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1.3 Inquadramento ambientale

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Academic year: 2021

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1.3

Inquadramento ambientale

L’ambiente, ovvero il luogo fisico assume un particolare rilievo per la progettazione e molti elementi ambientali e climatici possono e devono condizionare le scelte progettuali.

La specifica situazione locale, i fattori climatici e topografici e la vasta gamma di forme di energia disponibili devono essere tutti analizzati e valutati come il substrato di riferimento per ogni singolo progetto. Andiamo quindi ad analizzare i dati climatici e le caratteristiche del territorio

Il Podere Limone si trova nel comune di Livorno, ai piedi delle colline Livornesi, appena fuori dai confini urbani della città.

La localizzazione geografica dell’aria di intervento è:

 latitudine 43°33’

 longitudine 10°18’

 altezza s.l.m. 3 m

1.3.1 Dati climatici

I dati climatici relativi al luogo oggetto dell’intervento sono stati ricavati dalla norma UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici e dal sito internet del LAMMA Regione Toscana.

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Livorno si trova nella zona climatica D con 1408 gradi giorno. La temperatura media annua dell’aria è di 15,8°C con un minimo medio mensile di 8°C a gennaio ed una media massima nel mese di luglio con 26,5°C. L’irradianza media mensile del mese di massima insolazione risulta pari a303 W/mq. Le precipitazioni sono piuttosto omogenee e raggiungono un valore di 740 mm annui di pioggia, con un massimo ad ottobre di 15,5 mm/gg ed un minimo a luglio con 5,3 mm/gg. Per queste caratteristiche pluviometriche la città può essere classificata nella zona submediterranea, estesa dalla Liguria fino alla Calabria settentrionale.

I venti più importanti come intensità e frequenza sono il Levante e il Ponente, seguiti dallo Scirocco. Il vento dominante per intensità, così come su tutta la costa tirrenica risulta il Libeccio, che a Livorno raggiunge velocità medie di 15,5 m/s.

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Si riporta inoltre il diagramma solare relativo alla latitudine di 43° per valutare le ore di luce e di ombreggiamento nell’anno solare.

1.3.2 Parco Monti Livornesi

Il Podere Limone è raggiungibile tramite una strada sterrata con filari di alberi di pino ai lati che prende il nome di via dei Condotti Vecchi; proseguendo tale strada si raggiunge uno dei numerosi ingressi del parco delle colline livornesi. Per comprendere quindi i fattori ambientali che incidono sul sito dove sorge il podere è necessario tenere di conto del legame che questi luoghi hanno con i territori del parco.

Il parco ha una superficie di 1.329 ha e comprende territori situati tra i comuni di Collesalvetti, Livorno e Rosignano Marittimo ed è inoltre contiguo alle A.N.P.I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale) di istituzione comunale: la foresta della Valle Benedetta, la foresta di Montenero, Poggio Corbolone, Parrana San Martino, le sorgenti di Colognole e la Valle del Chioma.

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Il complesso del Parco e delle contigue A.N.P.I.L. crea il sistema dei Monti Livornesi, istituito con Delibera del Consiglio Provinciale n° 936 del 19/02/1999 e sottoscritto dalla Provincia di Livorno e dai comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, con una estensione complessiva pari a 3.294 ha. Un’altra piccola porzione della zona costiera interna al parco delle colline livornesi è racchiusa nella riserva naturale di Calafuria.

Il gruppo collinare nella zona occidentale costituisce un promontorio che si affaccia sul mare dove si trovano alcune fortificazioni come il Castello del Boccale e la Torre di Calafuria nel cuore dell’omonima riserva naturale e il Castello Sidney Sonnino sull’altura che divide l’area di Calafuria dall’abitato di Quercianella.

Più a sud, nel comune di Rosignano Marittimo, si trova la località balneare di Castiglioncello, dominata dall’imponente mole del Castello Pasquini.

Nell’area settentrionale, sempre nel comune di Livorno, sorge il Santuario di Montenero, rinomata meta di pellegrinaggi.

