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50 CONCORSO INTERNAZIONALE PER CANTANTI. 8 oggetti* raccontano la vita di Toti Dal Monte, divina del belcanto. a cura di Elena Filini

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Academic year: 2022

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Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

LA DIVA ritratto a olio di Toti Dal Monte

“Toti Dal Monte testimonia di aver rinnovato tra guerre, rivoluzioni e ansie il mito di Orfeo, placando con grazia melodica fiere, spiriti infernali e sollevando nell'estasi le folle di ogni parte del mondo”.

Giovanni Comisso Cinque giri di perle, orecchini a goccia, un brillante da due carati. Essere Diva significa anche questo.

E Toti Dal Monte lo fu per sempre. Difficile oggi immaginare il successo e l'ammirazione di teatri gremiti ad ogni latitudine. Difficile pensare all'eccitazione del pubblico al Metropolitan o al Colon di Buenos Aires, al Bolshoi di Mosca come a Sidney, Londra e Parigi. In meno di un trentennio di attività Toti Dal Monte accumula fama e fortune imponenti. E', in assoluto, la Diva italiana del tempo nel repertorio lirico leggero, la Musa di Arturo Toscanini.

Qualche numero: 32 anni di carriera (dal debutto alla Scala nel 1916 al ritiro con una serie di concerti in Sudamerica nel 1948), 2000 produzioni in 50 paesi diversi con 35 ruoli differenti

Dopo la seconda guerra mondiale cambierà il mondo, insieme al gusto. E lo stile di canto di Toti Dal Monte sarà soppiantato dal verismo. Eppure l'artista saprà trovare nuovi palcoscenici nel teatro di prosa

e nella televisione, diventando infine talent scout di giovani chef.

L'INFANZIA calco della mano di Toti Dal Monte

Nata a Mogliano Veneto nel 1893, è figlia di due maestri elementari. Il padre, Amilcare Meneghel è musicista dilettante e direttore della banda cittadina. La madre, Maria Zacchello,poetessa, muore prematuramente nel 1900. Ma l'artefice della carriera della giovane Antonietta è senza dubbio il padre che sceglie di trasferire la famiglia (nel frattempo di è risposato con la cugina Giuditta Prandstaller) a Venezia per iscrivere la figlia al Conservatorio Benedetto Marcello. E' Ermanno Wolf-Ferrari a valutare la giovane studentessa in una curiosa ammissione inizialmente prevista per la classe di pianoforte che si trasforma in una sessione di musica vocale da camera.

GLI STUDI busto di Barbara Marchisio

Figlia di un costruttore di pianoforti, sorella del soprano Carlotta Marchisio e del compositore e didatta Antonio Marchisio, Barbara debutta in palcoscenico a Vicenza nel 1856, come Adalgisa in Norma, per poi eseguire, al Teatro Real di Madrid, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Linda di Chamounix e Lucrezia Borgia. Dal 1858 costituisce un duo inseparabile con la sorella Carlotta, che si esibì in tutta Italia e in Europa, con un repertorio incentrato su Rossini. E' considerata una belcantista eccezionale, leggendaria l'estensione della sua voce. Quando incontra Toti Dal Monte, la Marchisio ha 80 anni. Ha già formato allieve famose, una su tutte Rosa Raisa. E' la stessa Toti Dal Monte a raccontare l'audizione con la celebre insegnante, nel suo buen ritiro alla Malcontenta di Mira. "Terminati gli stornelli di Bazzini, la Marchisio senza esprimere alcun apprezzamento, mi domandò cos'altro volessi cantare. Senza esitare risposi: il Faust, l'aria dei gioielli Ma mi permetta Signora di finire senza il si naturale perchè non ci arrivo... Finito che ebbi colei che fu la più grande Cenerentola rossiniana rimase per qualche momento assorta. La voce c'è, ha un bel colore ma .. è piccola. Dovrai studiare molto, cara la mia "cita". Con infinito amore curò la mia emissione vocale, il gusto del fraseggio e del recitativo. (...) ma quante scale, quanti arpeggi, quanti legati e staccati per poter arrivare alla perfezione!”

TOSCANINI bacchetta autografa,

dono di Arturo Toscanini

“Chi lo giudicava brutale,chi cattivo, chi crudele. Era semplicemente un essere superiore, dalla sensibilità tesa e raffinata, incessantemente proiettato verso la perfezione dell'esecuzione musicale. Aveva il magico potere di annientarti o esaltarti a seconda delle circostanze con una sola parola”

Con Toscanini Toti Dal Monte canta una prima volta nel 1919 come solista nella IX Sinfonia di Beethoven. La grande occasione arriva tre anni dopo con Rigoletto per l'apertura di stagione della Scala. Arturo Toscanini è l'artefice della completa definizione del repertorio vocale del soprano,e la figura che le consentirà il salto nel circuito lirico mondiale.

GLI AMORI foto di Toti Dal Monte in abito da sposa e con la figlia Mary

“Quel pubblico che mi ha sempre amato per il mio canto ignorava l'altra pagina della mia vita, quella di donna che non ha solo gioito ma sofferto, faticato e rinunciato per tanti anni al calore degli affetti più sacri, molte volte sole per il mondo e indifesa”

La vita sentimentale adulta di Toti Dal Monte è segnata dall'amore contrastato con il baritono Luigi Montesanto che la porterà a maturare la decisione di convolare a nozze, durante una tourneè a Sydney nel 1928, con il giovane tenore pugliese Enzo De Muro Lomanto. Dall'unione nascerà Mary,apprezzata attrice di prosa con il nome di Marina Dolfin. I due si separeranno consensualmente nel 1932.

