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Quello che sarebbe divenuto il futuro plesso scolastico “Carducci” fu costruito tra il 1749 e il 1823. Nella “Pianta della città e porto di Livorno, con le sue vicinanze e nomi dei padroni delle case di

campagna ”risalente al 1740 circa, l’area in oggetto non è costruita e forse appartiene alla famiglia Del Bello, proprietaria di alcuni edifici poco distanti, vicino cui sussisteva anche un mulino.

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In questa immagine , nella precedente e nella seguente:

Pianta della città e porto di Livorno, con le sue vicinanze e nomi dei padroni delle case di

campagna, c.a.1740 –Originale conservato presso la Collezione della Cassa di Risparmi di Livorno

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Più probabilmente, da quanto si può desumere dalla “ Pianta Generale di Corografia della Fattoria

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una carta del 1751 di Giovan Battista Ruggeri, a sua volta copia di una risalente al 1744 del pisano Giuseppe Cartoni, l’area è o diviene poco dopo, affittata o di proprietà, come indica la carta in oggetto, “De PP della Certosa di Pisa ”

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Tornando al 1749, a questo periodo risalgono le incisioni fatte eseguire da Odoardo Warren, nella “Raccolta di piante delle principali Città e fortezze del Granducato di Toscana levate d’ordine di

Sua Maestà Imperiale….”, tra cui la “Pianta di Livorno, e sue adiacenze ”, il cui originale è conservato all’Archivio di Stato di Firenze.

Da tale incisione si può vedere come l’area interessata dai ns. studi non sia ancora stata interessata da edificati evidenti.

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emerge che la zona aveva già assunto la struttura essenziale che ancor oggi la contraddistingue in buona parte: l’odierno fabbricato scolastico era presente nella posizione attuale, anche se era probabilmente adibito a casa padronale ed era di dimensioni più contenute benché di tutto rispetto, stagliandosi all’orizzonte come uno degli edifici piu’ grossi del circondario, attorniato da una serie di appezzamenti agricoli, prettamente di tipo ortivo, tra cui le parcelle che in seguito, subendo anche riduzioni spaziali, sarebbe andata a costituire il parco della scuola e l’attuale parco pubblico adiacente.

Attorno erano già presenti anche alcuni degli edifici di servizio ancora oggi in parte esistenti, ed altri che verranno abbattuti o trasformati in seguito.

Da una interpolazione tra la mappa in oggetto e il catasto rustico del 1869, il più vecchio rinvenibile per la porzione di territorio in oggetto, possiamo dire, anche se non è perfettamente dimostrabile in quanto si accoppiano dati di periodi storici differenti, che probabilmente sul finire del 1823 la destinazione delle varie porzioni contrassegnate con numeri sulla mappa, era la seguente :

Legenda per le seguenti tre mappe:

Numero: Cos’é :

165 Pozzo

164, 168, 170 Case

173 Stanza

162, 166, 167, 168ll, 171, 172 Orti

Interpolando poi la mappa col Catasto Fabbricati del 1888, possiamo poi aggiungere :

169 Villa

Inoltre analizzando la mappa emerge che:

- I fabbricati contrassegnati col numero164 probabilmente avevano una corte annessa

- Dietro il pozzo era già presente probabilmente il bindolo, indicato negli anni successivi nei libri catastali

- L’accesso principale era già quello odierno della scuola, probabilmente cinto da delle alberature che disegnavano uno slargo semicircolare nei pressi della villa, all’incirca quasi come oggi, mentre diversa era la viabilità interna della proprietà

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A R C H IV IO D I S T A T O L IV O R N O F o to ri p ro d u zi o n e r il a sc ia ta e sc lu si v a m en te a d u so p ri va to e d i st u d io I L D IR E T T O R E ( D R .E S S A S E R A F IN A B U E T I)

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ARCHIVIO DI STATO LIVORNO Fotoriproduzione rilasciata esclusivamente ad uso privato e di studio IL DIRETTORE (DR.ESSA SERAFINA BUETI)

Tracce di un nucleo embrionale della villa e delle aree circostanti, si possono contemplare nella mappa catastale del 1823-1824.

