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Biblioteca di Studi Slavistici

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Academic year: 2022

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Hans Rothe (Bonn), Stefan Simonek (Wien), Peter Thiergen (Bamberg) comitatodiredazione

Alberto Alberti, Maria Cristina Bragone, Giovanna Brogi Bercoff, Maria Chiara Ferro, Marcello Garzaniti, Nicoletta Marcialis, Donatella Possamai,

Francesca Romoli, Giovanna Siedina, Bianca Sulpasso, Andrea Trovesi

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L’istituzione del matrimonio in Tolstoj

Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer

Firenze University Press 2015

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(Biblioteca di Studi slavistici ; 27)

http://digital.casalini.it/9788866557562 ISBN 978-88-6655-756-2 (online) ISBN 978-88-6655-755-5 (print)

La collana Biblioteca di Studi Slavistici è curata dalla redazione di Studi Slavistici, rivista di pro- prietà dell’Associazione Italiana degli Slavisti (<http://fupress.com/riviste/studi-slavistici/17>).

Editing: Bianca Sulpasso, Alberto Alberti Progetto grafico: Alberto Alberti

Volume pubblicato con il contributo dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

In copertina: arch. Pier Giuseppe Guzzetti, Triangoli, 2014.

Disegni all’interno: arch. Pier Giuseppe Guzzetti, 2014.

Trasposizione grafica dei disegni: arch. Alessia Del Vecchio.

Certificazione scientifica delle Opere

Tutti i volumi pubblicati sono soggetti a un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com).

Consiglio editoriale Firenze University Press

G. Nigro (Coordinatore), M.T. Bartoli, M. Boddi, R. Casalbuoni, C. Ciappei, R. Del Punta, A.

Dolfi, V. Fargion, S. Ferrone, M. Garzaniti, P. Guarnieri, A. Mariani, M. Marini, A. Novelli, M.

Verga, A. Zorzi.

© 2015 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press

Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy www.fupress.com

Printed in Italy

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M. Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj. Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, ISBN 978-88-6655-756-2 (online), ISBN 978-88-6655-755-5 (print), © 2015 Firenze University Press

Ringraziamenti 7

Introduzione 9

1. Letteratura e società 13

2. Felicità familiare 23

Sintomi di una crisi 23

L’ambiente culturale. Gli anni Quaranta e Cinquanta 25 La condizione sociale della donna nella prima metà dell’Ottocento 27

L’istruzione femminile 31

Gli influssi francesi 35

Che cos’è la ‘felicità familiare’? 39

3. Anna Karenina 43

3.1. L’istituzione del matrimonio in Anna Karenina 43 L’istituzione del matrimonio di convenienza 44

La famiglia patriarcale 48

Il divorzio ai tempi di Anna Karenina 56

I cambiamenti apportati dalle riforme 60

Verso una nuova famiglia 68

3.2. La ricezione di Anna Karenina nella Russia fin-de-siècle 72 La critica nell’ultimo quarto del XIX secolo 73 Dalla critica populista a quella conservatrice 75

L’approccio psicologico e realista 84

Il giudizio su Anna 87

L’istituzione del matrimonio e la critica 91

Il finale 95

Un romanzo ‘estraneo’ 97

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4. La sonata a Kreutzer 103 4.1. La sonata a Kreutzer e la nascita del matrimonio borghese 103

La famiglia borghese 108

Il nuovo modello matrimoniale 115

L’amore e il sesso all’interno del contratto 119

L’adulterio come minaccia della società 131

Il divorzio verso fine secolo 136

4.2. Il dibattito su La sonata a Kreutzer 140

L’attacco della chiesa 142

Scrittori e filosofi religiosi 148

Dalla critica conservatrice alla critica populista 153

La reazione del pubblico comune 157

La nascita di un nuovo regime dei discorsi sul sesso 159

Per una conclusione 163

Bibliografia 167

Indice dei nomi 197

Abstract 205

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M. Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj. Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, ISBN 978-88-6655-756-2 (online), ISBN 978-88-6655-755-5 (print), © 2015 Firenze University Press

vanno a colleghi e istituzioni di ricerca, ma a tutti coloro che professionalmente o uma- namente mi hanno sostenuto in questo lungo percorso attraverso la malattia. Grazie a tutti coloro che con il loro amore, affetto, calore mi hanno fatto tornare la voglia di vive- re: Giancarlo e Katy, prima di tutto. Grazie agli amici preziosi che mi hanno costante- mente seguito in tutte le mie permanenze in ospedale: Ilaria, Magda, Gianni e Daniela, Cristina e Rino, Bruna e Stefano, Antonella e Valerio, e tanti altri che lo spazio limitato non mi consente di citare.

Voglio ringraziare anche tutti i medici che con estrema competenza mi hanno cu- rato e seguito in questo difficile periodo: prima di tutto il dott. Mauro Monesi direttore l’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale “Bufalini” di Cesena a cui va la mia gratitudine; ringrazio anche tutto lo staff medico, gli infermieri e gli operatori sanitari dello stesso reparto. Grazie al dott. Dante Dallari, direttore della Chirurgia ortopedica conservativa dell’ospedale “Rizzoli”, che mi ha accompagnato nella seconda fase del mio ristabilimento; grazie al dottore e amico Gianni Piraccini e alla dott.ssa Sipontina Castriotta.

La mia riconoscenza va anche alla dott.ssa Cinzia Lotta, al dott. Stefano Tibaldi, a Rolf Walter B. Pt. OMT, ai fisioterapisti Claudio Saiani, Andrea Zannoni, Lisa Brighi, Giuseppe Triossi. A tutti: grazie, di cuore.

Infine, vorrei ringraziare Giuseppe Guzzetti per i bozzetti che ha disegnato apposi- tamente per questo libro e la mia preziosa correttrice di bozze, Monica Puleo.

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M. Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj. Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, ISBN 978-88-6655-756-2 (online), ISBN 978-88-6655-755-5 (print), © 2015 Firenze University Press

La nostra indagine si propone di studiare tre opere di Lev Nikolaevič Tol- stoj, Semejnoe sčastie (Felicità familiare), Anna Karenina e Krejcerova sonata (La sonata a Kreutzer), da una prospettiva storico-sociologica che sembra man- care all’interno della vasta letteratura sullo scrittore. La trilogia presa in esame riflette in modo evidente la transizione storica dal matrimonio di convenienza (contratto stipulato dalle famiglie aristocratiche al fine di conservare beni e con- solidare alleanze politiche)1 al matrimonio borghese (alleanza fondata sui senti- menti), che si stava consumando nella Russia della seconda metà dell’Ottocento e di cui le opere da noi scelte diventano sintomo e riflesso. Felicità familiare anticipa e prelude a quella crisi del matrimonio di convenienza che esploderà in modo eclatante in Anna Karenina, mentre ne La sonata a Kreutzer vediamo la realizzazione del nuovo matrimonio borghese.

La rilettura della trilogia rivela, ancora una volta, la complessa interrelazio- ne fra letteratura e società che, come dimostrano semiologi, storici e letterati, sulla base di una fitta rete di nessi che le collega, agisce sulla realtà; la letteratu- ra, infatti, non si limita a rispecchiare eventi e transizioni sociali, ma concorre a produrli. Leggendo la realtà storica che emerge tra le righe delle opere di Tolstoj si vede come, all’interno di una cultura letteraturocentrica quale era quella rus- sa, i suoi scritti potessero condizionare comportamenti e mentalità.

La scelta delle fonti per la nostra indagine è stata guidata dall’intento di evidenziare il momento di transizione e la crisi dell’istituzione del matrimonio combinato, nonché la sua trasformazione in matrimonio affettivo; per questo abbiamo intenzionalmente escluso Vojna i mir (Guerra e pace), che poteva rap- presentare l’apogeo del matrimonio combinato, per privilegiare invece Anna Karenina che non solo ne descrive meccanismi e funzionamento, ma ne palesa anche la profonda instabilità. La scelta di Felicità familiare è stata determinata dal fatto che quest’opera coglie in nuce tutta una serie di criticità all’interno dell’istituzione matrimoniale che ne minavano l’esistenza già a partire dalla pri-

1 La definizione russa è brak po rasčëtu. Si tratta di un francesismo (mariage de raison), come attesta il principe Meščerskij nel suo romanzo del 1876, dove spiega che l’espressione francese era utilizzata nel gran mondo (Meščerskij 1876, I: 252-253). Sul matrimonio di convenienza cf. § 3.1.

