di segni alchemico-astrologici con relativa spiegazione (cfr. CMA II, p. 221, § 35).
57 Segue una lista di sette simboli astrologici (cfr. CMA II, p. 221, § 1).
58 Ritroviamo un’evidente contraddizione tra l’explicit, che associa il libro sull’argento alla lettera
Hē (ovvero la quinta lettera dell’alfabeto siriaco) ed il titolo, che invece afferma che tale trattato seguirebbe il secondo, e dovrebbe dunque essere indicato con la lettera Gāmal. Secondo Berthelot-Duval (CMA II, p. 221) tale sezione compendierebbe, dunque, gli originali libri III-V.
171 CAP.3.GLI SCRITTI ALCHEMICI PSEUDO-DEMOCRITEI: LA TRADIZIONE SIRIACA
49r10):
ܢ
ܘܗܘ ܐ ܒ ܘ ܐ
ܕ ܐ ܐ
, «Fine del trattato sul ‘sigillato’ e sulsigillo e su Efestione».
3.6) Libro VIII. Incipit (f. 49r12):
ܣܘܙ
ܕ ܐܒ
܆ܐܬܘܬܐ
ܚ
܆ܣܘܙܕ ܐ ̇ܒ
ܕ ܐ ܬܕ ܐ ܐ ܒܘܬ
܆ܣ
ܘܙܘ ܐ
̇ ܓ ܐ
ܐ ܒ ܘܐܬ ܬ
, «Ottavo trattato sulla lavora- zione dello stagno: lettera Ḥēt. Il libro tratta per noi dello stagno; Zosimo alla regina Teosebia, salute». Explicit (f. 55r19):ܣܘܙܕ ܐ ̇ܒ
ܘ ܣܘܙ
ܕ ܐ ܐ
, «Fine dellibro sullo stagno e sulla lavorazione dello stagno».
3.7) Libro IX. Incipit (f. 55r21):
ܐ ܒ ̇ ̇
ܐ
ܐܬܘܬܐ
܆ܐܬܘܬܐ
ܕ ܐ ܬܕ ܐ ܐ
ܡ
ܕ ܐ
ܕ ̇
ܐ ܐ ܙܕ ܐ ̇ܒ
ܕ
ܕ
.
ܝܗ
ܕ ܐ
̇ ܘ ܐ ܙܕ ܗ ̇ܒ ܐ ܒ ܕ ܝ ܒ
,«Nono trattato sulla lettera Ṭēth: la lettera Ṭēthcomprende la completa trattazione del
discorso59 sulla lavorazione del mercurio, che è la chiave di ogni cosa, poiché
comprende la lavorazione del mercurio e la sua trattazione». Explicit (f. 64r12):
ܕ
ܐ ܒ
܀ܓ ܙܕ
ܕ
ܥ
܀
, «Fine del discorso sulla lavorazione del mercurio. Colui che non l’ha testato ha una scarsa conoscenza». Segue, infine, un’appendice. Incipit (f. 64r14):ܐ ܒ ܕ
ܐ̈
ܕ
ܕܐܬܘܬܐ
ܒܘܬ
, «Ancora la partedella lettera Ṭēth sull’acqua di zolfo». Explicit (f. 68r18):
ܢܘܪ ܓܪܘܪܕܘܗ
ܕ ܐ ܐ
ܐ ܒ ̈
ܘܐ
, «Fine del trattato sul mercurio, ovvero l’acqua di zolfo». Il f. 68v,originariamente bianco, riporta ora una formula in arabo.
3.8) Libro X. Incipit (f. 69r1):
ܐ
ܢ
ܕ ܐܒ ܐܬܘܬܐ ܕ ܕ
܆ܢ
ܕ ܐܬܘܬܐ ܝܕ ܒܘܬ
ܕ ܐ ܘܐ ܢ ܕ ܐ ܘܬ ܆
.
