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Copertura piana (tecnologia)

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Academic year: 2022

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Copertura piana (tecnologia)

Definizione

Si definisce copertura piana l’elemento conclusivo di un edificio, realizzata per smaltire/convogliare in modo idoneo le acque meteoriche, la cui pendenza sia inferiore al 5%. Come ogni elemento dell’involucro edilizio, definisce un diaframma fra una condizione ambientale esterna e una interna.

Generalità

La copertura piana contribuisce alla definizione figurativa dell’edificio e appartiene al complesso degli elementi lessicali dell’architettura contemporanea, un’innovazione del linguaggio che si afferma nell’ambito del Movimento Moderno.

Infatti, il diffondersi dell’uso del cemento armato rendeva possibile, in quel preciso momento storico, la realizzazione di tetti piani in grado di sostenere il peso della neve, al punto da consentire a Le Corbusier di includere fra i cinque punti di una nuova architettura il tetto giardino, sostituendo le tradizionali falde o caratterizzando le nude terrazze con elementi scultorei, camini, solarium, passaggi. Nello stesso modo permetteva a Walter Gropius di teorizzare una città alleggerita aumentando il più possibile le superfici verdi disponibili sia al suolo che sopra i tetti.

Nella logica adottata dall’UNI (norma 8290-1:1981 Edilizia residenziale. Sistema tecnologico. Classificazione e terminologia) la copertura piana è un’unità tecnologica che appartiene alla classe delle chiusure superiori. Dal punto di vista morfologico l’attributo “piana” identifica un sottoinsieme che riconduce al modello di funzionamento delle coperture continue, dove per continuità si intende l’assenza di interruzioni nello strato di tenuta all’acqua. La progettazione di una copertura piana si fonda sulla preliminare definizione del comportamento in opera con particolare attenzione agli aspetti igrotermici e a una precisa definizione delle prestazioni connesse ai livelli di comfort abitativo dello spazio interno che nell’intradosso

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della copertura ha uno degli elementi di definizione.Tutto ciò incide sulle scelte progettuali, sulla qualità dei materiali da utilizzare, sull’organizzazione della manutenzione nel corso della vita utile dell’edificio.

Modelli costruttivi

La scelta del modello deve essere condotta attraverso una riflessione che tenga presente la classificazione funzionale, in tal modo la progettazione della copertura può divenire momento di risposta consapevole ai problemi connessi alle ricadute ambientali dell’attività edilizia. La classificazione operata in base al funzionamento in opera, e quindi alle prestazioni che il sistema di copertura può offrire, conduce a evidenziare due modelli: copertura non isolata, copertura isolata. Un’ulteriore analisi riguarda l’accessibilità, che incide sulla valutazione (entità e natura) dei carichi agenti sulla copertura stessa; una copertura può essere non praticabile o praticabile nelle diverse forme: terrazza, tetto carrabile, tetto giardino. Nel seguito una descrizione dei vari modelli.

Copertura non isolata. Si tratta di una copertura piana che non prevede la realizzazione dello strato funzionale deputato al contenimento delle dispersioni termiche (isolamento termico). In questo caso l’attenzione è posta esclusivamente sullo strato di tenuta all’acqua (impermeabilizzazione). Le prestazioni di questo modello lo rendono adatto alla realizzazione della chiusura superiore di locali non riscaldati e solitamente adibiti a usi produttivi (capannoni industriali, depositi).

Copertura isolata. È una copertura destinata a realizzare la chiusura superiore di spazi abitativi dei quali si vuole controllare il comfort termico conferendo allo spazio interno adeguate condizioni di benessere correlate allo svolgimento di definite attività.

L’adeguato isolamento termico può essere conseguito in modi diversi, dipendenti dalla successione degli strati

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funzionali. In particolare al più diffuso modello, che vede il posizionamento dello strato di tenuta all’acqua al di sopra di quello isolante e il posizionamento di una barriera al vapore per contrastare fenomeni di condensazione all’interno del materiale isolante, si affianca il cosiddetto tetto rovescio in cui lo strato finalizzato all’isolamento termico è posto al di sopra dell’impermeabilizzazione, garantendone in tal modo una maggiore durata. Per il suo funzionamento fisico-tecnico è una soluzione adatta ai climi caldi e che consente di eliminare la barriera al vapore la cui funzione è svolta dalla membrana impermeabile.

Copertura non praticabile. È consentita l’accessibilità per le sole operazioni di manutenzione periodicao Copertura praticabile: terrazza. Si caratterizza per la presenza di elementi di protezione e strato di finitura superficiale tali da consentire di soggiornarvi e svolgere attività.

Copertura praticabile: carrabile. Rispetto alla terrazza la finitura superficiale è tale da consentire la percorribilità da parte di veicoli. Occorre prestare attenzione agli effetti delle vibrazioni da percorrenza veicolare sullo strato di tenuta all’acqua e, per garantirne la durata, provvedere a una modalità di posa in semiaderenza.

Copertura praticabile: tetto giardino. La realizzazione di un tetto idoneo a ospitare specie vegetali quali manti erbosi, fiori e arbusti prevede la posa in opera di uno strato di terreno di coltura al di sopra degli strati di isolamento e tenuta. Ciò implica la necessità di predisporre ulteriori strati (drenante e filtrante) nonché l’uso di membrane impermeabilizzanti dotate di sistema antiradici ad azione fisica e chimica.

Strati funzionali

Qualunque sia il modello costruttivo, la copertura piana viene

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realizzata attraverso la sovrapposizione di strati che di norma svolgono precise e differenziate funzioni. Tale determinazione definisce una classificazione che distingue fra strati principali e strati complementari. Costituiscono gli strati principali i dispositivi tecnici relativi a:

impermeabilizzazione, che garantisce la prestazione di tenuta all’acqua;

barriera al vapore, che ha il compito di controllare la condensazione del vapore d’acqua all’interno dei materiali porosi;isolamento termico, che garantisce la prestazione di controllo dei flussi di energia termica e conferisce alla copertura determinati valori di resistenza termica globale;

isolamento e assorbimento acustico, che garantisce la prestazione di controllo dei flussi di energia sonora per definire stabiliti livelli di comfort acustico;

struttura portante (solaio), che è la parte resistente e sostiene i carichi derivanti dal modello funzionale e di accessibilità adottato.

Costituiscono gli strati complementari i dispositivi tecnici relativi a:

protezione, per difendere lo strato di tenuta dalle sollecitazioni esogene (meccaniche, fisiche e chimiche);

ventilazione, i cui dispositivi collaborano al controllo delle prestazioni termoigrometriche attraverso una circolazione d’aria naturale o forzata all’interno di u n ’ i n t e r c a p e d i n e p o s t a f r a i s o l a n t e e impermeabilizzazione;

pendenza, che definisce all’estradosso la conformazione idonea al displuvio delle acque meteoriche;

strati drenante e filtrante, al fine di permette la raccolta e il rapido deflusso dell’acqua che si accumula fra isolante e strato di tenuta; la zona filtrante permette di trattenere terra e materiali sottili trasportati dall’acqua.

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Bibliografia

AA.VV., Manuale di progettazione edilizia, Milano, 1995;

Ferrante T., Coperture piane, Roma, 2009.

Photogallery

Tetto giardino (archh. B. Artimino e C. Gazzè).

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Tetto rovescio (archh. B. Artimino e C. Gazzè).

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