L’emergenza coronavirus
Donatella Zorzetto / PAVIA
Venti morti per Covid in tre giorni. Un trend da giovedì a sabato scorsi che rappresenta la cartina di tornasole dell’im- pennata di contagi dell’ultimo mese. Trend comprovato dal boom di ricoveri negli ospeda- li della provincia: ora sono 472. Il San Matteo ha sfondato il tetto dei 200 pazienti; Asst ha superato i 170; i malati nel- le Rianimazioni sono 66.
IN ATTESA DEL PICCO
«La terza ondata, iniziata un mese fa, ci mette di fronte a un numero di contagi che conti- nua a salire – spiega il profes- sor Francesco Mojoli, prima- rio di Rianimazione I del San Matteo –. Il picco? La sensazio- ne è che sia vicino, ma non l’ab- biamo ancora visto. Le previ- sioni ci dicono che dovrebbe
arrivare a fine mese. Lo stiamo aspettando».
DECESSI IN CRESCITA
Il dato che più preoccupa è quello sui decessi. Che non si fermano. Anzi, aumentano.
Basta analizzare il trend dell’ultimo fine settimana per capire che il fenomeno si sta in- tensificando. Da giovedì, pur- troppo, sono saliti a 6 al giorno i pavesi che non ce l’anno fat- ta; venerdì si è registrato un ul- teriore incremento: i morti so- no stati 7; sabato pure, il triste bollettino delle vittime del Co- ronavirus in provincia di Pavia ha segnato altri 7 decessi, por- tando il dato complessivo a 2.245 da inizio pandemia. La letalità in provincia di Pavia, cioè il rapporto tra decessi e contagiati dall’inizio dell’epi- demia, è del 7,16%; significa che sette persone su cento che
hanno contratto il virus non ce l’hanno fatta.
Intanto le corsie d’ospedale si riempiono. Il San Matteo ha 201 pazienti Covid, di cui 45 in Rianimazione, 27 in Tera- pia sub intensiva e 129 tra Ma- lattie infettive e Pneumologia.
Asst ha 174 ricoverati Covid di- stribuiti tra gli ospedali di Vige- vano, Voghera (i posti letto so- no stati aumentati a 79) Stra- della e Casorate (per i più lie- vi). Poi c’è l’istituto Maugeri, che ne ha 33 in cura nella sede in zona Cravino e 20 (lievi) in Boezio. Segue il gruppo San Donato, con 32 posti letto oc- cupati su 38 alla clinica Beato Matteo di Vigevano e 12 su 20 alla Città di Pavia. I pazienti in Rianimazione sono 4.
RIANIMAZIONE SATURA
Una escalation che Mojoli ve- de anche nel suo reparto.
«La terza ondata è iniziata nella seconda metà di febbra- io, in una fase in cui i ricoveri stavano scendendo: il 12 feb- braio abbiamo toccato il mini- mo di 17 pazienti. Poi siamo tornati a salire velocemente, quasi quanto nella seconda on- data. E il San Matteo ha rispo- sto alle necessità con la ricon- versione dei reparti. Noi sia- mo quasi tornati al massimo ai letti Covid: ora sono 50». «L’e- tà media dei pazienti in Tera- pia intensiva è stabile intorno a 64-65 anni: la più giovane ha 45 anni, trasferita d’urgenza dall’ospedale Sacco di Milano, il più anziano ne ha 80. In gene- re hanno polmoniti bilaterali severe, ma anche trombofilia, e quindi possono complicarsi con trombosi ed embolie pol- monari. Due terzi dei malati che non ce la fanno è ultra 70enne». —
la campagna vaccinale
Oggi si ricomincia con i prof
Vigevano, dal 1º aprile maxi hub
«I nostri malati hanno polmoniti bilaterali severe che possono complicarsi
con trombosi e anche embolie»
Covid, in tre giorni sono morti 20 anziani Boom di pazienti infetti in ospedale: 472
Il San Matteo sfonda il «tetto 200». Mojoli: «Siamo ancora in piena terza ondata, attendiamo il picco a fine mese»
PAVIA
Oggi si riprende con le vacci- nazioni anti-Covid del perso- nale scolastico (insegnanti, amministrativi e bidelli). L’o- biettivo è immunizzare tutti entro la fine della settimana.
Sino ad ora sono state vacci- nate 3.043 persone su circa 7.500 che hanno aderito alla campagna (la platea comples- siva è di 9.500). E, grazie allo sblocco del vaccino Astra Ze-
neca, questa settimana sarà possibile immunizzare i re- stanti operatori. Se ne occu- peranno gli hub dedicati a questo: San Matteo, istituti Maugeri, Mondino, Città di Pavia e Beato Matteo di Vige- vano, Villa Esperia di Salice Terme, ospedale Asst di Vige- vano e centro Auser di Voghe- ra.Parallelamente, però, ral- lenta di molto la vaccinazio- ne degli over 80, che sino ad
oggi ha interessato 17.721 pavesi (su 23.433 che hanno aderito alla campagna). Nei prossimi giorni, e fino a dopo Pasqua, subirà una frenata perchè i vaccini in arrivo non sono sufficienti per sommini- strare le prime dosi agli anzia- ni che ancora aspettano, ma serviranno soprattutto a ga- rantire i richiami. «Abbiamo calcolato che potremo esegui- re circa il 10% di nuove vacci- nazioni agli over 80 – spiega
Armando Gozzini, direttore socio sanitario di Asst Pavia –. Tutto quello che arriverà nei prossimi giorni lo destine- remo ai richiami, sia nei no- stri Hub che nelle case di ripo- so di competenza».
