La Provincia batte cassa e mette in mora la Regione
di Marta Naddei
Pronti a mettere in mora la Regione Campania. Da palazzo Sant’Agostino arriva l’aut aut all’ente regionale: o lo stanziamento “spontaneo” delle risorse dovute oppure si procede per vie legali. Lo spettro dello sforamento del patto d i s t a b i l i t à è s e m p r e p i ù i n q u i e t a n t e e a l e g g i a pericolosamente dalle parti di via Roma. La Provincia di Salerno ha circa tre mesi di tempo per riuscire a recuperare le somme necessarie per riuscire a rientrare nei parametri economico-finanziari stabiliti dal patto, evitando così di incappare in sanzioni sia di natura economica che più strettamente tecnica come, ad esempio, l’impossibilità di procedere con le assunzioni. Che le casse della Provincia di Salerno non godano di buona salute lo sa bene il presidente Giuseppe Canfora – che, però, nonostante questo ha nominato Bruno Di Nesta quale direttore generale dell’Ente pur con un compenso ridotto ma che sarà prelevato dal fondo di riserva (quello per manutenzione strade e scuole, ndr) – il quale, insieme al suo staff, sta pensando a come e dove riuscire a trovare le risorse utili per riparare la falla. La strada immediatamente percorribile, ma allo stesso tempo più lunga e tortuosa, è certamente quella della messa in mora della Regione Campania che ancora non ha trasferito risorse sia per quanto riguarda il comparto del trasporto pubblico locale che per quanto attiene al settore dei lavori pubblici. Da tempo, come affermato dallo stesso Canfora qualche giorno fa, gli uffici provinciali preposti sono all’opera per riuscire ad esigere crediti vantati per milioni di euro nei confronti di palazzo Santa Lucia ma, a quanto pare, i tempi rischiano di essere veramente biblici e la Provincia di Salerno non potrebbe permettersi il lusso di attendere oltre. Dunque,
prende così corpo l’ipotesi di ricorrere a dei decreti ingiuntivi nei confronti del governo regionale. I due settori in cui, dunque, si registrano le maggiori sofferenze sono quelli del trasporto pubblico locale, con i ritardi nello stanziamento dei corrispettivi da parte della Regione Campania che costringono l’amministrazione provinciale a procedere con anticipazioni di cassa, e dei lavori pubblici con il caso emblematico della Fondovalle Calore per la quale palazzo Sant’Agostino è ancora in attesa di una cifra che si aggira attorno ai 13 milioni di euro. «I corrispettivi di settembre per le aziende di trasporto pubblico locale – afferma Giuseppe Canfora – probabilmente li possiamo anche anticipare. Se dovessimo renderci conto di non potercela fare saremo costretti a mettere ancora una volta in mora la Regione Campania. Stesso discorso vale per quanto riguarda il settore dei lavori pubblici. Qui – prosegue il presidente della Provincia – siamo dinanzi a problemi seri. O ci danno le risorse economiche o li mettiamo in mora. Noi dobbiamo salvaguardare il patto di stabilità e se non ci pagano si mette in discussione lo stesso destino dell’ente».
