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4. Gli attori del sistema di accoglienza 1 Il Comune e l'assistente sociale1 Il Comune e l'assistente sociale

4.5 L'équipe multidisciplinare

I paragrafi precedenti hanno brevemente presentato alcuni degli attori che orbitano attorno al minore straniero non accompagnato e che quotidianamente si impegnano, ognuno mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse, a realizzare un efficace percorso di integrazione volto al raggiungimento dell'autonomia e dell'inclusione sociale del ragazzo stesso. Ogni minore che giunge in Italia porta sulle spalle uno zainetto carico di un passato e di un vissuto che per quanto simile a quello di altri, rimarrà comunque unico. Allo stesso modo, le capacità ed il potenziale inespresso, le aspirazioni ed i desideri per il futuro, le risorse ed i limiti di ciascun Msna sono da considerasi nella loro unicità. Riconoscere che ciascun percorso è incomparabile richiede ai professionisti

la capacità e la disponibilità a lavorare individuando delle soluzioni sempre diverse, coerenti tra loro, originali e creative, flessibili e riadattabili a situazioni in continua evoluzione. L'accompagnamento all'integrazione, affinché raggiunga un buon esito, presuppone quindi necessariamente collaborazioni e sinergie tra tutti i soggetti, pubblici e non, che sul territorio sono a vario titolo competenti nei diversi ambiti di intervento. Tali sinergie si ricompongono all'interno di un'équipe multidisciplinare e interdisciplinare che annoveri tra i suoi punti di forza ruoli, competenze e modalità organizzative tali da poter affrontare la presa in carico dei Msna che nei capitoli precedenti si è mostrata in parte della sua complessità e articolazione. Ciascun bisogno della persona necessita di risposte tra loro concatenate e coerenti ad un unico percorso volto all'inclusione sociale, nonché al supporto ed alla riabilitazione dei minori più vulnerabili, vittime ad esempio di violenza, tratta o tortura, o che presentano disagio psicologico o psichiatrico.

Un'équipe in grado di garantire la strutturazione di un percorso personale globale deve essere solida, coesa e organizzata e contare sull'apporto di professionisti adeguatamente formati ed eventualmente affiancati da specialisti nei momenti più delicati. Deve inoltre configurarsi come un gruppo di lavoro all'interno del quale i singoli membri portano le loro capacità e il loro know how, integrandole con quelle degli altri, al fine di conseguire obiettivi comuni. Un gruppo di lavora funziona se ciascuno dei partecipanti sente di appartenervi e affinchè tale sentimento si sviluppi, è necessario che le differenze di ognuno vengano riconosciute e valorizzate. Oltre alla condivisione delle finalità degli interventi di accoglienza integrata, un'équipe efficace deve caratterizzarsi anche per una comunicazione aperta, una fiducia reciproca, una leadership diffusa, una disponibilità all'apprendimento ed alla formazione continui, una chiara suddivisione dei ruoli e delle mansioni, nonché per la presenza di ulteriori competenze trasversali, come ad esempio:

• l'approfondita conoscenza del fenomeno che vede i minori soli lasciare la propria terra ed intraprendere il viaggio verso l'Italia o verso altre e più lontane destinazioni (e questo include quindi sapere chi sono i Msna, cosa comporta in termini di diritti il loro status giuridico, quali condizioni psico-sociali possono vivere ecc);

• l'assunzione di un atteggiamento cooperativo e propositivo, l'implementazione delle capacità relazionali, lo sviluppo di uno stile di comportamento assertivo; • la capacità di comunicazione e di ascolto attivo, che richiedono un tempo ed uno

spazio mentali appositamente dedicati, nonché l'abilità di leggere e comprendere anche il liguaggio non verbale e di interpretare i comportamenti;

• l'ottima conoscenza del territorio e delle reti locali, delle loro risorse e potenzialità. Quando si parla di rete locale si fa riferimento al fatto che gli attori sociali presentati precedentemente sono solo alcuni dei molti soggetti che a diverso titolo intervengono nel sistema di accoglienza: non sono infatti ancora stati menzionati lo psicologo (la cui presenza – si ricorda – è prevista dalla Legge Zampa per tutta la durata della permanenza del minore nel sistema di accoglienza); il personale educativo, il cui intervento è determinante nel percorso di inclusione sociale del Msna e nella gestione della collettività degli accolti; le figure professionali esperte nell'orientamento al lavoro che, sulla base della valutazione delle capacità e delle propensioni di ogni singolo minore, lo assistono nell'individuazione del percorso allo sviluppo e alla crescita personale, sociale, educativa e professionale a lui più confacente, informandolo sulle dinamiche del mondo del lavoro e dell'offerta formativa ed educativa.