Tra oggi e domani, sia ad Asst che al San Matteo, do- vrebbero essere consegnati circa 3.500 vaccini, e la setti- mana prossima altrettanti:
fondamentali per sommini- strare i richiami ai 5.712 over 80 prenotati (ad oggi ne sono stati fatti 3.652). Anche per- chè la platea di anziani over 80 in provincia di Pavia è ben più vasta: sono 43mila.
Un doppio binario che do- vrebbe ricongiungersi nei pri- mi giorni di aprile, quando i vaccini dovrebbero arrivare numerosi e aumenteranno i
centri a cui ne è demandata la somministrazione. Pro- prio in vista dell’arrivo di nuo- ve dosi in numero considere- vole, si stanno allestendo al- tri centri vaccinali. Per quan- to riguarda Asst Pavia, la pros- sima tappa sarà l’apertura del punto di Vigevano, al cen- tro commerciale “Il Ducale”,
di viale Industria. «Lo inaugu- reremo il 1° aprile con 8 linee vaccinali – annuncia Gozzini –. Una volta a regime, ci con- sentirà di somministrare
1.200 dosi al giorno. La stes- sa cosa la potremo fare a Vo- ghera. In questo caso, nella sede dell’Auser, che già abbia- mo aperto come centro vacci- nale, aumenteremo le linee fi- no a portarle a 8. Così, anche qui, potremo raggiungere l’o- biettivo delle 1.200 iniezioni al giorno.
Dall’inizio della campagna vaccinale anti-Covid ad oggi, in provincia di Pavia sono sta- te somministrate complessi- vamente 75.013 dosi di vacci- no anti Covid: 49.083 sono le prime dosi e 25.930 i richia- mi. Sul totale della popolazio- ne coinvolta, ossia 522.627 persone, è stato vaccinato il 9.39%. Ai medici di famiglia sono stati consegnati 18.905 vaccini. —
D.Z.
i precedenti
Marzo e novembre i due mesi peggiori della pandemia
FRANCESCO MOJOLI, 48 ANNI È PRIMARIO DEL REPARTO RIANIMAZIONE I DEL SAN MATTEO
Rallenta la macchina per gli over 80 per scarsità di vaccini Garantiti i richiami
Con 46.150 tamponi effet- tuati, sono 4.003 i nuovi po- tuati, sono 4.003 i nuovi po- sitivi in Lombardia (222 in sitivi in Lombardia (222 in provincia di Pavia) con il tas- provincia di Pavia) con il tas- so di positività stabile so di positività stabile all'8,6% (sabato 8,5%). Au- all'8,6% (sabato 8,5%). Au- mentano i ricoverati in tera- mentano i ricoverati in tera- pia intensiva (+15, 806) e ne- pia intensiva (+15, 806) e ne- gli altri reparti (+35, 6.926). I gli altri reparti (+35, 6.926). I decessi sono 90 per un tota- decessi sono 90 per un tota- le complessivo di 29.799 le complessivo di 29.799 morti in regione dall'inizio morti in regione dall'inizio della pandemia. Per quanto della pandemia. Per quanto riguarda le province, è sem- riguarda le province, è sem- pre la Città metropolitana di pre la Città metropolitana di Milano la più colpita con Milano la più colpita con 1.094 tamponi positivi.
1.094 tamponi positivi.
il bollettino
A Pavia A Pavia altri 222 altri 222 tamponi tamponi positivi positivi
I ricoverati per Coronavirus negli ospedali della provincia sono in tutto 472, cifra che si avvicina a quelle delle passa- te emergenze. Il giorno peg- giore della prima ondata, per il San Matteo di Pavia, è stato il 19 marzo 2020, quando in corsia c’erano 325 malati (ora sono 201), di cui 40 in Rianimazione. Nell’ondata autunnale il picco è stato regi- strato il 23 novembre scorso:
i ricoverati erano 240, di cui 54 in Rianimazione, 33 in Te- rapia sub intensiva e 153 in degenza ordinaria.
LUNEDÌ 22 MARZO 2021
LAPROVINCIAPAVESE
FATTODELGIORNO 3
Niccolò Carratelli / ROMA Potremmo vaccinare ogni giorno il doppio delle perso- ne. Ma non abbiamo abba- stanza dosi per portare a re- gime la macchina. Secondo le stime della struttura com- missariale, guidata dal ge- nerale Francesco Figliuolo, la prossima settimana si riu- sciranno a somministrare circa 200mila dosi di vacci- no al giorno, una media già raggiunta la settimana pre- cedente alla sospensione di AstraZeneca.
Negli ultimi giorni la me- dia giornaliera è stata più bassa, circa 175mila iniezio- ni, ma con l’arrivo delle nuo- ve forniture si potrà salire.
Sono a disposizione altre 334mila dosi di Moderna, recapitate ieri all’aeroporto di Pratica di Mare e in distri- buzione sul territorio da par- te dell’esercito.