Tagli agli stipendi Salta la trattativa
di Francesco Carriero
Saltano le trattative per il contratto decentrato dei dipendenti del Comune di Salerno. Non è piaciuto per nulla ai rappresentanti sindacali che rappresentano gli operatori dell’Ente, il prospetto presentato per il nuovo contratto decentrato per il pagamento della parte accessoria del salario. Ai conti fatti dal Comune mancherebbero, ha detta dei
rappresentanti dei lavoratori, circa mezzo milione di euro utili per “l’appesantimento” delle mensilità prevista dall’accordo ministeriale a cui i dipendenti pubblici devono sottostare. Non bastano quindi le indicazioni della Corte dei Conti che ha di fatto “costretto” i dipendenti a rinunciare ad alcuni istituti, visto che sulle loro buste paga il Comune avrebbe voluto, con il nuovo contratto, calare una mannaia che ne avrebbe portato via una consistente fetta. Ma oltre al divario tra cifra prospettata e cifra calcolata dalle parti sociali, i membri del sindacato si sono visti negare anche una qualsiasi spiegazione di merito alla decisione giunta da Palazzo di Città. Uno smacco per i rappresentanti dei lavoratori che hanno deciso così di interrompere le operazioni di contrattazione e di indire un’assemblea generale per venerdì. «Abbiamo riscontrato un ammanco di 500mila euro sulle figure intermedio – ha spiegato Raffaele Vitale, segretario aziendale della Cisl Fp provinciale – ma l’amministrazione non ci ha dato spiegazioni in merito. Quindi è sospeso il tavolo delle trattative in merito all’accordo del contratto per il 2015». Uno stallo che potrebbe trasformarsi in un lungo braccio di ferro visto che la Rsu del Comune rivendica la totale mancanza di un piano di razionalizzazione per il prossimo anno: «A pagare sono sempre i dipendenti di livello inferiore – ha spiegato Angelo Napoli del Rsu Cisl – visto che i salari dei dirigenti non sono stati minimamente intaccati e che al computo totale del personale, per il perfetto funzionamento dell’Ente, mancano circa 300 unità. Inoltre non è mai stato fatto un serio piano di razionalizzazione dei compensi attraverso le cifre che annualmente facciamo risparmiare all’amministrazione. In fondo, se tutto funziona bene il merito è soprattutto degli impiegati e non solo dei livelli più alti».
Landolfi: «Sì all’Udc, no a Ncd»
di Andrea Pellegrino
Sì all’Udc ma non al Nuovo Centro destra. Nicola Landolfi, segretario provinciale del Pd, chiede un atto di forza da parte dell’Unione di Centro in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Proprio nei giorni in cui sta nascendo l’Area popolare, il gruppo che vedrà insieme Udc e Ncd sotto lo stesso tetto. Gruppi già formati alla Camera dei Deputati ed al Senato e che ora saranno ufficializzati anche in Regione Campania. Ma Landolfi vuole bissare l’esperienza della Provincia, quella che ha portato alla vittoria di Giuseppe Canfora alla presidenza. Il segretario democrat ammette il ruolo fondamentale dei moderati e rilancia: «In Campania il Pd da solo non basta. Ci vogliono forze civiche in uscita dall’area moderata e ci vuole un Udc, che dalle nostre coerenze, tragga la forza di staccarsi definitivamente dal disegno del Ncd». Secondo la strategia del segretario provinciale del Pd, che lavora per la candidatura a Governatore del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, «Sarà una campagna breve e in salita, non meno di quella dell’altra volta ed è per questo che sbagliano partito nazionale e regionale a praticare la logica del rinvio, che è come vivere sulla luna, mentre la terra reclama fatti concreti e rapidità, non solo idee. Alle Regionali dobbiamo chiedere alla sinistra di sostenerci, di non disperdere il voto, di aiutarci a recuperare gli indecisi, non solo in nome di una comune matrice, ma soprattutto di una comune prospettiva: quella del lavoro e della solidarietà. Dobbiamo chiedere all’Udc di sostenerci, confermando l’impianto strategico di quello che stiamo costruendo in provincia di Salerno». Per questo, rilancia ancora: «Dobbiamo mantenere rafforzare l’alleanza con l’Udc, sostenendone i candidati e facendocene sostenere a
cominciare dai Comuni più grandi, dove non è possibile immaginare che siano le primarie la “coperta di linus” sotto la quale rifugiare le nostre indecisioni. Anche a Baronissi, a Pellezzano, a Bellizzi abbiamo vinto le amministrative allargando liste e alleanze». «La segreteria e la direzione del partito – annuncia quindi Landolfi – saranno impegnate su questo. Su uno schema di alleanze che va dalle forze civiche, in uscita dall’area moderata, dall’Udc, all’insieme del Pd, alla nostra sinistra, compresi quei movimenti più radicali con i quali è possibile partire dal merito delle cose. Possiamo chiudere il cerchio con il compasso o possiamo tornare al puntino appuntito, da cui eravamo partiti, per farci un’altra volta male. Dipende da noi, non solo dalla nostra volontà, ma anche dalla nostra umiltà e dalla nostra intelligenza».
