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CONCLUSIONI In questa tesi abbiamo cercato di proporre

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

In questa tesi abbiamo cercato di proporre un’analisi il più possibile approfondita della produzione letteraria e teatrale di Ossip Felyne (1882-1950), nel tentativo di metterne in luce la poetica. Un ulteriore obiettivo era la definizione dei rapporti tra l’autore e gli ambienti russo ed italiano, per indagare sulla sua partecipazione alla vita culturale dei due paesi, e in secondo luogo per tentare di individuare tracce delle influenze russe ed europee nelle sue opere.

A introduzione dell’analisi su Ossip Felyne ho illustrato gli avvenimenti storici e le condizioni politico-economiche che favoriscono l’emergere di un interesse in Italia per le culture slave senza precedenti. In seguito, nel corso dell’analisi letteraria, ci siamo soffermati sulla prosa breve pubblicata a partire dagli anni ’10, mettendo in evidenza alcune caratteristiche interessanti dei racconti di maggiore interesse, per poi esaminare due romanzi di successo: Il

bivio (1921) e In due con l’ombra (1929). Di questi ho descritto l’intreccio, ho

analizzato i personaggi e i temi principali, la struttura narrativa e le peculiarità del narratore. Infine, ho illustrato alcune caratteristiche stilistiche dei testi in questione. Al termine del capitolo dedicato alla prosa abbiamo proposto una definizione della poetica dell’autore, sulla base dei dati emersi dall’indagine, oltre che dei punti di vista dei critici del tempo a proposito di Felyne e della letteratura russa. Per quanto riguarda i testi teatrali ho adottato un procedimento simile. In questo caso, l’analisi è stata preceduta da una breve discussione del teatro italiano prima e durante il regime fascista, ambiente in cui Felyne è attivo, e degli sviluppi principali di quello russo tra XIX e XX secolo, ambiente in cui si forma. Ciò è servito a fare un confronto, seppur superficiale, tra ciò che avviene in questi due ambiti teatrali e la produzione di Ossip Felyne. In seguito, è stata proposta una lettura per quattro testi, messi in scena nel corso degli anni ’20 (Per la porta, I paladini della dama a lutto, La donna che mente, Il sostituto), allo scopo di descriverne gli elementi più interessanti, tanto nella struttura, quanto nei contenuti, e soprattutto per individuare le intenzioni dell’autore.

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Inoltre, si sono descritte le condizioni in cui i drammi suddetti sono stati rappresentati, per tentare di comprenderne la ricezione.

Veniamo ora ad un riepilogo dei risultati più significativi dell’indagine. In considerazione dei dati biografici, il successo di cui giova Felyne deriva dalla sua capacità di sfruttare il terreno fertile e pieno di opportunità dell’Italia degli anni ’20. Come si è visto, egli è attivo in quasi ogni ambito dell’intrattenimento culturale, collaborando per la pubblicazione di traduzioni di qualità dei classici e dei contemporanei russi, scrivendo opere letterarie e teatrali di mano propria, proponendo adattamenti per il cinema e per la televisione, e cimentandosi anche nell’editoria, con la fondazione e la direzione di «Teatro per tutti». In Russia, invece, dopo un debutto promettente come scrittore di racconti e collaboratore ai quotidiani e periodici moscoviti e pietroburghesi, dei suoi successi italiani non riesce a pubblicare quasi niente, e il solo romanzo ad uscire nella versione originale fa la sua comparsa a Berlino.

In relazione all’analisi letteraria vera e propria, dal confronto tra i racconti si è notata una progressiva attenzione ai movimenti europei, in particolare con l’influenza di impressionismo e modernismo. Inoltre, l’autore cessa di occuparsi di temi legati alla dimensione socio-politica, per concentrarsi quasi del tutto sull’introspezione psicologica. Come si è visto, rimane invariato il motivo del Male che si abbatte su individui deboli, e la presenza di intrecci amorosi.

Secondo Ettore Lo Gatto1, il tema del Male deriva dai classici russi di Ottocento

e Novecento. Dagli anni ’20 diviene costante anche l’altro tema tradizionalmente russo del rapporto tra byt e bytie, e cioè del contrasto tra quotidianità e aspirazioni al mondo ideale, che si risolve nella disillusione. Oltre a ciò, nello stesso periodo si introduce il tono ironico. Tra i protagonisti troviamo spesso artisti e scrittori, ma l’autore sceglie anche il punto di vista degli animali per descrivere la realtà.

Le caratteristiche che abbiamo notato in relazione alla prosa breve valgono anche per i romanzi, con la sola differenza che in quest’ultimo genere l’autore sceglie la narrazione in prima persona. Tutto l’universo qui descritto, così come

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gli eventi narrati, diventano soggettivi, e infatti le due opere presentano entrambe un narratore inaffidabile, oltre ad un’introspezione psicologica che coinvolge anche gli spazi esterni, riflessi dell’io. Il secondo romanzo analizzato presenta anche il procedimento letterario dello straniamento, che rende spesso la narrazione ironica.