La rete territoriale deve inoltre arricchirsi delle relazioni con le realtà aziendali presenti, con i centri per l'impiego, con i centri provinciali per l'istruzione degli adulti e qualsiasi altro soggetto che a diverso titolo può contribuire a fornire un aiuto nel processo di integrazione del minore, anche una volta divenuto maggiorenne.

L'équipe si configura quindi come il luogo privilegiato per programmare e pianificare gli interventi e per verificarne i limiti e le risorse; per valutare il lavoro compiuto, riconoscere eventuali difficoltà ed individuare soluzioni e modalità per superarle; per condividere i risultati raggiunti e diffondere le buone prassi; per garantire una presa in carico basata su un approccio multidisciplinare attento alle diverse dimensioni della persona che deve essere sempre considerata come un unicuum. Queste ed altre azioni richiedono il sapiente utilizzo di alcuni strumenti che possono favorire il lavoro di équipe, come ad esempio le riunioni periodiche di programmazione e verifica in occasione delle quali è possibile organizzare il lavoro, far emergere problemi e punti di

forza, concedere uno spazio di espressione e riflessione sulle problematiche incontrate e sulle modalità per affrontarle, favorire un confronto costante ed una condivisione delle responsabilità e delle scelte. L'équipe deve poi condividere periodicamente le relazioni che sintetizzino gli interventi realizzati, i contatti presi all'esterno, le attese di cambiamento, le note di commento e gli aggiornamenti sull'andamento del progetto di accoglienza. Ulteriore indispensabile strumento di cui può avvalersi l'équipe è la supervisione esterna, che può supportare il gruppo o il singolo operatore a prevenire o arginare fenomeni di burn out: occorre riconoscere che gli operatori che lavorano nell'ambito dell'accoglienza dei Msna impegnano costantemente le proprie risorse – professionali, personali ed emotive – per far fronte ai bisogni degli ospiti e questo comporta spesso un forte coinvolgimento che nel tempo può produrre logoramento. La supervisione offre quindi ai professionisti un supporto (di gruppo o individuale se necessario) sulle difficoltà emotive, relazionali e organizzative che inevitabilmente possono sorgere in ambito lavorativo, tanto con i colleghi quanto con i giovani stranieri. Ascoltare le storie dei minori, cercare di comprendere il loro vissuto, la loro cultura ed i loro sogni per il futuro, sentire sulle spalle il peso della responsabilità nei loro confronti, ma anche confrontarsi quotidianamente con altri professionisti dal background differente, portatori di valori e mandati diversi, utilizzatori di linguaggi talvolta lontani e promotori di modalità di intervento non sempre condivise, pone infatti ogni operatore dinnanzi a numerose sfide e difficoltà: egli deve riconoscere e superare i propri eventuali stereotipi e pregiudizi, riconoscere l'altro ed il suo ruolo, individuare compromessi al fine del raggiungimento di obiettivi comuni, ripensare a se stesso in quanto persona e in quanto professionista.

La supervisione offre in questo senso uno spazio protetto di riflessione e di confronto, che da un lato aiuta i professionisti a non perdere la motivazione al lavoro e a prevenire il rischio di burn out trovando la giusta distanza emotiva nelle situazioni di complessità, e dall'altro promuove lo sviluppo professionale, di analisi e condivisione di metodologie di lavoro, agevolando l'integrazione di ruoli e funzioni dell'équipe. La costruzione di fiducia e di sostegno reciproco rafforza e consolida le relazioni tra gli operatori, con il conseguente miglioramento dei servizi offerti e del lavoro svolto.

5. Il sistema di accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati