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5. Conclusioni: i contatti tra Creta e Cipro

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178

5. Conclusioni:

i contatti tra Creta e Cipro

5.1 Considerazioni generali

5.1.1 Distribuzione geografica

La seguente carta di Creta, in cui compaiono i siti minoici che hanno restituito e-videnze cipriote, indica anche il diverso numero dei reperti ciprioti presenti in ciascuna località.

Fig. 50 – Le evidenze cipriote nei siti minoici

È evidente che la maggioranza dei siti è presente in prossimità o sulla costa nord-orientale dell’isola e, questo, molto probabilmente, indica che questa l’area che maggiormente era interessata dal commercio provenienti dal Mediterraneo o-rientale.

(2)

179 La maggior parte delle rotte marittime dell’Età del Bronzo, che collegavano l’Oriente con Creta, infatti, probabilmente arrivavano nell’Egeo da nord-est. an-che se secondo alcuni studiosi le rotte potevano essere molteplici; l’opinione più diffusa fino a qualche anno fa era quella che si basava sulla presenza di una rotta che, seguendo le correnti ed i venti del Mediterraneo, circolava in senso antiora-rio dall’Egeo, al Delta del Nilo, al litorale siantiora-rio-palestinese, Cipro per poi tornare verso l’Egeo, passando per Rodi.1 In realtà, nei collegamenti fra Cipro e l’Egeo, dovevano essere usate almeno altre due rotte: la prima (fig. 51, rotta A), che da Cipro costeggiava la parte meridionale dell’Asia Minore, passando per Rodi, e poi si dirigeva verso Creta, spiegherebbe le evidenze concentrate nei siti minoici del-la costa nord-orientale dell’isodel-la;2 la seconda (fig. 51, rotta B), invece, che da Ci-pro costeggiava la costa levantina verso sud, passava per il Delta del Nilo, e poi si dirigeva verso Creta, fornirebbe una spiegazione per le evidenze trovate a Kom-mos.3

Fig. 51 – Le rotte marittime tra Creta e Cipro nell’Età del Bronzo

1

MCCASLIN, 1980, fig. 36.

2

WATROUS, 1992, pp. 175 -176; NIEMEIER, 1998, p. 36; GRAZIADIO, 2005, p. 332.

3 M

(3)

180 5.1.2 Studio dei contesti e dei materiali

Prima di discutere in dettaglio i contesti di rinvenimento dei materiali ciprioti, in via preliminare mi sembra opportuno sottolineare il fatto che sulla base del mio catalogo i grandi centri palaziali minoici non risultano essere i principali protago-nisti nei contatti tra Creta e Cipro nell’Età del Bronzo. Come si desume dalla fig. 50, il flusso delle importazioni interessa essenzialmente diversi piccoli centri ubi-cati in prossimità o sulla costa.

Se si procede con uno studio più approfondito dei contesti risulta chiaro che le evidenze cipriote nell’ambito dei contesti funerari e in quelli palaziali sono note-volmente più scarse rispetto alla grande quantità di oggetti trovati in contesti a-bitativi.

Fig. 52 – Contesti minoici

Tuttavia si deve notare che nei contesti funerari sono stati rinvenuti soprattutto oggetti di prestigio, come il sigillo da Mavrospelio (cat. n. 005), il copribocca in oro (cat. n. 038) e i coltelli in ferro del periodo Postpalaziale (cat. nn. 118-122). Dai contesti palaziali, invece, provengono solo tre frammenti di ceramica: due dal palazzo di Cnosso (cat. nn. 002, 107) e uno dal palazzo di Mallia (cat. n. 024). Da questo punto di vista sembra quindi che si possa escludere che i contatti non sia-no stati esclusivamente connessi col commercio palatisia-no. Infine, i contesti abita-tivi, a prescindere dai lingotti di rame ox-hide, hanno restituito soprattutto ce-ramica di uso comune.

