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Emilia-Romagna

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Academic year: 2021

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Territorio e ambienti naturali

L’Emilia-Romagna è bagnata a est dal Mar Adriatico, confi na a nord con il Veneto e la Lombardia, a ovest con la Liguria e, per un tratto di poco meno di 8 km, con il Piemonte, a sud con la Toscana, le Marche e con la Repubblica di San Marino.

Il suo territorio è diviso in due parti dalla via Emilia, la storica strada fatta costruire dal console romano Marco Emilio Lepido.

La parte settentrionale della regione compresa tra il Po a nord e i dolci rilievi a sud è pianeggiante (47,8%). La pianura, risultato dei depositi alluvionali portati dal Po e

dai fi umi appenninici, si aff accia al mare con un fronte di oltre 100 km tra il delta del Po e la Punta di Gabicce con una costa uniforme. Le ampie spiagge sabbiose e il mare poco profondo si prestano molto bene all’intensa attività turistica balneare.

La parte montuosa (25,1%) e collinare (27,1%), con una larghezza quasi costante di 40 km, segna il profi lo meridionale della regione. Le maggiori altitudini si trovano nell’Appennino Tosco-Emiliano, che culmina nel Monte Cimone (2165 m).

Di fatto l’Emilia-Romagna è composta da due regioni storiche: l’Emilia, che comprende le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e buona parte di quella Bologna con il capoluogo, e la Romagna, con le rimanenti province di Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e la parte orientale della provincia di Bologna (Imola e zone limitrofe). La Romagna storica comprende peraltro piccoli territori nelle Marche e in Toscana.

Le aree che costituiscono la regione attuale sono popolate fi n da tempi remotissimi, come ci indicano vari ritrovamenti: il sito più famoso è quello di Monte Poggiolo, dove sono stati rinvenuti migliaia di reperti risalenti a circa 800.000 anni fa, testimoniando che la zona era già abitata nel Paleolitico.

Nel territorio dell’Emilia-Romagna l’unico grande specchio d’acque interne sono le Valli di Comacchio, bacino di acque salmastre a sud del delta del Po. Collegato al mare da canali, è ciò che resta delle antiche lagune costiere formate dal fi ume.

47,8%

25,1%

27,1%

Montagna Collina Pianura

Emilia-Romagna

Popolazione: 4.338.000 abitanti Superfi cie: 22.123 km2

Province: Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini Densità: 196 abitanti per km2

(fonti ISTAT 2010)

Le Valli di Comacchio, “stazione” centrale del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, dopo le grandi bonifi che operate tra la fi ne dell’800 e l’inizio del 900, conservano ancora grandi specchi d’acqua.

Si sviluppano importanti attività tradizionali come l’allevamento e la pesca di specie ittiche, fra cui primeggia l’anguilla. Le Valli sono il regno di gabbiani e sterne, e qui diverse specie nidifi cano regolarmente, e molte altre vengono per riprodursi, svernare o trovare accoglienza durante il passo migratorio.

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http://www.parcodeltapo.it/

Nella regione ricadono due parchi nazionali, entrambi condivisi con la Toscana: il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Nel territorio della regione sono presenti inoltre 14 parchi regionali e numerose aree naturali protette.

http://www.parcoforestecasentinesi.it http://www.www.parcoappennino.it

Economia della regione

Grazie al terreno fertile e ricco di acque e, soprattutto, alle tecniche più avanzate, l’agricoltura è una delle attività di primo piano.

Le principali coltivazioni sono il frumento, gli ortaggi, la frutta e la vite che, insieme all’allevamento suino e bovino, trovano un naturale collegamento con l’industria alimentare e conserviera.

Il settore del turismo balneare è molto sviluppato lunga tutta la riviera romagnola, un concentrato di servizi per il tempo libero: alberghi, stabilimenti balneari, bar, discoteche, gelaterie, ristoranti, sale giochi, parchi di divertimento.

L’Emilia-Romagna è una regione leader del settore ortofrutticolo per organizzazione produttiva e commerciale.

Numerosi sono i parchi di divertimento nella regione, parchi acquatici con piscine e scivoli, ma anche parchi tematici, fantastici o avventura, oltre che i famosi Acquari e Delfi nari con i loro spettacolari ospiti.

Città, brevi note storiche e curiosità Bologna

Bologna è la città dei portici: ben 38 kilometri di lunghezza.

