Al centro “Maximall” di Pontecagnano, una proposta speciale di matrimonio grazie al coro dei “Non solo Gospel”
di Salerno
Un pomeriggio davvero speciale quello di sabato pomeriggio al centro commerciale Maximall di Pontecagnano, soprattutto per una coppia di futuri sposi: Giovanni e Letizia.
Se vi state chiedendo come sorprendere la vostra fidanzata, potete prendere spunto da questa originale dichiarazione d’amore. Il tutto è stato ideato dal futuro sposo, Giovanni Sapere, ed organizzato con l’agenzia di comunicazione di Salerno, Creatiwa Studio, in collaborazione con il noto gruppo campano dei “Non solo Gospel” (diretti da Simona Guida) e naturalmente grazie al centro Commerciale Maximall di Pontecagnano.
Letizia, la futura sposa, è stata convinta a recarsi al centro commerciale credendo di dover accompagnare Giovanni, ad incontrare un potenziale acquirente di un oggetto messo in vendita su internet. I due ragazzi quindi sono arrivati al bar del centro intorno alle 18:00 (come da piano). Al segnale che aveva stabilito lo sposo è partita la scena, in quel momento lui ha tirato fuori un bouquet di fiori dallo zaino mentre lei era di spalle, che ordinava un frullato. A quel punto si è avvicina la prima corista che ha iniziato ad intonare il brano soul “Ain’t no mountain high enough”, di lì a poco, mimetizzati tra le persone sedute al bar, si sono uniti gli altri componenti del coro, ben 12 persone, che hanno continuato a cantare sorprendendo ed emozionando pubblico e futura sposa.
Inevitabilmente si è generato un grande affollamento nella zona in cui si svolgeva l’evento nel centro commerciale, tanto è vero che molti curiosi hanno ripreso con i propri smartphone l’originale iniziativa. In quel momento come da prassi, Giovanni si è inginocchiato offrendo l’anello alla sua fidanzata che lo ha accolto con gioia e un pizzico di emozione agli occhi.
L’episodio ha attirato l’attenzione dei clienti del Maximall, che hanno naturalmente applaudito con grande entusiasmo, così che il coro gospel ha continuato con un secondo brano musicale
“ Oh Happy Days ” per sottolineare il giorno speciale. Dal bacio e dal sorriso con cui lei ha ricambiato, siamo certi che la sua risposta fosse un bel “SI”!
Ricevere una proposta di matrimonio dalla persona che si ama è sempre un momento emozionante. Chi decide di fare il grande passo sceglie con cura i dettagli dell’occasione, dalla scelta dell’anello alla scelta della location in cui darlo, e le parole giuste da utilizzare, ma per alcuni fantasiosi non sono le uniche cose a cui pensare!
C’è chi vuole rendere il tutto ancora più speciale con delle trovate decisamente fuori dalle righe, come ha fatto Giovanni per Letizia.
Al centro “Maximall” di Pontecagnano, una proposta speciale di matrimonio grazie al coro dei “Non solo Gospel” di Salerno.
#NonSoloGospel #Maximall #Creatiwastudio #Pontecagnano Pubblicato da Creatiwa Studio su Venerdì 29 giugno 2018
La chiesa è a porte chiuse: a Mariconda residenti esasperati
Brigida Vicinanza
Una situazione paradossale quella vissuta ieri mattina da una coppia di sposi del quartiere di Mariconda. All’arrivo in chiesa della donna infatti il sacerdote, don Angelo Barra, aveva già cominciato la funzione religiosa, senza di lei e solo con lo sposo presente. Si sa che una sposa si fa attendere per poi percorrere la navata davanti a tutti gli invitati, ma questa volta erano soltanto 7 minuti di ritardo.
Il tutto perchè il rito del matrimonio era inserito all’interno della messa domenicale delle 10.30. La povera sposa, insieme agli invitati sorpresi, è stata poi fatta uscire di nuovo fuori per poi rientrare un attimo dopo che don Angelo aveva stoppato il rito già cominciato. La povera ragazza, visibilmente rammaricata ha però continuato la sua festa. Ma le polemiche non si fermano qui. A parlare è la famiglia di lei, che oramai esasperata come tutti i residenti di Mariconda non ci sta. Una goccia che ha fatto traboccare il vaso quella di ieri mattina e adesso esplode la polemica dei fedeli, che hanno il coraggio di denunciare. «Da quando è arrivato questo nuovo parroco, Mariconda si è spenta, sta facendo di tutto per allontanarci e sta chiudendo le porte della sua chiesa non includendo e con i suoi atteggiamenti».
