• Non ci sono risultati.

Materiale riservato esclusivamente per gli studenti del corso. Da non diffondere altrove né citare in elaborati o altri lavori.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Materiale riservato esclusivamente per gli studenti del corso. Da non diffondere altrove né citare in elaborati o altri lavori."

Copied!
37
0
0

Testo completo

(1)

a.a. 2021/22 - ISSR all’Apollinare

FIL1 – Introduzione alla Filosofia e Metafisica I semestre – febbraio/aprile 2022

PARTE I:

NATURA E OGGETTO DELLA METAFISICA

Materiale riservato esclusivamente per gli studenti del corso.

(2)

Metafisica fondamentale

Programma delle lezioni (4 fasi)

I. Natura e oggetto della metafisica. Scienza

dell’ente in quanto ente (cfr. anche il libro di T.

Melendo, Introduzione alla filosofia, cap. 2 e cap.6.2);

II. I principi dell’ente

(materia-forma, sostanza-accidente, categorie, atto-potenza, essenza e atto d’essere);

III. Gli aspetti trascendentali dell’ente (uno, vero, buono, bello);

IV. L’essere come sorgente di attività e causalità.

(3)

Informazione

Testo base di Metafisica:

libro da studiare tutto con concentrazione, ma...

- soltanto per i capitoli 1 e 2 della Parte I (ossia:

da p. 13 a p.59);

- e soltanto per i capitoli 1 e 5 della Parte III (ossia: da p.173 a p.197 e da pag. 241 a p.253):

è sufficiente una lettura attenta (si sconsiglia la “non-lettura”).

Si presuppone in ogni caso lo studio del libro di Introduzione alla filosofia di T. Melendo (Un sapere a favore dell’uomo). 3

(4)

I. La METAFISICA di Aristotele

Andronico di Rodi, decimo successore alla guida del Peripato, intorno alla metà del I sec. a.C., ordinò e pubblicò interamente il corpus delle opere aristoteliche, più o meno nel modo in cui oggi le possiamo apprezzare.

Dopo le opere di Fisica, vi sono i quattordici libri riuniti sotto il nome unico di Metafisica, l’opera più famosa e importante dello Stagirita (IV sec. a.C.).

(5)

Dalla fisica alla meta-fisica

I filosofi presocratici: i “fisici” andavano alla ricerca del principio, dell’origine, della genesi delle cose che spiegasse il «divenire».

Talete: acqua;

• Anassimene: aria;

• Anassimandro: àpeiron, l’infinito;

• Anassagora: nous, l’intelletto;

Stupore «metafisico» di fronte alla realtà: si cercano spontaneamente e poi razionalmente le ragioni, le cause e i principi che spieghino perché si danno alcuni fenomeni, perché e come gli enti mutano, in base a quali leggi la natura si sviluppa e cambia continuamente e/o radicalmente.

(6)

La metafisica come scienza universale

Se la fisica tratta dell’essere come movimento (tutte le cose naturali sono in divenire: dinamicità fisica);

se la biologia tratta dell’essere come essere vivente;

se la matematica tratta dell’essere come numero e quantità…

allora la BASE FONDATIVA di queste, come di tutte le altre scienze particolari, non può essere che la scienza più UNIVERSALE, ossia la metafisica che tratta dell’essere in quanto essere.

6

(7)

Meta-fisica e realtà

l’astrazione (concetto cardine della meta-fisica)

• Astrarre: ex-trahere, separare da, tirare fuori, estrarre,ecc.;

• Astrazione matematica: ad es. l’uno;

• Astrazione metafisica: il concetto di cane, uomo, persona, gioia, giustizia, ecc… ;

• Universalità (e utilità) del concetto: gli eschimesi e gli

africani hanno lo stesso concetto di «freddo» pur

avendo sensazioni diverse...

(8)

Metafisica

come “filosofia prima”

La filosofia prima (pròte) è scienza di ciò che è più conoscibile per sé, ma meno conoscibile per noi. (cfr. Aristotele, Fisica. A 1; 184 a 16-18);

La metafisica è la scienza delle “cause prime”: nel processo di studio e di ricerca viene dopo altre discipline che risultano più accessibili (S. Tommaso, De Causis, pr.);

È la “scienza del ciò che è in quanto è” -

ontologia. (Aristotele, Metafisica, 1003a20)

(9)

La filosofia prima

La metafisica - o filosofia prima - è scienza dei principi o delle cause della realtà nel suo complesso.

