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La figura femminile e l’eredità di Qiu Jin

Nel documento Qiu Jin nella cultura popolare cinese (pagine 94-97)

4 Il ritorno in Cina e il movimento rivoluzionario

而兴起焉.余愿呕心滴血以拜求之,祈二万万女同胞无负此国民责 任也.速振!速振!女界其速振!

3. Qiu Jin a confronto con altre attiviste politiche cines

3.1 La figura femminile e l’eredità di Qiu Jin

La figura della donna in Cina è sempre stata vincolata alla filosofia e alla tradizione confuciana. Nonostante la posizione marginale che le donne hanno ricoperto nel corso della storia cinese, sono nate in Cina delle grandi personalità.

Qiu Jin viene considerata la prima femminista e rivoluzionaria pertanto lascia in eredità un nuovo modello da seguire. Mettendola a confronto con altre grandi figure femminili, si evidenzia l’influenza che il suo comportamento e le sue azioni hanno avuto sulle donne cinesi. La lotta per la liberazione della donna e lo zelo e il fervore con cui Qiu Jin vi si dedica, sono il modello che le future femministe e le sue coetanee adottano per ottenere i diritti di uguaglianza e parità fra i sessi e la liberazione della donna dalla schiavitù domestica.

La storia presenta precursori della nascita del movimento di emancipazione, molti infatti si sono schierati contro la condizione imposta alle donne. La protesta avviene su tre lati: il rifiuto della fasciatura dei piedi, l’importanza dell’istruzione delle donne e la libertà nel matrimonio. Oltre a questi tre elementi simbolici, si rivendica anche il concetto di autonomia dall’uomo e di autonomia economica. Queste sono le principali linee ideologiche che la stessa Qiu Jin diffonde nella sua battaglia politica. 1

Movimenti di questo tipo cominciano a svilupparsi già sotto la dinastia Song, dove molti uomini, soprattutto letterati si schierano a favore degli stessi valori e ideali di Qiu Jin. Molte donne esprimevano le loro idee nei tanci e i primi ad apparire risalgono al 1600. Nonostante fossero poche quelle che si dilettavano nello scriverli, erano però molte quelle che contribuivano a divulgarli leggendoli. Nel passato le forme di resistenza erano soprattutto passive, ovvero per sfuggire alle ingiustizie e al

maltrattamento domestico, le donne decidevano di farsi monache, di conseguenza molto monasteri buddisti diventarono il rifugio e l’unica speranza per una vita migliore. Un altro modo per evitare situazioni impossibili, era il suicidio. I casi di suicidio erano altissimi.

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Tuttavia vi erano anche resistenze più attive come il travestimento con il quale, eliminando completamente ogni segno esteriore del loro sesso e creando una falsa identità, potevano accedere ai privilegi maschili.

Verso la metà del 1800 queste rivolte individuali si trasformarono in riforme concrete e collettive per liberare le donne. Una delle prime è stata la rivolta dei Taiping ( 1850- 1864 ), che sosteneva la necessità di riforme: l’educazione femminile, la possibilità di condurre una carriera amministrativa, la parità economica e il servizio militare aperto. Qiu Jin rientra nel periodo in cui si formano queste correnti di idee e quei germi che poi daranno vita ai veri e propri movimenti di emancipazione fra il 1916 e il 1919.

Le idee che Qiu Jin sviluppa, sono quelle che propongono i riformisti cinesi attivi nella riforma dei cento giorni ( 1898 ). Kang Youwei e Liang Qichao, i due leader del movimento riformista, vengono anche considerati nello studio di Catherine Gipoulon, gli iniziatori del movimento per l’emancipazione delle donne.2

Essi rivendicano l’educazione per le donne, in quanto sono queste che educano e hanno maggiore influenza sui bambini; l’indipendenza economica e la partecipazione allo slancio

economico delle donne; l’abolizione della fasciatura dei piedi poiché la debolezza fisica porta alla debolezza dell’intero paese. I due pensatori ritenevano questi cambiamenti necessari per il progresso e per la modernizzazione della Cina.