Nella parte più interna a est, in località Valle Benedetta, si trovano due santuari di origine seicentesche, dei quali uno ridotto alla sola struttura muraria e privato di ogni decoro e arredo sacro. Non lontano sorgono i resti di tre mulini a vento fatti costruire nel Settecento su indicazione di ingegneri olandesi, grazie alla ventilazione costante della zona. Altri edifici storici che si trovano nel parco sono l’eremo della Sambuca lungo il sentiero che collega Valle Benedetta con la zona di Pian di Rota e le ghiacciaie seicentesche lungo il torrente Ugione.

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Nel territorio del Parco, storicamente vissuto dalle popolazioni insediate, rimane chiaramente riconoscibile ed agibile la fitta rete di percorsi funzionali alle attività storicamente presenti; la rete dei percorsi dei mulini, il trasporto di legname verso la costa ed i percorsi di collegamento dei centri collinari con la città di Livorno ed il porto.

La vegetazione caratteristica delle colline livornesi è la macchia mediterranea sia di basso fusto che di alto fusto.

La bassa macchia mediterranea è caratteristica soprattutto delle zone costiere delle colline livornesi, a causa del verificarsi di incendi estivi; è costituita da una vegetazione molto fitta ed intricata, spesso impenetrabile. E’ formata da arbusti spesso alti due metri e completamente priva di alberi. Le specie più comuni sono:  Cistus salvifolius;  Cistus incantus;  Cistus monspeliensis;  Phillyrea;  Rhamnus alaternus.

Tale vegetazione costituisce una formazione particolarmente densa, ricca di specie sempreverdi e xerofile e con una scarsa presenza di specie erbacee. Nella parte interna del parco è presente una vegetazione ad alto fusto caratterizzata da boschi di latifoglie decidue e di leccio che costituiscono boschi densi ed ombrosi con uno scarso sottobosco. Con l'accentuazione delle condizioni mesofile nella lecceta si inseriscono anche alcune latifoglie decidue, localizzate in particolare nella Valle della Sambuca, quale risultato di particolari situazioni microclimatiche. I boschi di leccio rappresentano la vegetazione climax dei versanti occidentali delle colline livornesi, potenzialmente ostacolati nella loro diffusione solo da zone con rocce affiorante o particolarmente acclivi.

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Il forte condizionamento antropico (pascolo, taglio, incendi) ha fortemente degradato le leccete creando così i vari stadi di degradazione, quali macchie alte, macchie basse e garighe, unite in una serie regressiva.

1.3.3 Rapporto con la città

Il sito su cui sorge il podere Limone si trova ad est rispetto alla città. E’ da notare che la zona dei Condotti Vecchi, seppur molto vicina alla città, risulta essere immersa nel verde, grazie alla presenza di una fascia di passaggio tra le zone urbanizzate della città e la zone pedecollinare di tipo rurale in cui si trova il podere.

Andando ad analizzare il legame con la città possiamo tracciare un asse ipotetico est-ovest passante dall’edificio in oggetto e vedere come varia il profilo della città man mano che passiamo dal centro all’area in esame.

La direzione prevalente dell’asse est-ovest percorre il tracciato storico che congiunge piazza Grande, piazza della Repubblica e prosegue verso Viale Carducci raggiungendo la stazione.

Una prima barriera è generata dai binari della ferrovia che costeggiano il fronte est della città. La zona adiacente alla stazione è formata da una zona urbana di espansione definita Porta a Terra; questa area di trasformazione è stata destinata ad attività di servizio con edifici di tipo commerciale e gli elementi fondamentali che la caratterizzano sono un centro commerciale e il palazzetto dello sport definito PalaAlgida.

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Una seconda barriera è formata dalla strada Variante Aurelia che percorre tutto il confine est della città e si delinea nel senso longitudinale sviluppandosi da nord a sud. Questa infrastruttura per tutto il tratto nord fino all’altezza del PalaAlgida delimita la città di Livorno e la chiude sul lato est; andando verso sud si trovano dei quartieri di nuova generazione sviluppati sul lato opposto della Variante Aurelia, ovvero Salviano e La Leccia, fino ad arrivare a Montenero che risulta essere l’ultimo centro abitato prima che la Variante esca dalla città di Livorno e vada a confluire nella Via del Litorale che costeggia la scogliera sud di Livorno.