(4)

181 Una possibile conclusione è che le genti minoiche non erano tanto interessate alla ceramica cipriota per il suo valore intrinseco, quanto ai contenuti dei vasi e, soprattutto, al prezioso metallo di cui Cipro disponeva in abbondanza.

Nel cado dei lingotti ox-hide si è ritenuto opportuno trattarli separatamente. Questi, sebbene non siano stati trovati in contesti funerari, essi, infatti, sono stati rinvenuti in contesti di abitazione molto differenti. Come abbiamo già accennato nel capitolo precedente, i lingotti sono stati rinvenuti in contesti definiti “utilita-ristici” e “non-utilita“utilita-ristici”. Nel primo caso rientrano i lingotti da Gournia (cat. n. 033), quelli dal Quartiere degli Artigiani di Mochlos (cat. n. 035), da Khania (cat. nn. 037, 105-106) e da Kommos (cat. n. 104), in quanto provengono da laboratori metallurgici.4 A mio parere, nel caso dei contesti “non-utilitaristici” è necessario introdurre una seconda suddivisione. Sei esemplari dai magazzini del palazzo di Zakro (cat. n. 034) appartengono a quello che gli studiosi hanno interpretato es-sere un “tesoretto”,5 infatti, questi lingotti, insieme ad altri oggetti di grande va-lore, venne immagazzinato e tesaurizzato. Altri due ritrovamenti, invece, proven-gono dall’insediamento di Mochlos (cat. n. 036) e dal Piazzale Sacelli di Haghia Triada (cat. n. 117) sono stati effettuati in luoghi di culto, per cui non si può e-scludere l’esistenza di una ideologia religiosa connessa con le miniere e la metal-lurgia, in base alla quale il lingotto poteva costituire un prezioso oggetto votivo.6

5.2 I Periodi Prepalaziale e Protopalaziale

Passando a parlare diacronicamente lo sviluppo dei rapporti fra Creta e Cipro, nella fase dei primi contatti si possono distinguere due momenti distinti: uno ini-ziale che sembra corrispondere, in termini di cronologia minoica, alla fine del pe-riodo Prepalaziale, e uno più avanzato, che corrisponde al pepe-riodo Protopalazia-le. 4 LIARD, 2010. 5 PLATON,1985;GESELL, 1985, p. 139. 6 S

(5)

182 Come risulta anche dal catalogo, in questa prima fase non sono molti i rinveni-menti ciprioti a Creta,7 mentre più significativi risultano i ritrovamenti effettuati nell’altro versante: una giara con beccuccio a ponticello con decorazione di tipo geometrico dark-on-light8, alcuni pugnali9 dell’AM III-MM IA trovati in sepolture dell’AC IIIB-MC I a Lapithos; leggermente più tarda è la tazza Kamares trovata a Karmi Palealona, all’interno della Tomba 11b, la cosiddetta “Seafarer’s Tomb”,10 e datata tra MM IB e MM IIA o ad un periodo successivo11, ed alcune tazze care-nate in Red-on-Black e Plain White Wheelmade Ware.12

Se si tiene conto di queste presenze minoiche, dobbiamo ritenere che i primi contatti fra Creta e Cipro siano iniziati, già nella fase più tarda del Periodo Prepa-laziale, ma è verosimile che si sia trattato esclusivamente di contatti occasionali. Nonostante che la documentazione archeologica relativa a questa fase iniziale sia molto scarsa, i contatti fra Creta e Cipro non sembrano essere stati realizzati tramite la mediazione di terzi, forse da mercanti della costa levantina, perché la presenza della ceramica cipriota a Creta induce ad escludere di fatto questa teo-ria.13 È verosimile, invece, l’ipotesi che il motore delle relazioni sia stato rappre-sentato, fin da questa epoca, dal commercio del rame,14 suggerita qualche de-cennio fa da Cadogan15 e successivamente anche confermata dalle analisi dei manufatti di rame rinvenuti a Creta.16 Anche se, effettivamente, mentre le prin-cipali fonti di rame per la Grecia, nell’Antica e Media Età del Bronzo, erano i