Tasse, aliquote e riscossioni salvano i conti comunali
di Andrea Pellegrino
Equilibri di bilancio e patto di stabilità rispettati. La giunta comunale di Salerno approva il suo assestamento di bilancio che ora dovrà arrivare, entro la fine dell’anno, in aula consiliare. Il tutto mentre pende sul Consiglio comunale la spada di damocle della Corte dei Conti che ha dato sessanta giorni per apportare correttivi al consuntivo 2012, in attesa di conoscere le risultanze del 2013, quindi poi di quello in corso. Per ora i conti tornano, anche grazie ad una maggiore entrata dei tributi locali. Dunque, Tasi e Tari ed anche una quota della vecchia Ici. Merito dell’azione coattiva di recupero crediti, affidata alla Soget ma anche dell’aumento, fino al massimo, di tutte le aliquote tributarie. A fronte di
una previsione iniziale di 31 milioni di euro di incasso Imu, il Comune al 30 novembre si sarebbe trovato con 3 milioni circa in più. Duecentomila euro in più sono i proventi – sempre rispetto alle previsioni iniziali – per l’Ici, ossia per il recupero dell’evasione. Ancora 1 milione mezzo in più sono entrati sulla Tasi. Una bella cifra complessiva che avrebbe consentito maggiore respiro alle casse comunali che invece hanno dovuto sopportare una entrata negativa sugli oneri di urbanizzazione, nonché una riduzione di 71mila euro circa del contributo regionale previsto per il Teatro Verdi.
In aumento invece le spese per il personale. In uscita, in particolare, si contano 227mila euro in più rispetto alla previsione per organi istituzionali, partecipazione e decentramento. Ben 815mila euro in più, invece, per “funzione generale di amministrazione, gestione e controllo”, in pratica per segreteria generale, personale ed organizzazione. Per il futuro da Palazzo di Città fanno sapere che le spese saranno ridotte. La previsione 2015, infatti, segnerebbe già una c o n t r a z i o n e d i c i r c a 1 5 m i l i o n i d i e u r o , r i s p e t t o all’esercizio in corso. Riduzione che sarà ulteriore per il 2016.
Cozzolino: “Non sono nella tana del lupo”
di Andrea Pellegrino
«Non sono nella tana del lupo. Anzi credo che da Salerno e dalla sua provincia giungerà un contributo importante per la mia vittoria alle primarie e poi alle elezioni». Andrea Cozzolino apre la sua sede a Salerno. Proprio nel regno di Vincenzo De Luca. E da qui lancia la sua sfida a Stefano
Caldoro, certo che l’11 gennaio (se primarie ci saranno) avrà il consenso del Pd. Poi, dice: «Con gli altri competitors (De Luca e Saggese) saremo impegnati nel comporre la coalizione e p r o n t i a l l a b a t t a g l i a f i n a l e » . D i D e L u c a n o n h a preoccupazione: «Lui paga l’abbandono, cinque anni fa, dell’opposizione in aula regionale. Questo è stato il suo errore politico più grave. Se fosse rimasto in Regione avrebbe raggiunto due risultati: una opposizione più dura verso Caldoro e la candidatura naturale alla guida di Palazzo Santa Lucia. Così non è stato, dunque si va avanti». Cozzolino, infatti, non nasconde che in cinque anni il Pd è stato
«morbido o completamente assente su temi importanti». Questo anche per colpa di De Luca che all’atto della sconfitta ha preferito fare altro. E l’eurodeputato avverte: «Sarò vigile su questo territorio. Anzi l’11 gennaio, difenderò il diritto di tutti i cittadini di espressione del loro voto libero. Sono primarie libere e tutti possono esprimere la loro preferenza.
Anche Caldoro se volesse potrebbe recarsi alle urne domenica 11 gennaio». Ma la vera battaglia saranno le elezioni di marzo: «Con Caldoro c’è una discussione leale e rispettosa – dice Cozzolino – ma il Governatore sa che sto lavorando per sconfiggerlo a marzo. Non c’è bisogno di superare le Regioni, così come auspicato dal Presidente della Regione, bensì c’è bisogno di superare Caldoro». Poi il programma. Un patto con gli imprenditori edili e l’altro con i giovani per il lavoro.