La Basilica di San Petronio con i suoi marmi policromi è un capolavoro dello stile gotico, che nei progetti iniziali doveva essere più grande della basilica di San Pietro in Roma.

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Costruite intorno al 1200, la torre degli Asinelli e la Garisenda sono diventate il simbolo di Bologna. Il panorama sulla città e sulla collina che si gode dalla sommità della torre degli Asinelli, insieme alla suggestione di una salita attraverso botole e scalette di legno, merita senz’altro lo sforzo.

Il Palazzo di Re Enzo è una mirabile testimonianza di architettura medievale. Deriva il suo nome dal fi glio dell’imperatore Federico II che qui rimase imprigionato (alcuni ritengono con catene d’oro) dal 1249, dopo la battaglia di Fossalta, per oltre vent’anni.

Gli eventi cittadini più importanti sono ancora oggi sottolineati dal rintocco del Campanazzo, l’antica campana del Palazzo del Podestà, situata nella Torre dell’Arengo.

Bologna nel Trecento era un importantissimo centro tessile, che sfruttava i mille canali direttamente collegati col Po, ora interrati. Oggi la città è attraversata dal Canale delle Moline che scorre nascosto e indisturbato tra i palazzi del centro storico (lo si può scorgere attraverso una fi nestra quadrata in via Piella).

Lo Studium, fondato nel 1088, è la più antica università del mondo, frequentata da Copernico, Thomas Becket, Paracelso, Albrecht Duerer, Erasmo da Rotterdam, Dante e Petrarca.

La Pinacoteca Nazionale, presso l’ex convento di Sant’Ignazio, fu costituita in epoca napoleonica per evitare che i francesi trafugassero le opere provenienti dalle chiese soppresse. Off re un percorso nella pittura emiliana dal 200 all’800 in cui si possono ammirare opere di Giotto, Raff aello, Tiziano, Tintoretto, Carracci e Guido Reni. Nel novecento Giorgio Morandi è sicuramente fra i più interessanti e importanti artisti nel panorama internazionale e Bologna gli dedica un museo.

Sala Borsa è la nuova e centralissima biblioteca multimediale di Bologna che si aff accia su Piazza Nettuno. Inaugurata nel dicembre 2001, è uno spazio culturale ricco e aff ascinante nel Palazzo d’Accursio, antica sede storica del Comune.

All’interno del palazzo, in vari punti il pavimento è stato realizzato in cristallo per permettere di ammirare gli antichi scavi e la sedimentazione delle varie civiltà.

A sinistra, la fi nestra quadrata di via Piella si apre su un mondo ormai quasi dimenticato.

A destra, una veduta panoramica su Piazza Maggiore, lungo i lati della quale sorgono palazzi con bei portici e la basilica di San Petronio.

Le torri gemelle degli Asinelli e Garisenda sono collocate strategicamente nel punto d’ingresso in città dell’antica via Emilia. Entrambe risalgono al XII secolo, la prima è alta ben 97 metri, la seconda circa la metà.

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È stato creato un percorso sotterraneo, aperto al pubblico, attraverso cui si può riscoprire la Bononia romana, la fondazione muraria dell’antica basilica, le tracce del basolato (pavimentazione fatta con grosse pietre irregolari) di età augustea e i resti della ricostruzione medievale. La biblioteca raccoglie una vastissima collezione multimediale, una fornitissima sezione dedicata ai ragazzi e numerose postazioni internet.

A Bologna nacque Guglielmo Marconi, l’inventore della radio. E anche la prima radio libera nella storia italiana è nata a Bologna nel 1974. Il fenomeno delle “radio libere” è stato un momento importante nella storia del costume italiano, voce della cultura alternativa, di inchieste giornalistiche controcorrente e della musica pop e rock che allora incominciò a diff ondersi nella società italiana.

Ferrara

Ferrara rappresenta uno dei massimi centri del rinascimento italiano con il Castello estense, il Palazzo dei Diamanti, le Mura, il Tempio di San Cristoforo e la Certosa Monumentale, Piazza Ariostea e Palazzo Massari.

Con l’Addizione Erculea e altri saggi interventi infrastrutturali, Ferrara sperimentò la costruzione della città ideale, tanto in voga nel rinascimento.

Nel centro della città conserva il ghetto ebraico. La comunità ebraica di Ferrara era ed è una delle più importanti in Italia, accresciutasi sotto gli estensi grazie alla loro tolleranza religiosa e a un’attenta politica di accoglienza dei commercianti provenienti da tutta Europa.