, «La decima lettera sul piombo; la lettera Yūdh, il libro chetratta per noi del piombo; preparazione del nostro piombo nero». Explicit (f. 77r21):
ܢܘܐ
ܕ ܐ ܐ
, «Fine del trattato sul piombo».3.9) Libro XI. Incipit (f. 77r22):
ܐ
̇ܗ ܓܒ ܐ ܐܕ ܐܬܘܬܐ
܀
܀ ܟ
܀ ܪܐ
ܕ ܐ ܐ
ܪܐ
ܕ
, «Trattato sul ferro; (lettera)60Kāph; (lettera)61 χ; in verità, la lettera Kāph che59 Nella traduzione ho considerato equivalente al più usuale , ‘discorso, discussione’
(cfr. anche l’explicit del trattato).
60 Lettera Kāph (ܟ) scritta in esṭranghelo.
61 Questa seconda annotazione sembrerebbe rappresentare la traslitterazione della lettera
comprende in sé la trattazione sul ferro». Explicit (f. 81v13):
ܪܐ
ܕ
, «Finedel discorso sul ferro».
3.10) Libro XII. Incipit (f. 82r1): ܐ ܘ ܘ ܐ ܒ ܐ ܒܗ ܈ܐ ܐ ̄ܘ ܐܕ ̇ܘܗ ܢܘ ܕ ܐ ܐ
̈ ܕ
ܒ ̣
ܘ ̄ܗ ܐ
, «Trattato sull’elettro che è (un metallo) diverso; ogni dono prezioso e ogni ricchezza spirituale proviene da Dio ed è donata a coloro che la meritano». Explicit (f. 90r22):ܢܘ
ܕ ܐ ܐ
, «Fine del trattato sull’elettro».4) I fogli successivi (ff. 90v1-116v6) trasmettono vari estratti attribuiti al filosofo Demo-
crito, in parte coincidenti con quelli conservati in greco dalla tradizione bizantina. Già in base allo studio di Berthelot-Duval, risulta evidente che varie sezioni del manoscritto riportano testi in gran parte sovrapponibili con le traduzioni conservate dai codici londinesi. Compaiono, infatti, i due libri pseudo-democritei sopra descritti, sebbene in una versione più completa e in molte parti discordante: secondo Berthelot-Duval le numerose varianti denotano che tale traduzione siriaca deriva da una fonte differente rispetto alla versione tramandata dai codici di Londra62. Nello specifico, i seguenti testi
– analizzati su una riproduzione digitale del codice siriaco – sono particolarmente interessanti nello studio della tradizione orientale dell’opera pseudo-democritea:
I libro (ff. 90v1-94r3) Questo testo, intitolato nel codice di Cambridge
ܐܒ
ܐ
ܕܕ
.
ܬ
ܐ
ܐ
ܕ ܐ
ܐܕ ܐ ܘ
, «Libro di Democrito. Sulla fabbricazione dell’oro splendente»63, presenta forti somiglianze conl’analogo libro tramandato dai codici londinesi. Si tratta, dunque, di una traduzione della sezione relativa alla fabbricazione dell’oro deiΦυσικὰ καὶ μυστικά, più completa però rispetto a quella dei due testimoni di Londra: compaiono, infatti, tutti i paragrafi tramandati dalla tradizione bizantina64.
L’estratto si conclude con la formula:
܀ܐ
ܐ
ܕܕ ܐ
ܐ ܐ
, «Fine del primo trattato del filosofo Democrito».
