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Gatti a pelo semilungo

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Academic year: 2022

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Gatti a pelo semilungo

Nelle prossime pagine conosceremo insieme le varie razze feline.

Tra le fonti dove trovare approfondimenti:

http://www.anagrafenazionalefelina.it/

http://royalcanin.it/enciclopedia/enciclopedia-del-gatto http://www.anfitalia.it/

http://www.agraria.org/

Le razze a pelo semilungo, tra cui il Birmano e il Maine Coon, presentano manti relativamenti lunghi (anche se con un sottopelo decisamente ridotto rispetto a quello dei Persiani) e mostrano una notevole differenza nella lunghezza del pelo tra l’inverno e l’estate, stagione in cui ne perdono gran parte, salvo per la coda che resta bella imponente.

I gatti a pelo semilungo sono gatti naturali e non creati dall’uomo come i Persiani, pertanto si sono adattati all'ambiente circostante sviluppando una folta pelliccia invernale.

Non è un caso che i gatti di queste razze provengano da zone geograficamente molto fredde, come il Gatto delle foreste norvegesi.

Altra differenza tra le due specie, sta nel fatto che il pelo semilungo è molto meno morbido del lungo, proprio per questo tende ad annodarsi facilmente, richiedendo una cura giornaliera, a differenza del semilungo a cui basta una toelettatura settimanale.

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Di seguito l’elenco completo:

! American curl longhair

! Angora turco

! Birmano

! Balinese

! Bobtail americano

! British longhair

! Cymric

! Highland bobtail

! Japanese bobtail PL

! Kurilian bobtail

! Maine coon

! Nebelung

! Norvegese delle foreste

! Orientale PL

! Ragdoll

! Sekick rex longhair

! Siberiano

! Somalo

! Turco van

! Yorl chocolate Norvegese delle foreste

Storia

Questa specie (il nome in norvegese è Nork Skaukatt) sembra discendere dai gatti a pelo

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norvegesi, che li portavano con sé sulle imbarcazioni dirette in molti paesi del mondo già noti all'epoca per la loro capacità di arginare i roditori, ciò spiegherebbe la presenza di gatti dai tratti simili in altri paesi lontanissimi. Nelle terre di origine sono conosciuti come Skogkatt e circondati da numerosi miti e leggende.

Negli anni Trenta, il Cat Fancy norvegese lanciò un movimento di difesa del Gatto delle foreste in quanto razza nazionale norvegese. Purtroppo la Seconda Guerra Mondiale interruppe ogni ulteriore avanzamento di questo progetto e solo negli anni Settanta venne costituito il primo club del Gatto delle foreste norvegesi, anche se molti esemplari sono ancora selvatici, e molti allevatori specializzati si dedicarono alla razza, che fu in seguito riconosciuta dal FIFE nel 1977.

Aspetto generale

Il Norvegese delle foreste è una razza naturale, caratterizzata da un corpo vigoroso, zampe abbastanza lunghe e un'ossatura robusta, molto simile al Maine Coon, dal quale si differenzia fondamentalmente per la forma della testa: nel Maine è più lunga, con il muso squadrato e profilo leggermente ricurvo, mentre quella del Norvegese è più triangolare e con il naso dritto.

È ricoperto da un morbido sottopelo e da pelo di copertura (o 'pelo primario' o 'pelo di giarra') medio-lungo e abbastanza grezzo che lo protegge dalle intemperie.

Anche da piccoli presentano pelo lungo, anche se ci vogliono almeno due anni perché raggiunga il suo aspetto migliore; lo sviluppo completo viene raggiunto a tre anni.

Carattere

L'espressione vigile e attenta dei suoi occhi a mandorla è tipica di questa specie.

Ama tenere sollevata la sua folta coda a pennacchio e preferisce la vita all'aperto, magari in un giardino recintato e a prova di fuga, e necessita di molti giochi e attrazioni per non annoiarsi. Dal carattere socievole e affettuoso, ha un carattere imperturbabile, sicuro di sé e amichevole, infatti va d’accordo con tutti…anche con i cani.