Si attende per oggi un’ul- teriore consegna da parte di Pfizer, oltre mezzo milione di dosi, e per mercoledì fino a 280mila dosi di AstraZene- ca, con il recupero delle fia- le non consegnate la scorsa settimana a causa del bloc- co. Fatti i calcoli, dunque, si potranno vaccinare 200mi- la persone al giorno, ha fat- to sapere Figliuolo, ma la ca- pacità di inoculazione rag-
giunta in Italia in questo mo- mento consentirebbe di rad- doppiare, se solo avessimo un numero sufficiente di do- si. Le aspettative sono tutte riposte nel secondo trime- stre dell’anno, quando «ci aspettiamo fino a 50 milio- ni di dosi, di cui 7 milioni so- no di Johnson&Johnson quindi monodose – ha spie- gato il ministro della Salu- te, Roberto Speranza, su Rai1 – E nel terzo trimestre ci aspettiamo fino a 80milio- ni di dosi. Ci sono le condi- zioni per accelerare, dob- biamo superare le differen- ze fra territori, devono cor- rere tutti». Un riferimento ai ritardi nella campagna ri- scontrati in alcune regioni, in particolare sull’immuniz- zazione degli anziani over 80, che in alcuni casi sono stati vaccinati all’80% e in altri solo al 10%. Il presiden- te della Liguria, Giovanni Toti, evidentemente si è sentito chiamato in causa e
ha risposto per le rime: «La verità è che non sono le Re- gioni a non vaccinare, ma il governo che non è ancora riuscito a garantire approv- vigionamenti costanti – ha attaccato – Alla Regione Li- guria sono state tagliate cir- ca 60mila dosi di AstraZene- ca, cioè il 60% delle conse- gne di aprile, facendo salta- re la programmazione».
A proposito di program- mi, sul fronte delle vaccina- zioni con AstraZeneca si continua a professare otti- mismo, nonostante il caos seguito allo stop delle som- ministrazioni, ma non dap- pertutto le rinunce si posso- no definire marginali. A Na- poli, ad esempio, nel secon- do giorno di ripresa delle iniezioni con il siero an- glo-svedese, alla Stazione Marittima si è presentato all’appuntamento solo il 40% dei convocati, tra per- sonale scolastico e universi- tario. Proprio mentre il mi-
L’emergenza coronavirus
Maria Berlinguer / ROMA Diminuiscono i casi di Covid nelle ultime 24 ore, sale leg- germente il tasso di positivi- tà, ieri al 7,2 e resta elevata la pressione sul sistema sani- tario. Ma le zone rosse intro- dotte da almeno una setti- mana su quasi tutto il territo- rio nazionale cominciano a produrre effetti positivi, per- ché la curva dei nuovi positi- vi rallenta la corsa rispetto a una settimana fa.
Tanto che il presidente della fondazione Gimbe, Ni- no Cartabellotta conferma
«piccoli segnali di rallenta- mento» della pandemia che potrebbero essere «l’inizio degli effetti delle nuove mi- sure restrittive che saranno ben visibili dopo 2, 3 setti-
mane dalla loro introduzio- ne». Una tendenza confer- mata anche dal coordinato- re del Cts Franco Locatelli:
«Il ruolo delle varianti ha cambiato lo scenario. La cir- colazione virale è ancora molto alta, però abbiamo an- che chiari segnali che c’è un rallentamento della veloci- tà di crescita» ha detto, sotto- lineando la priorità della tu- tela della salute, «senza la quale non riparte l’econo- mia». Malgrado il bel tempo ieri in molte città sembrava di essere tornati all’anno scorso con un lockdown se- vero e generalizzato.
Niente folla in centro e runner nei parchi. Deserta Roma, complice anche la do- menica ecologica. In Campa- nia il governatore Vincenzo
De Luca ha prolungato fino al 5 aprile la chiusura di par- chi, ville e lungomare.
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 20.159 positi- vi, contro i 25.735 di sabato, ma con meno tamponi ese- guiti, 277.086 rispetto ai 354.480. I decessi sono 300, 101 in meno rispetto ai 401 del giorno precedente, per un totale di 104.942 decedu- ti dall’inizio della pande- mia. Numeri che conferma- no la pressione oltre la so- glia di guardia di ricoveri e terapie intensive in molte Regioni. I ricoveri nelle tera- pie intensive sono 61 in più (ieri +23) con 232 ingressi giornalieri per un totale di 3.448. I ricoverati ordinari aumentano di 423 unità (ie- ri +203), 27.484 in tutto.
È ancora la Lombardia la regione con più nuovi positi- vi con 4.003 casi, seguita da Emilia Romagna (2.448), Campania (1.810), il Lazio (1.793), il Piemonte (1.751). I casi totali salgono a 3.376.376. I guariti sono 13.526 (ieri 14.598) per un totale di 2.699.762. Il nume-
ro degli attualmente positi- vi aumenta di 6.219 unità (ieri +8.914), 571.672 in to- tale. Di questi 540.740 sono in isolamento domiciliare.
Il monitoraggio della setti- mana dal 10 al 16 marzo di Gimbe conferma tutti i nu- meri in aumento: nuovi casi +8,3%, ricoverati con sinto- mi +16,5% e terapie intensi- ve +18,1%. In un mese è quasi raddoppiato il nume- ro medio dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensi- va. L’occupazione dei posti letto di area medica da par- te di pazienti Covid supera in 9 regioni la soglia di aller- ta. Anche nelle terapie inten- sive, il cui tasso di saturazio- ne nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da par- te di pazienti Covid supera il 30% in 13 Regioni. In 5 Re- gioni, Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Pie- monte, Molise è al 40%. In Emilia Romagna, Lombar- dia, Umbria, Marche, Pro- vincia autonoma di Trento è al 50%. —
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Vaccini, consegne lente la campagna non decolla Lite medici-farmacisti
Mancano le dosi e si prosegue con 200mila immunizzazioni al giorno Ieri nuova fornitura di Moderna. Attesa un’ulteriore spedizione di Pfizer
le cifre
«La curva dei contagi rallenta»
Primi effetti dell’Italia blindata
La vaccinazione degli insegnanti a Novara
Quante dosi sono state somministrate regione per regione?
