• Non ci sono risultati.

View of EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE DEI VIRUS INFLUENZALI

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "View of EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE DEI VIRUS INFLUENZALI"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

volume 22, numero 3, 2007 RELAZIONI

Microbiologia Medica 140

S1.1

EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE DEI VIRUS INFLUENZALI

Donatelli I.

L’influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa della ubiquità, contagiosità, e variabilità antigenica dei virus influenzali, dell’esisten-za di serbatoi animali e delle possibili gravi compli-canze. Frequente motivo di consultazione medica e di ricovero ospedaliero, e principale causa di assenza dal lavoro e da scuola, l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, prece-duta solo da AIDS e tubercolosi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità già dagli anni ‘50 ha avviato un programma internazionale di sorve-glianza per l’influenza, al quale partecipa anche l’Italia, fin dagli anni 60.

Il programma si basa su attività di sorveglianza clini-co/epidemiologica e virologica. L’obiettivo generale del sistema di sorveglianza epidemiologico è quello di costituire una base di dati per valutare in modo compa-rativo l’incidenza dell’influenza nel corso degli anni. La sorveglianza virologica si basa invece sullo studio delle caratteristiche antigeniche delle varianti circolan-ti in periodo epidemico. Infatcircolan-ti l’epidemiologia dell’Influenza è fortemente influenzata dalla capacità dei virus influenzali di mutare rapidamente le caratte-ristiche antigeniche delle due proteine virali di superfi-cie, l’emagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). Tali variazioni permettono al virus di superare le bar-riere anticorpali che si oppongono alla sua circolazio-ne circolazio-nella popolaziocircolazio-ne, vanificando l’immunità conse-guente a pregressa infezione naturale o a vaccinazione. I cambiamenti a carico di queste due proteine virali possono essere di diversa intensità; diversi sono anche i meccanismi molecolari che li determinano e la gravi-tà delle manifestazioni morbose che ne derivano:

Drift antigenico: porta alla comparsa di varianti

anti-geniche minori, a seguito di mutazioni puntiformi che alterano la sequenza degli aminoacidi di cui sono com-poste le due proteine;

è un fenomeno comune a tutti i tipi (A, B, e C) e sot-totipi virali (A/H3N2, A/H1N1);

è responsabile delle epidemie stagionali.

Shift antigenico: è un fenomeno esclusivo di virus di

tipo A; consiste nella comparsa nell’uomo di nuovi sot-totipi antigenici, non circolanti precedentemente nella specie umana e quindi dotati di elevato potenziale pan-demico (rapida diffusione nella popolazione mondiale, indipendentemente dall’età e dalla situazione vaccinale); è la conseguenza di riassortimenti genetici tra virus umani ed animali (aviari), che si verificano principal-mente nel corso di infezioni miste, in ospiti intermedi (specie suina). Occasionalmente, tuttavia, si può avere un passaggio diretto di virus aviari all’uomo, come avvenuto nel 1997 ad Hong Kong (trasmissione di virus A/H5N1 dal pollo all’uomo).

Risulta dunque evidente, che per realizzare una effica-ce azione di controllo della malattia attraverso l’immu-noprofilassi vaccinale, occorre procedere ad un conti-nuo aggiornamento della composizione del vaccino, in relazione alla comparsa di nuove varianti virali. La sorveglianza virologica dell’influenza è svolta da una rete di laboratori in tutto il mondo, (in Italia il Centro Nazionale di riferimento è presso il Dipartimento “Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate” (MIPI), Reparto “Malattie virali e vaccini inattivati” dell’ISS, che rimane il punto cardi-ne del Programma Mondiale di Sorveglianza dell’Influenza dell’O.M.S. Il sistema di sorveglianza sentinella italiano si inserisce in questo contesto mon-diale di attività di sorveglianza accorpando, a livello nazionale, il monitoraggio virologico a quello clinico. Particolarmente importante alfine del raggiungimento degli obiettivi sopra descritti è lo studio dell’epidemio-logia molecolare dei virus influenzali sia umani che aviari. Le metodologie impiegate e i risultati consegui-ti in questo ambito dal Centro Nazionale dell’ISS ven-gono presentati.

relazioni

SESSIONE 1

Epidemiologia molecolare in microbiologia

Riferimenti

Documenti correlati

I principali fattori che hanno avuto un impatto sulle dinamiche epidemiche della tubercolosi in Italia negli anni più recenti sono stati l’immigrazio- ne da Paesi ad alta

I campioni di siero sono stati testati per anti-HIV con AxSYM HIV1/2gO (Abbott Diagnostici); i campioni reattivi sono stati sottopo sti a conferma con Western blot, e sui

Nel caso della PFGE si sono correlate le variazioni geniche di singoli isolati con il numero di bande risultanti, pro- ponendo quindi la definizione dei ceppi come clonali,

Ci proponiamo quindi, al fine di ridurre il tasso di incidenza, dato che i fattori di rischio propri del paziente sono dificilmente eliminabili, di concen- trare

Essa si fonda sul concetto che la concomitanza di infezione e Sindrome della Risposta Infiammatoria Sistemica, definita dalla presenza di almeno due segni e sintomi tra tachicardia

La struttura e le caratteristiche dei sistemi di sorve- glianza Enter-net e Enter-vet Italia consentono quindi di valutare il valore aggiunto alla sorveglianza delle

Attualmente, presunte batteriemie sono trattate in modo empirico con antibiotici a largo spettro, in quanto una diagnosi definitiva è resa possibile solo dalle emocolture,

il 56% dei ceppi in esame ha mostrato piena concordanza identificativa fra i due metodi, fornendo la stessa identificazione; per il 20% dei ceppi la concordanza si è limitata a