7

CATLING, MACGILLIVRAY, 1983; RUSSELL, 1985, nn. 42-30; CATLING. 1991, p. 5, n. 1; CALOI, 2009, p. 43,47-48; MAGUIRE, 2009, p. 223; NIEMEIER, 1998, p. 36; MOMIGLIANO, 1991, p. 166; MACGILLIVRAY, 1998, p. 46; TSIPOPOULOU, 1997, pp. 481-482, fig. 20; GRAZIADIO, 2005a, p. 328;

GRAZIADIO, 2013; RUSSELL, 1985, p. 42, n. 30; SHAW, 1998, pp. 13-14, Fig. 1, n. 6; WATROUS, 2001, p. 217; MAGUIRE, 2009, p. 223, Kom 815, Kom 816; VAN DE MOORTEL, 2006, pp. 641-642.

8 G

RACE 1940; MANNING, 1995, p. 89-90, 187-189; SØRENSEN, 2008, p. 172, n. 1; WALBERG, 1992, pp. 386-387; NIEMEIER, 1998, p. 36; STEWART, 1962a, p. 283.

9

ÅSTRÖM, 1979, pp. 59-60; KEHRBERG, 1995, pp. 188, 193-194;NIEMEIER, 1998, p. 36; SØRENSEN

2008:, pp. 180-181, nn 43-48.

10

STEWART,1962b;SØRENSEN 2008, p. 172, n. 1.

11

SALTZ, 1977, p. 53; WALBERG, 1992, pp. 387-388; MANNING, 1995, p. 109, n. 70; KEHRBERG, 1995, p. 95; NIEMEIER, 1998, p. 36 , MACGILLIVRAY, 1998, pp. 59, 74; MACGILLIVRAY, 2007, p. 134; CALOI, 2009, p. 51; STEWART, 1962b, p. 204; MELLAART,1974, p. 41; MERRILLEES, 1977, p.

36; MERRILLEES,2003, p. 341; ÅSTRÖM, 1979, p. 59. 12 MARKETOU, 2009, p. 53. 13 K OUKA, 2009, p. 40. 14 KEHRBERG, 1995, p. 192; CALOI, 2009, pp. 51, 54-56. 15 CADOGAN, 1979, pp. 64-65. 16 S

(6)

183 cimenti situati nelle isole Cicladi, tra cui in particolare Kythnos (vedi cap. 4),17 già alla fine dei periodi Prepalaziale e Protopalaziale, invece, importanti fonti di rame per Creta erano i giacimenti ciprioti.18

5.3 Il Periodo Neopalaziale

Com’è noto il Periodo Neopalaziale rappresenta il momento di massimo sviluppo della civiltà minoica e il periodo di massima espansione culturale e commerciale di Creta, per cui non sorprende il profondo incremento dei contatti fra Creta e Cipro che si rileva sul piano archeologico.

Se estrapoliamo dal catalogo i dati relativi a questo periodo (fig. 53), possiamo vedere come le importazioni cipriote a Creta siano presenti nella maggior parte dei centri minoici, anche se escludendo i due picchi di Mochlos e Kommos, l’istogramma presenta valori pressoché omogenei tra sito e sito.

Fig. 53 – Le presenze cipriote a Creta nel Periodo Neopalaziale

17

STOS-GALE, 2000, p. 63, Fig. 3.4.

18 S

(7)

184 Le importazioni cipriote a Creta, che possono essere viste dettagliatamente in ca-talogo, consistono in una larga varietà di classi ceramiche (White Painted Ware, Red on Black Ware, White Slip I Ware, Red Lustrous Wheelmade Ware), e lingotti di rame ox-hide, e sono state trovate non più solo nei centri palaziali, ma anche in centri urbani di minore entità ed importanza.