Infatti don Angelo non apre nemmeno le porte della sua parrocchia per la funzione religiosa della domenica sera. Ma non è tutto. Durante i riti funebri è capitato spesso che la messa sia cominciata anche senza la salma presente in chiesa, con il conseguente veto ai parenti di non inserire nulla di
proprio all’interno della funzione. Quindi vietate lettere, pensieri da leggere. Si può fare soltanto fuori dalla chiesa.
Per tanti motivi, dunque, l’oratorio di don Angelo e la sua parrocchia sono rimasti con pochi fedeli e pochi ragazzi e il quartiere di Mariconda adesso chiede che si faccia qualcosa.
«In questo quartiere riceviamo tantissima assistenza dall’amministrazione comunale, ma adesso dalla chiesa non più – sottolineano dalla famiglia della sposa – abbiamo ricevuto questo torto dal parroco, ma lui è una persona che non accoglie, stiamo avendo tantissimi problemi da tanto tempo e siamo stanchi. Siamo persone di cuore e lui ci ha spenti. I ragazzi non frequentano più l’oratorio, fedeli che vanno in chiesa non ce ne sono più e persino per la festa patronale del nostro quartiere abbiamo dei problemi. Mariconda ha bisogno di mettere il cuore al centro di ogni cosa, abbiamo il rimpianto di don Natale che invece aveva il senso dell’accoglienza».
Molte associazioni di riferimento del quartiere storiche insomma rivendicano il diritto di vivere al meglio la proprio fede, con i principi di accoglienza e di aggregazione, cosa che purtroppo adesso non avviene. Ma anzi a Mariconda c’è mente chiusa e restrizione a quanto pare, anche in quell’ambito che dovrebbe tendere la mano a tutti. Resta che i cittadini però sembrano esasperati.
Scafati. Niente matrimonio, il Comune chiude per ferie
Di Adriano Falanga
<<Signora ci spiace, ma il 9 agosto siamo in ferie, non può spostare il suo matrimonio?>>, <<impossibile è già tutto prenotato>> la risposta, <<allora non può anticipare la sola
funzione? Poi darà ricevimento come stabilito>>. La donna, sconvolta, ha lasciato gli uffici comunali in lacrime. La storia ha certamente del paradossale, a denunciarla pubblicamente è Pasquale Coppola, ex presidente del consiglio comunale, a cui la donna si è rivolta per una eventuale
“intercessione”. <<Sono rimasto allibito. Questa donna ha prenotato già tutto, compreso il ristorante e ora non sa cosa fare. Io non me la sento di andare al Comune ad intercedere.
Mi appello alla Commissione Prefettizia: capisco le tante difficoltà, ma facciamo sposare questa coppia ad agosto. Il Comune non può chiudere per ferie>>. E neanche interrompere un pubblico servizio del resto. Probabilmente sarà stata una autonoma proposta della dipendente comunale, considerato che dietro delega dell’ufficiale di Stato Civile chiunque può celebrare un matrimonio. Impossibile interrompere un pubblico servizio, e un decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2000 recita anche: “Le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate ai dipendenti a tempo indeterminato del Comune, previo superamento di apposito concorso, o al presidente della Circoscrizione ovvero a un consigliere comunale che esercita le funzioni nei quartieri o nelle frazioni, o al segretario comunale. Per il ricevimento del giuramento di cui all’articolo 10 della legge 5 febbraio 1992, n.91, e per la celebrazione del matrimonio, le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate anche a uno o più consiglieri o assessori comunali o a cittadini italiani che hanno i requisiti per la elezione a consigliere comunale>>. La sposa può rasserenarsi.