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ma metà del XIX secolo. Infine, La sonata a Kreutzer getta luce su una nuova fase storica che vede la nascita del matrimonio borghese basato su una diversa interpretazione delle nozioni di amore, sessualità e vita familiare.

Nel primo capitolo introduciamo il tema del rapporto fra letteratura e socie- tà evidenziando come nella Russia del XIX secolo esso fosse particolarmente fecondo. Nell’impero zarista infatti, dove la società civile non si era sviluppata come nel resto dell’Europa e le iniziative e i movimenti sociali non erano riusci- ti a incidere sull’opinione pubblica come in Occidente, le belle lettere venivano chiamate a rispondere a interrogativi di ordine filosofico, storico, sociale e ar- tistico. Il romanzo russo dell’Ottocento, che oltrepassa i confini della semplice fiction e nelle cui pagine si dibattono tutte le questioni attorno alle quali ruota l’interesse dell’intelligencija, diventa in questo modo sismografo del suo tempo.

Il secondo capitolo è dedicato a Semejnoe sčastie, l’opera in cui Tolstoj, nel 1859, pone un interrogativo che lo tormenterà per tutta la vita: – Che cos’è la felicità familiare? Quest’opera è contemporaneamente il ritratto delle ricer- che personali dell’autore e la descrizione dei primi sintomi di una crisi sociale che investirà famiglia, matrimonio e condizione femminile negli anni a venire.

Mentre l’autore cerca nella sua vita privata una risposta a questo interrogativo, nella Russia degli anni Cinquanta vanno maturando i frutti della critica e della filosofia degli anni Trenta e Quaranta (occidentalismo, socialismo utopistico, critica radicale, pensiero degli “uomini superflui”, lišnie ljudi, e altro) e si pre- para il terreno per le riforme. Felicità familiare si inserisce pienamente in questo clima di transizione, evidenziando allo stesso tempo i sintomi della fine di un modello familiare ormai al tramonto.

Il terzo capitolo ruota attorno alle vicende di Anna Karenina, l’eroina che incarna la crisi dell’istituto del matrimonio di convenienza e la cui storia prelu- de ad una nuova era. Fino a pochi decenni prima l’adulterio, la violazione del vincolo coniugale e il conseguente abbandono della famiglia che inscena Anna sarebbero stati atti inconcepibili. Sorge dunque spontaneo chiedersi cosa pos- sa rendere possibile la ribellione della protagonista e domandarsi, allo stesso tempo, quanto la Karenina, con il suo gesto, abbia contribuito all’affondamen- to dell’ormai obsoleto matrimonio combinato. A fianco di questi interrogativi altri si impongono all’attenzione del pubblico, che si domanda quanto questo romanzo sia debitore al romanzo di adulterio europeo e in che misura rifletta le peculiarità del pensiero russo.

Constatata la crisi istituzionale del matrimonio nelle opere precedenti, con La sonata a Kreutzer assistiamo alla nascita del matrimonio borghese. Opera molto discussa dal punto di vista filosofico, in quanto rispecchia il pensiero del tardo Tolstoj sulla vita coniugale, La sonata non è mai stata letta come descri- zione della nuova forma che l’istituto matrimoniale assume verso fine secolo.

Quando lentamente l’aristocrazia esce di scena per lasciare spazio a nuove classi sociali che si collocano sullo sfondo della Russia post-riforme, anche la fami- glia e il ruolo della donna mutano radicalmente. Il delirio di Pozdnyšnev, che ci offre la narrazione di un caso estremo di convivenza coniugale, indirettamente fornisce anche la descrizione del nuovo contratto matrimoniale. Contemporane-

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amente, il protagonista illustra argomenti quali amore, adulterio e sesso da una nuova prospettiva. Così, a fianco del discorso sul vincolo coniugale, assistiamo alla nascita di un mutato regime di discorsi sessuali che esploderanno nel nuovo secolo in Russia così come in tutta Europa.

L’opera di Tolstoj, registrando i grandi sommovimenti che i cicli storici portano con sé, al contempo segna indelebilmente le strutture mentali dei con- temporanei.

Parti del presente libro sono già apparse in stampa e sono state qui rielabo- rate e ampliate, cf. Zalambani 2010, 2011, 2013a, 2013b, 2013c.

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M. Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj. Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, ISBN 978-88-6655-756-2 (online), ISBN 978-88-6655-755-5 (print), © 2015 Firenze University Press

What I have boldly called the greatest society novel in all literature is an anti-society novel.

T. Mann, Anna Karenina

Senza dubbio i libri del conte Tolstoj lasciano profonde tracce nella parte mi- gliore e più istruita della nostra gioventù. I giovani cercano nei suoi libri una nuova teoria artistica e, soprattutto, assimilano da questi una nuova visione del mondo, in altre parole, una nuova filosofia1.

Con queste parole il critico e diplomatico Eugène-Melchior visconte de Vogüé, che aveva fatto conoscere l’opera di Tolstoj al pubblico francese, ne ri- conosce gli effetti sui lettori, affermando il forte potere sociale della letteratura.

Uno scambio dinamico tra letteratura e società ha da sempre caratterizzato le culture europee. Come nota lo storico Lawrence Stone, anche in Inghilterra tra il XVIII e il XIX secolo la letteratura diventa veicolo di idee riformatri- ci. L’uomo sensibile, permeato di sentimento, prototipo del romanticismo tardo settecentesco, determina un nuovo atteggiamento di umanità dell’uomo verso l’uomo che apre la strada a modifiche legislative e alla riforma istituzionale2. Lo stesso avviene in Russia:

Tutti i grandi scrittori russi, in un modo o nell’altro, diedero una risposta alle domande poste dal movimento rivoluzionario, indipendentemente dal loro atteg- giamento nei confronti dei metodi rivoluzionari. Da qui lo sviluppo straordinaria- mente intenso della coscienza sociale russa, e da qui quella chiarezza e rapidità con cui una generazione si susseguiva all’altra trasmettendo ad ogni singolo decennio una peculiare atmosfera ideologica. Queste condizioni hanno contribuito alla na- scita di una serie di tipi storici che si sono succeduti e sui quali si è orientata la coscienza di ciascuna generazione. Dalla personalità eroica dei decabristi degli

1 Vogjue 1890: 513-514. Segnaliamo con “(trad. nostra)” i casi in cui non ci avvaliamo dell’edizione italiana esistente, ma proponiamo una nostra traduzione.

2 Stone 1983: 264. Aggiunge Stone: “[D]opo il 1780 l’amore romantico e il romanzo crebbero di pari passo, e sarebbe impossibile stabilire dei due quale fosse la causa e quale l’effetto. Possiamo dire soltanto che per la prima volta nella storia l’amore romantico divenne una motivazione rispettabile per il matrimonio tra le classi abbienti, e che contemporaneamente una marea incalzante di romanzi colmò gli scaffali delle biblioteche circolanti, romanzi dedicati al medesimo argomento”

(Ivi: 315-316).

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anni 1810-1820 fino ai nichilisti degli anni Sessanta è difficile trovare un avvicen- damento più intenso e lampante di modelli dell’uomo sociale3.

Nella Russia del XIX secolo il rapporto fra letteratura e società è ancora più saldo, in virtù del carattere letteraturocentrico della cultura russa. Nell’impero zarista, dove la società civile non si era sviluppata come nel resto dell’Europa e le iniziative e i movimenti sociali non erano riusciti ad incidere sull’opinio- ne pubblica come in Occidente, le belle lettere sono chiamate a nutrire le idee dei lettori. Il romanzo russo dell’Ottocento oltrepassa i confini della semplice fiction e sulle sue pagine si dibattono tutte le questioni attorno alle quali ruota l’interesse dell’intelligencija; il discorso letterario diviene il principale veicolo della parola filosofica, storica, sociale e artistica. La centralità della letteratura fa sì che essa possa esercitare forti ‘effetti di potere’ sul pubblico e sulle strut- ture mentali dei lettori, trasformando l’arte da semplice specchio della realtà in produttrice di essa.

I lettori trasferiscono la letteratura nella vita e la vita nella letteratura e le loro attitudini verso i libri e gli scrittori, il loro modo di leggere, formano una sfaccettata intelaiatura di significato e di aspettative attorno alla parola stampata4.