In % rispetto a quelle consegnate
Valle d’Aosta
90,2%
Piemonte
84,6%
Liguria
70,6%
Umbria
80,3%
Toscana
83%
Sardegna
69,7
%Sicilia
81,1%
Lazio
84%
Molise
85,4%
Campania
86,3%
Basilicata
82,5%
Lombardia
78%
P.A. Bolzano
89,9%
Friuli-Venezia Giulia
81,2%
Veneto 7
8,9%
Emilia Romagna
84,6%
Marche
84,1%
Abruzzo
86,3%
Puglia
86%
Calabria
70,9%
P.A. Trento
83,5%
2.467.351
le persone vaccinate in Italia (che hanno ricevuto
entrambe le dosi)
IL BOLLETTINO
300
20.159
7,2%
Franco Locatelli
4 FATTO DEL GIORNO
LUNEDÌ 22 MARZO 2021LA PROVINCIA PAVESE
IL REPORTAGE
Fabio Poletti
INVIATO A CREMONA
I
l sindaco di San Bassano (Cremona), Giuseppe Pa- pa, per il secondo giorno consecutivo fa il miraco- lo. Anche ieri mattina, dopo aver tirato fuori dal deposito due autobus di linea, ha por- tato a vaccinare in Fiera a Cre- mona quindici ultraottanten- ni e cinque insegnanti. Da- vanti ai padiglioni dove final- mente si fa la fila, il sindaco in- dossa ancora la tuta della Pro- tezione Civile: «Nel mio co- mune ci sono 150 ultraottan- tenni su duemila abitanti.Quando dalla Asst mi hanno informato che non c’era nes- suno a fare i vaccini, perché Regione Lombardia non ave- va avvisato gli utenti prenota- ti, ho controllato gli elenchi e sono andato a prenderli a ca- sa uno per uno. Ho fatto il mio dovere. Ma ci sono trop- pe teste in Lombardia ad or- ganizzare la campagna vacci- nale».
Ieri nell’hub di Cremona in Fiera erano previste 680 vac- cinazioni. Le persone avvisa- te da Aria, la struttura di Re- gione Lombardia che coordi- na il piano, erano state appe- na 58. C’era il rischio di butta- re preziose fiale. E allora da Asst Cremona ancora una vol- ta è partito il tam tam, convo- cando chi doveva essere vac- cinato nei giorni successivi, avvisando i sindaci della zo- na di raccogliere persone.
Una scelta mirata nei numeri, per non ripetere lo stesso di- sguido di sabato quando Re- gione Lombardia aveva con- vocato 60 persone invece di 600. Alla fine se ne erano pre- sentate una marea, riuscendo a vaccinarne 1100, mai così tante in un giorno solo. Anche ieri comunque grandi nume- ri: alle 17 risultavano vaccina- ti 374 over 80 con Pfizer, 223 insegnanti e altre categorie con AstraZeneca e altre 100 vaccinazioni sono state fatte in serata, arrivando a un tota- le di 697. Ma è chiaro che il si- stema così non funziona. Ro- sario Canino, direttore sanita- rio dell’Asst, usa parole guan-
tate: «Abbiamo chiesto a Re- gione Lombardia di sapere quello che è successo e che so- luzione intendono trovare».
Alle tre del pomeriggio, nel parcheggio davanti alla Fiera, gli anziani sono in fila. Misura- zione della temperatura, anamnesi del medico, vacci- no Pfizer per gli anziani, Astra- Zeneca per gli altri e immedia- ta prenotazione del richiamo, confidando più nella Provvi- denza che nella Regione. Ma- ria Assunta, 82 anni, accom- pagnata dal figlio, è stata con- vocata appena un’ora fa: «Mi sono iscritta alle liste in farma- cia il 15 febbraio. Dieci giorni fa anche sul portale della Re-
gione. Non ho saputo niente.
Né una telefonata, né un sms.
Un’ora fa mi hanno chiamato dalla Asst e mi hanno chiesto se potevo venire perché era un caos totale. Ho telefonato a mio figlio e mi sono fatta ac- compagnare».
Nell’ampio salone della Fie- ra, le sedie grigie di plastica ora sono quasi tutte occupa- te. In un’area ci sono una deci- na di anziani in sedia a rotel- le, dimenticati dalla Regione e convocati in fretta per il po- meriggio. I 60 sanitari e i 30 volontari, spalmati su due turni, andranno avanti fino alle 20. Ci sono 12 box per l’a- namnesi e 12 per la vaccina- zione. Al box 2, a compilare le cartelle degli anziani in at- tesa di vaccinazione c’è un medico in pensione. Si chia- ma Claudia Balotta, lavorava al Sacco di Milano dove ha coordinato l’equipe che per prima ha identificato il ceppo italiano del Covid-19, Sergio Mattarella l’ha nominata Ca- valiere della Repubblica e ora fa la volontaria per la Asst di Cremona. La visiera e la mascherina non nascondono stanchezza e rabbia: «Non ho mai lavorato così tanto da quando sono in pensione.
Inaccettabile questo malfun- zionamento di Aria Lombar- dia. È arrivato il momento di accelerare sui vaccini».
Sarà colpa di Aria che non ha fatto le telefonate o del si- stema informatico in tilt, ma qui i cinguettii via Twitter di Letizia Moratti, indignata contro la struttura tecnica, non rassicurano. Anche per- ché lo stesso problema saba- to si è avuto a Monza, Como e Varese. Il sindaco di Cremo- na, Gianluca Galimberti, aspetta risposte: «Bene la rea- zione dei miei cittadini, ma così non può funzionare».