Scafati. Niente assegno al
coniuge “debole”, il caso di Scafati
Di Adriano Falanga
Divorzio e assegno al coniuge “debole”, dopo l’ex ministro Grilli, la Cassazione si esprime anche su un caso tutto scafatese. O meglio, volendo seguire il protocollo, il caso di Scafati è antecedente a quello, oramai mediatico, che ha coinvolto Vittorio Grilli. La sentenza è la numero 10749, pubblicata il 3 maggio 2017 dalla 6 sezione civile ordinaria, presidente il dottor Ragonesi Vittorio. A ricorrere in Cassazione è la donna, la scafatese A.B. contro l’ex marito R.A. La coppia si è separata nel 2013 presso il Tribunale di Nocera Inferiore, il quale revocava anche il contributo di mantenimento originariamente statuito e rigettava la domanda di corresponsione dell’assegno divorzile avanzata dall’ex moglie, condannando quest’ultima al pagamento delle spese processuali. La donna, ricorrendo in appello, chiedeva il contributo mensile di 900 euro. Nel merito, il giudice d’appello dichiarava l’infondatezza del gravame, dal momento che gli espletati accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza avevano evidenziato la sussistenza di mezzi propri adeguati in capo alla resistente, pubblico dipendente e proprietaria di tre immobili ubicati in Scafati, oltre che di un autoveicolo, tali da escludere la sussistenza dei presupposti legittimanti l’assegno di mantenimento fissato nelle condizioni di separazione. Si arriva quindi in Cassazione, la difesa della donna contesta alla Corte D’Appello di non aver tenuto conto dell’alto tenore di vita matrimoniale della coppia quando era sposata, chiedendo la corresponsione dei 900 euro mensili. Ma gli ermellini ritengono infondato il ricorso.
IL CASO GRILLI
Nel caso dell’ex ministro del Governo Monti, Vittorio Grilli, la Cassazione è andata oltre, stabilendo che a far perdere il diritto all’assegno alla ex moglie non è il solo fatto che si suppone abbia redditi adeguati, ma la circostanza che i tempi ormai sono cambiati e occorre superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come ”sistemazione definitiva” perché è «ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di auto responsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita, in quanto tale dissolubile. «Si deve quindi ritenere – afferma la Cassazione – che non sia configurabile un interesse giuridicamente rilevante o protetto dell’ex coniuge a conservare il tenore di vita matrimoniale».
Scafati. Sposa scappa con il testimone di nozze
Di Adriano Falanga
Dovevano firmare le pubblicazioni di matrimonio settimana prossima, e coronare il loro sogno d’amore il prossimo mese di maggio. Ma a quanto pare, questo matrimonio era il sogno del solo sposo perché la sposa ha preferito rinunciare. A far rumore però sono i dettagli di questo amore naufragato: lei infatti ha preferito dare il benservito al futuro marito scappando con un caro amico di lui, parente alla lontana, nonché testimone di nozze. Siamo in periferia di Scafati, a cavallo tra Poggiomarino e San Marzano Sul Sarno. La coppia di sposi ha poco meno di trent’anni. Anna (nome di fantasia) lavora come estetista mentre il fidanzato è un collaboratore di suo padre, commerciante e allevatore. Si conoscono grazie alla vicinanza che il ragazzo ha con il padre, si scelgono e
decidono di stare assieme. Il fidanzamento durerà alcuni anni, quanti ne bastano per decidere di sigillare l’unione davanti ad un altare e formare una famiglia. Entrambi sono ragazzi senza grilli per la testa, le famiglie sono conosciute per la loro sobrietà e laboriosità. Con circa un anno di anticipo sulla data stabilita per le nozze (fine maggio 2017) i giovani scelgono la location per il ricevimento versando un acconto, individuate anche le bomboniere e deciso pure il viaggio di nozze: una crociera di quindici giorni nel Mediterraneo. Non manca nulla, vengono versati gli anticipi anche per gli abiti, il fotografo, il fioraio, noleggiata l’auto da cerimonia. La coppia è fortunata, il papà di lei ha un appartamentino ereditato dai genitori a poche centinaia di metri. Viene avviata e completata la ristrutturazione dell’immobile, mentre la famiglia dello sposo provvede all’arredamento. Nulla viene trascurato. Con qualche mese di anticipo è già tutto pronto, a mancare è solo il sì davanti ad un sacerdote. Prima però, o c c o r r e s e g u i r e l ’ i t e r d i l e g g e e p r o v v e d e r e a l l e pubblicazioni di matrimonio. Mai fare i conti senza l’oste, in questo caso la sposa, che all’improvviso sembra scomparire nel nulla. Nessun messaggio, telefono spento, tutta la sua roba è a casa. Per diverse ore di Anna non si hanno tracce. Parte il tam tam di telefonate tra parenti e amici, fino a che il futuro marito chiama il suo amico e testimone di nozze, sposato anch’esso e padre di una bambina. E’ il momento della doccia gelata. <<Anna è con me, siamo presso la mia casa al mare in Puglia. Stiamo bene. Io e Anna abbiamo una relazione da quasi un anno>>. Il mai marito resta senza parole, lo stupore e l’incredulità sono tali da non fargli prendere subito cognizione della situazione. Passato lo smarrimento, il ragazzo si mette in auto e raggiunge la coppia clandestina sulle coste pugliesi, dove fino alla scorsa Estate tutti assieme avevano trascorso le vacanze. Sul posto, sbollita la rabbia con una comprensibile scenata di gelosia, al ragazzo viene spiegato tutto. La tresca era nata poco dopo aver deciso di sposarsi, prima ancora di cominciare con i preparativi.