I RUOLI 7 statuine raffiguranti Toti Dal Monte nelle sue opere più celebri

Un progressivo affinamento tecnico per ottener una voce fintamente naturale, in realtà controllatissima. Questa è la storia della carriera di Toti Dal Monte. Grazie ad Arturo Toscanini il soprano trova la propria chiave nel repertorio lirico leggero, costruito però su una solidissima tecnica belcantista che la renderà celebre nel canto idealizzato ed elegiaco, puro ed immacolato. Anche lo sbiancamento progressivo dell'emissione, considerato oggi superato,è un progressivo affinamento dell'estetica del candore. Caratteristica, in fondo, di tutti i suoi personaggi seri da Gilda ad Amina, passando per Lucia, Lodoletta e Butterfly.

LA FAMA busto in bronzo di Toti Dal Monte

Toti Dal Monte vive in un'epoca in cui i cantanti lirici saranno tributati atti di ossequio oggi inimmaginabili: vezzeggiati dalla politica internazionali, rappresenteranno il mito del made in Italy nel mondo. Inevitabili quindi i contatti con i gerarchi fascisti, la stima di Rachele Mussolini ma anche le confidenze di Claretta Petacci, gli incontri con Adolf Hitler e Benito Mussolini, Maria Josè, Danielo di Montenegro. Poi Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore portoghese di cui Toti conserverà un'ottima opinione. Temutissimo invece Jospih Stalin e con lui Goebbels. Tra le relazioni più emozionanti, quella con papa Pacelli e Alcide De Gasperi. Toti Dal Monte saprà anche ritagliarsi un particolare merito per aver favorito la Resistenza nel Quartier del Piave e nascosto alcuni ebrei nella tra cui il pianista Carlo Polacco.

I VEZZI paio di calzature disegnate su misura per Toti Dal Monte da Pierre Cardin

I primi due brillanti comprati nella tournée sudamericana di debutto. Gli abiti, i quadri, l'amore sconfinato per il caviale e i fiori. Ma anche una curiosa bicicletta triciclo, con cui si muoveva nella campagna solighese. Diva sul palcoscenico e fuori, Toti Dal Monte era in realtà un'infaticabile lavoratrice nordestina. Che ha cantato, prodotto, guadagnato e amministrato lasciando immobili e preziosi, gioielli e opere d'arte. Una parte di questo materiale è stata donata in comodato d'uso dalla figlia Maria De Muro, in arte Marina Dolfin, al Comune di Pieve di Soligo. Un ultimo lascito, donato all'associazione musicale Toti Dal Monte di Pieve di Soligo, è presentato in mostra: si tratta di un paio di scarpe confezionate su misura per il soprano da Pierre Cardin, al secolo Piero Cardin, geniale stilista nato a Sant'Andrea di Barbarana (Treviso), destinato a diventare a Parigi un'icona europea della moda.

Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

50° CONCORSO INTERNAZIONALE PER CANTANTI

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Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

LA DIVA ritratto a olio di Toti Dal Monte

“Toti Dal Monte testimonia di aver rinnovato tra guerre, rivoluzioni e ansie il mito di Orfeo, placando con grazia melodica fiere, spiriti infernali e sollevando nell'estasi le folle di ogni parte del mondo”.

Giovanni Comisso Cinque giri di perle, orecchini a goccia, un brillante da due carati. Essere Diva significa anche questo.

E Toti Dal Monte lo fu per sempre. Difficile oggi immaginare il successo e l'ammirazione di teatri gremiti ad ogni latitudine. Difficile pensare all'eccitazione del pubblico al Metropolitan o al Colon di Buenos Aires, al Bolshoi di Mosca come a Sidney, Londra e Parigi. In meno di un trentennio di attività Toti Dal Monte accumula fama e fortune imponenti. E', in assoluto, la Diva italiana del tempo nel repertorio lirico leggero, la Musa di Arturo Toscanini.

Qualche numero: 32 anni di carriera (dal debutto alla Scala nel 1916 al ritiro con una serie di concerti in Sudamerica nel 1948), 2000 produzioni in 50 paesi diversi con 35 ruoli differenti

Dopo la seconda guerra mondiale cambierà il mondo, insieme al gusto. E lo stile di canto di Toti Dal Monte sarà soppiantato dal verismo. Eppure l'artista saprà trovare nuovi palcoscenici nel teatro di prosa

e nella televisione, diventando infine talent scout di giovani chef.

L'INFANZIA calco della mano di Toti Dal Monte

Nata a Mogliano Veneto nel 1893, è figlia di due maestri elementari. Il padre, Amilcare Meneghel è musicista dilettante e direttore della banda cittadina. La madre, Maria Zacchello,poetessa, muore prematuramente nel 1900. Ma l'artefice della carriera della giovane Antonietta è senza dubbio il padre che sceglie di trasferire la famiglia (nel frattempo di è risposato con la cugina Giuditta Prandstaller) a Venezia per iscrivere la figlia al Conservatorio Benedetto Marcello. E' Ermanno Wolf-Ferrari a valutare la giovane studentessa in una curiosa ammissione inizialmente prevista per la classe di pianoforte che si trasforma in una sessione di musica vocale da camera.