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Infine ecco come si presentava l’area in una visione tridimensionale dell’epoca: Lorenzo Lùthy nel suo “Panorama della città e contorni di Livorno disegnato dalla Lanterna del Fanale” , risalente al 1849 c.a.,il cui originale si trova al Centro di Documentazione visiva di Villa Maria a Livorno, così la rappresenta :

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Sulla carta dei Bersaglieri del 1869 della città di Livorno e dintorni si ha invece una visione d’insieme della città, del borgo di Ardenza e della villa circa una ventina d’anni dopo :

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Foto precedente e successiva: L’odierna frazione di Ardenza come appariva nel 1869

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Nelle immagini precedenti ed in quella seguente : mappa comunemente conosciuta come “Carta dei bersaglieri” e suoi particolari -1868-1869 ovvero:

Piano Topografico della città e dintorni di Livorno – Adami – Rampana

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Particolare della Villa negli anni 1868-9, sulla cui area odiernamente insistono un parco pubblico, un cinema all’aperto, un’area di un centro sociale, un’edicola, un distaccamento della “Misericordia”, alcune abitazioni private, parte del tracciato di Via Ricci, le scuole elementari “Giosué Carducci”.

Si notino la grossa mole del fabbricato principale, oggi sede della scuola (in alto) , alcuni fabbricati di servizio, in parte ancor oggi esistenti come private abitazioni (rappresentate dal rettangolo al centro della rappresentazione grafica in oggetto) e la conformazione a grandi linee del parco, diviso in settori dai percorsi interni, in parte probabilmente alberati, e dagli spiazzi : in alto a destra, sopra il corpo della villa, la rappresentazione lascia intendere la probabile presenza di un boschetto, mentre alla sinistra della villa probabilmente sussisteva un’area ornamentale formale, forse di rappresentanza o giardino segreto. A destra nella riproduzione topografica, Via delle Cave taglia longitudinalmente tutto il particolare di mappa, lambendo e segnando il confine Sud delle proprietà padronali annesse alla villa. A Nord ancora assente l’altra via che ad oggi, con via delle Cave, ne segna parte del confine: la Via Ricci, che verrà creata solo attorno al 1910. A Ovest, subito oltre il limitare del parco della villa, già presente lo slargo che nel ‘900 prenderà il nome di Piazza Alfredo Sforzini, oggi centro viario e commerciale di Ardenza Terra . A Nord e ad Est, a differenza di oggi, un vasto tratto a campi, spia di un’area al limitare con la campagna, in una frazione ancora ben lontana dall’essere inglobata nel tessuto cittadino. La mappa, forse un po’ meno precisa per quel che attiene i fabbricati, non rivelando quelli di servizio di minor importanza attestati dai registri catastali, mostra invece un aspetto probabilmente più fedele di quella che era l’area verde circostante, indicata nel rustico del medesimo anno tutta come area ortiva. La mappa non mostra invece gli accessi all’area dalle vicine vie di confine.

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I primi proprietari accertati furono i membri della famiglia Braghini – Nagliati, che con i fratelli Anselmo, Lucia, Carlo ed Elvira e la madre, la marchesa Alaide, oramai rimasta vedova e usufruttuaria di 1/5 della proprietà, vendettero tutta la proprietà al sacerdote Don Francesco Polese il 18 Marzo 1889, tramite il notaio Van Bergher.

A quel tempo il fabbricato scolastico era una villa che contava tre piani e 22 stanze.

La casa di servizio che si affacciava su via delle Cave contava due piani (16 vani) ed era dotata di una corte .

Per le aree verdi, il pozzo e la maggior parte dei fabbricati di servizio di pertinenza della villa, dal catasto rustico si può risalire a Diomira Cartoni (figlia di Francesco e moglie dell’Avvocato Benvenuto Morgantini), che vendette i medesimi a Giuseppe, figlio di Luigi e padre dei fratelli Braghini-Nagliati, attorno al 1870-1, il quale però si godette poco il loro possedimento perché morì dopo poco, visto che i libri catastali riportano la loro trasmissione ai parenti più stretti il 26 Novembre 1872 .

Nel 1880 viene fondato, come ci svelano gli annuari commerciali della città del periodo (una specie di pagine gialle ante-litteram), un Collegio, chiamato di “San Giorgio” .

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Non si può definire con certezza se il Collegio fu fondato dai Braghini Nagliati nella villa o se, nato in altro luogo in Ardenza, magari sotto l’egida di Padre Polese vi si è trasferito successivamente, come lascerebbero presentire le guide del 1896, pubblicizzando l’Istituto:

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La data “1880 ”, presente sulla facciata dell’ingresso laterale della scuola che si affaccia sull’odierno parco pubblico, potrebbe appunto ricordare la data di fondazione del Collegio ed esser stata apposta in tale anno dai Braghini Nagliati oppure esser stata fatta aggiungere dai successivi proprietari al momento in cui vi è stato trasferito il collegio.

La storia del collegio ha incontrato dopo pochi anni quella della vita di un personaggio illustre. Giovanni Pascoli lavorava come insegnante a Massa, ma per la gravosità degli impegni di lavoro, desiderava ottenere un trasferimento verso una sistemazione migliore.

Alla fine del 1885 gli fu comunicata la notizia della promozione a titolare di terza classe; inizialmente gli era stata assegnata la sede di Faenza poi commutata in quella di Livorno.

Qui rimase dall’ottobre ’87 al novembre ’94.

A seguito di un decreto ministeriale, ad ottobre prende servizio al Liceo Gian Battista Nicolini di Livorno, lavora con passione e accarezza la possibilità di un posto all’Accademia , ma ci sono altri concorrenti; anche per questo motivo si propone di farsi un titolo in più scrivendo un libro “ in prosa, perché i versi valgono negativamente”; ha in progetto anche la stesura di un poemetto in versi latini, dal titolo “Margites”1 La lettera da cui si ricavano queste preziose informazioni è indirizzata al Ferrari, ma non è datata: in essa il Pascoli confessa il proposito di scrivere quindici gruppi di poemetti e di voler fare un libro di lettura per le scuole secondarie inferiori e specialmente per le scuole tecniche dal titolo: “Diritti e doveri del cittadino” . Il posto all’accademia sfumò, mentre col nuovo anno scolastico ebbe, oltre le ore al Liceo e, come sempre, le lezioni private, anche un incarico al Collegio di San Giorgio dell’Ardenza.

Durante il 1888 “Il ménage a tre con le sorelle nella casa di Livorno è minacciato da un duplice progetto di nozze: Giovanni è attratto dalla ventenne Lia Bianchi, Ida accetta la corte del conterraneo Fortunato Vitali. Ma entrambi rinunciano, per il momento, alle gioie coniugali in nome del «nido»” (tratto da { HYPERLINK "http://www.fondazione" } pascoli.it ).

Nell’estate dell’89, stando alla testimonianza della sorella Maria : “Si alzava prestissimo e in quelle prime ore mattutine si occupava di lingua e letteratura e metrica tedesca. Nelle poche ore del giorno che poteva aver libere dal San Giorgio e dalle lezioni private si dedicava ai suoi amati autori latini e greci. Questi studi severi erano per prepararsi a fare dei libri scolastici che vagheggiava.”({ HYPERLINK "http://www.lambardi.it" } ).

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Tornando al Prof. Don Francesco Polese , figlio di Domenico, che in precedenza era stato Vice-direttore del Collegio, dopo poco l’acquisto dell’immobile di Via delle Cave, nel 1890 provvide a far ampliare la villa più che raddoppiando le stanze che da 22 passarono a 48. Sotto la sua proprietà, a seguito dell’ampliamento, sui libri catastali per la prima volta si legge che l’edificio principale non è più definito “villa” bensì un “Istituto-Convitto.

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ARCHIVIO DI STATO LIVORNO riproduzione rilasciata esclusivamente ad uso privato e di studio IL DIRETTORE (DR.ESSA SERAFINA BUETI)

Da fonti catastali, emerge che nel 1896 risultava costruita la casa del portiere, presso l’ingresso che dava sullo slargo di Via del Littorale (quella che oggi si chiama piazza Sforzini. L’edificio in questione è quello dove oggi ha sede il circolo sociale ed il giornalaio).

L’11 Febbraio 1899, una sentenza del tribunale civile di Livorno costrinse il Polese a vendere al pubblico incanto il convitto ed i terreni e fabbricati ad esso adiacenti. Il 25 Maggio dello stesso anno fu effettuata la voltura a favore del Prof. Pietro Visalli, fu Filippo.

Sotto il Visalli l’edificio mantenne le funzioni d’uso precedenti.

Tratto dall’ “Annuario Commerciale Meozzi della città di Livorno per l’anno 1904”

Attorno al 1902 nuovi lavori di ampliamento interessano il bindolo del pozzo presente nel parco e il fabbricato scolastico, che viene ulteriormente ampliato anche se non varia il numero complessivo dei vani .

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Venuto a conoscenza delle intenzioni e dei progetti dell’amministrazione comunale da realizzare nel borgo di Ardenza, il Visalli odorato l’affare, nel Novembre 1904 avviò le trattative per la cessione al Comune di Livorno. Quest’ultimo dopo varie valutazioni, desideroso di dare una nuova scuola pubblica2 a quello che allora era a tutti gli effetti un villaggio a se’ stante, nel territorio comunale, dopo aver valutato l’opportunità di costruire su un terreno già di proprietà, accolse favorevolmente l’offerta, in quanto il terreno era di dimensioni anguste per l’opera in oggetto e previde di utilizzare parte dei nuovi ambienti per costruire un’ambulatorio chirurgico e come sede dell’anagrafe statale locale. In tal modo si venivano inoltre a liberare i locali affittati dal sig. Dani ad uso di scuola elementare. Si predispose di usare i locali acquisiti sia per scuola maschile che per quella femminile.

Il 25 Novembre 1905 tramite l’opera del notaio Scottoni, il prof. Pietro Visalli vendette la proprietà al Comune di Livorno . (Vedi Allegati 1,2,3,…per ulteriori dettagli sulla vicenda)

Alcuni mesi dopo il Comune bandì una serie di bandi per l’assegnazione dei lavori di riattamento della scuola, che andarono falliti (Vedi allegato 4) finché il xx Maggio 1906 non si fece avanti la ditta di Pietro Cerrai, che eseguì una serie di lavori. Da quel momento in poi inizia un lungo periodo che dura fino a circa il 1910 in cui la scuola è a più riprese sottoposta ad interventi di restauro di varia natura.

Non ultimo quello del 1908 dovuto allo scoperchiamento di porzioni del tetto a causa di una notata di forte vento.

Dalla delibera di Giunta Municipale nr.231 del 1906 si può apprendere l’intenzione di insediare un vivaio di piante nel parco della villa:

“....la Commissione per i pubblici giardini,…deliberò d’interpellare la Giunta per avere il suo

consenso circa lo impianto di un vivaio di piante nel terreno circostante la già Villa Visalli, riservandosi di declinare il mandato nel caso che a tale richiesta di consenso venisse risposto negativamente dacché essa Commissione, siccome resulta dal citato verbale, ritenga che senza il provvedimento in parola non potrebbe efficacemente esplicare la propria azione. La Giunta, su proposta del preposto Assessore, unanime approva lo impianto di un vivaio di piante nel terreno sopra indicato”_ 23 Maggio 1906

Curiosità :

Nella delibera di Giunta Comunale nr.184 del 3 Ottobre 1906, viene approvato un indennizzo di 5 £ a favore di Ugo Consigli, “affittuario del raccolto dell’erba della villa Visalli”

Nella delibera di Giunta Comunale nr.930 ,R.218 del 1906, si legge:

“L’assessore comm.Nencioli riferisce che l’aermotor della Villa Visalli all’Ardenza non serve presentemente, per mancanza di deposito, alla annaffiatura del vivaio di piante e che, quindi, è necessario per supplire all’uopo mediante l’ingegno che trovasi nella villa stessa; e dopo aver reso noto che tale ingegno, per esser posto in opera ha bisogno di essere restaurato e che per i relativi lavori occorre la somma di lire 40, l’assessore medesimo espone come l’acqua di detto pozzo sia abbondantissima e come perciò convenga di farla analizzare per accertarsi se possa servire anche per uso potabile. …..Dopo discussione cui,…prende parte il Sindaco, il quale rileva la convenienza di provvedere a che possa funzionare l’aermotor, la Giunta,…delibera che dall’ufizio tecnico venga sollecitamente presentato il preventivo della spesa occorrente per i suaccennati lavori da farsi al bindolo e che dall’ufficio d’igienevenga proceduto all’analisi dell’acqua del pozzo; e delibera altresì , in seguito al rilievo del Sindaco, che dallo stesso ufizio tecnico venga, in pari tempo, fatta la perizia dei lavori occorrenti per porre l’aermotor in grado di funzionare “