Sul versante cipriota, invece, le importazioni minoiche non sono, in realtà, molto consistenti, ma in particolare stupisce il fatto che il sito di Tomba Tou Skourou, sulla costa settentrionale di Cipro abbia restituito il gruppo più cospicuo di cera-mica minoica neopalaziale trovato all’esterno dell’ambito egeo.19

Questo, inoltre, è il periodo a cui appartengono le prime attestazioni della scrit-tura cipro-minoica20 a Cipro. Approssimativamente sono stati trovati 250 oggetti del Tardo Bronzo portanti iscrizioni cipro-minoiche, incluse tavolette d'argilla, piedistalli votivi, cilindri e sfere d'argilla. Le scoperte di queste testimonianze so-no state fatte in vari siti ciprioti,21 come pure nell'antica città di Ugarit, sulla co-sta siriana.

Non sappiamo come questa scrittura abbia avuto origine, tuttavia, ma è chiaro che il suo uso continuò fino all'Antica Età del Ferro, fornendo un collegamento diretto con il sillabario cipriota classico, connesso con il dialetto dell’Arcadia di età storica. Il legame con il sistema della Lineare A e della scrittura egea successi-va, quindi, è indubbiamente molto forte soprattutto nel periodo più antico (Tab. 3). Nonostante ciò alcuni elementi differenziano le due scritture: innanzitutto i documenti egei, in genere, sono brevi, mentre a Cipro compaiono anche testi molto lunghi; in secondo luogo mentre le tavolette in Lineare A e B normalmente non venivano cotte, quelle cipriote, per altro di forma “cushion-shaped”, veniva-

19 V

ERMEULE, WOLSKY,1990,pp.167, 170.

20

Il “cipro-minoico” è una scrittura sillabica indecifrata usata a Cipro durante la Tarda Età del Bronzo (1550-1050 a.C. circa); il termine venne coniato da Arthur Evans nel 1909 basando-si sulla somiglianza visuale con la Lineare A della Creta minoica, per cui basando-si è pensato che il cipro-minoico derivasse da essa (GRAZIADIO, 2010, pp. 86-87).

21

Soprattutto ad Enkomi, ma anche a Kouklia, Kalavassos Haghios Dimitrios, Hala Sultan Tek-ke (PALAIMA, 1989a, pp. 123-126).

(8)

185

Lineare B Lineare A Scrittura

Cipro-Minoica

(9)

186 no sottoposte a cottura e presentavano scrittura su entrambe la facce, secondo le tradizioni scrittorie del Vicino Oriente.22

Nonostante queste differenze, possiamo affermare che la scrittura cipro-minoica sembra nascere da una contaminazione di elementi minoici e orientali, e che la sua comparsa deve necessariamente essere messa in relazione con i sempre più frequenti contatti cipro-egei verso la metà del II millennio a.C..23

Pertanto a buon diritto possiamo affermare che il periodo Neopalaziale costitui-sce il momento più proficuo per quanto riguarda i contatti fra le due isole. Inol-tre, si definiscono con più chiara evidenza i siti e le aree maggiormente coinvolte in questa rete commerciale: sia a Cipro che a Creta, infatti, le aree maggiormente interessate sono concentrate sulle loro coste settentrionali, e questo chiaramen-te conferma che, almeno fino alle prime fasi del Tardo Bronzo, la rotta marittima maggiormente seguita da Creta a Cipro e viceversa era quella che costeggiava l’Anatolia (fig. 51, rotta A).

Nonostante la maggiore diffusione sulla costa settentrionale di Creta, un interes-se particolare è rivestito dalle evidenze che ha restituito Kommos, città portuale ubicata sulla costa meridionale di Creta. Infatti, può vantare rapporti con Cipro che risalgono già al periodo Protopalaziale ed il numero elevato di ritrovamenti nei contesti del periodo Neopalaziale deve essere considerato un preludio per le fasi successive.