Stefania Bonaldi, sindaca di Crema, è diretta come uno schiaffo: «Qualcuno dica a Le- tizia Moratti che è lei il capo.
Ha non il diritto, ma il dovere di porre rimedio a questa si- tuazione. È lì per questo, lo faccia immediatamente!». –
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L’emergenza coronavirus
nistro dell’Istruzione, Patri- zio Bianchi chiede che «ven- ga portata avanti una gran- de campagna di vaccinazio- ne per il mondo della scuo- la, per tornare a operare in totale tranquillità».
Quanto ai vaccinatori, va registrata la contrarietà del- la Federazione degli ordini dei medici di fronte alla nor- ma, inserita nel decreto So- stegni, che consente ai far- macisti di fare le vaccinazio- ni senza la supervisione di un medico.
«Il vaccino è un farmaco e deve essere somministrato, così come prevedono le agenzie regolatorie, sem- pre in presenza di un medi- co – ha detto il presidente Fnomceo, Filippo Anelli – il solo che possa raccogliere il consenso informato, valuta- re lo stato di salute del pa- ziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti col- laterali». —
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Il fondatore di Emergency: «Il sistema territoriale ormai è saltato La mia Lombardia? Un falso mito: è un caso mondiale di inefficienza»
Strada: «Disparità tra Regioni
La sanità torni in mano allo Stato»
A Cremona per il secondo giorno è caos prenotazioni. Comuni costretti a correre ai ripari Il sindaco: «Così non va». La collega di Crema: «Qualcuno dica a Moratti che è lei il capo»
In fila tra gli anziani in Lombardia Sistema in tilt, avvisato uno su 10
L’INTERVISTA
Niccolò Carratelli / ROMA
«L
a sanità non può essere ge- stita dalle Re- gioni, soprat- tutto in questo momento».Parla con cognizione di causa, Gino Strada, fondatore di Emergency, che ha da poco terminato la gestione di un re- parto Covid a Crotone. «Per fortuna non abbiamo dovuto affrontare numeri impressio- nanti nella seconda ondata – spiega – la struttura non è mai stata piena. Restiamo a dispo- sizione per altro, se ce lo chie- dono».
Ad esempio, un supporto per la campagna di vaccina- zione anti Covid? La Cala- bria è una delle ultime Regio- ni per numero di sommini- strazioni…
«Pronti a dare una mano per cercare di accelerare la campa- gna, è inaccettabile che gli an- ziani ottantenni in Calabria aspettino ancora il vaccino, mentre in altre Regioni sono quasi tutti già protetti. Ma lì il problema è più ampio: la sani- tà territoriale è saltata, hanno chiuso 18 ospedali, le persone non sanno dove andare a farsi curare e vengono spinte verso le strutture private».
Però anche nella sua Lom- bardia sta succedendo di tut- to. La famosa eccellenza sa-
nitaria lombarda è un ricor- do? «Quello è un falso mito da sfa- tare. Siamo di fronte a un caso mondiale di inefficienza, un si- tuazione incredibile: respon- sabili di un settore che si la- mentano perché il loro settore non funziona, come se il mini- stro dei Trasporti denunciasse che i treni sono in ritardo. Non sono neanche riusciti a orga- nizzare le prenotazioni per le vaccinazioni, quello che è suc- cesso a Cremona è assurdo».
Il problema, forse, è aver af- fidato alle singole Regioni la gestione della sanità e, quin- di, della campagna vaccina- le? «Sì, così si aumentano solo le diseguaglianze. Sono convin- to che la sanità, specie duran- te una grave pandemia, non possa essere gestita a livello regionale, deve tornare sotto il controllo statale. Serve un passo avanti, che in realtà è un passo indietro. Altrimenti succede che si vaccinano gli avvocati e i professori univer- sitari prima degli over 80 e dei malati cronici: un non sen- so assoluto».
Ora si parla di un’accelera- zione della campagna, di de- cine di milioni di dosi in arri- vo, di immunità di gregge en- tro settembre. Che ne pen- sa? «Mi sembra che chi arriva le spari più grosse del predeces- sore e che gli obiettivi fissati nel breve periodo siano poco realistici. Certo, arriveranno più dosi, ma non come previ- sto: la Commissione europea ha negoziato male con le aziende farmaceutiche, servi- vano clausole più stringenti sulle forniture e sulla capacità di produzione. Poi il fatto di non avere un vaccino europeo ci penalizza rispetto a Stati Uniti e Gran Bretagna».
Il potere delle aziende far- maceutiche prevale su tutto o quasi, ha portato anche al- la bocciatura della proposta di liberalizzare i brevetti dei vacini anti Covid?
«Sì, la proposta partita da In- dia, Sudafrica e da altri 100 Paesi è stata già stoppata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea, guarda caso dove ci sono le aziende produt- trici dei vaccini. L’obiettivo
era ampliare la produzione e, quindi, la distribuzione a tut- ti, non solo a chi si può permet- tere di pagare tanto e in antici- po, come gli inglesi che hanno dato 11 miliardi ad AstraZene- ca prima ancora di sapere se il vaccino fosse buono. Preferia- mo mantenere i nostri privile- gi, senza capire che così non ne usciremo».
Se non vacciniamo i Paesi poveri non vinceremo il vi- rus?