«La mia intenzione è presentare una legge urbanistica snella e con pochi articoli. Con un assunto – dice Cozzolino – qui non si può costruire». Ed a proposito di costruzioni, sul Crescent dice: «E’ un’opera privata verso la quale il Comune non ha mantenuto un ruolo equidistante». Infine sul lavoro: «I giovani dovranno fare esperienza all’estero, con una sorta di Erasmus nelle pubbliche amministrazioni, ma poi dovranno lavorare qui e mettere a disposizione ciò che hanno imparato.
La macchina burocratica regionale, che io conosco bene, è ormai obsoleta, per questioni anagrafiche. C’è bisogno di un ricambio e c’è bisogno di far diventare questa regione, la prima in Italia in termini di efficienza». Ultima battuta
sulle primarie: «Si faranno. Anzi invito i dirigenti nazionali tutti ad essere qui l’11 gennaio».
“Camorrismo pseudo ambientalista”
di Andrea Pellegrino
Basta con il camorrismo pseudo ambientalista. E’ un De Luca show, quello di ieri mattina al Grand Hotel Salerno, nel corso del convegno “Dal decreto Sviluppo al decreto Sblocca Italia”, alla presenza dei presidenti dei tribunali amministrativi di Napoli e Salerno, di ingegneri ed avvocati amministrativisti.
Il sindaco di Salerno, snocciola i suoi procedimenti amministrativi e penali, chiamando a supporto anche il suo avvocato Antonio Brancancio, poi attacca gli ambientalisti ed illustra la sua ricetta. Non senza contestazioni che arrivano dalla platea, fino a quella più eclatante dell’ingegnere Luigi Santorelli che riesce a conquistare anche il palco, per poi essere allontanato dai vigili urbani. Parte dal Crescent e dalla trasformazione urbana, bacchettando anche La 7. «Ho parlato con Mentana – dice De Luca – non è possibile equiparare il Crescent ad un ecomostro. Ma questo è il frutto del camorrismo pseudo ambientalista che mummifica l’Italia».
Qui, in Italia, racconta il sindaco: «Una variante o un bando per la vendita di diritti edificatori è già una notizia di reato. La trasformazione urbanistica è di per sé una notizia di reato. Poi ci si mettono i ricorsi al Tar e non si sblocca nulla». Il sindaco tira in ballo i suoi procedimenti. Quello sulla variante Mcm, in «via di definizione», dice. Poi «c’è la variante Ideal Standard, dal 2005 siamo ancora al primo grado». Ancora su Piazza della Libertà: «Forse qui abbiamo tre
procedimenti penali che si intersecano tra loro». Ed infine il Termovalorizzatore: «Ero commissario di governo – ricorda – ed ora mi trovo una richiesta di tre anni di carcere per peculato. Il motivo? Aver definito il coordinatore del gruppo di lavoro, project manager. Tutto qui. Ho utilizzato un termine che non andava utilizzato secondo la procura. Questo perché badavo al risultato». Poi c’è la vicenda giustizia amministrativa: «Settanta associazioni che possono ricorrere al Tar, così come stabilisce la legge. E’ assurdo». Poi c’è la legge Severino: «Abbiamo deciso che per l’abuso d’ufficio in primo grado debba decadere un sindaco eletto dalla gente. Io mi vergogno di appartenere a questa Italia». Ma l’attacco prosegue ed è a 360 gradi. «Vogliamo parlare della stazione unica appaltante? Ebbene in un solo caso abbiamo avuto questa sciagurata idea e sono tre anni che attendiamo una perizia geologica per il Parco d’Agostino». Ed infine sulla Soprintendenza: «Dopo il parere del Soprintendente c’è solo Dio. Come si fa a convincere un architetto internazionale a far abbassare di cinquanta centimetri una sua opera – spiega parlando del Crescent – quando poi la torre della Prefettura è ben oltre più alta. E’ assurdo. O si cambia questo sistema o l’Italia morirà».