Qiu Jin infatti sulla scia dei due riformisti, sostiene che in mancanza della libertà della donna, non ci può essere la libertà del popolo e quindi nemmeno la libertà della nazione. Il suo impegno è prima di tutto politico, persino nelle sue opere ricorda sempre che la liberazione e l’emancipazione delle donne non è fine a se stessa ma funzionale alla salvezza del paese.

La differenza fra la sua ideologia e quella di altri contemporanei è la sua fiducia nella rivoluzione, il solo mezzo per realizzare la liberazione delle donne e la sicurezza che la rivoluzione permetterà loro di ottenere gli stessi diritti degli uomini.

Dopo la morte di Qiu Jin, molte donne, prendendola ad esempio, decisero di ribellarsi e molte parteciparono attivamente alla rivoluzione repubblicana del 1911.

In questo contesto, Elizabeth Croll, identifica due forze che ridefinirono lo status e il ruolo delle donne in Cina: il movimento rivoluzionario che aveva l’obiettivo di

riscrivere le istituzioni sociali, economiche e politiche del nuovo secolo e il movimento femminista organizzato con lo scopo di ottenere nuovi diritti di uguaglianza, come il

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diritto al lavoro, il diritto di partecipare alla vita militare, all’educazione e altri già elencati in precedenza. 3

Qiu Jin stessa con le sue idee e la sua determinazione, diventa una femminista a tutti gli effetti, fondando successivamente un’associazione femminile, un giornale per le donne e organizzando un esercito femminile nella scuola di Da Tong.

Dopo la sua esecuzione Qiu Jin viene subito proiettata come martire per la causa rivoluzionaria e ancora oggi è onorata come patriota e pioniera del movimento

femminista.4 Come lei anche altre femministe sue coetanee, hanno scritto e invitato le loro sorelle a sollevarsi e ribellarsi per la salvezza del paese. Già con la rivoluzione del 1911, molte donne si sono riunite in associazioni e sono nate le suffragette. Il termine è di provenienza occidentale e appare in Cina sulle pubblicazioni di un giornale dedicato alle suffragette occidentali.5

Nel Maggio del 1919, le donne fanno la loro comparsa nelle grandi città protestando insieme agli uomini e rivendicando gli stessi diritti che propagandava Qiu Jin. Con l’avvento del partito comunista cinese, si formano anche associazioni femministe organizzate come The Women’s Suffrage Association, fondata nel 1922 da studentesse con lo scopo di proteggere i diritti femminili, proteggere l’indipendenza economica e promuovere l’uguaglianza. 6

Dal 1949 dopo la guerra civile e la proclamazione della Repubblica Popolare, furono molte le riforme approvate per migliorare il paese: in particolare viene varata la legge sul matrimonio del 1950. In questa legge, si dichiara l’uguaglianza e la parità fra uomo e donna all’interno della famiglia, abolendo maltrattamenti e matrimoni combinati. Per i comunisti le donne sono un potente strumento per la nazione e come già anticipa Qiu Jin, fra le prime leggi ad essere promulgate vi sarà quella per l’istruzione femminile. Nel corso di questo processo di rivolta e di emancipazione delle donne, molte di loro si sono distinte dalle altre per la loro tenacia e il loro sacrificio per la patria.

Fra queste sono presenti Chen Xiefen, coetanea di Qiu Jin, giornalista attiva a Shanghai e Xiang Jingyu, una delle prime donne ad entrare nel partito comunista cinese.

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Elizabeth Croll, Feminism and Socialism, 63-67.

4

Elizabeth Croll, op. cit., 69-70

5

Elizabeth Croll, op. cit., 70-71

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Nel documento Qiu Jin nella cultura popolare cinese (pagine 94-97)