Essa si occupa quindi dell’essere in quanto essere (cioè di tutto ciò che è), o anche della sostanza della realtà, ciò che “sta sotto”

(sub-stantia) e che rappresenta l’essenza, ossia ciò che fa essere la realtà così come è, costituendo quindi il carattere comune di tutto ciò che è.

Questa sostanza, al suo livello più alto, è Dio stesso, la sostanza soprasensibile, più pura e piena, che, come fonte e primo principio creatore, fa essere e determina il mondo in tutte le sue qualità specifiche.

9

(10)

II. Oggetto della metafisica: l’essere

La metafisica tratta:

1) I principi della realtà o le cause prime (materiale, formale, efficiente, finale) dell’essere;

2) l’essere in quanto essere:

‒ A) essere accidentale;

‒ B) essere come vero;

‒ C) essere secondo potenza e atto;

‒ D) essere secondo le categorie.

3) l’essere come “sostanza”;

4) la sostanza soprasensibile o “Dio”( inteso come motore immobile di Aristotele) o come Dio della metafisica scolastica (non della Rivelazione cristiana).

(11)

Che cos’è l’essere? (1)

A questa domanda Aristotele comincia a rispondere dicendo che l’essere si dice in molti modi, ossia la parola essere possiede molti significati tutti legittimi.

Ad esempio, proviamo a pensare in quanti tipi diversi di frase si inserisce il termine “è”:

1) Se dico “il prato è verde”, la parola “è” significa “possedere una data qualità”;

2) Se dico “Dio è”, “è” significa “esistere”;

3) Se chiedo “Dov’è Adriana?”, “è” indica il luogo in cui si trova;

4) Se chiedo “Che cosa c’è?” o “Chi c’è?” equivale a chiedersi cosa accade o è accaduto o a chi in particolare mi sta davanti, e mi riferisco a una situazione che si è verificata in un certo modo e in un determinato tempo (in modo casuale e/o temporaneo).

(12)

Che cos’è l’essere? (2)

• L’essere in quanto tale è inconoscibile, indefinibile, inimmaginabile;

• Dall’essere ai singoli enti…;

• Esodo 3,14: “Qui est”;

• L’essere dell’ente non è l’essere;

• Partecipazione trascendentale: gli enti non sono una

“parte” dell’essere, gli enti non aggiungono nulla all’essere ma «partecipano», ne hanno una parte.

(13)

Che cos’è l’essere? (3)

Nella Metafisica di Tommaso d’Aquino, l’essere tra tutte le cose è la più perfetta, la più nobile, è l’attualità di ogni atto, la perfezione di ogni perfezione.

All’essere nulla si può aggiungere che gli sia estraneo e nulla gli è estraneo (tranne il non essere).

Lettura (come riferimento) del brano dell’Esodo (Es 3,13- 14):

Allora Mosè disse a Dio: «Ecco, quando andrò dai figli d'Israele e dirò loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi", se essi mi dicono: "Qual è il suo nome?", che risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «IO SONO COLUI CHE SONO». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "L'IO SONO mi ha mandato da voi"».

(14)

L’essere non è un genere

• La definizione di essere: il genere implica alcune differenze specifiche da altri generi.

Genere umano: l’uomo è un “animale razionale”;

• Le differenze aumentano la comprensione e diminuiscono l’estensione dei concetti:

corpo+ vivente + animale + razionale=uomo);

• Nessuna differenza “sta fuori” dalla nozione di essere;

• Nozione “intensiva” dell’essere (gradi di perfezione), definizioni specifiche, si abbandona l’idea astratta, genericissima, di essere, che esprime il minimo di perfezione;

• Essere o esistenza? La nozione di atto d’essere.