62 Cfr. CMA II, pp. XXIII e 267.
63 Mm. 6.29, ff. 90v1-94r3; traduzione parziale in CMA II, pp. 267-270. 64 Cfr. infra, cap. II, pp. 63-64.
173 CAP.3.GLI SCRITTI ALCHEMICI PSEUDO-DEMOCRITEI: LA TRADIZIONE SIRIACA
II libro (ff. 94r4-96v2) Anche questo libro, introdotto dal titolo di
ܪܬܕ ܐܒ
ܐ
ܐ
ܕܕ
, «Secondo libro del filosofo Democrito», ha numerose parti in comune con il II libro pseudo-democriteo tramandato dai codici di Londra e rappresenta una traduzionedel Περὶ ἀσήμου ποιήσεως. Il dettato del manoscritto di Cambridge65, tuttavia, è più completo e inmolte parti discordante rispetto a quello londinese66. L’estratto si conclude
con la formula:
ܐ
ܐ ܐ ܕܕ ܪܬܕ ܐܒ
, «Fine del secondo trattato del filosofo Democrito».III libro (ff. 96v3-98r13)
ܐ
ܐ ̈ ܢ
ܐ ܐ
̇ ܐ
ܐ
ܕ ܒܘܬ
, «CosìDemocrito: vi saluto, o filosofi». Il testo tramanda due ricette legate alla fabbricazione delle pietre preziose (la prima delle quali è tramandata anche dai codici di Londra; cfr. CMA II, p. 13, ll. 9ss.) e tre ricette per la tintura in porpora della lana. Tale sezione potrebbe assemblare le traduzioni di alcuni segmenti degli originali libri Περὶ λίθων e Περὶ πορφύρας. Essa si conclude con la specificazione:
ܐ
ܕܕ ܐܒ
ܐ ܘ
.
ܒ ܐ ̇ ܒܕ
ܘ ܇
ܒ ̇ ܕ
, «Fine del libro del filosofo Democrito; chiunque si adopererà, raggiungerà il risultato; chiunque lo vorrà, raccoglierà (?)67»Seguono, quindi, altri tre libri attribuiti a Democrito, che raccolgono varie ricette su svariati argomenti (preparazione d’inchiostri argentati o dorati, tecniche di colorazioni di vari metalli) e citazioni tratte da numerosi autori, spesso successivi allo stesso alchimista. Si tratta verosimilmente di una compilazione tarda che riunisce passi di datazione differente (e spesso problematica), il cui legame con gli originali quattro libri pseudo-democritei risulta difficilmente riconoscibile. Il primo libro è privo di titolo (ff.
65 Τraduzione parziale di Berthelot-Duval in CMA II, pp. 270-272. 66 Cfr. infra, § 3.
67 Berthelot-Duval traducevano (CMA II, p. 274): «Quiconque cherchera, trouvera». I due
98r14-101v18)68, ma si conclude con la formulazione:
ܐ
ܕܕ ܐ
ܐܒ
ܐ
, «Fine del primo libro del filosofo Democrito». Si apre quindi una seconda sezione (ff. 102r1-111v14)69 introdotta dal semplice titoloܪ̈ܬܕ ܐܒ ܒܘܬ
, «Segue ilsecondo libro»; nessun elemento sottolinea la fine del libro, non esplicitamente attribuito a Democrito; la seconda parte del f. 111v riporta, tuttavia, le liste dei nomi dei
pianeti in siriaco, ebraico, greco, latino, persiano e arabo, trascritte da una seconda mano70. Infine la terza parte (ff. 112r1-) si apre con l’intestazione:
ܐܪ ܨܪ
ܕ ܐ
ܒ
ܐ
ܕܕ ܐ ܐ ܐ ܐ ܒ ܐ
, «Con l’aiuto di Dio che rende saldo il martire, scriviamo un altro trattato di Democrito»; il testo si sviluppa fino al f. 116v6, dove è trascrittol’explicit:
ܥ
ܐ ܕ .ܐ
ܘ ܐ
ܐ
ܕܕ
, «Fine del trattato del saggio e filosofo Democrito; chi non lo sperimenta, ha una conoscenza ridotta».5) Segue, quindi, una sezione attribuita al patriarca biblico Esdra (ff. 116v7-120r19); cfr.
CMA II, pp. 294-296.
6) Si apre, di seguito una sezione tramandata nuovamente sotto il nome di Zosimo, ma in realtà dipendente per la maggior parte dall’opera di Galeno Περὶ τῶν ἁπλῶν φαρμάκων κράσεως καὶ δυνάμεως. Essa si struttura in più parti accomunate dalla similarità del soggetto trattato:
6.1) Incipit (f. 120v1):