Pastena alza la voce:
«Illuminate anche noi»
La zona orientale è sempre stata trattata come la Cenerentola della città. Lontana dalla ribalta e visibilità delle luci che in questo periodo stanno attirando presenze dalle zone limitrofe e regioni vicine. Diverse le opinioni dei vari commercianti del quartiere Pastena. Anna Liambo della nota pescheria “L’Ippocampo” di via Madonna di Fatima sottolinea
tutte le spese a carico degli stessi commercianti per le “luci fai da te”: “A parte che la corrente elettrica è a nostro carico – afferma la titolare – “L’illuminazione comunale, infatti, non funziona qui ma, poi, per dare quel tocco in più al nostro esercizio commerciale in questo periodo di festa abbiamo installato una scenografia di luci a nostre spese altrimenti staremo completamente al buio in questa strada. Noi qui sopravviviamo, non viviamo. Eppure siamo in regola con tutto, paghiamo le tasse. Qui abbiamo anche dei diritti non solo dei doveri e c’è da dire che né Villa Carrara né il Parco del Mercatello vengono adeguatamente valorizzati: se venisse installata qualche luce anche lì, un po’ più di movimento ci sarebbe anche nel nostro quartiere”. Per la titolare del negozio di fiori “Il tulipano nero”, “nei giorni di festa questa strada è una desolazione e diventa anche una zona a rischio poiché è priva di vigilanza: la sera si vedono facce poco raccomandabili, si è costretti a chiudersi dentro”. La soluzione, secondo la commerciante, sarebbe quella di “animare la zona con qualche bel mercatino natalizio o qualche altra attrazione. Sarebbe tutt’altra cosa”. Rosario Di Domenico della nota piadineria “I Love Piadina” di via lungomare Colombo (tratto che come fanno notare lo stesso Rosario e altri cittadini soffre del frenetico transito delle navette che sfrecciano troppo velocemente anche nei punti dove si trovano le striscie pedonali, nda) espone ottime soluzioni:
“Credo che l’iniziativa voluta dal sindaco per la città sia ottima. Va solo organizzata meglio poiché qui nella zona orientale il Natale non si respira; i turisti finiscono per non vedere la città ma solo il centro. Io proporrei di limitare il transito dei pullman dei turisti in città per risolvere il problema della viabilità e confusione in modo che anche i residenti possano godersi la propria passeggiata domenicale; creare una card d’ingresso per i turisti dietro corresponsione di modico contributo economico, con annessi depliant dei locali gastronomici e notturni e di tutte le attività commerciali della zona sia ovest che est della città con eventuali pacchetti di offerte che eventualmente i diversi
commercianti potrebbero attuare sui propri prodotti e servizi”. Ma secondo il propositivo esercente, le stesse luminarie dovrebbero e potrebbero essere prodotte a Salerno.
“Perché non far progettare, far costruire le luminarie natalizie da architetti e artigiani locali, in modo che gli stessi possano essere conosciuti anche in Italia? Tutto ciò contribuirebbe a far girare l’economia locale, farebbe bilancio, oppure si potrebbe mettere qualche attrazione anche qui. Noi commercianti proponiamo qualche suggerimento per migliorare la situazione anche qui in periferia. Colgo l’occasione quindi per invitare con piacere il sindaco Vincenzo De Luca a gustare le nostre specialità romagnole presso la nostra piadineria per constatare da vicino quanto detto”.
Anna Santimone
Il futuro dell’urbanistica alla luce dello Sblocca Italia
di Francesco Carriero
In quattro anni i governi Monti, Letta e Renzi hanno proposto altri e tanti decreti per il rilancio del Paese attraverso lo sviluppo dei settori ritenuti chiave. In ordine cronologico si sono alternarti il decreto “Sviluppa Italia”, quello “Cresci Italia”, quello “del Fare” ed in fine il neonato “Sblocca Italia”. Tutti questi interventi del legislatore erano mirati, in parte o del tutto alla semplificazione degli interventi in materia di opere pubbliche e di urbanistica. proprio su questi ultimi aspetti si dibatterà nel corso del convegno organizzato
dall’Ordine degli Ingegneri di Salerno, con la collaborazione della Camera Amministrativa e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal titolo “Dal Decreto Sviluppo al Decreto Sblocca Italia, sviluppo – tutela e semplificazione alla luce delle recenti normative”, che si terrà domani a partire dalle 9,30 presso il Grand Hotel. Un simposio giuridico – tecnico, che permetterà il confronto tra le anime che lavorano su entrambe le facce della medaglia della pianificazione urbanistica, visto il contributo di ingegneri e magistrati amministrativi.