Come sostiene Boris Gasparov, in questo secolo la parola scritta è dotata di una forza inaudita, al punto che spesso le belle lettere si trasformano in un

‘manuale di vita’. Il testo letterario diventa un codice in grado di organizzare il comportamento quotidiano dei protagonisti della vita reale e in questo confidava profondamente anche Tolstoj5.

Soprattutto dopo Puškin molti intellettuali russi videro nella letteratura un

‘manuale di vita’ di ampio respiro. La letteratura era considerata, e a sua volta considerava se stessa, detentrice della soluzione dei problemi morali e delle risposte a questioni filosofiche fondamentali. Si trattava di un vero e proprio programma politico per la trasformazione della società, di un codice comporta- mentale per l’individuo, di un modo di comprendere il passato della nazione e di una fonte di profezia per il futuro6.

Nel XIX secolo lo sfondo su cui si sviluppa il discorso letterario in Russia si propone come sintesi dell’antropologismo illuministico generato dalla fede nell’uomo di stampo rousseauviano e dello storicismo che accompagna la fine

3 Ginzburg 1971: 35 (trad. nostra).

4 Brooks 1978: 97. Sul letteraturocentrismo della cultura russa cf. Berg 2000:

180-205.

5 Queste le sue parole in una lettera privata del 1894 indirizzata a E.I. Popov:

“Per descrivere le persone come esempi di vita, non bisogna assolutamente dimenticare l’elemento umano, le debolezze […]. La descrizione di un brigante sarà più efficace e avrà maggiore ascendente sulla gente se egli sarà rappresentato con la sua cattiveria, crudeltà, lascivia, accompagnate da barlumi di pentimento, piuttosto che con una descri- zione che lo rappresenti come un santo senza debolezze” (Tolstoj 1955: 113).

6 Gasparov 1985: 13. Cf. anche Todd 1986.

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del periodo feudale e il nascere della società borghese. Mentre la fede illumini- stica nella purezza dell’uomo naturale, non contaminato dalla società, rendeva la realtà oggetto non di valutazioni storiche ma morali, la fine dei rapporti feu- dali e le trasformazioni sociali successive fanno sì che l’evoluzione dell’uomo e l’ambiente circostante richiedano un attento esame storico.

Questa duplice tendenza artistica – lo storicismo e l’antropologismo – determi- nata dall’originalità della vita russa del XIX secolo, univa sia i conflitti dell’epoca feudale, socialmente grossolani ed elementari, sia le complesse contraddizioni del- la civiltà borghese, costituendo una peculiarità del realismo russo del XIX secolo7. Entrambe le tendenze mirano alla conoscenza e alla rappresentazione della realtà e anelano a un ordinamento sociale armonico, ma mentre l’antropologismo si rivolge al passato, alla società primitiva ‘naturale’, lo storicismo ritiene che l’armonia sociale si possa raggiungere col completamento naturale del percorso storico; è quest’ultima via che – suggerisce Jurij Lotman – prelude alla prosa tolstoiana8. La scrittura di Tolstoj diventa un codice complesso che descrive le mutazioni culturali e di costume del suo tempo, che si appropria e si interseca col romanzo europeo rivolgendosi al pubblico con una lingua nuova, veicola- ta dall’autorevole parola di uno scrittore di fama internazionale. La realtà entra nell’opera tolstoiana, recita sulla scena dei suoi romanzi per poi uscirne mutata, reintroducendosi nel fitto tessuto sociale. Sulla scia della letteratura romantica, che aveva concepito nuovi modelli di vita sulle pagine del testo letterario, anche i grandi romanzi di Tolstoj producono forti effetti sociali. La sua prosa fa breccia nella mente dei lettori e provoca dibattiti che propongono, tra l’altro, una nuova visione del contratto matrimoniale e un rinnovato ruolo delle donne.

La letteratura romantica aveva lasciato come retaggio, in Russia così come nell’Europa occidentale, l’ideale della famiglia fondata sul sentimento9. Un at- teggiamento consacrato da Puškin nell’immagine di Tat’jana Larina, che proiet- ta nella vita la fantasia delle sue letture e fa di Onegin un Lovelace o un Grandi- son10. L’eroe romantico, forgiato dai romanzi di Goethe e di Byron, prende vita e recita sulla scena della realtà; le passioni amorose esaltate dagli scrittori portano addirittura a una inaudita ondata di suicidi per amore. “Nell’opera romantica un nuovo tipo di comportamento umano nasce nelle pagine del testo e di lì si tra- sferisce nella vita”11, sostiene Lotman.

7 Lotman 1997d: 558 (trad. it.: 271).

8 Ivi: 592 (trad. it.: 343).

9 Glagoleva 2000.

10 Evgenij Onegin, III, strofe 9-10. Cf. Lotman 2003b: 626; Debreczeny 1997:

21-28; Todd 1978.

11 Lotman 1992e: 308 (trad. it.: 185). Anche Lidija Ginzburg sostiene: “La let- teratura può senza dubbio essere studiata con profitto a diversi livelli. Ma il suo livello semantico è già un livello storico. È impossibile leggere un’opera come un sistema di segni, senza comprendere cosa essi significassero per l’artista, senza capire cioè i signi- ficati generati dall’insieme della cultura storicamente formatasi e socialmente determi- nata” (Ginzburg 1971: 5-6; trad. it.:15-16).

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Così come l’illuminismo e il romanticismo europeo avevano fatto irruzione nella vita e nella realtà russa tramite la letteratura12, anche la nuova concezione della donna pervade la società grazie alle belle lettere13. A partire dall’epoca di Pietro il Grande e, in seguito, attraverso il romanticismo, ella acquista un ruolo importante nel mondo culturale; essendo esclusa dalla gestione dello stato perché priva del diritto di ricoprire incarichi statali, è di fatto libera di occuparsi di cultu- ra14. Contribuisce quindi all’educazione e alla formazione dei figli e, nello stesso tempo, nei romanzi trova la sua ispirazione. Negli anni Trenta del XIX secolo l’immagine della donna cambia sotto l’influsso dei romanzi francesi, forgiando la mentalità delle nuove generazioni: “L’idealizzazione della donna e l’apo teosi dell’amore, sulla scia di George Sand, hanno positivamente contribuito ad addol- cire i nostri sentimenti e i rapporti familiari”15, sostiene uno storico del tempo.

Anche la poesia (Apollon Majkov, Afanasij Fet, Jakov Polonskij) canta il senti- mento amoroso, contribuendo a diffondere un nuovo ideale di famiglia fondato su di esso. Infine, negli anni Quaranta e Cinquanta, la letteratura dà voce alla questione femminile: “I romanzieri per primi hanno attribuito alla questione fem- minile diritto di cittadinanza nella letteratura e l’hanno divulgata nella società”16. Opere come Kto vinovat? (Di chi è la colpa?, 1847) di Aleksandr Herzen, Po- lin’ka Saks (1847) di Aleksandr Družinin, Smelyj šag (Un passo coraggioso, 1863) di Leon Brandi esercitano un forte influsso sul pensiero russo17.

Sulla scia della tradizione degli anni Quaranta, frutto dell’influsso dei mo- delli letterari del romanticismo e intrisa degli ideali del socialismo utopistico, nascono le idee della generazione degli anni Sessanta sul matrimonio e l’adul- terio. Ma i moderni radicali si differenziano per molti aspetti dai loro prede- cessori; per loro il passaggio storico avvenuto a metà del XIX secolo significa la transizione da una realtà istintiva di esaltazione romantica dei sentimenti ad un’azione razionale e attentamente organizzata nella quale le passioni e i desi- deri individuali si subordinano all’ideologia (alla ‘causa comune’) e alle idee di abnegazione rivoluzionaria18.

12 “Non fu la vita reale dell’Occidente a portare l’‘illuminismo europeo’, bensì le sue rappresentazioni veicolate dai romanzi. ‘Noi bramiamo di conoscere la vita in anticipo, / e la apprendiamo dai romanzi’ (Puškin, VI, 226). In questo modo, le situa- zioni dei romanzi fecero irruzione in quel modo di vita russo che veniva riconosciuto come ‘illuminato’ e ‘occidentale’” (Lotman 1994c: 104). Cf. anche Pushkareva 1997a:

174-190 e Lotman 1997b: 125-133.

13 “La seconda metà del XVIII e la prima metà del XIX secolo […] hanno as- segnato alla donna un posto particolare nella cultura russa e ciò è dovuto al fatto che in quegli anni, come mai prima, il carattere femminile era formato dalla letteratura”

(Lotman 1994d: 64).