Nella delibera di Giunta Comunale nr.56 del 1907 si legge “ …una parte del terreno di detta villa è oggi adibito per la coltivazione dei fiori”

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Curiosità :

Nella delibera 231 della Giunta Comunale del 29 Maggio 1907 si può leggere:

“Visto il rapporto in data 15 decembre 1906,…col quale l’ufficio tecnico comunale….riferisce circa l’acqua necessaria per l’innaffiamento del vivaio stesso, perché l’acqua del pozzo esistente nella villa deve servire anche per la scuola e per l’ambulatorio medico chirurgico; visto l’altro rapporto … col quale …il predetto ufizio,…propone i lavori che occorre che vengano eseguiti per evitare che l’acqua del detto pozzo possa inquinarsi per l’attingimento di quella necessaria al vivaio; Visto da quest’ultimo rapporto che la spesa occorrente pei detti lavori ascende a £ 498; Udite l’Asses.Comm.Nencioli, il quale dichiara che ove non venissero eseguiti i lavori in parola, egli sarebbe costretto a declinare ogni sua responsabilità in proposito perché tutte le piante del vivaio vanno deperendo e perché il capannone esistente in detta villa, sotto il quale trovasi il bindolo, costituisce un pericolo imminente per lo stato di rovina in cui si trova;

La Giunta …unanime… approva…”

Nella delibera 215 del R°Commissario-Municipio di Livorno del 4 Settembre 1907 si trova l’esame della richiesta, approvata dalla Giunta, di acquisto da parte della sig.Sofia Terreni, nata Taccini, di 23 scalini rimasti disponibili dai lavori di riattamento dell’ex Villa Visalli “al prezzo di £.2 per ogni scalino. … salva la restituzione di tale somma alla detta sig Taccini, al momento della stipulazione del contratto di compra_vendita dei due quartieri della via Reale, e ciò per compensarla della sua renunzia al materiale, che, dalla demolizione dei surricordati quartieri,…le sarebbe spettato”

Nella delibera del R°Commissario-Municipio di Livorno nr.777 del’8.12.1907, si evince la vendita di “ un vecchio bindolo esistente nell’ex villa Visalli” al sig.Egisto Spagnoli per £ 50.

Attorno al 1907 uno degli edifici di servizio che si affacciano su Via delle Cave viene frazionato. Nel Febbraio 1907 il consigliere Marzocchini propose di intitolare la scuola ad Oreste Franchini, patriota, uno dei mille di Garibaldi, che in vita aveva sempre visto di buon occhio l’educazione civica dei giovani.

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Pochi giorni dopo, però, la morte di Giosué Carducci, vate d’Italia, fa saltare i propositi del Marzocchini e la scuola assurse il nome del poeta, mentre si propose di intitolare ad Oreste Franchini la già esistente Via dei Casini ad Ardenza. Tutto questo ce lo raccontano molto bene le delibere di Giunta e del Consiglio Comunale dell’epoca, che ci guidano passo passo nel susseguirsi delle decisioni :

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ESTRATTO DA DELIBERA DELL’11 MARZO 1907

Curiosità

Nella delibera di Giunta Comunale nr.599 del 1908 si puo’ leggere: “il maestro Comunale sig.Arturo Fabbri domanda in affitto, per uso di abitazione la casa annessa all’edificio G.Carducci all’Ardenza per la pigione mensile di £.25, previa la esecuzione di alcuni lavori di restauro della casa medesima e con la concessione di un piccolo appezzamento del vasto terreno che circonda l’edificio scolastico;….La Giunta unanime delibera di concedere, come concede, in affitto al maestro…la casa …composta di cinque stanze compresa la cucina, per il canone mensile di lire trenta…..delibera altresì di non concedere per ora l’uso di qualsiasi appezzamento di terreno e ciò per le ragioni contenute nella informativa della Commissione dei giardini, riservandosi di esaminare se in seguito sarà possibile accondiscendere alla richiesta del sig.Fabbri”