La Variante Aurelia, nella zona dove si trova il PalaAlgida, non permette di avere permeabilità tra le aree da una parte e quelle dall’altra, dato che si trova al livello del terreno. L’unica viabilità di accesso che mette in comunicazione diretta Porta a Terra con la zona dei Condotti Vecchi è una strada cavalcavia che si chiama Via del Limone che parte da dietro il Palazzetto e superando la Variante giunge nella zona di nostro interesse. E’ da tenere presente che questa strada è asfaltata ma non è carrabile perché ci sono dei dissuasori alle estremità del cavalcavia, pertanto la strada è solo pedonale e ciclabile anche con motocicli.

La viabilità principale che collega la città con la zona dei Condotti Vecchi passa dalla rotatoria di Via degli Acquedotti che si trova in corrispondenza del raccordo di Livorno Centro della Variante Aurelia; da qui, percorrendo la strada che porta al Cisternino, si svolta nella prima o seconda strada sulla destra che portano alla via dei Condotti Vecchi. Questa strada e le altre due strade citate sopra non sono asfaltate ma comunque sono percorribili in automobile; è da precisare comunque che tali infrastrutture non sono di passaggio ma si percorrono esclusivamente se si desidera raggiungere la zona in questione. Come descritto prima la via dei Condotti Vecchi confluisce nella via che prende il nome di Strada Vicinale di Vallelunga e quest’ultima conduce al confine che delimita il Parco dei Monti Livornesi.

1.3.4 Vincolo idraulico e Piano di Assetto Idrogeologico

Una porzione del sito su cui sorge il Podere Limone ricade nel vincolo delle acque pubbliche ai sensi della Legge 431 del 8 agosto 1985 “Legge Galasso”, ad oggi ripresa dal D.Lgs n. 42 del 2004, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Nella parte terza – Beni paesaggistici – rientrano nelle aree tutelate per legge i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con Regio decreto 11-12-1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Infatti tale vincolo è subordinato dalla presenza del Rio della Puzzolente che scorre appunto nei pressi del Podere Limone.

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del mare. Il corso d’acqua vero e proprio si forma più in basso dopo l’unione del Rio Paganello e del Rio Lupo a circa 20 m sul livello del mare. Nella parte terminale il Rio della Puzzolente aggirando la Fattoria Mimbelli, supera l’antico stabilimento termale dei Bagnetti e l’acquedotto Leopoldino, si avvia verso Nord per sfociare nel Torrente Unione nella zona di Ponte Unione.

Un ulteriore aspetto da valutare sulla questione delle acque è riscontrabile nel Piano di Assetto Idrogeologico facente capo al bacino regionale Toscana Nord.

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Il PAI infatti, attraverso le sue disposizioni, persegue l’obiettivo generale di assicurare l’incolumità della popolazione nei territori dei bacini di rilievo regionale e garantire livelli di sicurezza adeguati rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e geomorfologico in atto o potenziali.

Gli obiettivi generali sono:

• la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari, silvo-pastorali, di forestazione, di bonifica, di consolidamento e messa in sicurezza;

• la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i fenomeni franosi e altri fenomeni di dissesto;

• la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua;

• la moderazione delle piene, anche mediante serbatoi d’invaso, vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatori, scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti;

• la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d'uso;

• la riduzione del rischio idraulico ed il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili.

Nella Carta di tutela del territorio il Podere Limone ricade in aree di particolare attenzione per la prevenzione da allagamenti. Tale area viene normata dall’art. 19 delle norme di piano, direttive per le aree di particolare attenzione per la prevenzione da

allagamenti.

Al fine di garantire il mantenimento e la restituzione ai corsi d’acqua gli ambiti di respiro naturale, per mantenere e recuperare la funzionalità e l’efficienza delle opere idrauliche e di bonifica e di non rendere inefficaci gli interventi strutturali realizzati o da realizzare in funzione dei livelli di sicurezza definiti dal Piano, gli strumenti per il governo del territorio individuano discipline secondo le seguenti direttive:

• nel territorio rurale la rete di drenaggio delle acque di pioggia dovrà comunque garantire una volumetria di accumulo non inferiore a 200 mc per Ha;

• sono vietati la copertura ed il tombamento dei corsi d’acqua ricompresi nel reticolo di riferimento del presente PAI e comunque anche in caso di attraversamento non potrà essere ridotta la sezione idraulica di sicurezza relativa alla portata con tempo di ritorno duecentennale;

