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Consigliere LEGNINI, Vice Presidente CSM

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Academic year: 2022

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Consigliere LEGNINI, Vice Presidente CSM

Buon pomeriggio a tutti. Io, oltre a darvi un saluto di benvenuto e un ringraziamento per la vostra partecipazione, cercherò solo di dire qualche parola sul senso di questo incontro, sui contenuti, e poi lascerò la parola ai Presidenti delle Commissioni Sesta e Settima, che hanno promosso questa attività di confronto e di ascolto nei termini che dirò fra breve, poi agli altri consiglieri che sono presenti che lo riterranno, e che pure ringrazio, al Procuratore Generale della Cassazione, dottor Pasquale Ciccolo che poi dirà la sua opinione sul tema oggetto del confronto.

Per vostra comodità menzionerei tutti i presenti perché credo che non sia usuale una composizione di questo tipo, non tutti conoscono tutti e quindi forse è utile menzionare chi sono i presenti, anche per fare in modo che poi il confronto si adegui alla composizione del tavolo. Del Procuratore Generale ho già detto; Marco Minniti è l'unico rappresentante del Governo, ha ampio titolo oltre che competenza per rappresentare il Governo; il dottor Alfredo Viola, sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione; il Generale Mario Parente, delegato dal Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, noi abbiamo invitato i Capi di Gabinetto dei Ministri per ragioni del tutto ovvie trattandosi di una sede molto tecnica di approfondimento dei temi di cui parleremo; il Generale Arturo Esposito che è direttore dell’A.I.S.I., insieme al dottor Massimo Lomuscio; il Generale Nunzio Antonio Ferla, che è il direttore della D.I.A. da poco tempo; in sostituzione del Capo di Gabinetto del Ministro dell'Economia, consigliere Garofoli, è presente il dottor Giuseppe Maresca; per l’A.I.S.E. sono presenti il dottor Alberto Manenti, il Generale di divisione Russo, il dottor Giuseppe Caputo; è presente il dottor Marini che è il Procuratore Generale facente funzioni presso la Corte d’appello di Roma; il dottor Giovanni Salvi, che ieri per impedimenti non ha potuto partecipare alla riunione e quindi abbiamo accolto la sua richiesta di essere presente oggi, che è Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania;

l'Ambasciatore Giampiero Massolo, direttore generale del D.I.S.; il dottor Giovanni Melillo, riferimento di tutti quanti in questa materia, che è il Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia;

il consigliere Giacomo Fumu, componente del Comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura; il Presidente Antonello Soro, Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati, insieme alla dottoressa Federica Resta; il Procuratore Nazionale Antimafia, dottor Franco Roberti che ha partecipato anche alla riunione di ieri; il professor Giorgio Spangher che è Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma La Sapienza; la dottoressa Fernanda Iannone che è Legal Advisor della Divisione terrorismo del Consiglio d'Europa; la dottoressa Mariel Garrigos, che ringraziamo particolarmente, sostituto Procuratore della Repubblica, sezione antiterrorismo di Parigi, abbiamo voluto favorire anche questo confronto con l'autorità giudiziaria

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francese; la dottoressa Amelie Duranton, magistrato di collegamento francese in Italia; la dottoressa Cristina Posa, rappresentante del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti a Roma, magistrato di collegamento degli Stati Uniti con il nostro paese; e la dottoressa Angela Teresa Camelio, primo assistente del rappresentante nazionale per l'Italia presso Eurojust. Quindi una composizione ricca.

Perché abbiamo voluto questo incontro? Dopo di me lo diranno ancora meglio Morosini e Ardituro, perché ieri con i Procuratori distrettuali Antimafia e Antiterrorismo per la loro esperienza e per i profili organizzativi insieme al Procuratore Nazionale, oggi con voi che rappresentate tutti i soggetti a vario titolo coinvolti in questa importante e delicata materia, abbiamo inteso prima di esprimere un parere, quello che ci è stato richiesto dal Ministro della Giustizia e che conterrà non soltanto una valutazione del testo del decreto-legge così come è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri ed è transitato in gazzetta ufficiale, ma anche proposte per quel che riguarda la fase di conversione che, come tutti i provvedimenti, naturalmente prevederà un confronto credo anche approfondito trattandosi di materie complesse, delicate, contenente temi non tutti mi sembra esattamente definiti nella loro portata, nel loro impatto e così via. Quindi prima di assumere noi un orientamento che per la prima volta in modo così specifico il Consiglio Superiore è chiamato ad affrontare, c'è anche un tema che riguarda una acquisizione di elementi di approfondimento, di conoscenze interdisciplinari che riguarda il Consiglio Superiore, prima di assumere decisioni anche organizzative abbiamo ritenuto di promuovere questo confronto, un confronto interno di cui daremo notizia solo sintetica che si è tenuto, quindi riteniamoci assolutamente liberi di esprimere opinioni nel senso che ciascuno di voi riterrà.

