Francia - gra-zie all'impulso di un Re Sole convin-to come Conan Doyle della loro esi-stenza - poterono tornare a farne e a dirne una piÙ del diavolo, dopo un Rinascimento e un Classificismo punitivi che avevano messo loro il bavaglio.

Una trasformazione di cui è sinto-mo prisinto-mo, nel permanere e prolife-rare di cocchi volanti e zucche e carrozze, il cambiamento profonda del modo di parlare. Dalle bocche delle fate, in una prima e lunga fase del loro ritorno, uscirono infatti perle

e fiori, pietre preziose ed effluvi pro-fumati. Da un certo punto in poi, vi-pere e serpi, rovi e odoracci. La metafora è presa da una fiaba bel-lissima e paradigmatica di Charles Perrault, intitolata semplicemente Les fées (Le fate) - purtroppo non inclusa nella raccolta Rizzoli - in

cui il potere di parola feerico è in un primo momento positivo, per poi trasformarsi in negativo per via del diverso comportamento di due fan-ciulle entrate in diretto contatto con

loro. Una fiaba, quella di Perrault,

Collodi

Nei "Meridiani"

Mondadori escono le Opere di Carlo Collo-di, a cura di Daniela Ma-reschi (pp. 1264, Lit

70.000). Il volume

com-prende Le avventure di Pinocchio, i racconti Macchiette, i "ricordi dal vero" Occhi e nasi, le pagine per l'infanzia Storia allegre, la comme-dia Gli estremi si tocca-no e vari scritti giornali-stici.

N.11,PAG.7

fortemente profetica. Avvenne in-fatti proprio questo, che a lungo le fate ebbero condizioni propizie a parlare bene. Poi a un certo punto, per interferenze esterne di stampo

giansenista, cominciarono a parla-re male (e agiparla-re peggio) fino a

meri-tarsi solenne punizione e per un po' anche rinnovato ostracismo. Princi-pale artefice di questo declino pri-ma di tutto espressivo delle fate, fu Madame de Maintenon, che per la sua pOSizione favorita a corte poté imporre il suo bigottismo. Opporsi cioè all'esistenza letteraria delle fa-te, a suo avviso responsabili di un rilasciamento morale nelle lettrici fanciulle, indotte a credere nella protezio'ne di madrine poco attente alla Virtù.

La Maintenon dunque

commis-sionò, ad autori e autrici per neces"

sità consenzienti, fiabe in cui le fate facessero ripetutamente uscite

ri-provevoli, onde poi venir punite

-dalla penna di Madame d'Auneuil - con tristissima fine. Nella Tyran-nie des Fées détruite (La tirannia delle Fate distrutta), tremenda

ven-detta è ordita nei confronti delle

"implacabili nemiche" da parte di

tutte le loro vittime passate, principi

e principesse che non avendo

avu-to in sorte la loro protezione aveva-no mancato ogni obiettivo: e le fate

si ritrovano condannate a far fun-zionare le pompe che spingono in

alto le acque nei giardini incantati, un tempo palcoscenico o se si

pre-ferisce salotto delle loro

"chiac-chiere".

La raccolta ora pubblicata da Rizzoli presenta undici autori (in

netta maggioranza donne, sette

contro quattro) per una ventina di fiabe, scelte nell'ambito del Cabinet des Fées: un'immensa collezione in quarantun volumi (1785), che rac-coglieva la favolistica più varia, dal-le fiabe di fate tradizionali ai rac-conti orientali da Mille e una notte, ma anche novelle sempre di tipo

arabo, persiano o turco, prive però

di meraviglioso. La selezione è

sta-ta circoscritsta-ta a due secoli e all'area specificamente fatata. I testi scelti

antologizzano in maniera

abba-stanza esauriente quel primo ritor-no delle fate e della loro parola, an-che se la mancanza della Tyrannie des Fées détruite, sinora mai tra-dotta in italiano, priva il quadro di un colore. Rispetto all'edizione dei Millenni Einaudi, Fiabe francesi del-la corte del Re Sole e del secolo XVIII (uscita nel 1978, con introdu-zione di André Bay e traduzioni di

Elena Giolitti e Diego Valeri), la rac-colta Rizzoli presenta maggior

va-rietà di autori: include ad esempio

una fiaba molto interessante.e atipi-ca di Jean-Jacques Rousseau (La regina Lunatica). Ma esclude

Char-les Perrault, autore dei celeberrimi

Racconti di Mamma Oca, perché

Perrault volle dare alle sue fiabe to-ni popolari da letteratura disimpe-gnata o per bambini.