Lo splendido Palazzo Schifanoia, uno dei monumenti più

interessanti di Ferrara, fu costruito nel 1385 affi nché Alberto V d’Este potesse godere di un palazzo dei lussi e dei divertimenti dove, appunto, “schivar la noia”.

Ferrara è da sempre una importante città di lettere e di cultura, che con la colta corte estense nel rinascimento, ma anche in seguito, ha espresso sublimi momenti artistici: a Ferrara Ludovico Ariosto (1474-1533) scrisse l’Orlando Furioso e Torquato Tasso (1544-1595) la Gerusalemme Liberata; a Ferrara visse Giorgio Bassani (1916- 2000), l’autore de I Giardini dei Finzi Contini e uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento.

La Scuola Ferrarese del Quattrocento è in pittura una delle più rinomate e autorevoli;

e così pure quella dell’Ottocento con i pittori Previati, De Pisis e Boldini.

Qui sono nati il documentarista Folco Quilici e il regista Michelangelo Antonioni, fi gura cult del Neorealismo (Blow Up, Professione Reporter e Zabriskie Point, con musiche dei Pink Floyd).

Forlì-Cesena

Nel 1282 in un’epica battaglia i Forlivesi, ghibellini per eccellenza, infl issero una sonora sconfi tta alle truppe francesi del papa Martino IV. Ciò è ricordato sagacemente da Dante Alighieri nel Canto XXVI dell’Inferno.

La città si schierò con Federico II nella lotta fra guelfi e ghibellini e l’aiutò a prendere Faenza. L’Imperatore, in segno di riconoscenza, concesse a Forlì il diritto di battere moneta. Nel gonfalone ancora campeggia l’aquila sveva.

Nel rinascimento Ferrara si impreziosisce di palazzi di straordinaria bellezza, come il capolavoro di Biagio Rossetti, il Palazzo dei Diamanti, che oggi è sede di prestigiose mostre di pittura.

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Forlì conserva edifi ci legati alla sua storia, come la bella chiesa della Madonna del Fuoco, la Rocca di Ravaldino, l’Abbazia di San Mercuriale, simbolo di Forlì, oltre a una pianta in cui sono chiaramente visibili i tracciati delle mura di cinta.

Ma è anche ricca di interventi di architettura razionalista del ventennio fascista, a causa della vicinanza con Predappio, la città dove nacque Mussolini; l’architettura di questo periodo coniuga un certo gusto per le forme geometriche pure, tipiche anche di altre correnti coeve come la bauhaus, con la retorica monumentalità del regime fascista che si richiamava alla potenza dell’antica Roma. Esempi sono l’ex casa del balilla, l’ex stazione agraria, l’ex collegio aeronautico, le Poste e l’aeroporto Ridolfi , e le più sobrie strutture civili di Villa Boni e Villa Giannelli.

Padre della Patologia moderna nel 1700 e medico anatomista Giovanni Battista Morgagni, che già a 25 anni era professore all’università di Bologna, era nativo di Forlì.

Modena

Modena fu capitale di un ricco ducato dal 1598, con la cessione da parte degli Estensi di Ferrara al Papa.

La Cattedrale di Modena, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è uno dei monumenti romanici più importanti in Italia.

Nella Piazza Grande, cuore pulsante della città, dove si esponevano i cadaveri non identifi cati si trova la pietra ringadora, il cui nome deriva dal fatto che nel Medioevo fungeva da pulpito per chi, nei giorni di mercato, in piedi sul masso arringava la folla. Era utilizzata anche per altri scopi, come per punire i debitori insolventi, per le pubbliche esecuzioni o per esporre cadaveri sconosciuti in modo da favorirne il riconoscimento.

Sempre in piazza si staglia la statua della Bonissima, posta presso gli uffi ci della bona stima, deputati a garantire uniformità di pesi e misure per i commerciati modenesi. Una leggenda, tuttavia, narra che la statua raffi guri una ricca

dama modenese che, in tempi di carestia, andava tra le famiglie povere facendo elemosina, col volto coperto da un cappuccio.

