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Di Maulo, ecco perché ci vorrebbe una federazione dei sindacati "partecipativi"

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Academic year: 2021

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FCA

Di Maulo, ecco perché ci vorrebbe una federazione dei sindacati

"partecipativi"

Autore: Fernando Liuzzi

“In  Fiat,  ma  direi  forse  in  tutta  l’industria,  cioè  nei  luoghi  di  lavoro  in  cui  il  rapporto

tra lavoro e fatica è più diretto, esistono in sostanza solo due modelli di sindacato: partecipativo e antagonista. Per capirsi, sindacati tipo Fismic o tipo Fiom.”

A  parlare  così  è  Roberto  Di  Maulo,  una  vita  passata  nei  sindacati  dei  metalmeccanici,  prima  alla  Uilm,  di  cui  è  stato segretario  nazionale  responsabile  per  il  settore  auto,  e  poi,  dal  2001,  segretario  generale  della  Fismic.  Ovvero  della Federazione  italiana  sindacati  metalmeccanici  e  industrie  collegate,  cioè  l’erede  vivente  del  Sida,  l’antico  Sindacato italiano dell’auto, nato a fine anni Cinquanta, da una costola della Fim­Cisl di Torino.

L’occasione  della  chiacchierata  del  Diario  del  lavoro  con  Di  Maulo  è  data  da  uno  scoop  di  Diodato  Pirone,  cronista sindacale del “Messaggero”, che ha pubblicato stamattina sul quotidiano romano un articolo così titolato: “Alla Fiat spunta il sindacato unico. Sigle pro­Marchionne in versione Usa”. Articolo in cui si racconta che la Fismic, per l’appunto, ha scritto una  lettera  indirizzata  alla  Fim­Cisl,  che  in  Fiat  “è  il  primo  sindacato”,  allo  scopo  di  “intavolare  una  trattativa  ufficiale”. Trattativa  volta  a  realizzare  “non  una  fusione”,  ma  “una  joint  venture,  una  federazione,  comunque  una  struttura  unitaria che, rispettando le diverse storie sindacali, abbia forza e capacità di trattare con un’azienda innovativa e ambiziosa come la Fiat”.

“Oggi come oggi – spiega Di Maulo – i sindacati presenti nelle aziende Fiat sono almeno 7. Di questi, quelli firmatari del Contratto  collettivo  specifico  di  lavoro  del  dicembre  2011  sono  5:  oltre  a  noi,  Fim,  Uilm,  Associazione  quadri  e  Ugl.  Sul fronte  opposto  ci  sono  poi  i  Cobas  e  la  Fiom,  un  sindacato  certo  minoritario,  ma  con  una  presenza  diffusa  e  forte  in particolare in alcuni stabilimenti, come a Grugliasco, alla Iveco di Brescia e alla Ferrari di Modena. Ebbene, personalmente sono convinto che, in presenza di una realtà così frastagliata, un’operazione di semplificazione sarebbe auspicabile.” Ma, in concreto, come potreste fare a realizzare questa semplificazione?

“Quel  che  è  certo  –  replica  Di  Maulo  –  è  che  non  la  si  può  fare  a  danno  di  qualcuno.  Nessuno  può  cioè  pensare  di realizzare una fusione per incorporazione, anche perché i sindacati firmatari che ho citato hanno alle spalle storie diverse e sono  stati  costruiti  in  base  a  modelli  diversi.  La  Fismic,  in  particolare,  è  basata  su  un  modello  più  vicino  ai  sindacati anglosassoni e nordeuropei. Per fare un solo esempio, da noi i metalmeccanici che vanno in pensione non aderiscono a un sindacato pensionati, come accade per Fim e Uilm, ma rimangono iscritti alla Fismic, come fanno quelli della tedesca Ig Metall.” E allora? “Allora bisognerebbe pensare a una specie di joint venture valida solo nell’area del Ccsl, cioè Fca più CnhI. Un’entità terza cui ciascuno dei sindacati firmatari conferisca dei cespiti organizzativi. Un po’ come accadeva con la Flm, una federazione che  riuniva  e  rappresentava  ai  tavoli  negoziali  i  sindacati  di  categoria  Fim,  Fiom  e  Uilm;  ognuno  dei  quali,  peraltro, manteneva la propria autonomia organizzativa. Insomma, il modello cui penso è quello di un patto federativo che riunisca organizzazioni diverse in un unico contenitore.”

L’Amministratore delegato di Fca, Marchionne, ha detto e ripetuto che preferirebbe avere di fronte a sé anche in Italia un unico sindacato, così come avviene negli Stati Uniti con la Uaw.

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con i lavoratori, saltando il confronto con i sindacati. Tanto più, quindi, dobbiamo costruire in Fca un interlocutore sindacale agile ma forte.”

In  serata,  è  poi  stata  battuta  dalle  agenzie  una  dichiarazione  di  Marco  Bentivogli,  segretario  generale  della  Fim­Cisl. Dichiarazione con cui il giovane leader della Fim afferma di ritenere “decisivo” un “processo di semplificazione del quadro sindacale  e  contrattuale”  per  “rilanciare  un  forte  protagonismo  del  sindacato  industriale”.  Bentivogli  afferma  poi  la “disponibilità”  della  Fim  a  “costruire  un  processo  che  realizzi  una  grande  e  forte  coalizione  sindacale”,  sottolineando  che tale  “coalizione”  deve  essere  “autonoma  dalla  politica  e  dalle  aziende”,  nonché  “vicina  ai  lavoratori  e  radicata  nelle fabbriche”.  “Dentro  a  questo  processo”,  conclude  Bentivogli,  la  Fim  ha  “avviato  un  percorso  di  accorpamento  con  la Femca”, la federazione Cisl di chimici, tessili e energia. Ciò allo scopo di “dar vita al più grande sindacato dell’industria del nostro Paese”.

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