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Presentazione stagione Torino, Teatro Gobetti, 9 giugno 2022 ore 11:30 Intervento del Direttore Filippo Fonsatti

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Presentazione stagione 2022-2023 Torino, Teatro Gobetti, 9 giugno 2022 ore 11:30

Intervento del Direttore Filippo Fonsatti

[SLIDE 1]

Il progetto e i contenuti della stagione 2022-2023 si possono articolare in sette azioni/funzioni tra loro integrate e complementari:

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1) Affermare una peculiare identità artistica e culturale

2) Tramandare il repertorio rinnovando la tradizione interpretativa 3) Sostenere la drammaturgia contemporanea

4) Sviluppare i processi di internazionalizzazione 5) Estendere l’impatto sociale

6) Perseguire la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione

7) Garantire l’occupazione di artisti e maestranze e il ricambio generazionale

1) Affermare una peculiare identità artistica e culturale [SLIDE 3]

La nostra idea di teatro pone al centro il valore della creazione artistica, come strumento per alimentare il pensiero critico del pubblico e per rafforzare la coesione sociale. Provando a coniugare etica ed estetica, ci poniamo l’obiettivo di dar vita a uno spazio fisico e temporale dedicato alla costruzione di nuove e comuni narrazioni, in equilibrio tra rischio culturale e partecipazione diffusa.

Per raggiungere questo scopo in un contesto globale nel quale il conformismo non risparmia la cultura, riteniamo che la definizione dell’identità del nostro teatro debba essere affidata

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innanzitutto agli artisti che vi lavorano e alla loro capacità di catalizzare idee, accendere aspettative, soddisfare fabbisogni di un pubblico sempre più differenziato per anagrafe, formazione e provenienza. Perciò insieme al nostro direttore artistico Valerio Binasco abbiamo composto una squadra di registi residenti e associati capace di rafforzare una visione plurale e di sollecitare pensieri laterali, talvolta anche scomodi e fuori dagli schemi o – per citare il claim della stagione –

“Out of the Blue”.

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Il nucleo artistico dello Stabile, guidato dalla leadership carismatica dello stesso Binasco e formato da Filippo Dini, Kriszta Székely e Leonardo Lidi, condivide l’idea che il teatro sia un’arte di relazione in presenza. Al loro dinamismo intellettuale affidiamo l’esecuzione di un progetto produttivo coerente e riconoscibile, scaturito dal confronto e dalla sintesi di storie personali, idee, stili e metodi di lavoro differenti.

I titoli scelti e messi in scena costituiscono la struttura portante del cartellone che qui presentiamo.

Binasco ritorna a Pirandello coi Sei personaggi in cerca d’autore e presenta in prima assoluta un testo di Melania Mazzucco, Dulan la sposa; Dini dirige e interpreta due grandi lavori del teatro contemporaneo nordamericano poco rappresentati in Italia: Il crogiuolo di Arthur Miller e Agosto a Osage County di Tracy Letts; Kriszta Székely cura la regia di Riccardo III di Shakespeare, ritrovando Paolo Pierobon dopo il successo di Zio Vanja, e presenta a Torino la sua ultima creazione per il Teatro Katona di Budapest, Hedda Gabler di Ibsen; Leonardo Lidi firma la produzione di un testo commissionato al giovanissimo Diego Pleuteri intitolato Come nei giorni migliori e del Gabbiano di Čechov.

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Al nostro nucleo artistico si aggiungono i più autorevoli registi torinesi e piemontesi – Gabriele Vacis, Jurij Ferrini, Paola Rota, Emiliano Bronzino, Valter Malosti e Davide Livermore – che pur attivi in tutta Italia, ritrovano al Teatro Stabile un’accoglienza convinta.

Delle produzioni vi parlerà più diffusamente Valerio Binasco con alcuni dei protagonisti, ma siamo lieti e orgogliosi di annunciarvi che nei giorni scorsi il valore del nostro progetto artistico triennale 2022-2024 è stato riconosciuto dalla Commissione consultiva del Ministero della Cultura, che lo ha premiato con il punteggio più elevato tra i venticinque Teatri Nazionali e Teatri di Rilevante Interesse Culturale, pari a 32/35, che è anche il miglior risultato nella storia del Teatro Stabile.