A metà del 1908 viene concesso alla signora Kaiser Orlando in via transitoria un’aula della scuola per impartirvi lezioni di ricamo, “considerato che è pressoché doveroso per l’Amm.comunale di favorire la lodevole iniziativa…in quantochè una scuola di ricami riuscirà indubbiamente di vantaggio alle figlie del popolo”, come si evince dalla delibera di Giunta Comunale nr.190

Nella delibera 689 di Giunta Comunale del 1908 viene approvata la spesa per chiudere con una rete metallica il vivaio, mentre nella delibera di Giunta nr.598del 1908 si trova l’acquisto per “lire 56 …per N°16 metri cubi di ghiaino di botro per il piazzale della scuola maschile Giosué Carducci”

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Curiosità :

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Tra il 1908 e il 1910 vengono effettuati studi di progettazione di una nuova via di collegamento tra la nascente stazione ferroviaria di Ardenza e il cuore del villaggio stesso e si provvede alla

realizzazione della medesima: nasce così Via Ricci su una porzione dell’area dell’ex Collegio S.Giorgio, ridimensionando il parco sul fronte Nord e abbattendo un edificio di servizio. Vince l’appalto per la costruzione della strada la ditta di Fausto Paci nell’Aprile del 1910. A seguito dell’inaugurazione della tratta ferroviaria Livorno-Vada (avvenuta nel Luglio del 1910 e fatta coincidere con la posa della prima pietra dei lavori del porto e a cui seguirono grandiose manifestazioni celebrative del duplice evento )si provvede inoltre ad apporre in tutta fretta la denominazione in onore a Giosué Carducci sulla facciata della scuola, di modo che sia visibile dai viaggiatori in treno.

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La futura Piazza Alfredo Sforzini prima della costruzione di Via Ricci, avvenuta a partire dalla 2a metà della prima decade del ‘900.

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Nel 1925 il preside della scuola chiese il ripristino di una rete metallica che divideva l’area del giardino ad uso maschile da quella di pertinenza femminile :

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Nella Guida di Livorno e Provincia – Rassegna schematica di vita economico sociale della

provincia labronica di Benedetto Parigi del Novembre 1927, nella sez. “Istruzione ed Educazione”, , sotto la voce “Istruzione Primaria.” Sotto il titolo di “Istituti Scolastici.” possiamo leggere “Scuola G. Carducci, Ardenza.” . Ed ancora sotto la sezione “Amministrazione del Comune di Livorno” alla voce “Istruzione Pubblica e Istituzioni di Coltura.” sotto il titolo “A)Scuole Elementari,”, sottotitolo “Denominazione delle varie scuole.” ritroviamo “Scuola G. Carducci, Ardenza.”, come pure sotto il seguente sottotitolo “Scuole di avviamento professionale.” Possiamo leggere: “Classi maschili e femminili di avviamento professionale funzionano presso le Scuole comunali di via delle Bandiere e G. Carducci in Ardenza.

Per convenzione col Comune, funziona inoltre una scuola di avviamento professionale presso il R. Istituto Industriale Vittorio Emanuele III, piazza 2 Giugno.

In aggiunta alle materie di cultura, nei corsi integrativi si impartiscono i seguenti insegnamenti speciali: Corsi maschili : Disegno, contabilità, Canto, Agraria. Corsi femminili: Cucito, Taglio, Ricamo, Disegno, Canto. ……..”

Almeno a cavallo degli anni ’20 e ‘30 la scuola fu usata come colonia estiva marina almeno dall’Istituto S.Niccolò Demidoff di Firenze e dall’Istituto S. Anna di Pistoia (Vedi allegato nr.)

