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NECROLOGIO 146

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Academic year: 2021

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146 NECROLOGIO

UMBERTO BAGNARESI

Nato a Riolo Terme (Ravenna) il 18 luglio 1927, morto a Bologna il 13 Maggio 2003

Il 13 maggio u.s. dopo breve malattia si è spento Umberto Bagnaresi. Un personaggio che ha illustrato la selvicoltura ita- liana. Un amico carissimo e un collega stimatissimo da tutti.

Uno studioso che oltre alla conoscenza teorica assommava una formidabile esperienza in pieno campo. Le sue ricerche, tutte impregnate del rigore tipico dei ricercatori di classe, hanno contribuito allo sviluppo delle scienze forestali e, soprattutto, alla conoscenza del bosco: un sistema che egli amava e che stu- diava con passione sin dall’inizio della sua attività.

NECROLOGIO

del Consorzio e dimostrando capacità manageriali non comuni. Una serie di interventi nelle più svariate sedi sulla bonifica montana mettono in luce la vastità dei suoi interessi culturali e la sua capacità propositiva per il miglioramento della montagna. Studia, analizza e svolge una serie di conside- razioni di ordine pratico-applicativo sulle sistemazioni idrau- lico-agrarie, sulla protezione del suolo e sui compiti organizzativi dei consorzi di bonifica impregnati di cono- scenza e saggezza: caratteristiche che hanno sempre caratte- rizzato il suo operato tecnico e scientifico.

Con l’anno accademico 1965-66 inizia l’attività didattica presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, dap- prima come assistente volontario, poi come incaricato dell’in- segnamento di Alpicoltura e Selvicoltura, infine – dopo aver conseguito nel 1971 la libera docenza in Selvicoltura speciale – come professore ordinario.

Ha fatto parte in qualità di esperto nel settore forestale del Comitato di attuazione del piano agricolo nazionale e del gruppo di lavoro per la compilazione della Carta forestale d’Italia. È stato membro del comitato di redazione di alcune importanti riviste italiane quali Natura e Montagna, il Montanaro d’Italia-Monti e Boschi, Genio Rurale. Direttore di Monti e Boschi si è molto prodigato per la diffusione e lo sviluppo della scienza e della tecnica nel settore forestale.

Per i suoi meriti in campo scientifico era socio ordinario dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, della quale è stato Consigliere molto apprezzato, dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia Nazionale di Agricoltura della quale ricopriva l’incarico di Segretario. Ha ricoperto svariati incarichi, tra questi si ricorda solo quello di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e l’Alpicoltura.

Non è possibile, come invece sarebbe stato utile, elencare le numerose pubblicazioni. È però opportuno sottolineare la complessità dell’opera di questo studioso, attento al mutare delle condizioni socioeconomiche della montagna e delle problema- tiche connesse. L’impegno profuso per lo sviluppo della col- lina e della montagna collocano l’opera di Umberto Bagnaresi tra quelle più significative e importanti del settore forestale.

Ma è di scarso rilievo insistere su un patrimonio di lavoro vasto e significativo. Si vuole invece sottolineare le doti di grande umanità che lo contraddistinguevano. Lo testimo- niano gli studenti che si sono avvalsi della Sua grande cultura e conoscenza e che lo ricordano con affetto e simpatia. Con la scomparsa di Umberto Bagnaresi i forestali perdono non solo uno studioso di grandi risorse ma anche un punto di riferi- mento e un amico. Ed è con rimpianto, stima e rispetto che sarà ricordato da quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

L’Accademia Italiana di Scienze Forestali e l’Italia Forestale e Montana, che per lungo tempo lo hanno visto protagonista di interventi e contributi, esprimono alla fami- glia i sentimenti del più vivo cordoglio.

Addio, Umberto, lasci un vuoto incolmabile. Grazie per quanto hai fatto in favore e nell’interesse del bosco e della montagna. Tutti i forestali, tecnici, ricercatori, accademici, Ti sono grati e Ti ricordano con affetto.

ORAZIOCIANCIO Appena laureato presso la Facoltà di Agraria e Forestale

di Firenze collaborò come sperimentatore borsista del CNR all’attività scientifica del «Centro studi sul Castagno», costi- tuito presso la «Stazione Sperimentale di Selvicoltura» di Firenze, sotto la direzione di Aldo Pavari: un momento importante e significativo per la sua formazione scientifica e culturale. Di notevole interesse sono le pubblicazioni sulle caratteristiche morfobiologiche sulle provenienze di castagno giapponese coltivate in Italia e sul miglioramento dei castagneti appenninici.

Dal 1954 al 1959 svolge con grande competenza l’atti- vità di direttore del Consorzio Forestale dei Comuni ed Enti del Comelico in Cadore. Ai boschi di questa area resta legato profondamente, continuando l’attività di ricerca fino agli ultimi giorni della sua vita. Di notevole interesse gli studi sulla ripresa dei boschi disetanei dell’Alto Cadore e sul miglioramento dei pascoli del Comelico.

Nel 1959 assume l’incarico di direttore del Consorzio di Bonifica Montana dell’Alto Bacino del Reno (Bologna) dando un contributo significativo allo sviluppo dell’attività

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