«È chiaro, perché favoriremo l’insorgenza e la diffusione di nuove varianti che potrebbe- ro rendere inutili i nostri vacci- ni. Nei Paesi ricchi ormai vacci- niamo una persona al secon- do, in quelli poveri sono anco- ra lì che aspettano e, di questo passo, ci vorranno due o tre an- ni. È un fatto epocale, non solo perché è una gravissima discri- minazione, ma perché è dan- noso dal punto di vista sanita- rio. Tra l’altro, un sondaggio che abbiamo commissionato noi di Emergency con Oxfam, ha evidenziato come l’80% de- gli italiani sia contrario ai mo- nopoli sui vaccini». —
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Letizia Moratti
Il centro allestito alla Fiera di Cremona semivuoto. L’Asst Cremona poi ha rimediato con il passaparola
Gino Strada LUNEDÌ 22 MARZO 2021
LA PROVINCIA PAVESE
FATTO DEL GIORNO 5
3
•LUNEDÌ — 22 MARZO 2021
Primo Piano
Le dosi somministrate
L’Ego-Hub
P.A. Bolzano Valle d'Aosta Abruzzo Puglia Campania Molise Piemonte Emilia-Romagna Marche
P.A. Trento Lazio Toscana Basilicata TOTALE Friuli-V. G.
Sicilia Umbria Veneto Lombardia Calabria Liguria Sardegna
89,6 89,5 85,9 85,9 85,8 84,5 84,1 84,0 83,5 83,5 83,4 82,9 82,2 81,1 80,8 80,5 80,1 78,4 77,4 70,6 70,4 69,2
86.981 18.299 173.810 499.792 661.999 44.743 644.285 670.141 202 .176 73.123 790.067 512.417 75.301 7.763.684 178.839 606.804 108.547 615.123 1.216.814 201.630 211.989 170.804 Iniezioni
% di Andrea Gianni
MILANO
I tedeschi d’Italia si scoprono fragili. E in crisi. Se di là delle Al- pi si interrogano, fra errori e scandali, sull’improvvisa consa- pevolezza di avere fallito nella gestione dell’ultima fase dell’emergenza, anche la Lom- bardia, la mecca del turismo sa- nitario italiano, la terra promes- sa dell’eccellenza ospedaliera fra libera scelta e sodalizio pub- blico-privato, da un anno zoppi- ca e fatica a ritrovarsi nel suo modello di efficacia e organizza- zione di cui va tanto orgogliosa.
Così, l’ennesimo flop della piat- taforma informatica costruita in casa dalla Regione costringe an- che la vicepresidente della giun- ta Letizia Moratti, arrivata per il rilancio dopo l’uscita di scena di Giulio Gallera, a dire che «è inaccettabile». È l’ultimo passo di un anno in trincea, fra condi- zioni estreme e qualche esitazio- ne di troppo.
L’ultima goccia che fa traboc- care il vaso arriva sabato. A Cre- mona si inceppa il sistema di prenotazione: operatori pronti, ma nessuno in fila. Polemiche e proteste non bastano: il giorno dopo stesso copione, 58 presen- ti su 600 attesi. E casi simili a Monza e Como. Con l’azienda sanitaria locale che convoca di corsa altri utenti, sindaci che raccolgono gli anziani con il pul- mino. Alla fine si riesce a evitare di sprecare le dosi. A Crema in- vece arrivano tutti insieme, risul- tato: coda di due ore. Cronache di un’altra giornata di intoppi nella campagna vaccinale, in quello che viene ormai definito come ‘caso Lombardia’. Prota-
gonista, stavolta, Aria Spa, l’Agenzia Regionale per l’Innova- zione e gli Acquisti nata nel 2019 con l’ambizione di diventa- re una digital company model- lo. Un castello di speranze che non ha retto alla prova della campagna vaccinale, con il si- stema di prenotazioni che conti- nua a creare problemi. Ci sono anziani che per via della confu- sione dei Cap di residenza ven- gono spediti per le vaccinazioni a settanta chilometri da casa. E vengono avvisati poche ore pri- ma con il fatidico messaggino.
Ci sono sbagli, come quello ca- pitato la dieci giorni fa a Niguar- da, dove si attendevano seicen- to persone per le punture e per un «errore materiale» ne erano arrivate novecento. E via di pole- miche, con gli attacchi di Pd e M5s da all’opposizione, ma an- che con il tiro del fuoco amico aperto da Guido Bertolaso che definì una «vergogna» quelle co- de. «Se qualcosa non funziona, si cambia e si migliora», dice al- la fine anche il leader della Lega Matteo Salvini. L’assessore al Welfare Letizia Moratti ha bolla- to la società, già esautorata con il passaggio al portale di Poste Italiane che dovrebbe concretiz- zarsi a fine mese, come «incapa-
ce di gestire le prenotazioni in modo decente». Ma mentre il sindaco di Crema, Stefania Bo- naldi, ricorda all’assessore che il «capo è lei», la lista dei disagi cresce. Fra convocazioni per lo stesso giorno in due posti diver- si e sms non ricevuti.
A Brescia, dove con l’accordo dei medici di base si arriva a par- tire con le vaccinazioni domici- liari scoppia la grana delle pre- notazioni. Si sono messi in lista non solo quelli che non posso- no uscire di casa, ma anche gli invalidi civili, per cui la procedu- ra non è prevista. Risultato? I dottori si inviperiscono: «Per ogni uscita ci vogliono due sani- tari, così ci si impiegano dei me- si», ha spiegato Angelo Rossi, re- ferente locale della Federazio- ne italiana dei medici di medici- na generale. Se ci sono guai, pe- rò, è la rete territoriale a tenere.