Ma la completa esclusione di Perrault, se è vero che ha per-messo di restituire la parola a fate

più varie, è forse pregiudizievole per l'apprezzamento globale. Per-rauit è il primo creatore del fatato

moderno, barocco. Nel 1696 si

do-vette servire dell'alibi della lette-ratura popolare e da infanzia per aggirare l'inevitabile diffidenza degli ambienti paludati, e

travesti-re il sovversivo della sua

operazio-ne - tradizione orale riportata

sul-la pagina - da occupazione

se-condaria. Tanto che finse che

(8)

Per chi ama

Venezia~

la nostra

storia in otto volumi

è

semplicemente

una storia

d~

amore.

Una storia più

che

millenaria,

r

ea

lizzata

c

on la

collaborazione

della

Fondazione

Cini

,

attra-verso

l'attento

esame

di tutte

l

e

componenti

sociali, culturali e istituzionali, che

hanno

carat-terizzato

la

vita

di una

città

unica al mondo.

Dalle

origini,

alla fine della Serenissima

Repub-blica,

otto volumi

TRECCANI

tutti da leggere.

erescere

con la cultura.

La Storia di Venezia,

firmata da Treccani:

un punto di riferimento

per la cultura mondiale.

r---,

DESIDERO RICEVERE, SENZA ALCUN IMPEGNO DA PARTE MIA, INFORMAZIONI SU:

O STORIA DI VENEZIA.

D LE ALTRE OPERE TRECCANI. PRENOTABILI CON MINIME QUOTE MENSILI DI L. 63.()()().

Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Indirizzo _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Città _ _ _ _ _ _ _ _ _ Provo _ CAP. _ _ _ Tel. Ab. _ _ _ _ _ _ _ Tel. Uff. ---~w Professione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ > INVIARE IN BUSTA CHI,USA A T R E C C A N l PIAZZA DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA, 4 - 00186 ROMA.

(9)

CINEMA

100

di Sara Cortellazzo

Anche "I:Indice)) festeggia il centenario del

cine-ma. Partendo naturalmente dalla pagina scritta. «E per

la prima volta mi resi conto che dietro ciascuno di quei libri

c'era un uomo. Un uomo che li aveva concepiti. Quei libri

so-no la mia famiglia)) dice Montag in

Farenheit

451

di François

Truffaut) regista che come pochi ha saputo, nei suoi film,

rappre-sentare il punto dzfusione di un duplice amore: quello per il cinema

e quello per

la letteratura.

E

non a caso il suo nome

è

l'unico a esser

citato in tutti gli articoli di questo speciale dedicato ai fertili e nel

con-tempo controversi rapporti tra cinema e letteratura. Queste "pagine di

celluloide)) raccolgono riflessioni (di Antonio Costa) Guido Fink e

Gianni Canova) e un' intervista ad Anf/Jnzò Tabucchi sull'

argomen-to.

Ma

non è tutto. Abbiamo voluto fare anche qualche regalo ai

no-stri

lettorl~

come per ogni anniversario che si rispetti. Ecco allora

da un lato uno strumento utile a chiunque voglia sapere da

qua-li

testi

partire

per

formare

una piccola biblioteca

(50

libriper

100

anni di cinema) curato da Gianni Rondolino e Dario

Tomasz) e dall) altro una pagina di suggerimenti da

par-te

di

critici autorevoli sulle migliori trasposizioni

cinematografiche. Infine) un racconto inedi-

___

~00i"-"',,;

(10)

DICEMBRE 1995

AA.VV., Storia del cinema, 4 voI!., Garzantz~ Milano

1988.

Un' articolata storia del cinema attenta ai registi come alle opere, al giudizio estetico come al contesto storico e socio-logico. Di particolare importanza l'attenzione a cinemato-grafie di rilievo, ma poco conosciute, come quelle africana, asiatica e latino-americana. Gli autori sono Vincent, Fofi, Morandini e Volpi.

MICHELANGELO ANTONIONI, Fare un film per me è vi-vere, a cura di Carlo di Carlo e Giorgio Tinazzz~ Marsilio, Venezia 1994.

Un'ampia antologia degli scritti sul cinema e delle intervi-ste ad Antonioni che, attraversando la sua intera opera, ci aiutano meglio-a capire come il suo "cinema della crisi" ab-bia innanzitutto significato la "messa in crisi del cinema". RUDOLF ARNHEIM, Film come arte, II Saggiato re, Mila-no 1960, ed. orig. 1932-38.

Uno dei primi tentativi organici e sistematici di dimostra-re come il cinema non sia semplice rappresentazione della realtà. L'autore dimostra come proprio a partire dalla dif -ferenza tra l'immagine filmica e quella reale il cinema si co-stituisce come una forma artistica.

