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a) Completamento capping del “Bacino definitivo”

Nel documento Relazione generale (pagine 26-33)

Secondo quanto previsto dal D.Lgs 36/03, la copertura finale della discarica deve rispondere, principalmente, ai seguenti scopi:

• isolamento dei rifiuti e del terreno contaminato dall’ambiente esterno;

• minimizzazione dell’infiltrazione d’acqua;

• riduzione al minimo della necessità di manutenzione.

La pendenza che è stata scelta per configurare le sponde è di 19° in quanto consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose ovvero quelle del sisma. In particolare, la conformazione plano-altimetrica è stata scelta al fine di soddisfare i seguenti obiettivi:

- individuare una pendenza prossima a quella esistente al fine di minimizzare i volumi di sterro e rinterro e tale che risultino soddisfatte le verifiche di stabilità;

- evitare di alterare lo strato esistente di biogas: supposto presente al di sotto di 35 cm di argilla nelle aree del top e a vista sulle sponde (ipotesi a vantaggio di sicurezza);

- contenere l’altezza dei muri da realizzare al piede del capping;

- ottenere una pendenza della tubazione, posta all’interno dello strato di drenaggio delle acque meteoriche, tale da convogliare le acque nei punti di recapito.

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10.3.1 Riconfigurazione sponde

Dopo aver individuato la pendenza di progetto sono stati determinati i volumi di sterro e riporto. Al riguardo al fine di contenere i costi di intervento e l’impatto ambientale, conseguente al trasporto di materiale a discarica, è stato previsto di riutilizzare, indipendentemente dalle caratteristiche dello stesso, il materiale proveniente dagli scavi per la realizzazione dei muri e dei pali ed il materiale di sterro per i volumi di riporto per i quali è stato,

comunque, necessario integrare con altro materiale individuato in pietrame senza spigoli vivi per le porzioni di aree aventi funzione di drenaggio biogas.

Tale scelta è stata, peraltro, motivata dalla considerazione che tale materiale è già in sito e risulterà, comunque, posto al di sotto del capping di progetto

Suddetto riutilizzo dovrà essere limitato, difatti, alle aree dove suddetto rinterro non deve assolvere la funzione di drenaggio biogas.

10.3.2 Strato di drenaggio biogas

Dalla lettura combinata dei documenti forniti dall’Amministrazione, si evince che alla data del 2010, era ultimata, tra l’altro, la realizzazione dello strato di drenaggio biogas di spessore pari a 50 cm per una superficie di 12.280 mq (che secondo quanto riportato nelle relazioni dovrebbe coincidere con la superficie sia del “bacino originario” che dell’“Ampliamento”, ovvero fino all’attuale staccionata in legno – parte contrassegnata con colore rosa nell’immagine al lato).

Pertanto, nel presente progetto, nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 36/03, è stato previsto di realizzare uno strato di drenaggio del biogas unicamente nelle “superfici aggiuntive” (parte azzurra nell’immagine riportata al precedente paragrafo).

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In merito alla tipologia di intervento, si evidenzia che il suddetto strato drenante può essere realizzato ricorrendo a:

a) materiali naturali: pietrame di idoena pezzatura b) materiali artificiali: georete.

Nel caso in esame è stato scelto di realizzare suddetto strato ricorrendo ad una georete (indicata con una linea di colore celeste nell’immagine sotto riportata che rappresenta uno stralcio della sezione di progetto G-G’). Qualora si fosse optato per uno strato di

drenaggio in pietrame, quindi avente spessore pari a 50 cm come dettato dal D.Lgs 36/03, scartando l’ipotesi di scavare 50 centimetri sull’attuale profilo, che comporterebbe la necessità di smaltire un quantitativo di rifiuti non trascurabile, si sarebbe dovuto prevedere un muro di contenimento di altezza maggiore, ovvero più alto di 50 cm. Tale scelta, oltre a creare un maggior impatto ambientale, avrebbe comportato una maggiore spesa del tutto equivalente a quella dovuta alla differenza di costo tra la georete e il pietrame.

Laddove (come nel caso della sezione di progetto B-B’, della quale al lato se ne riporta uno stralcio), a seguito della riconfigurazione delle sponde,

nell’area dove prevedere il nuovo drenaggio biogas è risultato necessario effettuare un riempimento (retino con pallini di colore viola) avente spessore non inferiore a 50 cm, è stato previsto di utilizzare del pietrame, con spigoli non appuntiti, in maniera tale da assolvere anche la funzione di drenaggio del biogas senza prevedere

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alcuna georete.

10.3.3 Strato impermeabilizzante

Il progetto di “Messa in sicurezza della discarica consortile RSU Colla Montescuro I Stralcio”, approvato con delibera n. 51/2008 prevedeva, tra l’altro, la realizzazione dello strato di impermeabilizzazione mediante 30 cm di argilla.

Suddetto strato, come indicato nei documenti consegnati alla scrivente, è stato integrato con ulteriori 20 cm di argilla al fine di ottenere uno spessore di 50 cm in accordo a quanto prescritto dal D.lgs. 36/034.