(15)

L’essere di Parmenide

• Essendo ingenerato è anche imperituro, poiché è integro nelle sue membra e saldo e senza un termine a cui tenda. E mai si dirà “è stato” o “sarà” , perché “è”

ora tutto insieme nella sua compiutezza, è uno ed è continuo;

• E inoltre non è divisibile, perché “è” tutto uguale: né c'è in qualche parte un di più di essere…;

• E non manca di niente, perché se fosse di qualcosa manchevole, mancherebbe di tutto … (fr. 7-8).

(16)

Le aporie (questioni aperte, non risolte) di Parmenide

• Movimento/mutamento (divenire);

• Molteplicità (il diverso);

Realtà/apparenza (doxa);

• Impossibilità radicale e assoluta del contraddittorio secondo Parmenide: impossibile esse et non esse.

16

(17)

Oltre Parmenide

L’essere parmenideo è univoco;

• Platone: l’essere si dice in due modi fondamentali:

- identità, immutabilità: le idee;

- diversità, mutevolezza: le cose.

• La nozione di partecipazione all’essere: Aristotele e San Tommaso;

• Aristotele: l’essere si dice in molti modi (analogia, polivocità, contrari, esistente o immaginario):

- pietra, gatto, uomo, Paolo, Dio;

- vista, cecità;

- musicista;

- centauro, unicorno, dinosauro, ecc… .

(18)

L’essere in quanto essere

Parmenide: Essere univoco (uno)

L’essere ha un solo significato:

Essere = esistere

Esempio: “Questa penna non è rossa” e quindi non è, non esiste: non si può dire nulla di ciò che non è.

La negazione non nega solo la qualità, ma anche

l’esistenza dell’ente in sé.

Aristotele: Essere polivoco (molteplice) e analogo

L’essere ha molti significati:

Essere = vero;

Essere = accidente;

Essere = atto e potenza;

Essere = categorie.

I diversi significati dell’essere fanno tutti riferimento all’ente come sostanza.

(19)

L’analogia dell’essere

• Rapporto di somiglianza, di affinità tra gli enti (i due quadri presentano alcune analogie, due persone...);

via intermedia fra univocità ed equivocità.

• Analogia di attribuzione: analogato principale,

fondamento degli analogati secondari (la bontà di Dio e la bontà della nonna o della torta o di un’azione)

• Analogia di proporzionalità: somiglianza di rapporti (2 sta a 4 come 3 sta a 6).

• Analogia entis: somiglianza e dissomiglianza .

(20)

L'essere e l'ente

Le nozioni di ente e di essere fanno parte della nostra conoscenza immediata:

•Esiste qualcosa, ossia esistono tanti e diversi enti (nello spazio e nel tempo, in diversa relazione fra loro, con diverse qualità … ecc.);

•Percepisco un senso di realtà (non sto sognando, non è un'allucinazione, sento e vedo che ci sono cose o non ci sono e sento la mancanza di qualcosa, di qualcuno, ecc. ).

Riflessioni:

•Perché esiste questo ente? Oppure perché invece non esiste questo ente come io immagino o non esiste più come io lo ricordo (e quindi esiste il nulla)?

•In che cosa consiste l'essere delle cose?

•Qual è la causa dell'esistenza del mondo e di questo singolo ente?

(21)

L'essere e l'esistenza:

le domande fondamentali...

Esempio: «Amleto» di W. Shakespeare - Monologo

Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire … nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo, perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga….

https://www.youtube.com/watch?v=q-a9sYGa_bU (video)

21

(22)

L'ente come prima

nozione universale (1)

L'ente non si può definire, è una nozione primitiva, un

“concetto primo”, è il “primum cognitum” e quindi non ha sinonimi e non ci si può basare su nozioni previe...

Il genere dell'ente qual è? Non c'è una nozione più generale di ente, tutto è un ente o un insieme di enti…

1) L'ente è universale: la sua “estensione” è massima (tutto è un ente), non è una caratteristica particolare, ma tutte le caratteristiche rientrano nella nozione di ente, sono determinazioni universali …

2) La sua “comprensione” è massima (inclusa ogni perfezione e specificazione, nessuna limitazione) perché riguarda l'essere delle cose e non la sua natura specifica

(23)

L'ente come

nozione universale (2)

L'ente non si può definire in base ad un altro ente, non è possibile, perché allora l'ente definito sarebbe un non-ente rispetto ad un altro ente....

Dunque la nozione di ente non ha un genere, ma è una nozione che si deve presupporre, anche per definire altre nozioni metafisiche fondamentali, come quella di sostanza, di atto e di verità, che non potranno avere una definizione in senso proprio, ma sono nozioni prime.

Si può tentare di definire l'ente in base a confronti e esempi, senza ottenere una formulazione esaustiva, chiara, precisa e completa.

(24)

Molteplicità e il non “essere”

Secondo Parmenide, l’essere è o non è. Quindi il non essere non può essere aggiunto all’essere che quindi è definito sempre in modo univoco (statico) e al presente, in senso universale e necessario (non ci sono distinzioni, non c’è molteplicità, non ci sono mutamenti né sviluppo nel tempo né eventi casuali o imprevisti).

Con Platone, nel Sofista, il non essere non si può negare ma non si può aggiungere all’essere che è pura perfezione e determinazione. Il non essere, il non possedere qualcosa, non aggiunge qualcosa all’essere, non lo perfeziona, non lo determina, ma è una mancanza o una privazione.

Aristotele supera il problema del divenire (una cosa oggi è in un modo e domani è in un altro modo) con i concetti di “essere in potenza” e “essere in atto” e con affermando la molteplicità dell’essere come ente accidentale, l’ente mentale, l’ente vero o

(25)

Enti mentali (di ragione)

È l’essere solo nella nostra mente e non esistente nella realtà, è definito quindi come “ente di ragione”.

Di norma ci occupiamo con enti esistenti al di fuori di noi, con enti reali, e le nostre parole e i concetti hanno un riferimento o dei riferimenti nella realtà o in esperienze passate.

Gli enti di ragione, sono enti che esistono ma solo nella nostra mente (l’amico immaginario) o nella fantasia: personaggi di romanzi (Harry Potter o i Promessi Sposi), di film (fiction, come Star Wars), della realtà virtuale, delle mitologie e dell’immaginazione (unicorno) e delle tradizioni popolari (la Befana). Pur non avendo l’esistenza degli enti reali, gli enti di ragione danno origine a esperienze reali.

La metafisica, in quanto scienza, non si occupa degli enti di ragione appunto perché non esistenti e frutto di immaginazione.

(26)

L’essere come accidente (“ente accidentale”)

L’essere come accidente (per accidens) è il più debole significato di essere, poiché indica qualcosa che a qualche oggetto accade di essere, ma che non stabilisce che cosa veramente ed essenzialmente quell’oggetto sia.

Per esempio, se io dico che sono una musicista, dico che mi accade di saper suonare e talvolta di suonare (anche bene), ma con ciò non è determinato in modo essenziale chi io sia. Infatti io non sono sempre una musicista e potrei anche non esserlo del tutto (mentre invece io mangio, bevo, dormo, penso e parlo, ecc... come caratteristiche necessarie e essenziali alla mia natura di essere umano).

(27)

L’essere come accidente (“ente accidentale”)

L’essere musicista ha per me il carattere di una qualità accidentale, è vera, ma è marginale, che può esserci o non esserci, e che, essendoci o non essendoci, non cambia la mia sostanza, la mia condizione di essere umano.

Si definisce l’ente accidentale anche come “ente coincidentale” e Aristotele lo definisce come “ciò che appartiene a una cosa e che può essere affermato con verità della cosa, ma non sempre e per lo più”. Può essere frutto di un’attività volontaria (suonare uno strumento) o casuale (come evento improvviso, imprevisto, senza intenzione, fortuito). La metafisica come scienza non studia l’ente accidentale perché è appunto contingente e casuale.

27

(28)

L’essere come vero (o falso)

È la determinazione logica (gnoseologica) dell’essere, cioè la proprietà che hanno le cose di stare in un certo modo, piuttosto che in un altro, una proprietà che viene colta dal discorso (logos) e dal pensiero (logos).

Infatti il discorso è vero se:

• quando afferma qualcosa unisce soggetto e predicato in modo che gli elementi indicati siano uniti anche nella realtà;

• quando nega qualcosa deve scindere soggetto e predicato in modo che essi siano scissi anche nella realtà.