Anna racconterà di aver confidato tutto ai suoi genitori,
spiegando di non voler più sposarsi e di evitare ogni preparativo. Una decisione però fortemente e aspramente respinta dal padre, che, preoccupato delle chiacchiere di paese e dei soldi già spesi per ristrutturare la casa, ha suggerito alla figlia di chiudere la relazione clandestina.
L’uomo confidava in una sbandata della figlia, da cui sarebbe rientrata dopo lo smarrimento iniziale. Magari, aveva consigliato: “scegliete un altro testimone”. Nulla da fare, la relazione è andata avanti, fino al momento in cui le cose si erano talmente complicate che scappare è stata l’unica soluzione possibile. Due matrimoni saltati, uno ancora da celebrare e l’altro già consumato. In zona è stata corsa al lotto e purtroppo le famiglie, nonostante i tentativi, non sono riuscite a tenere nascosta la cosa, colpa anche della moglie dell’amante, che ha spiattellato tutto ai quattro venti. Certamente il tempo farà la sua parte e porterà nel dimenticatoio la storia, più difficile sarà però per le famiglie dimenticare i soldi spesi per i preparativi. Al cuor non si comanda, e neanche alla tasca.
L’AVVOCATO: ripensamento nei giusti tempi
L’amore passa, ma i debiti restano. Oltre alla particolarità della vicenda, ciò che emerge sono soprattutto i costi sostenuti per contrarre il matrimonio. Chiaramente non c’è nessun contratto scritto e certamente nessuno può essere obbligato a una scelta così importante e soprattutto soggettiva. Non c’è pettegolezzo che tenga insomma. Però una domanda nasce spontanea: può lo sposo chiedere il risarcimento delle spese sostenute? La risposta arriva dall’avvocato Germana Pagano, volontaria presso lo sportello “Ascolto Famiglia” attivo ogni martedì dalle 15:30 alle 18:30 nei locali della biblioteca comunale Morlicchio e curato dall’associazione “Futuro Famiglia”. <<Il mancato rispetto in limine nuptias, senza giustificato motivo, dell’impegno a contrarre matrimonio nel nostro ordinamento apre il varco a profili risarcitori, limitatamente ai danni non patrimoniali.
Tuttavia ciò che assume particolare rilievo è la rottura della promessa di matrimonio allorquando essa sia avvenuta in maniera formale e solenne ossia quando risulti da un atto pubblico o da una scrittura privata o dalla semplice richiesta di pubblicazioni. Sia ben chiaro però che giammai l’aspirante coniuge potrà chiedere che l’altra parte sia obbligata a contrarre matrimonio, in quanto l’esercizio del recesso rappresenta un ineludibile diritto alla libertà matrimoniale – specifica il legale – Il venir meno agli impegni assunti senza un giustificato motivo in questi casi può dare alla parte esclusivamente il diritto ad ottenere il rimborso delle spese che abbia affrontato in vista del matrimonio e degli impegni economici assunti, mentre in alcun il mancato coniuge modo potrà ottenere il risarcimento del danno morale>>. Nel caso specifico però, la sposina è scappata prima della firma delle pubblicazioni, e secondo l’avvocato Pagano, questa è stata una scelta oculata. <<Nel caso che stiamo esaminando il ripensamento della ragazza sembra essere intervenuto in maniera assolutamente tempestiva ossia prima della richiesta di pubblicazioni>>. Oltre il danno, anche la beffa, per il povero sposo.