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2) Tramandare il repertorio attraverso regie anticonvenzionali [SLIDE 6]

Partendo dalle fondamenta del repertorio occidentale, lo Stabile dedica alla tragedia greca un percorso triennale, appena iniziato con il dittico Ifigenia e Oreste di Euripide firmato da Binasco e ancora in scena in questi giorni alle Fonderie Limone. La prossima stagione, nelle mani di Vacis e dei suoi compagni di viaggio formati alla nostra Scuola per attori, l’Antigone di Sofocle diventerà l’emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito, mentre nell’Orestea di Eschilo Livermore rifletterà sui regimi totalitari evocando l’immagine di un mondo prossimo al collasso che per certi versi assomiglia al nostro.

Un ruolo centrale viene riservato al padre del teatro moderno occidentale, William Shakespeare, presente con la produzione di Riccardo III, con la ripresa in tournée nazionale e internazionale della Tempesta firmata da Alessandro Serra, con una nuova edizione di Otello diretta e interpretata da Jurij Ferrini, con l’ospitalità del Mercante di Venezia che vedrà Franco Branciaroli nel ruolo del titolo.

L’Ottocento sarà esplorato dagli albori al crepuscolo, attraverso Maria Stuarda di Schiller, una coproduzione con la regia di Livermore alla guida di due regine della scena italiana come Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni, Cyrano de Bergerac di Rostand firmato da Arturo Cirillo, Il gabbiano di Čechov e i tre titoli nordici Spettri e Hedda Gabler di Ibsen e Signorina Giulia di Strindberg.

Si arriva quindi al Novecento dei Sei personaggi in cerca d’autore, di due capolavori di Miller come Il crogiuolo e Uno sguardo dal ponte proposto da Massimo Popolizio, degli Antichi maestri di Thomas Bernhard con la regia di Federico Tiezzi, e infine del Servo di scena di Harwood con Geppy Gleijeses.

Con la scelta di questi titoli cerchiamo di assolvere ad una delle funzioni primarie di un Teatro Nazionale, quella di tramandare il repertorio in modo tale da connetterlo agli spettatori di oggi, innovare la tradizione interpretativa e porgerlo nella sua vivezza alle ultime generazioni.

3) Sostenere la drammaturgia contemporanea [SLIDE 7]

Questioni di genere, relazioni familiari, conflitti generazionali, satira politica, pregiudizi sociali: la drammaturgia contemporanea ci aiuterà a sollecitare il pensiero comune, a mettere in discussione certezze e conformismi, a scuotere le coscienze.

Crediamo infatti che in un’epoca in cui si è sottoposti a stimoli brevi, seducenti e scollegati fra loro, lo sviluppo narrativo vissuto nella dimensione della presenza comunitaria in teatro, della relazione

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empatica con gli attori e della durata dell’esecuzione possa aiutarci a recuperare profondità di analisi e pensiero critico.

Per dare una misura dell’impatto della drammaturgia contemporanea sul cartellone, basterebbero i numeri: su 49 titoli ben 31 sono scritti da autori viventi che immergeranno il pubblico nei temi del presente. In ambito italiano si spazierà dai maestri Romeo Castellucci e Pippo Delbono, Stefano Massini e Melania Mazzucco, Raffaele La Capria e Mimmo Borrelli, fino ai giovani Liv Ferracchiati, Emanuele Aldrovandi, Matthias Martelli e Diego Pleuteri, e otto saranno gli stranieri, che andranno a comporre una straordinaria galleria di drammaturghi e scrittori capaci di spostare, magari anche di poco, la nostra percezione del mondo.

4) Sviluppare processi di internazionalizzazione [SLIDE 8]

Da anni consideriamo prioritario e strategico lo sviluppo di attività e progetti internazionali per motivi diversi: favorire il confronto e lo scambio di idee e di pratiche tra artisti e operatori, rafforzare il nostro posizionamento, contribuire all’attrattività del territorio, esportare e promuovere in tutta Italia e all’estero la reputazione culturale della nostra Città e della nostra Regione.

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La ripresa della circolazione delle opere e degli artisti ci ha consentito di tornare a calcare i palcoscenici europei: dopo essere stata a fine maggio in Lituania, la Tempesta da noi prodotta sarà a luglio ad Avignone nel programma del più importante festival teatrale al mondo, quindi in Polonia, in Ungheria, in Svizzera, in Turchia e ancora in Francia.