GLI STUDI busto di Barbara Marchisio

Figlia di un costruttore di pianoforti, sorella del soprano Carlotta Marchisio e del compositore e didatta Antonio Marchisio, Barbara debutta in palcoscenico a Vicenza nel 1856, come Adalgisa in Norma, per poi eseguire, al Teatro Real di Madrid, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Linda di Chamounix e Lucrezia Borgia. Dal 1858 costituisce un duo inseparabile con la sorella Carlotta, che si esibì in tutta Italia e in Europa, con un repertorio incentrato su Rossini. E' considerata una belcantista eccezionale, leggendaria l'estensione della sua voce. Quando incontra Toti Dal Monte, la Marchisio ha 80 anni. Ha già formato allieve famose, una su tutte Rosa Raisa. E' la stessa Toti Dal Monte a raccontare l'audizione con la celebre insegnante, nel suo buen ritiro alla Malcontenta di Mira. "Terminati gli stornelli di Bazzini, la Marchisio senza esprimere alcun apprezzamento, mi domandò cos'altro volessi cantare. Senza esitare risposi: il Faust, l'aria dei gioielli Ma mi permetta Signora di finire senza il si naturale perchè non ci arrivo... Finito che ebbi colei che fu la più grande Cenerentola rossiniana rimase per qualche momento assorta. La voce c'è, ha un bel colore ma .. è piccola. Dovrai studiare molto, cara la mia "cita".

Con infinito amore curò la mia emissione vocale, il gusto del fraseggio e del recitativo. (...) ma quante scale, quanti arpeggi, quanti legati e staccati per poter arrivare alla perfezione!”

TOSCANINI bacchetta autografa,

dono di Arturo Toscanini

“Chi lo giudicava brutale,chi cattivo, chi crudele. Era semplicemente un essere superiore, dalla sensibilità tesa e raffinata, incessantemente proiettato verso la perfezione dell'esecuzione musicale.

Aveva il magico potere di annientarti o esaltarti a seconda delle circostanze con una sola parola”

Con Toscanini Toti Dal Monte canta una prima volta nel 1919 come solista nella IX Sinfonia di Beethoven. La grande occasione arriva tre anni dopo con Rigoletto per l'apertura di stagione della Scala. Arturo Toscanini è l'artefice della completa definizione del repertorio vocale del soprano,e la figura che le consentirà il salto nel circuito lirico mondiale.

GLI AMORI foto di Toti Dal Monte in abito da sposa e con la figlia Mary

“Quel pubblico che mi ha sempre amato per il mio canto ignorava l'altra pagina della mia vita, quella di donna che non ha solo gioito ma sofferto, faticato e rinunciato per tanti anni al calore degli affetti più sacri, molte volte sole per il mondo e indifesa”

La vita sentimentale adulta di Toti Dal Monte è segnata dall'amore contrastato con il baritono Luigi Montesanto che la porterà a maturare la decisione di convolare a nozze, durante una tourneè a Sydney nel 1928, con il giovane tenore pugliese Enzo De Muro Lomanto. Dall'unione nascerà Mary,apprezzata attrice di prosa con il nome di Marina Dolfin. I due si separeranno consensualmente nel 1932.

I RUOLI 7 statuine raffiguranti Toti Dal Monte nelle sue opere più celebri

Un progressivo affinamento tecnico per ottener una voce fintamente naturale, in realtà controllatissima. Questa è la storia della carriera di Toti Dal Monte. Grazie ad Arturo Toscanini il soprano trova la propria chiave nel repertorio lirico leggero, costruito però su una solidissima tecnica belcantista che la renderà celebre nel canto idealizzato ed elegiaco, puro ed immacolato. Anche lo sbiancamento progressivo dell'emissione, considerato oggi superato,è un progressivo affinamento dell'estetica del candore. Caratteristica, in fondo, di tutti i suoi personaggi seri da Gilda ad Amina, passando per Lucia, Lodoletta e Butterfly.

LA FAMA busto in bronzo di Toti Dal Monte

Toti Dal Monte vive in un'epoca in cui i cantanti lirici saranno tributati atti di ossequio oggi inimmaginabili: vezzeggiati dalla politica internazionali, rappresenteranno il mito del made in Italy nel mondo. Inevitabili quindi i contatti con i gerarchi fascisti, la stima di Rachele Mussolini ma anche le confidenze di Claretta Petacci, gli incontri con Adolf Hitler e Benito Mussolini, Maria Josè, Danielo di Montenegro. Poi Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore portoghese di cui Toti conserverà un'ottima opinione. Temutissimo invece Jospih Stalin e con lui Goebbels. Tra le relazioni più emozionanti, quella con papa Pacelli e Alcide De Gasperi. Toti Dal Monte saprà anche ritagliarsi un particolare merito per aver favorito la Resistenza nel Quartier del Piave e nascosto alcuni ebrei nella tra cui il pianista Carlo Polacco.

I VEZZI paio di calzature disegnate su misura per Toti Dal Monte da Pierre Cardin

I primi due brillanti comprati nella tournée sudamericana di debutto. Gli abiti, i quadri, l'amore sconfinato per il caviale e i fiori. Ma anche una curiosa bicicletta triciclo, con cui si muoveva nella campagna solighese. Diva sul palcoscenico e fuori, Toti Dal Monte era in realtà un'infaticabile lavoratrice nordestina. Che ha cantato, prodotto, guadagnato e amministrato lasciando immobili e preziosi, gioielli e opere d'arte. Una parte di questo materiale è stata donata in comodato d'uso dalla figlia Maria De Muro, in arte Marina Dolfin, al Comune di Pieve di Soligo. Un ultimo lascito, donato all'associazione musicale Toti Dal Monte di Pieve di Soligo, è presentato in mostra: si tratta di un paio di scarpe confezionate su misura per il soprano da Pierre Cardin, al secolo Piero Cardin, geniale stilista nato a Sant'Andrea di Barbarana (Treviso), destinato a diventare a Parigi un'icona europea della moda.