Negli intrecci dei testi teatrali abbiamo rilevato di nuovo la predilezione per i temi legati alla sfera privata e ai rapporti amorosi. Si mettono in scena anche crisi familiari con situazioni problematiche create da lutti e testamenti, da scandali e infrazioni delle convenzioni sociali. Tali argomenti sono rappresentati sia in modo serio, sia in forma parodiata. Spesso, anche nei drammi privi di intenzioni parodiche si fa uso di meccanismi umoristici. L’ambientazione rimane solo suggerita, ma i personaggi sono quasi sempre appartenenti alla borghesia. Oltre a riprendere le tipologie tematiche del teatro borghese, l’autore inserisce, sebbene con cautela, alcuni elementi propri delle innovazioni del teatro europeo del periodo, nonché dei testi pirandelliani: strutture metateatrali, con la rottura dell’illusione scenica e la messa in dubbio del significato degli eventi rappresentati, creando così un’ambiguità che spinge lo spettatore al ragionamento.

Dal riepilogo proposto sono emerse le idee principali che vanno a costituire la poetica dell’autore. In relazione ai rapporti di Ossip Felyne con gli ambienti culturali italiano e russo, tanto la biografia dello scrittore, quanto le informazioni tratte dalle analisi, suggeriscono che il successo di Felyne è un fenomeno locale. A partire dal suo definitivo trasferimento in Italia, vista la difficoltà di pubblicare nella madrepatria, la sua unica forma di partecipazione alla vita culturale russa sembrerebbe essere la traduzione delle opere dei connazionali, tanto del passato quanto suoi contemporanei. Sebbene sia conosciuto in altri centri dell’emigrazione, è l’Italia del periodo a fare la sua fortuna. Qui collabora, tra gli altri, con Mondadori, che nella seconda metà degli anni ’20 detiene i diritti per la pubblicazione dei maggiori scrittori italiani del tempo; le sue opere sono edite dai Fratelli Treves, altra casa editrice protagonista dell’editoria italiana, e i suoi drammi sono messi in scena da Alda Borelli e Alfredo De Sanctis, le sorelle Gramatica ed Ettore Petrolini, e finiscono nei repertori di teatri storici come il

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teatro Valle di Roma. Va detto che l’ambiente italiano non solo fornisce grandi opportunità all’autore, ma ne influenza probabilmente anche la produzione già prima dell’instaurarsi del regime fascista, quando la censura mette a dura prova intellettuali e scrittori. Infatti, come si è visto, in Italia manca l’entusiasmo della discussione politica che caratterizza gli altri centri dell’emigrazione russa in Europa, ciò anche per via degli stretti controlli a cui gli stranieri di nazionalità russa venivano sottoposti nel Regno, per timore della diffusione del bolscevismo: lo spazio di discussione era molto più limitato, e ciò può essere una spiegazione per la scelta dei temi nelle opere di Ossip Felyne, privi di riferimenti alla politica. Per quanto riguarda le influenze che contribuiscono alla formazione dell’autore, l’avvicinamento ai movimenti occidentali è motivato dai suoi numerosi viaggi all’estero, prima di stabilirsi in Italia, oltre che dalle origini di Felyne, nato e cresciuto nella città cosmopolita di Odessa. Tuttavia, le influenze europee non prendono il sopravvento nella sua produzione, in quanto Felyne in ultima analisi guarda all’eredità letteraria della madrepatria. Infatti, nell’approfondimento della prosa e del teatro abbiamo segnalato la presenza di temi e caratteristiche narrative che rimandano ai maestri Gogolʹ, Čechov, Tolstoj e Dostoevskij. Si sono individuati, poi, riferimenti al sentimentalismo di Karamzin e al grottesco del più recente Sologub. Inoltre, nel corso dell’analisi del teatro è emersa una certa affinità rispetto all’opera di Leonid Andreev, i cui intrecci teatrali ricordano le trame della prosa dello scrittore odessita.

A proposito del rapporto con l’eredità letteraria e teatrale russa, va precisato che per la difficoltà nel reperire informazioni dettagliate sull’autore, per non parlare delle sue opere, ormai fuori stampa, più che una vera e propria trattazione delle sue influenze, si sono fatti commenti circa i punti di contatto tra i testi analizzati e la produzione degli scrittori celeberrimi della letteratura e del teatro dell’ex Impero. Un confronto sistematico mirato all’individuazione di un modello o di un’influenza principale potrebbe essere un argomento molto interessante da approfondire nel futuro.

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