In merito si evidenzia che i tecnici della scrivente società hanno effettuato specifici sopralluoghi i cui esiti sono stati riportati nell’elaborato grafico D.6 e nell’allegato fotografico riportato nel documento “A.7.2”. In particolare:

• il top si presenta ricoperto, mediamente e per quanto ispezionato, da uno spessore di nell’ambito del capping, ai fini della tutela ambientale è stato previsto di:

• prevedere uno spessore di 15 cm di argilla sulle aree del top (tenendo conto che un piccolo strato andrà rimosso al fine di eliminare elementi esistenti da non includere nello strato di argilla);

• prevedere uno spessore variabile tra 15 cm e 50 cm lungo il bordo del top in prossimità dell’inizio delle sponde;

4Per i suddetti due appalti, “I stralcio” e “lavori complementari”, sono stati emessi, dal direttore dei lavori, specifici “certificati di regolare esecuzione” che attestano l’esecuzione di lavori per un importo pari a quello dei computi metrici che prevedevano nel complesso uno spessore di 50 cm di argilla.

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• realizzare un nuovo strato impermeabilizzante, avente spessore di 50 cm, sulle aree delle sponde, ivi comprese le “superfici aggiuntive”.

Anche nel caso dello strato impermeabilizzante si può ricorrere a:

• materiali naturali: argilla (50 cm)

• materiali artificiali: geocomposito bentonitico accoppiato a geomembrana in HdPE (< 1 cm).

In questo caso la scelta è ricaduta sul materiale naturale, in quanto il ricorso a materiali artificiali avrebbe comportato (con riferimento al prezzario regionale della Basilicata) un incremento di costo ben maggiore di quello relativo all’innalzamento del muro per contenere lo strato di 50 cm di argilla.

Peraltro, la posa dei materiali artificiali avrebbe comportato la realizzazione di trincee di ancoraggio lungo le sponde che avrebbero comportato l’alterazione dello strato di drenaggio biogas esistente e la rimozione di rifiuti con il conseguente smaltimento.

10.3.4 Strato di drenaggio acque meteoriche

Per quanto concerne lo strato di drenaggio delle acque meteoriche, lo stesso deve essere realizzato per tutta l’area del “Bacino definitivo”, ovvero sia sul top

che sulle sponde ivi comprese le “Superfici aggiuntive”.

In particolare, per quanto concerne le sponde si è preferito ricorrere alla posa del materiale naturale che consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose. Infatti, qualora si fosse fatto ricorso alla georete di drenaggio, attese le pendenze, si

sarebbe dovuta prevedere un georete tricomposita o, in alternativa, due georeti (di cui una di “aggrappo”) al fine di soddisfare i requisiti richiesti dalle verifiche di stabilità. Tale scelta avrebbe comportato un maggior costo di intervento.

Sul top, invece, si è ricorsi alla posa di una georete di drenaggio.

In tal caso, difatti, non essendo necessari accorgimenti di

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“aggrappo”, attesa la modesta pendenza (< 10°), è sufficiente prevedere una semplice rete di drenaggio i cui costi (con riferimento al prezzario regionale della Basilicata) risultano inferiori a quelli che si sarebbero ottenuti con la posa del materiale naturale.

Al fine di evitare che le acque del “top” dilavino le sponde è stata prevista una tubazione fessurata disposta lungo il ciglio lato Sud ed Est che in due sezioni presenta una tubazione, disposta nello strato di drenaggio, che colletta le acque raccolte nella tubazione prevista al piede del capping. Le due reti di drenaggio sono provviste di pozzetti in polietilene per garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo.

10.3.5 Strato di terreno di copertura

Al di sopra degli strati a bassa permeabilità e di drenaggio delle acque meteoriche è previsto uno strato superficiale di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale avente spessore pari a 1,0 metri, sul quale verrà eseguita una semina a spaglio. Sia nella parte pianeggiante che nelle aree

acclivi si prevede di trapiantare specie arbustive dalla spiccata rusticità e capacità di consolidamento dei versanti. In particolare, al fine di non danneggiare gli strati di copertura costituenti il capping, sono state individuate specie caratterizzate da apparati radicali mediamente superficiali (profondità massima 60-70 cm). Nello specifico sono state scelte specie poco esigenti in termini agronomici e di input tecnici, ma dall’alto valore paesaggistico visto l’areale circostante. Per i dettagli si rinvia alla relazione agronomica.

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Al fine di garantire la stabilità del terreno di copertura, anche nelle condizioni più gravose, ovvero quelle del sisma (le verifiche sono state effettuate prevedendo una vita nominale di 50 anni ai sensi delle NTC 2018), attesa la possibile eterogeneità delle caratteristiche del terreno di copertura che sarà approvvigionato, che potrebbe compromettere il rispetto delle caratteristiche di

progetto (con particolare riguardo all’angolo di attrito) utilizzate ai fini dei calcoli di stabilità delle sponde, si è ritenuto opportuno prevedere una “geogriglia di rinforzo” da posare al centro dello strato di terreno.

10.3.6 Strato antierosivo

Al di sopra dello strato di copertura superficiale, in corrispondenza delle sponde, in abbinamento alla semina a spaglio prevista, è auspicabile prevedere la posa di una “biostuoia in paglia di cocco”

rinforzata. Tale accorgimento consente di evitare il dilavamento superficiale in occasione degli eventi meteorici.

Tuttavia atteso l’importo dei lavori, che eccede il finanziamento

assentito, tale accorgimento non è stato previsto nel progetto, ma si suggerisce all’Amministrazione di prevederlo:

- nel caso si ricorra all’offerta economicamente più vantaggiosa nelle migliorie richieste in fase di gara

- nel caso di gara con aggiudicazione soltanto in base al prezzo offerto, indicando tale fornitura in opera prevedendo il ricorso all’art. 106 comma 1 lettera a del D.Lgs. 50/16.

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10.4 b) Opera di sostegno delle sponde della discarica

Nel documento Relazione generale (pagine 26-33)

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