L’intensità dei rapporti tra Creta e Cipro in questo periodo si può dedurre anche grazie alla presenza di influssi ciprioti riscontrabili nel campo della produzione ceramica del TM IB. È, infatti, in questo periodo che gli artigiani minoici ad adot-tarono la cosiddetta “wishbone handle”24 per la fabbricazione di un numero

22

PALAIMA, 1989a; PALAIMA, 1989b, pp. 32-35; GRAZIADIO, 2010, p. 87.

23

GRAZIADIO, 2010, p. 87.

24 Con l’espressione “wishbone handle” si indica l’ansa orizzontale di forma biforcuta, che

presenta un profilo leggermente incurvato ed un prolungamento centrale più o meno sporgente e variamente modellato (GRAZIADIO, 1998, p. 365). Questo termine in campo e-geo, viene anche associato ad esemplari cretesi età neolitica (EVANS, 1921, p. 38) e ad altri

vasi dell’Età del Bronzo, diffusi in ampio numero in alcune isole ioniche e nella parte cen-tro settentrionale della Grecia continentale (WACE,THOMPSON,1912, pp.185-186;HEURTLEY, 1939,pp.209,224-225). Questi casi però non sembrano avere nessuna parentela con la

(10)

187 dotto di tazzine che destinarono anche all’esportazione in ambito egeo e che continuarono a produrre anche nell’Età Palaziale Finale.

Il primo significativo gruppo di vasi in “wishbone handle” di ispirazione cipriota trovato a Creta è databile al periodo che va dal TM IB al TM II-IIIA. Si tratta di un ridotto gruppo di piccole tazze semiglobulari che sono riconducibili sostanzial-mente a due tipi, convenzionalsostanzial-mente definiti Tipo A e Tipo B, che si differenziano principalmente nelle dimensioni e nelle profondità della vasca, ma che presenta-no una tipica decorazione mipresenta-noica. A Creta ne sopresenta-no attestati due esemplari del Tipo A e uno del Tipo B a Cnosso; altre tazze frammentarie del Tipo A sono state ritrovate ad Haghia Triada, Kamilari, e a Poros Irakliou, mentre Kommos ha resti-tuito due esemplari del Tipo B.25

In ambito egeo, in particolare a Keos, Citera e nel Peloponneso meridionale, sep-pur in modo sporadico, sono state rinvenute altre tazze del Tipo A con “wishbone handle” databili al TM IB-II, ma possono essere riconosciute come esemplari e-sclusivamente di produzione minoica26. Non c’è dubbio quindi che, entrando nel repertorio ceramico minoico per la produzione di tazze destinate, in parte, anche all’esportazione, queste anse di forma particolare devono essere state apprezza-te a Creta, in un periodo in cui i rapporti cipro-minoici si stavano consolidando.27 La loro fortuna in ambito egeo potrebbe essere dimostrata dal fatto che alcune tazze del cosiddetto gruppo “Levanto-miceneo”, prodotto nella Grecia continen-tale nel TE IIIA2-IIIB per il mercato cipriota, continuano a presentare la “wishbo-ne handle”, anche se la filiazio“wishbo-ne diretta dagli esemplari minoici non è del tutto chiara, visto anche lo scarto cronologico.

“wishbone handle” cipriota, in quanto appartengono ad una fase troppo lontana nel tem-po o ad aree geografiche che sembrano non aver avuto contatti diretti con il Mediterraneo orientale (GRAZIADIO, 1998, pp. 366-367.).