Se accade così il discorso è veritiero, ossia rispecchia la realtà e descrive l’ente come è ontologicamente in quel momento e contesto.

(29)

L’essere come “vero” (o “falso”):

nella realtà e nel pensiero

Quando io unisco il soggetto prato con il predicato verde e dico: “Il prato è verde”, se verde e prato sono uniti anche nella realtà, il discorso è vero, e accade lo stesso per le negazioni.

•Quando viceversa il “prato è giallo (secco)” e io dico: “Il prato è verde”, unisco elementi che nella realtà non sono uniti e quindi il discorso è falso. Lo stesso accade quando dico: “Il prato non è verde” e invece nella realtà il prato è verde (cioè prato e verde non sono scissi bensì uniti).

•È evidente che non ci sarebbe nessuna verità o falsità senza un pensiero che pensasse e un discorso che dicesse le cose. Si capisce allora perché, dice Aristotele, l’essere come vero e falso “è un’affezione del pensiero” e si applica a ciò che il pensiero pensa e dice. L’essere è come è nella realtà, il vero e il falso sono definizioni dell’intelletto

umano. 29

(30)

Le categorie

I significati più importanti che riguardano l’essere sono inclusi nelle categorie, che Aristotele indica come i “generi supremi” o le “originarie divisioni dell’essere”, che corrispondono, nel discorso alle classi in cui rientrano tutti i termini possibili.

In definitiva le categorie ci restituiscono sotto il profilo ONTOLOGICO i caratteri fondamentali di tutto ciò che è, mentre dal punto di vista LOGICO ci danno i concetti primari in cui tutti gli altri termini, parole, concetti possono essere racchiusi.

(31)

Le categorie

(un possibile elenco)

Le categorie secondo Aristotele sono dieci (ma secondo altri 8 o più di 10, sono stati proposti molti tipi di categorie) e sono le

seguenti:

Sostanza: ci dice che cos’è un dato oggetto;

1. Qualità: vi attribuisce una qualità (bello, brutto, simpatico…);

2. Quantità: lo descrive misurandolo quantitativamente;

3. Relazione: ci dice con quali oggetti/persone è in rapporto;

4. Azione: ci dice che cosa fa;

5. Passione: ci dice che cosa subisce da parte di un altro ente (esternamente o internamente);

6. Dove o luogo: ci dice in che spazio è collocato;

7. Quando o tempo: ci dice in che tempo è collocato;

8. Avere: ci dice un suo possesso;

10. Giacere: ci dice in quale condizione si trova. 31

(32)

Esempio di uso delle categorie

1. Sostanza – Tizio è un uomo adulto 2. Qualità – di bell’aspetto e simpatico

3. Quantità – è alto 1.80 e pesa circa 78 chili

4. Relazione – è seduto oggi vicino a Caio, è sposato con Maria, ha due figli …

5. Azione – sta leggendo un libro di filosofia

6. Passione – una corrente d’aria lo rinfresca, non ha caldo né freddo, non è malato, ecc..

7. Dove – nell’aula del primo anno, al primo piano del palazzo dell’Università, a Roma

8. Quando – oggi, 24 aprile 2019, nel pomeriggio.

9. Avere – porta gli occhiali, indossa un maglione a righe orizzontali nere e blu, ha un computer (che sta usando) 10.Giacere (stato) – è seduto in terza fila a destra,

dall’ingresso principale.

(33)

Altri tipi di categorie possibili...

Sistema/comunità: famiglia, chiesa/ordine religioso, gruppo politico, sportivo, società onlus, ecc..;

Fatto: stato di cose accaduto o attuale;

Processo/Evento: un’attività collegata ad altre nel tempo e nello spazio. Ad esempio: un terremoto, una guerra, una partita di calcio, una rivoluzione politica…;

Mentale: atto mentale o stato psicologico (come l’atto cognitivo o emotivo/spirituale);

Durata: il tempo effettivo (misurabile, viaggio da Roma a Milano in treno) o personale (della coscienza, un lutto, un’emozione) che dura un evento o un fatto. 33

(34)

Le categorie: alcune precisazioni...