14 Ivi: 48.

15 Šaškov 1872: 214. Cf. anche Orovič 1900: 83-86.

16 Šaškov 1872: 218.

17 Ivi: 214-228.

18 Paperno 1996: 124-125.

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Nella seconda metà del secolo il tema della libertà dei sentimenti sfocia nella prova di nuove unioni, nell’esperimento del triangolo amoroso. Così molti scrittori progressisti, quali Aleksandr Herzen e Nikolaj Černyševskij, mettono in pratica nuovi modelli di convivenza, sia nella vita che nei loro romanzi. Dopo avere attinto a modelli letterari traducono la letteratura in vita vissuta e, infine, ne rimettono in circolazione l’esperienza sotto forma di testo artistico: la lette- ratura diventa prolungamento della vita e la vita protesi della letteratura. Così Herzen sotto l’influsso, fra gli altri, di La nuova Eloisa di Rousseau e La piccola Fadette di George Sand, mette in scena un triangolo amoroso in Di chi è la col- pa?. Poco dopo la pubblicazione di quest’ultimo, un ménage à trois coinvolge Herzen, la moglie Natal’ja Aleksandrovna e il poeta tedesco esponente del mo- vimento rivoluzionario Georg Herwegh. Il tragico epilogo di questa vicenda, iniziata in chiave romantica e diventata poi uno scandalo di portata europea, viene descritto in Byloe i dumy (Passato e pensieri, 1868)19. Un esempio analo- go è fornito dall’esistenza di Černyševskij, profondamente influenzata dalle sue letture e, a sua volta, ritratta nei suoi scritti. La sua vita privata assume forma artistica, in particolare nel romanzo Čto delat’? (Che fare?, 1863) per il quale adotta come modelli letterari Le confessioni di Rousseau e Jacques di George Sand, e li riscrive in chiave russa; Che fare? diventerà un vero e proprio mo- dello di vita per la generazione successiva20. Il romanzo ritrae la storia dei suoi rapporti coniugali e la sua fiducia nella possibilità di condurre un’esistenza a tre, al punto da credere che il matrimonio debba essere un ménage à trois. Nel romanzo la protagonista femminile, Vera Pavlovna, è una donna forte e decisa, discendente diretta delle eroine dei romanzi di Ivan Turgenev Nakanune (Alla vigilia, 1860) e Rudin (1856). L’autore crede nella spontaneità dei sentimenti, nella ‘riabilitazione’ della sessualità, nel diritto delle donne allo studio e al lavo- ro come espressione di parità tra i sessi21. Che fare? è un autentico modello di vita contrapposto a quello patriarcale:

Černyševskij, elaborando il suo modello di matrimonio del romanzo Che fare?, prende spunto da molti testi letterari famosi in Russia che tentavano di riprodurre la realtà. L’unione di queste fonti, dotate di diversi potenziali semantici, ha gene- rato una combinazione unica. Černyševskij ha coniugato l’intreccio di Jacques di George Sand con lo schema emotivo di Le confessioni di Rousseau e, concependo in modo nuovo il punto di partenza, cioè il tradimento coniugale, come una situazione emotiva ambivalente, ha proposto come soluzione un tranquillo ménage à trois22.

19 Litovskaja, Sozina 2004: 258-262.

20 Paperno 1996: 115-116; Litovskaja, Sozina 2004: 262-266.

21 L’atteggiamento critico di Tolstoj nei confronti delle idee e delle posizioni este- tiche di Černyševskij lo portano nel 1859 a rompere con il “Sovremennik” e a pubblica- re prevalentemente sul “Russkij vestnik” di Katkov, che, al tempo ancora su posizioni progressiste, presto si trasformerà nel baluardo dei reazionari. Černyševskij, dal canto suo, riconosce il talento artistico dello scrittore, ma nel 1862 entra in polemica con lui per le sue idee pedagogiche apparse sulla rivista “Jasnaja Poljana”.

22 Paperno 1996: 128.

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Anche Tolstoj aveva conosciuto nella vita molte delle esperienze ritratte nei suoi romanzi, sia all’interno della sua numerosa famiglia, sia tramite le sue frequentazioni intellettuali. Uno dei fratelli di Tolstoj, Sergej Nikolaevič, era vissuto molti anni con una gitana al di fuori del vincolo matrimoniale, aveva avuto da lei numerosi figli e si era deciso a legalizzare la loro unione solo dopo diciotto anni; l’altro fratello, Dmitrij Nikolaevič, aveva intrattenuto una lun- ga relazione con una ex prostituta; la sorella Mar’ja Nikolaevna, dopo essersi separata, aveva avuto una figlia illegittima frutto di una lunga convivenza che non sfociò mai in matrimonio. Anche nella famiglia di Sof’ja Bers c’erano stati casi analoghi: oltre ai noti rapporti extra-coniugali del padre, si annoveravano i divorzi della sorella Liza Bers e del fratello Aleksandr Bers, per non parlare dei figli illegittimi di Lev Nikolaevič23.

Lo scambio tra arte e vita è così forte che distinguere la causa dall’effet- to diventa quasi impossibile. Questa continua “espansione della letteratura nel campo della ‘realtà’”24 viene così descritta da Herzen:

Strana cosa, questa interazione fra uomini e libri. Il libro attinge tutto il mate- riale alla società in cui nasce, lo generalizza, lo rende più evidente e penetrante e poi, a sua volta, viene superato esso stesso dalla realtà. Gli originali sono caricature dei loro ben evidenziati ritratti e le persone reali si immedesimano nelle loro ombre letterarie. Alla fine del secolo scorso in Germania tutti gli uomini facevano riferi- mento a Werther e le donne a Charlotte; poi, all’inizio di questo secolo i giovani Werther universitari hanno cominciato a trasformarsi in ‘masnadieri’, non veri, ma schilleriani. I giovani russi che sono venuti dopo il 1862 uscivano quasi tutti dal Che fare?, con l’aggiunta di alcuni tratti di Bazarov25.

Tale sinergia, molto evidente in epoca romantica, diventa più occulta nella seconda metà del XIX secolo, quando il realismo tende a mascherare i mecca- nismi artistici dietro una parvenza di mimesi totale. In realtà il modello artistico che si nasconde dietro al testo realista e presiede alla sua organizzazione interna è solo più complesso e meno visibile:

23 Šklovskij 1974: 438 (trad. it.: 393); cf. Sergej Nikolaevič Tolstoj. Biografija, ˂http://

tolstoy.ru/life/family/brothers-and-sisters/sergey-nikolaevich-tolstoy˃ (11/08/2014). Inol- tre nei circoli intellettuali del tempo si verificavano casi che provocavano eco e scal- pore, fra cui il caso di Nikolaj Ogarëv, poeta e attivista rivoluzionario, collaboratore di Herzen, che innamoratosi di Natal’ja Tučkova dopo aver già contratto matrimonio, chie- de ripetutamente alla moglie il divorzio. Non avendolo ottenuto la Tučkova e Ogarëv decidono per un’unione civile (graždanskij brak) che per il poeta, inviso al governo e personaggio in vista nella società dell’epoca, non è solo disdicevole, ma anche perico- losa. Condanne per il suo atteggiamento giungono da ogni parte, persino dagli amici del poeta, con la sola eccezione di Herzen che leva la sua voce in difesa dell’amico (Cf.

Putincev 1959; Frade 2001).

24 Gasparov 1985: 14.

25 Gercen 1960: 337.

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Se il testo romantico riorganizza l’autentico comportamento dell’individuo, quello realista ristruttura il rapporto fra società e individuo e organizza gerarchi- camente i vari modi di agire in rapporto alla scala dei valori della cultura data. Il suo effetto si manifesta nell’organizzazione dell’intero sistema comportamentale di tale cultura. Naturalmente, il sistema che esercita questa influenza si distingue per una maggiore complessità26.

A questo tipo di sistema appartiene la prosa tolstoiana apparentemente sem- plice, in realtà molto complessa. L’autore è assolutamente consapevole delle asperità del processo scritturale, così come è consapevole dell’influenza che l’artista esercita sul lettore, tanto che nel saggio Čto takoe iskusstvo (Che cosa è l’arte, 1898) afferma che l’arte deve essere dominata dall’elemento morale, a scapito di quello estetico, al fine di esercitare un influsso benefico sull’animo del pubblico.