Durante la II guerra mondiale , come si evince dalle carte riportate di seguito, tutte reperibili presso gli Archivi Storici Comunali, la scuola fu dapprima indicata come luogo idoneo per la prima raccolta degli sfollati per i bombardamenti, prima dello smistamento verso destinazioni piu’ sicure , poi fu da questi occupata abusivamente, depredata e danneggiata , cosa che si risolse in maniera definitiva solo quando vi fu insediata per alcuni mesi una compagnia di genieri a circa metà ‘45 Dalle carte poi non si evince in maniera chiara se la scuola è stata per alcuni mesi requisita e in che modo sia stata usata dagli americani a cavallo tra il ’44 e l’arrivo dei genieri . Da quando l’edificio aveva perso la precedente destinazione d’uso come luogo d’istruzione, l’esercizio scolastico era stato trasferito dapprima presso le scuole Brin; nel ’44 furono eseguiti dei lavori presso la palazzina dell’Istituto ciechi di Via del Mare per insediarvi l’esercizio scolastico, anche se dalle carte non si evince se il trasferimento sia avvenuto o meno, infine è invece certo l’uso dal 1°Ottobre ’44 al 31 Luglio ’45 dei locali dell’asilo Cave Bondi di Ardenza come scuola elementare. Dopo che i genieri se ne andarono e l’edificio scolastico fu restituito al Comune, iniziò un contenzioso durato vari mesi per il reperimento dei fondi per il restauro della scuola. Ciò comportò anche un ritardo sull’inizio dell’anno scolastico ’45-’46 , tanto che al 31 ottobre ’45 non era ancora iniziata l’attività scolastica nella scuola. Nel novembre ’45 la Cooperativa Partigiani Carboni e Affini chiese in affitto parte del parco posto sulla via d’accesso alla scuola, ma la domanda fu rigettata.

Attualmente sull’area un tempo di proprietà del Visalli, insistono la scuola elementare Carducci nell’edificio principale, mentre alcuni degli edifici di servizio sono diventate abitazioni private. Il parco è stato ridimensionato con progressive lottizzazioni e la costruzione di un cinema all’aperto ed attualmente è diviso in due aree: una di pertinenza scolastica nell’immediato del corpo della ex-villa ed una dedita a parco pubblico tra l’ingresso di Piazza Sforzini e il corpo dell’edificio

scolastico. Nel piccolo edificio a destra dell’ingresso principale del parco vi è un giornalaio ed un piccolo locale ad uso di Centro Sociale, il quale ha anche una piccola area a fianco del parco

scolastico, entro i confini di quello pubblico. Un piccolo edificio nei pressi dell’ingresso principale, sulla sinistra, dopo aver ospitato per vari anni attività legate all’azienda di raccolta nettenza urbana, da alcuni anni ospita un piccolo distaccamento ambulanze .

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Note:

1: Il Pascoli entra più nei dettagli:“Sarà un libro di prosa varia e calda e severa, con molti racconti, con

estratti… da Platone, da Dante, da Shakespeare, da Omero, da Virgilio, da Victor Hugo, con grande unità di stile , con molta pulizia di lingua, con immenso sentimento di italianità, con fiera e virile tendenza… Per esempio, dove si tratta del rispetto alle leggi, anche che non vi piacciano, anche ingiuste, io darei in forma cristallina “Il Critone”, brevissimo:un componimento… Voglio fare un’opera d’arte. Le parti di ragionamento, un qualcosa ad imitazione dei “Pensieri” di Leopardi, di Pascal, etc. Eh? Il tutto dovrebbe essere un tesoro di modelli di componimenti, che ora non si sa come farli nelle scuole…”.

2: Dalle guide Meozzi si evince che una scuola pubblica esisteva nel quartiere già almeno dal 1859, anche se non se ne conoscono le modalità di accesso e cosa vi si insegnasse.

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Nome file: storia carducci DEFINITIVA.doc

Directory: C:\Documents and Settings\Re Luca\Desktop\STORIA CARDUCCI Modello: C:\Documents and Settings\Re Luca\Dati

applicazioni\Microsoft\Modelli\Normal.dot Titolo: Bibliografia : Oggetto: Autore: Privato Parole chiave: Commenti: Data creazione: 29/11/2003 11.35.00 Numero revisione: 136

Data ultimo salvataggio: 13/04/2007 20.41.00 Autore ultimo salvataggio: luca

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Figura

Foto precedente e successiva: L’odierna frazione di Ardenza come appariva nel 1869

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