Quantità e qualità sono categorie intrinseche all’ente, alla sostanza. Quantità: appartiene alla materia dell’ente

Qualità appartiene alla forma. Le altre categorie sono estrinseche, ossia il predicato dipende da qualcosa che è fuori dal soggetto (sostanza).

Qualità e relazione appartengono anche agli esseri spirituali (solo dotati di forma, come gli angeli e Dio, ecc. ) e quindi sono le categorie che interessano maggiormente la metafisica.

Le altre categorie sono invece propriamente degli enti materiali e sono oggetto della filosofia della natura e a seguire delle altre scienze (fisica, matematica, biologia , ecc…).

(35)

Tutto ciò che “è”, si può “dire”

Tutto ciò che è, ogni cosa, oggetto, situazione rientra in una categoria generale (o riguarda il “che cosa” di un oggetto, o un suo stato qualsiasi, una qualità, una misura, un tempo, un luogo etc.), cioè in una delle divisioni generali che si usano per raggruppare ciò che l’essere è (aspetto ontologico delle categorie).

Questa classificazione è in parallelo con il discorso,

ogni discorso ci parla infatti di qualcosa secondo

le categorie, che sono i significati più generali delle

parole e dei discorsi (aspetto logico delle

categorie)

.

(36)

Tutto ciò che “è”, si può “dire”

Categorie (ontologiche): Analisi del discorso:

SOSTANZA: → Sostantivi

QUALITÀ: → AGGETTIVI

QUANTITÀ: → AGGETTIVI

RELAZIONE: → CONGIUNZIONI/COMPLEMENTI

QUANDO: → AVVERBI

DOVE: → AVVERBI

AGIRE: → VERBI ATTIVI

PATIRE: → VERBI PASSIVI

AVERE: → VERBI (PRESENTE)

STATO: → VERBI (PRESENTE O GERUNDIO)

(37)

Molteplicità dell'essere:

vari tipi e modi di essere

Vi sono molti tipi di realtà, materiali o immateriali, corporee o spirituali, individuali o comuni, ecc.: alberi, soldi, persone, anidride carbonica, fumo, angeli, la giustizia, il peccato, il tradimento, i sogni, i dolori, le lacrime…Vi sono inoltre diversi modi in cui la stessa realtà è e si sviluppa: l'essere non è univoco ma è molteplice. Nessun ente ha tutto l'essere ma è parziale, ha l'essere in modo limitato e determinato, non ha e non è l'essere in assoluto. Diversi tipi di realtà e diversi modi di essere.

Alla nozione di ente si possono aggiungere altre qualità come a

“uomo” si aggiunge “non vedente” (ma sarebbe una privazione alla nozione di uomo) o come l'ente si dice “uno”, “vero”, “buono”, “bello”

(proprietà trascendentali dell’essere e di ogni ente), ma di per sé sono “enti di ragione”, ossia sono concettuali e non aggiungono qualcosa all’ente nella realtà. Invece si può dire animale o animale razionale: qui si tratta di un modo particolare di essere di un ente.

Riferimenti

Documenti correlati

La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale.... un po' più in

Alla gara, concernente tre distinti appalti, (nn. 1/2008, 2/2008 e 4/2008) ha partecipato anche l’impresa ricorrente che, nella seconda seduta del 27.2.2008, è stata esclusa per

Per fortuna l’informatore decide di aiutare ancora l’ispettore fornendogli indizi proprio attraverso il computer. Il numero

Finalmente arrivano informazioni sul complice della Signora Violet, l’abilissima ladra arrestata da Numerik.. Gli indizi sono contenuti in una busta chiusa: l’ispettore Numerik la

sua divisione in due cellule, tempo caratteristico della specie e delle condizioni colturali..

FINO A 30 OPERATORI Il ruolo di Responsabile del servizio prevenzione e protezione - Rspp - può essere svolto anche dallo stesso datore di lavoro.. Ciò avviene, ad esempio, nei

Mettiamo il caso che un medico, non contento della sua professione, voglia laurearsi in giurisprudenza e poi iscriversi all’albo degli avvocati, senza

2) copia dell'ultima dichiarazione dei redditi soggetti all'imposta sui redditi delle persone fisiche [Per il soggetto, il coniuge non separato e i parenti entro il secondo grado,