Sul fronte della programmazione, le nostre sale ospiteranno, tra prosa e danza, quattordici spettacoli stranieri. Spiccano le prestigiose coproduzioni con due teatri europei coi quali abbiamo stretto patti di collaborazione pluriennali, come Hedda Gabler del Katona di Budapest e Une morte dans la famille dell’Odéon di Parigi, scritta e diretta da uno dei più interessanti talenti teatrali dei nostri giorni, l’inglese Alexander Zeldin. Da quattro diversi continenti provengono invece gli spettacoli di Toridanza che in autunno si intrecciano con il cartellone di prosa, firmati tra gli altri da Damien Jalet, Hofesh Shechter, Alan Lucien Øyen, Emanuel Gat, Amala Dianor, Salia Sanou.

Lo Stabile si distingue per essere l’unico teatro italiano ammesso a far parte di mitos21, il Gotha dei teatri europei, e inoltre è stato eletto per un secondo mandato nel board della Convenzione

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Teatrale Europea, organismo di rappresentanza di oltre cinquanta teatri del continente.

Torinodanza invece partecipa al progetto quadriennale di larga scala Big Pulse Dance Alliance, sostenuto da fondi europei attraverso il programma Creative Europe, che vede il nostro festival partecipare ad una rete di collaborazione produttiva formata dalle dodici più importanti rassegne di danza europee.

Guardando il planisfero alle mie spalle, risulta evidente la capacità del Teatro Stabile di mettere in connessione Torino e il Piemonte con il resto del mondo, contribuendo in modo attivo al processo di internazionalizzazione auspicato e promosso dai nostri Soci fondatori.

5) Rafforzare l’impatto sociale [SLIDE 10]

In continuità con gli anni precedenti, anche nella prossima stagione si è pianificato un potenziamento dell’impatto sociale connesso ai contenuti della nostra attività, con iniziative volte a garantire la più ampia accessibilità e partecipazione.

Grazie al bando Switch della Fondazione Compagnia di San Paolo, abbiamo esteso le facilitazioni per il pubblico diversamente abile: oltre all’adozione di tecnologie di sopratitolazione di ultima generazione – device fissi, mobili e indossabili – che rendono possibile la fruizione anche per i non udenti e gli stranieri, gli spettacoli possono contare su introduzioni audio e visite tattili alle scenografie per i non vedenti, così come su schede semplificate per chi soffre di disturbi cognitivi.

Tali azioni per implementare l’accessibilità degli spettatori svantaggiati ci hanno portati a condividere i valori della rete internazionale Europe Beyond Access, finalizzata a promuovere gli interventi dedicati all’accessibilità e all’inclusione nelle arti performative. Mossa dalla stessa vocazione è l’iniziativa ormai consolidata Un posto per tutti, che grazie al contributo della Fondazione CRT mette a disposizione anche per la prossima stagione mille abbonamenti gratuiti per abbattere le barriere di accesso.

Segnaliamo inoltre le collaborazioni con Teatro Affido, con Famiglie ZeroSei, con il Laboratorio Zanzara, con TO Housing e con Teatro in carcere, progetti che ci vedono coinvolti con entusiasmo per accogliere e coinvolgere i nostri concittadini meno fortunati.

Ferma restando, come dicevo all’inizio dell’intervento, la centralità della nostra proposta artistica, le azioni volte ad ampliare la partecipazione della comunità si inscrivono in una strategia deliberata che negli ultimi anni ha cambiato profondamente la cultura e la mentalità della nostra

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organizzazione, rafforzando in noi la consapevolezza della responsabilità sociale nello svolgimento di funzioni di pubblico interesse.

6) Perseguire la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione [SLIDE 11]

Gli SDG’s dell’agenda ONU 2030 hanno ispirato la nostra mappa strategica del prossimo triennio, nel corso del quale è prevista un’accelerazione sul fronte della trasformazione digitale e su quello della transizione ecologica, sfruttando anche le opportunità del PNRR.

A tal proposito, proprio ieri il Ministro Franceschini ha firmato il DM relativo all’esito del bando del Ministero della Cultura, al quale abbiamo partecipato, che ci assegna 1 milione di euro destinati a interventi di efficientamento energetico al Teatro Carignano, al Teatro Gobetti e alle Fonderie Limone, consentendo in tal modo una riduzione sensibile dell’impatto ambientale delle nostre attività e dei costi di gestione. Un risultato importante che fa confluire sul territorio ingenti risorse europee da investire su edifici pubblici di valore storico e architettonico.