Negli anni Sessanta Tolstoj non è ancora giunto a questa conclusione, ma già traspone in arte la sua visione del mondo con i suoi interrogativi di vita, interagendo con il lettore e i suoi contemporanei. Dipinge così la sua visio- ne familiare in opere in prosa, polemizzando aspramente con la pubblicistica e la letteratura populista, a cominciare da Felicità familiare e a seguire con la commedia-farsa Zaražënnoe semejstvo (Una famiglia contaminata, 186427), e si scaglia contro l’emancipazione femminile e le idee rivoluzionarie e nichiliste.

Nelle sue considerazioni sulla famiglia e sulla vocazione della donna, Tolstoj scrive nel 1868: “Colui che desidera sposare due o tre donne non avrà famiglia alcuna. Risultato del matrimonio saranno solo i figli. […] Non ci possono essere unità e accordo in una famiglia in cui ci sono due o tre madri e padri”28. Tolstoj oppone un fermo rifiuto al triangolo amoroso che trova spazio all’interno del- la famiglia idealizzata da Herzen e Černyševskij; in Felicità familiare l’eroina fugge di fronte al pericolo di un terzo componente, mentre in Anna Karenina il tragico finale annulla ogni possibilità di vita alternativa a quella legittimamente coniugale. Solo in sogno Anna può alimentare questa utopia:

Quasi ogni notte la visitava un sogno. Sognava che tutti e due erano contem- poraneamente suoi mariti, che entrambi le elargivano le loro carezze. Aleksej Aleksandrovič baciandole le mani piangeva e diceva: “Com’è bello adesso!” E an- che Aleksej Vronskij era lì e anche lui era suo marito. E lei, stupita di ciò che prima le era parso impossibile, ridendo, spiegava a entrambi che era la cosa più semplice e che ora erano tutti e due felici e contenti (AK, XVIII: 159; trad. it.: 180).

Infine, ne La sonata a Kreutzer, il fantasma del triangolo amoroso e del tra- dimento viene annientato dalla follia omicida di Pozdnyšev.

26 Lotman 1992b: 364.

27 La commedia è la parodia di un raznočinec che cerca di fare il suo ingresso nell’alta società sposando una nobile.

28 Tolstoj 1936a: 133. Sulla polemica coi nichilisti cf. Èjchenbaum 2009b: 631- 633; Paperno 1996: 130-132.

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Tolstoj con le sue rappresentazioni artistiche narra non solo gli eventi del suo tempo, ma anche gli atteggiamenti verso di essi, riferendo i segni della men- talità e della sensibilità dell’epoca verso i fatti narrati. I dibattiti su arte, ma- trimonio, educazione, questione agraria, ecc. riportati in Anna Karenina, sono densi di tracce inequivocabili della contemporaneità, così come la rappresenta- zione della vita familiare della nobiltà ottocentesca in una fase di crisi e transi- zione è un ritratto storico. Sostiene un critico del tempo:

Pozdnyšev è un prodotto del suo tempo, è l’incarnazione dei suoi contem- poranei, abituati ad analizzare i loro gesti e i loro sentimenti. […] Quasi in ogni marito si cela un piccolo Pozdnyšev e quasi ogni famiglia ha la sua Sonata a Kreutzer. […] Se l’opera fosse comparsa, per esempio, nel 1870 invece che nel 1890, sarebbe rimasta incompresa, così come negli anni Sessanta rimase incom- preso il racconto Felicità familiare, un vero e autentico embrione de La sonata a Kreutzer29.

Le riflessioni sulla letteratura diventano riflessioni su cultura, società e co- stumi. Nel 1890 Leonid Obolenskij, in un articolo dal titolo Problemi della let- teratura contemporanea, nota che le belle lettere si concentrano sempre di più sul problema del matrimonio. L’autore esamina varie opere letterarie, presentan- dole al lettore come esempi di vita vissuta e cogliendo l’occasione per trattare di temi quali il matrimonio di convenienza e quello d’amore e, infine, per disquisi- re sulla questione dei rapporti fra i coniugi nella realtà30.

Le testimonianze letterarie sono da sempre tra le più importanti fonti della storia delle mentalità, che narra l’evoluzione delle rappresentazioni (sogget- tive) dei fenomeni (oggettivi) formulate dall’immaginario, nutrendosi così di documenti letterari e artistici. Essi forniscono la percezione umana degli eventi utilizzando i vari linguaggi dell’arte31. A sua volta, la diffusione delle mentalità si attua anche tramite il discorso letterario e luoghi privilegiati a questo scopo sono le istituzioni culturali, i circoli e i salotti letterari. La prosa tolstoiana co- stituisce per i contemporanei un evento letterario di spicco; la disamina delle sue opere su riviste e giornali e la loro discussione in tutti i circoli letterari del tempo provocano profonde riflessioni e penetrano nelle coscienze, segnando la mentalità del pubblico.

Se la figura di Maša, protagonista di Felicità familiare, solleva degli in- terrogativi sul modello familiare, la rivolta di Anna Karenina rappresenta una provocazione, una possibile alternativa di vita di fronte alla quale la società è costretta a riflettere. Opera innovativa ed eversiva, da narrazione filosofico- morale diventa vicenda di adulterio, romanzo polemico e sociale, stimolando una vera e propria rivoluzione delle menti. L’autore trasferisce in ambito russo il discorso letterario europeo che si è arricchito e moltiplicato con il racconto

29 A. P-va 1891: 8-9.

30 Sozercatel’ 1890.

31 Le Goff 1981: 120.

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di storie di amore e di adulterio producendo effetti clamorosi32. Con La sonata a Kreutzer la lingua di Tolstoj diventerà ancora più palesemente provocatoria, in quanto attaccherà apertamente le istituzioni della famiglia e del matrimonio, introducendo un argomento tabù quale il sesso.

32 Nell’impossibilità di citare una bibliografia esaustiva sull’adulterio nelle lette- ratura europea, ricordiamo: De Rougemont 1998; Tanner 1990; per un aggiornamento bibliografico sull’argomento cf. Fiandra 2005. Per un primo approccio al tema dell’adul- terio nella letteratura russa cf. Litovskaja, Sozina 2004; Šatin 2002.

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M. Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj. Felicità familiare, Anna Karenina, La sonata a Kreutzer, ISBN 978-88-6655-756-2 (online), ISBN 978-88-6655-755-5 (print), © 2015 Firenze University Press

Da quel giorno ebbe fine la storia d’amore tra me e mio marito; l’antico sentimento divenne un caro ricordo irreversibile, mentre il nuovo senti- mento d’amore per i bambini e per il padre dei miei figli costituì l’inizio di un’altra vita.

L. Tolstoj, Felicità familiare

SintomidiunacriSi

Il percorso tolstoiano attraverso l’istituto del matrimonio comincia con Fe- licità familiare (scritto negli anni 1858-1859)1, un racconto lungo (povest’) in cui troviamo in nuce le molte tematiche che verranno sviluppate in Anna Ka- renina e ne La sonata a Kreutzer. Mentre l’abbandono del tetto coniugale da parte di Anna designa la fine del matrimonio di convenienza e la confessione di Pozdnyšev mette a nudo le criticità di quello borghese, l’iniziale delusione di Maša di fronte alla vita coniugale e la sua successiva ‘redenzione’ (o rassegnazio- ne?) nel finale sono pure manifestazioni dei sintomi di una crisi che nella prima metà del XIX secolo comincia a investire questa importante istituzione sociale.

Che il problema dei rapporti familiari fosse un tema che tormentava Tol- stoj e oggetto di una ricerca sia personale che artistica, è cosa nota. Alcuni suoi contemporanei riportano come egli fosse assillato dal senso delle parole ‘amore’

e ‘felicità’ all’interno della relazione coniugale2. Come afferma un critico: “La vita di Maša e Sergej Michajlovič in Felicità familiare gradualmente si sviluppa nei successivi personaggi di Tolstoj”3; l’amore innocente e generoso di Maša si reincarna in quello di Kitty Ščerbackaja, ma presagisce quello di Anna: as- soluto, totale e sensuale. Un’occulta sensualità infatti aleggia già in Maša; nel racconto la dinamica delle relazioni sessuali fra gli sposi è espressa in termini

1 La prima parte di Semejnoe sčastie viene pubblicata nel № 1 dell’aprile 1859 sul “Russkij vestnik” e la seconda nel numero successivo. Iniziata nel 1858, l’opera si basa sulla storia dei rapporti fra Tolstoj e Valerija Vladimirovna Arsen’eva, a testimo- nianza dei quali esiste tutta una serie di lettere dell’autore (Cf. il capitolo Roman in Birjukov 2000). Per questo motivo lo scrittore inizialmente pensa di darla alle stampe sotto pseudonimo. In seguito, dopo aver pubblicato la prima parte, Tolstoj assume un atteggiamento estremamente critico verso il racconto e cerca di fermarne la pubblicazio- ne, ma Katkov, il redattore del giornale, lo manda ugualmente in stampa. Resta comun- que una delle opere meno amate dall’autore che il 3 maggio 1859 scrive a V. Botkin:

“Leggendo le bozze della seconda parte che ho inviato, ho visto una vergognosa st….a, una macchia, non solo come autore, ma anche come uomo: è un’opera abominevole.