• le reti fognarie dovranno prevedere per le nuove urbanizzazioni adeguati volumi di invaso al fine di garantire opportune condizioni di sicurezza, in relazione alla natura della previsione urbanistica ed al contesto

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territoriale, tenuto conto della necessità di mitigare gli effetti prodotti da eventi pluviometrici critici con tempo di ritorno di 200 anni. Tali verifiche dovranno progressivamente essere ampliate anche alle reti fognarie esistenti;

• il recapito finale, nei corsi d’acqua ricompresi nel reticolo di riferimento del presente PAI, dovrà essere verificati in termini di sicurezza idraulica; • la conservazione del reticolo idrografico e mantenimento o recupero

delle caratteristiche di funzionalità ed efficienza delle opere idrauliche e di bonifica;

• la realizzazione delle opere spondali e di regimazione idraulica con interventi che dovranno eseguirsi in conformità a quanto previsto dalla D.C.R.T. 155/97 recante "Direttive per la progettazione e l’attuazione degli interventi in materia di difesa idrogeologica";

• la manutenzione e, ove necessario, ripristino della vegetazione spondale;

• la conservazione degli insiemi vegetazionali di tipo particolare (zone umide, ecosistemi dunali, ecc.);

• il convogliamento delle acque piovane in fognatura o in corsi d’acqua deve essere evitato quando è possibile dirigere le acque in aree adiacenti con superficie permeabile senza che si determinino danni dovuti al ristagno.

1.3.5 Zonizzazione acustica

Il D.P.C.M. 14 novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore” ha suddiviso il territorio in sei differenti zone omogenee, a cui i Piani di Classificazione Acustica si rifanno per la suddivisione del rispettivo territorio comunale.

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La legenda sopra riportata assegna il Podere Limone all’interno della classe II. Si riporta la descrizione di normativa di ciascuna classe acustica.

CLASSE DESCRIZIONE

I Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano

in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali

III Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici

IV Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie

V Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni VI Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree

esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi

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In applicazione del D.P.C.M. del 97, per ciascuna classe acustica in cui è suddiviso il territorio, sono definiti i valori limite di emissione, valori limite di immissione, valori di attenzione ed i valori di qualità, distinti nel periodo diurno 6:00-22:00 e nel periodo notturno 22:00-6:00

Valori limite di emissione – Leq(A) Tempi di riferimento CLASSI Diurno 6-22 Notturno 22-6 I 45 35 II 50 40 III 55 45 IV 60 50 V 65 55 VI 65 65

Valori limite assoluti di immissione e valori di attenzione – Leq(A) Tempi di riferimento CLASSI Diurno 6-22 Notturno 22-6 I 50 40 II 55 45 III 60 50 IV 65 55 V 70 60 VI 70 65

Valori di qualità – Leq(A) Tempi di riferimento CLASSI Diurno 6-22 Notturno 22-6 I 47 37 II 52 42 III 57 47 IV 62 52 V 67 67 VI 70 70

I Valori limite differenziali di immissione sono: 5 dB per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all’interno degli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano nelle aree classificate come VI classe (aree esclusivamente

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industriali). Secondo il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Livorno, il Podere Limone rientra in classe II – Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale.

Dato che la suddivisione tra le aree appartenenti alla II, III e IV classe non è di facile applicazione, per una migliore comprensione si riporta uno schema definito dal Piano di Classificazione Acustica in cui si tiene conto di diversi parametri. Traffico veicolare Commercio e servizi Industria e artigianato Infrastrutture Densità di popolazion e Corrispondenze II Traffico locale Limitata presenza di attività commerciali Assenza di attività industriali e artigianali Assenza di strade di grande comunicazi one linee ferroviarie, aree portuali Bassa densità di popolazio ne (< 50 ab/ha) 5 corrispondenze o compatibilità solo con media densità di popolazione III Traffico veicolare locale o di attraversa mento Presenza di attività commerciali e uffici Limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali Assenza di strade di grande comunicazio ne linee ferroviarie, aree portuali Media Densità di popolazion e (tra 50 ab/ha e 200 ab/ha)