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In merito alla trasformazione digitale, citiamo l’installazione nei magazzini di un sistema informatico basato sull’identificazione tramite radiofrequenze (RFID) che ha migliorato i processi logistici e ottimizzato l’uso dello spazio tramite l’applicazione dell’internet delle cose per tracciare dati e informazioni su oggetti reali. I nostri edifici, da anni alimentati con forniture elettriche provenienti da fonti certificate 100% rinnovabili, sono invece gestiti con un Building Management System di ultima generazione. L’adozione di questi sistemi è stata scelta dall’organizzazione non profit GS1 basata a Bruxelles – che si occupa di sviluppare e mantenere standard globali per la comunicazione tra imprese – come caso studio per un workshop internazionale.

E ancora, le App del TST e di Torinodanza – scaricate e regolarmente utilizzate da oltre 7.500 utenti – sono state rinnovate e dotate di un’interfaccia di biglietteria integrata e di una rete di beacon che permette di trasmettere in teatro contenuti personalizzati verso i dispositivi mobili degli spettatori.

Grazie a queste azioni combinate, il Teatro Stabile ha ricevuto martedì scorso una menzione speciale al Premio “Gianluca Spina” del Politecnico di Milano per l’innovazione digitale nei Beni e Attività Culturali, con la seguente motivazione: «per un progetto digitale che integra l’attenzione al customer care, all’accessibilità e all’efficientamento delle procedure».

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7) Garantire l’occupazione di artisti e maestranze e il ricambio generazionale [SLIDE 13]

Per realizzare l’attività istituzionale, nella stagione 2022-2023 saranno coinvolti, in perfetta parità di genere, 54 dipendenti a tempo indeterminato e determinato tra impiegati e tecnici, oltre a 300 artisti, collaboratori e tecnici e scritturati.

Particolarmente significativo è il dato anagrafico degli scritturati: il 33% è under 30, il 42% ha tra i 31 e i 40 anni e soltanto il 25% è sopra i 40 anni. Percentuali che confermano la nostra attenzione al ricambio generazionale, all’emergenza creativa, alla cura nell’accompagnamento dei giovani nella delicata fase tra formazione e professione.

Alle attività di produzione, ospitalità, formazione e ricerca destiniamo oltre il 50% del bilancio, una cifra pari a 6,5 milioni di euro. Per dare una misura della ricaduta occupazionale della nostra attività, il personale dipendente e scritturato maturerà nella prossima stagione quasi 33.000 giornate lavorative. A ciò si aggiunge l’impatto sull’indotto, che genera occupazione e reddito a partire dalle decine di compagnie ospiti, tra cui quelle del territorio come Urt, Tangram, Tedacà e Teatro Marenco per non citare le dieci realtà indipendenti coinvolte nel progetto Summer Plays in programma proprio qui al Gobetti nelle prossime settimane.

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I numeri che leggete nell’ultima slide rendono l’idea dell’impegno richiesto una struttura organizzativa sempre più orientata verso gli artisti e verso il pubblico. Ciò che vi abbiamo illustrato non sarebbe possibile senza il grande lavoro di tutti gli uffici e di tutti i reparti e non potendo qui ringraziare una ad una le mie colleghe e i miei colleghi, mi limiterò a citare i responsabili di area Barbara Ferrato, Salvo Caldarella, Lorenzo Barello, Marco Albertano e Silvano Catufa, professionisti autorevoli, appassionati e sempre disponibili. Insieme a loro ringrazio i direttori artistici Valerio Binasco e Anna Cremonini, coi quali condividiamo una solida complicità progettuale, ed esprimo sincera riconoscenza al nostro Presidente, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio dei Revisori e ai Soci Aderenti per la stima, la fiducia, il sostegno e la partecipazione.

Recite prodotte e coprodotte di prosa 460

Recite ospitate di prosa 214

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Totale recite di prosa e danza 674+32=706

Recite in sede 478+32=510

Recite prodotte in tournée 196

Produzioni e coproduzioni 20

Spettacoli ospiti prosa 30

Titoli in cartellone prosa 49

Titoli in cartellone danza 17

Biglietti messi in vendita in sede 200.520

Città italiane ed europee visitate dalle tournée 38

Giornate lavorative 32.940

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