L'avventurosa storia del cinema italiano

1935-1969,

a cura di Goffredo Fofi e Franca Faldinz~ 2 voi!., Feltrinel-li, Milano

1979

e

1981; TI

cinema italiano d'oggi

1970-1984, a cura di Goffredo Fofi e Franca Faldinz~ Monda-dorz~ Milano 1984.

Una diversa storia del cinema costruita attraverso un pa-ziente collage di interviste, originali e no, ai protagonisti della storia del nostro cinema. Non solo registi e attori, ma anche sceneggiatori, produttori, openitori, montatori, tec-nici, truccatori e comparse.

BÉLA BALAzs, TI film. Evoluzione ed essenza di un'arte nuova, Einaudz~ Torino

1952,

ed. orig. 1949.

TI definitivo compendio dell' opera teorica di uno dei pri -mi e maggiori studiosi del linguaggio cinematografico. Dal primo piano - il volto dell'uomo - ai movimenti di mac -china, dal montaggio alla sceneggiatura, dal sonoro al colo-re. Gli autori più citati sono Ejzenstejn, Chaplin, Pudovkin e Griffith.

ALBERTO BARBERA, ROBERTO TURIGLIATTO, Leggere il cinema, Mondadorl~ Milano 1978.

Un'ampia antologia di testi di teoria del cinema, la più ricca esistente in Italia, dalle origini alla metà degli anni set-tanta. Ogni saggio è preceduto da un sintetico ma preciso inquadramento teorico del suo autore.

ANDRÉ BAZIN, Che cosa è il cinema, Garzantz~ Milano 1973, ed. orig. 1958-62.

I saggi fondamentali di un maestro della teoria che pone qui le basi del dibattito sul cinema della modernità. Dal-l'ontologia dell'immagine fotografica al montaggio proibi-to, dall'ambiguità del reale al piano sequenza e alla profon-dità di campo. Fondamentali le pagine su Welles e quelle sull' evoluzione del linguaggio cinematografico.

PAOLO BERTETTO,

TI

grande occhio della notte. Cine-ma d'avanguardia americano, Museo Nazionale del Ci-nema -Lindau, Torino 1992.

Una voluminosa antologia di scritti sul cinema americano, dall'avanguardia all'underground, che ripercorre il fascino segreto e violento di un cinema che sowerte il gusto e le for-me visive. Saggi di Anger, Brakhage, Deren, Mekas e altri. ROBERT BRESSON, Note sul cinematografo, Marsilio, Venezia

1986,

ed. orig. 1975.

Venticinque anni di brevi e acute riflessioni sul cinema attraverso le quali emerge con chiarezza la ricchezza stilisti-ca di una poetistilisti-ca tesa all' essenziale, a costruire col minimo dei mezzi il massimo delle emozioni.

GIAN PIERO BRUNETTA, Storia del cinema italiano,

2

voI!., EditoriRiuniti, Roma 1979-82.

La più completa e articolata storia del cinema italiano, dalle origini agli anni ottanta. li contesto sociale, politico e culturale è sempre strettamente connesso alla poetica e allo stile degli autori e delle loro opere.

LUIS BUNUEL, Dei miei sospiri estremi, SE, Milano 1991, ed. orig. 1982.

È l'autobiografia del regista scritta

'negli ultimi anni della sua vita in collaborazione con Jean-Claude Carrière.