Il primo esempio di vaso minoico, che per la sua forma dell’ansa, gli studiosi hanno pensa-to ad un influsso cipriota, potrebbe essere una coppetta emisferica in ceramica Kamares rinvenuta a Festos (WALBERG, 1976, p. 152, Form 55, Tipo 228 (Bowl with Handle of Cyprio-te type), fig. 30), ma essa è stata attribuita ad una fase iniziale del periodo Protopalaziale, fra MM IIA-IIB. Se il prototipo dell’ansa di questo esemplare è cipriota, tuttavia, si tratte-rebbe comunque di un caso episodico, che non trova seguito nei periodi successivi (G RA-ZIADIO, 1998, pp. 367-369). 25 GRAZIADIO, 1998, pp. 369-370. 26 GRAZIADIO, 2005, pp. 331. 27 G RAZIADIO, 1998, p. 373.

(11)

188 Per quanto concerne, invece, il periodo della introduzione a Creta di questo tipo di ansa, un ruolo importante sembra essere stato svolto da Rodi, che, agli inizi del Tardo Bronzo, da una parte, aveva strettissimi rapporti con Creta e, dall’altra, manteneva strette relazioni anche con Cipro. Nel sito di Trianda la ceramica ci-priota, infatti, è ben attestata già nel periodo corrispondente alla transizione tra TM IA e TM IB, ed è significativo che a queste importazioni si affiancano anche diverse imitazioni28 (incluse tazze con “wishbone handles”) rinvenute in contesti che appartengono ad un periodo di poco precedente a quello (TM IB) a cui risal-gono le più antiche attestazioni di “wishbone handles” a Creta29. Questa precoce adozione di questo tipo di ansa nel vasellame locale di Rodi si spiega evidente-mente con il fatto che, in virtù della sua posizione geografica, questa isola rap-presentava un punto di passaggio obbligato nelle rotte commerciali che collega-vano il Mediterraneo orientale e l’Egeo e molto probabilmente costituiva anche un punto di intermediazione culturale fra Creta e Cipro. Sembra quindi logico supporre che proprio tramite la via che transitava da Rodi, dove le ciotole ciprio-te sono relativamenciprio-te comuni e gli artigiani locali furono i primi ad imitare la “wishbone handle”, si sia attuato il processori adozione di questa ansa a Creta, da cui essa si diffuse in diverse zone dell’Egeo.30

Fig. 54 – Un esempio di importazione cipriota di ciotola in White Slip II Ware con wishbone handle (TM III) trovata a Kommos (n. cat. 073)

28 In particolar modo la White Slip Ware, la Base Ring Ware e la Red Lustrous Wheelmade

Ware (KARAGEORGHIS,MARKETOU,2006).

29

KARAGEORGHIS,MARKETOU,2006,p. 457.

30 G

(12)

189

5.4 Il Periodo Palaziale Finale

Com’è ben noto, alla fine del TM IB, qualche evento traumatico travolge la civiltà minoica e i palazzi vengono tutti distrutti, ad eccezione del palazzo di Cnosso. In questo periodo Micene acquisisce l’egemonia dell’Egeo: le Cicladi cadono completamente nella sua sfera di influenza culturale e politica; mentre Creta, pur entrando probabilmente a far parte del mondo miceneo, riesce a conservare una certa indipendenza in termini di sviluppo culturale e di apertura dei contatti con il resto del Mediterraneo.31

Se estrapoliamo dal catalogo i dati relativi a questo periodo (fig. 55), possiamo vedere come le importazioni cipriote a Creta siano calate drasticamente rispetto al periodo precedente. Fa eccezione Kommos, dove in controtendenza si regi-strano in assoluto i valori più alti, non solo in termini cretesi ma nell’intero ambi-to egeo. L’isambi-togramma, addirittura, mostra, inoltre, come nella maggior parte dei centri minoici che hanno restituito presenze in contesti neopalaziali non sia pre-

Fig. 55 - Le presenze cipriote a Creta nel Periodo Palaziale Finale

31 G

(13)

190 sente alcuna evidenza cipriota. Questa totale assenza dipende naturalmente dal-le vicende dei singoli centri minoici dopo dal-le distruzioni avvenute alla fine del TM IB.

