I Sommario
Introduzione III
1. Delio Cantimori: cenni biografici 1
2. Il fondo antico Delio Cantimori: generalità 9
3. Nuove prospettive di studio sul libro del Seicento 13
4. Le Seicentine: composizione e caratteristiche 19
5. Analisi degli esemplari 5.1 Forme e contenuti delle principali tracce di provenienza 26
5.2 Legature omogenee 39
5.3 Esemplari pregevoli 45
6. Criteri descrittivi 47
7. Le edizioni del XVII secolo: schede descrittive 53
8. Appendice 232 9. Tavole 240
10. Glossario 252 11. Indici 11.1 Indice topografico 256 11.2 Indice degli autori e dei titoli delle opere anonime 262 11.3 Indice cronologico 268 11.4 Indice dei luoghi di stampa 270
11.5 Indice dei tipografi e degli editori 276
11.6 Indice dei possessori e delle provenienze 281 12. Tabelle
12.1 Esemplari con tracce di restauri, maculature e riusi 286
II 12.2 Esemplari che presentano attestazioni esplicite
di possesso 286
12.3 Esemplari che presentano tracce manoscritte non
riconducibili all’attestazione esplicita di un possesso 287
13. Riferimenti bibliografici 289
III Introduzione
Nella prefazione al catalogo della sua raccolta di libri antichi contenenti annotazioni manoscritte il libraio e collezionista Bernard M. Rosenthal scrive:
[...] I came to feel that early printed books without some sort of evidence of use were lacking an important dimension, that somehow they didn’t really come alive until their margins or fly-leaves or bindings revealed to us something about the book’s life after it left the printer’s shop
1.
Guidato da questa singolare concezione del libro, Rosenthal si avventurò a partire dagli anni ’60 in una paziente e precocissima esperienza di ricerca, raccolta e studio di esemplari recanti segni riconducibili all’uso, e, anticipando notevolmente l’avvio di sistematici studi volti al rilevamento dei dati di esemplare e delle provenienze, superò due radicati pregiudizi che bibliofili e antiquari nutrivano, e nutrono tuttora, nei confronti di postille, annotazioni e tracce d’uso: innanzitutto comprese che l’interesse per quell’insieme così complesso di segni non poteva e non doveva limitarsi alle sole annotazioni prodotte da lettori “famosi”, e in secondo luogo intuì che la sola presenza di una traccia manoscritta non rappresentava un ostacolo alla perfetta conservazione di un esemplare, ma che, al contrario, poteva contribuire ad aumentarne il valore e il pregio.
A partire dagli ultimi due decenni del Novecento, in particolare grazie ad un forte impulso proveniente dall’area anglo-americana, ricercatori e bibliotecari hanno rivolto un’attenzione sempre crescente allo studio e al rilevamento dei dati relativi alla storia dell’esemplare
2, ricavando informazioni preziose sui percorsi di
1
B.M. R
OSENTHAL, The Rosenthal collection of printed books with manuscript annotations. A catalog of 242 editions mostly before 1600, annotated by contemporary or near-contemporary readers. New Haven [Conn.], Yale University Press, 1997, p. 10.
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