50° CONCORSO

INTERNAZIONALE

PER CANTANTI

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Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

LA DIVA ritratto a olio di Toti Dal Monte

“Toti Dal Monte testimonia di aver rinnovato tra guerre, rivoluzioni e ansie il mito di Orfeo, placando con grazia melodica fiere, spiriti infernali e sollevando nell'estasi le folle di ogni parte del mondo”.

Giovanni Comisso Cinque giri di perle, orecchini a goccia, un brillante da due carati. Essere Diva significa anche questo.

E Toti Dal Monte lo fu per sempre. Difficile oggi immaginare il successo e l'ammirazione di teatri gremiti ad ogni latitudine. Difficile pensare all'eccitazione del pubblico al Metropolitan o al Colon di Buenos Aires, al Bolshoi di Mosca come a Sidney, Londra e Parigi. In meno di un trentennio di attività Toti Dal Monte accumula fama e fortune imponenti. E', in assoluto, la Diva italiana del tempo nel repertorio lirico leggero, la Musa di Arturo Toscanini.

Qualche numero: 32 anni di carriera (dal debutto alla Scala nel 1916 al ritiro con una serie di concerti in Sudamerica nel 1948), 2000 produzioni in 50 paesi diversi con 35 ruoli differenti

Dopo la seconda guerra mondiale cambierà il mondo, insieme al gusto. E lo stile di canto di Toti Dal Monte sarà soppiantato dal verismo. Eppure l'artista saprà trovare nuovi palcoscenici nel teatro di prosa

e nella televisione, diventando infine talent scout di giovani chef.

L'INFANZIA calco della mano di Toti Dal Monte

Nata a Mogliano Veneto nel 1893, è figlia di due maestri elementari. Il padre, Amilcare Meneghel è musicista dilettante e direttore della banda cittadina. La madre, Maria Zacchello,poetessa, muore prematuramente nel 1900. Ma l'artefice della carriera della giovane Antonietta è senza dubbio il padre che sceglie di trasferire la famiglia (nel frattempo di è risposato con la cugina Giuditta Prandstaller) a Venezia per iscrivere la figlia al Conservatorio Benedetto Marcello. E' Ermanno Wolf-Ferrari a valutare la giovane studentessa in una curiosa ammissione inizialmente prevista per la classe di pianoforte che si trasforma in una sessione di musica vocale da camera.

GLI STUDI busto di Barbara Marchisio

Figlia di un costruttore di pianoforti, sorella del soprano Carlotta Marchisio e del compositore e didatta Antonio Marchisio, Barbara debutta in palcoscenico a Vicenza nel 1856, come Adalgisa in Norma, per poi eseguire, al Teatro Real di Madrid, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Linda di Chamounix e Lucrezia Borgia. Dal 1858 costituisce un duo inseparabile con la sorella Carlotta, che si esibì in tutta Italia e in Europa, con un repertorio incentrato su Rossini. E' considerata una belcantista eccezionale, leggendaria l'estensione della sua voce. Quando incontra Toti Dal Monte, la Marchisio ha 80 anni. Ha già formato allieve famose, una su tutte Rosa Raisa. E' la stessa Toti Dal Monte a raccontare l'audizione con la celebre insegnante, nel suo buen ritiro alla Malcontenta di Mira. "Terminati gli stornelli di Bazzini, la Marchisio senza esprimere alcun apprezzamento, mi domandò cos'altro volessi cantare. Senza esitare risposi: il Faust, l'aria dei gioielli Ma mi permetta Signora di finire senza il si naturale perchè non ci arrivo... Finito che ebbi colei che fu la più grande Cenerentola rossiniana rimase per qualche momento assorta. La voce c'è, ha un bel colore ma .. è piccola. Dovrai studiare molto, cara la mia "cita".

Con infinito amore curò la mia emissione vocale, il gusto del fraseggio e del recitativo. (...) ma quante scale, quanti arpeggi, quanti legati e staccati per poter arrivare alla perfezione!”

TOSCANINI bacchetta autografa,

dono di Arturo Toscanini

“Chi lo giudicava brutale,chi cattivo, chi crudele. Era semplicemente un essere superiore, dalla sensibilità tesa e raffinata, incessantemente proiettato verso la perfezione dell'esecuzione musicale.

Aveva il magico potere di annientarti o esaltarti a seconda delle circostanze con una sola parola”

Con Toscanini Toti Dal Monte canta una prima volta nel 1919 come solista nella IX Sinfonia di Beethoven. La grande occasione arriva tre anni dopo con Rigoletto per l'apertura di stagione della Scala. Arturo Toscanini è l'artefice della completa definizione del repertorio vocale del soprano,e la figura che le consentirà il salto nel circuito lirico mondiale.

GLI AMORI foto di Toti Dal Monte in abito da sposa e con la figlia Mary

“Quel pubblico che mi ha sempre amato per il mio canto ignorava l'altra pagina della mia vita, quella di donna che non ha solo gioito ma sofferto, faticato e rinunciato per tanti anni al calore degli affetti più sacri, molte volte sole per il mondo e indifesa”

La vita sentimentale adulta di Toti Dal Monte è segnata dall'amore contrastato con il baritono Luigi Montesanto che la porterà a maturare la decisione di convolare a nozze, durante una tourneè a Sydney nel 1928, con il giovane tenore pugliese Enzo De Muro Lomanto. Dall'unione nascerà Mary,apprezzata attrice di prosa con il nome di Marina Dolfin. I due si separeranno consensualmente nel 1932.