Modena è sede della prestigiosa Accademia Militare, che prepara i cadetti all’Esercito; ospitata dal maestoso Palazzo Ducale, l’Accademia sorse nel 1634 su progetto di Bartolomeo Avanzini, allievo di Bernini. L’Avanzini inglobò il precedente castello, risalente al 1291. L’edifi cio nel passato fu sede del governo centrale dello Stato Estense, della guarnigione, di importanti archivi di stato e della Zecca e fu defi nitivamente convertito a usi militari nel 1863, con l’istituzione della Scuola Militare di Fanteria. La presenza dell’Accademia ha portato a eleggere Modena come sede del Festival Internazionale delle Bande Militari, manifestazione unica nel suo genere che si svolge a luglio.

Il carnevale modenese è un appuntamento tradizionale molto sentito; protagonista indiscusso è il Sandròun, la maschera locale simbolo della furbizia e dell’intelligenza contadina. La leggenda narra che il Duca invitasse ogni anno a corte un contadino a cui apparentemente dava l’onore di vivere gli agi della corte per un giorno, in realtà questo veniva sbeff eggiato e deriso dai nobili. Quando, però, toccò a Sandrone, alle domande provocatorie dei nobili, egli rispose con tale sagacia che furono i suoi interlocutori a essere derisi svelandone così il malanimo.

La “Pietra ringadora o dell’Arringa” è un masso rettangolare, lungo oltre tre metri, di pietra rossa ammonitica, che veniva utilizzato come palco degli oratori, luogo in cui eseguire sentenze di morte, punire pubblicamente i debitori insolventi.

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Parma

Il Duomo e il Battistero di Parma sono fra le massime espressioni di romanico e gotico in Italia. Il Battistero è opera di Benedetto Antelami, uno degli artisti di maggior peso del tempo, al quale si devono anche numerose sculture di pregio come il Ciclo dei Mesi e una drammatica Deposizione.

Il Palazzo della Pilotta è il simbolo della città dei Farnese, una fra le più importanti signorie italiane e colti mecenati, che fecero di Parma un grande polo culturale.

Il Teatro Regio è uno dei templi della lirica italiana dove colse i suoi successi Giuseppe Verdi, nativo della vicina Busseto. Il teatro fu voluto da Maria Luigia d’Austria, fi glia di Francesco I d’Asburgo e

moglie di Napoleone, alla quale fu affi dato il Ducato di Parma dopo il Congresso di Vienna. Parma, in eff etti, capitale del Ducato omonimo, era sempre stata una capitale, anche se di un piccolo stato, e l’animo fi lantropico della Asburgo contribuì ad arricchirla di eventi e manifestazioni degne di un grande centro europeo di cultura.

Altri illustri fi gli di Parma sono il Parmigianino, uno dei massimi esponenti dell’arte manierista in pittura; Arturo Toscanini, uno dei più grandi direttori d’orchestra del novecento, a capo della Filarmonica di New York e della NBC, istituita perché fosse diretta dal maestro parmense in fuga dall’Italia e dal fascismo; il regista Bernardo Bertolucci, che ha diretto molti fi lm di successo internazionale come Ultimo tango a Parigi, L’ultimo imperatore, Il piccolo Buddha.

La chiesa di Santa Croce, del XII secolo, era una tappa sulla via Emilia del pellegrinaggio della via Franchigena, il lungo percorso di fede che nel Medioevo partiva da Canterbury e arrivava a Roma.

Il Museo Ferrari “Castello dei Burattini” è un’originale raccolta di burattini e marionette realizzata dalla famiglia Ferrari, maestri burattinai dalla fi ne dell’ottocento.

Una brillante opera di riqualifi cazione delle ex aree industriali è stata realizzata per le ex aree Barilla, colosso dell’alimentare italiano, ed Eridania, trasformate in un prestigioso auditorium dal famoso architetto Renzo Piano.

La Gazzetta di Parma è il giornale più antico d’Italia: la prima copia è datata 19 aprile 1735.

I fasti della corte cosmopolita di Parma sono stati narrati dal sommo Stendhal nella Certosa di Parma, titolo puramente di fantasia poiché, in realtà, Parma è sì ricchissima di dimore e chiese, ma non ha alcuna certosa.

Piacenza

Piacenza vanta notevoli testimonianze di architettura civile, fortemente infl uenzate dallo stile lombardo, come il gotico, il bellissimo e merlato palazzo comunale; e poi Palazzo Farnese, Palazzo Scotti, Palazzo Costa e Palazzo Mulazzani.

La Galleria Alberoni conserva notevoli opere d’arte fra le quali un celebre Cristo alla Colonna di Antonello da Messina.