Come i sindaci dell’hinterland milanese, che hanno portato in macchina gli anziani chiamati a fare il siero Pfizer a Codogno, 70 chilometri più a sud. O come Giuseppe Papa, primo cittadino di San Bassano, nel Cremonese, che è andato a cercare venti ul- traottantenni del paese a casa per portarli nell’hub deserto di Cremona.
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BERLINO
Le grane sulle mascherine non sono finite. E non sono in Italia.
Lo scandalo esploso nei giorni scorsi sugli affari sui dispositivi di protezione, che hanno provo- cato le dimissioni di una serie di deputati dei conservatori tede- schi arriva a sfiorare, in Germa- nia, il ministro della Salute, Jens Spahn (in foto) della Cdu. È in- fatti lo Spiegel a tirar fuori un do- cumento, col quale si dimostra che il gruppo mediatico Burda avrebbe venduto 570 mila ma-
scherine Ffp2 al governo, circa un anno fa. Problematico è che si tratti proprio della società per la quale il marito del ministro, Daniel Funke, guida la Rappre- sentanza di Berlino. «Questo po- trebbe nascondere un conflitto di interesse», scrive il magazine vicino al centrosinistra.
Il gruppo Burda si è subito dife- so, affermando che la transazio- ne fosse in regola e che «il si- gnor Daniel Funke non ne è sta- to informato, né coinvolto in al- cun momento». Il ministero, dal canto suo, ha fatto sapere che l’affidamento diretto al gruppo sarebbe avvenuto attraverso
«una procedura standard». Bur- da ha offerto il suo aiuto, in una fase in cui in Germania le ma- scherine scarseggiavano, sulla base di una partecipazione mi- noritaria a un’impresa di Singa- pore. I dispositivi sono stati con- segnati al ministero a Shangai il 17 aprile 2020, e da qui è stato organizzato il trasporto aereo.
Il gruppo inoltre non avrebbe preso alcuna provvigione, e assi- cura di aver «girato i costi delle mascherine in un rapporto di 1:1», senza quindi guadagnarci nulla (al prezzo di 1,73 dollari l’una).
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La regione più moderna si scopre inefficiente
LO SCHIAFFO
La Ue chiude alla Russia:
«Non ci serve lo Sputnik»
Il commissario Breton:
«Va data priorità ai sieri prodotti sul nostro territorio»
1Somministrazioni Alle 19.30 di ieri sono state inoculate 7.808.120 dosi di vaccino anti Covid su tutto il territorio.
Le persone che hanno completato l’intero ciclo di iniezioni (due) nei 1.884 punti di somministrazione sono 2.483.191.
2Approvvigionamenti Sono 9.577.500 le dosi di vaccino anti Covid distribuite in tutta Italia.
Da Pfizer/BioNTech
ne sono arrivate 6.610.500.
La casa produttrice Moderna ne ha fornite 493.000, mentre AstraZeneca 2.474.000
3L’Unione europea
«Priorità ai vaccini prodotti sul territorio europeo.
Non abbiamo assolutamente bisogno dello Sputnik V», lo ha detto il commissario europeo Thierry Breton (in foto), incaricato per i vaccini.
«I russi hanno difficoltà a produrre il siero, li aiuteremo».
SALVATAGGIO IN EXTREMIS
Convocati d’urgenza dall’azienda sanitaria altre persone in lista Alla fine nessuna fiala è stata sprecata
Lo scandalo mascherine scuote la Germania
Sms mai arrivati e i centri vaccinali rimangono deserti In Lombardia bufera sul sito delle prenotazioni
A Cremona ieri si sono presentati in 58 per 600 dosi disponibili. Polemica sull’agenzia Aria. La Moratti: «Gestione indecente»
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•LUNEDÌ — 22 MARZO 2021
Primo Piano
di Luca Bolognini ROMA
«Abbiamo sbagliato strategia e alla fine abbiamo perso due me- si». Quando si guardano i nume- ri, è difficile pensarla diversa- mente. Il tanto atteso ‘effetto vaccini’ inizia a farsi sentire, ma non come avrebbe dovuto. Se- condo Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi, la letalità – ovvero il nu- mero di persone morte sul tota- le di quelle infettate – è ancora troppo alta. I calcoli sono com- plessi, ma prendendo in consi- derazioni le dosi iniettate per fa- scia d’età e il numero di deces- si, a ieri la riduzione è stata del 21%. Se avessimo scelto un’altra strada, secondo il modello di Vil- la, avremmo dovuto avere un ca- lo del 54%. «Il motivo è che la campagna vaccinale italiana si è concentrata sin dall’inizio sul mettere in sicurezza il persona- le sanitario, la cui età mediana – fa notare il ricercatore sul sito dell’Ispi – è solo di poco superio- re a quella italiana di 46 anni. Si- gnifica che le persone che ab- biamo protetto avrebbero co- munque avuto una probabilità molto bassa di presentare for- me gravi o di morire a causa dell’infezione da Sars-CoV-2, e dunque la riduzione di letalità ot- tenuta era molto bassa. Nel cor- so dell’ultimo mese è comincia- ta e poi andata a regime la vacci- nazione delle persone over-80 in Italia, ed è proprio per questo che cominciamo a vedere i pri- mi effetti di riduzione significati- va della letalità».
Effetti che però sarebbero trop-
po blandi, anche perché stando agli ultimi dati solo 15% degli ul- traottantenni avrebbe ricevuto le due dosi del vaccino necessa- rie per essere considerati protet- ti. «Se ci fossimo concentrati su- bito sulla fascia d’età 80-89 an- ni, e poi via via a scendere, avremmo raggiunto una riduzio- ne della letalità del 54%. Avrem- mo dimezzato i decessi rispetto a uno scenario senza vaccini». E ancora più sconsolante è nota- re che la riduzione che abbiamo registrato ieri, scegliendo la strategia più efficace, l’avrem- mo raggiunta lo scorso primo febbraio. Ovvero quasi due me- si fa.
