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Redazione della Tesi di Laurea in Etruscologia

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Academic year: 2022

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Redazione della Tesi di Laurea in Etruscologia

Etruscologia,

Università degli Studi di Milano, Prof. ssa Giovanna Bagnasco Gianni.

Le brevi pagine che seguono hanno lo scopo di fornire una guida per la redazione delle tesi triennali e magistrali.

La prima parte (p. 2-5) riguarda l’impostazione generale da dare alla tesi e, fondamentali, le regole per scrivere correttamente la bibliografia;

la seconda parte ha carattere più tecnico e riguarda le impostazioni da seguire per l’impaginazione della tesi stessa in vista della stampa. (p. 6-8).

Generalmente una tesi di laurea triennale è un elaborato di circa 30-50 cartelle, comprensive di bibliografia e note; per una tesi magistrale si non vi sono limiti.

Le tesi assegnate possono essere di due tipi:

 Tesi bibliografiche, riguardanti argomenti concernenti l’Etruscologia e particolarmente incentrate sul sito di Tarquinia.

 Tesi sperimentali, basate sulla catalogazione e studio dei materiali archeologici di Tarquinia provenienti sia dagli scavi in corso, sia custoditi nel Museo Nazionale Tarquiniense.

È bene che la tesi di laurea, sia triennale sia magistrale, venga chiesta con un buon anticipo, così da poter impostare bene il lavoro ed avere il tempo di richiedere, se necessario, i vari permessi al Museo, Soprintendenza, ecc…

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Prima parte: schema generale per l’impostazione della tesi.

Generalmente l’ordine da dare ai componenti dell’elaborato è il seguente:

1. Indice

2. Premessa (o Introduzione) 3. Abbreviazioni bibliografiche 4. Capitoli della tesi

5. Eventuali tavole, piante, tabelle dei materiali ecc…

1.Indice.

Si tratta della prima cosa che viene guardata, tanto dal Professore relatore, quanto dalla Commissione esaminatrice; deve essere quindi chiaro e ordinato; i titoli dei capitoli e dei sottocapitoli, se presenti, vanno riportati esattamente, così come le pagine a cui trovarli.

2. Premessa (o Introduzione).

Si tratta di poche pagine in cui vengono brevemente spiegate la genesi, l’intento, la motivazione…del lavoro che è stato affrontato; si può inserire anche un breve commento che spieghi cosa si troverà nei vari capitoli. Si può eventualmente concludere con stringati ringraziamenti nel caso in cui si siano attivati dipendenti di Musei.

3. Abbreviazioni bibliografiche.

La bibliografia è una parte importantissima della tesi e pertanto va prestata massima cura nella sua compilazione; vanno riportati attentamente tutti i dati, che si consiglia di segnare da subito, nel momento della consultazione del volume

Anche la forma è importantissima ed è spesso la prima cosa che viene notata dalla Commissione:

maiuscole, corsivo, punti e virgole al posto giusto.

La bibliografia va scritta su due colonne, come nell’esempio sotto: nella colonna di sinistra si riporta il/i cognome/i dell’autore/i e l’anno di pubblicazione, che vanno ordinati alfabeticamente;

nella colonna di destra si riportano gli scioglimenti completi come negli esempi sottostanti.

Una buona soluzione per scrivere correttamente la bibliografia è usare una tabella word a due colonne, in modo tale che le varie diciture risultino facilmente ordinate e allineate; i bordi della tabella vanno ovviamente poi impostati come trasparenti. Il vantaggio sta nel poter impostare automaticamente l’ordine alfabetico nella prima colonna, che mantiene legata a sé l’intera riga, così da non impazzire ad ordinare alfabeticamente a mano!

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3 MONOGRAFIE:

AMBROSINI – GAMBARI 2004 C. AMBROSINI, F. M. GAMBARI, La collezione Dianzani: materiali da Poggio Buco nel Museo di Antichità di Torino, Torino 2004.

IAIA 1999 C. IAIA, Simbolismo funerario e ideologia alle origini di una civiltà urbana. Forme rituali nelle sepolture villanoviane e Tarquinia e Vulci e nel loro entroterra, Firenze 1999.

 Se si tratta di una monografia, come negli esempi precedenti, il titolo va riportato in corsivo.

ARTICOLI:

IAIA et alii 2001 C. IAIA, A. MANDOLESI, M. PACCIARELLI,

Cretoncini: un’indagine nell’area settentrionale dell’abitato, in Tarquinia Etrusca, pp.7-10

 Se si tratta invece di un articolo che fa parte di una collezione di articoli, come ad esempio giornate di studio in onore di, o volumi tematici, cataloghi di mostre ecc… il titolo non va in corsivo e bisogna aggiungere oltre al titolo il cognome dell’autore curatore del volume in generale + le pagine dell’articolo citato.