Antichissima e ricca di storia è la chiesa di Sant’Antonino, una basilica paleocristiana, eretta nel 350 proprio da San Vittore, primo vescovo di Piacenza, e dedicata ad Antonino, patrono della città. Nel museo della chiesa è conservato un preziosissimo manoscritto dell’840 attribuito al re di Lorena Lotario.

La facciata neoclassica del Teatro Regio di Parma dove vengono rappresentate opere liriche, concerti sinfonici e cameristici, eventi musicali in genere.

Nel 1960 per onorare Giuseppe Verdi nasce a Parma l’Istituto nazionale di studi verdiani.

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Il Duomo di Piacenza, capolavoro del romanico (XIII sec.), fu la terza cattedrale metropolitana, dopo Sant’Antonino e Santa Giustina. Sul campanile campeggia una sorta di gabbia che la tradizione vuole sia stata realizzata da Ludovico il Moro, per mettere alla berlina i nemici.

La “muntä di rat” è la storica scalinata che collega Via Mazzini a Via San Bartolomeo: il simpatico e originale nome pare abbia origine dal fatto che, con le piene del Po, i topi utilizzassero la scalinata per fuggire l’acqua.

Ravenna

Importantissimo fu il ruolo di Ravenna nella storia antica: fu infatti

capitale prima dell’Impero Romano d’Occidente (402 d.C.) per volere di Onorio, poi con la caduta dell’Impero, capitale del Regno degli Ostrogoti con Teodorico, infi ne riconquistata dalla “nuova Roma”, Costantinopoli, fu capitale dell’esarcato bizantino.

A Ravenna morì esule Dante Alighieri e qui sono conservate in un bel tempietto neoclassico le sue spoglie mortali dopo essere state a lungo contese tra Firenze e Ravenna.

A Ravenna e nei suoi dintorni si trovano diverse opere d’arte bizantina: infatti la città per la ricchezza di capolavori paleocristiani è stata insignita dello status di patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Sant’Apollinare in Classe sorgeva nel porto romano sull’Adriatico, ormai arretrato di vari km. Tutta l’area di Ravenna era anticamente simile a una laguna, come quella di Venezia. Fu Augusto a volere nel I secolo a.C. il prestigioso porto tale da garantire la difesa dell’Adriatico e dei mari vicini.

In centro città, Sant’Apollinare Nuovo è un’altra gemma. Queste chiese basilicali riprendono il concetto di “basilica” dei romani, adibendola al culto cristiano.

San Vitale è un altro scrigno di meravigliosi mosaici bizantini, a pianta ottagonale.

Il Mausoleo di Galla Placida vanta una cupola decorata con mosaici che dipingono un cielo blu notte con mille stelle dorate, di incredibile fascino e intensità.

Rimini

Prima centro etrusco e poi gallico, Rimini, all’incrocio con le importanti arterie commerciali romane delle vie Emilia, Flaminia e Popilia (o Romea), conobbe notevole fortuna in età imperiale. Testimonianze del prestigio raggiunto in epoca romana sono il bell’Arco di Augusto e il Ponte di Tiberio.

Il Museo delle Culture Extraeuropee Dinz Rialto è un interessante museo etnoantropologico frutto delle donazioni dell’esploratore padovano Delfi no Dinz Rialto. Ha sede sul colle di Covignano, da cui si gode una splendida vista sulla città e sul mare.

La caratteristica scalinata detta Muntä da rat un tempo collegava la parte più popolare della città con il centro nobile fatto da importanti palazzi.

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Il Tempio Malatestiano, mausoleo della signoria riminese dei Malatesta, è un capolavoro del rinascimento. La precedente struttura duecentesca fu trasformata da Leon Battista Alberti e impreziosita da aff reschi di Piero della Francesca. La presenza di un magnifi co crocefi sso di Giotto ha dato avvio alla scuola pittorica riminese di evidenti infl uenze giottesche.

Paolo e Francesca da Rimini, amanti e adulteri (Paolo era il fratello del marito di Francesca), sono i memorabili personaggi del V Canto dell’Inferno di Dante che ha reso celebre il loro sfortunato amore.

Rimini è la città natale di Federico Fellini, tra i maggiori registi del cinema italiano, 5 volte premio Oscar, autore di capolavori come La dolce vita, Le notti di Cabiria, 8 e mezzo.

Importanti kermesse culturali prevedono musica sinfonica e orchestrale per la Sagra Malatestiana e il Festival delle Notti Malatestiane; e la rassegna internazionale del fumetto e del cinema di animazione Cartoon Club.