Noi - lo dico anche sulla base del contenuto molto fruttuoso dell'incontro di ieri pomeriggio - non partiamo da zero diciamo così, la magistratura italiana non parte da zero su questo tema, ci sono in particolare due aspetti dell'esperienza pregressa, pre decreto-legge, che vanno credo valorizzati, innanzitutto la straordinaria capacità di diverse Procure distrettuali di autoorganizzarsi e di relazionarsi con le altre Procure. Ieri il Procuratore di Torino ci ha fornito una relazione di dettaglio su questo punto, molto interessante, a chi di voi fosse interessato consigliamo di acquisirla perché è una ricostruzione puntuale dagli anni della lotta al terrorismo interno negli anni ‘70 e poi in avanti, c'è già un'esperienza dei magistrati italiani, degli uffici e in mancanza di un intervento legislativo finalizzato a indicare le modalità di organizzazione e di coordinamento le Procure, la magistratura inquirente in particolare, ha saputo produrre qualche esperienza di valore in giro per l'Italia, anche con risultati importanti in taluni casi. In secondo luogo abbiamo l'esperienza, la professionalità, la banca dati della Procura Nazionale Antimafia. Ieri il Procuratore Roberti, ma lo dirà anche oggi, ha posto una serie di temi di assoluto interesse che mi auguro possano poi transitare nei modi e nelle forme possibili nel dibattito parlamentare per sciogliere alcuni nodi, ma lo dirà lui,

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io non voglio anticipare niente, posso solo dire che alcuni temi che lui pone e che posso supporre sono stati posti anche nella fase travagliata, preparatoria di questo provvedimento che ha visto la partecipazione e l'apporto di moltissimi interlocutori e anche un percorso non semplicissimo, dicevo questi temi meritano un approdo conclusivo nel confronto parlamentare che è già iniziato. Quindi non partiamo da zero. Così come partiamo da una consapevolezza che ieri è riecheggiata in modo molto netto, molto forte - lo voglio dire soprattutto all'indirizzo di chi oggi rappresenta questa funzione così cruciale per la sicurezza del nostro paese, quella dell'intelligence, dei servizi - è chiaro a tutti quanti noi che deve persistere una netta separazione tra la prevenzione e la giurisdizione. Su questo nessuno intende alimentare confusione, certamente non intendiamo alimentarla noi, “e meno che meno noi” dice Marco, conosco la sua opinione su questa materia, però non faremmo fino in fondo il nostro dovere di riflessione e di tentativo di comprensione della sfida che abbiamo di fronte se ignorassimo alcuni dati, alcuni aspetti di problematicità di questo rapporto tra la prevenzione e la repressione penale e quindi l'attività giurisdizionale in senso stretto. Innanzitutto il fatto che alcune condotte e alcuni comportamenti che fino a pochi giorni fa sfuggivano o sembravano sfuggire all'ambito proprio dell'attività giurisdizionale, e quindi erano trattati nell'ambito del lavoro di prevenzione, oggi sono attratti invece, in virtù per esempio dell'introduzione certamente di due nuove fattispecie di reato quali sono l'organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo e la nuova fattispecie di arruolamento, ma anche in generale per gli interventi che sono stati di sei articoli - 270 quater, quater 1, quinquies, la nuova fattispecie incriminatrice delle condotte dei lupi solitari, la riformulazione dei reati di omessa denuncia e detenzione dei precursori di esplosivi eccetera - tutti questi interventi sul diritto penale sostanziale spostano un pochino l'asse dalla prevenzione alla giurisdizione, e questo pone un problema di esatta comprensione o di ricollocazione degli ambiti di attività di ciascuno, certamente lo pone a chi deve interpretare il ruolo giurisdizionale e quindi noi partiamo da questo punto di vista, poi voi direte ovviamente sul resto.