È robusto e atletico al tempo stesso, infatti, nonostante la sua stazza, mostra un'incredibile agilità e grandi doti di arrampicatore. È inoltre fra i pochi felini ad apprezzare l'acqua.

Intelligente e pieno di risorse, il Gatto delle foreste norvegesi ha un carattere mite e si adatta con facilità al suo ambiente.

È una specie molto interattiva, che ama integrarsi nell'ambiente familiare e adora giocare con chiunque si mostri disponibile.

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Cymric o Manx a pelo lungo

Storia

La razza Manx ebbe origine nell'Isola di Man, al largo delle coste inglesi nel Mare d'Irlanda, è conosciuta dall'inizio del XIX secolo e fu importata in America negli anni

‘30. A dispetto delle tante leggende che circolano, questo gatto è probabilmente il risultato di una mutazione spontanea che lo privò della coda. Tale mutazione si diffuse rapidamente nella popolazione felina dell'isola, a causa dell'assenza di variabilità genetica in un'area così limitata e relativamente piccola. Il suo debutto avvenne nel 1871 ad un'esposizione al Crystal Palace di Londra, dove acquisì una grande popolarità. La varietà a pelo lungo del Manx è il Cymric, che in alcune organizzazioni è nota con il nome di Longhaired Manx e fu sviluppata successivamente in Canada. Fatta eccezione per la lunghezza del suo pelo, è identica al Manx a pelo corto sotto ogni profilo.

Il nome Cymric deriva dal celtico, e si pronuncia "cumric".

Aspetto generale

Gatto robusto e dalla buona muscolatura, presenta arti posteriori più lunghi di quelli anteriori, dando al corpo una forma arcuata sino alla groppa affusolata, dove normalmente si troverebbe la coda. In realtà, in questa varietà esistono anche esemplari dotati di una coda cortissima e rudimentale, oppure di una coda vera e propria; tuttavia, la variante più nota e tipica è quella del Manx senza coda. La sua testa è piuttosto grande e arrotondata, con guance prominenti che gli conferiscono un aspetto paffuto. Una caratteristica distintiva deriva dalla pelliccia ovattata al tatto, grazie al denso e morbido sottopelo e alla lucidità dello strato superiore. Nel Cymric, ossia la versione a pelo lungo del Manx, la pelliccia è identica ma il manto superiore è notevolmente più lungo e presenta una tessitura setosa.

La razza è soggetta a debolezza degli arti posteriori, portando il soggetto a non poter camminare correttamente e a non rimanere nella stazione quadrupedale. Inoltre conferisce problemi nell'evacuazione delle feci. Il gene letale impedisce lo sviluppo di un quarto dei

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Carattere

Questo gatto ha un temperamento mediamente attivo e reattivo e i suoi arti posteriori gli conferiscono capacità da saltatore capace di raggiungere punti molto alti.

Mite, giocherellone, socievole, molto affettuoso e si adatta velocemente alle novità e accetta presenza di ospiti e di altri animali. Anche se adatto alla vita domestica, giocare in giardino.

Il Cymric è dotato di una spiccata intelligenza sociale e stringe solidi legami affettuosi con la propria famiglia ma non ama stare solo a lungo.

Birmano o Gatto Sacro della Birmania

Storia

Si narra che il Birmano discenda da un’antica popolazione di gatti sacri ospitati in un tempio Khmer di Myanmar. Durante un assalto al medesimo tempio, il gran sacerdote, mentre stava in meditazione davanti alla statua della dea insieme al suo gatto bianco Sinh, venne mortalmente ferito ed il suo fedele gatto Birmano si accucciò sopra di lui rivolgendo lo sguardo alla dea. Mentre ciò accadeva, avvenne una trasformazione: il suo mantello divenne dorato e gli occhi blu zaffiro, quando si voltò verso la porta del tempio le sue zampe, il muso e le orecchie si tinsero di colore scuro della terra, ad eccezione delle zampe ancora appoggiate sul padrone morente le quali rimasero bianche candide in segno di purezza. Guidati dallo sguardo del gatto rivolto alle pesanti porte di bronzo del tempio, i monaci si precipitarono a chiuderle, salvandosi così dal saccheggio e dalla distruzione. Nello stesso tempo anche gli altri gatti del tempio subirono la stessa trasformazione trasmettendola ai loro discendenti. Sinh non abbandonò il suo padrone, e morì sette giorni dopo di lui. Quando i monaci si riunirono per eleggere il nuovo successore del Gran sacerdote videro accorrere tutti i gatti del tempio. Da ciò deriva il nome della razza, Gatto Sacro di Birmania.

