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I diritti del malato in ospedale

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I diritti del malato in ospedale

written by Carlos Arija Garcia | 21/01/2022

Cosa può pretendere un paziente da prima del ricovero fino al momento delle dimissioni: dall’informazione all’assistenza, in particolare per i minorenni.

«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Così la Costituzione italiana, all’articolo 32, garantisce il diritto alla salute dei cittadini. Dalla prevenzione fino all’insorgere di patologie gravi. Ma quali sono i diritti del malato in ospedale? Cosa deve garantire la Sanità pubblica a chi deve essere ricoverato e come deve comportarsi il personale della struttura nei confronti del degente?

La normativa più recente a livello internazionale è la Carta europea del malato in ospedale. Risale al 2002 e venne promulgata a Bruxelles grazie alla collaborazione tra numerose associazioni che tutelano i diritti fondamentali del paziente. Contiene 14 articoli che interessano non solo chi deve essere ricoverato ma anche i suoi

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familiari. Vediamo di seguito i diritti del malato in ospedale secondo quanto previsto dalle norme italiane e da quelle comunitarie.

I diritti di chi deve farsi ricoverare in ospedale

I diritti del malato in ospedale iniziano prima ancora del ricovero. Quello ordinario che non richiede una prestazione urgente viene deciso in seguito ad una serie di visite sia del medico curante sia dello specialista. Il paziente viene inserito in una lista di attesa, dopodiché verrà chiamato per il pre-ricovero, se c’è un intervento programmato, e per l’ingresso vero e proprio in corsia. Tra questi due momenti non deve trascorrere più di un mese. Il pre-ricovero è gratuito a meno che il paziente rinunci successivamente al ricovero: in tal caso, dovrà pagare il ticket.

Perché avviene il ricovero in ospedale?

Ci sono diversi motivi per cui viene richiesto il ricovero del paziente, cioè:

per una degenza legata ad un intervento chirurgico programmato;

per una prestazione di un solo giorno in day hospital;

per una prestazione di qualche giorno (accertamenti o ricovero d’urgenza);

per una fase di stabilizzazione e di recupero legata ad un episodio acuto.

Quali documenti vengono richiesti per il ricovero in ospedale?

Al momento del ricovero, il paziente dovrà presentare:

tessera sanitaria;

documento d’identità;

richiesta o proposta di ricovero del medico, se programmato;

prenotazione del ricovero.

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Quali sono i tempi di attesa per il ricovero in ospedale?

L’Accordo Stato-Regioni del 2002 prevede delle classi di priorità per il ricovero in ospedale con i relativi tempi di attesa:

classe A: ricovero entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, o comunque da recare grave pregiudizio alla prognosi;

classe B: ricovero entro 60 giorni per i casi clinici che presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente al punto di diventare emergenti né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi;

classe C: ricovero entro 180 giorni per i casi clinici che presentano minimo dolore, disfunzione o disabilità, e non manifestano tendenza ad aggravarsi né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi;

classe D: ricovero senza attesa massima definita per i casi clinici che non causano alcun dolore, disfunzione o disabilità. Questi casi devono comunque essere effettuati almeno entro 12 mesi.

I diritti di chi è ricoverato in ospedale

Varcata la soglia dell’ospedale, quali sono i diritti del paziente? Qui entra in gioco la Carta europea che tutela sia il malato sia i suoi familiari e prevede:

il diritto al tempo: la struttura deve rispettare i tempi necessari per provvedere alla cura del malato al pari di quello della burocrazia e degli operatori sanitari;

il diritto all’informazione e alla documentazione sanitaria: il malato ha diritto a sapere quali sono le sue condizioni di salute e ad accedere ai documenti che le certificano;

il diritto alla sicurezza: il malato ha il diritto di ricevere tutte le prestazioni necessarie alla sua condizione e a non subire ulteriori danni causati da un comportamento errato da parte della struttura o del personale sanitario;

il diritto alla protezione: la struttura sanitaria – recita la Carta europea

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del malato in ospedale – ha il dovere di proteggere ogni essere umano che, a causa del suo stato di salute, si trova in una condizione momentanea o permanente di debolezza, non facendogli mancare per nessun motivo e in alcun momento l’assistenza di cui ha bisogno;

il diritto alla certezza: il malato ha diritto ad avere dal Servizio sanitario nazionale la certezza del trattamento da ricevere nel tempo e nello spazio, a prescindere dal soggetto erogatore, e a non essere vittima degli effetti di conflitti professionali e organizzativi, di cambiamenti repentini delle norme, della discrezionalità nell’interpretazione delle leggi e delle circolari, di differenze di trattamento a seconda della collocazione geografica;

il diritto alla fiducia: il malato deve essere trattato come una persona degna di fiducia e non come un possibile evasore o come un presunto bugiardo;

il diritto alla qualità: struttura e personale sanitario devono lavorare per raggiungere come unico obiettivo il miglioramento delle condizioni di salute del malato;

il diritto alla differenza: non tutti i pazienti sono uguali, pertanto il malato ha diritto a vedere riconosciuta la sua specificità in base alla sua età, al sesso, alla nazionalità, alla condizione di salute, alla sua cultura e alla religione;

il diritto alla normalità: il malato deve essere curato senza vedere alterate, per quanto possibile e compatibilmente con le sue condizioni e con il trattamento in corso, le sue abitudini;

il diritto alla famiglia: la struttura deve sostenere il più possibile la famiglia che assiste il malato ricoverato in ospedale;

il diritto alla decisione: il malato, sulla base delle informazioni che gli sono state comunicate e fatte salve le prerogative dei medici, ha la facoltà di mantenere una propria sfera di decisionalità e di responsabilità in merito alla propria salute e alla propria vita;

il diritto al volontariato e alla partecipazione: il malato ha diritto ad un servizio sanitario in cui sia favorita la presenza del volontariato e delle attività no profit e sia garantita la partecipazione degli utenti;

il diritto al futuro: viene chiamato così il diritto del malato a trascorrere l’ultimo periodo della sua vita mantenendo la propria dignità, soffrendo il meno possibile e ricevendo attenzioni e assistenza;

il diritto alla riparazione dei torti: il malato deve avere la possibilità, di fronte ad una violazione subita, di ottenere la riparazione del torto in tempi

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brevi ed in misura congrua.