«Questo – ha spiegato Michele Brigante, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno- sarà il primo di una serie di dibattiti tecnico giuridici che ci permetteranno di analizzare le novità legislative, per ben comprenderne i vari aspetti e trasmetterli nelle sedi adeguate. Si sente un reale bisogno di snellire le procedure amministrative e di sburocratizzare gli iter. Basti pensare che rispetto a 50 anni fa, per la realizzazione di un’opera pubblica ci vuole in media nove volte di più». Dello stesso avviso anche il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano: «I tecnici sono chiamati ad applicare, in questo Paese, norme complesse. Per questo è importante lavorare in sinergia con le autorità e la magistratura. L’esposizione delle leggi non è sempre chiara e da sempre, da parte nostra, c’è stata la volontà di contribuire alla stesura di norme più semplice e chiare. Il sistema attuale castra la libertà di espressione intellettuale dei professionisti visto che tutto passa da leggi dello stato e decreti ministeriale che molto spesso perdono per strada la loro efficacia . Vogliamo portare avanti una battaglia forte affinché lo Stato possa regolare solo gli aspetti generali della realizzazione delle opere lasciando spazio all’Autoresponsabilità. In fondo se c’è bisogno di un decreto che “sblocchi” il Paese vuol dire che c’è qualcosa che lo blocca». «Nel corso del convegno – ha dichiarato Lorenzo Lentini, presidente della Camera Amministrativa Salernitana – vogliamo raccogliere il punto di vista di tutti e fare il punto della situazione su delle norme che hanno completamente stravolto l’urbanistica, accelerandone i tempi attraverso la
semplificazione e l’autoresponsabilità. Per questo occorrono maggiore chiarezza e maggiore competenza da parte degli operatori».
Contestato il Rettore del Seminario
Ombre sull’Arcidiocesi di Salerno per le Arciconfraternite.
Oggetto di queste ombre, l’acquisto di un terreno destinato alla costruzione di loculi e di un oratorio in Montoro alla frazione Torchiati/Aterrana. La vicenda vede coinvolto l’attuale Rettore del Seminario, Don Gerardo Albano, gia parroco della parrocchia SS. Salvatore e S. Martino e padre Spirituale dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo. Una denuncia fatta dai fedeli, in cui si chiedeva conto dell’acquisto del terreno per la costruzione del nuovo cimitero, in che modo è stato pagato e la data di termine dei lavori, non ha trovato ancora nessuna risposta. Come mai i lavori ancora oggi non sono terminati? E quanto ha percepito il colono come buona uscita? Domande, denunce, che tutt’ora sarebbero rimaste prive di una replica. Secondo i fedeli sarebbero da chiarire le questioni relative alla vendita di un terreno e la realizzazione di un oratorio. Soldi dell’intera comunità in merito ai quali – secondo l’esposto denuncia – non s i h a n n o r i s p o s t e d a l l ’ e x p a d r e s p i r i t u a l e dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo. Allora i fedeli della comunità di Torchiati/Aterrana si chiedono come mai l’Arcivescovo, che vuole far apparire che tutto sia regolare, non dia risposte concrete a chi con devozione chiede chiarezza. Una chiarezza che spesso Papa Francesco richiama nei suoi continui appelli ai vescovi e ai preti nella gestione delle anime e delle amministrazioni. Anche la Procura di
Avellino pare abbia aperto una inchiesta per fare chiarezza su questa vicenda. Come, ad esempio, sulla posizione di Armando Giaquinto, uno dei confratelli che si spese tanto per l’acquisto del terreno in modo da ampliare il piccolo cimitero. Ed è lui stesso, ad affermare in una intervista ad un giornale locale che si era adoperato per raccogliere gli acconti della gente che aveva dato il via libera per l’acquisto dei loculi, e consegnare poi i soldi a Don Gerardo Albano, attuale Rettore del Seminario, che li avrebbe versati su un conto dedicato. Tutto regolarmente registrato – dice Giaquinto -. Ma allora come mai non viene data copia dei bilanci a chi ne fa richieste? Si dice che il costo del terreno sia stato circa 70mila euro, con l’Arcivescovo che qualche giorno fa avrebbe confermato ad alcuni fedeli, di aver sistemato tutto con la famiglia Rocco – Rossi. In che modo e perché dice di aver sistemato tutto? Ad oggi sono stati eseguiti lavori per un ammontare di circa 500.000 euro, quasi tutti anticipati dalla ditta Agostino Giaquinto, che ne ha avuti solo 120.000. Un’opera questa che comporta una spesa di un milione e cinquecentomila euro. Allora ci si chiede se per costruire questi loculi ci si doveva indebitare perché è stata fatta questa scelta? E con quale criterio fu affidata alla ditta Giaquinto?