Anche Massimo Galli, infettivo- logo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano,
condivide questa analisi. «Tra personale sanitario e over 80 c’è una bella differenza. I secon- di sono molti di più e sono an- che la categoria che ha dimo- strato di essere colpita maggior- mente e con più violenza dal Co- vid. Con tutta franchezza – spie- ga – avremmo dovuto vaccina- re prima gli anziani. C’è anche da dire che proteggere da subi- to medici e infermieri, quando è iniziata la campagna vaccinale, suonava accettabile, anche per- ché eravamo tutti convinti che presto avremmo avuto a disposi- zione tutti i vaccini di cui aveva- mo bisogno. Tornando indietro, sarebbe stato meglio fare diver- samente. Ma era impossibile da sapere».
Andrea Crisanti, invece, è scet- tico. «La letalità resta alta per- ché non abbiamo vaccinato ab- bastanza persone. I decessi av- vengono in media dopo 3-5 set- timane dall’infezione, mentre l’effetto protettivo dei sieri scat- ta dopo 2-3 settimane dalla se- conda dose. Bisogna combina- re i due fattori e andare a vede- re quante erano le persone im- munizzate sette settimane fa:
davvero molte poche. E comun- que – conclude il professore di microbiologia all’Università di Padova – vaccinare gli operatori sanitari è stato fondamentale.
Sono le persone più esposte e perderle significa in automatico un aumento dei decessi, visto che viene a mancare il persona- le in grado di curare gli ammala- ti. È una questione etica. L’ope- ratività del sistema sanitario è una priorità».
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Pochi over 80 vaccinati, due mesi persi
«La curva dei morti poteva essere già calata»
Il rapporto dell’Ispi: «Sbagliato partire dalle categorie professionali, si doveva iniziare con gli anziani. Così si sarebbe ridotta la letalità»
ROMA
Negli ultimi 3-4 giorni si vedo- no piccoli segnali di rallenta- mento, anche se ieri sono state registrate ancora 300 nuove vit- time. L’andamento dell’epide- mia di Covid in Italia potrebbe avere raggiunto il picco. E dopo qualche giorno di andamento piatto, i contagi potrebbero scendere con maggiore decisio- ne. Resteranno invece alti per due o tre settimane sia i ricoveri sia, purtroppo, i morti.
I dati di ieri (nella foto il com- missario Francesco Figliuolo) invitano alla cautela anche se in alcune situazioni, come nel La- zio, si raccolgono i primi segnali positivi. Sono 20.159 positivi al test del coronavirus in Italia nel-
le ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Saba- to erano stati 23.832. Sono inve- ce 300 le vittime in un giorno (sabato erano state 401). I dati come sempre risentono dell’ef- fetto ‘fine settimana’. Il tasso di positività risale di mezzo punto
al 7,2% (sabato era al 6,7%): so- no infatti 277.086 i tamponi ef- fettuati. Sabato erano stati 354.480. E anche negli ospeda- li la situazione resta complessa.
Sono 3.448 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 61 più di sabato. Nei repar- ti ordinari sono invece ricovera- te 27.484 persone, con un incre- mento di 423 unità nelle ultime 24 ore. Al 20 marzo in area medi- ca il dato nazionale (41%) supe- ra il livello di allerta del 40% con Lombardia (51%), Emilia-Roma- gna (54%) e Piemonte (58%) che vanno oltre il 50% e le Marche che arrivano al 64%. Nelle tera- pie intensive il dato nazionale (37%) è ben oltre il livello di aller- ta del 30% con 6 regioni che su- perano il 50%: Emilia Romagna, Piemonte e Umbria (53%), Lom- bardia (56%), Marche e provin- cia di Trento (58%).
I contagi iniziano a rallentare Ma le rianimazioni sono piene
Tra due o tre settimane vedremo l’effetto della flessione dei nuovi positivi
Riduzione della letalità grazie ai vaccini
Fonte: Ispi. Matteo Villa L’Ego-Hub
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27/12 10/0117/0124/0131/0107/0214/0221/0228/0207/0314/03IERI Ideale Effettiva
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%L’INFETTIVOLOGO GALLI
«Col senno di poi, bisognava fissare l’età come priorità Pensavamo sarebbero arrivati più vaccini»
IL MICROBIOLOGO CRISANTI
«Se perdi medici e infermieri
automaticamente fai morire
altre persone»
1Gran Bretagna Londra rinnova
il record di vaccinazioni in un solo giorno:
«Il totale del Regno Unito è di 844.285 iniezioni», esulta il ministro
della Salute Matt Hancock (in foto) su Twitter.
2Miami Beach Per far rispettare il coprifuoco notturno a Miami Beach contro la pandemia, la polizia è dovuta ricorrere all’uso di spray al peperoncino, di mezzi di tipo militare e di unità speciali di polizia.
3Israele
Un tribunale israeliano ha riconosciuto ieri per la prima volta il diritto di un datore di lavoro di impedire l’ingresso a un dipendente
non vaccinato: può mettere in pericolo altre persone.
4San Marino
Il piccolo Stato all’interno dei confini italiani,
che ha deciso di acquistare e iniettare il vaccino russo Sputnik V, ha pubblicato ieri i nuovi dati della campagna vaccinale: il 25% dei residenti ha ricevuto la prima dose.