[…] Ormai sono morto sia come scrittore sia come uomo” (Tolstoj 1949b: 296. Cf. an- che Mendel’son 1935: 304-308).

2 Rozanov 1901: 54; Birjukov 2000, cf. in particolare vol. II, cap. 14.

3 A. P-va 1891: 20.

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visivi, attraverso gli sguardi dei due protagonisti, sguardi che vengono investiti di un alto valore simbolico ed erotico4. Il tutto prepara il personaggio di Anna che dedica la vita all’ideale amoroso, per il quale rinuncia a tutto: “al figlio, all’onore, alla posizione sociale, alle conoscenze e ai rapporti altolocati. Lei scambia tutto questo per occupare una posizione che, agli occhi del bel mondo, è la più colpevole e la più spregevole di tutte”5. Per giungere infine a “La sonata a Kreutzer che contiene in sé tutti i tratti fondamentali di Anna Karenina e rap- presenta la realizzazione suprema, e assolutamente consapevole, di tutti i ritratti artistici precedenti e di tutte le generalizzazioni di Tolstoj”6.

Felicità familiare, iniziato come un racconto di stampo turgeneviano, ro- mantico e lirico, nella seconda parte prende una direzione inaspettata. Tutta la vicenda è vista attraverso gli occhi e le emozioni della protagonista femminile, Maša, che sogna un eroe romantico (“il mio principe azzurro era del tutto diver- so: era snello, magro, pallido e triste”. FF: 68; trad. it.: 4-5) e un’unione d’amo- re. Ma quando l’eroina si scontra con la realtà della vita familiare, l’ideale viene sconfitto e il suo posto viene preso dalla noia della vita quotidiana, del byt. La fuga di Maša in società, nella mondanità è solo un palliativo che non fa che acu- ire la distanza fra i due coniugi. Frequentando l’alta società, ella si invaghisce di un affascinante straniero e la forte attrazione la induce quasi al tradimento ma, sopraffatta dal fantasma delle conseguenze di un tale atto, giunge infine alla de- cisione di abbandonare la vita mondana per dedicarsi appieno a quella coniuga- le. È così che si inscena il primo (potenziale) adulterio della trilogia tolstojana.

La ‘rinascita’ della protagonista nelle vesti di moglie devota al marito e ai figli soffoca definitivamente l’utopia del matrimonio romantico fondato sull’amore per sostituirla con la realtà di una solida unione basata sull’affetto materno, sull’amicizia e il rispetto per il coniuge. La felicità dell’amore iniziale viene sostituita dalla ‘felicità familiare’. La vicenda non si conclude in modo classico, con un finale che sia preludio alla gioia eterna, ma l’eroina non viene neppure proiettata in una storia di adulterio o di abbandono della vita coniugale; Tolstoj si risolve per un quieto finale di ‘rassegnazione’. La chiusa è insolita e suscita perplessità; Vasilij Botkin, scrittore e critico a cui Tolstoj affida la lettura delle bozze, definisce il finale ‘frettoloso’7 e lo stesso autore se ne dichiara insoddi- sfatto. Se la seconda parte della vita di Maša sembra avviarla sulle orme di Anna Karenina, la conclusione la riconduce all’ideale romatico di Tat’jana Larina. Fra i due paradigmi femminili Tolstoj sceglie ancora quello classico puškiniano.

Il finale, oltre ad essere frutto delle ricerche personali e artistiche di Tolstoj, è anche intriso dell’odore del tempo, della cultura di quegli anni. Nell’impianto del racconto si riflettono le ricerche filosofiche degli anni Quaranta, il pensiero sociale che precede le grandi riforme, la questione femminile che sta lentamente penetrando nei dibattiti dell’intelligencija, l’istruzione delle donne che comincia a diffondersi e le nuove scien-

4 Reyfman 2008.

5 A. P-va 1891: 23.

6 Ivi: 23-24.

7 Mendel’son 1935: 307.

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ze che si affacciano sulla scena sociale. Su questo terreno così fertile, che prelude ai grandi rivolgimenti dei decenni successivi, si colloca Felicità familiare. D’altronde ri- sale proprio agli anni 1857-1858 la frequentazione di Tolstoj dei circoli dell’intelligen- cija progressista, quando è affascinato dalla lettura di Vissarion Belinskij, si avvicina a Ivan Turgenev, Pavel Annenkov, Vasilij Botkin e si interessa di Herzen8.

Come sostiene Lidija Ginzburg, l‘humus in cui germogliarono le idee che in seguito si dischiusero nell’esperienza spirituale e artistica di Tolstoj e Do- stoevskij è dato proprio dalla vita culturale dell’intelligencija russa degli anni Trenta e Quaranta9.

l’amBienteculturale. glianni Quarantae cinQuanta

Il racconto viene scritto alla vigilia degli anni Sessanta (il cui inizio si col- loca in realtà nel 1855, con la salita al trono di Alessandro II e l’avvio delle grandi riforme), che sanciscono la definitiva uscita di scena del sistema feudale.

Quel mondo patriarcale, ritratto con dovizia di particolari nel romanzo di Ser- gej Aksakov Semejnaja chronika (Cronaca di famiglia, 1856) e che funge da sfondo al racconto di Tolstoj, è ormai al tramonto. In quegli anni è in corso un grande dibattito che coinvolge lo stato e l’intelligencija per la soluzione dell’or- mai annoso problema agrario. Mentre il primo cerca di risolvere il problema dall’alto per evitare la distruzione del sistema autocratico, la seconda propone contemporaneamente soluzioni nostalgiche, come il modello dell’obščina10, op- pure innovatrici, come il sansimonismo e il socialismo di Fourier.

La scena socio-culturale degli anni Cinquanta è invasa da una nuova classe, quella dei raznočincy, che attraverso saloni e circoli letterari penetrano nelle ma- glie della società russa mutandone la composizione sociale e il clima culturale.

Minata dall’occidentalismo di Belinskij, Herzen e Ogarëv, dal socialismo utopi- stico del circolo rivoluzionario di Petraševskij, dall’immobilismo degli “uomini superflui”, dal laboratorio filosofico di Nikolaj Stankevič, e dalle riflessioni della critica radicale di Černyševskij e Dobroljubov, la cultura russa tradizionale è ormai soggetta a un cambiamento profondo11. Molti intellettuali degli anni Ses- santa si sono formati nell’atmosfera filosofico-intellettuale dei circoli letterari degli anni Quaranta sorti attorno a Michail Bakunin, Herzen e Belinskij. Grazie a quest’ultimo, la generazione pre-rivoluzionaria degli anni Quaranta coniuga letteratura e coscienza sociale e questa impostazione si diffonde tramite le riviste letterarie influenzando fortemente l’opinione pubblica. Queste ultime, definite

8 Cf. Èjchenbaum 2009a: 856-857.

9 Ginzburg 1971: 131 (trad. it.: 138).

10 Obščina, comunità agraria russa, di incerta origine cronologica, costituita dall’associazione di varie famiglie contadine e caratterizzata dall’autogestione economi- ca, sulla base della proprietà comune della terra, che veniva distribuita, secondo un crite- rio di rotazione, ai diversi nuclei familiari. Ufficialmente abolita dalla riforma agraria del 1906, fu definitivamente eliminata con la collettivizzazione dell’agricoltura nel 1928.

11 Venturi 1977-1979. Sul pensiero sociale di questi anni cf. anche Walicki 1973.

Sull’influsso di Belinskij su Tolstoj cf. Èjchenbaum 2009a.