Le importazioni cipriote a Creta consistono in una varietà di classi ceramiche me-no ampia rispetto al periodo precedente (White Slip II Ware, White Shaved Ware e grandi pithoi per derrate), nonché in un numero ridotto di lingotti di rame ox-hide. I siti e le aree che sembrano continuare ad intrattenere relazioni commer-ciali con Cipro sono, quindi, Cnosso, Kommos e Khania.

L’area di Cnosso mantiene in vita evidentemente le sue relazioni oltremare, com’è testimoniato dalla presenza di ceramica d’importazione cipriota, che è pur presente se in quantità esigue.

Kommos, come ho già detto in precedenza, costituisce un caso straordinario in tutto l’Egeo per la presenza, in contesti del periodo Palaziale Finale non solo di importazioni cipriote, ma anche di materiali cananei e italiani. A Kommos è stata effettuata anche un’altra scoperta eccezionale: in un deposito del TM IIIA1, dove compaiono anche frammenti ciprioti e dell’area levantina, sono state trovate due ancore litiche di tipo composito infisse nella pavimentazione dell’Edificio P (fig. 56).32 La presenza di ancore litiche utilizzate come elementi architettonici è una caratteristica estranea al mondo egeo e trova, invece, ampi confronti a Cipro e nel Levante; per cui anche queste evidenze sembrano rappresentare un ulteriore segnale dei profondi contatti che Kommos, già da molto tempo, intratteneva con Cipro.33

Infine, in questo periodo un ruolo significativo nei rapporti con Cipro sembra es-sere svolto anche dalla parte occidentale di Creta, non solo per i ritrovamenti di un certo numero di importazioni cipriote a Khania, ma anche per la presenza a

32

SHAW, 1995, pp. 279-280.

(14)

191 Cipro di ceramica minoica riconoscibile come una espressione della produzione di Creta occidentale.34

Sul versante cipriota naturalmente il flusso delle importazioni dall’Egeo è i rela-zione con gli sviluppi del quadro storico di questa epoca. Le importazioni minoi-che non sono, infatti, molto numerose, in quanto è chiaro minoi-che esse furono sosti-tuite dalla grande quantità delle ceramiche micenee importate a Cipro e in Le-vante. Alcuni studiosi35 avevano ipotizzato che alcuni crateri in “Pictorial Style” trovati a Cipro fossero l’indizio del trasferimento a Cipro di artigiani minoici, ma i risultati delle analisi archeometriche hanno, in realtà, confermato la provenienza peloponnesiaca di questi vasi.36

Fig. 56 – Le due ancore litiche da Kommos

34

GRAZIADIO, 2010, p. 147.

35

VERMEULE, KARAGEORGHIS,1982;ÅKESTRÖM,1987.

36 G

(15)

192

5.5 Il Periodo Postpalaziale

Nel periodo Postpalaziale grandi sconvolgimenti interessarono non solo Creta e Cipro, ma anche tutto il Mediterraneo centrale ed orientale. In questa epoca, in-fatti, il mondo egeo assiste alla fine della società palaziale micenea, senza che si possa però evidenziare una rottura con la cultura materiale precedente. Cipro, dopo una fase di distruzione, procede verso quello che sarà un periodo di note-vole sviluppo, in termini di evoluzione urbanistica, sociale ed economica (artigia-nale e commerciale).37

Se estrapoliamo dal catalogo i dati relativi a questo periodo (fig. 57), possiamo vedere come le importazioni cipriote a Creta siano ancora più esigue rispetto al periodo precedente. Anche il sito di Kommos, che per lungo tempo aveva avuto un ruolo importante nei rapporti cipro-egei, ha restituito solo qualche frammen-to di ceramica d’importazione cipriota.