I RUOLI 7 statuine raffiguranti Toti Dal Monte nelle sue opere più celebri

Un progressivo affinamento tecnico per ottener una voce fintamente naturale, in realtà controllatissima.

Questa è la storia della carriera di Toti Dal Monte. Grazie ad Arturo Toscanini il soprano trova la propria chiave nel repertorio lirico leggero, costruito però su una solidissima tecnica belcantista che la renderà celebre nel canto idealizzato ed elegiaco, puro ed immacolato. Anche lo sbiancamento progressivo dell'emissione, considerato oggi superato,è un progressivo affinamento dell'estetica del candore.

Caratteristica, in fondo, di tutti i suoi personaggi seri da Gilda ad Amina, passando per Lucia, Lodoletta e Butterfly.

LA FAMA busto in bronzo di Toti Dal Monte

Toti Dal Monte vive in un'epoca in cui i cantanti lirici saranno tributati atti di ossequio oggi inimmaginabili: vezzeggiati dalla politica internazionali, rappresenteranno il mito del made in Italy nel mondo. Inevitabili quindi i contatti con i gerarchi fascisti, la stima di Rachele Mussolini ma anche le confidenze di Claretta Petacci, gli incontri con Adolf Hitler e Benito Mussolini, Maria Josè, Danielo di Montenegro. Poi Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore portoghese di cui Toti conserverà un'ottima opinione. Temutissimo invece Jospih Stalin e con lui Goebbels. Tra le relazioni più emozionanti, quella con papa Pacelli e Alcide De Gasperi. Toti Dal Monte saprà anche ritagliarsi un particolare merito per aver favorito la Resistenza nel Quartier del Piave e nascosto alcuni ebrei nella tra cui il pianista Carlo Polacco.

I VEZZI paio di calzature disegnate su misura per Toti Dal Monte da Pierre Cardin

I primi due brillanti comprati nella tournée sudamericana di debutto. Gli abiti, i quadri, l'amore sconfinato per il caviale e i fiori. Ma anche una curiosa bicicletta triciclo, con cui si muoveva nella campagna solighese. Diva sul palcoscenico e fuori, Toti Dal Monte era in realtà un'infaticabile lavoratrice nordestina. Che ha cantato, prodotto, guadagnato e amministrato lasciando immobili e preziosi, gioielli e opere d'arte. Una parte di questo materiale è stata donata in comodato d'uso dalla figlia Maria De Muro, in arte Marina Dolfin, al Comune di Pieve di Soligo. Un ultimo lascito, donato all'associazione musicale Toti Dal Monte di Pieve di Soligo, è presentato in mostra: si tratta di un paio di scarpe confezionate su misura per il soprano da Pierre Cardin, al secolo Piero Cardin, geniale stilista nato a Sant'Andrea di Barbarana (Treviso), destinato a diventare a Parigi un'icona europea della moda.

50° CONCORSO

INTERNAZIONALE

PER CANTANTI

(4)

Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

LA DIVA ritratto a olio di Toti Dal Monte

“Toti Dal Monte testimonia di aver rinnovato tra guerre, rivoluzioni e ansie il mito di Orfeo, placando con grazia melodica fiere, spiriti infernali e sollevando nell'estasi le folle di ogni parte del mondo”.

Giovanni Comisso Cinque giri di perle, orecchini a goccia, un brillante da due carati. Essere Diva significa anche questo.

E Toti Dal Monte lo fu per sempre. Difficile oggi immaginare il successo e l'ammirazione di teatri gremiti ad ogni latitudine. Difficile pensare all'eccitazione del pubblico al Metropolitan o al Colon di Buenos Aires, al Bolshoi di Mosca come a Sidney, Londra e Parigi. In meno di un trentennio di attività Toti Dal Monte accumula fama e fortune imponenti. E', in assoluto, la Diva italiana del tempo nel repertorio lirico leggero, la Musa di Arturo Toscanini.

Qualche numero: 32 anni di carriera (dal debutto alla Scala nel 1916 al ritiro con una serie di concerti in Sudamerica nel 1948), 2000 produzioni in 50 paesi diversi con 35 ruoli differenti

Dopo la seconda guerra mondiale cambierà il mondo, insieme al gusto. E lo stile di canto di Toti Dal Monte sarà soppiantato dal verismo. Eppure l'artista saprà trovare nuovi palcoscenici nel teatro di prosa

e nella televisione, diventando infine talent scout di giovani chef.

L'INFANZIA calco della mano di Toti Dal Monte

Nata a Mogliano Veneto nel 1893, è figlia di due maestri elementari. Il padre, Amilcare Meneghel è musicista dilettante e direttore della banda cittadina. La madre, Maria Zacchello,poetessa, muore prematuramente nel 1900. Ma l'artefice della carriera della giovane Antonietta è senza dubbio il padre che sceglie di trasferire la famiglia (nel frattempo di è risposato con la cugina Giuditta Prandstaller) a Venezia per iscrivere la figlia al Conservatorio Benedetto Marcello. E' Ermanno Wolf-Ferrari a valutare la giovane studentessa in una curiosa ammissione inizialmente prevista per la classe di pianoforte che si trasforma in una sessione di musica vocale da camera.