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tolstye žurnaly (riviste grosse) in quanto sono di grandi dimensioni (possono rag- giungere le 500 pagine) e pubblicano opere letterarie a fianco di articoli critici, politici, socio-culturali e scientifici, occupano uno spazio importante della scena culturale e politica e si trasformano rapidamente nel perno attorno al quale ruota l’intero mercato letterario. Nate per soddisfare le richieste di un pubblico di letto- ri che si andava via via ampliando su un territorio le cui dimensioni geografiche rendevano difficile un capillare funzionamento della distribuzione, esse erano diventate lo specchio delle idee filosofico-politiche del tempo.

La generazione degli anni Quaranta e Cinquanta esprime fiducia nell’indi- viduo, nel ruolo dell’intelligencija, nella ricerca della Russia di un percorso di sviluppo suo proprio, senza però negare l’influenza della cultura occidentale e, contestualmente, rivaluta i sentimenti e l’amore verso la donna, colorandoli di tensioni metafisiche e sociali. Alle origini di questi cambiamenti si collocano il ro- manticismo tedesco di Goethe e Schiller, l’idealismo di Fichte, Schelling e Hegel, il socialismo utopistico francese di Saint-Simon e Fourier. La rinascita dei senti- menti affonda le sue radici nell’incontro fra romanticismo e socialismo; l’amore per la donna diviene il risvolto privato di un più generico amore per l’umanità:

‘La liberazione della donna’ veniva intesa come libertà in senso largo, e la liber- tà nei rapporti privati (l’affrancamento emotivo e l’annientamento dei capisaldi del matrimonio tradizionale) si identificava con la liberazione sociale dell’uomo. In un contesto simbolico, che attribuiva all’amore un significato sia metafisico che sociale, l’insensibilità e la freddezza non suonavano solo come un’insufficienza personale, ma diventavano simbolo di incompiutezza spirituale e sociale12.

La ridefinizione del sentimento amoroso si trova dunque alla base di un più ampio ripensamento dei rapporti sociali e di istituzioni fondamentali quali il matrimonio e la famiglia; i fautori del pensiero filosofico-politico di questo decennio, quali Herzen e Ogarëv, come abbiamo già evidenziato altrove, vivono applicando alla propria vita questi precetti. La valorizzazione dei sentimenti, il credo nella ‘libertà dell’amore’, la fiducia nelle donne, la volontà di educarle e dar loro un’istruzione adeguata, il cercare di perseguire assieme a loro interessi e azioni sociali e, infine, il riconoscere la possibilità del tradimento coniugale attribuendogli un nuovo valore semantico: questo il nuovo modello di vita che molti intellettuali adottano a livello teorico e pratico13.

Nel 1855 Černyševskij nel suo trattato Èstetičeskie otnošenija iskusstva k dejstvitel’nosti (Rapporti estetici dell’arte con la realtà) ripudia la superiorità dell’arte rispetto alla realtà, nega la critica estetica e la teoria dell’arte per l’arte, sostenendo che quest’ultima deve rispondere alle esigenze della vita. Il realismo come problema letterario era già stato discusso negli anni Quaranta e si impone, assieme ai problemi della nuova estetica, a partire dal decennio successivo, in aperta reazione al romanticismo. Il rapporto arte/vita viene ribaltato. Mentre il romanticismo innalzava l’arte, affidandole i suoi ideali e sottomettendo la vita alla

12 Paperno 1996: 55.

13 Ivi: 53-59.

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rappresentazione artistica, il realismo effettua il processo contrario14. Contempo- raneamente la letteratura ritrae gli “uomini superflui”15, la generazione di nobili progressisti incapaci di tradurre in azione i loro ideali il cui simbolo è Rudin, il protagonista del romanzo omonimo, in cui Turgenev pone il problema del ruolo dell’intelligencija all’interno della società russa. Le idee esposte dallo stesso auto- re in Don Kichot i Gamlet (Don Chisciotte e Amleto, 1860), in cui egli auspica la fusione dell’idealismo eroico del primo con l’introspezione egoistica del secondo, in una sintesi che consenta all’intellettuale russo di affrontare il cambiamento, costituiscono un programma per la generazione futura. Nel frattempo nasce un nuovo ritratto di protagonista femminile: giovane, emotiva e volitiva, molto di- versa dalle eroine del passato. Una figura di questo tipo compare già nel romanzo Cronaca di famiglia di Aksakov che descrive un personaggio femminile molto differente dalla sposa tradizionale di una famiglia appartenente alla nobiltà agra- ria: la moglie di Aleksej Stepanovič, figlio del pater familias, proviene dalla città, è una nobildonna di nuova generazione, intelligente, dalle maniere e dal modo di pensare di stampo europeo. Sof’ja Nikolaevna porta una ventata di europeizzazio- ne nella cultura contadina tradizionale della famiglia e prelude a una nuova gene- razione femminile in grado di affrancarsi dall’autorità e dalla violenza dell’aggre- gato familiare patriarcale. La letteratura tratteggia il profilo di una donna diversa, che suggerisce la possibilità di nuovi rapporti familiari e fra i sessi.

La protagonista di Felicità familiare non appartiene a questa genealogia di donne, ma coltiva in sé i germi di una futura ribellione, insita nella sua valoriz- zazione del sentimento. Il più amaro rimprovero che Maša rivolge al marito sot- tolinea la contrapposizione ragione/sentimento che i due coniugi incarnano: “Tu hai riflettuto, hai riflettuto tanto – dissi, – ma mi hai amato poco” (FF: 142; trad.

it.: 90). La vita familiare induce ben presto alla noia Maša, la quale sente l’in- soddisfazione della donna isolata dal mondo e dagli interessi spirituali e pratici del marito, così come sente crescere l’aspirazione a vivere una vita al di fuori delle mura domestiche, all’interno delle quali ella sente di esistere solo all’om- bra del coniuge. Quando Sergej Michajlovič decide di farla svagare offrendole la possibilità di partecipare alla vita mondana, la loro permanenza a Pietroburgo e poi all’estero non fa che acuire il loro distacco; mentre la donna sembra tro- vare piacere nella mondanità, dalla quale non la allontana neppure la nascita di un figlio, il marito ne resta ai margini. In questo contesto fa la sua comparsa lo spettro del potenziale adulterio che, come vedremo, funge da catalizzatore per uno sviluppo alquanto insolito dell’azione.

lacondizioneSocialedelladonnanellaprimametàdell’ottocento Il malessere della vita coniugale, le ricerche di Maša, i suoi dubbi e i suoi tentativi, rientrano in un più ampio quadro che investe i cambiamenti del ruolo femminile nella famiglia e nella società. A partire dall’inizio del XIX secolo la

14 Cf. Lotman 1997e.

15 Cf. Walicki 1973: 333-355.

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questione femminile (ženskij vopros) acquisisce lentamente, ma tenacemente, un posto di primo piano nei dibattiti dei circoli culturali, nei salotti dell’intelligencija, sulle riviste e i giornali di ogni tendenza e coinvolge attivamente anche i giuristi.

La scienza giuridica comincia a discutere dei diritti delle donne, all’epoca alquanto limitati, come si evince dallo studio del Codice civile: in sintesi i rap- porti fra i coniugi all’interno della famiglia russa sono dominati dalla sovranità del potere del marito (institut vlasti muža). Senza il suo consenso la moglie non può concludere affari, ottenere un lavoro e neppure partecipare a processi civili per difendere i propri diritti. Il marito ha altresì potere illimitato sui figli, di cui è il tutore principale16.