Ma non c'è alcun dubbio che proprio questo contemporaneo ampliamento della sfera di competenze, chiamiamola così, sia dell'attività di intelligence sia dell'attività giurisdizionale - perché credo si possa essere d'accordo sul fatto che uno dei risultati di questo importante provvedimento legislativo è che si rafforzano le attività di entrambi, sia l'attività di prevenzione che quella giurisdizionale, e d’altra parte l'obiettivo è di tale ambizione, di tale rilevanza, di tale importanza che è inesorabile che sia così - proprio questo contemporaneo obiettivo del legislatore, diciamo così, pone problemi che potrebbero determinare una zona grigia, chiamiamola così, di non netta separazione tra l'attività di prevenzione e quella giurisdizionale, o di confusione. E questo credo che sia uno dei motivi principali del confronto che abbiamo voluto sviluppare, quindi per tentare di fare ciascuno meglio il lavoro che deve fare nell'interesse del paese, della sicurezza, del contrasto al terrorismo, che

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ovviamente è l'unica finalità che ci deve preoccupare. Questo certamente è un rischio che si può correre per l'attività che viene normata nei modi che voi conoscete bene, tutti conosciamo bene, dei colloqui investigativi, ma certamente si pone per quel che riguarda il tema della implementazione e della gestione delle banche dati dei flussi di informazione, questo è il punto.

Io ho avuto la possibilità qualche settimana fa di visitare la Procura Nazionale insieme ad altri consiglieri, il dottor Roberti ce ne ha mostrato la potenza, devo dire che dobbiamo essere orgogliosi di questo lavoro frutto di una sedimentazione di esperienze, di implementazioni, un volume enorme di informazioni che affluisce in questa banca dati direttamente dai fascicoli di indagine, non potrebbe essere altrimenti, non attingendo altrove. Va da sé che nel momento nel quale si verifica quell'ampliamento della sfera della giurisdizione e comunque su un tema così delicato come quello che abbiamo di fronte quella banca dati potrebbe o dovrebbe, io lo pongo in termini interrogativi, essere implementata anche da informazioni di altra natura, e quindi, posto che non mi sembra che il legislatore, ed è difficile che lo strumento legislativo possa esattamente affrontare questo tema che è tema anche di rapporti, relazioni, di buon senso, di cura dell'interesse rispettivo e così via, come affrontiamo questa situazione? Questo è un altro aspetto che secondo me rende utile, necessario certamente il confronto di oggi, ma poi ancor più il confronto nella fase attuativa. Noi abbiamo già fatto un primo passo, parlo dal punto di vista della mia breve esperienza nella funzione che oggi esercito, nell'incontro prezioso che si è svolto il 12 o il 13 febbraio su iniziativa del D.I.S. avente una natura analoga a questo, di confronto sul tema rilevantissimo ma più specifico della corruzione.

Già lì alcuni dei temi di cui stiamo discutendo sono stati posti, sono riecheggiati, sono stati affrontati, e quindi sotto questo profilo l'incontro di oggi si pone in sviluppo ulteriore di quel confronto avviato poco più di due settimane fa.

Sotto questo profilo io chiudo su questo, mi permetto di sottolineare che se prima di questo intervento legislativo, prima che si creasse il clima che conosciamo - che non credo che sia destinato a spegnersi nel breve periodo, mi auguro che ciò accada, perché i rischi sono immanenti e sono tutti dentro processi che sfuggono alla nostra sfera a volte anche di comprensione oltre che di previsione - se prima questo confronto tra questi due mondi che a vario titolo, che poi coinvolgono anche l'attività dei Ministeri, del Ministero dell'Interno e della Difesa, della Giustizia, dell'Economia anche, ce lo dirà il rappresentante dell'Economia e così via, se prima era un'opportunità, era opportuno avviare questo confronto e svilupparlo, andando oltre qualche diffidenza storicamente determinatasi che prescinde dalla volontà dei singoli, per ragioni oggettive diciamo così, oggi invece questo confronto è un confronto necessario se vogliamo fare bene.

Bisogna dirsi le cose come stanno, prima che si determinino situazioni in cui prevalgono gli elementi di confusione e non quelli di chiarezza. Questo è il senso del confronto che vogliamo

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sviluppare oggi, confronto che vogliamo articolare, dicevo che adesso interverranno i consiglieri Ardituro e Morosini brevemente, poi il Procuratore Generale, poi, ma se ci sono variazioni non c'è nessun problema, se siete d'accordo organizzeremo gli interventi su temi omogenei, poi lo dirà bene Morosini: uno è il coordinamento e l'organizzazione delle Procure; due il rapporto fra l'attività di intelligence e l'attività di indagine; poi l'implementazione e la gestione della banca dati; e infine un tema delicatissimo che non è che affrontiamo qui e risolviamo qui ma forse qualche accenno è il caso di farlo sulla cooperazione internazionale che su questo punto è di grandissimo rilievo e di grandissimo interesse.

Questo è il quadro che volevo fare preliminarmente per fare in modo che la nostra discussione sia una discussione fruttuosa. Vi ringrazio ancora per la partecipazione. Parla per primo Morosini.

Ringrazio Antonello Soro che è titolare di una funzione delicatissima anche su questo punto, apparentemente non impattante su questi due ambiti sui quali mi sono focalizzato ma invece molto rilevante.

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