Dal-r

~E

~~~çE

ID

a-?,il'\-e- di

c-e-LLuLo-ide-l'amicizia con Garda Lorca e Salvador Dali all'incontro con Breton e Lang, da Parigi a Hollywood, dal Messico al ritorno in Europa.

NOEL BURCH, Prassi del cinema, Pratiche, Parma 1980, ed. orig. 1969.

Un'avvincente e originale esame degli elementi di base, delle "dialettiche" e degli" aspetti perturbatori" del cinema, in un li-bro molto attento alla "modernità" degli anni sessanta che di-mostra come a nulla approderà un'analisi che non sia in grado di tenere conto del linguaggio e della pratica del cinema.

50

libri

per

100 anni

di Cinema

NOEL BURCH,

TI

lucernario dell'infinito. Nascita del linguaggio cinematografico, Pratiche, Parma

1994,

ed. orig. 1990.

Un'appassionante e organica carrellata sulle origini del cinema in Francia, Inghilterra e Stati Uniti che non solo do-cumenta il costituirsi di quello che l'autore chiama il Modo di Rappresentazione Istituzionale ma che anche dimostra come il cinema sia il prodotto delle società capitalistiche occidentali della fine del secolo scorso.

FRANCESCO CASETTI, Dentro lo sguardo.

TI

film e il suo spettatore, Bompianz~ Milano 1986.

Col rigore analitico e metodologico che caratterizza l'au-tore, viene qui affrontato il modo in cui il film costruisce il suo spettatore. Enunciatore ed enunciatario, narratore e narratario, l'oggettiva, l'interpellazione, la soggettiva e

N. 11, PAG. 10

l'oggettiva irreale sono tra le figure chiave prese in esame. FRANCESCO CASETTI, Teorie del cinema.

1945-1990

,

Bompian~ Milano 1993.

L'autore suddivide l'ampia materia in tre grandi paradig-mi: le teorie ontoLogiche, che si chiedono che cosa sia il

cine-ma; le teorie metodologiche, che studiano il cinema con

l'au-silio di scienze come la psicologia, la semiotica, la sociologia e la psicoanalisi; le teorie di campo che si caratterizzano per

un approccio "a tema" come cinema e politica, critica alla rappresentazione, Feminist Film Theory, cinema e storia. BERNARD CHARDIÈRE, GUY e MAR]ORIE BORGÉ,

I

Lu-mière. L'invenzione del cinema, Marsilio, Venezia 1986, ed. orig. 1985.

Attraverso L\n ampio lavoro di ricerca sui documenti an-cora disponibili, i tre autori hanno scritto la prima vera b io-grafia dei fratelli Lumière, attenta non solo alla storia della loro scoperta, ma anche alla personalità dei due inventori. SEYMOUR CHATMAN, Storia e discorso. La struttura narrativa nel romanzo e nel

61

m, Pratiche, Parma 1981, ed. orig. 1978.

Uno dei primi e più significativi tentativi di sistematizza-zione del discorso narratologico teso a individuare gli ele-menti che accomunano e quelli che differenziano la lettera-tura e il cinema. Efficaci momenti di sintesi dei diversi aspetti del dibattito teorico.

PAOLO CIlERCHI USAI, Una passione infiammabile. Guida allo studio del cinema muto, Utet, Torino 1991.

Da uno dei maggiori studiosi internazionali del cinema delle origini, un efficace "manuale di esplorazione" che in-segna a reperire e consultare i film nelle cineteche, ad ana-lizzarne il contenuto, a schedarli, a scegliere e utilizzare gli strumenti più adatti alla loro analisi e contestualizzazione. MICHEL CHION, La voce del cinema, Pratiche, Parma 1991, ed. orig. 1982.

Una delle opere essenziali dello studioso che più di ogni altro ha tentato di aprire la via a una teoria del cinema so-noro. Oggetto di indagine ò qui il rapporto fra immagine e voce umana. Ha fatto tendenza la nozione di acusma, inte-sa come voce senza corpo.

MICHEL CIMENT, Kubrick, Milano Libri, Milano 1981, ed. orig. 1980.

Un'acuta e intelligente monografia sul regista di Arancia meccanica, che integra alla perfezione immagini e commento critico. Lo stile, la sceneggiatura, la dialettica di ragione e pas-sione, il rapporto col fantastico sono tra gli aspetti trattati.

TI

cinema d'avanguardia.

1910-1930

,

a cura di Paolo Bertetto, Marsilio, Venezia 1983.

A un'ampia e approfondita introduzione del curatore che investiga il cinema d'avanguardia europeo nelle sue di-verse forme ed espressioni, seguono due didi-verse antologie, una dedicata agli scenari e ai progetti e l'altra agli scritti teorici e critici dei protagonisti di quella grande stagione. ANTONIO COSTA, Cinema e pittura, Loescher, Torino

1991.

In una prospettiva storica, teorica e metodologica l'auto-re pl'auto-rende in esame i diversi livelli dei rapporti tra cinema e pittura, dalle origini all'immagine elettronica.

GILLES DELEUZE, L'immagine-movimento, Ubulibri, Milano

1984,

ed. orig.

1983; L'immagine-tempo,

Ubul i-bri, Milano

1989,

ed. orig. 1985.

A partire da Materia e memoria di Bergson una rilettura filosofica del cinema classico, moderno e contemporaneo in cui i registi sono visti e interpretati come pensa tori che, anziché concetti, usano, per le loro speculazioni, immagini-movimento e immagini-tempo. Più che una storia o una teoria del cinema, un'acuta e sistematica riflessione sui concetti che il cinema suscita.

FERNALDO DI GIAMMATTEO, Dizionario universale del cinema, 2 voi!., Editori Riunitt~ Roma

1984

e 1985.

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