- Nel caso precedente si è usata la dicitura et alii accanto al primo autore poiché l’articolo era scritto da più autori in su, ma nello scioglimento nella casella di destra vanno riportati tutti i cognomi - Ulteriore cosa importante da sottolineare è che il documento da cui è tratto l’articolo va poi

esplicitato nella bibliografia: per cui, utilizzando l’esempio precedente, dovrà esserci un’altra voce corrispondente a Tarquinia Etrusca:

TARQUINIA ETRUSCA A.M. MORETTI SGUBINI (a cura di), Tarquinia Etrusca.

Una nuova storia, Catalogo della mostra, Roma 2001.

RIVISTE:

GATTI 1988 S. GATTI, Anagni, Santa Cecilia: seconda e terza

campagna di scavo, in Quad AEI IX, Roma 1988, pp. 218 – 226.

GEROLI 2002 M. GEROLI, Una produzione tarquiniese di Kantharoi in impasto. Forma, cronologia e funzione, in StEtr LXVIII,

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4 pp. 25 – 46.

PASCUCCI 1998 P. PASCUCCI, L’insediamento costiero della Prima Età del Ferro de “La Mattonara” (Civitavecchia), in ArchCl L, 1998, Roma 1998, pp. 69 – 111.

 Nel caso l’articolo faccia parte di riviste si usano generalmente delle sigle convenzionali, ad es. per Notizie degli scavi la sigla è Nsc; per Studi Etruschi, StEtr; per gli atti dei convegni Faina di Orvieto si usa AnnFain; scritti in corsivo e tutti ovviamente seguiti dal numero di serie o dall’anno, o da entrambi. Elenco completo delle abbreviazioni si può trovare in Archaeologische Bibliographie.

Le riviste non vanno ovviamente esplicitate oltre nella bibliografia.

CONVEGNI:

 Se invece si tratta di un articolo contenuto in atti di convegni, più o meno annuali, bisogna esplicitare:

BOITANI 2005 F. BOITANI, Nuove indagini sulla mura di Veio nei pressi di porta nord – ovest, in Atti Chianciano Terme 2005, pp.

135 – 155.

e anche lo scioglimento della sigla degli atti in un’altra casella:

Atti Chianciano Terme 2005 La città murata in Etruria. Atti del XXV convegno di Studi Etruschi e Italici (Chianciano Terme – Sarteano – Chiusi, 30 marzo – 3 aprile 2005), Firenze 2007.

 Alcune pubblicazioni di atti, giornate di studio ecc.. diventano poi talmente “famose” da essere conosciute con un titolo abbreviato, ad es.:

Articolo estratto:

BONGHI JOVINO 2000 M. BONGHI JOVINO, Il deposito votivo, in Roma 2000, pp. 269 – 270.

Esplicitazione Atti:

Roma 2000 A. CARANDINI – R. CAPPELLI (a cura di) Roma.

Romolo, Remo e la fondazione della città, Milano 2000.

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5 Viene cioè sostituito al cognome del curatore appunto un “titolo” abbreviato che è diventato ormai convenzionale; altro esempio:

RONCALLI 1986 F. RONCALLI, L’arte, in Rasenna, pp. 533 – 676.

Rasenna G. PUGLIESE CARRATELLI (a cura di), Rasenna, storia

e civiltà degli Etruschi, Milano 1986.

Ma anche:

BONGHI JOVINO 2001 M. BONGHI JOVINO, Produzioni in impasto. Ceramica, utensili e oggetti d’uso dall’orizzonte protovillanoviano fino all’orientalizzante medio finale, in Tarchna III, pp. 1- 136.

Tarchna III M. BONGHI JOVINO – C. CHIARAMONTE TRERE’,

Tarquinia, testimonianze archeologiche e ricostruzione storica. Scavi sistematici nell’abitato, campagne 1982- 1988 / I materiali 2, Roma 2001.

TESI:

GULIERI 2002-2003 R. GULIERI, Aspetti del villanoviano e

dell’orientalizzante antico a Tarquinia. I materiali di impasto provenienti dalla capanna antistante all’edificio beta nel complesso monumentale. Tesi di laurea in Lettere Classiche, anno accademico 2002-2003, Relatore: Chiar.

ma Prof.ssa M. Bonghi Jovino, Milano.

4. Capitoli della tesi.

Non c’è ovviamente una regola sul numero dei capitoli e dei sottocapitoli, eccetto il buonsenso; i sottocapitoli in particolare servono a snellire il discorso, focalizzando immediatamente l’attenzione su un argomento specifico piuttosto che su un altro all’interno della trattazione generale.

5.Eventuali tavole, piante, tabelle dei materiali.