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Scafati. Antonio ed Elena,
sposi sul muretto del Sarno.
Il book che restituisce dignità al fiume
Di Adriano Falanga
Giovedi pomeriggio, c’è un capannello di persone accalcato sul ponte in Piazza Vittorio Veneto, intento a scrutare sotto, il fiume Sarno. Qualcuno da un auto chiede cosa sia successo, la risposta: “Niente, c’è una sposa nel fiume”. L’uomo preoccupato scende e corre alla balaustra. La sposa effettivamente c’è, con sposo e fotografo, ma per fare foto per il book matrimoniale. A scattare foto e rendere virale la curiosa e pericolosa scena Marco Esposito. “Quando sono arrivato erano fermi li e stavano parlando, non so di chi sia stata l’idea. Guardavano giù ed io pensavo che guardavano qualcosa poi ho visto un ragazzo scavalcare e mi sono affacciato ho pensato che fosse caduto qualcosa, invece dopo hanno preso la sposa in braccio e l’hanno fatta scavalcare e dopo sono scesi i due fotografi”. Una manovra azzardata, decisamente rischiosa viste le dimensioni del muretto ma soprattutto pericolosa, perché da un lato scorre impetuoso il fiume, dall’altro invece lo stagno paludoso dei canali Fienga e Bottaro. Praticamente un tocco di salute, ma la puzza nelle foto non viene, e grazie ai software di fotoritocco è semplice far diventare limpide e cristalline il fiume Sarno. “Sono stati lì un 15/20 minuti, hanno fatto un po’ di foto.
Ovviamente sul ponte si é fatta confusione tra invitati e passanti creando problemi al traffico perché dalle macchine cercavano di capire cosa stesse succedendo” ricorda ancora Esposito. Le foto, finite sul web, hanno acceso l’ilarità degli scafatesi, dividendoli in chi apprezza e chi ammonisce i temerari sposini. “È come andare a fare foto nella terra dei fuochi vicino ad un incendio di sostanze cancerogene, da evitare assolutamente” così Domenico, mentre secondo Anna:
“Qualcuno ha trovato qualcosa di bello in questi scatti, forse
Scafati è bella per qualcuno, non ci buttiamo sempre giù”.
Effettivamente in quel tratto sullo sfondo campeggia Palazzo Mayer e la Villa Comunale, di fianco la vecchia Sala Venezia. Una scenografia moto suggestiva, purtroppo deturpata e degradata dalla mano dell’uomo, che ha trasformato la rinomata “piccola Venezia” in una fogna a cielo aperto.
Sul posto sono intervenuti i Vigili Urbani, riportando la situazione nella normalità. Sposi e fotografo sono stati diffidati, non solo per l’audacia e pericolosità del gesto, quanto anche per aver scavalcato il basso cancelletto di entrata, violando una proprietà privata, perché quel tratto è di competenza del Consorzio di Bonifica.
Protagonisti della vicenda Elena Gargiulo e Antonio Guidone, regista il fotografo acerrano Sabatino Maisto. La coppia si era sposata poco prima nella vicina parrocchia di Santa Maria Delle Vergini. “Ecco come la fotografia può rendere arte anche a luoghi in cui l’omertà dell’uomo porta degrado. Il polverone di critiche sollevato sembra veramente eccessivo; permettersi di sindacare con un rumoroso vociferare dà risposta a perché i nostri territori non siano sanati e rivalutati – scrive su Facebook Antonio Guidone – Nonostante la location queste immagini esprimono l’arte di uno scatto, catturano la realtà e prospettano un futuro migliore…..riflettete”. In città è scattata la corsa al lotto. La loro audacia li ha sicuramente esposti a un grosso rischio per la loro incolumità, però il gesto ha voluto mostrare il gradimento per quella scenografia, tipica della città di Scafati, e ribadire il concetto che anche dalla “me..a nascono i fior”. Perché il contrasto è tutto qui. La bellezza è negli occhi di chi guarda. Che tutta questa audacia possa essere di buon auspicio, a loro e alla città. Auguri
IL RISULTATO