Tutti i casi non ricadenti nelle classi II e IV IV Intenso traffico Veicolare Elevata presenza di attività commerciali e uffici Presenza di attività artigianali ,limitata presenza di piccole industrie Presenza di strade di grande comunicazio ne linee ferroviarie, aree portuali Alta densità di popolazion e (> 200 ab/ha) Almeno 3 corrispondenze o presenza di strade grande comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali 1.3.6 Elettrosomog

Un campo elettromagnetico è la propagazione nello spazio di campi elettrici e di campi magnetici variabili nel tempo. Ogni volta che si verifica una variazione di campo elettrico o di campo magnetico si genera nello spazio un campo elettromagnetico che si propaga a partire dalla sorgente. Lo spettro elettromagnetico di un campo elettromagnetico è l'insieme di tutte le radiazioni con frequenza diversa, ognuna delle quali è generata da un campo elettromagnetico ad una determinata frequenza. In base alla frequenza le radiazioni generate da un campo elettromagnetico si distinguono in:

• Radiazioni ionizzanti dette IR (Ionizing Radiation) con frequenze maggiori di 300 GHz (raggi ultravioletti, raggi X e raggi gamma) che, per

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la loro elevata energia sono in grado di rompere i legami molecolari delle cellule e possono indurre mutazioni genetiche.

• Radiazioni non ionizzanti dette NIR (Non Ionizing Radiation) generate da un campo elettromagnetico con frequenza compresa tra 0 e 300 GHz (pari a 3 x 1011 Hz). Queste radiazioni non sono in grado di rompere direttamente i legami molecolari delle cellule perché non possiedono energia sufficiente e producono principalmente effetti termici.

All'interno delle radiazioni non ionizzanti si distinguono per importanza applicativa i seguenti intervalli di frequenza:

• frequenze estremamente basse (ELF - Extra Low Frequency) pari a 50-60 Hz. La principale sorgente è costituita dagli elettrodotti, che trasportano energia elettrica dalle centrali elettriche di produzione agli utilizzatori;

• radiofrequenze (RF - Radio Frequency) comprese tra 300 KHz e 300 MHz. Le principali sorgenti sono costituite dagli impianti di ricetrasmissione radio/TV;

• microonde con frequenze comprese tra 300 MHz e 300 GHz. Le principali sorgenti di microonde sono costituite dagli impianti di telefonia cellulare e dai ponti radio.

Tutti i conduttori di alimentazione elettrica, dagli elettrodotti ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici, producono campi elettrici e magnetici dello stesso tipo. La loro frequenza è sempre 50 Hz (60 Hz negli USA): a questa frequenza il campo elettrico (Volt per metro o V/m) e quello magnetico (microTesla o mT) sono indipendenti; è così possibile trovare molto alto il campo elettrico e assente quello magnetico o viceversa.

Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non è continuo, e addirittura "all'ombra" di oggetti conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici ecc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione.

Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera solitamente abbastanza ben predicibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della potenza assorbita (i consumi).

Negli elettrodotti ad alta tensione non è possibile definire una distanza di sicurezza uguale per tutti gli impianti, proprio perché non tutte le linee

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trasportano la stessa quantità di energia, ma tenendo conto delle caratteristiche tipiche di questi impianti si possono dare delle utili indicazioni di massima:

• per nessun tipo di elettrodotto si possono riscontrare campi superiori ai limiti di legge nelle zone accessibile in prossimità dei cavi;

• il campo scende comunque al di sotto dei livelli unanimemente considerati trascurabili (0.2 microTesla) a distanze superiori ai 50 metri per le linee a 130 kV, superiori ai 100 metri per quelli a 220 kV, superiori ai 150 metri per quelli a 380 kV;

• nel caso delle cabine di trasformazione campi significativi si possono trovare soltanto entro distanze di qualche metro dal perimetro della cabina stessa: nel caso di appartamenti posizionati sopra la cabina normalmente i campi sono molto contenuti, ad eccezione di una piccola regione di pochi metri quadrati posta sulla verticale del trasformatore; campi un po' più intensi si possono trovare nelle stanze direttamente adiacenti a tali impianti.

Nella zona oggetto di intervento è presente un elettrodotto disposto ad una distanza di oltre i 250 metri dal Podere Limone; l’elettrodotto ha una tracciamento da sud-est a nord-ovest circa e prosegue per un tratto parallelamente a Via Tramontana. Le linee hanno una tensione pari a 150 kV.

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