La discussione su questo stato di cose produce tutta una serie di lavori teorici dedicati all’analisi del Codice civile e alla sua comparazione con la le- gislazione occidentale, che evidenziano in particolare l’arcaicità delle norme che regolamentano il sistema ereditario per le donne. Nel novembre 1810 la seduta del Consiglio statale in cui si discute il progetto di modifica del Codice civile si apre con un intervento di Michail Speranskij, riformatore e giurista, uno dei fondatori della scienza giuridica russa, che propone un primo cambia- mento a favore della donna nel diritto ereditario. La sua proposta suscita molte perplessità ma l’intervento di Alessandro I la rende effettiva. È solo l’inizio di un dibattimento giuridico che durerà per tutto l’Ottocento, durante il quale si elabora anche il progetto per un nuovo Codice civile che preveda l’aboli- zione delle limitazioni nei diritti fondate sulla differenza di sesso. Purtroppo la proposta viene rigettata e nel corso del XIX secolo saranno apportate solo correzioni e modifiche al Codice esistente; bisognerà aspettare il 1912 perché venga approvata una legge che parifica i diritti degli eredi di entrambi i sessi17. Al dibattimento partecipano noti studiosi e giuristi quali Konstantin Annenkov, autore di un testo fondamentale per la pratica giudiziaria del tempo18, Vladimir Nikol’skij, professore di diritto che pubblica importanti lavori sul diritto di fa- miglia, Aleksej Kunicyn, un civilista che firma, tra l’altro, un’opera dedicata al diritto ereditario delle donne19; tutti loro contestano il Codice civile russo al riguardo dei diritti delle donne. Anche Ja. Orovič, un noto avvocato del tempo, direttore delle riviste “Sudebnoe obozrenie” (Rassegna giudiziaria) e “Vestnik senatskoj praktiki” (Il messaggero del senato), che pur sostiene la superiorità della legge russa rispetto al resto d’Europa riguardo al diritto di proprietà delle donne20, ammette la sua netta inferiorità riguardo a quello ereditario21. Questo provoca una profonda contraddizione, in quanto sin dal 1753 un decreto con- sentiva alla parte femminile di vendere le sue proprietà anche senza il consenso

16 Vorošilova 2010: 16-41.

17 Ivi: 153-191.

18 Annenkov 1894-1905.

19 Kunicyn 1844.

20 Infatti, il Codice russo, a differenza di quelli dell’Europa occidentale, assicura alla donna il diritto a conservare la dote come proprietà privata anche dopo il matrimonio.

21 Orovič 1900: 87, 99.

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del marito (diritto sancito dal Codice civile a partire dal 183222), ma questa li- bertà nel disporre dei propri beni entra in conflitto con lo status subalterno che la moglie ha nei confronti del coniuge. Il diritto di proprietà collide con la legge di famiglia che stabilisce l’assoluta dipendenza della moglie dal consorte, l’ob- bligo a risiedere sotto lo stesso tetto (rinforzato dall’esistenza del passaporto interno23) e la quasi impossibilità di concludere un divorzio. Dai casi reali esa- minati dalla studiosa americana Barbara Engel emerge che generalmente questi conflitti si risolvono dando la preferenza al diritto di famiglia e annullando di fatto gli effetti del decreto del 175324.

La discussione sul diritto ereditario si fa particolarmente accesa negli anni Sessanta. Un noto specialista di diritto di famiglia, il professor Dmitrij Mejer, nelle sue lezioni di diritto civile pubblicate nel 1861-1862, parte dalla definizio- ne dell’essenza del matrimonio come istituzione giuridica (juridičeskoe učrežde- nie) che, in quanto tale, consta di due tipi di rapporti: 1. privati, riguardanti cioè i rapporti personali, e non i beni materiali e 2. patrimoniali, concernenti le pro- prietà dei coniugi; dal loro esame si prefigura lo stato dei diritti delle donne sposate. Dal punto di vista della legge il contratto matrimoniale, secondo Me- jer, non ha una definizione esauriente in quanto “questo concetto non è definito nell‘ambito del diritto, ma in quello della religione e del costume”25. D’altronde, aggiunge l‘autore, la chiesa da sempre conosce il significato del matrimonio come “istituzione che sta alla base di tutta la vita sociale, cellula originaria dello sviluppo della civiltà”26. Partendo da una concezione di matrimonio inteso come sacramento (tainstvo), Mejer ne specifica l’accezione morale. Secondo l’autore esiste un’etica che presiede alla stipula del matrimonio e che prevede che due diverse personalità si uniscano per completarsi. Da questo quadro emerge che la legge ammette da subito la sua incapacità di abbracciare e regolamentare un’istituzione che è innanzi tutto sottomessa alla chiesa, alla morale, ai costumi e, nel mondo contadino, a quel diritto consuetudinario (obyčnoe pravo) che si tramanda nei secoli e che è più che mai radicato nelle abitudini e nella mentalità

22 Kavelin 1900, IV: 1060, 1064; Puškarëva 2001: 188-203; Puškarëva 1997c:

188-189. È quello che si evince anche dal romanzo Anna Karenina, nel dialogo fra la baronessa Šil’ton e Vronskij: “Lui continua a non concedermi il divorzio! Cosa posso fare? (‘lui’ era il marito). Adesso voglio fargli causa. […] Voglio fargli causa perché mi servono i miei beni. Capite l’assurdità: siccome gli sarei infedele, – disse lei con di- sprezzo, – lui vuole sfruttare la mia proprietà” (AK, XVIII: 120-121; trad. it.: 137).

23 Un passaporto interno era necessario nella Russia imperiale per potersi allon- tanare a poco più di venti miglia dal luogo di residenza, sia per lavoro, per studio, per prendere in affitto una casa o per viaggiare. Il documento conteneva informazioni sul ceto, luogo di residenza, età, religione, gruppo etnico e stato civile. Le donne erano iscritte nel passaporto del marito e per averne uno proprio necessitavano del suo per- messo. Tali norme restano in vigore fino al marzo 1914. Sulla storia del passaporto nella Russia prerivoluzionaria cf. Černucha 2007.

24 Engel 2011: 80-100.

25 Mejer 1861-1862, II: 499.

26 Ivi: 500.

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della gente27. Su questo sfondo si staglia la posizione della donna e la definizio- ne dei suoi diritti, descritti nel primo libro del Codice civile del 1832, dove si parla di Diritti e doveri familiari (O pravach i objazannostjach semejstvennych) e quindi di rapporti fra coniugi. Gli articoli 106 e 107 definiscono tali diritti e doveri: il marito ha il dovere di amare la propria moglie come se stesso, vivere con lei in pace, rispettarla, difenderla, perdonare i suoi difetti e aiutarla nelle difficoltà. Egli deve mantenerla e nutrirla, secondo le sue possibilità, mentre la moglie ha l’obbligo di ubbidire al marito in quanto capofamiglia, di amarlo, ri- spettarlo e sottostare alla sua volontà; inoltre, come padrona di casa, deve com- piacerlo e dimostrargli devozione28. Riferendosi ad essi, Pavel Bezobrazov, uno storico del tempo studioso della questione femminile, afferma:

Il tono cambia quando il legislatore dal marito passa a parlare della moglie. E questo non deve stupire: gli articoli riportati del vigente Codice civile [dell’impero russo], sono una ripetizione quasi letterale della vecchia legge dei tempi di Cate- rina la quale, a sua volta, derivava chiaramente dalle concezioni bizantine e dalle vedute del Domostroj29.

La dipendenza della donna dal marito è incondizionata: ella è obbligata a vivere col coniuge in ogni circostanza (unica eccezione è il caso in cui egli sia esiliato in Siberia)30, deve avere il suo permesso per ottenere un lavoro31, per proseguire la propria istruzione o per avere il passaporto32:

Come il servo della gleba è legato alla terra e non ha il diritto di trasferirsi da un posto all’altro, analogamente la moglie è legata al marito e non può muoversi a sua discrezione33.

Ne risulta che la famiglia è un “microcosmo, chiuso in se stesso, al cui in- terno domina, senza limiti, il capofamiglia: marito, padre e signore”34. La legge dunque sancisce l’institut vlasti muža così come veniva tramandato da secoli dal Domostroj. Ricordiamo che solo nel 1845 il Codice delle punizioni penali e rieducative (Uloženie o nakazanijach ugolovnych i ispravitel’nych), considera- to il primo vero codice penale russo, stabilisce che il marito non ha il diritto di

27 Sulla situazione delle donne secondo il diritto consuetudinario cf. Vorošilova 2010: 102-152.

28 Morduchaj-Boltovskij 1910, 10, I: 1, 12.

29 Bezobrazov 1895: 2. Domostroj (Il governo della casa, sec. XVI), un testo che insegna a governare la casa non solo in senso pratico e spirituale. Con la sua definizione dei rapporti fra stato, chiesa e famiglia definisce un sistema familiare caratterizzato dal potere assoluto del pater familias, contribuendo a forgiare le strutture mentali e i costu- mi russi fino all’alba del Novecento.

30 Cf. art. 103 e 104 del Codice civile (Morduchaj-Boltovskij 1910).

31 Kavelin 1900, IV: 1064.

32 Bezobrazov 1895: 7.

33 Ivi: 25.

34 Kizevetter 1902: 591.

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