Fig. 57 - Le presenze cipriote a Creta nel Periodo Postpalaziale

37 G

(16)

193 Le importazioni cipriote a Creta in questa epoca consistono in pochi frammenti di vasi ciprioti (White Slip II Ware, Base Ring II Ware e pithoi in White Plain Ware) rinvenuti a Kommos, Khania e Cnosso, come per il periodo precedente; da Ha-ghia Triada proviene un semi-lingotto dal Piazzale Sacelli, mentre altri siti hanno restituito esclusivamente coltelli in ferro da contesti funerari.

Sul versante cipriota, invece, l’isola presenta i segni di un fenomeno di “egeizza-zione”, dato che vi compaiono elementi culturali nuovi, alcuni dei quali risultano di origine extra-egea e a loro volta intrusivi anche nel mondo egeo, da cui vengo-no comunque importati a Cipro. L’“egeizzazione” di Cipro rappresenta un fevengo-no- feno-meno graduale che si svolge in un arco di tempo di circa due secoli, dal TC IIC al TC IIIA (che corrisponde nella cronologia minoica al TM IIIB - IIIC). Nonostante che si verifichi un cambiamento nella composizione etnica della popolazione ci-priota, gli aspetti più importanti della cultura, come la scrittura, la religione e l’architettura non sembrano aver subito cambiamenti.38 Anche la tradizione dei “Nostoi” sembra confermare l’ipotesi della presenza di genti egee a Cipro, in quanto proprio in questo periodo sarebbero ambientate le leggende legate alla fondazione di alcuni importanti centri urbani da parte degli eroi achei reduci dal-la guerra di Troia.39

Tra gli elementi sopravvenuti a Cipro in questa epoca compaiono le corna di con-sacrazione40, che a Creta sono presenti sin dal periodo Protopalaziale, mentre a Cipro compaiono a partire dal TC IIC-IIIA. A tal riguardo è importante sottolineare il fatto che esse sono attestate in contesti religiosi e che presentano le stesse funzioni simboliche che esse avevano assunto nel mondo egeo.41

Nel corso di questo processo di “ellenizzazione”, intorno al 1100 a.C., è possibile che si sia verificato anche un insediamento a Cipro di genti minoiche, com’è

38

GRAZIADIO, 2010, pp. 239-240.

39

IACOVOU, p. 276; GRAZIADIO, 2010, pp. 243-245.

40 Le “corna di consacrazione”, così definite per la prima volta da Evans, rappresentano

vero-similmente una resa stilizzata delle corna del toro, quindi rappresentano uno degli ele-menti più distintivi della religione minoica. Esse potevano “consacrare” edifici, altare, sigil-li, e larnakes. Questo simbolo, spesso era associato a quelli della doppia ascia e di bucrani, tutti inerenti all’iconografia del sacrificio del toro nella religione minoica (GESELL, 1985, p. 62)

41 G

(17)

194 gerito dalla presenza di vasellame minoico e dagli elementi religiosi, come le fi-gurine di divinità femminili con le braccia sollevate che trovano dei confronti strettissimi a Creta.42

Alla fine dell’Età del Bronzo, i contatti tra l’Egeo e Cipro risultano ancora molto stretti al punto tale che possiamo rintracciare delle influenze cipriote in alcune forme ceramiche databili tra il Sub-miceneo e il periodo Protogeometrico. Alcuni studiosi43 sono convinti che Cipro, avendo svolto un ruolo preminente nell’utilizzo del ferro e nello sviluppo della relativa tecnologia, sia stato in grado di trasmettere in Grecia queste conoscenze.44

42 GRAZIADIO, 2010, pp. 245-247. 43 DESBOROUGH, 1964; SNODGRASS, 1971. 44 G RAZIADIO, 2010, p. 247.

Figura

Fig. 50 – Le evidenze cipriote nei siti minoici
Fig. 51 – Le rotte marittime tra Creta e Cipro nell’Età del Bronzo
Fig. 52 – Contesti minoici
Fig. 53 – Le presenze cipriote a Creta nel Periodo Neopalaziale
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