L’importanza del diritto del malato all’informazione

Forse non è un caso che tra i primi diritti del malato in ospedale elencati dalla Carta europea del 2002 ci sia quello all’informazione. Come detto, il personale sanitario è tenuto a dire al paziente quali sono le sue reali condizioni di salute. Può capitare, però, che per ragioni ben precise e motivate un medico ritenga inopportuno dire esattamente al diretto interessato come stanno le cose. In questo caso, ha il dovere di informare i familiari delegati dal paziente stesso a sapere tutto quello che c’è da sapere sulle condizioni del malato.

Sempre a proposito del diritto all’informazione, il paziente deve:

ricevere le notizie necessarie per poter esprimere un consenso effettivamente informato, prima di essere sottoposto a terapie ed interventi, in relazione anche ai loro possibili rischi;

essere messo al corrente di eventuali indagini o trattamenti alternativi, anche se eseguibili presso altre strutture;

essere certo della riservatezza dei dati che riguardano la propria malattia.

A quale tipo di assistenza ha diritto il malato?

I diritti del malato in ospedale prevedono un’assistenza a 360 gradi che comprenda:

le informazioni specifiche sul reparto in cui si trova: nome del primario, del caposala, regole di convivenza, orari di visite e pasti, ecc.;

accesso (se le sue condizioni di salute lo consentono) a posto ristoro, edicola, sportello Bancomat e custodia denaro, telefono, assistente sociale, assistenza infermieristica, riabilitazione funzionale, assistenza religiosa, servizio trasfusionale in caso di bisogno;

alimentazione adeguata alle sue condizioni di salute e, dietro prescrizione medica, anche a una dieta personalizzata al suo stato. I pasti devono

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essere serviti in vassoi personalizzati, che ne garantiscano l’igiene e la tenuta termica;

possibilità di ricevere visite di parenti e amici se le sue condizioni lo permettono;

la pulizia dei locali, del letto, del comodino, dell’armadietto;

silenzio e tranquillità;

rispetto della propria salute.

Il diritto del malato ad essere dimesso dell’ospedale

Per quanto la cosa migliore da fare sempre sia quella di ascoltare le prescrizioni ed i consigli del personale sanitario, un paziente ha il diritto di chiedere le dimissioni dall’ospedale in cui si trova ricoverato e di tornare a casa, purché sia in grado di intendere e di volere. In caso contrario, la richiesta può essere fatta da un suo familiare che lo abbia in carico.

Il malato dovrà firmare una dichiarazione in cui:

motiva la sua decisione;

si prende eventuali responsabilità derivanti dal suo gesto contrario a quanto disposto dal personale sanitario.

Il documento dovrà contenere anche il parere contrario del primario alle dimissioni.

Il paziente non può essere trattenuto in ospedale contro la sua volontà: il primario che così facesse, rischierebbe di essere accusato dei reati di minacce o di sequestro di persona.

Il diritto del malato a non essere dimesso dall’ospedale

Può capitare anche il caso contrario, cioè che sia l’ospedale a dimettere un paziente troppo in fretta e che il malato senta la necessità di restare ancora qualche giorno in corsia perché ancora non si sente pronto a tornare a casa.

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Se, comunque, il paziente viene dimesso, ha il diritto di:

chiedere una lettera che contenga nel modo più chiaro possibile la diagnosi, gli esami eseguiti, le cure in atto e quelle consigliate e la visita di controllo prevista;

portare la lettera al medico di guardia e chiedere di essere ricoverato di nuovo, cioè di avviare la procedura per una nuova accettazione.

I diritti del malato minorenne in ospedale

Chi ha meno di 18 anni ed è ricoverato in ospedale ha il diritto di essere assistito da uno dei genitori 24 ore al giorno. La struttura sanitaria deve:

agevolare la permanenza del genitore anche nelle ore notturne;

garantire al genitore, se lo volesse, i pasti in ospedale.

L’ospedale deve anche venire incontro alle esigenze affettive ed espressive del minorenne. Deve, quindi, mettere a disposizione del paziente strumenti e spazi per il gioco, anche con la collaborazione di associazioni di volontariato.

Il diritto del malato ad avere la cartella clinica

Tra i diritti del malato in ospedale c’è anche quello di poter entrare in possesso della propria cartella clinica. Tuttavia, non si tratta di un diritto gratuito: la cartella va pagata e viene consegnata dopo qualche giorno, a volte dopo qualche settimana, e comunque solo quando è pronta e contiene tutte le informazioni relative al paziente dal momento del ricovero a quello delle dimissioni. Nello specifico, all’interno ci dovranno essere:

tutti gli interventi clinici effettuati giorno dopo giorno;

gli eventuali episodi anomali;

i risultati degli esami analitici o radiologici eseguiti;

la descrizione di un eventuale intervento chirurgico ed il suo esito;

se ci sono state o meno delle complicazioni;

la terapia seguita durante il ricovero e quella indicata al momento delle dimissioni.

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Il tutto firmato dal medico responsabile del reparto.

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