• Non ci sono risultati.

Le lettere 書信 e i saggi 雜文

Nel documento Qiu Jin nella cultura popolare cinese (pagine 77-80)

4 Il ritorno in Cina e il movimento rivoluzionario

2.2 Le lettere 書信 e i saggi 雜文

Mentre le poesie e le lettere di Qiu Jin evidenziano maggiormente i suoi passaggi emotivi e le trasformazioni d’identità che ne derivano, le altre opere mostrano più accuratamente le sue idee politiche.

Dorothea A. L. Martin sostiene che il tema dell’emancipazione femminile non era mai stato espresso con così grande fervore in Cina.

Nell’appellarsi alle donne cinesi utilizza diversi termini, come “noi sorelle della Cina” oppure “noi donne cinesi” presenti soprattutto negli articoli di giornale. Durante il suo soggiorno in Giappone, scrive una lettera a Lu Bicheng, un’attivista a Shanghai, pubblicata nell’Agosto del 1904, ed è qui che compare per la prima volta il termine

nutongzhi, ovvero compagne, utilizzato poi dai comunisti di Mao, in relazione

all’organizzazione della società Shixing gonghai hui; viene usato per motivare le donne a sentirsi un unico corpo e a far sentire la loro voce. 57

La tesi di Qiu Jin a sostegno della liberazione delle donne doveva andare di pari passo con la liberazione nazionale ed è espressa chiaramente nei suoi saggi 58e in alcune lettere. 59

Nell’Ottobre del 1904 viene pubblicato un suo saggio nel secondo numero del giornale Baihua, intitolato 敬告中國二萬萬女同胞 ( A Respectful Warning to China’s 200

57

Yan Haiping, Women Writers and The Feminist Imagination 1905-1948, 51-52.

58

Le traduzioni dei saggi e delle lettere sono tutti presenti in Qiu Jin: A Female Knight- Errant, A True Women Warrior. In Chinese Studies In History, Winter 2000-2001.

59

Dorothea A. L. Martin, Qiu Jin: A Female Knight-Errant, A True Women Warrior. In Chinese Studies In History, Winter 2000-2001. Pp 14-15.

~ 78 ~

Million Women ), nel quale lamenta l’ingiustizia che interessa le donne cinesi a partire dalla nascita: 从小生下來,遇著好老子,還說得過;遇著脾氣雜冒、不講情 理的,滿嘴連說:“晦氣,又是一個没用的。”恨不得拿起來摔 死。總抱著“將來是别人家的人”這句話,冷一眼、白一眼的看 待,没到幾岁,也不問好歹,就把一雙雪白粉嫩的天足脚,用 白布纏著,連睡覺的時候,也不許放鬆一點 [..].

Just after we are born, we may slip by if we have a good father, but if our father is rash and unreasonable, he will never stop saying, “Bad luck, another useless one.” If we have a good father, even he will say this, and if our father is rash and unreasonable, he will never stop saying it. Would that they could lift us up and smash us to death. With resentment they reiterate, “In the future, she will belong to another family,” and regard us with cold contempt. While still a tot, without questioning whether it is right or wrong, they take our two snowy white, tender, natural feet and tightly bind them in white cloth. Even while we sleep, we are not allowed to loosen the bindings one bit. 60

Il marito non vuole figlie perché sono di cattivo auspicio, le bambine vengono guardate con disprezzo perché una volta sposate, apparterranno alla famiglia del marito. Questa è la tradizione cinese a cui Qiu Jin si oppone, oltre al fatto che le donne devono

sopportare tutto senza protestare e sottoporsi alla pratica di fasciatura dei piedi, sopportare il dolore delle ossa rotte e il rischio di infezioni.

A nessuna è concesso di scegliere il proprio marito, le donne non sanno di che temperamento sia il promesso sposo, se è versatile nelle arti o se abbia ricevuto un educazione. Devono affidarsi al loro destino e una volta nella casa del marito sono trattate come schiave. Se poi lo sposo non è una buona persona, la colpa è della donna che probabilmente nelle vite passate ha avuto comportamenti non consoni.

Mossa da queste ingiustizie rivolge ai lettori una domanda: 諸位聽聽,這不是有冤没 處訴麼?( Readers, listen to me, where can a woman go to report such injustice?). Le donne infatti non avendo gli stessi diritti dell’uomo, non potevano difendersi dalle ingiustizie subite. Il saggio infatti continua dicendo:

上天生人,男女原沒有分别。試問天下沒有女人,就生出這些 人來麼?為甚麼這樣不公道呢?那些男子,天天說“心是公的,

60

QJJ, 5. Traduzione in Qiu Jin: A Female Knight-Errant, A True Women Warrior. In Chinese Studies In History, 22-23.

~ 79 ~

待人是要和平的”,又為什麼把女子當作非洲的黑奴一樣看待, 不公不平,直到這步田地呢?

When Heaven above gave us life, there was originally no difference between men and women. Let me ask you, if there were no women under Heaven, how would anyone be born? Why is there such unfairness? Every day these men say, “Our hearts are fair, so we treat others with equanimity.” Then why do they treat women like the black slaves of Africa? Aren’t these circumstances truly unfair and unequal? 61

Quando il cielo ha creato la vita, non c’erano differenze fra uomo e donna, ma con la crescita della società, si è sviluppata un’impronta patriarcale, schiavizzando la figura femminile. L’importanza della donna è sottolineata dalla maternità, se infatti non ci fossero le donne non si potrebbe riprodurre la specie. Per questo le donne non dovrebbero essere trattate come schiave, sono alla base della specie umana. Il distacco dal passato è marcato dalla critica a Confucio:

當初那些腐儒說什麼“男尊女卑”、“女子無才便是德”、“夫為妻綱”這些胡 說,我们女子要是有志氣的,就應當號召同志與他反對.

Right from the start, worthless and narrow-minded scholars said nonsensical things like “men are noble, women are mean,” “a woman without talent must be virtuous,” and “the husband sets the standard for the wife.” If we women are resolute, then we will summon our comrades to oppose this. 62

I detti di Confucio sono definiti senza senso( 胡說 ) in quanto sottopongono la donna al controllo del marito e la definiscono capace e positiva solo in relazione agli standard dello sposo. Se quindi la donna viene giudicata positivamente dal marito e dalla famiglia del marito, sarà una donna virtuosa anche agli occhi di tutti. Ma qui Qiu Jin invita ad opporsi in maniera risoluta e liberarsi dalla schiavitù che questa tradizione comporta.

In un saggio indirizzato a sua sorella dice che gli uomini avevano il potere mentre le donne la posizione di esseri inferiori, questo perché le donne dipendono dai loro mariti, prigioniere nei loro stessi appartamenti incapaci di vivere:

61

QJJ, 5. Traduzione in Qiu Jin: A Female Knight-Errant, A True Women Warrior, 23.

62

~ 80 ~

Nel documento Qiu Jin nella cultura popolare cinese (pagine 77-80)