Deborah Errico
Tramonta Migliore, ecco D’Amato
di Andrea Pellegrino
Mentre il Pd studia giorno e notte il modo per evitare le
primarie dell’11 gennaio, i candidati i campo s’organizzano ed accelerano. Oggi sarà la volta di Andrea Cozzolino che presenterà la sua prossima iniziativa elettorale. Poi toccherà a Vincenzo De Luca che venerdì e sabato terrà la sua
“leopoldina” in salsa campana. Il tutto mentre gli alleati a t t e n d o n o , g u a r d a n o e s t u d i a n o l e m o s s e p r i m a d i ufficializzare le proprie posizioni e soprattutto il proprio programma. Sull’asse Napoli – Roma i contatti sono frenetici.
Fondamentalmente, sia gran parte dei democrat campani che i vertici romani vorrebbero chiudere la partita regionale senza le primarie. Così si studiano nomi nuovi che potrebbero accontentare anche i centristi che al momento restano equidistanti ma leggermente più vicini al ritorno a destra, quindi con Caldoro. L’ipotesi Migliore sembra essere tramontata ed ora si cerca di pescare al di fuori del contesto politico. In campo sarebbe ritornato il nome dell’ex presidente degli industriali Antonio D’Amato, spesso tirato in ballo – sia da destra che da sinistra – durante vigilie elettorali. Fino ad oggi D’Amato, però ha sempre declinato l’invito e non si esclude che possa farlo anche in questa occasione. Naturalmente nella rosa resta ancora il nome di Andrea Orlando, ministro della giustizia, seppur in molti scommettono che il nome finale sarà quello di Raffaele Cantone, oggi al vertice dell’autorità anticorruzione. Ma i primi malumori da parte degli “alleati” cominciano a farsi sentire. Dopo l’ultima direzione regionale servita a fissare la nuova data per le primarie, slittate dal 14 dicembre all’11 g e n n a i o , è c a l a t o n u o v a m e n t e i l s i l e n z i o : n o n u n a convocazione, non una indicazione per la presentazione delle altre candidature – provenienti da partiti che non siano il Pd – né termini e regole della competizione elettorale interna in programma al principio del prossimo anno. Motivi, questi, che hanno indotto il vice segretario regionale del Psi Marco Riccio ed il consigliere regionale Corrado Gabriele, ad inviare una lettera al segretario del Partito democratico campano Assunta Tartaglione ed al presidente dell’assemblea regionale Stefano Graziano, per chiedere chiarimenti in merito
e la convocazione di un incontro con le forze alleate per discutere tutti gli aspetti relativi alle primarie. E’ sulla certezza di regole che spinge, in particolare, il Psi. «Regole che – sottolineano i socialisti – siano in grado di contrastare qualsiasi tentativo di inquinamento delle primarie attraverso l’impiego di risorse di incerta provenienza, sia per scongiurare fenomeni verificatosi in occasione delle primarie per il rinnovo del Comune di Napoli nel 2011. Regole che possano evitare si replichino pericolose degenerazioni emerse in questi giorni in vaste aree del Paese ad opera della criminalità organizzata e di settori deviati delle istituzioni. Purtroppo a distanza di oltre due settimane dal rinvio, nessuno interviene su regole, modalità, sedi, data, coalizione e, gravissimo, sul tetto alle spese dei candidati.
Nessuna riunione, incontro o organismo è stato ancora convocato».