Ogni estate da oltre trent’anni, ad agosto si tiene a Rimini il Meeting per l’amicizia tra i popoli. Con più di 700.000 visitatori, è la kermesse estiva più frequentata al mondo. La manifestazione, oltre a una varia presenza espositiva, propone un ricco programma di incontri, musica, arte, spettacoli, mostre, con la presenza di nomi illustri delle istituzioni, della cultura, dello spettacolo e dello sport.

Rimini, soprattutto per i giovani ma anche per le famiglie, è meta privilegiata per le vacanze balneari e per i divertimenti notturni, grazie alle attrezzatissime larghe spiagge sabbiose e per le numerose discoteche e locali di divertimento.

Reggio Emilia

Reggio Emilia fu capitale, nel 1797, della Repubblica Cispadana che confl uì in seguito nella Repubblica Cisalpina, istituita dal Bonaparte, e che divenne poi per breve tempo Repubblica Italiana, la prima della storia del nostro Paese, anche se limitata alla pianura padana.

Ludovico Ariosto, uno dei massimi poeti italiani, autore dell’Orlando Furioso, nacque a Reggio nel 1474.

La Basilica della Beata Vergine della Ghiara fu costruita dopo la guarigione miracolosa di un giovane sordomuto. Nella chiesa si trovano importanti tele e aff reschi del Guercino e di Ludovico Carracci.

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Recentemente sono stati fatti interessanti interventi di recupero e archeologia industriale e notevoli esempi sono rappresentati dalla Fonderia e dal complesso ex Locatelli, quest’ultimo trasformato in un originale “Centro Internazionale della cultura e della creatività dei bambini e delle bambine” e dedicato al celebre pedagogo reggiano Loris Malaguzzi.

L’istituto agrario “Zanelli” di Reggio Emilia, come un faro della gastronomia, ha mantenuto un allevamento dedicato di vacche rosse reggiane. Nonostante l’insuperabile parmigiano DOP venga prodotto con latte vaccino di vacca frisone, è infatti il latte della vacca rossa autoctona il più pregiato. Poiché purtroppo la vacca reggiana produce poco latte, è stata gradualmente abbandonata in favore della frisone.

La cucina dell’Emilia-Romagna

A Parma ha sede l’Autorità sulla Sicurezza Alimentare, che tutela il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, il culatello (coscia di maiale) e altre specialità tipiche della regione.

Il Parmigiano Reggiano, prodotto caseario tipico del territorio fra Parma e Reggio Emilia, è andato tipizzandosi nel Medioevo nelle abbazie benedettine, anche se probabilmente risale al tempo dei romani. Per l’elevata quantità di latte necessaria per la sua produzione (per 1 kg di formaggio occorrono ben 16 kg di latte, assolutamente non sottoposto a procedimenti termici o additivi), è un alimento altamente nutriente e pregiato. Vera gloria tra i formaggi italiani, è uno dei più imitati al mondo.

L’aceto balsamico è documentato fi n dall’anno 1000; si tratta di un aceto particolarmente pregiato, a base di mosto d’uva cotto di Trebbiano e Lambrusco.

La denominazione corretta del DOP è Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, mentre il semplice Aceto di Modena è quello industriale che ha solo la certifi cazione IGP.

Lo zampone, da pietanza schiettamente locale, è assurto nel novero dei piatti nazionali, diff usi su tutte le tavole, soprattutto nel periodo natalizio. Altra prelibatezza è lo gnocco fritto, sfoglia di pasta fatta con farina, acqua, strutto, sale e lievito fritta nello strutto.

A Bologna sono tipiche le tagliatelle, che la leggenda narra siano state inventate nel 1487 in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia, condite con il ragù, sugo a base di carne macinata di maiale, vitello e manzo, e pancetta; ma anche sono famosi i gustosi tortellini, in brodo di cappone o gallina, dalla curiosa forma che si ispira all’ombelico di Venere; in tutta l’Emilia si gustano le lasagne, preparate con gli spinaci (lasagne verdi).

Sulla tavola natalizia ferrarese protagonista assoluta è la salama da sugo, a base di coppa, pancetta, fegato, aromatizzati con brandy, vino e spezie. Dolce rinomato è il Panpepato fatto con cannella, cioccolato e miele, inventato dalle monache del convento del Corpus Domini.

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