GLI STUDI busto di Barbara Marchisio

Figlia di un costruttore di pianoforti, sorella del soprano Carlotta Marchisio e del compositore e didatta Antonio Marchisio, Barbara debutta in palcoscenico a Vicenza nel 1856, come Adalgisa in Norma, per poi eseguire, al Teatro Real di Madrid, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Linda di Chamounix e Lucrezia Borgia. Dal 1858 costituisce un duo inseparabile con la sorella Carlotta, che si esibì in tutta Italia e in Europa, con un repertorio incentrato su Rossini. E' considerata una belcantista eccezionale, leggendaria l'estensione della sua voce. Quando incontra Toti Dal Monte, la Marchisio ha 80 anni. Ha già formato allieve famose, una su tutte Rosa Raisa. E' la stessa Toti Dal Monte a raccontare l'audizione con la celebre insegnante, nel suo buen ritiro alla Malcontenta di Mira. "Terminati gli stornelli di Bazzini, la Marchisio senza esprimere alcun apprezzamento, mi domandò cos'altro volessi cantare. Senza esitare risposi: il Faust, l'aria dei gioielli Ma mi permetta Signora di finire senza il si naturale perchè non ci arrivo... Finito che ebbi colei che fu la più grande Cenerentola rossiniana rimase per qualche momento assorta. La voce c'è, ha un bel colore ma .. è piccola. Dovrai studiare molto, cara la mia "cita".

Con infinito amore curò la mia emissione vocale, il gusto del fraseggio e del recitativo. (...) ma quante scale, quanti arpeggi, quanti legati e staccati per poter arrivare alla perfezione!”

TOSCANINI bacchetta autografa,

dono di Arturo Toscanini

“Chi lo giudicava brutale,chi cattivo, chi crudele. Era semplicemente un essere superiore, dalla sensibilità tesa e raffinata, incessantemente proiettato verso la perfezione dell'esecuzione musicale.

Aveva il magico potere di annientarti o esaltarti a seconda delle circostanze con una sola parola”

Con Toscanini Toti Dal Monte canta una prima volta nel 1919 come solista nella IX Sinfonia di Beethoven. La grande occasione arriva tre anni dopo con Rigoletto per l'apertura di stagione della Scala. Arturo Toscanini è l'artefice della completa definizione del repertorio vocale del soprano,e la figura che le consentirà il salto nel circuito lirico mondiale.

GLI AMORI foto di Toti Dal Monte in abito da sposa e con la figlia Mary

“Quel pubblico che mi ha sempre amato per il mio canto ignorava l'altra pagina della mia vita, quella di donna che non ha solo gioito ma sofferto, faticato e rinunciato per tanti anni al calore degli affetti più sacri, molte volte sole per il mondo e indifesa”

La vita sentimentale adulta di Toti Dal Monte è segnata dall'amore contrastato con il baritono Luigi Montesanto che la porterà a maturare la decisione di convolare a nozze, durante una tourneè a Sydney nel 1928, con il giovane tenore pugliese Enzo De Muro Lomanto. Dall'unione nascerà Mary,apprezzata attrice di prosa con il nome di Marina Dolfin. I due si separeranno consensualmente nel 1932.

I RUOLI 7 statuine raffiguranti Toti Dal Monte nelle sue opere più celebri

Un progressivo affinamento tecnico per ottener una voce fintamente naturale, in realtà controllatissima.

Questa è la storia della carriera di Toti Dal Monte. Grazie ad Arturo Toscanini il soprano trova la propria chiave nel repertorio lirico leggero, costruito però su una solidissima tecnica belcantista che la renderà celebre nel canto idealizzato ed elegiaco, puro ed immacolato. Anche lo sbiancamento progressivo dell'emissione, considerato oggi superato,è un progressivo affinamento dell'estetica del candore.

Caratteristica, in fondo, di tutti i suoi personaggi seri da Gilda ad Amina, passando per Lucia, Lodoletta e Butterfly.

LA FAMA busto in bronzo di Toti Dal Monte

Toti Dal Monte vive in un'epoca in cui i cantanti lirici saranno tributati atti di ossequio oggi inimmaginabili: vezzeggiati dalla politica internazionali, rappresenteranno il mito del made in Italy nel mondo. Inevitabili quindi i contatti con i gerarchi fascisti, la stima di Rachele Mussolini ma anche le confidenze di Claretta Petacci, gli incontri con Adolf Hitler e Benito Mussolini, Maria Josè, Danielo di Montenegro. Poi Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore portoghese di cui Toti conserverà un'ottima opinione. Temutissimo invece Jospih Stalin e con lui Goebbels. Tra le relazioni più emozionanti, quella con papa Pacelli e Alcide De Gasperi. Toti Dal Monte saprà anche ritagliarsi un particolare merito per aver favorito la Resistenza nel Quartier del Piave e nascosto alcuni ebrei nella tra cui il pianista Carlo Polacco.

I VEZZI paio di calzature disegnate su misura per Toti Dal Monte da Pierre Cardin

I primi due brillanti comprati nella tournée sudamericana di debutto. Gli abiti, i quadri, l'amore sconfinato per il caviale e i fiori. Ma anche una curiosa bicicletta triciclo, con cui si muoveva nella campagna solighese. Diva sul palcoscenico e fuori, Toti Dal Monte era in realtà un'infaticabile lavoratrice nordestina. Che ha cantato, prodotto, guadagnato e amministrato lasciando immobili e preziosi, gioielli e opere d'arte. Una parte di questo materiale è stata donata in comodato d'uso dalla figlia Maria De Muro, in arte Marina Dolfin, al Comune di Pieve di Soligo. Un ultimo lascito, donato all'associazione musicale Toti Dal Monte di Pieve di Soligo, è presentato in mostra: si tratta di un paio di scarpe confezionate su misura per il soprano da Pierre Cardin, al secolo Piero Cardin, geniale stilista nato a Sant'Andrea di Barbarana (Treviso), destinato a diventare a Parigi un'icona europea della moda.