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6 Anche per questa parte non c’è nessuna raccomandazione particolare da fare, se non che tabelle, piante, disegni, foto…siano correttamente e ordinatamente impaginati. Per quanto riguarda le tavole delle tesi sui materiali si rimanda invece alla apposita guida.

Seconda parte: criteri per l’impaginazione della tesi.

Di seguito vengono schematicamente fornite alcune indicazioni da seguire per impaginare correttamente la tesi:

Margini.

- Stampa su solo fronte:

Vanno bene i margini generalmente pre-impostati su Office Word, e cioè:

superiore 2,5 cm;

inferiore 2 cm;

sinistro 2 cm;

destro 2 cm.

Bisogna però impostare il margine di rilegatura, che in caso di stampa su solo fronte è da aggiungere al margine sinistro: si accede dunque alla finestra “imposta pagina”, “margini”, e alla voce “rilegatura” si inserisce il valore 0,7 cm; la posizione rilegatura è appunto “sinistro”.

- Stampa su fronte/retro:

Contrariamente a quanto si sente dire a volte, non è obbligatorio stampare la tesi su solo fronte, ma si può effettuare la stampa anche su fronte/retro; in termini economici di stampa non cambia assolutamente nulla, mentre il risparmio di carta è notevole e auspicabile.

Un consiglio è decidere da subito in che formato si decide di stampare, così da non dover toccare più volte le impostazioni.

Anche nel caso della stampa fronte/retro vanno bene i margini preimpostati riportati sopra, ma bisogna fare attenzione ad accedere lo stesso alla finestra di “imposta pagina”, “margini”, scegliere la voce

“margini simmetrici” nel menù a tendina corrispondente alla voce “più pagine” e immettere poi il valore

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7 0,7 cm a “rilegatura”. Benché ci siano anche altre impostazioni per stampare in formato libro fronte/retro, questa dovrebbe essere la migliore. Chi usa le versioni Word dal 2007 in poi dovrebbe già trovare anche un’ impaginazione preimpostata che si chiama “speculare”, con misure di margini simili a quelle riportate sopra.

NB: Chi sceglie di stampare la tesi in fronte/retro stia attento a far cominciare sempre i capitoli (capitoli, non sottocapitoli!) nuovi nella pagina di destra, prevedendo se necessario una pagina vuota precedente.

Carattere.

Di solito si usa il consueto Times New Roman, ma anche Calibri e Cambria possono andare bene.

La dimensione per il testo è 12, per le note a piè di pagina è 11.

I titoli dei capitoli/sottocapitoli/paragrafi sono ovviamente a discrezione.

Interlinea.

Va impostato su 1,5 cm. Attenzione ad impostare anche l’interlinea delle note a piè di pagina su 1,5 cm.

Note a piè di pagina.

Sono un elemento fondamentale; possono essere di due tipi generalmente:

1. riportano semplicemente l’indicazione del libro/articolo da cui avete tratto la vostra informazione:

in questo caso va riportato il cognome dell’autore, l’anno di pubblicazione e la pag. o le pp. di riferimento e non il titolo esteso del libro/articolo; l’autore citato va poi ovviamente cercato nella bibliografia, dove si troverà il titolo del libro/articolo per esteso, secondo le modalità già descritte.

2. sono note esplicative di un concetto che volete sviluppare meglio, ma che risulterebbe ridondante o un po’superfluo nel testo;

spesso si trova poi una combinazione dei due tipi:

Tipo 1+ Tipo 2

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8 Spesso nelle note ma anche nella trattazione si usano le parole “si veda Supra, p. … ” o “si veda Ultra, p. …”

o “si veda Infra, p. …” per indicare concetti che sono stati espressi rispettivamente: precedentemente, in seguito o nello stesso paragrafo.

Numeri di pagina.

I numeri di pagina vengono generalmente collocati in basso a destra o al centro.

Nel caso di stampa fronte/retro, se si vogliono i numeri in basso al centro non ci sono problemi; ma se si vogliono i numeri in basso di lato bisogna stare attenti e impostare nella finestra del piè di pagina la modalità “diverso per le pagine pari e dispari”; dopodiché selezionare un piè di pagina dispari e impostare il numero di pagina “in basso a destra” e al contrario selezionare un piè di pagina pari e impostare il numero di pagina “in basso a sinistra”, così da averli entrambi all’esterno della pagina.

Generalmente una delle ultime operazioni di controllo della tesi riguarda proprio i numeri di pagina, per la revisione dei rimandi interni alle pagine della tesi stessa, per la definizione dell’indice ecc…

Impostate quindi da subito i numeri di pagina, ma sappiate che li controllerete fino all’ultimo…

Tipo 1

Tipo 1 + Tipo 2

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