È quasi impossibile stabilire le vere origini del Sacro di Birmania alla luce delle innumerevoli leggende che lo circondano. Come il nome lascia intendere, si ritiene vivesse nei templi buddisti della Birmania; anche in tempi più recenti la sua presenza è

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birmani avessero donato un paio di esemplari da allevamento ad un ufficiale militare britannico, il Maggiore Gordon Russell e al suo amico August Pavie. Il racconto è privo di riscontri ma i primi registri scritti sugli allevamenti riportano nel 1919 la spedizione di una coppia di gatti sebbene di provenienza incerta. Fu inoltre riportato che solo la femmina, ancora piccola, sopravvisse al viaggio. Dai suoi gattini proseguì l'allevamento, fino alla registrazione dei gatti birmani avvenuta in Francia nel 1925. La razza sfiorò l'estinzione durante la Seconda Guerra Mondiale; al termine del conflitto erano rimasti soltanto due esemplari, che furono impiegati per creare la razza nella Francia post-bellica.

Nei primi tempi fu necessario incrociare la specie con Persiani e Siamesi ma negli anni Cinquanta si arrivò ad ottenere cucciolate di razza esclusivamente birmana, riconosciuta ufficialmente nel 1966.

Aspetto generale

Il Birmano è un gatto di medie dimensioni, dalla corporatura e ossatura robuste, il cui mantello medio-lungo si allunga intorno al collo andando a formare una specie di collare.

Il suo tratto più importante deriva dal colore bianco dei quattro piedi. Particolarmente attraente è la sua espressione, che sembra un invito a donare affetto, accentuata dagli occhi di color blu intenso, piuttosto grandi e profondi. Esibisce con fierezza la sua coda medio-lunga, coperta di lungo pelo e a pennacchio.

Rispetto ai gatti a pelo lungo, esso matura presto e le femmine spesso vanno in calore a sette mesi d'età. Il suo mantello è più setoso al tatto rispetto quello del Persiano, ma è rispettivamente meno folto. A causa della mancanza di un folto sottopelo soffre il freddo, bisogna stare attenti quindi alle temperature rigide e alle correnti d'aria.

Carattere

Ha una forte e spiccata personalità. Ama parlare più che con la voce con gli occhi, gli sguardi e con tutto il suo corpo. Il più delle volte comunicano in modo pacato, emettendo dei 'cinguettii'. Hanno una tratto vocale unico chiamato 'lo sbuffo del Sacro di Birmania'.

Sembra un colpo di tosse o un latrato che il gatto produce quando è contrariato.

Anche se sembra distaccato, forse consapevole delle sue origini mistiche, è un compagno curioso e affettuoso, dal temperamento attivo e reattivo nonostante ami la quiete e la tranquillità. Mal sopporta la confusione, i rumori forti, gli altri animali e i bambini turbolenti ma, in generale, è un gatto dolce e tranquillo, amorevole, leale e di compagnia che si lascia gestire con facilità. Adatto alla vita di appartamento, può essere lasciato libero di uscire in giardino, dove si divertirà ad arrampicarsi su alberi, senza alcun rischio di rovinare il mantello. I gattini sono molto attivi ed esuberanti, amano giocare fino allo sfinimento, comportamento questo che avranno anche da adulti. A differenza di altri gatti, è molto attaccato al suo padrone e lo cerca continuamente, infatti non è adatto a persone che cercano un gatto "soprammobile", ma è l'ideale per quelli che vogliono trovare in un

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