50° CONCORSO

INTERNAZIONALE

PER CANTANTI

(5)

Nelle stanze della Diva

8 oggetti* raccontano la vita

di Toti Dal Monte, divina del belcanto

a cura di Elena Filini

Fare del teatro un museo contemporaneo, dove prendono vita gli oggetti dei grandi artisti che nel corso dei secoli lo hanno abitato. Pensare che possa restare, oltre che il luogo dei loro successi, la casa delle loro memorie. Nelle stanze della Diva è un corner espositivo che si sviluppa per raccontare al pubblico, direttamente in foyer, il profilo di Toti Dal Monte, il più importante soprano lirico-leggero nel trentennio a cavallo tra le due guerre mondiali. L'esposizione presenta una selezione di oggetti simbolo della vicenda artistica e umana di Toti Dal Monte in occasione della 50^ edizione del Concorso internazionale per cantanti a lei dedicato.

* Mostra realizzata per gentile concessione del Comune di Pieve di Soligo

LA DIVA ritratto a olio di Toti Dal Monte

“Toti Dal Monte testimonia di aver rinnovato tra guerre, rivoluzioni e ansie il mito di Orfeo, placando con grazia melodica fiere, spiriti infernali e sollevando nell'estasi le folle di ogni parte del mondo”.

Giovanni Comisso Cinque giri di perle, orecchini a goccia, un brillante da due carati. Essere Diva significa anche questo.

E Toti Dal Monte lo fu per sempre. Difficile oggi immaginare il successo e l'ammirazione di teatri gremiti ad ogni latitudine. Difficile pensare all'eccitazione del pubblico al Metropolitan o al Colon di Buenos Aires, al Bolshoi di Mosca come a Sidney, Londra e Parigi. In meno di un trentennio di attività Toti Dal Monte accumula fama e fortune imponenti. E', in assoluto, la Diva italiana del tempo nel repertorio lirico leggero, la Musa di Arturo Toscanini.

Qualche numero: 32 anni di carriera (dal debutto alla Scala nel 1916 al ritiro con una serie di concerti in Sudamerica nel 1948), 2000 produzioni in 50 paesi diversi con 35 ruoli differenti

Dopo la seconda guerra mondiale cambierà il mondo, insieme al gusto. E lo stile di canto di Toti Dal Monte sarà soppiantato dal verismo. Eppure l'artista saprà trovare nuovi palcoscenici nel teatro di prosa

e nella televisione, diventando infine talent scout di giovani chef.

L'INFANZIA calco della mano di Toti Dal Monte

Nata a Mogliano Veneto nel 1893, è figlia di due maestri elementari. Il padre, Amilcare Meneghel è musicista dilettante e direttore della banda cittadina. La madre, Maria Zacchello,poetessa, muore prematuramente nel 1900. Ma l'artefice della carriera della giovane Antonietta è senza dubbio il padre che sceglie di trasferire la famiglia (nel frattempo di è risposato con la cugina Giuditta Prandstaller) a Venezia per iscrivere la figlia al Conservatorio Benedetto Marcello. E' Ermanno Wolf-Ferrari a valutare la giovane studentessa in una curiosa ammissione inizialmente prevista per la classe di pianoforte che si trasforma in una sessione di musica vocale da camera.

GLI STUDI busto di Barbara Marchisio

Figlia di un costruttore di pianoforti, sorella del soprano Carlotta Marchisio e del compositore e didatta Antonio Marchisio, Barbara debutta in palcoscenico a Vicenza nel 1856, come Adalgisa in Norma, per poi eseguire, al Teatro Real di Madrid, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Linda di Chamounix e Lucrezia Borgia. Dal 1858 costituisce un duo inseparabile con la sorella Carlotta, che si esibì in tutta Italia e in Europa, con un repertorio incentrato su Rossini. E' considerata una belcantista eccezionale, leggendaria l'estensione della sua voce. Quando incontra Toti Dal Monte, la Marchisio ha 80 anni. Ha già formato allieve famose, una su tutte Rosa Raisa. E' la stessa Toti Dal Monte a raccontare l'audizione con la celebre insegnante, nel suo buen ritiro alla Malcontenta di Mira. "Terminati gli stornelli di Bazzini, la Marchisio senza esprimere alcun apprezzamento, mi domandò cos'altro volessi cantare. Senza esitare risposi: il Faust, l'aria dei gioielli Ma mi permetta Signora di finire senza il si naturale perchè non ci arrivo... Finito che ebbi colei che fu la più grande Cenerentola rossiniana rimase per qualche momento assorta. La voce c'è, ha un bel colore ma .. è piccola. Dovrai studiare molto, cara la mia "cita".

Con infinito amore curò la mia emissione vocale, il gusto del fraseggio e del recitativo. (...) ma quante scale, quanti arpeggi, quanti legati e staccati per poter arrivare alla perfezione!”

TOSCANINI bacchetta autografa,

dono di Arturo Toscanini

“Chi lo giudicava brutale,chi cattivo, chi crudele. Era semplicemente un essere superiore, dalla sensibilità tesa e raffinata, incessantemente proiettato verso la perfezione dell'esecuzione musicale.

Aveva il magico potere di annientarti o esaltarti a seconda delle circostanze con una sola parola”

Con Toscanini Toti Dal Monte canta una prima volta nel 1919 come solista nella IX Sinfonia di Beethoven. La grande occasione arriva tre anni dopo con Rigoletto per l'apertura di stagione della Scala. Arturo Toscanini è l'artefice della completa definizione del repertorio vocale del soprano,e la figura che le consentirà il salto nel circuito lirico mondiale.

GLI AMORI foto di Toti Dal Monte in abito da sposa e con la figlia Mary

“Quel pubblico che mi ha sempre amato per il mio canto ignorava l'altra pagina della mia vita, quella di donna che non ha solo gioito ma sofferto, faticato e rinunciato per tanti anni al calore degli affetti più sacri, molte volte sole per il mondo e indifesa”

La vita sentimentale adulta di Toti Dal Monte è segnata dall'amore contrastato con il baritono Luigi Montesanto che la porterà a maturare la decisione di convolare a nozze, durante una tourneè a Sydney nel 1928, con il giovane tenore pugliese Enzo De Muro Lomanto. Dall'unione nascerà Mary,apprezzata attrice di prosa con il nome di Marina Dolfin. I due si separeranno consensualmente nel 1932.

I RUOLI 7 statuine raffiguranti Toti Dal Monte nelle sue opere più celebri

Un progressivo affinamento tecnico per ottener una voce fintamente naturale, in realtà controllatissima.

Questa è la storia della carriera di Toti Dal Monte. Grazie ad Arturo Toscanini il soprano trova la propria chiave nel repertorio lirico leggero, costruito però su una solidissima tecnica belcantista che la renderà celebre nel canto idealizzato ed elegiaco, puro ed immacolato. Anche lo sbiancamento progressivo dell'emissione, considerato oggi superato,è un progressivo affinamento dell'estetica del candore.

Caratteristica, in fondo, di tutti i suoi personaggi seri da Gilda ad Amina, passando per Lucia, Lodoletta e Butterfly.

LA FAMA busto in bronzo di Toti Dal Monte

Toti Dal Monte vive in un'epoca in cui i cantanti lirici saranno tributati atti di ossequio oggi inimmaginabili: vezzeggiati dalla politica internazionali, rappresenteranno il mito del made in Italy nel mondo. Inevitabili quindi i contatti con i gerarchi fascisti, la stima di Rachele Mussolini ma anche le confidenze di Claretta Petacci, gli incontri con Adolf Hitler e Benito Mussolini, Maria Josè, Danielo di Montenegro. Poi Antonio de Oliveira Salazar, il dittatore portoghese di cui Toti conserverà un'ottima opinione. Temutissimo invece Jospih Stalin e con lui Goebbels. Tra le relazioni più emozionanti, quella con papa Pacelli e Alcide De Gasperi. Toti Dal Monte saprà anche ritagliarsi un particolare merito per aver favorito la Resistenza nel Quartier del Piave e nascosto alcuni ebrei nella tra cui il pianista Carlo Polacco.

I VEZZI paio di calzature disegnate su misura per Toti Dal Monte da Pierre Cardin

I primi due brillanti comprati nella tournée sudamericana di debutto. Gli abiti, i quadri, l'amore sconfinato per il caviale e i fiori. Ma anche una curiosa bicicletta triciclo, con cui si muoveva nella campagna solighese. Diva sul palcoscenico e fuori, Toti Dal Monte era in realtà un'infaticabile lavoratrice nordestina. Che ha cantato, prodotto, guadagnato e amministrato lasciando immobili e preziosi, gioielli e opere d'arte. Una parte di questo materiale è stata donata in comodato d'uso dalla figlia Maria De Muro, in arte Marina Dolfin, al Comune di Pieve di Soligo. Un ultimo lascito, donato all'associazione musicale Toti Dal Monte di Pieve di Soligo, è presentato in mostra: si tratta di un paio di scarpe confezionate su misura per il soprano da Pierre Cardin, al secolo Piero Cardin, geniale stilista nato a Sant'Andrea di Barbarana (Treviso), destinato a diventare a Parigi un'icona europea della moda.

50° CONCORSO

INTERNAZIONALE

PER CANTANTI

(6)

50° CONCORSO INTERNAZIONALE PER CANTANTI

Il Toti Dal Monte per immagini

Un concorso lirico internazionale, 50 edizioni, oltre 260 artisti premiati e 29 differenti titoli d’opera prodotti. Un traguardo così speciale non si poteva che celebrare restituendo un volto ai cantanti che da qui sono passati. Questa breve mostra fotografica, quindi, ripercorre le edizioni più significative del concorso prediligendo gli scatti dei vincitori in scena perchè il grande e più importante premio di questo concorso è sempre stata l’opportunità del debutto su un palcoscenico prestigioso di un Teatro di Tradizione ricco di storia come quello di Treviso. Volti noti e volti meno noti si intrecciano quindi in questi trenta scatti che riportano alla luce momenti gloriosi e personalità di spicco, anche nella commissione giudicatrice, da sempre tra le più selettive tra i concorsi internazionali. Non poteva mancare quindi l'omaggio a Mario Del Monaco, Regina Resnik e Peter Maag, che hanno segnato in maniera indelebile la storia di questo concorso.

Edoardo Bottacin

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